Dato il periodo storico che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo , siamo sempre più abituati a vivere in casa e scoprire ogni angolo di essa.
La palette di colori del 2021 è vasta ma la natura è al centro , simboleggiando energia e rinascita. Quest’anno Pantone ha scelto 2 colori : il giallo “illuminating” ed un grigio “ultimate grey” , per la prima volta viene scelto il grigio come tonalità dell’anno.
COSA CI TRASMETTONO QUESTI COLORI?
Il giallo è sicuramente un colore allegro , luminoso con una nota divertente mentre il grigio è considerato il “nuovo bianco” che con il giallo creano una proposta vincente. Insieme costituiscono un’atmosfera calda e positiva ed allo stesso tempo contemporanea. È importante non eccedere con il giallo ma bensì è consigliato di utilizzarlo nei tessili , per esempio con i cuscini. Questi colori sono adatti anche ad un ambiente infantile con un design neutro : infatti il giallo è considerato come un colore stimolante per la creatività e l’attenzione. Il grigio invece dona relax e serenità che possono essere ricavate dalle diverse tonalità che possiamo utilizzare. Collocare un divano , una sedia o una poltrona gialla crea il cosiddetto occhio di bue , quindi un’attenzione lasciando comunque serenità all’ambiente. Vediamo quindi che in questa scelta c’è un’attenzione alla psicologia infatti il grigio dona sicurezza e affidabilità mentre il giallo trasmette gioia e speranza.
Non è da escludere la presenza di vegetazione anche come arredamento ma soprattutto presenza di colori che richiamino la luce o il cielo oltre che la stessa natura.
UTILIZZERAI QUESTO MIX PER UNA CASA SEMPRE “ALLA MODA”?
M.

Lo stile BoHo chic per l’arredo di interni é sempre popolare, nonostante sia di tendenza da molti anni. Forse il motivo é da ricercare nella sua semplicità, nella libertà formale e nella fantasia. Tuttavia, ogni stile ha le sue regole, e anche il BoHo Chic non fa eccezione: per esempio, le piante da appartamento sono un must. Del resto, per uno stile che si ispira alla natura non poteva essere altrimenti. Ma attenzione, non tutte le piante possono ambire ad arredare la vostra casa in stile BoHo. Vediamo perché e quali scegliere.
Le caratteristiche dello stile BoHo Chic
Lo stile BoHo Chic é uno dei più amati di sempre, come testimonia la sua longevità. Ne ho parlato, infatti, circa dieci anni fa in questo articolo. Rispetto ad allora lo stile si é evoluto, integrando spunti decorativi di altri stili, come lo scandinavo o l’industriale. Del resto, si tratta di uno stile eclettico, che contempla il mix di diverse tendenze. La parola BoHo deriva infatti dalle due parole bohémien e homeless, quest’ultima intesa come nomade. Lo stile incorpora elementi del movimento hippy degli anni ’70 e della cultura gitana o gipsy.
Oggi le ispirazioni legate al tema della natura sono presenti in quasi tutti gli stili d’arredo, e il BoHo chic non fa eccezione. Per questo le piante sono diventate uno degli elementi irrinunciabili.
Quali piante da appartamento scegliere
Nello stile BoHo non bisogna lesinare con le decorazioni, i complementi e le piante da appartamento. L’atmosfera che si vuole evocare é quella del viaggio, della vita all’aria aperta, tra la natura. Perfetti i ricordi di viaggio, soprattutto se provengono da luoghi esotici e se hanno un aspetto etnico. Anche le piante devono richiamare luoghi lontani, quindi la scelta cade inevitabilmente sulle piante tropicali e sulle succulente.
Tra le piante tropicali, scegliete la Sansevieria, il Pothos, la Monstera, la Kentia, lo spatifillo, la Pilea Peperomide, i Ficus e i Pholodendrum. Tra le succulente, nella famiglia delle cactacee sono molto apprezzati l’Euphorbia, per il suo portamento a colonna, e una grande varietà di cactus in formato mini con cui creare delle composizioni armoniose.
Come disporre le piante
La parola d’ordine dello stile BoHo é fantasia, dunque potete sbizzarrirvi nella scelta, posizionando piante in tutte le stanze della casa. Scegliere portavasi realizzati con fibre naturali, come il bambù, la canapa, il vimini di salice.

Sfruttate l’altezza utilizzando portavasi sospesi, e create delle composizioni. Le piante da appartamento crescono meglio se le raggruppate in un angolo al riparo da correnti d’aria e dai raggi diretti del sole. Create gruppi dividendo le piante secondo la specie, posizionando le più alte sullo sfondo. Le piante a portamento cascante sono perfette per mensole e librerie.
Sai cosa è il Daylighting? E’ la tecnica di illuminare edifici e ambienti sfruttando bene la luce del Sole. Esistono diverse tipologie di prodotti che permettono la realizzazione del Daylighting, dai sistemi che convogliano la luce dal soffitto, alle regolazioni della luce che penetra dalle finestre mediante tende o schermature solari.
Schermature solari: BAT presenta innovative soluzioni per il Daylighting
Da oltre 35 anni BAT progetta accessori e componenti per schermature solari, che si caratterizzano per ricerca stilistica, innovazione e qualità Made in Italy. Al centro dell’offerta BAT vi è il concetto di Daylighting, ossia la progettazione dell’illuminazione naturale con l’obiettivo di massimizzare il comfort visuale e ridurre i consumi energetici.
BAT ha progettato una gamma di prodotti atta a soddisfare questa necessità: l’innovativo sistema Screeny, adatto per la schermatura esterna per finestre e facciate continue. Un sistema versatile che dispone di un’ampia varietà di guide e cassonetti, e si integra perfettamente nelle architetture moderne, garantendo performance e standard elevati.
Per offrire la possibilità di sfruttare appieno gli spazi outdoor, BAT presenta SIRIO, la nuova tenda a pergola dalle linee pulite e dal design minimale, con zip e telo avvolto. SIRIO è disponibile sia nella versione addossata a parete con colonne – SIRIO WALL – oppure nella versione “tetto” che può essere installata in una struttura pre-esistente. SIRIO è stata progettata per essere accostata a strutture esistenti con un ottimo impatto estetico, grazie al suo attacco a parete perfettamente rifinito.
EPICA è invece una tenda a bracci estensibili con cassonetto, che si fa notare per le sue linee essenziali e minimal, disegnata dall’Arch. Robby Cantarutti. Di facile installazione e dotata di cassonetto ispezionabile, EPICA è completata da un’ampia scelta di optional, come kit luci, ed è disponibile nella versione terminale a cassonetto, per una maggiore protezione dai raggi obliqui serali.
Per la gamma bracci, BAT presenta AKI, che si contraddistingue per il design delle sue componenti e l’elevata performance tecnica. Sviluppato dall’idea dell’architetto Robby Cantarutti in collaborazione con il team tecnico di BAT, il design del braccio ripropone nelle sue linee l’articolazione animale e permette una miglior distribuzione della forza, a vantaggio del tensionamento complessivo della tenda da sole nelle sue fasi di apertura e chiusura. In linea con la ricerca di BAT nel campo del design AKI è l’ultima frontiera del design minimalista grazie anche alla scelta di nascondere viterie e perni.
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La pietra sinterizzata consente una grande versatilità di impiego anche nelle piscine, dove le elevate performance del Lapitec sono portate alla massima espressione.
Nella sua gamma di finiture sono comprese quelle extra-ruvide con alto coefficiente di attrito, mentre la sua superficie risulta in ogni caso completamente priva di pori e resistente a muffe e batteri: due proprietà che rendono Lapitec un materiale ideale per l’applicazione in outdoor e soprattutto per le piscine, dove può essere utilizzato anche in immersione.
Grazie alla sua composizione e al processo di lavorazione – coperto da 25 brevetti internazionali – la pietra sinterizzata è completamente inassorbente, ma le sue elevate performance vanno oltre: comprendono infatti la resistenza ai raggi UV – che impedisce alle lastre di subire una variazione della cromia se esposte alla luce del sole -, così come a qualsiasi temperatura, escursione termica e nebbia salina. Se impiegata come rivestimento di piscine, non viene inoltre alterata da cloro o prodotti usati per la manutenzione degli impianti e la sua facilità di lavorazione, analoga alla pietra naturale, consente di operare tagli, fresature o incisioni per l’inserimento di bocchette, apparecchi di illuminazione subacquei o per la realizzazione di bordi o scalini, dove è possibile replicare le finiture tattili della pavimentazione.
Nell’ambito della progettazione di piscine, Lapitec viene poi apprezzato per la sua disponibilità fino al maxi-formato di 3365×1500 mm, che consente di limitare la presenza di segni di giunzione e di ridurre così gli interventi di manutenzione necessari.
La collezione Essenza, con 11 nuance ispirate ai colori della terra (bianco, beige, marrone, grigio e nero) e realizzate con una miscela di minerali 100% naturali, risulta ideale per la progettazione di vasche e piscine, grazie alle finiture Lithos, Dune, Vesuvio e soprattutto Arena, che arriva ad avere un coefficiente di attrito pari a R13, nel pieno rispetto della normativa DIN 51130. Non mancano poi le finiture lisce lucide (Lux) e opache (Satin) che, impiegate per la pavimentazione delle vasche, regalano particolari effetti visivi grazie anche alla loro capacità d’interazione con la luce.
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Sono sempre più convinta che lo spazio che ci circonda abbia una forte influenza sul nostro benessere. E quando ho scoperto l’esistenza di “Scuole Naturali“, non ho potuto che appassionarmi a questo progetto. Per questo quando Stefania mi ha contattato per avere alcuni suggerimenti su come progettare e “autocostruire” il giardino della scuola di suo figlio insieme ad altri genitori e maestre, non ho esitato a risponderle.
Da quel momento è nato un piacevole scambio di idee, non solo sulla realizzazione pratica ma più in generale sul tema dell’ambiente e della scuola, soprattutto grazie all’intervista all’insegnante della loro scuola, Luisa Catucci, referente regionale di Scuole Naturali per l’Associazione Manes.
Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello (rete di Scuole Naturali).

Ma partiamo dall’inizio. Durante l’estate scorsa sono stata contattata da Stefania, mamma di un bambino che frequenta la Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello, un quartiere del comune di Pordenone. Stefania mi ha chiesto alcuni suggerimenti per allestire gli ambienti della scuola di suo figlio. In particolare lo spazio esterno, il giardino, con l’utilizzo di materiali di recupero, in autocostruzione insieme agli altri genitori e alle insegnanti.
Sono stata molto contenta di poter contribuire con alcuni consigli pratici sull’utilizzo di materiali naturali o di recupero. Io e Stefania ci siamo conosciute sul web, attraverso il profilo pinterest dove raccolgo alcune ispirazioni. In particolare una bacheca sul “parco giochi naturale“. Mi ha tenuto aggiornata sulle proposte e le loro realizzazioni, e per approfondire la loro realtà mi ha messo in contatto con una insegnante della loro scuola, Luisa Catucci.
Intervista a Luisa Catucci: referente regionale di Scuole Naturali.
Luisa è referente regionale di Scuole naturali, una rete che vuole connettere esperienze, persone e organizzazioni che stanno cambiando il sistema educativo per renderlo più felice, sostenibile e outdoor. Se volete approfondire potete leggere questo toolkit.
E’ stato davvero un piacere conoscerla e sentire il racconto di come organizzi la giornata all’interno della sua classe con i bambini, e quali sono gli obiettivi e il suo metodo educativo.

Laboratori del fare e uscite in natura:
Nella sua scuola si predilige l’utilizzo di materiali di riciclo o naturali, quali ad esempio le canne di bambù, con le quali ha realizzato degli strumenti musicali per il laboratorio del fare. Il suo obiettivo era di creare un parco naturale al cui interno “fare insieme”, impegnarsi insieme.
Durante le giornate scolastiche, Luisa organizza spesso delle uscite in natura: per accompagnare i bambini a riappropriarsi degli aspetti naturali, come l’argine di un fiume, i boschi, i campi. “Orientarli sull’aspetto scientifico di come sono fatte le cose, associando l’aspetto emozionale della bellezza del Creato.”
Le sue parole da educatrice sono state per me molto importanti per accrescere la mia consapevolezza di genitore e anche di architetto: “Una nuova avventura nasce da una esigenza di cambiamento rispetto ai bisogni dei bambini. I bambini hanno sempre meno occasioni di vivere in un mondo dell’immaginario, di bellezza. E’ tutto sempre strutturato, deciso, pensato dall’adulto.”

Gli spazi interni delle Scuole Naturali.
Così come per l’esterno, anche gli spazi interni della scuola di Vallenoncello sono stati modificati, a partire dalla sensibilità e dalla formazione di Luisa e della direttrice scolastica. Si è deciso ad esempio di eliminare ogni giocattolo di plastica, introducendo materiali naturali o di riciclo. Inoltre per quanto riguarda l’arredamento, hanno scelto di eliminare tutto quello che poteva essere invadente (colori sgargianti) e il disordine. Puntando sull’ordine, la cura all’essenzialità, la semplicità, lasciando visibili le cose che sottolineano la cura dell’ambiante e trasmettono messaggi semplici e chiari.
Esempio dall’architettura di Herman Hertzberger.
Per quanto riguarda lo spazio interno, mi piace citare qui l’esempio di una scuola progettata dall’architetto Herman Hertzberger: la Scuola Montessori di Delft progettata a partire dal 1960. La sua architettura è chiamata architettura della partecipazione, in quanto H. ha sempre posto in primo piano il ruolo sociale dell’architetto e la sua capacità di generare organismi funzionali e stimolanti per la partecipazione dell’utente. Trovo molto interessante la sua ricerca nell’architettura, che come descrive Chiara Baglione nell’approfondimento dedicato a Hertzberger da Casabella, era – centrata sull’idea di “opera aperta”, in grado di favorire un processo di identificazione e di appropriazione da parte degli abitanti e degli utenti– in questo caso i bambini.
Hertzberger, il quale aveva lui stesso frequentato scuole montessori dall’infanzia al liceo, in questo progetto cerca di sviluppare soluzioni spaziali in funzione di un metodo basato sulla fiducia nell’interesse spontaneo dei bambini e sul lavoro autoeducativo di ciascun allievo.


La Hall della Scuola Montessori di Delft.
In particolare vorrei soffermarmi sullo spazio comune, la hall, a cui H. assegna particolare importanza, in quanto diventa il luogo dove i bambini possono impegnarsi in attività individuali o in piccoli gruppi.
Chiara Baglione descrive questo spazio comune come un insieme di luoghi: Lo spazio comune tra le aule si è sviluppato in modo sempre più articolato, intorno ad alcuni “luoghi”: il podio in mattoni, che grazie a elementi di legno, si trasforma in un vero e proprio palcoscenico; una sorta di “vasca” occupata da sgabelli di legno che i bambini possono spostare autonomamente.
In questo modo il bambino può dare la sua interpretazione di quello spazio o oggetto o elemento d’arredo, stabilendo un rapporto personale con ciascuno di essi. Hertzberger progetta spazi dove il bambino può diventare davvero il protagonista, lasciandolo libero di decidere come fruire di quello spazio o quell’oggetto. Il “grande buco” nel pavimento può diventare il luogo di una lezione informale, un nascondiglio o un fosso per saltare. L’immaginazione e la fantasia del bambino sono guidate (dalla presenza di quello spazio, vuoto) ma allo stesso tempo lasciate libere di esprimersi. E in questo contesto, in questo specifico ambiente, il bambino sperimenta e impara.
I principi delle Scuole Naturali.
Dalla chiacchierata con Luisa sono emersi alcuni aspetti che provo a riassumere per punti:
- Lavoro sulla relazione dei bambini con materiali, con il contesto.
- Aspetto della cura, come coccola a se stessi ma anche all’ambiente, ai materiali che sono delicati (come ad esempio le foglie secche): per manipolare le foglie secche c’è bisogno di cura.
- Esperienze: creare vari contesti di apprendimento con angoli in cui possono relazionarsi e interagire con il materiale.
- Ordine: Mettere in ordine il disordine li aiuta sia a livello cognitivo e affettivo.
- Semplicità: presentare materiali naturali e proporre esperienze semplici.
Scuole Naturali: una rete di persone e organizzazioni.
La Scuola Naturale è l’ecosistema rigoglioso in cui ogni bambino può far sbocciare i propri talenti.
In una Scuola Naturale si pone attenzione all’ambiente che educa, con un dentro caratterizzato da semplicità e qualità dei materiali, delle esperienze e delle proposte educative che sia congruente alla ricerca di un ritmo che alterna indoor ed outdoor e di un equilibrio tra online e offline. Una scuola in cui si ricerca l’artisticità e la bellezza come qualità da portare nei vari aspetti.
Qui potete leggere meglio la mission di Scuole Naturali, che condivido pienamente e sono felice di aver incontrato. In particolare ho apprezzato l’attenzione alla sostenibilità e ad un abitare naturale: Una scuola che si interroga sulla sostenibilità e sul rapporto con la natura, andando a costruire un sentimento di legame profondo/appartenenza con essa.
Perché vi ho parlato delle Scuole Naturali e di questo esempio?
Vi ho parlato di questo incontro, perché ci tengo molto a raccontare questi piccoli progetti, che nascono dal basso, dalle nostre realtà, storie di persone di tutti i giorni che si interessano di come migliorare poco alla volta il mondo che ci circonda. Quello dei propri bambini nel caso dei genitori, e in particolare quello della scuola nel caso delle insegnanti.
Tutti noi possiamo essere partecipanti attivi alla progettazione e alla costruzione della nostra casa, delle scuole dei nostri figli, con la consapevolezza che ogni piccolo passo è come un seme che poi germoglierà. E’ importante confrontarsi con dei professionisti che possano darci dei consigli concreti, ma è importante anche studiare e approfondire e iniziare a fare azioni concrete per rendere un po’ più bello lo spazio in cui viviamo, che siano le nostre case, le scuole o le nostre città.
Progettazione, autocostruzione e collaborazione sono alla base di questo progetto! Grazie a Stefania e Luisa per avermi dato la possibilità di approfondire e conoscere qualcosa in più sulle Scuole Naturali, e aver avuto l’occasione di riportare un esempio concreto di progettazione degli spazi incentrato sulla collaborazione, l’ “architettura della partecipazione” di Herman Hertzberger.
Ora non ci resta che iniziare a ripensare e a “progettare” gli spazi che sono affidati alla nostra cura!
Bibliografia e Riferimenti:
Fonte Immagini Scuola Montessori di Hertzberger: AHH.nl.
Chiara Baglione, Pedagogia dello spazio, Casabella 750, pg. 56-60.
L’articolo Scuole Naturali: un esempio concreto per un Abitare Naturale. sembra essere il primo su .



















