1 Aprile 2025 / / Coffee Break


La luce naturale è un elemento essenziale nella progettazione, influenzando
non solo l’estetica degli spazi abitativi, ma anche il benessere degli
occupanti e l’efficienza energetica. L’integrazione consapevole della luce
naturale nei progetti architettonici richiede un’attenta analisi
dell’orientamento, dell’uso dei materiali, della geometria spaziale e
dell’adozione di tecnologie innovative. Studi dimostrano che gli ambienti ben
illuminati naturalmente favoriscono l’umore e la produttività, rendendoli
ideali per gli spazi abitativi dove il comfort è prioritario. Nella
progettazione di ville di alto livello, l’ampio budget a disposizione offre
all’architetto la libertà di adottare soluzioni come finestre su misura e
pareti vetrate, opzioni che non sono certo accessibili a tutte le tasche.

Tuttavia, alcune considerazioni progettuali sono relativamente indipendenti
dal budget: ciò che fa la differenza è l’amore con cui il progettista cura
ogni dettaglio, creando ambienti dove la luce diventa protagonista attraverso
soluzioni raffinate e studiate con sensibilità.

Orientamento e Geometria Architettonica

L’orientamento dell’edificio e la sua geometria giocano un ruolo cruciale
nella massimizzazione della luce naturale. Un esempio emblematico è Villa K
(Paul de Ruiter Architects), dove la posizione a sud e la struttura
orizzontale consentono un afflusso ottimale di luce solare, riducendo il
bisogno di illuminazione artificiale. Il tetto aggettante protegge gli
ambienti interni dall’abbagliamento diretto, mentre le ampie vetrate senza
interruzioni creano una connessione fluida tra interno ed esterno.

Materiali, Luce e Spazio: Un Dialogo Armonioso

L’uso di materiali trasparenti e riflettenti amplifica la diffusione della
luce all’interno degli ambienti, trasformando la luminosità in un elemento
progettuale dinamico. Nella Natural Light Residence, le ampie vetrate e
l’eliminazione di elementi superflui valorizzano la luce naturale, creando un
dialogo armonioso tra interno ed esterno. Allo stesso modo, la luce naturale
interagisce con colori e texture, arricchendo gli spazi di sfumature mutevoli
nel corso della giornata. Nella Carrillo Residence, i giochi di luce e ombra
proiettati dalla vegetazione circostante aggiungono profondità e dinamismo
agli interni, trasformandoli in ambienti vivi e in continua evoluzione.

Design Biofilico e Benessere

Il design biofilico è un approccio alla progettazione che integra elementi
naturali negli spazi costruiti per favorire il benessere psicofisico degli
abitanti. Uno degli aspetti fondamentali di questa filosofia è l’uso
strategico della luce naturale, che non solo migliora la qualità della vita,
ma incide anche sull’impronta ecologica degli edifici. L’esposizione alla luce
solare contribuisce alla regolazione del ritmo circadiano, stimolando la
produzione di melatonina e favorendo la sintesi della vitamina D, elementi
essenziali per il benessere fisico e mentale. Inoltre, massimizzare
l’illuminazione naturale riduce la necessità di fonti artificiali, abbattendo
il consumo energetico e, di conseguenza, le emissioni di CO₂ legate alla
produzione di elettricità. Questo approccio, oltre a garantire ambienti più
salubri e confortevoli, rappresenta una strategia efficace per ridurre il
carbon footprint degli edifici, contribuendo alla sostenibilità ambientale su
larga scala.

Esempio emblematico: Villa Mairea di Alvar Aalto

Un esempio dell’uso magistrale della luce naturale in una villa di lusso è
Villa Mairea, progettata dall’architetto finlandese Alvar Aalto. In questa
residenza, la luce naturale è stata utilizzata per esaltare le qualità
architettoniche e ambientali dell’edificio, creando un equilibrio armonioso
tra spazi interni ed esterni. Aalto ha saputo sfruttare la luce solare per
modellare gli ambienti, garantendo un comfort visivo ottimale e un’esperienza
abitativa unica.

L’integrazione della luce naturale nelle ville di lusso non è solo una scelta
estetica, ma un principio progettuale che unisce sostenibilità, benessere ed
eleganza. Dall’orientamento alla scelta dei materiali, dalla tecnologia alla
progettazione biofilica, ogni dettaglio concorre a creare ambienti che non
solo appaiono straordinari, ma migliorano anche la qualità della vita di chi
li abita. Un’architettura ben concepita sfrutta il potenziale della luce
naturale per trasformare gli spazi in luoghi di armonia, comfort e bellezza
senza tempo.

Natural Light and Luxury Villas: Between Aesthetics and Well-being

Natural light is an essential element in architectural design, influencing
not only the aesthetics of living spaces but also the well-being of
occupants and the energy efficiency of buildings. The conscious integration
of natural light in architectural projects requires careful analysis of
orientation, material selection, spatial geometry, and the adoption of
innovative technologies. Studies show that well-lit environments naturally
enhance mood and productivity, making them ideal for residential spaces
where comfort is a priority. In high-end villa design, a generous budget
allows architects the freedom to implement solutions such as custom windows
and glass walls—options that are not accessible to everyone. However, some
design considerations remain relatively independent of budget: what truly
makes a difference is the care and passion with which the architect refines
every detail, creating spaces where light becomes the protagonist through
sophisticated and sensitively crafted solutions.

Orientation and Architectural Geometry

The orientation of a building and its geometry play a crucial role in
maximizing natural light. A prime example is Villa K (Paul de Ruiter
Architects), where its south-facing position and horizontal structure allow
optimal sunlight intake, reducing the need for artificial lighting. The
overhanging roof protects interiors from direct glare, while uninterrupted
glass facades create a seamless connection between indoor and outdoor
spaces.

Materials, Light, and Space: A Harmonious Dialogue

The use of transparent and reflective materials enhances the diffusion of
light within interiors, transforming brightness into a dynamic architectural
element. In the Natural Light Residence (Infinity Design), large glass walls
and the removal of unnecessary elements enhance natural light, fostering a
harmonious dialogue between indoor and outdoor spaces. Similarly, natural
light interacts with colors and textures, enriching interiors with
ever-changing shades throughout the day. In the Carrillo Residence, the
interplay of light and shadow cast by surrounding vegetation adds depth and
dynamism to interiors, making them vibrant and constantly evolving.

Biophilic Design and Well-being

Biophilic design is an architectural approach that integrates natural
elements into built spaces to promote physical and psychological well-being.
A key aspect of this philosophy is the strategic use of natural light, which
not only improves quality of life but also affects the ecological footprint
of buildings.

Iconic Example: Villa Mairea by Alvar Aalto

An outstanding example of masterful natural light use in a luxury villa is
Villa Mairea, designed by Finnish architect Alvar Aalto. In this residence,
natural light was employed to enhance the architectural and environmental
qualities of the building, creating a harmonious balance between indoor and
outdoor spaces.

The integration of natural light in luxury villas is not merely an
aesthetic choice but a design principle that combines sustainability,
well-being, and elegance. From orientation to material selection, from
technology to biophilic design, every detail contributes to creating spaces
that not only appear extraordinary but also enhance the quality of life for
those who inhabit them. Well-conceived architecture harnesses the power of
natural light to transform spaces into places of harmony, comfort, and
timeless beauty.

29 Marzo 2025 / / Coffee Break


Dal 28 al 30 marzo 2025, i Giardini della Landriana a Tor San Lorenzo (Roma)
ospiteranno la 29ª edizione della “Primavera alla Landriana”, una
mostra-mercato dedicata al giardinaggio.
Visitare la mostra mercato ai
Giardini della Landriana non è solo un’occasione per scoprire piante rare e
collezioni botaniche pregiate, ma anche un’opportunità unica per immergersi in
uno dei più straordinari giardini d’Italia, progettato da Russell Page.
Considerato uno dei maestri del garden design del Novecento ha realizzato
opere che uniscono geometria e armonia compositiva, influenzate dalla sua
formazione artistica alla Slade School di Londra.
La Landriana, aperta
al pubblico successivamente alla morte della marchesa (1997), rimane un
esempio del suo approccio, dove ogni “stanza” riflette la sinergia tra il suo
stile e la passione botanica di Lavinia Taverna.

L’intervento di Page ha organizzato il giardino in un sistema di “stanze
verdi” che si susseguono in un equilibrio tra geometria e spontaneità.

Il giardino si articola attraverso spazi distinti, ognuno con una
propria identità, dove la natura si esprime con eleganza e armonia. Tra le
aree più suggestive troviamo il Viale Bianco, un percorso scandito da
scalinate che accompagnano lo sguardo fino a un lago artificiale, simbolo
della perfetta fusione tra paesaggio e architettura. Il
Giardino degli Aranci, con la sua composizione formale di alberi di
arancio e sfere di bosso, incarna il dialogo tra ordine e bellezza naturale,
mentre la Valle delle Rose Antiche incanta con la delicatezza delle sue
fioriture storiche.

L’appuntamento con la mostra mercato diventa così un’occasione per cogliere
l’essenza del pensiero di Russell Page, che concepiva il giardino come
un’opera d’arte in cui la natura veniva orchestrata con sensibilità e
maestria.

Spring at Landriana 2025: A Journey Through Nature and Landscape Design

From March 28 to 30, 2025, the Giardini della Landriana in Tor San Lorenzo
(Rome) will host the 29th edition of “Spring at Landriana,” a garden fair
dedicated to horticulture.

Visiting the market exhibition at the
Giardini della Landriana is not only an opportunity to discover rare plants
and exquisite botanical collections but also a unique chance to immerse
oneself in one of Italy’s most extraordinary gardens, designed by Russell
Page. Considered one of the masters of 20th-century garden design, he
created works that blend geometry and compositional harmony, influenced by
his artistic training at the Slade School in London. Landriana, opened to
the public after the Marchioness’s passing (1997), remains an example of his
approach, where each “room” reflects the synergy between his style and
Lavinia Taverna’s botanical passion.

Page’s intervention
structured the garden into a system of “green rooms” that unfold in a
balance between geometry and spontaneity. The garden is arranged in distinct
spaces, each with its own identity, where nature expresses itself with
elegance and harmony. Among the most captivating areas is the
White Avenue, a path marked by stairways that lead the eye to an
artificial lake, symbolizing the perfect fusion of landscape and
architecture. The Orange Garden, with its formal composition of
orange trees and boxwood spheres, embodies the dialogue between order and
natural beauty, while the Valley of Ancient Roses enchants with the
delicacy of its historical blooms.

>The garden fair thus becomes an opportunity to experience Page’s vision
firsthand—where the garden is not just a place, but a living masterpiece
where nature and art intertwine harmoniously.

26 Marzo 2025 / / Coffee Break


Situata a Telchac Puerto, sulla costa settentrionale della penisola dello
Yucatán, Tunich House è un raffinato esempio di architettura
residenziale contemporanea che si fonde armoniosamente con il paesaggio
tropicale.
Progettata dallo studio Ápiron, questa villa fronte mare si
sviluppa su un lotto d’angolo di venti metri lineari affacciati sul Golfo del
Messico, sfruttando in modo strategico le condizioni ambientali per garantire
comfort, privacy e un rapporto privilegiato con il contesto naturale.

Una composizione volumetrica tra solidità e leggerezza

L’architettura della residenza è definita da un’abile combinazione di
materiali locali e geometrie pure. La facciata principale, rivolta verso la
strada, si presenta come una barriera compatta in pietra calcarea locale,
conferendo protezione e privacy agli spazi interni. Su questa solida base si
innesta un volume in cemento lucidato, caratterizzato da un’apertura schermata
da una grata “bajareque” in canne intrecciate, soluzione tradizionale
reinterpretata in chiave contemporanea.

In contrasto con la chiusura verso l’esterno, la facciata nord si apre
completamente verso l’oceano. Ampie vetrate scorrevoli dissolvono il confine
tra interno ed esterno, incorniciando viste spettacolari e favorendo la
ventilazione naturale, elemento fondamentale in un clima tropicale.

Spazi fluidi e matericità sofisticata

La distribuzione interna enfatizza la continuità tra ambienti sociali e
paesaggio. Il piano terra ospita la zona giorno, organizzata in uno spazio
fluido che integra soggiorno, cucina e sala da pranzo. Qui, il dialogo tra
materiali è protagonista: il cemento levigato incontra il calore del legno e
delle fibre naturali, mentre una palette cromatica neutra amplifica la
luminosità degli spazi. Al piano superiore si trovano tre camere da letto
private, concepite come rifugi intimi affacciati sul mare. L’uso di elementi
passivi, come i profondi aggetti e la disposizione strategica delle aperture,
ottimizza il comfort termico e riduce la necessità di climatizzazione
artificiale.

Un’architettura che valorizza il contesto

Tunich House è un manifesto dell’architettura sostenibile in un contesto
costiero. Attraverso l’uso consapevole di materiali locali, soluzioni
bioclimatiche e un design che favorisce l’interazione con il paesaggio, il
progetto di Ápiron dimostra come sia possibile coniugare estetica,
funzionalità e rispetto per l’ambiente.

Tunich House: a dialogue between architecture and coastal landscape


Located in Telchac Puerto, on the northern coast of the Yucatán Peninsula,
Tunich House is a refined example of contemporary residential architecture
that harmoniously blends with the tropical landscape. Designed by Ápiron
studio, this beachfront villa unfolds on a corner lot with twenty linear
meters facing the Gulf of Mexico, strategically leveraging environmental
conditions to ensure comfort, privacy, and a privileged relationship with
the natural surroundings.

A volumetric composition between solidity and lightness

The residence’s architecture is defined by a skillful combination of local
materials and pure geometries. The main façade, facing the street, presents
itself as a solid limestone barrier, providing protection and privacy to the
interiors. On this robust base, a polished concrete volume emerges,
featuring an opening screened by a “bajareque” lattice of woven reeds—a
traditional element reinterpreted in a contemporary key.

In contrast to its enclosed street-facing side, the northern façade opens
entirely to the ocean. Expansive sliding glass doors dissolve the boundary
between interior and exterior, framing spectacular views while promoting
natural ventilation—an essential feature in a tropical climate.

Fluid spaces and refined materiality

The internal layout emphasizes continuity between social spaces and the
surrounding landscape. The ground floor hosts the living area, arranged as a
fluid environment integrating the living room, kitchen, and dining space.
Here, the interplay of materials takes center stage: polished concrete meets
the warmth of wood and natural fibers, while a neutral color palette
enhances spatial brightness.

The upper floor accommodates three private bedrooms, designed as intimate
retreats overlooking the sea. The use of passive design strategies, such as
deep overhangs and strategically placed openings, optimizes thermal comfort
and minimizes the need for artificial cooling.

An architecture that enhances its context

Tunich House is a statement of sustainable architecture in a coastal
setting. Through the conscious use of local materials, bioclimatic
solutions, and a design that fosters engagement with the landscape, Ápiron’s
project demonstrates how aesthetics, functionality, and environmental
respect can seamlessly coexist.

Immagini VIA

20 Gennaio 2025 / / Coffee Break

A Mont-de-l’Enclus, in Belgio, dove la natura regna sovrana e il paesaggio si
estende all’infinito, sorge quella che gli architetti di Studio Okami Architects
hanno definito “Invisible House”.
Completata nel 2019, questa villa di 273
mq rappresenta un interessante esempio di integrazione architettonica nel
paesaggio naturale.
Costruita utilizzando cemento a vista e mattoni
locali, si mimetizza perfettamente nel contesto circostante.

La Visione e il progetto architettonico

La storia di questa casa comincia con un cliente che, acquistato un appezzamento
di terreno isolato su una collina, desiderava una dimora che sfuggisse alle
rigide regole edilizie locali: tetto spiovente, finestre standard uso dei
mattoni tradizionali. L’obiettivo era creare uno spazio dove godere e massima
apertura verso il paesaggio e godere della vista dell’alba.

La risposta architettonica a questo brief è stata coraggiosa:
il terreno
inclinato è stato utilizzato per nascondere la costruzione, gli architetti
riportano che sono occorsi due anni di negoziazioni con la municipalità per
ottenere l’approvazione superando i vincoli delle rigide normative edilizie e
riuscendo a realizzare un sogno: una villa di 270 mq su un unico piano,
completamente integrata nel paesaggio.

Spazi Interni ed Esterni

La zona giorno si sviluppa in un open space dove enormi vetrate dal pavimento al
soffitto incorniciano il panorama, trasformandolo in un quadro vivente.
Un patio centrale garantisce luce naturale e ventilazione alle camere da letto,
che si aprono su questo spazio protetto.

All’esterno una serie di colonne scandisce il ritmo della facciata,
creando un dialogo tra architettura e natura.

Invisible House è un bell’esempio di come l’architettura sa trasformare vincoli
in opportunità per dare vita a spazi che rispecchiano con sensibilità e
creatività le esigenze di chi la abita, rispettando e valorizzando il contesto
naturale in cui si inserisce.

The Invisible House in Belgium

In Mont-de-l’Enclus, Belgium, where nature reigns supreme and the landscape
stretches endlessly, stands what the architects of Studio Okami Architects
have called the “Invisible House.” Completed in 2019, this 273-square-meter
villa is an interesting example of architectural integration into the natural
landscape.

Built using exposed concrete and local bricks, it perfectly blends into the
surrounding environment.

The Vision and Architectural Project

The story of this house begins with a client who, after purchasing a remote
plot of land on a hill, desired a dwelling that would escape the strict local
building regulations: a sloping roof, standard windows, and the use of
traditional bricks. The goal was to create a space that embraced the
landscape, offering maximum openness and enjoying the sunrise view.

The architectural response to this brief was bold: the sloping land was used
to conceal the building. The architects report that it took two years of
negotiations with the municipality to gain approval, overcoming the
constraints of rigid building regulations and realizing a dream: a
270-square-meter villa on a single floor, fully integrated into the landscape.

Interior and Exterior Spaces

The living area develops in an open space, where enormous floor-to-ceiling
windows frame the panorama, turning it into a living picture. A central patio
ensures natural light and ventilation for the bedrooms, which open into this
protected space. On the outside, a series of columns marks the rhythm of the
façade, creating a dialogue between architecture and nature.

Invisible House is a beautiful example of how architecture can transform
constraints into opportunities, giving life to spaces that reflect the needs
of its inhabitants with sensitivity and creativity, while respecting and
enhancing the natural context in which it is situated.

VIA

20 Gennaio 2025 / / Coffee Break

Un altro grande monumento all’audacia strutturale è stato perso nelle fiamme. La
Casa di Robert Bridges, situata sopra Sunset Boulevard a Los Angeles, è stata
distrutta dagli incendi che hanno devastato la zona di Rustic Canyon. Questa villa iconica, progettata e costruita dallo stesso Bridges,
era un esempio di architettura brutalista, audace e innovativa.

La casa, sollevata su enormi pilastri di cemento e rivestita in legno di
sequoia, sembrava sfidare la gravità, come se appartenesse a un’altra epoca o a
un altro mondo. I suoi interni, con soffitti in cemento a vista e arredi
progettati dallo stesso architetto, raccontavano di una visione futuristica e
quasi imperiosa nella sua espressione estetica. Per anni, la casa è stata un
faro di originalità in una città che celebra l’eccentricità e l’innovazione.

La sua distruzione lascia un vuoto non solo fisico, ma anche emotivo, nel cuore
della comunità architettonica. Il monumento all’ingegnosità di Bridges è andato
perduto, ma il suo spirito continua a ispirare chi ama la bellezza
dell’architettura che sfida le convenzioni e le leggi della gravità.

>

A Lost Landmark: Robert Bridges’ House Destroyed in the Flame

Another great monument to structural audacity has been lost to the flames. Robert Bridges’ House, perched above Sunset Boulevard in Los Angeles, was destroyed by the wildfires that ravaged the Rustic Canyon area. This iconic villa, designed and built by Bridges himself, was a perfect example of bold and innovative brutalist architecture.

The house, raised on massive concrete pillars and clad in redwood, seemed to defy gravity, as if it belonged to another time or world. Its interiors, with exposed concrete ceilings and furnishings designed by the architect, told of a futuristic vision that was almost imperious in its aesthetic expression. For years, the house stood as a beacon of originality in a city that celebrates eccentricity and innovation.

Its destruction leaves not just a physical void but also an emotional one, in the heart of both the architectural community. The monument to Bridges’ ingenuity is lost, but his spirit continues to inspire those who appreciate the beauty of architecture that challenges conventions and the laws of gravity.

20 Gennaio 2025 / / Coffee Break

È con profondo dispiacere che apprendiamo della distruzione della Keeler House,
uno dei capolavori dell’architetto Ray Kappe, a causa degli incendi in
California tutt’ora in corso. Questa perdita rappresenta un duro colpo per il
patrimonio architettonico contemporaneo, privandoci di un’opera che incarnava
l’innovazione e la visione di Kappe.

Los Angeles, per oltre un secolo, ha rappresentato uno straordinario laboratorio
di architettura residenziale. Sulle colline recentemente devastate dagli
incendi, erano state costruite abitazioni frutto di grandi intuizioni, talento e
originalità. Purtroppo, molti di questi edifici sono ora ridotti in cenere, e
un’eredità storica è scomparsa nel giro di poche ore.

Una delle perdite più dolorose è stata la Keeler House di Ray Kappe, fondatore
dell’avanguardista Southern California Institute of Architecture. Costruita nel
1991 a sbalzo su una collina affacciata sull’oceano, l’edificio era considerato
una delle opere più creative realizzate a Los Angeles, con le sue grandi
terrazze sfalsate e le travi di sequoia che al tatto sembravano di seta.

La residenza di circa 385 metri quadrati si sviluppava su più livelli,
integrandosi armoniosamente con il pendio collinare su cui era situata.

Kappe era noto per la sua capacità di combinare elementi naturali con
design modernisti, creando spazi abitativi in dialogo con l’ambiente
circostante.
La Keeler House ne era una testimonianza significativa, con
ampie vetrate che offrivano viste panoramiche e interni che riflettevano una
meticolosa attenzione ai dettagli.

La scomparsa della Keeler House ci ricorda l’importanza di proteggere e
preservare le opere architettoniche di rilievo, specialmente in aree soggette a
disastri naturali come gli incendi che sempre più frequentemente colpiscono la
California. La comunità architettonica e gli appassionati di design piangono la
perdita di una struttura che rappresentava un punto di riferimento
nell’architettura contemporanea.

The Loss of the Keeler House: A Mourning for Contemporary Architecture

It is with profound sadness that we learn of the destruction of the Keeler
House, one of architect Ray Kappe’s masterpieces, caused by the recent
wildfires in California. This loss represents a significant blow to
contemporary architectural heritage, depriving us of a work that embodied
Kappe’s innovation and vision.

For over a century, Los Angeles has been an extraordinary laboratory for
residential architecture. On the hills recently devastated by the fires, homes
were built that reflected great intuition, talent, and originality.
Tragically, many of these buildings have now been reduced to ashes, erasing a
historical legacy in a matter of hours.

One of the most painful losses was the Keeler House, designed by Ray Kappe,
founder of the avant-garde Southern California Institute of Architecture.
Built in 1991, cantilevered on a hillside overlooking the ocean, the structure
was considered one of the most creative works ever realized in Los Angeles,
with its staggered terraces and redwood beams that felt like silk to the
touch.

The residence, measuring approximately 4,142 square feet (about 385 square
meters), spanned multiple levels, harmoniously integrating into the sloping
terrain on which it was situated. Kappe was renowned for his ability to blend
natural elements with modernist designs, creating living spaces that dialogued
seamlessly with their surroundings.
The Keeler House was a significant
testament to this approach, featuring expansive glass windows offering
panoramic views and interiors marked by meticulous attention to detail.

The disappearance of the Keeler House reminds us of the importance of
protecting and preserving significant architectural works, especially in areas
prone to natural disasters like the increasingly frequent wildfires in
California.
The architectural community and design enthusiasts mourn the
loss of a structure that stood as a beacon of contemporary architecture.

12 Dicembre 2024 / / Coffee Break

Ogni anno, il Pantone Color Institute cattura il mood collettivo
attraverso la scelta del Color of the Year, una tonalità che ispira creativi in
diversi settori, dalla moda al design d’interni, dalla tecnologia al beauty. Per
il 2025, il protagonista è Mocha Mousse, un marrone morbido e avvolgente che
richiama il calore del cacao, del cioccolato e del caffè.

Questa tonalità rappresenta un ritorno alla calma e all’autenticità, evocando
intimità ed eleganza. Mocha Mousse si presta a molteplici interpretazioni nel
design, adattandosi perfettamente sia agli stili minimalisti che a quelli più
ricchi di dettagli.

Descritta come sofisticata e accogliente, questa nuance incarna il desiderio
collettivo di ritrovare equilibrio e benessere. Laurie Pressman, vicepresidente
del Pantone Color Institute, spiega:

Questo colore soddisfa il nostro bisogno di comfort e indulgenza, creando
momenti di piacere che possiamo condividere.

Mocha Mousse amplia inoltre la percezione del marrone, trasformandolo da umile
e radicato a lussuoso e aspirazionale. Leatrice Eiseman, direttrice del
Pantone Color Institute, lo definisce un lusso silenzioso, una tonalità che
“sussurra invece di urlare”, perfetta per esprimere stabilità e
radicamento in un periodo di incertezza globale.

Mocha Mousse nel Design

Nel design d’interni, il marrone si rivela una base versatile, ideale per
creare ambienti caldi e accoglienti. Ecco alcune idee per sfruttare al meglio
questa tonalità:

  • Pareti e finiture: dona calore senza appesantire gli spazi;
  • Arredi e accessori: si abbina perfettamente a materiali naturali come
    legno, pelle e tessuti morbidi;
  • Palette cromatiche: esalta combinazioni eleganti con tonalità crema,
    caramello, pesca o verde salvia.

Abbinamenti

  • Mocha Mousse con Beige Luxor e/o Bianco Conchiglia per creare un’atmosfera
    sofisticata ed elegante, una combinazione perfetta per case vacanze
    immerse nella serenità del mare o della montagna;
  • Mocha Mousse abbinata a tonalità pastello di Blu Fiordaliso o Rosa Antico
    per un effetto rilassante e armonioso, ideale per camere da letto o
    soggiorni eleganti;
  • Mocha Mousse in combinazione con toni scuri o metallici per un risultato
    di grande impatto;
  • Mocha Mousse in combinazione con elementi in Rattan, paglia di Vienna,
    legni chiari, velluti e tessuti naturali come il lino amplifica il senso
    di calore e autenticità.

Noi di Cafelab Architetti amiamo lavorare con tonalità che evocano il calore
della terra e la bellezza naturale. Da sempre, nuance come Mocha Mousse
caratterizzano i nostri progetti, trasformando ogni spazio in un ambiente
accogliente e sofisticato.

Questo marrone caldo si adatta a contesti diversi, dal minimalismo
contemporaneo allo stile rustico ed elegante. Che si tratti di un living
accogliente o di uno spazio lavorativo raffinato, Mocha Mousse si integra
perfettamente con le nostre visioni progettuali, valorizzando materiali
naturali e texture ricche.

 

Un Colore che Invita alla Connessione

Mocha Mousse non è solo un colore, ma un simbolo del desiderio di connessione
e armonia. Se questa tonalità vi ispira e desiderate darle spazio nei vostri
ambienti, contattateci: insieme trasformeremo il vostro spazio in un’oasi di
comfort e raffinatezza.

25 Novembre 2024 / / Coffee Break

Oggi vogliamo condividere con voi un progetto rimasto per qualche tempo nel
cassetto, ma che ci sta particolarmente a cuore: la proposta di cafelab
architetti per il concorso
“Programma di valorizzazione patrimoniale del complesso di Santa Maria della
Pietà”
. Promosso su proposta dell’Assessore alle Politiche del Bilancio, Patrimonio e
Demanio del Comune di Roma.

Il progetto si concentra sul recupero e la riqualificazione del Padiglione 28,
uno dei più grandi del complesso, per trasformarlo in una nuova sede per la
Scuola di Danza Balletto di Roma, con ambienti dedicati a sale danza, spogliatoi, foresteria e spazi
polifunzionali per eventi e attività culturali, recuperando l’identità unitaria,
frammentata dalle molteplici modifiche e offrendo una nuova fruibilità
contemporanea nel rispetto della storia architettonica e funzionale del
padiglione.

Breve storia del manicomio

Il Manicomio di Santa Maria della Pietà fu progettato e realizzato tra il 1910 e
il 1924 da Edgardo Negri, Silvio Chiera e Saverio Guidi, con la collaborazione
dell’ingegnere Chiera per le strutture in cemento armato.
L’ospedale fu costruito su una collina, vicino alla via Trionfale e concepito
come un sistema aperto di edifici disposti su un percorso anulare, integrato nel
paesaggio circostante come un complesso a villaggio, con annessa colonia
agricola facendo sì che, come dichiarato dagli stessi progettisti, si allontani
“sempre più per i poveri reclusi l’idea del reclusorio”.
Ogni padiglione, indipendente dagli altri, ospitava diversi servizi, favorendo
l’autosufficienza dei malati. Nel 1937 la struttura accoglieva circa 2300
pazienti. Dopo la legge 431/1969 e la Riforma Basaglia del 1978, il manicomio fu
progressivamente chiuso, con l’ultimo paziente dimesso nel 1999.
Oggi, parte degli edifici ospita uffici e associazioni e la zona è tutelata
come bene culturale.


immagine da ArchiDIAP

Analisi e Strategia Progettuale

Costruito tra il 1910 e il 1924 come parte di un manicomio a villaggio,
il Padiglione 28 si distingue per la sua sobria architettura e la presenza di un
cortile interno. Tuttavia, le trasformazioni subite nel tempo ne hanno
frammentato gli spazi, compromettendo l’identità originaria dell’edificio. Il
nostro intervento mira a restituire leggibilità e coerenza al volume, mantenendo
al minimo le modifiche alle strutture esistenti.

La nuova funzione del Padiglione 28

L’edificio si sviluppa attorno a un salone centrale a doppia altezza e a un cortile interno, elementi chiave del progetto.

Il salone a doppia altezza viene recuperato nella sua vocazione aggregativa e diventa il fulcro dei flussi distributivi:
uno spazio polifunzionale destinato, a seconda delle necessità, a sala danza per saggi e spettacoli, spazio per esposizioni artistiche, convegni ed eventi culturali.

Su questo salone si affacciano due ingressi principali: uno collega le attività quotidiane della Scuola di Danza del Balletto di Roma, i cui uffici e sale danza si articolano ad anello attorno allo spazio, mentre l’altro conduce al foyer, dotato di un’area accoglienza con caffetteria.

Sul terzo lato, il salone si apre verso il cortile interno, uno spazio flessibile pensato per collegarsi alle terrazze panoramiche concepite come luoghi di relax per la cittadinanza.

Gli ambienti interni, distribuiti su tre livelli, si conformano alla struttura esistente attraverso interventi minimi e reversibili.
Al primo piano si trovano le sale di danza e una foresteria, servita dagli ascensori esistenti, mentre il piano seminterrato ospita gli spogliatoi, un’area benessere e un ristorante ricavato negli spazi dell’ex centrale termica.

Interventi Architettonici e Tecnici

Il progetto si basa su interventi leggeri e reversibili, privilegiando la
conservazione delle strutture originarie:

  • Conservazione storica delle facciate esterne e degli elementi
    decorativi, basato su analisi diagnostiche approfondite per preservare i
    materiali originali e demolizioni limitate per adattare gli spazi interni
    alle nuove funzioni senza alterare le murature portanti.
  • Sostenibilità: con soluzioni tecnologiche non invasive e
    l’integrazione di sistemi di illuminazione e climatizzazione a basso impatto
    ambientale. Il progetto include pannelli fotovoltaici per la produzione di
    energia e un sistema per il recupero delle acque piovane.
  • Accessibilità: un’attenzione particolare è stata dedicata
    all’accessibilità, con percorsi privi di barriere architettoniche  e i
    flussi di utenti studiati per evitare interferenze tra le diverse attività.

Un nuovo futuro per il Padiglione 28

Con questa proposta, il Padiglione 28 è restituito alla comunità come fulcro
culturale e sociale, integrato armoniosamente nel Parco di Santa Maria della
Pietà, preservando la memoria storica e valorizzandola per le generazioni
future.

Maggiorni informazioni? Visita il nostro sito web

29 Ottobre 2024 / / Coffee Break

A distanza di qualche mese torniamo con gli aggiornamenti nel racconto della costruzione di Casa LCJN. Siamo finalmente arrivati alla fase del rivestimento delle superfici esterne, per cui abbiamo scelto di utilizzare ceramica in grande formato a basso spessore. Questo materiale rappresenta una soluzione ideale sia per l’estetica che per le prestazioni, rispondendo perfettamente alle esigenze di pulizia formale del progetto architettonico.

Questa tipologia di ceramica ha due caratteristiche principali: il grande formato, che può arrivare fino a 3 metri di altezza con una larghezza anche superiore al metro, e lo spessore ridotto, generalmente compreso tra 3 e 6 mm. È un materiale particolarmente resistente alle intemperie e offre eccellenti prestazioni in termini di resistenza ai graffi, ai raggi UV e all’umidità, garantendo una finitura durevole che manterrà inalterate le sue caratteristiche nel tempo con una manutenzione minima. Questa ceramica risulta perfetta per affrontare condizioni climatiche variabili e, grazie alle sue proprietà isolanti, contribuisce a proteggere gli spazi interni dal surriscaldamento estivo, aumentando il comfort abitativo e riducendo la necessità di raffrescamento artificiale.

Dal punto di vista estetico, il grande formato permette di ottenere superfici omogenee con un numero ridotto di fughe, creando un effetto visivo continuo e armonioso, ideale per lo stile essenziale e moderno della villa.

Per il rivestimento esterno, abbiamo voluto conferire una gerarchia cromatica ai volumi architettonici utilizzando una combinazione di due diverse finiture di Kerlite Cotto d’Este: un colore grigio cemento chiaro e una finitura effetto Cortén. Questo contrasto cromatico consente di leggere la costruzione come un insieme di elementi visivi ben distinti e ordinati, rafforzando l’orizzontalità della struttura e sottolineando il disegno lineare del tetto ventilato e della grondaia integrata. Grazie a questa soluzione, l’intera composizione acquisisce maggiore profondità e dinamismo.

LCJN House 8: The Exterior Cladding

After a few months, we’re back with updates on the construction of Villa LCJN. We’ve finally reached the stage of cladding the exterior surfaces, for which we chose to use large-format, thin ceramic tiles. This material is an ideal solution for both aesthetics and performance, perfectly meeting the requirements for formal cleanliness in the architectural design.

This type of ceramic has two main characteristics: the large format, which can reach up to 3 meters in height with a width greater than one meter, and the reduced thickness, generally between 3 and 6 mm. It is especially resistant to weather and provides excellent scratch resistance, UV protection, and humidity resistance, ensuring a durable finish that will retain its characteristics over time with minimal maintenance. This ceramic is also perfect for withstanding variable climatic conditions and, thanks to its insulating properties, helps to protect interior spaces from summer overheating, enhancing indoor comfort and reducing the need for artificial cooling.

From an aesthetic perspective, the large format allows for homogeneous surfaces with fewer joints, creating a continuous and harmonious visual effect that is ideal for the villa’s essential and modern style.

For the exterior cladding, we wanted to create a color hierarchy among the architectural volumes by using a combination of two different Kerlite Cotto d’Este finishes: a light concrete gray and a corten-effect finish. This chromatic contrast allows the construction to be perceived as a set of distinct and organized visual elements, emphasizing the horizontal lines of the structure and highlighting the linear design of the ventilated roof and integrated guttering. Thanks to this solution, the entire composition gains greater depth and dynamism.

29 Marzo 2024 / / Coffee Break

Oggi vi proponiamo uno degli ultimi progetti del nostro studio di architettura, Cafelab Architetti, una casa privata di
architettura mediterranea, uno stile che incarna l’eredità di bellezza e
tradizione legate al territorio, all’uso sapiente di materiali naturali e alla
gestione della luce naturale.

Le dimensioni contenute del lotto ci hanno vincolato in una forma semplice,
articolata in due volumi distinti di altezza e materiali differenti: intonaco
bianco per la zona giorno e pietra vista per le camere più private.

Nonostante le dimensioni del terreno limitate siamo riusciti a ottimizzare
l’esposizione e l’orientamento della casa. Aperture ampie e luminose accolgono
generosamente la luce solare, creando un’atmosfera accogliente e calda in ogni
ambiente e dissolvendo i confini tra interno ed esterno.
Per mitigare l’intensità del sole mediterraneo, abbiamo integrato portici e
pergolati che offrono ombra e un rifugio piacevole durante le ore più calde
della giornata.

I due volumi hanno differenti altezze e sistemi di copertura: la zona notte ha
una copertura a tetto giardino estensivo a bassa manutenzione, che contribuisce
a isolare termicamente gli ambienti; mentre per la zona giorno abbiamo previsto
un tetto a quattro falde, con cui abbiamo ottenuto ambienti interni più alti ed
è ideale per l’installazione di pannelli solari. rendendo la casa
energeticamente autonoma.

La casa è circondata da un piccolo giardino sassoso, con piante che richiedono
poca acqua e manutenzione, come cactus e piante succulente.

DT House Project: The Charm of Mediterranean Style

Today, we present one of our latest projects, a private house with Mediterranean architecture, a style that embodies the heritage of beauty and tradition associated with the region, the skillful use of natural materials, and the management of natural light.

The limited size of the plot constrained us to create a simple form, articulated into two distinct volumes of varying heights and different materials: white plaster for the living area and exposed stone for the more private rooms.

Despite the limited size of the plot, we managed to optimize the exposure and orientation of the house. Wide and bright openings generously welcome sunlight, creating a warm and inviting atmosphere in every space while blurring the boundaries between the interior and exterior. To mitigate the intensity of the Mediterranean sun, we integrated porches and pergolas that provide shade and a pleasant retreat during the hottest hours of the day.

The two volumes have different heights and roofing systems: the sleeping area features a low-maintenance extensive green roof, which contributes to thermal insulation, while for the living area, we designed a four-pitched roof that provides higher ceilings and is ideal for solar panel installation, making the house energy self-sufficient.

The house is surrounded by a small rocky garden, adorned with plants that require minimal water and maintenance, such as cacti and succulents.