25 Aprile 2024 / / VDR Home Design

Ormai lo sappiamo: le ricerche di mercato e le statistiche lo dicono da un po’, che le case in affitto e vendita sono sempre più piccole.

Un po’ perché potersi permettere l’affitto o il mutuo anche solo per 60 mq è un costo folle, un po’ perché soprattutto chi abita nelle grandi città, in realtà non ha bisogno di grandi spazi.

Fatto sta che anche se sui social si vedono case sempre più grandi, la realtà è diversa. Spesso si vive in due o tre in anche solo 50 mq (non sempre in case a norme di legge).

A questo proposito mi sembrava interessante condividere un progetto che ho seguito l’anno scorso, in provincia di Milano. Arredare un monolocale di 30 mq, tutto da reinventare.

Monolocale di 30 mq: dalla pianta alla nuova distribuzione degli spazi

arredare un monolocale di 30 mq

Metri quadri: 31

Tipologia: Monolocale

Luogo: Cernusco sul Naviglio (Milano)

Stato: consegnato

Personalmente quando guardo un progetto di arredamento di interni, una delle prime cose che cerco è la pianta dello spazio. Sarà anche una deformazione personale lo ammetto, però vedere tutto dalla pianta mi da un senso di chiarezza e orientamento che solo dalle foto faccio fatica a percepire.

Spesso infatti, le foto degli interni sono scattate per emozionare e far arrivare determinati dettagli a chi guarda e il fatto di fare foto in sequenza, che permetta di capire lo sviluppo dello spazio, non sempre è una priorità.

Ecco perché per questo progetto che ti sto raccontando, voglio partire da questo. La pianta del progetto e le foto del prima, di come si presentava la casa al momento del rilievo.

monolocale 30 mq pianta
monolocale 30 mq pianta progetto

Guardando la pianta dello stato di progetto e le foto dello stato di fatto già si possono vedere delle evidenti differenze.

L’unico elemento che è rimasto è il pavimento, un laminato che era stato posato dal precedente proprietario e che non presentava grandi problemi o difetti. Non sono state apportate modifiche di nessun tipo (né elettriche, né costruzioni di cartongesso) proprio per limitare il budget e lavorare solo sugli arredi e la struttura della casa.

Come sempre nei miei progetti, la soluzione che ti faccio vedere è quella finale, a cui si arriva dopo un percorso anche lungo, con una serie di revisioni e cambi che si concordano con il cliente.

Come organizzare una casa piccola: la distribuzione funzionale degli spazi

Le esigenze di Ambra erano chiare: avere una cucina si piccola, ma non così sacrificata e scomoda. Il precedente proprietario aveva posizionato la micro cucina proprio a destra dell’ingresso, sacrificando ergonomia, estetica ed effettiva concretezza della zona.

La cucina è stata spostata nella posizione prevista anche da costruzione originale, cioè dietro la parete del bagno (così da condividere le tubature dell’acqua) e vicino alla finestra. Dato lo spazio a disposizione si è trattato di progettare una piccola cucina con il necessario per ospitare qualche amico, creando una zona dispensa che sfrutta lo strano angolo vicino alla finestra.

L’attenzione in questi casi va alla funzionalità, ragionando sugli elementi che devono per forza trovare posto in situazioni del genere (in questo caso la lavastoviglie è standard da 60 cm, ma volendo si poteva optare per quella da 45 cm) e sulle finiture.

In case piccole con uno spazio continuo i colori e le finiture sono fondamentali. Bisogna trovare uno schema colori che si applicherà in tutti i dettagli, che contribuirà a far fluire uno spazio nell’altro, creando armonia e ampliando otticamente l’ambiente.

Per la cucina sono stati scelti materiali come i laminati e le ceramiche per i piani di lavoro; materiali resistenti e performanti, che permettono di avere un budget tutto sommato contenuto.

Parete divisoria tra ingresso e soggiorno: creare funzioni dove non c’erano

Di solito in case così piccole la domande è una: come creo e divido le diverse “stanze” e quindi funzioni, di modo che sia tutto organizzato e non confuso?

Ci sono alcuni metodi che si possono usare nell’arredare un monolocale di 30 mq e di solito è bene metterne in pratica quanti più possibile. Un modo per dare una divisione visiva in uno spazio è giocare con il colore alle pareti. Imbiancare porzioni di parete in diversi colori fa subito capire che qualcosa finisce e qualcosa inizia dove ci sono questi stacchi.

In questo caso l’ho fatto dove c’è la zona con il divano, per definire la zona soggiorno e relax. Come zona di filtro tra cucina e soggiorno c’è il piccolo tavolo da pranzo, che può tranquillamente ospitare 4 persone ed essere usato anche come zona lavoro.

Un altro modo sono i tappeti: questi complementi creano dei perimetri ben visibili, che la nostra mente percepisce come zone effettive. L’unica nota è di prenderli in materiali che seguono le tue abitudini: se hai poco tempo per pulirli, prendili a setole cortissime e in tessuto sintetico. Così potrai metterli in lavatrice e il gioco è fatto.

Infine, il modo più complesso è dividere gli ambienti con arredi autoportanti. Ovviamente il costo per realizzare questi elementi è alto, ma se si tratta della tua casa (che hai comprato), è un ragionamento da valutare. Anche perché arredi di questo tipo trovano facilmente collocazione anche in case più grandi.

In questo monolocale, per creare una zona ingresso e allo stesso creare una zona notte, è stata inserita una parete di listoni di legno, da pavimento a soffitto. Ci saranno dei piedini regolatori che permetteranno di installare la parete seguendo i fuori squadra della casa e sarà di un colore rosa cipria opaco che segue la palette della casa.

Questa parete ad angolo servirà anche per appendere la TV, regolabile grazie ad un braccio estensibile.

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Arredare un monolocale di 30 mq: creare la camera da letto dove non c’era

A questo punto ti starai chiedendo dove sia la camera da letto. Un altro punto molto chiaro era che Ambra (giustamente) non voleva dormire su un divano letto, da aprire e chiudere tutti i giorni.

Sappiamo però che i letti matrimoniali sono larghi minimo 160 cm (il 140 cm è davvero molto stretto) e lunghi circa 190 cm, scegliendone uno senza testiera.

In questo caso il letto senza testiera è un obbligo, perché comunque 10 cm possono fare la differenza. Il letto ha anche 4 capienti cassettoni al di sotto, ed è il modello Mandal di Ikea, tra i più belli e conosciuti del colosso svedese.

A parete ci saranno delle piccole mensole per appoggiare bicchieri, quadri e piccoli vasi; un modo sia per decorare la parete che renderla funzionale.

Di fronte al letto, dietro la parete di listoni, ci sarà un armadio autoportante con un piccolo vano a ponte, sotto cui trova posto una zona trucco.

L’interno degli armadi, così come la parte inferiore dell’armadio ponte può essere accessoriata con led, di modo da avere una fonte di luce aggiuntiva.

Oltre alla parete di listoni, la zona notte è schermata con tende bianche e filtranti, che scuriscono la zona letto dalla luce della finestra ma che chiudono anche la camera se ci sono ospiti in casa.

La zona contenimento c’è anche all’ingresso, dove ci sono altri due armadi a profondità standard di 60 cm. Una parte sarà occupata dalla lavatrice e dal necessario per questa funzione, il resto sarà attrezzato con cassetti e appendiabiti, avendo la possibilità di fare armadi alti anche 250 cm.

Come rendere accogliente un monolocale: le mie ultime considerazioni

Cosa rende uno spazio abitativo così piccolo, accogliente e meno soffocante? Sicuramente una progettazione accurata, ragionata sulle abitudini di chi poi lo abiterà. Capire bene le funzioni che servono e quindi dove metterle, anche in funzione della struttura della casa.

I flussi di passaggio sono molto importanti, così come avere il giusto spazio per muoversi e fare meno passaggi inutili possibili.

Anche i colori e i materiali sono più decisivi di quello che si crede. Io studio sempre uno schema colori che sia coerente per tutta la casa e che possa funzionare anche a distanza di tempo. Uno schema insomma che sia una guida che permetta ai miei clienti di muoversi in autonomia sempre.

Spero che questo progetto ti abbia chiarito le idee e ti abbia aiutato a comprendere meglio perché molte volte l’aiuto di un professionista può risultare ottimale. Contattami per qualsiasi dubbio o domanda, è sempre un piacere poterti aiutare.

L’articolo Arredare un monolocale di 30 mq: all’interno di un mio progetto sembra essere il primo su .

18 Aprile 2024 / / VDR Home Design

Ricordo ancora quando Viola e Vincenzo mi hanno contattata per chiedere informazioni sulle consulenze che offrivo per l’arredamento e l’interior design per una casa intera.

Emozione, ansia, tanti pensieri diversi che si sono affollati nella testa.

Il progetto per una Villetta intera non è uno scherzo. E’ un progetto che si seguirà per parecchio tempo (infatti mi ha tenuta coinvolta per un anno e mezzo), a cui andranno dedicate tante attenzioni.

Significa anche tanti elementi da valutare, stile da scegliere, materiali e colori da abbinare… insomma un mondo intero di decisioni da prendere.

E quando Vincenzo e Viola hanno confermato il lavoro, la gioia e l’incredulità sono state davvero grandi.

Ti racconto come è andata.

Come arredare casa con buongusto: partiamo dalle piante

vista da ingresso su cucina con penisola in stile nordico

Metri quadri: 110

Tipologia: Villetta unifamiliare su due piani

Luogo: Binasco (Milano)

Stato: realizzato

In questo caso mi sono trovata a progettare una casa di nuova costruzione, quindi diciamo una tabula rasa. Al momento dell’accettazione del preventivo il cantiere era in stato avanzato e quindi i primi punti su cui ci siamo dovuti soffermare sono stati i punti luce e le prese.

Che può sembrare semplice, ma non lo è. In zone come la cucina e il bagno presuppone di avere già idee chiare sulla disposizione degli arredi e degli elettrodomestici, così come dei punti luce (per numero e tipologia).

Se si parte con poche idee o confuse, è davvero difficile razionalizzare cosa si vuole e dove, facendosi prendere dal panico del futuro. “E se poi volessi mettere qualche presa in più? E se poi li la luce non mi bastasse?”.

Il mio intervento in questi casi è importante perché posso guidarti nella scelta finale, partendo da ipotesi di arredo e utilizzo che definiamo insieme.

Sicuramente è una fase stressante perché significa riflettere sull’uso futuro della tua casa in poco tempo. Ma ti posso assicurare che ogni volta il risultato vale la fatica: con il passare del tempo avrai la certezza di esserti farti aiutare da qualcuno che ha già visto il processo diverse volte e può aiutarti a scremare le idee, in base a quello che è effettivamente l’uso della casa.

Con Vincenzo e Viola ho sviluppato due soluzioni generali d’arredo, focalizzandomi sulla cucina e sui bagni. Dopo aver definito la posizione dei muri e i punti luce, siamo potuti passare agli step successivi: la progettazione d’interni delle varie stanze.

pianta Villa unifamiliare piano terra
Piano terra
Primo piano

Cucina e soggiorno comunicanti. Le scelte fatte in questo spazio

Come nella quasi totalità delle case di nuova costruzione contemporanee, cucina e soggiorno condividono lo spazio e sono quindi comunicanti.

In questa villetta anche l’ingresso condivide lo spazio, per cui entrando si ha la visuale su tutta la zona giorno.

Abbiamo lavorato su tre punti: creare una zona ingresso che dividesse un minimo il soggiorno dalla vista appena entrati; avere una cucina in cui fosse comodo cucinare e che avesse molto spazio contenitivo; avere un soggiorno con una comoda zona pranzo e una zona TV pratica ma essenziale.

Per creare una separazione tra l’ingresso e il soggiorno è stata quindi realizzata su mio disegno una parete divisoria in listoni di legno massello a tutt’altezza. Questo permette di avere un minimo di privacy in entrate, facendo comunque passare la luce.

L’ingresso è stato poi dotato di un armadio cappottiera (anche questo su mio disegno) ampio e capiente, per tenere tutta la zona in ordine.

Un ribasso in cartongesso a soffitto incorpora 3 faretti led, che danno luce puntuale ma d’atmosfera.

Soggiorno e zona pranzo: le caratteristiche

A destra dell’ingresso si trova la zona pranzo, per cui è stato scelto un tavolo rettangolare allungabile, e la zona TV.

La parete su cui è stata poi posizionata la TV condivide lo spazio con un piccolo camino, quindi anche la possibilità di arredo non era molto ampia. E’ stato dato maggior rilievo al divano, a penisola e molto ampio, su cui tutta la famiglia avrebbe trascorso molto tempo. Un divano con tessuto facile da lavare, antimacchia e comodo nella seduta.

La parete della TV è semplice e minimal (anche questa realizzata su misura con miei disegni), con basi contenitore e pochi pensili: il vero tocco di arredo che scalda e da carattere, è il decoro a listelli di legno applicati a parete.

Nella zona giorno tutto ruota intorno al rovere naturale, al bianco e ai toni neutri del beige e del crema, con dettagli neri (le gambe del tavolo, i dettagli della cucina).

Una cucina ampia e pratica, in stile nordico

La cucina (di Veneta Cucine) è ampia e su sviluppa con una composizione a due pareti parallele, con un piccolo snack. Una parete è quella operativa, con lavello, lavastoviglie e piano cottura, mentre l’altra parete è dedicata alle colonne, con una piccola zona base cui appoggiare piccoli elettrodomestici.

Anche qui sono stati realizzati ribassamenti in cartongesso, a seguire l’andamento a U della cucina, con faretti led a fornire la luce puntuale dove necessaria.

La zona snack penisola ha due sospensioni, che forniscono ulteriore luce, fondamentale se si pranza o si legge in quel punto.

Come arredare casa con buongusto: dare carattere ai bagni

Un punto molto importante nella progettazione di questa casa sono stati i bagni. Per Vincenzo e Viola è stato chiaro fin dall’inizio che il bagno al piano terra avrebbe avuto la doccia e sarebbe stato d’impatto. Mentre quello del primo piano avrebbe dovuto avere sia la vasca che la doccia.

Per il bagno al piano terra abbiamo optato per una doccia walk-in, in cui non è stato necessario creare il dislivello per lo scarico, grazie alla piletta che integrava già la predisposizione per la pendenza dello scarico.

A parete rivestimenti in gres porcellanato in grande formato, 60 x 120 cm, in tema tropical. Anche se può sembrare controintuitivo, usare piastrelle così grandi in spazi piccoli (come questo bagno) aiuta ad ampliare visivamente lo spazio, facendolo sembrare più grande.

Al primo piano il bagno ha una vasca freestanding da 160 cm, insieme ad una doccia da 90 x 90 cm. Ci sono volute diverse prove di disposizione per arrivare alla soluzione poi realizzata, ma siamo arrivati ad un layout che è pratico a livello di utilizzo ma anche di pulizia.

Gli arredi di entrambi i bagni sono di Mobiltesino.

E si chiude con camera e lavanderia: lo stile fino all’ultimo dettaglio

Le ultime due stanze che voglio farti vedere sono la camera da letto e la lavanderia.

La camera da letto non è eccessivamente grande, ha la metratura minima richiesta dalle norme. E qui la sfida è stata duplice: dare spazio di contenimento e dare anche uno stile nordico e chic all’insieme.

Il punto focale è stato fin dall’inizio il letto matrimoniale, contenitore. La particolarità è la testata in impiallacciato di rovere, integrata al letto. Su cui è possibile avere piccoli comodini e mensole e anche un led a luce calda.

Vincenzo e Viola se ne sono innamorati subito appena gliel’ho proposto: da qui abbiamo poi sviluppato i disegni degli armadi su misura e della cassettiera davanti al letto.

A parete, dietro la testata del letto, una delicata carta da parati evidenzia ancora di più quale sia il centro della stanza, dando completezza ed omogeneità all’insieme.

L’ultima stanza (ma anche la più difficile) è la lavanderia, che si trova al piano terra a fianco del bagno. Qui il problema era il poco spazio e il fatto che questa fosse una stanza di recupero, ricavata sotto la scala. Quindi si aggiungeva anche il tetto spiovente.

Dopo aver valutato diverse soluzioni di aziende italiane che si occupano di arredi per lavanderia, abbiamo deciso di procedere con mobili su misura. Questo ci ha permesso di abbattere i costi e di avere degli arredi che sfruttassero al centimetro lo spazio esistente (sia in altezza che in larghezza).

testata camera da letto con carta da parati
Photo credits: Marta D’Avenia
vista ingresso camera da letto
Photo credits: Marta D’Avenia
zona lavanderia
Photo credits: Marta D’Avenia

Rivolgersi ad una designer d’interni per risparmiare tempo e soldi

Spero che con questo progetto seguito da me ti sia fatto un’idea più chiara e precisa di quello che è il mio lavoro.

So bene che chiedere un progetto ad una professionista come me è un impegno economico e di tempo importante, ma è anche vero che ti aiuterò in ogni fase del percorso, facendoti risparmiare almeno metà del tempo che impiegheresti per conto tuo.

Avrai sempre una figura professionale a supportarti e a darti consigli pratici, ma anche che si allineino al tuo gusto.

Hai ancora dubbi o domande? Scrivimi e ne parliamo insieme!

L’articolo Come arredare casa con buongusto: un mio progetto a cui ispirarsi sembra essere il primo su .

7 Marzo 2024 / / VDR Home Design


È possibile arredare casa comprando arredamento in vendita online e basta? 

Sicuramente la risposta non è così semplice, nè scontata. Non c’è un si o un no netto, ma certamente allo stato attuale è più sicuro rispetto a qualche anno fa.

Ci sono tantissimi siti online che propongono ogni sorta di oggetto, estrosi, alla moda o più classici. 

Se mi segui da qualche tempo sai qual è la mia filosofia: pochi siti a cui affidarsi, verificando alcuni dettagli specifici. 

Ti accompagno nella ricerca senza sorprese per casa tua.

arredamento in vendita online per soggiorno
Spacejoy / Unsplash

Perché dovremmo comprare arredi online? 

L’acquisto di arredamento online può essere conveniente per varie ragioni, specialmente se stai cercando mobili di complemento come sedie, tavoli, librerie, consolle allungabili.

Se sei un diffidente dell’acquisto online, potresti procedere per passi. Sicuramente, andare per negozi di arredo vagliando i diversi stili di arredamento, i materiali con cui si costruiscono gli arredi e gli ingombri dei vari pezzi può essere d’aiuto. 

Girare per negozi, fare dei confronti, chiedere, informarsi, porta però via tantissimo tempo. Praticamente (pensa un po’) si tratta di un lavoro vero e proprio. Ed è qui che l’acquisto online può venire in tuo aiuto. 

camera da letto stile nordico

Arredamento in vendita online: i punti di cui non dimenticarsi mai 

Affinché l’acquisto online sia soddisfacente però, bisogna allenarsi un po’. 

E’ molto importante sviluppare pazienza nel leggere le caratteristiche tecniche dei vari mobili: prendiamo ad esempio i divani. Spesso, se tra due divani uno costa di più, il motivo c’è. 

Potrebbe trattarsi della struttura, o del materiale di riempimento o ancora del tessuto di rivestimento. E’ fondamentale essere consapevoli della differenza dei materiali, del perché uno può essere più adatto al tuo stile di vita rispetto ad un altro.

Prenditi qualche minuto in più per questa piccola fase, ti permetterà di avere un ulteriore parametro nella scelta finale. 

Non dimenticare poi di definire lo spazio che hai a disposizione in casa (tenendo conto dell’intralcio di alcuni elementi come l’apertura delle porte e delle finestre, il flusso di passaggio in casa…). Ti servirà per capire le dimensioni reali del pezzo che stai scegliendo

Soprattutto se parliamo di divani o tavoli allungabili: se li prendi troppo grandi rispetto allo spazio utilizzabile che hai, non li puoi tagliare. 

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Giorno #4: dove comprare online per arredare casa

Comprare online nella pratica: alcuni dettagli che potresti non sapere

Ok quindi a questo punto hai più confidenza con la materia, sai distinguere un divano fisso da uno trasformabile e hai capito di che misura comprare il tavolo per la cucina. 

Potresti anche avere un’idea dello stile e del colore, e già questo ti sembra una conquista da supereroe. 

Ci sono altri punti di cui bisogna essere consapevoli? 

Io di solito quando scopro un nuovo sito di arredamento, lo esploro in lungo ed in largo. Innanzitutto cerco la pagina del “chi siamo”: mi piace capire da dove è nato il sito e dove lavorano nella realtà offline. 

Cerco di capire con che brand di arredi collaborano, che ventaglio di prezzi hanno. 

Soprattutto poi, vado alla ricerca di recensioni: le aziende che non hanno nulla da nascondere non hanno neanche paura delle recensioni. Ancora meglio quando sono raccolte da piattaforme esterne come Trustpilot o Feedaty. Sono organizzazioni che hanno come obiettivo la veridicità delle vendite online e la soddisfazione degli acquirenti. 

Ovviamente sarà impossibile trovare il 100% di acquirenti felici e contenti come le pasque, ma già vedere un buon 70/80% è da ritenersi un successo. 

Altri punti importanti da sapere riguardano i pagamenti e il trasporto. 

È bene sapere che in molti casi non è possibile dare l’acconto e poi saldare, anche perché a chi salderesti? Al corriere che ti porta il pezzo (che non c’entra nulla con chi ti vende il pezzo)? Quasi sempre si paga il 100% all’acquisto. 

Fortunatamente, i siti di arredamento in vendita online che hanno una particolare attenzione alle esigenze del cliente hanno cominciato ad integrare la possibilità di pagare a rate, ma se disponibile come mezzo di pagamento, lo vedi specificato vicino ai menù a tendina che ci sono dove puoi scegliere le caratteristiche del pezzo che vuoi comprare. Ultimo punto: il trasporto. Di solito viene fatto a piano strada, quindi significa che dal cancello di casa fino in casa tua, poi ci devi pensare tu. E solo i siti migliori offrono il servizio di consegna in casa e montaggio.

soggiorno in stile contemporaneo nei toni neutri, con divano beige e cuscini marroni

E la mia esperienza qual è? 

Onesta verità: mi piace molto comprare online quando possibile. Innanzitutto perché risparmio un sacco di tempo, secondo perché spesso trovo elementi che nei negozi sarebbe difficile trovare. O comunque lo troveresti, ma dopo aver girato mezza Italia – e quindi tanto vale. 

Alla fine, se ci pensi bene, anche nei negozi di arredi fisici non puoi vedere tutti i pezzi che ha a catalogo quella determinata azienda. Sì, puoi vedere i campioni dei materiali, ma spesso solo quello o puoi vedere un arredo simile a quello che vorresti prendere.

Si tratta quindi di diffidenza mentale spesso, perché si cambia il modo di procedere, rispetto a come si è sempre fatto fino a quel momento. 

Io personalmente per casa nostra ho comprato diversi elementi: la consolle da pranzo, le sedie, i mobili da bagno… Quindi sì, per me è un deciso sì. Ovviamente come dicevo all’inizio: solo fidandomi di siti conosciuti e riconosciuti anche a livello generale dagli altri acquirenti. E soprattutto, mi piace preferire siti italiani che vendono per la maggior parte Made in Italy.

Arredamento in vendita online: gli darai una possibilità? 

Arrivati a questo punto una domanda è d’obbligo: hai mai comprato online o comprerai? Se hai già acquistato online, come è la tua esperienza? 

Cosa hai imparato che metterai in pratica la prossima volta? Tu leggo con curiosità!

L’articolo Arredamento in vendita online. Guida pratica all’uso sembra essere il primo su .

27 Settembre 2023 / / VDR Home Design

Decorare la parete del salotto: una domanda che lascia sempre tanti dubbi e poche risposte. Ti mostro 5 idee semplici ma d’effetto.


E’ uno dei punti più comuni quando si sta arredando casa.

Scelto il divano (dopo mille giri per negozi di tutta Italia) posizionato sulla parete prescelta, guardi la scena e ti senti perso.

La parete così anonima ti fa sentire un po’ perso nel vuoto. E’ normale che così tanto spazio rimanga senza nulla? Non è che poi il divano (che è anche costato parecchio) non risalta?

Può sembrare una decisione semplice o superflua, ma quando si cerca di arredare casa con un senso, tutto conta.

Conosco bene l’ansia da parete vuota e per questo voglio aiutarti, mostrandoti alcune idee per dare rilievo alla parete del tuo soggiorno.

Cominciamo.

decorare la parete del salotto con mensole per libri e quadri, sopra ad un divano grigio
progetto Vdrhomedesign

Decorare la parete del soggiorno: le basi da cui partire

Ho cominciato dicendo “la parete del soggiorno”, ma in pratica cosa vuol dire?

Come avrai sentito spesso raccontare, in ogni stanza dovrebbe esserci la parete protagonista, quella cioè che cattura l’attenzione appena entrati.

Può essere quella che si vede subito appena varcata la soglia, ma può anche essere quella su cui c’è un pezzo d’arredo speciale e che va messo al centro dell’attenzione.

Di solito quando si parla di soggiorno, questa parete è quella del divano.

Sì, lo so che alla fine in termini pratici, è la televisione la protagonista del nostro tempo (e spazio), ma a meno che tu non abbia una sala cinema, la televisione non dovrebbe essere l’elemento intorno a cui gira l’arredamento.

Il (o i) divano è invece un pezzo d’arredo che invita alla conversazione e al riposo, ma anche ad attività come la lettura (o tante avventure immaginarie, se ci sono bimbi in casa).

Ed è quindi corretto che la parete contro cui il divano si trova, sia anche la parete che catalizzi l’attenzione.

Quindi, definito di quale parete ti voglio parlare oggi, voglio anche darti una piccola regola di composizione, se così vogliamo dire.

Cioè: quanto spazio sopra al divano va occupato, con quello che si deciderà di mettere a parete?

La regola dice che va occupato uno spazio pari ai due terzi della larghezza del divano. Se hai un divano largo due metri, allora dovrai occupare circa 130 cm (in larghezza). In altezza dipende: se metti delle librerie o delle mensole, vai in altezza fin quando ti è praticamente comodo per recuperare gli oggetti.

Se metti dei quadri, lascia almeno 40 cm dal soffitto. Giusto per non far sembrare ingolfato lo spazio.

Ora che ci siamo con le regole basic, ti starai chiedendo: ok ma che ci metto sopra a sto divano?

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Quadri e specchi: l’idea senza tempo adatta ad ogni stile (e budget)

Questa è proprio l’idea più semplice e più effettiva per decorare la parete del salotto.

Una gallery wall composta solo da stampe e poster oppure intervallata da specchi, vecchi piatti da collezione o altri elementi particolari che puoi trovare nei mercatini di antiquariato.

Puoi decidere di comporre la parete con tanti quadri, di dimensioni diverse, o metterne solo due molto grandi (70 x 100 cm, ad esempio).

Il tema della composizione dipende dal tuo stile e da quello di casa tua, da quello che ami e da quello che vuoi raccontare. Può essere una gallery wall con foto in bianco nero di te e della tua famiglia, così come una raccolta di cimeli dei tuoi viaggi.

Quello che rende tutto coerente sono i colori che sceglierai per la composizione (sì, dovrà essere omogenea nei colori, non puoi usare tutto lo spettro dei colori visibili), al massimo due o tre, e la forma della composizione stessa.

Tanti oggetti delle stesse dimensioni disposti secondo uno schema geometrico, oppure tanti elementi di diverse dimensioni, disposti secondo allineamenti vari (a bandiera, a croce, allineati in basso…).

L’importante è che non sbordino oltre il divano e che non arrivino fino al soffitto. Cioè che occupino uno spazio ben definito che serva per puntare al vero protagonista dello spazio, facendolo emergere e completandolo.

parete del salotto decorata con composizione di quadri in bianco e nero
decorare la parete del salotto, sopra il divano bianco, con specchi, piante e poster

Se ti manca spazio, opta per delle mensole sopra il divano

C’è stato un tempo in cui se pensavo alle mensole, mi sembravano una scelta banale. Mi dicevo “per mettere due mensole sono capaci tutti, non è che devo arrivare io come interior designer a dirlo”.

Non era questo il punto però. Il punto è trovare l’elemento giusto, da disporre nel modo giusto per creare spazio utile dove prima non c’era.

Di mensole ce ne sono moltissime, di forme e dimensioni diverse. A forma di cubo, con staffe o senza, componibili. Ti permettono di disegnare lo spazio, creando schemi più o meno complessi (anche ad angolo, se hai uno spazio così) in cui incorniciare il divano.

Ora come ora mi diverto a trovare mensole complesse, magari in un sistema di arredo che integri diverse lunghezze e profondità, così come diversi schemi di aggancio a parete.

Puoi anche mescolare gli elementi ed unire due mensole su un lato, con dei quadri sull’altro. Sicuramente si tratta di una composizione più ricercata, soprattutto se sei indeciso sul da farsi.

decorare la parete del salotto con mensole per esporre oggetti  e libri

Decorare la parete del salotto con il verde stabilizzato (o altri decori che vuoi)

Cosa è il verde stabilizzato?

Difficile che tu non lo abbia visto almeno una volta, perché si tratta di elementi di arredi e/o decoro nel quale sono presenti determinate tipologie di piante, che vengono rese stabili riducendone al minimo le esigenze di cura.

Vengono inserite in cornici di legno o arredi vari a creare complementi e accessori di design.

Un’azienda che mi piace e apprezzo molto è Neh Italia, che realizza una vasta gamma di accessori e arredi. Mettere dei quadri di muschio stabilizzato in soggiorno è una scelta sicuramente originale, ma anche ecosostenibile. Spero prima o poi di riuscire a inserirlo in qualche progetto.

Se però vuoi qualcosa di decorativo ma meno impegnativo, via libera a quello che ti piace e risuona nel tuo stile.

Trovo che da Maisons du Monde ci siano molte alternative decorative che si prestano bene: piatti in metallo, piatti in rattam, elementi in ceramica… devi solo scegliere quello che va bene per te.

Queste sono solo alcune idee possibili: ora tocca a te

Come sempre nel mio blog, mi piace spiegarti cosa sia possibile fare per aprirti delle possibilità e farti vedere quante vie ci sono.

Ma non sono mai le uniche scelte possibili per decorare la parete del salotto, anzi. L’arredo di casa è composto da tanta parte pratica, ma non solo. C’è anche molta parte estetica, estrosa e un po’ leggera che è quella che rende così speciale questo lavoro.

Spero che con queste prime idee ti sia aperto un mondo di possibilità e che finalmente comincerai a vedere le pareti del tuo soggiorno come alleate e non come nemiche.

Sono curiosa di sapere cosa sceglierai di fare.

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30 Agosto 2023 / / VDR Home Design

Cementine moderne: dalla loro origine, fino alle produzioni attuali, tutto quello che devi sapere prima di sceglierle per casa tua.


Quante volte ti è capitato di voler entrare in uno di quegli appartamenti storici, di fine ‘800, solo per scoprire se a pavimento ci fossero le cementine

Le cementine: un rivestimento rimasto nell’ombra (e nel dimenticatoio) per tanti decenni, perché non se ne conosceva la storia e il loro valore (storico e artistico). 

Da parecchi anni ormai le cementine moderne sono diventate un must have in tutte le case, perché donano immediatamente carattere e colore. 

Quelle che vediamo oggi non sono le cementine “vere”. Spesso si tratta di piastrelle in ceramica, che riproducono l’aspetto delle cementine originali. 

Qual è la storia delle cementine però? 

Partiamo dall’inizio per imparare davvero ad apprezzarle.

cementine moderne nei toni dell'azzurro, del blu e del giallo

Qual è l’origine delle cementine? Qualche accenno della loro storia

La storia delle cementine comincia tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, a cavallo di quel periodo così intenso che ha traghettato la nostra società nell’epoca industriale contemporanea.

Tra stile liberty, rivoluzione industriale avanzata e grandi migrazioni da sud a nord Italia, tutto era in cambiamento. 

C’era bisogno di tante case, ma non si poteva usare tutto il suolo libero (troppo prezioso per l’agricoltura): via alle costruzioni in altezza. 

Le periferie delle città si riempiono di famiglie e persone, che spesso non potevano permettersi molto altro oltre agli arredi più importanti. Figuriamoci quadri e tappeti.

Ed è qui che le cementine (perché prodotte con il cemento Portland) entrano in scena: piastrelle dal nome un po’ operaio, che andranno a sopperire quell’aspetto decorativo che non poteva essere comprato. 

Con i loro decori a mano erano in grado di far apparire tappeti, quadri e illusioni ottiche anche nelle case più semplici, declinando a livello quotidiano lo stile liberty che era tanto in voga in quegli anni. 

cementine quadrate beige per bagno con vasca
Ref. 36642515 Piastrella per rivestimenti in ceramica sp. 6.1 mm. Paris beige

Come erano realizzate le cementine originali? Scopriamone le caratteristiche 

Come dicevamo poco più su, le cementine erano prodotte con il cemento Portland, utilizzato per la realizzazione di calcestruzzo e di grande produzione con la rivoluzione industriale. 

La composizione delle cementine (così come le graniglie) è formata da una base di sabbia e cemento (circa 2 cm) e da un agglomerato di frammenti di marmo, mescolato con cemento e ossidi naturali. 

Qual è la differenza tra graniglie e cementine quindi? 

La differenza è data dalla grandezza dei frammenti (la granulometria). Nelle graniglie infatti, i frammenti nel cemento sono piuttosto grandi e ben visibili, mentre nelle cementine c’è la “pastina”, cioè uno strato superficiale di cemento, sabbia finissima e ossidi di ferro.

Un’altra differenza era il trattamento finale. Le cementine non erano levigate e lucidate, ma trattate solo con olio di lino, che aveva funzione idrorepellente e antimacchia. 

Erano economiche le cementine quindi, ma anche pratiche da montare (con la posa a toppa) e davano il giusto equilibrio tra robustezza e piacevolezza estetica. 

Con i loro decori a mano che riprendevano i fregi e le greche, i loro formati quadrati o esagonali (da 20 x 20 cm o 25 x 25 cm), entrarono in tantissime case dell’epoca.

Le possiamo ammirare non nelle case aristocratiche o nobili, ma in quelli che erano palazzi del popolo, in cui ci sono stati restauri intelligenti, che hanno permesso a queste cementine vintage di arrivare fino a noi. 

cementine moderne blu e gialle, stile Vietri, per paraschizzi cucina
Ref. 82985147 Piastrella per rivestimenti in bicottura decorato sp. 8 mm. Decoro Vietri azzurro

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E le cementine moderne come sono? Una panoramica alla scelta

La scelta di portare in casa le cementine è quanto mai frequente. Con i loro colori e decori ci fanno venire voglia di creare almeno una stanza della casa con il loro carattere deciso ed eclettico.

Si possono mettere come paraschizzi in cucina, nella parete della doccia in bagno, oppure in soggiorno, per creare un punto focale interessante e diverso dal solito. 

Le possibilità di scelta sono davvero moltissime, sia a livello estetico che di prodotto. 

C’è da dire che le cementine moderne sono diverse da quelle originali, perché si tratta spesso di piastrelle in gres porcellanato che riprendono i decori dei secoli passati. 

È più raro trovare delle cementine prodotte come da tradizione, e la differenza si vede soprattutto nei costi. Si può andare dai 100 euro al metro quadro, scendendo fino alla metà del prezzo per cementine che in realtà sono piastrelle normali.

cementine moderne per Bagno
Ref. 82482676 Piastrella per rivestimenti in grès pasta rossa decorato sp. 8.8 mm. Calabria multicolore

A livello estetico la differenza c’è, perché quelle realizzate secondo tradizione sono rivestimenti artistici, che mantengono ancora l’imperfezione propria di qualcosa fatta a mano. 

Quelle in gres permettono di abbattere i costi e avere meno problemi in caso qualche pezzo si dovesse rompere nel tempo, garantendo anche una più facile sostituzione. 

Tra quelle di produzione moderna bisogna fare differenza tra le piastrelle in monocottura e quelle in bicottura.

Con il processo di monocottura, il supporto e lo smalto della piastrella vengono cotti nello stesso momento, rendendo questi rivestimenti adatti agli interni, e soprattutto per i pavimenti. 

Con il processo di bicottura invece, viene prima cotto il supporto e poi lo smalto. Questo permette di avere più decori ed effetti cromatici, con colori brillanti e speciali. I rivestimenti in bicottura sono più delicati della monocottura e quindi adatti alle pareti e non ai pavimenti. 

Abbinamenti e usi delle cementine moderne. Via libera alla creatività

Dato il loro carattere altamente decorativo, le cementine non si prestano ad essere posate ovunque in casa. Per farle splendere e farle notare in casa, bisogna valutare bene dove le si vuole mettere. 

Sicuramente abbinate a rivestimenti in tinta unita e meglio se chiare, le cementine saranno le prime che si vedranno nella stanza.

Stanno molto bene abbinate a parquet chiari, con transizioni senza soglie ma semplicemente sfumando un materiale nell’altro (e qui attenzione a chi ti rivolgi. Fai fare questo lavoro a chi ha tanta esperienza e sensibilità). 

Per trovare il colore tinta unita da abbinare alle tue cementine, parti dai colori stessi delle cementine. Di solito hanno un bianco panna, un grigio chiaro o un azzurro pastello al loro interno. Questi sono ottimi colori neutri da usare come base per il resto delle superfici. 

Eviterei piastrelle e rivestimenti 3d in abbinamento alle cementine, perché si andrebbero a sovrapporre rivestimenti importanti che si ruberebbero la scena a vicenda. 

Cementine in casa si o no: a te la scelta!

Dipende molto anche dallo stile che ti piace e che hai. Le cementine potrebbero non essere la scelta migliore se ti piace il minimal o lo stile nordico ad esempio, ma si abbinano bene a contesti industriali e rustici. 

Possono riempire una stanza un po’ anonima, oppure una stanza con pochi elementi. 

Tu sei per le cementine si o no? Se sei indeciso e non sai cosa fare, scrivimi. Troveremo la strada giusta insieme. 

L’articolo Un tuffo nel passato con le cementine moderne: stile retrò e design contemporaneo sembra essere il primo su .

29 Giugno 2023 / / VDR Home Design

Come scegliere i faretti Led ad incasso? Con il post ti oggi passiamo in rassegna i punti più importanti da conoscere per una scelta corretta


I faretti al Led a incasso sono ormai una costante per l’illuminazione delle nostre case, eppure sul mercato le tipologie proposte sono veramente tantissime; con questo articolo faremo un piccolo ma esaustivo focus di questi dispositivi per l’illuminazione del nostro appartamento.

scegliere i faretti Led incasso per la camera da letto in stile industriale e minimal

Cosa sono i faretti a Led da incasso?

I faretti Led incasso permettono di illluminare un ambiente in modo uniforme e con una certa eleganza; tutto ciò è possibile grazie alla particolare concentrazione della luce (luce direzionale) che questa tecnologia offre.

Spesso, quando parliamo di faretti Led, la migliore soluzione estetica è l’installazione di questi nel controsoffitto al posto dei normali faretti a lampada. Il risultato finale sarà un ambiente minimale ma, allo stesso tempo, molto sobrio e perfettamente illuminato.

cucina con isola in rovere e laccato bianco con controsoffitti e led a incasso

Scegliere i faretti a incasso: quali considerare?

Diciamo subito che i faretti possono essere divisi in tre tipologie e la nostra scelta dipenderà sostanzialmente dal nostro gusto e dalle caratteristiche della nostra stanza:

  • faretti in gesso: la luce esce direttamente dal controsoffitto, in quanto la struttura dei faretti è nascosta al suo interno;
  • faretti con diffusore di design: il led è avvolto da una cornice e in questo caso si cerca il compromesso tra illuminazione e oggetto di design;
  • faretti con ghiera esterna: sono la soluzione ideale nel caso si cerchi l’abbinamento con l’arredamento della casa.

Ovviamente i Led si differenziano anche per dimensioni:

  • piccoli, diametro fino a 10 cm;
  • medi, diametro dagli 11 ai 15 cm;
  • grandi, diametro superiore ai 16 cm.
camera da letto in stile orientale con led ad incasso nel cartongesso

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Dove installare i faretti?

Se parliamo di abitazioni, occorre innanzitutto dire che la nostra scelta ricadrà sui faretti di piccole dimensioni.

Successivamente andremo a considerare la forma; qui potrete sbizzarrirvi in quanto questa dipenderà non soltanto dal vostro gusto, ma anche dall’ambiente nel quale andrete ad inserire il Led, forme poligonali saranno preferibili negli ambienti della cucina mentre quelle circolari per gli ambienti living.

Vantaggi da prendere in considerazione

Questa tecnologia ha sicuramente tantissimi vantaggi e in questo articolo ne vedremo soltanto alcuni (siamo sicuri che da soli, una volta installati, ne saprete trovare certamente altri):

  • design: rispetto alla struttura dei vecchi lampadari, i faretti al led offrono una maggior possibilità di personalizzazione che va incontro a praticamente ogni ambiente;
  • risparmio energetico: i faretti Led mantengono i consumi bassi;
  • capacità di illuminazione: offrono una maggiore copertura dell’area in cui vengono installati e questo permette di non lasciare zone d’ombra. Inoltre, tranne molti modelli di faretti in gesso, spesso sono orientabili e dunque si può dirigere il fascio luminoso nella direzione che preferiamo;
  • qualità della luce: il Led permette di restituire i colori in maniera inalterata;
  • durata: rispetto alle normali lampadine ,il Led ha una vita media di molto superiore;
  • color changing temperature: in un’unica lampadina è possibile avere tutti i colori e tutte le tonalità di luce disponibili (color changing temperature);
  • domotica: la funzione spiegata sopra può essere attivata da un semplice telecomando, da un’app sul cellulare o anche dai principali dispositivi di domotica in commercio.
soggiorno in stile moderno con camino e led a incasso

Che colore di luce scegliere?

Questo parametro è molto soggettivo, in quanto dipende dall’ambiente nel quale andremo ad installare il nostro faretto. Possiamo distinguere tre tonalità di luce:

  • luce calda: utilizzeremo questa tonalità per ambienti quali camera da letto, sala da pranzo e soggiorno in quanto permette di creare un ambiente che sia intimo e accogliente;
  • luce fredda: perfetta per chi deve studiare. E’ una luce di colore bianco-azzurrino che permette di vedere in maniera più nitida gli oggetti; la utilizzeremo per laboratori, garage, studio;
  • luce naturale: di colore bianco neutro, non altera i colori e quindi andremo ad utilizzarla nel bagno o nella cucina.

Questa è soltanto una piccola guida volta ad aiutare nella scelta dei faretti led incasso giusti per l’ambiente di casa. Occorre dire che c’è tanto altro da aggiungere e che queste sono soltanto le informazioni principali per potersi orientare nella scelta.

L’articolo Come scegliere i faretti Led incasso giusti per il tuo ambiente sembra essere il primo su .

10 Giugno 2023 / / VDR Home Design

Divano Chesterfield: scoprirne la storia, le caratteristiche e i consigli di stile per integrare questa icona di design nel tuo soggiorno. 


Se c’è un divano che è sinonimo di eleganza e sofisticatezza, quello è di sicuro il Chesterfield. 

Con la sua forma, i materiali di cui è composto e i secoli di storia che lo precedono, è un’icona. Un simbolo di determinati ambienti e contesti, che ci parlano di Inghilterra, nobiltà e raffinatezza

Con l’avvento dell’industria e dell’abbattimento di differenze di costi, anche questo tipo di divano è diventato un oggetto di “massa”, nel senso che oggi è più facile potersi permettere un divano di questo tipo. 

Come possiamo essere sicuri che ci troviamo di fronte ad un divano Chesterfield di qualità? 

Nel post di oggi tocchiamo un po’ di punti fondamentali, per non farci fregare. 

Cominciamo.

divano Chesterfield in pelle bianca in soggiorno in stile classico con marmo e oro
VAMA Divani

Divano Chesterfield: chi lo ha inventato?

Questa domanda è più che lecita, visto che di informazioni in merito non ce ne sono tante. 

La prima poltrona Chesterfield ha visto la luce a Londra, in un laboratorio di un artigiano. La richiesta per una poltrona così speciale era arrivata da Lord Philip Stanhope, conte di Chesterfield (ecco da dove arriva il nome), che era alla ricerca di una poltrona dalla morbida imbottitura, che non gli sgualcisse la divisa quando sonnecchiava sopra la sua poltrona. 

Quindi il nome della poltrona (e dei divani) deriva dalla proprietà terriera del conte e non dal luogo in cui venne prodotta. 

Altra curiosità: poltrone e divani Chesterfield erano sedute di servizio. Non erano destinate ad arredare i salotti di rappresentanza, ma le stanze appartate di servizio, in cui si riposava. Solo in seguito è diventata simbolo di aristocrazia e lusso. 

E avevano anche le rotelle (con la struttura in legno a vista nella parte inferiore): così era più semplice spostarle dove servivano, soprattutto dato il peso imponente di queste poltrone.

Dormeuse Chesterfield Vama Divani

Bottoni, pelle di qualità e forme inusuali: le caratteristiche di un divano Chesterfield di qualità

Quali sono gli elementi che ti vengono in mente se pensi ad un divano Chesterfield? 

Sicuramente i “bottoni”, cioè la tecnica del capitonné. A cosa servono questi bottoni? 

I bottoni, disposti in una rete di rombi o quadrati (chiamati dame), servono a dare tensione alla pelle, per evitare sgualciture, ma anche per evitare che l’imbottitura sottostante si sposti (creando bozzi tutt’altro che comodi). Si unisce una tecnica antica ma sempre efficace, con un risultato estetico davvero di pregio.

Anche la forma, che ricorda un po’ la testa di un ariete: i braccioli rotondi e imbottiti rimandano proprio a questo animale (soprattutto nella versione club), enfatizzando ancora di più la maestosità di questa poltrona. Infine il rivestimento in pelle: non c’è dubbio che questa sia praticamente l’unica scelta possibile di finitura per un divano di questo tipo. I colori originali erano verde bottiglia e cuoio rosso scuro: colori forti e d’impatto, che si integravano perfettamente nei salotti di fine ottocento.

divano e poltrone Chesterfield in biblioteca in stile country Inglese

Come è fatto un divano Chesterfield? Gli elementi immancabili per una qualità duratura

Siccome il divano Chesterfield è praticamente uno stile a sé stante, è bene ricordarsi quali sono le caratteristiche tecniche immancabili. 

Se decidi di investire in un pezzo del genere conviene sapere bene cosa cercare e valutare, per rivolgersi ad artigiani con esperienza in questo campo. 

La struttura del divano deve essere realizzata in legno massello, di solito abete o faggio, per dare resistenza ma anche flessibilità al divano stesso. Scappa se senti parlare di truciolare o materiali simili: la resistenza è imparagonabile. 

Le sospensioni di questi divani sono di solito realizzate con molle biconiche e cinghie di juta, legate a mano come facevano gli artigiani dell’800 (le sospensioni di una volta). Ma ci sono anche delle cinghie elastiche di nuova generazione, ad alta resistenza, che mantengono la seduta flessibile e confortevole, attualizzando questo tipo di divano ma mantenendo intatte le tradizioni.

soggiorno in stile eclettico con cuoio marrone e parete boiserie blu petrolio

E l’imbottitura? 

Sui materiali c’è un po’ di confusione: gommapiuma, poliuretano espanso o resina espansa

In realtà questi tre materiali sono identici: usiamo tre diverse parole per descrivere la stessa cosa. Cioè un materiale plastico (per dare una definizione molto molto sintetica) che esiste in diverse rigidità. La differenziazione della rigidità delle imbottiture si trova nei divani di medio-alta qualità in stile moderno, ma quando parliamo di divano Chesterfield la parola d’ordine è indeformabilità principalmente. 

Per rendere ben tesa la lavorazione capitonnée dello schienale, il poliuretano dovrà essere rigido, quindi con una densità maggiore rispetto a quello che si usa per i cuscini della seduta. Un perfetto abbinamento di resistenza ma anche confort. 

Infine, il rivestimento: il classico dei classici è la pelle, di solito primo fiore (quindi alta qualità). Oggi ne puoi trovare in tutti i colori (non solo i classici colori che abbiamo visto prima) e con differenti tipologie di pellami. 

Volendo puoi averlo anche in finta pelle o tessuto, anche se non sono scelte così usuali, soprattutto se pensi al tipo di divano di cui parliamo. La bellezza e l’imponenza di un pezzo di questo tipo sta anche nella scelta del rivestimento: è vero che la pelle è costosa e va trattata con attenzione, ma ti ripaga con la qualità estetica e di durata nel tempo. E non è finita qui: sai quante variazioni di Chesterfield ci sono? C’è il Bergère (a schienale alto), c’è la dormeuse, c’è il Winchester… prova a dare un occhio e scopri quale ti piace di più.

Divano Chesterfiled in cuoio marrone in soggiorno in stile industriale con parete di mattoni

Chesterfield: un’icona di stile senza tempo per casa tua

A questo punto hai tutti gli elementi di base per capire come riconoscere un divano artigianale Chesterfield da uno più industriale. 

Comprare un pezzo di questo tipo è un investimento anche nel tempo, perché si tratta di un elemento che prescinde il passare degli anni e le mode. E’ un simbolo artigianale, che ha cambiato lo stile e che continua a darci messaggi che oltrepassano i secoli. 

Si tratta di un acquisto anche emozionale, per cui vale la pena di fare uno sforzo, se senti che ti rispecchia e che riflette casa tua e il tuo stile di vita. 

Quale divano Chesterfiled compreresti per casa tua? Ti leggo nei commenti!

L’articolo Divano Chesterfield: un classico reinventato per adattarsi a ogni arredamento sembra essere il primo su .

2 Giugno 2023 / / VDR Home Design

Condizionatore casa: che differenza c’è con il climatizzatore? Di che potenza? Cosa sapere prima di acquistare? Ecco la guida che aspettavi.


Come tutti gli anni, si avvicina quel periodo dell’anno tanto atteso ma anche tanto temuto: l’estate. 

Ovviamente non la viviamo tutti nella stessa maniera, perché in alcune parti d’Italia e del mondo l’estate è una stagione calda sì, ma non terribile come lo può essere nel Nord Italia. 

Non tutti vivono con un tasso di umidità folle, che fa sembrare di essere costantemente sotto acqua, senza possibilità di respirare (beati voi). Però per chi come me abita in queste zone e non è molto amica del caldo esasperante, ci sono poche soluzioni per sopravvivere. 

Munirsi di condizionatore (o climatizzatore). 

Che non sono la stessa cosa (lo sapevi?).

Nel post di oggi passiamo un po’ in rassegna alcune caratteristiche da conoscere prima di acquistarne uno e alcuni punti chiave da tenere sempre a mente. 

Partiamo.

condizionatore casa portatile per camera da letto in stile scandi

Condizionatore o climatizzatore: qual è la differenza?

Premetto che anche io per tantissimo tempo ho usato le due parole come sinonimi, un po’ come se fossero la stessa cosa. 

Ho scoperto poi, solo recentemente, che non è così. 

Per molti anni (e se ci ripenso ora non so come ho fatto) non ho avuto né uno né l’altro, perché non c’erano soldi a sufficienza per studiare un impianto per una casa un po’ datata e anche un po’ problematica. 

Mi sono affacciata all’oscuro (per me) mondo della climatizzazione solo con la casa nuova, che era già dotata di un impianto. E ho scoperto che quello che abbiamo noi è un climatizzatore

Cioè? 

Il climatizzatore permette di controllare la temperatura dell’aria, la velocità di ricircolo dell’aria, così come il controllo dell’umidità. A breve scenderemo meglio nei dettagli per capirci qualcosa in più una volta per tutte. 

Il condizionatore, invece, rinfresca l’aria dando la possibilità di regolarne la velocità, ma senza poter impostare la temperatura. Non permette di regolare l’umidità dell’aria, né il suo circolo e distribuzione. E non può migliorare neanche la qualità dell’aria, perché ha filtri più semplici di un climatizzatore. 

Insomma, il condizionatore permette di cambiare la temperatura di una stanza, ma con un funzionamento molto più semplice. 

Climatizzatore dual split
BLOMBERG – Kit Dual BLGMPO 181/BLIMPI 120/BLIMPI 090-Bianco

Condizionatore casa: cosa guardare prima di acquistare?

Ora che abbiamo visto la differenza che c’è tra i due elementi, possiamo passare al lato più pratico. 

Cosa bisogna sapere prima di comprare? 

L’acquisto di un climatizzatore, infatti, comporta anche una certa spesa, soprattutto se gli ambienti da raffrescare sono tanti e ampi. O se ci si trova in case o condomini con vincoli storici e/o paesaggistici. 

Sicuramente il primo punto a cui pensare è quello che abbiamo appena visto. Ti può bastare un condizionatore, perché magari ti serve in una seconda casa, per cui non hai bisogno di chissà che prestazioni? 

Oppure ti serve per l’ufficio o casa tua, quindi hai bisogno sia del raffrescamento, che della pompa di calore, che del deumidificatore? 

Rispondendo a questa prima domanda potrai ridurre le opzioni e focalizzarti sulla categoria che più ti interessa.

condizionatore casa unità esterna
OLIMPIA SPLENDID – UNICO AIR 10 HP EVA-Bianco

Quanta potenza ti serve per raffrescare?

Domanda molto importante e spesso sottovalutata (soprattutto se acquisti in autonomia senza nessun parere tecnico). 

Sapere quante stanze (e quindi quanti metri quadri) hai bisogno di climatizzare è fondamentale. 

La potenza dei climatizzatori si misura in BTU (British Termal Unit) ed esprime la capacità di raffreddamento dell’apparecchio in un’ora. Come si calcola? 

Moltiplicando 340 per i metri quadri della stanza. 

Quindi, per una stanza di circa 25 mq, servirà un impianto di circa 9.000 BTU, per una stanza di 40 mq ne serviranno 12.000 e così via. 

Oltre alle dimensioni della casa, va tenuto conto anche dell’età della casa (quelle più antiche sono meno performanti a livello tecnico, con più dispersioni di caldo e freddo) e della sua esposizione. Case più esposte al caldo o al freddo richiederanno più energia per essere portate a temperatura, per cui bisognerà capire bene che tipo di potenza si vuole adottare.

condizionatore monosplit 12000 BTU
SAMSUNG – Kit F-AR 12M Climatizzatore monosplit

Ad esempio, le zone giorno e gli uffici sono le aree più calde, per cui richiederanno più potenza (soprattutto se frequentate da molte persone) per essere raffrescate. 

Per la zona notte potrebbe bastare un impianto meno potente, perché in genere anche se calda, ha già una temperatura più bassa portata dalla notte. 

Attenzione ovviamente anche all’efficienza energetica del condizionatore di casa. Questo porta ad un maggior consumo di energia, quindi se non vuoi rimanere fregato in bolletta, meglio sceglierne uno con una classe energetica alta (A o superiore). 

Cosa vuol dire climatizzatore inverter?

I climatizzatori inverter regolano costantemente la temperatura interna della stanza. 

Quando lo accendi, il climatizzatore partirà alla massima potenza, in modo da arrivare alla temperatura scelta nel minor tempo possibile. 

Una volta fatto, diminuirà di potenza, per mantenere stabile la temperatura, rimanendo sempre acceso. 

I climatizzatori on-off invece, si spengono quando la temperatura è raggiunta e si riaccendono quando la temperatura comincia a rialzarsi. Questo crea continui sbalzi termici e consumi più alti. 

Decisamente meglio sceglierne uno della prima categoria.

condizionatore di design per casa
AKAI – Condizionatore Monosplit MISTRAL9032K-TL-Bianco

Altri dettagli da non trascurare per l’acquisto del condizionatore

L’argomento climatizzazione come vedi è molto ampio e meriterebbe più di un post. L’obiettivo però non era sbrodolarti qui un milione di informazioni per farti avere un po’ di paura e confusione, no. 

L’obiettivo è quello di renderti un po’ più consapevole delle tue scelte, anche in funzione della spesa economica. 

Ci sono quindi alcune altre cose che secondo me meritano attenzione:

  • capire se ti basta un condizionatore monosplit (quindi motore esterno e un solo split – unità dentro casa) o se te ne serve uno multisplit (nel caso di più stanze lontane tra loro o molto grandi) 
  • capire se abiti in una casa o condominio con particolari vincoli paesaggistici o storici. In molti condomini d’epoca infatti, i motori esterni sono vietati. In questo caso ti conviene scegliere un climatizzatore senza unità esterna (sì sì, hai capito bene, esistono anche così) 
  • valutare anche la rumorosità del motore esterno. Alcune macchine sono davvero molto rumorose (devi vedere l’etichetta energetica per questo) e potrebbero non essere adatte in alcune zone della città
  • valutare se ti basta un climatizzatore che raffresca e basta o se lo vuoi anche con pompa di calore (per riscaldare durante le mezze stagioni), deumidificatore e purificatore d’aria
condizionatore casa in stile industrial

Condizionatore casa: sei pronto per l’acquisto? 

Siamo quasi alla fine di questo post e potrei dire che le informazioni necessarie ci sono tutte. Ce ne sarebbero moltissime altre di cui parlare, ma per cominciare a prendere confidenza con l’argomento è abbastanza. 

Ci sono ancora alcuni punti da tenere a mente. Quando utilizzi il climatizzatore, non esagerare con lo sbalzo termico. Sono sufficienti 5° gradi in meno rispetto alla temperatura esterna per stare bene. 

Anzi, in alcuni casi potrebbe addirittura bastare la funzione deumidificatore

Esagerando con gli sbalzi tra interno ed esterno rischi di soffrire sempre di più il caldo, rendendo magari ineffettivo l’uso del climatizzatore. Per non parlare dello spreco a livello energetico (e di soldi). 

Ricorda anche che le macchine devono essere mantenute pulite e i filtri vanno cambiati nel tempo, per evitare di annullare i benefici che gli impianti ci apportano.

Ora a te: quale sarà la tua scelta per quest’estate (e le prossime?)

L’articolo Condizionatore casa: cosa considerare e come fare la scelta migliore sembra essere il primo su .

28 Marzo 2023 / / VDR Home Design

Lettini prendisole di design: quali sono i materiali e le caratteristiche di cui tenere conto? Nel post le informazioni da conoscere.


Ci siamo. 

Il tempo delle giornate lunghe e piene di luce e di caldo è (quasi) alle porte. Come ogni anno, se ancora non hai sistemato (come me del resto) il tuo spazio all’esterno, è ora di fare il punto e prendere qualche decisione. 

Arredare uno spazio esterno (che sia un terrazzo o un giardino) sembra più facile ed immediato dell’arredare uno spazio interno, ma è solo un’idea – ed anche piuttosto sbagliata. 

Ci sono diversi fattori di cui tenere conto, partendo dalle attività che si andranno a svolgere all’esterno, finendo per i vari elementi di arredo da considerare. 

Tra questi ci sono i lettini prendisole: elemento essenziale per godersi le belle giornate. 

Quale scegliere? Un modello tradizionale o di design? E in che materiali? 

Ti voglio aiutare con alcuni consigli.

Arredare uno spazio all’aperto: da dove cominciare

Prima di partire a razzo comprando arredi a caso, è bene fermarsi a ragionare su alcuni punti. 

Primo: che tipo di spazio hai? Le dimensioni di un terrazzo o di un giardino sono praticamente il punto chiave intorno a cui progettare tutto. Più è piccolo lo spazio e più bisognerà decidere quali attività svolgere all’aperto e di conseguenza quali arredi prendere. 

Se hai un piccolo balcone o un piccolo giardino potresti avere spazio per un tavolo da pranzo pieghevole o allungabile, un piccolo armadio contenitore e un lettino prendisole. 

Meglio optare per elementi richiudibili, di modo da toglierli di mezzo in inverno o quando c’è bisogno di più spazio. L’esposizione è un altro fattore chiave: quanto sole (ma in generale quali fattori atmosferici) ricevere il tuo spazio all’aperto? Sei attaccato alle case di altre persone, quindi devi limitare un po’ i rumori o sei in mezzo alla natura e puoi fare quello che vuoi?

Dopo queste prime (ma importanti) considerazioni, puoi cominciare a definire quanto spazio effettivamente ti serve per le diverse attività. Ad esempio: se vuoi dedicare il tuo spazio esterno ai pranzi e alle cene con amici e parenti, devi considerare che un tavolo da pranzo come minimo occupa 80/90 cm di larghezza per 120/140 cm di lunghezza. A questo dovrai considerare 60/70 cm tutto intorno al tavolo per spostare le sedie e muoversi agevolmente

Lo spazio per pranzare si riduce notevolmente se opti per un piccolo tavolo tondo o quadrato per due persone, da 80 cm di diametro (se tondo) o da 80 x 80 cm se quadrato. 

Lo stesso ragionamento si applica a tutte le altre attività che potrai aggiungere: uno spazio per divani e poltrone, uno spazio per i lettini prendisole… 

Fai bene i tuoi calcoli di modo da essere pronto per decidere cosa acquistare.

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Lettini prendisole di design: perché vale la pena sceglierli?

Se mi conosci e mi segui da un po’, sai che non sono per l’estetica a tutti i costi – e poi chissenefrega se è scomodo o inutile. 

No. 

Il mio motto è sempre “funzione con estetica”, perché altrimenti ti ritrovi a maledire te (o chi per te) ha speso soldi per quell’arredo che non ti ricordi neanche più perché avevi voluto comprarlo. 

A maggior ragione quando si parla di arredamento di spazi esterni: qui le prestazioni tecniche di arredi e complementi devono essere assolutamente alte e comprovate, perché lo stress a cui vengono sottoposti questi elementi è notevole. 

Infatti, già di base gli arredi da esterno hanno un costo più elevato dei loro stessi colleghi da interno. 

C’è un elemento per arredare terrazzi e giardini che di solito viene preso in considerazione per ultimo o per sbaglio: i lettini prendisole

Un po’ perché prima si pensa ad altre attività più importanti (mangiare o lavorare) e un po’ perché spesso (erroneamente) si pensa di non avere spazio a sufficienza. 

Ma non è che bisogna prendere quei lettini a due piazze con baldacchino annesso per forza… e non ne servono neanche mille. 

Bastano uno o due lettini da mettere vicino ad una zona conversazione, per creare punti aggiuntivi di seduta e per creare una piccola zona relax in cui leggere o semplicemente prendere il sole.

Lettino da giardino 165x71h cm in legno con tetto mobile nero - Ranch
Lettino da giardino 165x71h cm in legno con tetto mobile nero – Ranch
Lettino prendisole di design in polyrattan grigio scuro - Theo
Lettino prendisole di design in polyrattan grigio scuro – Theo

Perché dovresti scegliere i lettini prendisole di design? 

Perché si distinguono per le loro linee essenziali che completano l’arredo del tuo spazio esterno, dando un tocco di originalità all’insieme. 

Non da meno la qualità e di conseguenza la loro durata nel tempo: di solito, infatti, i lettini prendisole sono prodotti con materiali di alta qualità, testati per durare nel tempo e per resistere alle intemperie più varie. Vuoi mettere poi la loro comodità? La loro forma e struttura è studiata apposta per garantire il massimo comfort (senza distruggersi la schiena) e sono anche facili da spostare e da abbellire con cuscini e coperte leggere.

Vorresti sapere dove trovarne di belli a durevoli? Te lo svelo qui

Anche io, dopo circa cinque anni che vivo nella mia attuale casa, vorrei dare una sistemata al terrazzo. Anche perché da aprile fino a settembre abbiamo tanto spazio fuori che ci piace vivere. 

Abbiamo spazio sia per un piccolo divano che per un tavolo da pranzo, ma sarebbe bello aggiungere un lettino prendisole. Tanto per avere più spazio per gli ospiti per sedersi e riposare, ma anche per avere un posto su cui leggere, prendere un po’ di sole… 

Solo che ho sempre avuto un po’ l’avversione per i lettini, perché subito mi vengono in mente quelli a righe degli stabilimenti balneari. Pesanti come macigni, impossibili da spostare e non sempre comodi né belli da vedere. 

Non proprio un sogno ad occhi aperti, insomma.

Inoltre, nei negozi di arredi da esterno non c’è sempre una grande scelta. E quindi vado sullo shopping online. Che attenzione: mi piace fare solo su siti che conosco e di cui mi fido e spesso ne ho parlato sia qui che sui miei social. 

Ho selezionato alcuni lettini prendisole su Deghi.it (che ti faranno cambiare idea sulla loro bellezza e comodità), che è un e-commerce italiano, attivo dal 2009, con alle spalle un grande gruppo di giovani ragazzi. Hanno moltissimi articoli per la casa, con un ottimo rapporto qualità – prezzo. 

Come lettini ce ne sono di diverse forme e materiali. Dipende molto da quanto li usi, quando tempo sono esposti alle intemperie e quanta cura gli dedicherai. 

Se vuoi qualcosa di super duraturo, di cui dimenticarti negli anni, allora meglio optare per lettini con strutture in alluminio verniciato o in acciaio. Entrambi estremamente performanti negli spazi aperti, resistenti a temperature estremamente basse o alte. 

Le sedute sono di solito in materiali plastici specifici (come il poliestere o il textilene) che garantiscono comodità e durabilità, non ammuffendo o rompendosi con l’uso e l’esposizione a ogni tipo di agente atmosferico. 

Ancora più comodi (un sogno proprio) quelli con la seduta imbottita, dei veri e propri divanetti su cui passare delle belle ore al caldo. E ci sono anche quelli a dondolo… 

Oppure quelli con i tavolini estraibili su cui appoggiare un libro, il telefono o qualsiasi altra cosa ci sia con te. 

Se però sei amante dei materiali naturali, hai una casa in stile boho-chic o eclettico, potresti pensare di scegliere dei lettini in bambù oppure con struttura in legno e seduta in rattan. 

Ovviamente le varianti colore non mancano, ma direi che è un dettaglio che viene decisamente dopo aver valutato prima tutti i punti sopra.

Lettino prendisole di design in acacia e textilene ecrù - Paja
Lettino prendisole in acacia e textilene ecrù – Paja

Lettini prendisole di design. È ora di arredare il tuo giardino!

Lo so che non pensavi che anche per scegliere un lettino ci fossero così tanti dettagli da definire. E invece è così – perché tutto quello che va in spazi esterni deve essere molto più performante di tutto quello che è all’interno di casa. 

Se poi l’arredo da esterno che scegli è ben rifinito ed è fatto con materiali adatti anche all’interno, puoi tranquillamente metterli in casa durante i mesi freddi. 

Ora che hai una panoramica generale su tutto quello di cui devi tenere in conto prima di acquistare, puoi cominciare a spulciare i differenti modelli e creare la tua lista dei desideri per l’estate. 

Quali sceglierai?

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1 Febbraio 2023 / / VDR Home Design

Top cucina in legno: è la scelta giusta per te? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Quanto dura? Nel post tutte le risposte.


Stai pensando di cambiare o rinnovare la cucina? Uno dei punti su cui ti starai concentrando di più è sicuramente il piano di lavoro.

Quale materiale (tra i mille esistenti) è meglio per me? Come coniugare bellezza e durata nel tempo?

La risposta non è univoca, perché ognuno di noi ha abitudini diverse quando si tratta di cucinare. Il processo di scelta dovrebbe essere fatto valutando i pro e i contro di ogni materiale, definendo anche lo stile che stai cercando.

Uno dei materiali più belli che puoi scegliere per il tuo piano di lavoro è il legno massello. Il top cucina in legno massello aggiunge calore e bellezza, ma è anche duraturo ed ecosostenibile.

Vediamo insieme come si realizza un piano in legno e quali sono vantaggi e benefici, prima di considerarne l’acquisto.

top cucina in legno massello di rovere con basi e pensili bianco opaco e divano in tessuto grigio

Top cucina in legno massello: come viene prodotto?

I top in legno possono essere realizzati in modi diversi. I tipi di legno che vengono scelti, in entrambi i casi, sono legni duri e quindi più resistenti di altri. Di solito si scelgono legni come l’olivo, ma anche il rovere o il castagno.

Ci sono top formati da legno lamellare, cioè listoni di legno (ricavati dai tronchi) che vengono incollati tra loro.

Questi listoni hanno dimensioni standard (di solito sono larghi circa 20 mm) ed elevate prestazioni tecniche: la resistenza alle sollecitazioni, al peso e alle deformazioni nel tempo.

I listoni vengono assemblati nelle dimensioni richieste per formare il top, che viene poi levigato, rifinito e sigillato per proteggerlo da liquidi e oli.

Cucina con paraschizzi e top in ceramica, tutto in grigio scuro e piano snack in noce

Ci sono poi i top in legno massello, realizzati giuntando più tavolati refilati. Una volta uniti i tavolati di legno c’è sempre il processo di levigatura e rifinitura, a cui seguono i processi di sigillatura.

Questi processi di sigillatura sono fondamentali, perché risolvono uno dei problemi più importanti del legno: la porosità.

Che significa?
Significa che se non è trattato con oli idrorepellenti o resine specifiche, il top in legno assorbe ogni tipo di liquido che ci cade sopra.

Se hai mai avuto esperienza con pavimenti o arredi in legno un po’ datati (e mai trattati) sai di cosa sto parlando. Grandi macchie che scuriscono nel tempo, a cui non si sa (quasi mai) come reagire.

Anche tagli e ammaccature sono un problema non da poco: rispetto ad altri materiali però, sul legno tagli e ammaccature (chiaro, non devono essere incisioni di 5 cm) sono recuperabili. Dettaglio non indifferente.

Ovvio, i top in legno non sono eterni e i trattamenti non sono risolutivi per qualsiasi tipo di danno. Vanno ripristinati nel tempo, ma se curati per bene ripagano nel tempo grazie al loro calore e alla loro bellezza.

top cucina in legno massello di rovere, su cucian bianca con paraschizzi di piastrelle colorate effetto metallo

Un solo materiale, più modi di usarlo

Nelle cucine che si progettano in questi anni il legno e le varie essenze usate per le impiallacciature la fanno da padrone.

Non è infatti una novità la riscoperta dei materiali naturali, poco trattati e ancor meno artefatti. È molto forte la voglia di tornare alla semplicità, mettendosi in casa oggetti e arredi che ci ricordino che la bellezza autentica (e anche imperfetta) è quella che ci serve e che spesso dura di più.

Soprattutto se ami lo stile nordico o rustico ti ritroverai in quello che ho appena detto. Cucine in colori chiari e neutri come il bianco o l’avorio, spesso in finiture opache, che si accompagnano ad impiallacciature come il rovere naturale o thermowood.

cucina in stile provenzale, con basi dogate e top in legno massello

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In contesti come questi, i top per la cucina in legno massello sono perfetti. Non solo piani di lavoro nel senso stretto della parola.

Ormai le cucine sono quasi sempre unite al soggiorno ed è sempre più raro trovare i due ambienti separati. In una situazione del genere è utile poter ricavare un piano snack che ci permetta di fare pasti, anche veloci, senza dover apparecchiare o tirare fuori un tavolo vero e proprio.

È sufficiente uno snack profondo 30 cm, lungo dai 120 cm ai 180 cm per poter consumare una colazione in famiglia o un pranzo al volo, tra un impegno e l’altro.

Se hai un’isola o una penisola lo puoi fissare alle basi, creando così immediatamente una zona per mangiare o leggere. Se invece hai una classica cucina lineare o ad L in una stanza non molto larga, potresti dedicare una parte di parete ad un piano snack di questo tipo.
Saranno sufficienti delle staffe di ancoraggio a parete per avere il supporto che ti serve.

L’altezza del piano snack sarà di circa 90 cm da terra, per cui più alto di un tavolo da pranzo standard. Scegli degli sgabelli comodi, con lo schienale, in linea con lo stile della tua cucina.

top cucina in legno massello di rovere, con paraschizzi in legno, in stile classico con snack a parete

Cura del top cucina in legno: consigli e suggerimenti

Come per tutti i materiali naturali, la resistenza nel tempo si prolunga tanto quanto il materiale viene curato e mantenuto.

Il legno è naturale, cambia nel tempo, è sensibile alla luce e a tutte le sostanze con cui viene in contatto.
Se cucini molto ma questo è proprio il materiale che volevi per casa tua, ci sono alcuni punti di cui dovrai sempre tenere conto.

Come dicevo all’inizio, i top in legno massello sono trattati con vernici idrorepellenti che li rendono resistenti ai liquidi e all’umidità. Questi trattamenti sfumano nel lungo tempo, ed è quindi necessario ripristinarli negli anni.

cucina rustica con tavolo in legno massello e sgabelli vintage. Paraschizzi in pietre diamante e cucina in bianco opaco

Se il top in legno massello è nuovo ed è trattato con vernici idrorepellenti, ti garantisce una durata di almeno 10 anni, tenendo conto che questo valore è certamente influenzato dalla cura che gli si dedica.

Oltre a questo, ricorda di avere sempre qualche premura in più per il tuo piano. È vero che ha un trattamento idrorepellente, ma se rovesci una bottiglia di acqua o vino asciuga subito e bene. Un liquido che rimane per troppo tempo su un materiale di questo tipo potrebbe comunque creare problemi.

Ricorda inoltre di non appoggiare pentole bollenti direttamente sul piano: interponi sempre un sottopentola.

E se lo graffi?
Se hai un po’ di manualità potresti provare da solo a rimediare. Con della carta vetrata leviga il piano lì dove c’è il graffio. Questo porterà via la vernice di finitura e il trattamento, per cui dovrai ricordarti di rifare anche questi due passaggi.

Nel caso di verniciature speciali potrebbe essere necessario verniciare l’intero piano (per non avere macchie e avere una finitura omogenea): in questo caso confrontati con chi ti ha prodotto il piano o con il tuo falegname di fiducia. Eviterai brutti incidenti!

In conclusione: bellezza, durata e calore per un top unico

Siamo alla fine di questo post e sicuramente avrai capito che il top in legno non è una scelta per tutti. Perché richiede attenzione e amore.

Questo però viene ampiamente ripagato dalla bellezza naturale di un piano di lavoro di questo tipo.
Se pensi a come viene prodotto, capisci da solo che il tuo top non sarà mai uguale a quello di un altro, perché ogni tronco è diverso. Si tratta praticamente di un “pezzo unico”.

Ci sono anche risvolti ecosostenibili da non trascurare. Infatti il legno è biodegradabile (se trattato con prodotti adeguati) e può essere riciclato alla fine del suo percorso, creando molti meno rifiuti rispetto alla plastica e al laminato.

Inoltre, anche le emissioni di corpi organici volatili (COV) possono essere ridotte a zero, grazie al tipo di lavorazione effettuata.

Sono sicura che ora avrai le idee più chiare e potrai ragionare bene sulla scelta da fare per avere in casa un piano di lavoro, bello, duraturo e sostenibile.

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