Dal web alcuni spunti nel colore oro per essere sempre al passo con i trend del momento e sfoggiare look a tutto glam durante le feste….sopratutto durante la notte di Capodanno.
Consigli e suggerimenti per chi ama distinguersi con uno stile ricercato ed esclusivo.
Style & Beauty.
Abiti, accessori, dettagli color oro e paillettes sono i protagonisti assoluti delle festività natalizie per risplendere e luccicare come una stella.
PhviaMini abito con gonna svasata e inserti in metallo Imperial
Sfavillanti tocchi dorati anche per il make up che si fa glam con un’esplosione di glitter, paillettes e colori stellari per un look seducente e audace.
Ombretto Sequin Crush N.1 Legendary Gold| Ombretto liquido dorato Twinkle Twinkle ultra lucido con glitter mette in evidenza le palpebre e dona un look brillante.
Abbinare i colori per imbiancare casa partendo dai pavimenti. Schemi di colore per tutti gli stili, per non sbagliare accostamenti e dosaggi.
Da cosa parti per scegliere i colori di casa?
Dalle mode del momento, dai tuoi gusti personali o da qualcosa che hai già in casa?
Scegliere i colori per imbiancare casa può sembrare un passo facile, ma così non è. I colori sbagliati possono contribuire a rimpicciolire visivamente una stanza, così come a farla sembrare più buia.
Io ho un metodo per scegliere i colori che è quasi scientifico. Te lo voglio mostrare.
Colori per imbiancare casa: distinguiamo tra neutri, pastello e off white
Una nota prima di cominciare va fatta ai colori neutri, a quelli pastello e agli off white. Si tratta di tre famiglie di colori indispensabili in ogni schema di colore, perché apportatori di luminosità e chiarezza.
Come dico sempre, uno schema colori perfetto è composto da cinque colori, di cui tre neutri o pastello e due saturi. In questo modo potrai usarli e dosarli come meglio preferisci e interscambiarli in base alle zone d’uso.
Dei colori neutri ho già parlato ampiamente in un mio post precedente, ma ricordare cosa sono non fa mai male. I colori neutri proprio per loro dicitura non hanno nessun viraggio particolare verso il caldo o il freddo.
Non ricordano nessuna tonalità in modo speciale perché nascono dalla mescolanza di più colori in percentuali uguali. Sono perfetti per le zone studio e lavoro, perché agiscono da fondo bianco per l’occhio, aiutandolo a concentrarsi.
I colori pastello invece nascono dai colori saturi, quindi i colori pieni, che vengono schiariti dal bianco. Si tratta di colori estremamente riflettenti che possono virare verso una certa tonalità o un’altra. Sono perfetti in stanze sotto-esposte e nelle zone living, per aumentare il senso di spazio.
Chiudiamo poi con i colori off white. A differenza del bianco ottico che è quasi accecante, gli off-white sono gradazioni di bianco più o meno intense. Non è vero che tutti i bianchi sono uguali, perché differiscono enormemente in base ai colori usati per comporli. Può esserci un bianco che tende più al giallo o un bianco che tende più all’azzurro.
La scelta va fatta in base agli elementi di partenza che avete in casa, come il colore dei serramenti, il colore del pavimento, qualche complemento speciale da tenere..
Passiamo al lato pratico: schemi di colore per ogni pavimento
Passiamo ora al lato pratico della scelta.
Ho selezionato per te ben sei differenti tipi di pavimenti in legno, tra le essenze più comuni. Si tratta di parquet che è davvero comune trovare sia nei negozi che nelle case, con cui ci si trova facilmente a far i conti.
Ma come si trovano i colori giusti per questi pavimenti?
Partendo proprio dai colori dominanti dei legni. Fai una foto dall’alto del tuo parquet e caricala sul tuo pc. Usa un sito come image-color.com o per estrarre alcuni colori base dal tuo pavimento.
Una volta fatto questo potete inserire questi colori di partenza in uno dei tanti programmi che esistono e che ti aiuteranno a ricavare degli schemi di colore.
Io uso colormind.io che è stupendo perché permette di mettere i colori che già in qualsiasi posizione dello schema e così facendo produce palette sempre differenti.
Sentiti libero di skippare finché non trovi la combinazione che più ti soddisfa e che sei sicura potrà davvero essere impiegata in casa tua.
Come funzionano queste moodboard?
Le moodboard che ho pensato in questo post sono molto pratiche. Partendo da quelle che sono le caratteristiche fisiche del pavimento ho individuato un paio di schemi di colore che ne evidenziano i pregi.
Ci sono schemi più monocromi, che dialogano di più con le sfumature del legno e schemi più audaci. Con colori a contrasto che servono a evidenziare e tirare fuori dei particolari che altrimenti potrebbero passare inosservati.
Come sempre trovi le corrispondenze RAL e questa volta ho aggiunto qualcosa in più. Trovi il suggerimento di due pattern e tessuti nei colori degli schemi, da usare in casa. Questi che vedi sono stati presi tutti su spoonflower.com, che ti consiglio davvero di visitare.
Quale schema hai preferito?
Sono sicura che uno tra questi schemi ti è piaciuto più degli altri. Quale?
O magari hai un pavimento proprio come quelli che ho indicato qui sopra. Quale occasione migliore allora per prendere spunto da queste moodboard e sfruttare questi colori a tuo vantaggio?
Fammi sapere poi nei commenti quale hai scelto!!
Pronto a diventare un esperto dell’interior design?
Lo stile Haussmann di un appartamento parigino reso attuale grazie alla trasformazione intelligente degli spazi, dall’involucro agli interni.
Nel cuore di un bellissimo condominio parigino, vicino a Place des Ternes, un appartamento in stile Haussmann è stato completamente ridisegnato e ristrutturato dall’Agence Véronique Cotrel. Un importante lavoro di studio per una trasformazione intelligente degli spazi, dall’involucro agli interni.
La pianta originale comprendeva una sola camera da letto e una cucina indipendente: dopo la ristrutturazione, invece, la cucina è stata “spostata” creando una zona comunicante con il living, permettendo così di ricavare una camera da letto in più.
L’integrazione della cucina nel soggiorno è stata una vera sfida, che ha previsto anche la rimozione parziale di una parete portante. Lo studio di architettura ha risposto combinando ergonomia ed estetica, design contemporaneo e tipica tradizione haussmanniana di Parigi, stile che caratterizza tutta l’abitazione.
La cucina è stata pensata nera opaca, di forte impatto visivo, ma inserita in cornici rientranti, con una soluzione space saving ricavata da un vecchio corridoio di distribuzione, che non impatta nella sala da pranzo. La superficie della credenza è a specchio fumé e riflette il soggiorno, conferendo una profondità e un calore molto suggestivi, sottolineati dalla particolare pavimentazione a parquet a spina ungherese.
Nella zona notte, ogni camera ha il proprio bagno privato con doccia, separato da finestre grigio chiaro, estremamente discrete. Design risoluto, i materiali e i sanitari utilizzati si adattano al vecchio stile degli appartamenti classici parigini.
Per la rubinetteria, i progettisti hanno scelto la serie Diametro 35 Inox di Ritmonio per la sua modernità essenziale e misurata, ideale per creare ambienti bagno esclusivi, dallo stile intramontabile, che dura nel tempo.
Il risultato è perfettamente in linea con il gusto dei committenti: stanze coerenti e armoniose, di ampio respiro, che dialogano tra loro, senza mai perdere il file rouge dello stile Haussmann, in tutta la sua eleganza.
Progetto e foto: Agence Véronique Cotrel, architetto d’interni – www.verocotrel.fr
Mai le icone del design hanno trovato dimora più aristocratica. Oggi vi porto a visitare la casa di Knud Erik Hansen, che a dire il vero è un magnifico castello del XVII secolo, appartenente al patrimonio culturale danese.
Knud Erik Hansen è il direttore di terza generazione della Carl Hansen & Son, che tutti gli amanti del design conoscono perfettamente. Da 110 anni l’azienda produce arredi in stile scandinavo di altissima qualità per design, materiali e lavorazione. Alcuni pezzi disegnati da Hans J. Wegner, Arne Jacobsen, Kaare Klint and Børge Mogensen sono entrati nell’Olimpo delle icone del design.
Scopriamo gli interni di questo meraviglioso castello e come gli arredi moderni sono stati perfettamente integrati alle strutture originali.
Un castello da favola
Il castello, dimora di Knud Erik Hansen e di sua moglie Inger, appartiene al patrimonio culturale danese. Per questo i coniugi hanno dovuto rispettare alcuni requisiti in fase di ristrutturazione. Per esempio, hanno dovuto mantenere i colori originari dei muri , o utilizzare materiali specifici.
Costruito sull’isola di Funen, che diede i natali allo scrittore Hans Christian Andersen, autore della celebre Sirenetta, il castello è ammantato da un’aura storica e fiabesca.
La dimora si sviluppa su quattro piani e conta due cucine, diversi salotti e sale da pranzo, camere da letto a volontà e una mansarda da sogno.
Lo circonda un meraviglioso parco con alberi secolari cinto da un bastione. L’arredo è composto da pezzi provenienti dalla produzione dell’azienda di famiglia e da pezzi appartenenti a edizioni speciali o fuori produzione, anche di altri brand.
Le icone del design firmate Hans J. Wegner.
La collezione di pezzi di design che arreda il castello è per la maggior parte frutto della creatività e dell’ingegno di Hans J. Wegner.
Forse l’esemplare più significativo è la CH24 Wishbone Chair, caratterizzata dalla forma a Y che diede il nome alla sedia. La troviamo naturalmente in sala da pranzo, nella versione legno naturale.
La CH25 lounge chair si fonde perfettamente all’ambiente del salottino, accanto alla tradizionale stufa in maiolica. Una sedia che richiede 10 ore di lavoro e 400 metri di cordoncino per confezionare lo schienale e la seduta, rigorosamente a mano.
E poi c’è la CH07 Shell Chair, classe 1963, che all’epoca fu apprezzata per il look avanguardista, anche se la sua forma particolare non fu accettata dal grande pubblico. Reintrodotta nel 1998 da Carl Hansen & Son, nel momento in cui l’interesse per il design scandinavo si risvegliava, divenne un must per le nuove generazioni.
Il suo schienale curvato e la seduta alata donano a questo pezzo una straordinaria leggerezza e il confort è ai massimi livelli.
Infine, la CH445 Wing Chair, dalla caratteristica forma scultorea, con la sua scocca in legno imbottita e rivestita e le gambe in acciaio, è in realtà una confortevolissima poltrona. Anch’essa è stata concepita negli anni 60 ed è stata rimessa in produzione di recente.
Scopri le icone del design nei miei articoli sull’argomento
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Il design sostenibile aiuta il nostro pianeta eliminando l’impatto negativo sull’ambiente attraverso un design intelligente e sensibile.
Zane & Reinis sono due designer da Lettonia e la loro azienda si chiama Honey furniture. Creano oggetti di design sostenibile fatti artigianalmente dal legno di recupero. Dal legno al vetro, dai metalli come il rame diventano risorse per l’arredamento. Ispirando nuove creazioni che uniscono design e sostenibilità a tutto vantaggio dell’ambiente. Creano oggetti dal design contemporaneo utilizzando il legno vecchio più di 200 anni dandogli una terza vita. Ogni prodotto che creano ha una sua storia da raccontare. Tutti legni recuperati sono unici e per questo motivo sopra tutti complementi d’arredo che creano con il legno c’è un certificato in acciaio inciso. Questo certificato indica l’anno e il luogo di nascita del legno.
Vi presento qui di seguito alcuni loro lavori e progetti di design sostenibile
Sidelight box è la loro nuova collezione in cui il comodino in legno di recupero e la lampada diventano un unico oggetto.
Fliying lights è la collezione di plafoniere che è stato creato recuperando il legno delle travi di vecchi edifici con un tocco di rame.
Tra le proposte di design della azienda Honey Furniture ci sono anche arredobagno dallo stile rock’n’roll. Questi arredi sono stati creati dal legno di recupero dalle travi o pavimenti di vecchi edifici.
Fare delle scelte rispettose dell’ambiente, oltre a farci sentire più consapevoli e responsabili, ci permette di ricreare un ambiente che trasmette sensazioni positive.
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Come purificare l’aria con le piante e contrastare l’inquinamento indoor.
Una casa naturale anche in città può esistere e forse deve esistere. Il modo più semplice è quello di riempirla di piante. Le piante hanno dei super poteri, tra i tanti quelli di aiutare a purificare l’aria delle nostre case o uffici. E allora perché non usarle? Con le piante da interni possiamo rendere i nostri ambienti più sani e naturali perché sono capaci di assorbire alcuni inquinanti che purtroppo ci circondano! Vi riporto le piante che la Nasa ha studiato e analizzato come le migliori per purificare l’aria degli ambienti interni.
Negli ultimi anni si sta sempre di più parlando di inquinamento indoor, di qualità dell’aria interna. L’aria all’interno delle abitazioni e in generale degli ambienti interni, è più inquinata dell’aria esterna. Nell’aria indoor si somma l’inquinamento che deriva dall’esterno, e l’inquinamento dovuto ai materiali da costruzione, da arredo o ai prodotti per pulire la casa stessa!
Come possiamo fare se viviamo in città e vogliamo respirare nella nostra casa o nel nostro ufficio senza avere aria “malsana”? Possiamo chiedere aiuto alle amiche piante!
Quando ci troviamo in una casa già realizzata o ristrutturata, dove quindi non abbiamo potuto scegliere materiali il più possibili naturali, possiamo comunque fare alcune scelte importanti. Oltre ad aerare bene gli ambienti e limitare l’utilizzo di prodotti chimici, possiamo utilizzare piante da interni, per migliorare la qualità dell’aria indoor.
La prima soluzione è sicuramente quella di aerare bene gli ambienti, bastano 10 minuti per cambiare l’aria di una stanza. Poi si dovrebbe cercare di limitare l’utilizzo di prodotti chimici per pulire la casa (sostituirli con prodotti naturali a base di bicarbonato, limone, aceto, ecc.. se volete potete vedere qualche consiglio su come creare un kit di pulizia naturale qui). Ma se volete migliorare la qualità dell’aria interna in modo “indiretto”, si può ricorrere alla strategia di purificare l’aria con le piante. Cattureranno loro per voi alcuni inquinanti presenti nella casa. Esistono infatti piante da interno che aiutano a purificare l’aria. E ogni pianta è adatta per una specifica sostanza inquinante.
Inquinamento chimico: i prodotti chimici immettono nell’aria particelle volatili inquinanti che sono nocive per l’organismo umano. Tra queste vi sono i VOC (composti organici volatili) che si sprigionano per l’umidità e per il riscaldamento, Cloruro di Polivinile (PVC) che si trova in pitture, solventi, amianto, colle, vernici, prodotti per trattamento del legno biocidi; Monossido di carbonio, che può essere emesso da apparecchi a gas, a carbone, a petrolio, a benzina, a gasolio, o a legna (stufa, scaldabagno, sistema di riscaldamento a gasolio, fumo di sigaretta).
Si parla anche di Sick building syndrome “Sindrome dell’edificio malato” per quanto riguarda alcuni malesseri quali irritazione agli occhi o delle vie respiratorie, mal di testa, spossatezza, reazioni allergiche che possono poi trasformarsi in malattie anche più gravi.
Inquinamento elettromagnetico:onde elettromagnetiche che è importante prendere in considerazione (da elettrodomestici, televisori, computer, radio).
Inquinamento biologico: odori corporei, microorganismi, inquinamento derivato dai materiali da costruzione.
Tornando al tema delle piante che purificano l’aria, è interessante sapere che anche la NASA ha eseguito degli studi scientifici che si sono conclusi pubblicando un documento che descrive 17 piante che purificano l’aria, in quanto assorbono quelle sostanze inquinanti che si trovano all’interno di un determinato ambiente. Trovate il report completo qui.
“Il concetto di qualità dell’aria interna è apparso per la prima volta nel 1974 ed è divenuta oggetto di studi condotti da Bill Wolverton, impiegato dalla NASA per studiare qualità dell’aria nei missili spaziali abitati. Wolverton introdusse in una scatola ermetica contenente una pianta in vaso, dell’aria inquinata e misurò sull’arco di 24 ore le variazioni nella quantità di ciascuna sostanza inquinante assorbita dalla pianta. In seguito estese i suoi studi all’aria presente negli uffici e nelle abitazioni.”
Da qui sono state classificate le piante in base al loro grado di assorbimento di un materiale e quindi della loro conseguente capacità di purificare l’aria interna.
I principali inquinanti e le piante che purificano l’aria
Per purificare l’aria con le piante bisogna conoscere quali piante in particolare sono in grado di migliorare la qualità dell’aria interna catturando alcuni inquinanti.
I principali inquinanti sono:
tricloroetilene (si trova in inchiostri, pitture, lacche, vernici, adesivi, sverniciatori)
formaldeide (si trova in sacchetti di carta, carte cerate, tessuti, tovaglioli di carta, truciolari, pannelli di compensato, tessuti sintetici)
benzene (usato per fare plastica, tessuti sintetici, lubrificanti di gomma, coloranti, detergenti, droghe e pesticidi. Anche in fumo di sigaretta, gas di scarico, colle, pitture e cere per mobili)
xilene (si trova in stampe, gomma, pelle e pitture industriali, fumo di sigaretta e gas di scarico)
ammoniaca (si trova in prodotti per pulire i vetri, cera per pavimento, sali profumati e fertilizzanti).
La NASA consiglia di posizionare almeno una pianta ogni 100 mq di casa o ufficio. Attenzione, alcune piante sono tossiche per animali (e immagino anche per bambini piccoli che sono abituati a leccare e mettere tutto in bocca!)
Please note: Several of these plants are known to be toxic to cats, dogs and other pets. If you are a pet owner, please do check the toxicity of plants before introducing them to your home.
In questo sito trovate illustrazione che raggruppa l’inquinante assorbito da ogni pianta. E se volete approfondire le caratteristiche di ogni pianta vi consiglio questo sito qui.
Quali pianta scegliere stanza per stanza
Ecco una selezione di piante che aiutano a purificare l’aria, suddivise per ambienti:
CUCINA o BAGNO
Lady palm (Raphis excelsa): formaldeide, xilene, ammoniaca. Raccomandata per ambienti dove ammoniaca viene emessa da prodotti per la pulizia della casa, 1° posizione NASA per assorbimento di ammoniaca)
Ficus Benjiamin (Ficus Benjamina): formaldeide e xilene9 posizione NASA per capacità di assorbimento di formaldeide, xilene e ammoniaca. Raccomandata per: soggiorno, evitare cameretta perché è leggermente tossica a causa della sua linfa che contiene un lattice irritante per ingestione di foglie e rami!
Felce di Boston (Nefrolephis exaltata): 1° posto tra piante che filtrano meglio la formaldeide, raccomandata per stanze umide o esposte a nord.
Pothos (Epipremnum aureum): Capacità di assorbire toluene, benzene e formaldeide. Consigliata per tutte le stanze eccetto cameretta (perché linfa può essere irritante per la pelle).
CAMERA BAMBINI
Falangium (Chlorophytum comosum): formaldeide e xilene.
Tronchetto della felicità (Dracaena fragrans ‘Massangeana’): tricloroetilene, formaldeide, benzene. Raccomandata per: cameretta e qualunque stanza con mobili in truciolato.
E dopo questa carrellata di piante, correte a comprare ultimi regali di Natale…CHRISTMAS GIFT WITH PLANT?!
Un grazie speciale per le illustrazioni e immagini di questo articolo cortesemente concesse da Kristina Kemenikova. Se volete sbirciare un po’ i suoi lavori potete trovare qui il suo sito website, la sua pagina instagram e etsy.
A special thanks for illustrations and images of this article courtesy of Kristina Kemenikova. If you want to have a look about her works, you can you can find here her website, her instagram and etsy page.
Bibliografia e riferimenti:
Piante che purificano l’aria, Ariane Boixière-Asseray e Geneviève Chaudet, Edizioni il punto d’incontro, 2019 (originale Mes Plantes dépolluantes Rustica Edizioni, 2018)
Articolo della NASA: Interior Landscape Plants for Indoor Air Pollution Abatement.