Le soluzioni filo muro, o raso muro, consentono di ottenere spazi più essenziali e più puliti dal punto di vista visivo. Si tratta, infatti, di elementi a scomparsa che non sporgono rispetto al filo della parete e in grado di “mimetizzarsi” con essa, apparendo solitamente come dei tagli lineari nel muro.
Sistema RasoParete
Sempre più diffuse sono le porte a battente filo muro e tante sono ormai le aziende che le producono. Si contraddistinguono per essere prive di stipiti e cornici, e per avere cerniere invisibili. Avendo uno spessore inferiore a quello della parete, ovviamente risultano a filo soltanto su uno dei due lati. Occorre quindi decidere in anticipo dove si vuole la complanarità.
Porta filomuro.it
Per un effetto ancora di più a scomparsa, scegliete la stessa finitura del muro, che sia pittura, carta da parati o legno.
Porta GarofoliPorta Garofoli
Esistono inoltre porte filo muro a tutta altezza, che appaiono come un’intera fascia sulla parete.
Porta Garofoli
Altri sistemi a scomparsa
Soluzioni filo muro molto funzionali sono relative alle armadiature. Si possono realizzare ante per nascondere ripostigli, guardaroba o elettrodomestici, o semplici sportelli. Sono ideali anche per sfruttare lo spazio di un sottoscala aperto.
Sistema RasoParete
Sistema RasoParete
Altro elemento che potrebbe completamente sparire nella parete è il battiscopa che, rispetto a quello tradizionale, consente di avvicinare i mobili al muro senza lasciare spazi vuoti. Bianco, con la finitura in legno o alluminio, potete anche trovarli con LED integrati, che faranno da guida luminosa. L’effetto finale è caratterizzato da una linea che definisce il battiscopa quando i LED sono spenti.
Battiscopa Eclisse
Battiscopa luminoso Ermetika
Battiscopa luminoso Profilpas
Battiscopa luminoso Profilpas
Soluzione a scomparsa particolare è quella degli interruttori della luce. Esistono infatti placche in scatole totalmente incassate e integrate nella parete. Trovate anche modelli touch in cui i comandia tocco o sfioramento sono nascosti da una placca in cristallo e hanno una spia che rimane accesa per essere visibile anche al buio.
Interruttori touch Ave
Interruttori touch Ave
Soluzioni filo muro più tecniche
Questo tipo di soluzioni a scomparsa sono utili soprattutto per nascondere dalla vista qualcosa di non esteticamente bello, come gli impianti o i vani tecnici.
Ad esempio, esistono particolari pannelli di chiusura per coprire in modo molto moderno ed essenziale scatole di derivazione o cavi elettrici.
Sistema RasoParete
Sistema RasoParete
Oppure delle ante con bocche di aerazione dietro alle quali si celano termoconvettori.
Sistema RasoPareteSistema RasoParete
O ancora, si può realizzare l’apertura di accesso a un controsoffitto contenitore mediante botole, che possono essere collocate sia sul piano orizzontale che sullo spessore verticale.
Sistema RasoParete
Sistema RasoParete
Esistono infine dei sistemi a scomparsa per tende a rullo. Questo meccanismo va incassato in un controsoffitto in cartongesso e consente di arrotolare il telo al suo interno, nascondendolo, ed è azionabile anche a distanza.
Sistema RasoParete
Questi erano soltanto alcuni tipi di soluzioni filo muro di design. In commercio esistono le più svariate per soddisfare ogni gusto!
Se desiderate una progettazione minimalista per la vostra casa, consultate il sito https://zeumadesign.com.
A Cetara, sulla costiera amalfitana, lo studio del designer Ernesto Fusco ha rinnovato una casa con un progetto caratterizzato dal dialogo tra tradizione e modernità.
Nell’antico borgo marinaro di Cetara, sulla costiera amalfitana, il designer Ernesto Fusco ha realizzato un progetto di ristrutturazione basato sul dialogo tra la tradizione locale e lo stile moderno.
Il nuovo taglio dell’appartamento è decisamente contemporaneo, con i nuovi spazi completamente aperti verso la vista sul mare e l’involucro bianco e minimalista. Tuttavia, gli accenti decorativi si ispirano ai colori e ai profumi locali, nell’intento di cogliere lo spirito magico e romantico del luogo.
Le ceramiche amalfitane protagoniste
In questa casa sulla costiera amalfitana, la tradizione locale rivive nelle ceramiche vietresi, che rivestono parte dei soffitti, in un gioco che mira a sovvertire le regole e che crea uno scorcio inaspettato. Le “riggiole” vietresi vanno a formare un cielo di ceramica da ammirare comodamente seduti sui soffici sofà, mentre il pavimento a listoni di rovere richiama atmosfere settentrionali e borghesi.
Le ceramiche amalfitane diventano protagoniste in cucina, dove, oltre a rivestire il paraschizzi, occupano un’intera parete. Il contrasto con l’arredo di gusto contemporaneo, caratterizzato da linee rigorose e superfici in legno o laccate in bianco, caratterizza tutta la zona living.
Radiatori di design by Tubes
L’appartamento è composto da un ingresso, una zona living affacciata sul mare e con cucina a vista, una camera padronale e una per gli ospiti, la zona servizi con bagni e lavanderia. Al piano superiore si trova una splendida terrazza arredata e attrezzata con cucina all’aperto, rivestita in teak come il ponte di una nave.
In questa casa spiccano i radiatori di design, utilizzati come pezzi d’arredo e capaci di celare la loro funzione. Il marchio scelto dall’architetto è Tubes, un’azienda italiana tra le eccellenze del made in Italy.
In soggiorno troneggiano, come delle sculture, i radiatori della linea Milano, disegnata da Antonia Astori e Nicola de Ponti, mentre nel bagno della zona living si inseriscono perfettamente i radiatori a parete della collezione TBT, disegnata da Ludovica+Roberto Palomba.
In camera da letto e cucina il progettista ha scelto il radiatore Soho, sempre di Ludovica+Roberto Palomba, dal design essenziale e rigoroso.
Ultima chiamata per l’iscrizione al prestigioso premio di design A’ Design Awards & Competition. Se siete interessati, avete tempo fino al prossimo 28 febbraio.
Ultimi giorni per iscriversi al prestigioso premio di design A’ Design Awards & Competition.
La data fissata per la chiusura delle iscrizioni è infatti il prossimo 28 febbraio.
Iscriversi è semplice, basta cliccare su questo link:
Perché è importante partecipare al A’ Design Awards & Competition
A’ Design Awards & Competition è uno dei più prestigiosi premi internazionali di design. Organizzato da OMC Design Studios SRL, membro di ADI e ICSID, con sede a Como, è stato istituito con lo scopo di mettere in evidenza i migliori designer e promuovere i migliori progetti.
Il concorso rappresenta un trampolino di lancio straordinario per i designer emergenti, mentre i professionisti già noti possono riconfermare il loro talento.
I vantaggi che derivano dall’iscrizione al premio sono molteplici, e comprendono:
consulenza gratuita per ottimizzare la presentazione del progetto
download gratuito delle risorse
certificato di partecipazione
inclusione nel BuySellDesign Network
certificazione della paternità dell’opera presentata
accesso al Design Business Calculator
accesso a efficaci strumenti di PR per promuoversi.
I vantaggi esclusivi per i vincitori
I vincitori, inoltre, riceveranno un kit di promozione che comprende il trofeo in metallo stampato in 3D, l’annuario in versione digitale e cartacea, il certificato di eccellenza del design, un manuale che spiega passo passo come sfruttare il premio per promuoversi e un invito per due persone alla serata di gala conclusiva.
Sempre per i vincitori, è prevista la partecipazione gratuita alla mostra, sia on line che nella sede prescelta sul territorio italiano. Tra i vantaggi ci sono anche una serie di servizi forniti dall’organizzazione, come:
inserzione gratuita al SaloneDelDesigner
utilizzo gratuito dei servizi di DesignMediator
inclusione nel BuySellDesign Network
abbonamento gratuito a listof.net
quotazione gratuita al DesignMegaStore
accesso al Design Business Calculator
pubblicazione garantita attraverso IDNNN e DXGN Networks a più di 100+ riviste tra cui Design Interviews & DM Design Magazine
preparazione e distribuzione di comunicati stampa attraverso DesignPRWire
pubblicità e visibilità attraverso la comunicazione DesignMedia
Direi che vale la pena di provare a partecipare, visti i numerosi servizi di cui potrete usufruire, indipendentemente dal risultato finale.
Ma dovete affrettarvi, il termine scade tra pochi giorni, il 28 febbraio 2021.
I vincitori delle edizioni precedenti del concorso A’ Design Awards & Competition
Ecco una selezione di alcuni vincitori delle edizioni precedenti:
The Square Housing Units by Mohamed Yasser Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Architecture, Building and Structure DesignImages of Zen Mood by Francisco Eduardo Sa and Felipe Savassi Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Architecture, Building and Structure DesignEN Skincare Salon and Store by Yusuke Kinoshita Platinum A’ Design Awards 2020 Categoria Interior Space and Exhibition DesignPolyot Restaurant by Julien Albertini and Alina Pimkina Platinum A’ Design Awards 2020 Categoria Interior Space and Exhibition DesignThe Unconventional Waltz Sales Center by Chao Yen Chen Gold A’ Design Awards 2020 Categoria Interior Space and Exhibition DesignDry Salon Commercial Space by Tim Chen Gold A’ Design Awards 2020 Categoria Interior Space and Exhibition DesignNoble Energy Israel Offices Offices by Michael Setter Gold A’ Design Awards 2020 Categoria Interior Space and Exhibition DesignImages of Nina & Beni by Andres Marino Maza Gold A’ Design Awards 2020 Categoria Furniture, Decorative Items and Homeware DesignPara Public Outdoor Garden Chair by Mian Wei Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Furniture, Decorative Items and Homeware DesignSuite Stool Mutifunctional Stool by Yulong Zhang Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Furniture, Decorative Items and Homeware DesignAugusta Dining Table by Miles J Rice Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Furniture, Decorative Items and Homeware DesignRobot Door Handle by Davide Diliberto Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Furniture Accessories, Hardware and MaterialsIris Lamp by Max Kampa Silver A’ Design Awards 2020 Categoria Lighting Products and Lighting Projects DesignSuperegg Sculpture Installation by Jaco Roeloffs Platinum A’ Design Award 2020 Categoria Arts, Crafts and Ready-Made DesignBubble Forest Public Sculpture by Mirek Struzik Platinum A’ Design Award 2020 Categoria Arts, Crafts and Ready-Made DesignBionyalux Skin Care Package by 33 and Branding Co., Ltd. Platinum A’ Design Award 2020 Categoria Packaging DesignHailuo In-Ear Headphone by Xiaomi Gold A’ Design Award 2020 Categoria Packaging Design
Gli oggetti iconici sono quei manufatti che anticipano i tempi, diventano un modello e cambiano la storia del design. Ecco una selezione di oggetti che esprimono i valori odierni secondo Homi.
Umage, lampada a sospensione Cassini
Il design e l’artigianalità rappresentano un patrimonio di savoir faire e di conoscenze che, una volta tradotti in una forma concreta, si trasformano in oggetti capaci di rimanere unici nel tempo. E’ questa caratteristica che trasforma un oggetto in un’icona. Homi ha selezionato una serie di oggetti iconici che esprimono i valori odierni, incarnando un nuovo stile di vita. Manco a dirlo, i valori che caratterizzano le aziende prescelte sono la sostenibilità e il rispetto per il pianeta. Ma prima scopriamo le icone storiche, sempre secondo Homi.
Homi, il Salone degli stili di vita propone in anteprima i prodotti cult che verranno esposti dal 5 all’8 settembre a fieramilanocity e Mico, in contemporanea con il Salone del Mobile di Milano.
Gli oggetti iconici entrati nella storia
Quali sono gli oggetti che, nati dalla rivoluzionaria creatività dei designer, hanno cambiato la storia del design per sempre? Possiamo citare la Moka Express Bialetti ideata da Alfonso Bialetti e lo Spremiagrumi in alluminio Juicy Salif di Alessi, disegnato da Philippe Starck nel 1988.
E poi i centrotavola di Gio Ponti per Sambonet e il posacenere Cubo di Bruno Munari per Danese Milano.
Conclude la selezione la Lampada Anglepoise creata nel 1932 da un designer di automobili, George Carwardine, e prodotta ancora oggi da Herbert Terry & Sons.
Umage, design danese di qualità
Umage è un’azienda danese che coniuga il design danese con la convenienza, con i materiali di alta qualità e con un’autentica cura per l’ambiente. Umage produce lampade e mobili dal design squisito, ispirato alle forme e ai colori della natura, con un’attenzione particolare all’ambiente. I prodotti sono realizzati con materiali di prima qualità, sono fatti per durare a lungo, sono pratici e funzionali.
L’elegante packaging coniuga l’estetica con la sostenibilità, visto che gli imballaggi si possono riutilizzare come contenitori e che la confezione non contiene plastica o schiuma.
Tradizione del Made in Italy e sostenibilità per Euphoric
Deriva da euforia il nome del brand italiano Euphoric, che unisce alla produzione artigianale l’utilizzo di materiali di pregio oltre che ecosostenibili. Ne nasce un design animato dalle storie delle persone, che ci contaminano, ci stupiscono e ci arricchiscono, dando vita a uno stato di “euforia”, appunto.
Euphoric produce mobili in legno massello proveniente da forestazione controllata. Tavoli, consolle, credenze e librerie sfoggiano un design giovane e contemporaneo, in linea con le più attuali tendenze d’arredo.
Le porcellane poetiche di Yukiko Kitahara
Yukiko Kitahara è un’artista giapponese esperta nella lavorazione della porcellana, trapiantata a Siviglia. Nelle sue creazioni Yukiko unisce l’anima e la forza della sua patria adottiva con la delicatezza e la cura derivanti dalla sua origine giapponese. Questo lavoro si traduce nell’uso della porcellana bianca attraverso la quale raggiunge l’essenziale seguendo il motto “Teinai na seikatsu”, che in giapponese significa “vivi ordinatamente”.
Il design si ispira agli oggetti usa e getta (principalmente plastica e carta), ai quali Yukiko aggiunge elementi artistici, decorativi e funzionali provenienti dai ricordi e dalla natura, come segno di apprezzamento e rispetto verso di essa.
Per essere sempre aggiornati sulle novità, seguite la piattaforma #HOMIcommunity, un hub digitale che raccoglie storie, immagini e suggestioni di tutti i player del settore.
L’Ecobonus 110 è una detrazione fiscale applicabile ai lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica con una detrazione al 110%. Tanti ancora i punti da chiarire. Vediamo un esempio che riguarda una villetta a schiera.
E’ ormai consuetudine ricevere dei chiarimenti periodici sull’applicabilità del cosiddetto Ecobonus 110 (conosciuto anche come Superbonus), una forma di detrazione fiscale che ha rappresentato la grande novità dello scorso anno, e nata in risposta alla crisi generata dallo stop del settore edilizio durante il periodo di lockdown.
L’Ecobonus 110 si distingue dalle altre forme di detrazione fiscale attualmente disponibili – pensiamo ad esempio al classico Ecobonus con detrazione al 50 o 65% (facilmente conseguibile anche con interventi che non presentano vincoli complessi, come nel caso in cui si decida di optare per l’isolamento dell’intercapedine in edificio autonomo o all’interno di un complesso condominiale), ma anche al Bonus facciate o al Sismabonus – per la possibilità di garantire dei lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica, praticamente a costo zero, considerando appunto la detrazione al 110%.
La problematica relativa a questo bonus sta, però, nella sua effettiva realizzazione, che passa attraverso vari step e paletti normativi (il principale è l’ormai noto superamento delle due classi energetiche grazie agli interventi messi in atto), oltre ad interpretazioni spesso poco chiare e che nel corso dei mesi hanno portato alla richiesta di sempre maggior chiarimenti per casi specifici.
Anche per questo si richiede sempre di affidarsi, per la realizzazione del progetto, a tecnici competenti in materia e che sappiano dire con chiarezza quali interventi possono essere utili alla riqualificazione dell’edificio stesso, e nel contempo essere funzionali alla richiesta di questo bonus agevolato.
Ecobunus 110, il caso delle villette a schiera
In quest’ultimo caso che vi presentiamo vi è una richiesta fatta pervenire all’Agenzia delle Entrate, riguardo l’applicabilità dell’Ecobonus 110 per lavori realizzati su villette a schiera.
Nella fattispecie, la richiesta di chiarimento riguardava una serie di interventi da realizzarsi su una villetta a schiera, situata all’interno di un residence; alla villetta era possibile accedere attraverso un passo carrabile privato, che è comune a più abitazioni.
Quel che si è chiesto è la fattibilità di poter effettuare interventi di riqualificazione e poter successivamente richiedere la detrazione fiscale al 110%.
L’Agenzia delle Entrate per rispondere al quesito, chiarisce che la possibilità di richiedere l’Ecobonus 110 è vincolata, oltre alle note questioni riguardanti la classificazione energetica, al conseguimento di due punti fondamentali:
l’edificio deve avere una sua indipendenza funzionale;
vi deve essere un accesso autonomo dall’esterno.
Considerando il caso della nostra villetta a schiera potremmo, quindi, dire che il primo punto è sicuramente rispettato, ma è importante capire meglio cosa si intende per “accesso autonomo”, che è il secondo punto in questione.
Già nello scorso mese di Agosto 2020, con un decreto interministeriale, si è parlato tra le altre cose proprio della termatica relativa all’accesso autonomo, dando poi ulteriori chiarimenti relativi alla sua definizione nella Legge di conversione di questo decreto, presentata ad Ottobre.
Leggendo il testo si arriva ad un punto nel quale si definisce l’accesso autonomo dall’esterno come: “un accesso indipendente, non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che consenta l’accesso dalla strada o da cortile o da giardino anche di proprietà non esclusiva.”
Quindi potremmo parlare, per un generico immobile, di accesso autonomo dall’esterno quando si accede:
direttamente da una strada, che sia pubblica, privata
da un passaggio comune ad altri edifici, come nel caso di un classico cortile;
da un terreno di uso comune, quindi non esclusivo;
da strada privata di altra proprietà gravata da servitù di passaggio a servizio dell’immobile.
Chiarito questo concetto possiamo dire che per il caso della villetta a schiera, l’accesso autonomo si ha nel caso in cui:
si trova in un comprensorio o in un parco di comproprietà con altri soggetti o alla stessa si accede dall’area di corte di proprietà comune usata anche per i posti auto;
il cortile o il giardino su cui si affacciano gli ingressi indipendenti sono di proprietà esclusiva, anche se indivisa, dei proprietari delle singole unità immobiliari.
Di conseguenza, poiché la villetta del nostro caso è situata in un residence con accesso da passo carrabile comune, e dotata di proprio tetto, di giardino autonomo, di portone d’ingresso, numero civico e parcheggio, si può affermare che è possibile eseguire al suo interno i lavori necessari per riqualificare l’edificio e richiedere successivamente l’Ecobonus 110.
Il nuovo progetto firmato Italia and Partners reinterpreta gli spazi di una casa d’epoca nel cuore di Torino, e lo trasforma in una dimora calda, accogliente e contemporanea.
Caratterizzato da bellissimi soffitti a volta, alti quasi 4 metri, l’appartamento versava in stato d’abbandono da circa quarant’anni. Il progetto di ristrutturazione è intervenuto in modo deciso sulla distribuzione interna, compatibilmente con la presenza di diversi muri portanti e di vincoli strutturali. Gli architetti dellostudio Italia and Partners sono riusciti a ridistribuire gli spazi in modo più razionale, rendendoli più adatti allo stile di vita contemporaneo.
“Abbiamo voluto lavorare, in questo progetto, su colori pastello molto tenui”, afferma l’architetto Matteo Italia, “giocando sulle tonalità del rosa chiaro e dell’azzurro carta da zucchero, che abbiamo voluto poi riprendere anche nella carta da parati per la sala da pranzo: ne abbiamo scelta una di Hermés molto bella, di nuovo con toni tra il carta da zucchero e il blu, che caratterizzano con un bel tocco cromatico un ambiente per il resto molto minimal. Abbiamo voluto mantenere un ambiente molto elegante e raffinato, ma che avesse anche un interessante elemento di colore.”
L’intervento nella zona living
Partendo dal corridoio, in origine non molto luminoso, l’architetto ha aperto lo spazio, collegandolo con la cucina attraverso due aperture nel tramezzo. Le aperture, a tutta altezza, sono corredati di porte scorrevoli Rimadesio in vetro fumé. L’illuminazione è inserita nel soffitto, in tagli con una gola nera ad incorniciarli, una soluzione che rappresenta lo stile dello studio.
La cucina è realizzata con colonne a scomparsa e da una grande penisola centrale, intorno alla quale si può riunire può comodamente tutta la famiglia. Sulla sinistra, una grande libreria di Modulnova a tutta parete dialoga per contrasto con i vetri cattedrale, originali e tipici della casa d’epoca.
Dal corridoio si accede, sulla sinistra, alla sala da pranzo, arredata con un tavolo di Bonaldo, realizzato su misura, con piano in marmo calacatta e gambe verniciate in un particolare punto di grigio antracite. Il tavolo è completato da poltroncine Bahia in un piacevole velluto color rosa polvere.
Sopra al tavolo spiccano le luci di Tom Dixon, coordinate con le appliques, mentre le altre luci della casa sono tutte iGuzzini, con la sola eccezione della sospensione Zero Round di Panzeri collocata all’ingresso.
Il soggiorno spazioso e luminoso è arredato con divani in un tono neutro, a contrasto con la poltroncina in carta da zucchero, e vivacizzati da un gioco di cuscini in colori pastello e dall’accostamento di un tavolino laccato in colore un po’ più scuro.
Il gioco costante tra tinte pastello e abbinamenti tra i materiali mitiga la freddezza del minimalismo. Le soluzioni cromatiche sono enfatizzate dalla scelta della pavimentazione, un caldo rovere posato a spina, che si ritrova in tutti gli ambienti della casa.
L’intervento nella zona notte
La zona notte è composta da tre camere da letto, uno studio, due bagni e una lavanderia, ed è del tutto separata dalla zona giorno. Nella camera da letto padronale le pareti sono dipinte con lo stesso rosa tenue già usato nella zona living, mentre il resto della zona notte è trattata con colori neutri.
Uno dei due bagni sfoggia un rivestimento di Mutina vintage e decò al tempo stesso, ispirato alle ceramiche di un tempo, con i loro motivi floreali. Il pavimento è in rovere, come nel resto della casa, e riprende i motivi a spina di pesce tipici della casa d’epoca.
Il secondo bagno è invece rivestito con lastre di grès porcellanato di grande formato, effetto marmo Calacatta. Il mobile da bagno, realizzato su misura, è in legno Canaletto. In entrambi i bagni sono montate le rubinetterie di Fantini.
Le carte da parati del marchio italiano Insabilelab sono delle vere e proprie scenografie murali, capaci di donare ad ogni ambiente un carattere unico ed originale.
Instabilelab è un brand italiano, nato da un’idea di Stefano Munaretto, designer e art director dell’azienda. Come spiega Munaretto, il nome rispecchia il suo carattere, per così dire, Instabile. Appassionato dal mondo della grafica e dai simboli esoterici, il designer ha introdotto motivi decorativi con teschi, formule matematiche, cristalli e vedute notturne, seguendo la formula dell’irriverenza e dell’originalità.
Come spiega Stefano Munaretto, il processo creativo di Instabilelab segue un iter particolare, incentrato sull’estrosità.
“Tutto ciò che vediamo, incontriamo, ascoltiamo, leggiamo rappresenta spunti creativi che possono accendere un’idea e far sì che l’immaginazione si trasformi in un’immagine. Mi piace confrontarmi e condividere con il nostro team di grafici idee e immagini che in un secondo momento si trasformano in bozze. Se lo sviluppo ci convince si procede con la preparazione della grafica definitiva e con lo studio delle varianti, affiancata da prove di stampa con le quali testiamo la resa cromatica e dimensionale. Cerchiamo di non farci condizionare da ciò che fanno i nostri competitor ma di scegliere sempre la strada dell’originalità e del nostro personale e unico stile, solo in questo ci sentiamo davvero liberi”.
Le collezioni di carte da parati 2021
Per il 2021 il brand ha lanciato diverse collezioni, tra le quali spicca ORONERO, una linea esclusiva in edizione limitata ispirata al mondo della moda. Colori brillanti, lustrini e paillettes caratterizzano i parati, rifiniti con preziosi tocchi d’oro cangiante e stampato in negativo, in modo da far risaltare il fondo. Le grafiche sofisticate della linea ORONERO _Prestige richiamano i preziosi orditi veneziani o i dipinti in chiaroscuro. Scenografie vegetali e animali si affiancano a motivi grafici inediti, caratterizzati da una resa estetica straordinaria.
Accanto alla linea ORONERO _Prestige, il catalogo offre ORONERO_The Skull, sul tema del teschio e caratterizzata da applicazioni realizzate a mano. L’irriverente motivo del teschio, ormai immagine iconica del marchio, è declinata in numerose varianti, dalla paillette oro su oro all’oro su fondo nero, glitter e Crystal mesh.
Tutti i prodotti Instabilelab sono testati e certificati da laboratori specializzati, così da garantire prestazioni altamente performanti e applicazioni anche in esterno, in ambienti umidi e su qualsiasi superficie.
Il progetto CUSTOM-ME
Instabilelab non si ferma alla produzione di carte da parati. Il progetto CUSTOM-ME propone un concept d’arredo che permette di rinnovare qualsiasi ambiente nel segno dell’orginalità e dell’unicità. Perfetto per il contract, il progetto può essere esteso anche alla casa. Il programma d’arredo, ad altissimo tasso di personalizzazione, permette di soddisfare la creatività e qualsiasi esigenza progettuale in modo innovativo.
In pratica, con CUSTOM-ME è possibile realizzare, per qualunque ambiente, progetti completi e coordinati che coinvolgono pareti, pavimenti, tessuti, lampade e tanti altri complementi. Questi ultimi (poltroncine, lampade, consolle, tavolini, tappeti etc) sono prodotti a catalogo, realizzati da artigiani italiani e a chilometro zero e vestibili con le innumerevoli ed esclusive grafiche proposte dall’azienda veneziana.
Lo stile Luigi XVI segna il passaggio dal lezioso rococò al più sobrio neoclassicismo. Uno stile raffinato, ancora oggi sinonimo di alta qualità manifatturiera ed eleganza.
Il Settecento è secolo decisamente dinamico, che segna il passaggio all’età contemporanea, con la fine del dominio delle grandi monarchie e l’affermarsi della borghesia. Un processo storico che affonda le sue radici nella Francia di Luigi XV e che si completa con la Rivoluzione Francese. A farne le spese furono, tra gli altri, il re di Francia Luigi XVI e la sua consorte, Maria Antonietta, giustiziati sulla pubblica piazza. Il turbolento dinamismo politico e sociale incise enormemente sui costumi, riflettendosi sulle arti, maggiori e minori. Lo stile Luigi XVI, che vide il passaggio dal rococò al neoclassicismo, fu straordinario per l’arte, l’architettura e l’alto artigianato, nonostante la sua breve durata (1774-1793).
Dal rococò al neoclassicismo
Luigi XVI salì al trono nel 1774, alla morte del nonno, il longevo re Luigi XV. A differenza del suo predecessore, grande mecenate e amante delle arti, il giovane sovrano preferiva passatempi solitari e spesso bizzarri, come la costruzione di orologi o di serrature. Lo stile Luigi XVI si sviluppò dunque indipendentemente dalla volontà del re, e fu il risultato di molteplici fattori. Va detto che il successo di questo stile è dovuto in gran parte alla regina Maria Antonietta, che investì molto nel rinnovamento di arredi e decorazioni.
Maria Antonietta a passeggio con i figli nel parco del Petit Trianon. Di Adolf Ulrik Wertmüller. Credits
Il Luigi XVI è uno stile di passaggio dal rococò al neoclassicismo. In realtà, il neoclassicismo derivato dal Rinascimento non fu mai abbandonato del tutto durante i periodi di predominanza del barocco e del rococò. Come un fiume carsico che scorre nel sottosuolo, riemerse con rinnovata vitalità dopo le scoperte di Ercolano e Pompei (1740). Gli artisti francesi di ritorno dal Gran Tour, che comprendeva appunto la visita agli scavi, contribuirono alla diffusione del nuovo gusto “alla greca”. Il repertorio ispirato alle forme antiche si saldò alle realizzazioni neoclassiche apparse già durante il regno di Luigi XV, come la casa di Madame du Barry, il Pavillon de Louveciennes (1770).
Gli artisti più rappresentativi di questo stile furono il pittore Jacques-Louis David, lo scultore Jean-Antoine Houdon, la pittrice, nonché ritrattista della regina Elisabeth Vigée-Le Brun, il decoratore Salembrer, mentre tra gli ebanisti spiccano Jean- Henri Riesener e Bernard van Risenburgh. Alle celebri manifatture di Gobelins, Beauvais e Aubusson, che fornivano arazzi e tappeti, si aggiungono le tele di Jouy e le sete di Lione.
Le caratteristiche dello stile Luigi XVI
Lo storico dell’arte Louis Réau definì lo stile Luigi XVI come ‘arte applicata al decoro della vita’, di cui la corte francese fu maestra. Pur restando decorativo e raffinato, lo stile Luigi XVI è più sobrio dei precedenti, e la caratteristica principale è data dall’abbandono parziale delle linee sinuose a favore della linea retta. Restano comunque elementi curvilinei nei raccordi e forme stondate o ovali, che conferiscono un tono aggraziato ai manufatti. Alla base dello stile vi è la ricerca di armonia e proporzione, ma l’utilizzo dei motivi dell’antichità classica non segue modelli rigidi, bensì è fonte di ispirazione per libere interpretazioni.
Le decorazioni sono sempre simmetriche, e i motivi comprendono classici amorini, tralci di rose, fiaccole, conchiglie, elementi geometrici, medaglioni, grottesche, lire. I tessuti sfoggiano delicati fiorellini, arabeschi o scene di genere di ispirazione classica. I colori predominanti sono il bianco e l’azzurro, con accenti d’oro a sottolineare linee e partizioni. Molto in voga anche il rosa, il verde smeraldo e il rosso pompeiano. Il Luigi XVI è delicato, raffinato e caratterizzato da manufatti eseguiti con incomparabile finezza, tutti fattori che hanno contribuito a renderlo il più celebre e prestigioso tra gli stili di arredo.
L’arredamento in stile Luigi XVI
Lo stile Luigi XVI non apporta sostanziali novità per quanto riguarda l’arredo, ma si traduce in un sostanziale restyling dei mobili esistenti. I piedi a forma di S lasciano spazio a gambe tronco-piramidali o tronco-coniche, diritte e sottili, spesso scanalate. I mobili sono realizzati in legni esotici, come il mogano o l’ebano, oppure dipinti in bianco o in colori pastello. Non mancano esempi di decorazioni in lacca con motivi orientali, ereditati dallo stile Luigi XV.
Gli arredi in primo piano restano le sedute, la cui varietà si era notevolmente ampliata durante il regno di Luigi XVI. Tutti i sedili sono interessati da questa nuova tendenza: la poltrona cabriolet, la bergère, la poltrona à la reine e la marquise. Appaiono nuovi schienali, come lo schienale en chapeau, en médaillon, en montgolfière o lo schienale traforato.
I tre nuovi schienali “en chapeau”, “à mÉdaillon” e “à montgolfière”. CreditsSedia disegnata per il Belvedere della Tenuta del Petit Trianon. Credits
Tra le novità, i tavolini Guéridon, elementi di piccole dimensioni spesso dotati di un cassettino, utilizzati per il gioco della “bouillotte”, oppure dotati di rotelle per il servizio a tavola. L’invenzione di questo mobile si deve alla scoperta degli affreschi di Pompei, che ne testimoniano l’uso fin dall’antichità.
Gli appartamenti di Maria Antonietta a Versailles
La regina Maria Antonietta lasciò un’impronta indelebile a Versailles, per quanto riguarda lo stile d’arredo. Amante della moda, oltre al suo guardaroba la regina rinnovò i suoi appartamenti, riadattandoli nel nuovo stile. Oltre al Grand Appartement, che serviva per lo più per la vita pubblica, Maria Antonietta disponeva di alcune piccole stanze per uso privato, nelle quali si ritirava per riposare, leggere, dipingere o ricevere gli amici più intimi. Sono proprio queste stanze, la cui decorazione fu curata personalmente dalla regina, a rispecchiare lo stile Luigi XVI in modo fedele.
La stanza più famosa è il Cabinet Doré, trasformato da Maria Antonietta nel 1784, grazie all’architetto Richard Mique, che vi montò una boiserie con decori oro su fondo bianco. L’arredo e gli accessori appartenevano alla regina, come pure la splendida commode che potete vedere sulla sinistra, sormontata da preziosi vasi della manifattura di Sèvres.
Chateau de Versailles – Cabinet dore de Marie-Antoinette. Credits
Il sontuoso verde del cabinet doré cede all’azzurro cielo che caratterizza le tappezzerie del Cabinet de la Meridienne, un delizioso boudoir di forma ottagonale.
L’appartamento privato comprendeva anche una biblioteca, dotata di alti armadi a vetri, una sala da biliardo ubicata al secondo piano, e una sala da bagno straordinaria. Le pareti sono rivestite dalle boiserie realizzate dai fratelli Rousseau, il pavimento in marmo, restaurato, è originale. La sala è dotata di una vasca con rubinetti, di un bidet, di sedie, di una consolle e di un lettino sormontato da un ciel de lit.
Chateau de Versailles – petit appartement de la Reine, rez-de-chaussee – salle de bains – lit a la polonaise. Credits.
Dormire bene è fondamentale per la nostra salute. Nella nostra rubrica Home therapy affrontiamo l’argomento,dandovi alcuni suggerimenti su come arredare e decorare la camera da letto.
Dormire bene è fondamentale per mantenere uno stato di salute ottimale: durante il sonno il battito cardiaco rallenta e si abbassano pressione e temperatura corporea. La pandemia e l’isolamento prolungato, hanno portato alla metà della popolazione disturbi del sonno e problemi ad addormentarsi.
La nostra capacità di dormire bene è merito del nostro cervello arcaico, che governa le funzioni primarie e involontarie. Quando il cervello arcaico non si sente al sicuro, entra in uno stato di allerta chiamato “fight or flight” (attacco o fuga) e prepara il nostro corpo a rispondere a un attacco: fa alzare il nostro livello di adrenalina, aumenta il battito cardiaco e il respiro.
Quando dormiamo poco o male, i livelli di cortisolo si alzano, portando un forte aumento di stress e difficoltà di concentrazione. Se le condizioni ambientali producono continuamente questa reazione, la situazione può diventare pericolosa e indebolire il nostro sistema immunitario.
Dormire bene: la camera da letto ideale
L’origine del concetto di casa e di camera da letto deriva dalla caverna, un luogo sicuro e riparato in cui tornare a riposare: la caverna consentiva di avere buona visibilità sul territorio ma anche le spalle coperte per aumentare il senso di sicurezza. Per quanto l’uomo e il concetto di casa si siano evoluti, cerchiamo ancora oggi nelle nostre abitazioni protezione e riparo, per noi e le nostre famiglie.
Sarebbe ideale che la camera da letto si trovasse nel punto più lontano dalla porta di ingresso e che il letto fosse posizionato in modo che la nostra testa sia lontana dalla porta della camera. Questo tipo di soluzione ci permette di tenere sotto controllo il territorio e quindi di far sentire al sicuro il nostro cervello arcaico, consentendoci di entrare dalla fase di sonno leggero a quella di sonno profondo.
Il letto, inoltre, va poggiato su una superficie chiusa. Per quanto scenografico, avere la finestra dietro alla testa abbassa il nostro livello di sicurezza; da evitare anche carte da parati con decorazioni che danno il senso di vuoto.
Mi casa revista via Pinterest
Decorazioni e colori
La camera da letto è importante per dormire bene, ma è anche un luogo di intimità e privacy, quindi bisogna creare la giusta atmosfera.
Cerchiamo di abbassare gli stimoli visivi mettendo, oltre alle tende decorative, anche delle tende oscuranti per favorire il sonno. Per quanto riguarda l’illuminazione artificiale, preferiamo luci soffuse e calde, utilizzando magari dei dimmer per regolarne l’intensità.
Cerchiamo di ricreare il tema dell’abbraccio con materiali e colori, utilizzando tessuti morbidi, cuscini e tappeti che aiutino a ricreare l’effetto “cocooning”, un ambiente che sia come un bozzolo, rilassante e sicuro.
Evitiamo colori forti che iperstimolano e accelerano il battito cardiaco. Scegliete colori freddi, che invitano alla calma e al rilassamento, ma evitateli se siete freddolosi, poiché possono farci percepire la temperatura di 3° inferiore rispetto a quella reale.
I colori ideali per non sbagliare e creare un ambiente caldo e confortevole, sono quelli che si avvicinano ai toni della pelle, che danno il senso dell’abbraccio, del prendersi cura e dello stare in connessione.
Stando ad alcune ricerche, i Danesi sono spesso tra i primi posti nelle classifiche dei popoli più felici al mondo. Questo nonostante il pessimo clima (piove per sei mesi l’anno), la poca luce e le alte tasse. Allora qual è il loro ingrediente segreto?
Via Alvhem.com
Pare che la risposta si trovi nel concetto di “Hygge”, un termine intraducibile che indica più che altro una sensazione che si prova. Può essere descritta come quell’atmosfera confortevole e accogliente allo stesso tempo, quel senso di estrema comodità e insieme di tepore. È anche il riuscire a vivere il momento – nel qui e ora – godendo delle piccole cose; è il coccolarsi concedendosi qualche strappo alle regole, un modo per staccare la spina e rilassarsi. Per descriverla con un’immagine, la Hygge è quella sensazione di sicurezza e protezione che si prova con una tazza di cioccolato caldo tra le mani, avvolti da una calda coperta mentre fuori piove.
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Suggerimenti per ricreare la Hygge in casa
La Hygge è una sensazione che, per la maggior parte delle persone, si prova all’interno di casa. Ecco quindi alcuni modi per ricrearla.
1) Realizzate un Hyggekrog. Si tratta diun posticino dove stare accoccolati sotto una coperta, meglio ancora se collocato vicino a una finestra. Sarà qui che potrete rilassarvi e ricaricarvi.
Studio Noxon Giffen
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Studio McGee
2) Inserite il legno. I materiali naturali rivestono una grande importanza in una casa arredata secondo lo stile nordico, perché hanno accompagnato la nostra evoluzione e contribuiscono a confortarci e a fare compagnia. Il legno, materiale per eccellenza, ci fa sentire più vicini alla natura e richiama quella semplicità e naturalezza insite nel concetto stesso della Hygge.
Hearts in colors
3) Puntate sui tessuti. Per rendere la casa ancora più confortevole, sceglieteli morbidi e corposi, soprattutto nei mesi invernali. Largo a coperte di lana in cui avvolgersi e a tanti cuscini che possano ammorbidire gli spazi.
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Knitting Noodles
Altri consigli sull’illuminazione
Potete creare un istantaneo effetto di atmosfera accogliente e calda semplicemente accendendo delle candele, primo elemento che la maggior parte dei Danesi associano alla Hygge e fondamentali per raggiungerla.
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Via hairstylesbeauty.tumblr.com
La luce giusta è anche data da lampade artificiali. Aggiungete piccole abat-jour in casa, sopra qualche mobile o su un tavolino, e accendetele al posto dell’illuminazione generale di quella stanza, di solito posizionata a soffitto. Scegliete però delle lampadine dalla luce calda.
Via fridlaa.de
Via fridlaa.de
@tatiana_home_decor
@herzenstimme
Che sia in un angolo della stanza, come nella maggior parte dei casi, o libero su una parete, un camino servirà a creare la giusta atmosfera. Rendetelo ancora più accogliente integrando delle panche con morbidi cuscini. Il suono dello scoppiettare della legna è molto Hygge e aiuta a rallentare.
Foto 7a
Danielle Verhelst Interior Design
Se non lo avete, sappiate che esistono bellissimi camini e bruciatori a bioetanolo che non hanno bisogno di canna fumaria e possono essere posizionati dove preferite.
Onor&Borin caminetti
Desiderate un’atmosfera Hygge per la vostra casa? Consultate il sito https://zeumadesign.com.