27 Maggio 2025 / / Casa Poetica

Organizzare i farmaci - Casa Poetica

Organizzare i farmaci è una di quelle attività che spesso rimandiamo… fino a quando non serve davvero.
Trovare subito il medicinale giusto, sapere cosa è ancora valido e cosa invece va eliminato non è solo una questione di ordine: è soprattutto una questione di sicurezza.

Per aiutarti a capire come organizzare correttamente i farmaci a casa, abbiamo intervistato il Dottor Marco Torresan, farmacista della Farmacia Anglese di Lurate Caccivio (CO), che ogni giorno vede da vicino gli errori più comuni e sa bene quanto sia importante avere farmaci ordinati, aggiornati e conservati nel modo giusto.
Insieme ai suoi consigli, troverai anche le mie indicazioni pratiche per creare un sistema semplice, funzionale e facile da mantenere.



Come organizzare i farmaci: i consigli del Dottor Marco Torresan

Quali sono gli errori più comuni nella gestione dei farmaci a casa?

“Il primo errore è conservare i farmaci dove capita, senza un criterio preciso: spesso li troviamo nei bagni o in cucina, ambienti umidi e caldi, che compromettono la qualità dei principi attivi.
Un altro errore molto frequente è accumulare farmaci scaduti o che non servono più, magari perché ‘possono sempre tornare utili’. Questo crea solo confusione e, nei casi peggiori, può anche portare ad assumere farmaci non più efficaci o addirittura dannosi.
Infine, molte persone separano i farmaci dal foglietto illustrativo: è fondamentale conservarli sempre insieme per avere tutte le informazioni a disposizione.”

Come dovremmo conservare correttamente i farmaci, inclusi quelli da frigorifero?

“La regola principale è semplice: fresco, asciutto, al riparo dalla luce.
I farmaci normali vanno riposti in un contenitore chiuso, in un armadietto o cassetto lontano da fonti di calore.
I farmaci da frigo – come alcuni antibiotici ricostituiti, l’insulina, determinati vaccini – devono essere conservati a una temperatura compresa tra 2°C e 8°C, possibilmente in una scatola chiusa nel ripiano centrale del frigorifero, mai nella porta per evitare sbalzi termici.
E soprattutto, mai mischiare farmaci da frigo con alimenti che potrebbero contaminarli.”

Cosa possiamo fare con i farmaci che non utilizziamo più?

“I farmaci scaduti devono essere portati negli appositi contenitori presenti fuori dalle farmacie, senza scatola esterna ma con il blister.
Se invece il farmaco è integro, non scaduto e correttamente conservato, può essere donato ad associazioni solidali che gestiscono raccolte di farmaci da destinare a persone in difficoltà.
È fondamentale, però, assicurarsi che le confezioni siano intatte, complete di bugiardino e conservate sempre secondo le modalità corrette.”



Come organizzare i farmaci a casa: i consigli della professional organizer

Una volta che sappiamo come trattare i farmaci dal punto di vista medico, possiamo pensare alla loro organizzazione pratica.
Ecco come trasformare il tuo “angolo farmaci” in uno spazio sicuro, funzionale e ordinato.

1. Scegli un contenitore chiuso e sicuro

Evita le scatole aperte o appoggiate casualmente sugli scaffali.
Usa una scatola rigida con coperchio, una piccola cassettiera o un organizer da armadio. Se hai farmaci da frigo, dedicali a un contenitore separato all’interno del frigorifero.

2. Categorizza i farmaci in modo intuitivo

Organizza i medicinali per funzione, non solo per tipo:

  • Uso quotidiano: terapie continuative o farmaci di utilizzo costante

  • Emergenze e pronto soccorso: cerotti, disinfettanti, antidolorifici

  • Stagionali: farmaci per allergie o influenza

  • Veterinari: medicinali per animali domestici, conservati separatamente

In questo modo trovi subito ciò che ti serve, anche nei momenti di fretta.

3. Fai manutenzione ogni sei mesi

Segna in agenda un check-up semestrale:

  • Controlla scadenze

  • Smaltisci farmaci inutilizzati

  • Aggiorna la lista dei medicinali realmente necessari

In pochi minuti tieni tutto sotto controllo e non corri rischi inutili.

4. Etichette chiare = ordine che dura

Se il contenitore ha più scomparti, applica etichette semplici: “Pronto soccorso”, “Terapie quotidiane”, “Farmaci da viaggio”, ecc.
Per i farmaci da frigo, scrivi su una nota separata le date di apertura, utilissima per prodotti come insulina o colliri.

5. Dona ciò che puoi

Se hai medicinali integri, validi e ben conservati che non utilizzi più, valuta la possibilità di donarli.
Ci sono farmacie solidali, parrocchie, associazioni locali che raccolgono farmaci per chi non può permetterseli. Un piccolo gesto che fa la differenza.



Organizzare i farmaci: ordine, sicurezza e solidarietà

Organizzare i farmaci è solo il primo passo verso una casa più funzionale e serena. Quando ogni cosa è al suo posto, anche le situazioni impreviste diventano più semplici da gestire. Lo sa bene il Dottor Marco Torresan, farmacista presso la Farmacia Anglese di Lurate Caccivio (CO), che da anni affianca le famiglie non solo nella scelta dei medicinali giusti, ma anche nella promozione di una gestione consapevole e sicura dei prodotti che teniamo in casa.

Il suo contributo ci ricorda che prendersi cura della propria salute passa anche da piccoli gesti quotidiani, come sapere dove si trovano i farmaci, conservarli correttamente, ed evitare accumuli inutili. Perché ordine non significa perfezione, ma accessibilità, prevenzione e attenzione concreta alla vita di tutti i giorni.



Vuoi portare ordine non solo nei farmaci, ma in tutta la casa?

Organizzare i farmaci è solo il primo passo.
Avere una casa ordinata, funzionale e pensata su misura per te significa vivere meglio ogni giorno, con meno stress e più tempo per te stessa.

Se vuoi creare un sistema di organizzazione pratico, duraturo e adatto al tuo stile di vita, scrivimi.
Ti aiuterò a trovare soluzioni semplici, sostenibili e cucite sulle tue reali esigenze.

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26 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

La cucina è lo spazio che più di ogni altro rappresenta l’identità di una casa. Lì si intrecciano memorie, abitudini e bisogni quotidiani. Ristrutturarla non significa solo aggiornare un ambiente, ma rinegoziare un equilibrio tra funzionalità e intimità, tra passato e presente. E proprio per questo è un processo che richiede attenzione meticolosa e qualche scelta ponderata, più simile a un atto di cura che a un’operazione edilizia. I materiali, le linee, la disposizione: ogni dettaglio concorre a ridisegnare non solo lo spazio, ma il modo in cui lo si abita. Eppure, l’elemento più determinante resta invisibile fino alla fine.

cucina ristrutturata con rivestimenti in gres porcellanato
Marazzi

Misurare prima di cambiare

Tutto comincia con un gesto apparentemente semplice: misurare. Non tanto per sapere dove finirà un pensile o quanto spazio lascia il frigorifero, quanto per capire come si muove il corpo nello spazio. Porte, finestre, attacchi per gas e acqua, punti luce: non è solo una questione tecnica. È un disegno di forze che racconta come verrà vissuta la stanza. Quali angoli si useranno di più, dove cadrà la luce naturale, in quali punti sarà meglio non intralciare i movimenti.

Rilevare con precisione lo stato dell’esistente, dalle sporgenze fino all’orientamento delle aperture, è l’unico modo per evitare errori che, più avanti, non saranno né economici né rapidi da correggere. Il resto è una derivazione geometrica.

Il nodo del budget

Parlare di denaro in questo contesto è inevitabile. Eppure, anche qui, non si tratta soltanto di cifre. Il budget è una dichiarazione d’intenti, un compromesso tra ciò che si desidera e ciò che è sostenibile. In media, una ristrutturazione completa oscilla tra i 4.000 e i 7.000 euro, ma è un dato che dice poco se non si contestualizza.

Il punto non è solo quanto si può spendere, ma dove destinare le risorse. Rinunciare a stravolgimenti impiantistici, ad esempio, può significare tagliare una fetta rilevante dei costi, concentrandosi su elementi davvero trasformativi. Anche scegliere materiali alternativi a quelli di pregio può restituire una resa visiva simile, purché selezionati con consapevolezza.

cucina ristrutturata disposta ad angolo
Casalgrande Padana

Distribuire, non solo arredare

Una cucina efficiente non si giudica dall’estetica, ma dalla disposizione. Il triangolo ideale – tra lavello, piano cottura e frigorifero – è una regola che vale ancora, sebbene oggi le cucine si presentino in forme sempre più diverse: lineari, a L, a U, ad isola.

La vera sfida è far convivere estetica e funzionalità, soprattutto quando si lavora su spazi ridotti. Una cucina compatta può funzionare magnificamente se ogni elemento è pensato in funzione del suo uso. Pensili troppo alti, mobili troppo profondi o elettrodomestici mal posizionati possono compromettere l’agilità dei gesti quotidiani.

Anche piccoli accorgimenti fanno la differenza: posizionare la lavastoviglie accanto al lavello è una scelta tanto pratica quanto silenziosa. Chi ha lavato piatti a mano almeno una volta sa quanto può pesare, a lungo andare, una posizione sbagliata.

Pavimenti e rivestimenti: questione di superficie

È sulla superficie che si riflette la personalità di una cucina. I pavimenti in gres porcellanato rappresentano una soluzione particolarmente apprezzata per resistenza e versatilità. Offrono un’estetica ricercata, ma sono anche pratici, facili da pulire e adatti a sopportare le sollecitazioni di un ambiente vissuto intensamente.

Se stai valutando alternative al marmo o al legno, qui troverai una selezione delle migliori marche di gres porcellanato, con soluzioni adatte a ogni esigenza stilistica, dal minimalismo contemporaneo all’effetto cemento.

Il rivestimento non è solo una protezione muraria, ma anche un dispositivo estetico capace di definire l’atmosfera. Piastrelle, vernici e materiali adesivi possono mutare radicalmente l’aspetto dello spazio senza intervenire strutturalmente.

isola e parete rivestite in gres verde lucido
Marazzi

I materiali parlano

Ogni materiale porta con sé un linguaggio. Il legno scalda e rievoca, l’acciaio suggerisce igiene e modernità, il vetro alleggerisce e riflette, il cemento espone senza fingere. Scegliere vuol dire allinearsi a una narrazione. Non sempre serve uniformare: il contrasto può raccontare meglio l’identità di chi abita la cucina.

Anche gli elementi più piccoli – una maniglia, uno zoccolo, una mensola – contribuiscono alla composizione finale. È nei dettagli che si misura la coerenza di un progetto, più che nelle grandi superfici.

E poi ci sono le finiture, lucide o opache, grezze o lisce, che plasmano la luce e trasformano la percezione dello spazio. Non sono scelte secondarie. Sono le prime a essere percepite.

Elettrodomestici: efficienza silenziosa

Nel processo di rinnovo, gli elettrodomestici sono elementi strutturali. Non solo per l’ingombro, ma per il loro impatto sulla quotidianità. Scegliere modelli ad alta efficienza energetica è un investimento che si ammortizza nel tempo. Le nuove tecnologie, dal forno combinato alla lavastoviglie intelligente, parlano ormai la lingua della sostenibilità.

Anche l’integrazione visiva conta. Una cappa può essere nascosta, un frigorifero incassato. L’estetica non deve sacrificare la funzionalità, ma il contrario è ancor meno accettabile.

cucina lineare bianca con elettrodomestici a colonna
Fantastic Frank – Barcellona

Il tempo, il fattore dimenticato

Infine, c’è un elemento che si tende a trascurare, e che invece regola tutto: il tempo. Una ristrutturazione non è solo un fatto tecnico, è un’interruzione. Implica adattamenti, attese, decisioni improvvise. Chi pensa di cavarsela in due settimane potrebbe doversi ricredere. Ecco perché la pianificazione deve tenere conto anche delle fasi intermedie, delle convivenze temporanee con il cantiere, dei ritardi.

E tuttavia, proprio in questa sospensione si nasconde la possibilità più interessante: quella di pensare, davvero, a come si vuole abitare. La cucina che ne verrà fuori potrebbe sorprendere anche chi l’ha progettata.

 

 

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26 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel cuore vibrante del quartiere Isola, MOGO Milano si distingue come un nuovo punto di riferimento per gli amanti del buon cibo, del design sofisticato e del suono ad alta fedeltà. Non è solo un ristorante o un bar: è un luogo in cui convivono estetica, cultura e gusto, in una fusione perfetta tra gastronomia giapponese contemporanea e atmosfere musicali ispirate ai listening bar di Tokyo.

corner dedicato alla musica e ai vinili presso MOGO Milano

Un’esperienza multisensoriale nel cuore di Isola

Progettato per essere vissuto in ogni momento della giornata, MOGO Milano è uno spazio poliedrico in cui nulla è lasciato al caso. Dal pranzo informale al brunch del weekend, dall’aperitivo serale alla cena raffinata, ogni momento è accompagnato da una colonna sonora eccezionale e un ambiente curato nei minimi dettagli. La promessa è chiara: alta fedeltà. Non solo nel suono, ma in ogni aspetto dell’esperienza.

parete in legno con vinili appesi e illuminati

La firma culinaria dello chef Yoji Tokuyoshi

A guidare la cucina di MOGO Milano è lo chef giapponese Yoji Tokuyoshi, già noto nella scena milanese per progetti innovativi come Bentoteca, Katsusanderia e Pan. Ex sous-chef di Massimo Bottura a Modena, Tokuyoshi porta in tavola una cucina ispirata ai valori nipponici di autenticità, qualità ed eccellenza, reinterpretati con un tocco moderno.

Il menù di MOGO è pensato per accompagnare l’intera giornata: proposte leggere per i pranzi di lavoro, brunch curati nel weekend e piatti eclettici per la sera, tutti basati su ingredienti di prima qualità e sapori equilibrati, capaci di soddisfare anche i palati più esigenti.

parete con arazzo nel bar ristorante MOGO a Milano Isola

Un design che racconta una storia

Il progetto architettonico di MOGO Milano è firmato da Giorgia Longoni, che ha saputo creare un ambiente accogliente e ricco di personalità, dove materiali, luci e colori dialogano con armonia. Lo spazio combina suggestioni vintage anni ’70 e dettagli industriali contemporanei, offrendo un’estetica calda ma raffinata.

Il legno è protagonista assoluto: riveste scaffali, tavoli e sedute, e si abbina a tonalità pastello di verde, beige e marrone. A contrasto, accenti in acciaio lucido e finiture metalliche donano ritmo e dinamismo. L’illuminazione soffusa e i pannelli luminosi a griglia sul soffitto contribuiscono a creare un’atmosfera intima e avvolgente, perfetta per ogni occasione.

vinili a vista e amplificatori vintage nel locale MOGO Milano

Il cuore musicale: il Listening Bar

Fiore all’occhiello di MOGO Milano è il suo Listening Bar, un angolo ispirato ai celebri locali giapponesi dedicati all’ascolto musicale consapevole. Una consolle centrale, vinili a vista, amplificatori vintage e un sistema audio artigianale progettato da H.A.N.D.HiFi offrono un’esperienza sonora unica nel suo genere.

I subwoofer integrati nelle librerie e i diffusori distribuiti nel locale non solo garantiscono una qualità del suono impeccabile, ma si inseriscono perfettamente nel design, diventando parte integrante dell’estetica. Le pareti sono animate dagli arazzi dell’artista Andrea Marco Corvino, che arricchiscono l’ambiente con un tocco espressivo e artistico.

arazzo appeso all'ingresso di MOGO a Milano

Un nuovo modo di vivere la città

MOGO Milano non è solo un luogo dove mangiare o bere: è un invito a fermarsi, ascoltare, osservare. È un ambiente in cui il suono, la luce e i materiali raccontano una storia comune, quella di una Milano sempre più cosmopolita, attenta alla qualità e al dettaglio.

Con il suo mix di alta cucina giapponese, design d’autore e sound experience, MOGO si propone come una destinazione imperdibile per chi cerca qualcosa di più di una semplice serata fuori. È un luogo in cui ogni elemento è pensato per coinvolgere i sensi, offrendo un’esperienza che resta impressa.

Fotografo: Vittorio La Fata

 

 

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