Attraverso l’arte abbiamo la possibilità di esplorare mondi alternativi a quello che viviamo tutti i giorni, guardando e osservando punti di vista differenti dai nostri.
L’artista argentino Leandro Erlich si pone come obiettivo la creazione di opere fluide e dai confini incerti.
Chi ha detto che ciò che vediamo è la realtà oggettiva? Tutto può cambiare in base alle prospettive e ai punti di vista.
A primo impatto, osservando i lavori di Leandro ci troviamo spiazzati perché siamo di fronte a situazioni fuori dal comune: capiamo subito che si tratta di scenografie irreali, ma non riusciamo a spiegarcene il motivo.
Persone che scalano la facciata di un palazzo vittoriano, aloni di persone in stanze vuote, che ricordano dei fantasmi.
Lo sconcerto e l’incapacità di dare una spiegazione all’immagine che ci troviamo davanti rendono le opere di Leandro interessanti e accativanti.
La sorpresa e la meraviglia nello scoprire quali semplici trucchi si celano, ci rendono consci del fatto che nonostante tutto quello che conta è la complessità del pensiero e non della realizzazione.
Leandro prende ispirazione dal suo scrittore preferito, Jean Luis Borges, ma anche da registi del calibro di Alfred Hitchock e David Lynch che come lui stesso dice “hanno usato il quotidiano come palco per creare un mondo fittizio ottenuto attraverso la sovversione psicologica degli spazi di tutti i giorni”.
Chi ha detto che superare i limiti sia un male?
A volte è necessario per mettere in discussione quelli che abbiamo sempre creduto dei valori assoluti, ma che potrebbero essere sostituiti da nuovi credo inaspettati.
http://www.leandroerlich.com.ar/
http://www.galleriacontinua.com/