3 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Il letto contenitore è ormai diventato un vero e proprio must have per molti, perché consente di ottenere diversi vantaggi senza rinunciare alla comodità e ad un buon riposo.

letto contenitore

Il materasso infatti può essere scelto in base alle proprie esigenze, perché è la struttura a fare la differenza in un letto contenitore. La sua particolarità sta nel fatto di avere a disposizione un vano sottostante il materasso, utile per riporre lenzuola, guanciali, coperte e via dicendo. 

Il bello è che al giorno d’oggi alcuni portali online specializzati come questo sito permettono di scegliere il letto contenitore personalizzandone ogni dettaglio: dimensione, rivestimento, piedini, rete, tipo di alzata e via dicendo. In tal modo è possibile avere un modello che risponde perfettamente ai propri gusti e alle proprie necessità. 

Vediamo però adesso nel dettaglio quali sono i reali vantaggi dei letti contenitore e quali invece gli svantaggi da conoscere. 

I vantaggi del letto contenitore

Se in moltissimi scelgono di acquistare un letto contenitore un motivo c’è, anzi in realtà ne possiamo trovare diversi perché i vantaggi di questa soluzione sono parecchi. Vediamoli brevemente insieme. 

Spazio extra per riporre le proprie cose

Il primo grande vantaggio del letto contenitore è che permette di avere un vano extra da sfruttare per riporre tutto ciò che si desidera. È dunque perfetto per coloro che vivono in una casa dalla metratura ridotta e che hanno il guardaroba al limite della sua capienza.

Maggior comodità nel rifare il letto

Alcuni letti contenitori sono dotati di un meccanismo di alzata in piano anziché verticale e sono i più consigliati in quanto consentono di mettere e sistemare le lenzuola con molta meno fatica, senza doversi abbassare eccessivamente con la schiena. Un bel vantaggio, perché rifare il letto avendo il materasso alzato è decisamente più comodo.

Gli svantaggi del letto contenitore

Questa particolare tipologia di letto presenta anche qualche inconveniente, che vale la pena conoscere prima di procedere con l’acquisto. In linea di massima, va precisato sin da subito che parliamo di dettagli di poco conto ma ci sembra giusto citare anche gli svantaggi, in modo che possiate farvi un’idea chiara e completa sul letto contenitore. 

Difficoltà di pulizia sotto al letto

Uno dei principali problemi dei letti contenitore è che arrivano piuttosto bassi dunque lo spazio tra questi ed il pavimento è solitamente ridotto. Ciò si traduce in una maggior difficoltà nel fare le pulizie quotidiane, in quanto risulta complicato passare la scopa o l’aspirapolvere sotto al letto ed occorrerebbe spostarlo tutti i giorni. Va però precisato che al giorno d’oggi si trovano anche modelli un po’ più alti dello standard, che dunque non risultano particolarmente scomodi. 

Accumulo di polvere

Per quanto ben isolati, i letti contenitore rischiano di accumulare polvere dunque non devono essere considerati come dei veri e propri cassetti guardaroba. Conviene utilizzare delle scatole apposite per indumenti, in modo da ovviare a tale problema ed essere certi che lenzuola, guanciali e tutto ciò che si ripone al loro interno rimanga pulito anche per un periodo di tempo lungo. 

1 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

San Valentino: festa inflazionata e ormai commerciale, svuotata del suo originario significato sentimentale? In gran parte sì, è innegabile. Però le ricorrenze sono ricorrenze, e siamo noi a renderle più o meno sentite e sincere.

San Valentino

Quindi, perché non festeggiare a dovere l’amore per la persona che abbiamo vicino anche se durante una “festa comandata”? In fondo, ogni occasione è buona per far capire a chi amiamo il nostro sentimento. Se per una volta è in un giorno appositamente dedicato, poco male! Continuate a leggerci, perché vi daremo qualche spunto per creare l’atmosfera giusta in casa per il 14 febbraio, a partire naturalmente, e sono proprio le basi, da un sontuoso mazzo di rose rosse.

Una coreografia floreale per il vostro amore

Ciò che rende un momento davvero speciale, oltre alle persone che ne sono protagoniste, è l’atmosfera del luogo in cui il momento si sta vivendo. Potremmo dunque cogliere l’occasione della festa degli innamorati per creare una vera e propria scenografia floreale, o addirittura una coreografia, per celebrare i nostri sentimenti per la persona che amiamo.

Innanzitutto, quindi, attenzione alle luci: cerchiamo di creare un’atmosfera calda e soffusa, accendendo le luci più basse che abbiamo in casa, e non lesinando in candele, magari puntando anche sull’effetto extra dato da quelle profumate. Non solo la sala, o la camera da letto, ad anticipare un romantico momento successivo, ma anche l’ingresso, la cucina e il bagno, magari avendo cura anche di predisporre tutto per un rilassante bagno con olii e essenze.

E poi, fiori, fiori e ancora fiori, con le rose come assolute protagoniste, ovviamente: potremmo disseminare la casa di petali di rosa, avendo cura di sceglierne di diversi colori per aumentare l’effetto scenografico, e creare così una sorta di percorso che attraverso le stanze conduce per l’appunto alla camera da letto o alla stanza da bagno, dove il tutto si potrebbe concludere poi con un bellissimo cuore di rose. Che potrebbe a questo punto poi celare quanto meno una lettera d’amore o, non facciamo i tirchi, su, un bel regalo romantico per la nostra metà.

A San Valentino tutto vale

Già vediamo alzarsi perplesso il sopracciglio di molti dei nostri lettori: non sarà qualcosa di esagerato o di troppo kitsch? Vogliamo chiudere questo articolo con un sonoro “no”. Vi spieghiamo perché. Come già accennavamo all’inizio, sì, San Valentino è diventata una ricorrenza commerciale, ma non è detto che ciò debba essere per tutti. Se siamo innamorati e felici, diciamolo e festeggiamolo: naturalmente non solo il 14 febbraio, ma senza per questo decidere di snobbarlo per non “essere come tutti gli altri”.

Anzi, se c’è un giorno in cui tutto ci è permesso, persino il kitsch e indulgere a una dolcezza persino smielata ed eccessiva, beh è proprio il giorno degli innamorati. In fondo, stiamo festeggiando la vicinanza della persona che amiamo e abbiamo tutti i diritti di celebrarla in pompa magna, senza badare troppo al nostro gusto minimal o ad apparire sdolcinati.

Come dicevamo, l’importante è non ricordarsi di lei o di lui solo un giorno all’anno ma celebrare tutti i giorni il nostro sentimento!

29 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

L’evoluzione dell’illuminazione, dalla scoperta del fuoco fino alle odierne lampadine LED, una storia affascinante che accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi.

Evoluzione dell’illuminazione
Maurice Dessertenne, copertina Nouveau Larousse Illustré

Agli albori dell’umanità, la luce era un elemento rassicurante, mentre il buio della notte portava con sé timori e paure. Poiché l’uomo non era in grado di generare la luce, poteva fare affidamento sulla luce lunare, quando l’astro era visibile e il cielo sgombro. Fino a quando l’uomo non scopre il fuoco: da allora costruisce fiaccole, lucerne, candele, torce, fino alle lampadine elettriche. L’evoluzione dell’illuminazione è una storia affascinante che accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi.

La scoperta del fuoco e le prime lampade della storia

Non sappiamo quando e come l’uomo scopre il fuoco. Gli studiosi fanno risalire l’evento a 500.000 anni fa, ad opera dell’Homo Erectus, ma non ci sono certezze assolute. Quello che è certo, è che la scoperta del fuoco ha contribuito all’evoluzione dell’umanità, visto che l’uomo diviene l’unica creatura sulla terra capace di maneggiarlo. Del resto, il mito di Prometeo, che ruba il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini, illustra perfettamente l’importanza di questo elemento.

Prometeo dona il fuoco all’umanità, Heinrich Friedrich Füger, olio su tela, 1817

Il fuoco diviene ben presto un elemento importantissimo per la sopravvivenza degli uomini primitivi. Serviva per difendersi dagli animali, per scaldarsi, per cuocere i cibi, forgiare i metalli e, naturalmente, per illuminare. Coi falò, l’uomo primitivo ha rischiarato grotte e caverne, prime abitazioni della storia, rendendole più confortevoli. Ad un certo punto comprende che le sostanze grasse favoriscono la combustione, dunque crea la torcia, avvolgendo uno o più bastoni di legno con panni imbevuti di olio o grasso animale.

Le prime lampade della storia 

La scoperta di questi primitivi combustibili porta alla creazione delle lampade, ovvero contenitori nei quali era inserita la sostanza grassa, assieme ad uno stoppino. I contenitori erano inizialmente conchiglie, poi si passa a ciotole in pietra, e infine a manufatti di argilla e bronzo. Lo stoppino era ricavato da fibre vegetali, mentre per il combustibile si utilizzavano olii vegetali o grasso animale.

Evoluzione dell’illuminazione
Evoluzione dell’illuminazione, lampada a olio in terracotta

Queste prime lampade, dette anche lucerne, sono evolute man mano che l’uomo acquisiva tecniche di lavorazione più complesse. Si aggiungono coperchi, catene e ganci per sospenderle, o piedistalli, che conferirono alle lampade anche una valenza artistica e simbolica. In epoca romana si comincia ad usare le candele, fatte per lo più di sego, più raramente con cera d’api. Solo dopo la metà dell’800 si cominciano ad usare le candele di paraffina, meno costose.

Le più antiche candele di cera d’api sopravvissute a nord delle Alpi provenienti dal cimitero alemanno di Oberflacht (Germania) risalente al VI/VII secolo d.C. Crediti foto.

Si diffondono così candelabri più o meno elaborati, capaci di portare diverse candele allo stesso tempo. Nascono applique e lampadari, più pratici delle lucerne, per illuminare gli interni delle case, soprattutto dei più abbienti.

Candelabri di epoca romana

Durante il Medioevo l’illuminazione non evolve ulteriormente, se non nella foggia e nelle tipologie delle lampade a olio e dei candelabri. Le forme più diffuse per i lampadari erano i cerchi, le corone o le croci. Una piccola novità è rappresentata dalla lanterna, un contenitore in ferro battuto schermato con un vetro spesso, nel quale si collocava una lampada a olio o una candela.

Alla fine del XVII secolo, si diffonde l’usanza di applicare gocce di cristallo ai porta lampada, uno stratagemma che contribuiva a riflettere la luce, aumentando la luminosità.

Evoluzione dell’illuminazione: dalla lampada ad olio al LED

Nel 1783 il chimico svizzero Aimé Argand (1750-1803) perfeziona la lampada al olio creando un serbatoio in metallo per il combustibile, sormontato da un cilindro di vetro. Lo stoppino avvolto a spirale dura più a lungo e il vetro contribuisce a limitare il fumo.

Contemporaneamente, l’inventore francese Philippe Lebon (1767-1804) brevetta il primo sistema di illuminazione a gas. La proprietà di generare luce e calore da parte del gas sprigionato dalla combustione di carbone fossile era già nota. Tuttavia, Lebon fu il primo a creare un vero e proprio impianto di illuminazione, nel 1801. Il sistema consisteva in una grande fornace a legna i cui gas, prodotti dalla distillazione, si incanalavano, attraverso tubi, nelle varie stanze per illuminarle, mentre il riscaldamento era fornito dal calore prodotto dalla fornace. Le lampade a gas, tuttavia, si utilizzano principalmente per illuminare le città, le fabbriche e i luoghi pubblici. Difatti, un impianto a gas prevedeva costi di realizzazione troppo elevati per le abitazioni, e suscitava anche qualche timore.

L’illuminazione domestica resta affidata alle lampade ad olio per molto tempo ancora, anche se perfezionate e migliorate per efficienza ed estetica. Va detto che l’olio o il grasso animale sono stati sostituiti da tempo da combustibili ricavati da idrocarburi, come il cherosene e il petrolio. Ma ormai si avvicina la rivoluzione elettrica. Dopo le scoperte sull’elettricità e le varie invenzioni come la “lucerna ad aria infiammabile” ad accensione elettrica e la “pila voltaica”di Alessandro Volta (1745-1827), abbiamo nel 1800 l’”arco elettrico” di Humphry Davy, e nel 1857 il Tubo di Geissler, antesignano delle lampade al neon, che illuminava tramite la ionizzazione del gas contenuto.

La lampadina ad incandescenza

L’invenzione della lampadina a incandescenza è attribuita ad Edison, ma in realtà è il risultato degli esperimenti di diversi inventori. Siamo alla fine degli anni Settanta dell’Ottocento, e il chimico sir Joseph Wilson Swan, nel 1878 mette a punto una lampadina costituita da un bulbo di vetro con il vuoto all’interno e un filamento di carbonio che, riscaldato dalla corrente elettrica emetteva luce e gas.

Evoluzione dell’illuminazione
Source

Thomas Edison la perfeziona ma sorge una disputa tra i due, che termina con la fondazione della della società Edison-Swan, una delle più grandi produttrici di lampadine al mondo. Nel 1910 il fisico americano William David Coolidge introduce il gas nel bulbo e sostituisce il filamento di carbonio con uno di tungsteno. Il risultato è una lampadina che non annerisce e che garantisce una maggiore durata. 

Evoluzione dell’illuminazione
Lampadario in stile Art Noveau alimentato ad energia elettrica, 1890, litografia di Anton Seder (1850–1916)

Altri tipi di lampade

Contemporaneamente si sviluppano altre tipologie di lampade, dalla lampada al mercurio (1901) ai tubi al neon (1938), dalla lampada alogena (1959) alla lampada fluorescente compatta (1980). In seguito alle leggi europee, molte tipologie di lampadina sono state messe al bando, o per motivi di sicurezza, o per via del risparmio energetico. Tra queste, le lampade al mercurio, a incandescenza e le alogene.

Illuminazione LED

L’illuminazione è oggi affidata per la maggior parte alle lampadine LED, ritenute più efficienti, sicure e versatili. Le luci LED sono state inventate dal premio nobel per la fisica Shūji Nakamura nel 1993. La tecnologia LED (Light-Emitting Diodes) si basa sul principio dell’ illuminazione allo stato solido, in cui la luce è generata attraverso semiconduttori anziché utilizzando un filamento o un gas. I LED trovano applicazione ormai in tutti gli ambiti nei quali sia necessario utilizzare la luce, dalle lampade d’arredo ai fanali dei veicoli, dall’illuminazione stradale all’illuminazione architetturale. 

Evoluzione dell’illuminazione
PROLISTEL LED By PROGRESS PROFILES

Evoluzione dell’illuminazione: gli studi sull’elettricità

L’evoluzione dell’illuminazione subisce un rapido sviluppo dopo la scoperta dell’elettricità e delle possibilità di applicarla alle lampade. In epoca moderna alcuni studiosi iniziano ad interessarsi al fenomeno dell’elettricità. L’etimologia del termine ne rivela l’origine greca:

ELEKTRICOS deriva da elektron, ambra gialla, e spiega la proprietà di questa pietra di attrarre particelle se sfregata.

Dobbiamo allo scienziato inglese William Gilbert (1544-1603) il primo trattato sull’argomento, il De Magnete, nel quale elenca i materiali che posseggono proprietà “elettriche”. Basandosi su questi studi, lo scienziato tedesco Otto von Guericke (1602-1686) inventa la prima pompa automatica per creare il vuoto e facilitare l’attrazione tra i corpi elettrificati, eliminando l’attrito dell’aria. Nel 1672 costruisce il primo generatore elettrostatico, composto da una palla di zolfo che è fatta ruotare meccanicamente. L’elettricità statica si produce sfregando una mano contro la palla in movimento. Da notare che lo scopo di questi esperimenti era quello di studiare lo scambio di elettricità tra i corpi, e non quello di ottenere la luminescenza.

Evoluzione dell’illuminazione
Illustrazione dal volume “Experimenta Nova Magdeburgica de Vacuo Spazio” di Otto von Guericke (Amsterdam, 1672): macchina elettrica con sfera di zolfo

A partire dal Settecento l’evoluzione dell’illuminazione subisce una improvvisa accelerazione. L’inglese Stephen Gray (1666-1736) scopre le proprietà conduttive e isolanti dei materiali rispetto all’energia elettrica, chiamata allora Fluido Elettrico. Spetta al chimico francese Charles du Fay (1698-1739) scoprire la carica elettrica e la conseguente polarizzazione tra carica negativa e carica positiva. Nel 1745, Ewald Jürgen von Kleist (1700-1748), nell’intento di immagazzinare l’energia elettrica, inventa il primo condensatore elettrico, una bottiglia riempita con acqua o mercurio, detta bottiglia di Leida.

Ewald Jürgen von Kleist e la “bottiglia di Leida”

Sarà l’italiano Alessandro Volta nel 1800, a condensare questi e altri studi nella rivoluzionaria “pila voltaica”, una batteria composta da una colonna di dischi di rame e zinco che racchiudevano uno strato di tessuto imbevuto di acido. Rispetto al generatore elettrostatico, che doveva essere azionato manualmente, la pila voltaica permetteva la generazione di elettricità in modo continuo. 

La Pila di Alessandro Volta, Di Fondo Antiguo de la Biblioteca de la Universidad de Sevilla from Sevilla, España

La Pila di Volta è perfezionata da altri studiosi, come Michael Faraday (1781-1867) che inventa la Dinamo, un generatore che converte l’energia meccanica in corrente continua. L’accoppiamento della dinamo alla turbina idraulica portò alla costruzione della prima centrale idroelettrica, presso le cascate del Niagara, nel 1879. L’elettricità è ormai alla portata di tutti. 

Unità di misura

L’energia elettrica si misura utilizzando diversi parametri.
La potenza P —> unità di misura Watt dove 1 kW = 1.000 W
La potenza consumata —> kW dove kWh potenza consumente in 1 ora
La potenza è pari al prodotto tra la tensione -V misurata in Volt- e la corrente - I misurata in Ampère A
Voltaggio —> forza elettrostatica in un campo elettrico
Amperaggio —> quantità di cariche che si spostano in un conduttore
Corrente continua —> valore costante nel tempo
Corrente alternata —> valore che cambia nel tempo alternando valori
positivi e negativi uguali. L’energia elettrica nelle nostre case è in tensione alternata.

Leggi altri articoli sulla storia della casa e dell’arredamento.

26 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Parliamo di biophilic design: in questa tipologia di progettazione, entra in gioco non solo l’aspetto architettonico, ma anche l’aspetto ambientale, biologico, ed evolutivo dell’uomo. 

 biophilic design

Tra la fine del 1800 e il primo decennio del 1900 comparve in Francia l’Art Nouveau, un movimento artistico che influenzò tutte le forme d’arte, dall’architettura, alla pittura, a quelle decorative. 

L’art nouveau si basava principalmente sull’idea di tornare a favorire l’artigianato, il ritorno alla natura e a uno stile di vita più sano e “biofilico”, per combattere la recente esplosione dell’industrializzazione e della produzione in serie.

Dalla Francia, col tempo, l’Art Nouveau si diffuse in tutta Europa, prendendo in Germania il nome Jugendstil, in Austria Sezessionstil, in Italia Liberty, in Spagna Modernismo.

Uno dei fautori più importanti ed estremisti del modernismo catalano, fu sicuramente l’architetto Antoni Gaudi, che ricordiamo per le sue opere più famose di Barcellona come “Casa Battlò”, “Casa Milà” e l’incompiuta cattedrale della “Sagrada Familia”, che sono oggi patrimonio dell’UNESCO.

Prendendo spunto dallo stile neogotico, e arricchendolo di forme giocose e sontuose, Antoni Gaudi ci ha regalato opere uniche nel loro genere.

Il suo intento fu quello di distaccarsi dall’idea dell’architettura dalle forme lineari e geometriche che aveva preso piede fino a quel momento, per tornare a farsi guidare dalla “Natura maestra” e dalle sue forme uniche e differenti l’una dall’altra.

Biofilia e biophilic design

Non credo che sia un caso che oggi cominci a prendere piede il Biophilic design: esattamente come tra l’800 e il ‘900 l’uomo sentì il bisogno di tornare alla natura oggi, dopo gli ultimi decenni di iper-tecnologizzazione, l’avvento delle case domotiche e gli ultimi due anni di pandemia, probabilmente il bisogno è tornato ad essere lo stesso.

Il Biophilic design prende il nome dalla parola biofilia, introdotta nel 1964 dallo psicologo Erich Fromm; il termine viene dal greco bios=vita e filia=amore, e parla dell’innata propensione e interesse dell’essere umano nei confronti di tutto ciò che è natura. 

Oggi le cose sono completamente diverse dagli inizi del ‘900: mentre l’art nouveau si proponeva come stile puramente decorativo, oggi ci sono studi scientifici che parlano dell’importanza del ritorno alla natura, non solo intesa come decorazione, ma anche come proposta di cura per il benessere psico-fisico dell’essere umano.

 biophilic design

E’ dimostrato, ad esempio, che in un ospedale i pazienti ricoverati in stanze con affacci su un panorama naturale, riescano a guarire e a riabilitarsi più facilmente, rispetto a quelli che hanno stanze che affacciano su viste chiuse o poco stimolanti; o come passeggiare nella natura possa essere un supporto molto importante per riprendersi da un periodo di forte stress o da un evento traumatico.

I principi del biophilic design

Il Biophilic design si occupa prima di tutto di grandi architetture, dove forme, materiali, strutture e colori naturali diventano degli aspetti cruciali in fase di progettazione.

Credo però che il Biophilic design, si possa tradurre anche in “piccola scala”, per portare questo tipo di filosofia all’interno delle nostre case, dei luoghi di lavoro, e creare ambienti che favoriscano il relax e il recupero delle energie.

In questa tipologia di progettazione, entra in gioco non solo l’aspetto architettonico, ma anche l’aspetto ambientale, biologico, ed evolutivo dell’uomo. 

Si parte analizzando l’ambiente esterno e le sue condizioni per andare poi a lavorare sull’ambiente interno. Le giuste condizioni di luce, di rumore, di odore, sono basi fondamentali per mantenere il benessere psico-fisico della persona che andrà ad abitare quello spazio: poca luce, ad esempio, può andare a inficiare sul naturale ritmo circadiano del corpo umano, creando pericolose conseguenze sulla salute mentale dell’individuo. Quando manca la luce naturale, dobbiamo ricrearla aumentando i punti luce, utilizzando lampadine che mimino la luce del sole, oppure utilizzando il giallo, colore del sole per eccellenza.

Per quanto riguarda le caratteristiche biologiche, l’uomo, seppur evoluto, risponde ancora alla sua parte più istintiva, cioè al cervello rettiliano. Sarebbe quindi ottimale adottare delle colorazioni naturali per quanto riguarda le grandi superfici, cioè pavimento, pareti e soffitto, preferendo un pavimento più scuro, pareti più chiare del pavimento e soffitto più chiaro delle pareti, per ricreare le condizioni di un paesaggio naturale.

Il biophilic design lavora certamente sugli ambienti e sulle case per migliorarne l’estetica, ma mettendo al centro l’essere umano e prendendo in considerazione le sue caratteristiche e i suoi bisogni.

Per saperne di più visita il sito www.sphomecoming.it e scrivimi nella sezione contatti per avere una consulenza.

22 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Già da svariati anni la carta da parati è tornata di moda, ma decisamente non ha niente a che vedere con quella che a cui eravamo abituati qualche generazione fa.

carta da parati moderna
Wallpaper Élitis

Definita anche col termine inglese wallpaper, la carta da parati moderna è tutt’altra storia, sia dal punto di vista dei disegni che delle possibilità che offre, grazie alle tecnologie digitali e ai materiali più performanti, oltre che lavabili. Riesce ad infondere carattere agli ambienti e, con qualche accorgimento per quanto riguarda la grafica, aiuta anche ad ampliare visivamente lo spazio. Si può applicare, come tutti sappiamo, sulle superfici verticali – ovvero le pareti – ma quello che pochi immaginano è posizionarla su superfici orizzontali, come i soffitti, soprattutto se si vuole abbassare l’altezza degli ambienti.

Permette anche di nascondere porte filomuro e armadi, rivestendone le ante. Stesso discorso vale per decorare pannelli divisori scorrevoli, che possono diventare come delle grandi tele.

Wallpaper Cartilla

Dove usarla

Il wallpaper è adatto a tutti gli ambienti della casa: dal soggiorno, alla camera da letto, alle camerette dei più piccoli, dall’ingresso, al bagno, alla cucina. In soggiorno è possibile collocarla sulla parete principale, ovvero quella col divano, per sottolineare visivamente l’area. 

carta da parati moderna
Wallpaper Demart

Però se avete un grande soggiorno che ospita anche una zona pranzo, considerando che solitamente i disegni sono d’impatto, collocate il rivestimento solo su una parete. 

Anche per la camera è sicuramente indicata per sottolineare e valorizzare la parete del letto.

Wallpaper Demart

La carta da parati moderna può essere applicata anche in bagno e cucina, se esplicitamente dichiarato dal produttore. Per il bagno le zone più belle da rivestire sono quella del lavabo, oppure la parete della doccia. 

In cucina può essere usata magari sul lato del tavolo oppure, se impermeabile e lavabile, per la fascia del paraschizzi al posto delle mattonelle.

Motivi e tonalità della carta da parati moderna

Quanto ai motivi decorativi, la scelta è davvero ampissima. Dai disegni geometrici, ai motivi floreali o vegetali, alle grafiche astratte o stilizzate, a quelle classicheggianti, fino ad arrivare alle immagini fotorealistiche. Ecco soltanto qualche esempio:

Tenete presente che i disegni grandi, geometrici o floreali, non sono adatti ad ambienti piccoli, perché danno l’impressione di avanzare; in questo caso potete optare per motivi decorativi di piccole dimensioni. Per dare, invece, profondità a una stanza e l’impressione che la parete prosegua, utilizzate carte con viste e panorami

Per quanto riguarda la tonalità, si può andare dai delicati disegni acquarellati che sono ariosi e adatti sia a chi ha spazi non tanto grandi sia a chi ha un po’ “timore” di usarne una troppo protagonista. Oppure, per i più audaci, ci sono carte dai toni scuri, da utilizzare ovviamente in ambienti spaziosi e molto luminosi oppure ben illuminati con luce artificiale.

Se desiderate una progettazione ottimale degli spazi della vostra casa, consultate il sito https://zeumadesign.com/.

20 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Un alloggio di 50 mq, situato in un edificio haussmaniano, è stato ristrutturato per l’arrivo di un bambino dallo studio parigino Mon Concept Habitation.

alloggio di 50 mq

L’obiettivo principale di questo progetto era di trasformare questo alloggio di 50 mq, composto da due stanze più servizi, in un appartamento di 3 stanze con una camera da letto per bambini. 

Oltre al soggiorno e alla camera da letto, l’appartamento disponeva di una cucina stretta e lunga. L’abbattimento del tramezzo che divideva queste due stanze ha permesso di creare un open space spazioso e luminoso.

La cucina occupa un’intera parete ed é concepita come una cornice blu che racchiude la zona lavoro, completamente bianca. Uno stratagemma che aiuta ad integrare la cucina nel soggiorno in modo elegante e ordinato.

La zona conversazione si trova oltre il tavolo da pranzo, che funge da separatore degli spazi. Gli architetti sono anche riusciti a ricavare un angolo studio elegante e discreto vicino alla finestra.

La zona notte 

La planimetria della camera da letto è stata ridotta al minimo indispensabile, al fine di ricavare la cameretta per il bambino. Gli architetti hanno creato uno spogliatoio e un armadio su misura per ottimizzare lo spazio. Lo spazio notte è delimitato da una parete colorata in un rosso caldo e profondo, che accentua l’atmosfera accogliente della stanza.

Nella camera dei bambini, il parquet in rovere massiccio porta calore a questa stanza dai colori chiari.

Forse non tutti sanno che in Francia la stanza da bagno si divide in salle d’eau, con doccia e lavabo, e toilette, dove è posizionato il wc, due stanze separate e a volte lontane tra loro. Qui vediamo il progetto della salle d’eau, per la quale gli architetti hanno scelto materiali leggeri per portare luce a questo spazio senza finestre.

progetto: Mon Concept Habitation via Houzz

Visita altre case nella rubrica House Tour

15 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Una delle tendenze più attuali vede l’utilizzo di uno o più pezzi di arredo unici, una soluzione capace di dare carattere agli interni. Come i tavoli PG Creations.

tavoli PG Creations
Tavolo Nettuno

Il pezzo unico ha sempre un certo fascino, soprattutto in un’epoca in cui gli arredi prodotti in serie affollano le nostre case. A ben vedere, il pezzo unico è un vero e proprio investimento, perché il suo valore accresce nel tempo. Inoltre, è capace di dare carattere agli interni, anche accostato ad arredi più ordinari. Si tratta di un oggetto che vi appartiene davvero, visto che nessun altro ne possiede uno uguale. Spesso si pensa che un pezzo unico sia troppo oneroso per le nostre tasche, ma esistono artigiani e designer indipendenti che realizzano prodotti con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Uno di questi è Peppe Gallo di PG Creations, un designer che vi ho ampiamente presentato in questo articolo. Oltre a lampade, mobili e complementi di arredo, Peppe Gallo realizza tavoli di rara bellezza, combinando materiali come il metallo e il vetro al legno. Ma non si tratta di un legno qualsiasi: ora vi racconto come nascono i tavoli PG Creations.

Tavolini PG Creations, dallo stile naturale al mood industrial

Quando la natura è una fonte di ispirazione, le creazioni non sono mai banali o monotone. La sensibilità estetica e l’immaginazione si uniscono all’abilità tecnica per creare oggetti unici di grande bellezza. Un pezzo di tronco di pino levigato e trattato diventa la base per il tavolino Tronco, con piano in vetro. La massiccia sezione di un ramo d’olivo, con le sue venature marcate e i bordi irregolari, si sorregge su leggeri piedini in ferro per comporre un tavolino da caffè. I rami levigati dal mare si uniscono in una suggestiva colonna sulla quale si appoggia il piano in vetro del tavolino Nettuno

Il legno si sposa perfettamente con il ferro per dare vita a creazioni dal mood industrial. Oggetti decontestualizzati vengono valorizzati e riutilizzati in contesti lontani dalla loro funzione originale. Come il vecchio torchio in legno che si trasforma nel tavolino Torchio, oppure il crick a pantografo degli anni 70 che sorregge il piano in legno di pino, trattato con la tecnica dello Shou Sugi Ban e con finitura in resina, nel tavolino Krik

Ancora il legno è protagonista nella collezione di tavoli e tavolini con gambe in ferro dal gusto contemporaneo. I piani sono realizzati con listoni di legno massiccio di castagno o di pino, come pure quelli dei tavolini con struttura in ferro montati su ruote. 

Tutti i prodotti sono realizzati a mano in Italia e sono personalizzabili a piacere per dimensioni, tipo di legno e finitura.

Ti sono piaciuti gli arredi e i complementi PG Creations? Iscriviti alla newsletter per restare aggiornato su novità e promozioni.

14 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come ogni anno a gennaio viene pubblicato il World Design Rankings, la classifica dei premi di design stilata dal prestigioso organismo internazionale.

World Design Rankings

Il World Design Rankings ha pubblicato, come ogni anno, la classifica aggiornata dei premi di design vinti in concorsi e premi internazionali per paesi. La classifica non si discosta molto da quella del 2021, con la Cina al primo posto, seguita da Stati Uniti d’America, Giappone, Italia, Hong Kong, Gran Bretagna, Taiwan, Turchia, Germania e Australia.

World Design Rankings

A cosa serve il World Design Rankings

Il World Design Rankings è un organismo internazionale che classifica tutti i paesi in base al numero di designer che hanno ricevuto il premio A’ Design Award. Si tratta di uno strumento utile per fornire dati sempre attuali ai vari operatori sul settore del design. La sezione Design Business Insights offre una classifica dei paesi basata sul loro successo in diversi campi del design. Tre tabelle specificano i punti di forza, i punti deboli e le opportunità per ogni paese, suddivisi per categorie, ad esempio Fashion Design, Furniture Design o Graphic Design, solo per citarne alcune.

World Design Rankings

La piattaforma Design Classifications fornisce invece informazioni sui singoli designer, artisti ed architetti che hanno partecipato al concorso. Questi dati sono ideali per esempio per i giornalisti o i blogger che desiderano presentare i migliori creativi, o per le aziende in cerca di validi collaboratori. Per chi fosse invece interessato unicamente ai top designer, si consiglia di consultare la classifica Designer Rankings, che elenca i creativi in base al numero di premi vinti complessivamente nel corso della carriera.

Una selezione di progetti vincitori

Condivido con molto piacere una selezione di progetti vincitori delle scorse edizioni, rappresentativi di alcune tra le oltre 100 categorie presenti.

Being Lamp by Cecilia Pozzi

Wandering in the Woods Kindergarten by L and M Design Lab

Lumiere Residence Hospitality – Hotel Design by Create Architecture

Mode Modular Workstation by Gustavo Miranda and Silas Stempcoski

Bamboo Leisure Chair by Wei Jingye and Li Jiashu

Villa Antioquia House by Dante Luna

Lavazza MilkEasy Milk Frother by Florian Seidl

MABY Smart Lighting System Multifunction Lamp by Horace Lamp

Emi Kawasaki Dimension in the Shadows Calendar

The Shades of Clouds Vacation Villa by Wei Ting Lin

Mondrian Lighting by Monica Pinto de Almeida

X897 PL1 Lighting by Maurice Taylor

Come partecipare al A’ Design Award & Competition

Se sei un creativo e desideri entrare nelle classifiche del World Design Rankings, hai tempo fino al 28 febbraio 2022 per iscriverti al A’ Design Award e presentare il tuo progetto,mentre i risultati saranno resi noti il 15 aprile 2022, anche su questo blog.

Al momento dell’iscrizione, puoi scegliere fra più di 100 categorie, tra le quali Good Industrial Design Award, Good Architecture Design Award, Good Product Design Award, Good Communication Design Award, Good Service Design Award, Good Fashion Design Award.

Per consultare la lista delle categorie clicca qui: category listing.

Iscriversi è semplice, scoprilo cliccando su questo link:

12 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

 Lanciato nel 2018, il brand Higold Milano è ormai un punto di riferimento per l’arredo outdoor. Scopriamo le linee iconiche e le novità 2022. 

Higold Milano
Collezione Onda, design Pininfarina

Lanciato durante il Fuorisalone 2018 con la presentazione di ben 8 collezioni, Higold Milano si propone come brand di riferimento per l’arredo outdoor di alta gamma. Comode sedute, soluzioni modulari, tavoli e tavolini, sedie a sdraio e daybed dal design elegante e contemporaneo, realizzati con materiali di eccellenza e con cura artigianale. Non a caso il motto dell’azienda, che sintetizza perfettamente la sua mission, è “Live the excellent life”, che può essere tradotto come “Vivere la vita in maniera eccellente”. La parola eccellenza, del resto, contraddistingue le collaborazioni che il brand ha intrecciato con personalità di spicco del design, come Nicolas Thomkins e Pininfarina. Il contrasto tra materiali e colori, con alluminio e rivestimenti in tessuti tecnici da un lato e pregiato legno teak dall’altro, è la cifra stilistica degli arredi Higold. Andiamo a vedere da vicino le collezioni più emblematiche e le novità 2022.

Le collezioni iconiche Higold Milano

Higold Milano debutta nel 2018 al Fuorisalone presentando arredi che suscitano un grande interesse nel pubblico e negli addetti ai lavori. Fiore all’occhiello del catalogo è la collezione Onda disegnata da Pininfarina, premiata con il Red Dot Design Award.

Higold Milano
Collezione Nofi

Accanto a Onda spicca la collezione Nofi, una linea completa per le zone relax e dining outdoor. Linee semplici, volumi leggeri, colori chiari rendono Nofi adatta a qualsiasi contesto. Realizzata in alluminio verniciato a polvere, presenta inserti in teak Burma nei braccioli e nei piani dei tavoli, elementi che caratterizzano molte delle collezioni Higold. Il confort è assicurato dalla presenza di comodi ed eleganti cuscini anche per sedie e sgabelli. 

Tra i bestseller del catalogo Higold troviamo anche la collezione Emoti, che richiama nel design e nei materiali la già citata Nofi, dalla quale si differenzia per il forte impatto estetico, dato dai tubi in alluminio della struttura, verniciati in color antracite. I cuscini sono realizzati in Quick Dry Foam, un materiale appositamente studiato per gli ambienti esterni. 

Collezione New York

Elegante e ricercata, la collezione New York esalta le caratteristiche del legno teak, impiegato nei pannelli laterali delle sedute e nei piani di tavoli e tavolini. La struttura in alluminio verniciato e la cuscineria color antracite mettono in risalto le nuance calde e dorate dei listelli in legno. Lo stesso utilizzo del teak per i pannelli laterali lo ritroviamo nella collezione York, caratterizzata dal contrasto cromatico tra il bianco della struttura e il nero della cuscineria.

Le nuove collezioni 2022

Tre le novità presentate per il 2022: si tratta di Punto, Polo Pro e Armonia. Con Punto, un set lounge modulare, i designer di Higold hanno annullato la differenza tra arredo outdoor e indoor, proponendo una soluzione adatta ad entrambi gli ambienti. La modularità permette di creare innumerevoli composizioni, rese più dinamiche e funzionali dagli elementi da appoggio in teak. 

Higold Milano
Collezione Punto

Polo Pro è un salotto componibile caratterizzato dal solito gioco di contrasti tra l’alluminio verniciato e il teak. Ciò che lo rende unico è l’estremo confort dato dalla soffice imbottitura in Quick Dry Foam e dal rivestimento in olefina, un tessuto ultra resistente agli agenti atmosferici.

Collezione Polo Pro

Infine, dalla creatività di Pininfarina nasce Armonia, un divano modulare elegante e ricercato, adatto anche agli ambienti interni. 

Higold Milano
Collezione Armonia, design Pininfarina

Higold, dai componenti per cucine all’arredo di lusso

Higold Milano è un brand del gruppo internazionale Higold, nato dall’evoluzione di un’azienda specializzata nella produzione di componenti per cucine, attiva a partire dal 1989. Risale al 2005 la fondazione della società Higold Furniture Manufacturing Co., che integra l’offerta della casa madre con arredi per esterni. Innovazione, materiali di qualità, design di alto livello e lavorazione artigianale hanno valso a Higold collaborazioni con prestigiose strutture come gli hotel delle catene Marriott, Hilton, Sheraton, Shangrilà e molti altri. La collaborazione con designer del calibro di Nicolas Thomkins, dal 2014 a capo del dipartimento design, e la partnership con Pininfarina Extra, a partire dal 2016, si rivelano strategie vincenti per proiettare la società nell’Olimpo dei brand più prestigiosi a livello mondiale. Un successo comprovato dai numerosi premi di design ricevuti nel corso degli anni, come iF Design Award, il Red Dot Design Award, il Red Star Design Award, solo per citarne alcuni. Oggi la compagnia possiede sedi in Olanda, Germania, Spagna, Portogallo, Italia, Svizzera, Belgio, USA e Qatar.

6 Gennaio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come gestire le case vacanza a distanza, grazie all’aiuto di un software gestionale. Ecco come funziona e quali sono i vantaggi.

 gestire le case vacanza a distanza

Gestire le case vacanza a distanza è molto conveniente, ma ciò sarà possibile se si userà un software gestionale, che comprende funzioni utili per ridurre tempi e ostacoli. In più sono presenti tanti altri vantaggi che possono derivare da questa scelta. 

Gestire le case vacanza a distanza: come fare e i vantaggi più rilevanti

Gestire immobili per turisti a distanza è possibile tramite un software gestione case vacanze, cioè un programma con cui controllare ogni fase del proprio lavoro direttamente da remoto. Questa soluzione è senza dubbio molto conveniente, prima di tutto perché non sarà necessario recarsi presso una sede fisica. Per questo, si avrà un certo risparmio dal punto di vista delle tempistiche, ma non solo. Si potranno infatti ridurre anche lo stress e la fatica, o ulteriori spese, soprattutto se occorre recarsi presso luoghi lontani. Niente dovrà essere svolto con lentezza, con un gestionale online, perché tutto potrà essere completato con un click. Ne consegue quindi che vi sarà una maggiore praticità per portare a termine tutte le fasi della propria attività, nonché un’elevata rapidità. Uno dei vantaggi principali potrebbe essere proprio il fatto di controllare tutto tramite il proprio smartphone o qualsiasi altro dispositivo. Sarà quindi possibile connettersi da ogni punto, lavorando quando si vuole. Con un apposito software per la gestione delle proprietà diventa facile anche creare un sito web per casa vacanze, sempre da remoto. In questo modo si avrà a disposizione un canale attraverso cui gestire ogni cosa, ma soprattutto si potrà anche ampliare la rete di clienti, sponsorizzando al meglio l’attività. Gli aspetti vantaggiosi derivanti dalla scelta di un gestionale che permette di controllare tutto online però non terminano qui.

Gli ulteriori elementi positivi da prendere in considerazione

Il livello organizzativo migliorerà: è questo un altro importante fattore da non sottovalutare, quando si acquista un programma per gestire le case vacanze da lontano. In più i clienti non dovranno attendere troppo tempo, prima di vedere la conferma per una prenotazione, o prima di avere risposta alle loro domande. Questo potrebbe aumentare la possibilità che si trovino bene e che magari lascino recensioni ricche di complimenti

Da aggiungere a tutto ciò anche il fatto di riuscire a svolgere ulteriori operazioni importanti tramite pochi click, come realizzare aggiornamenti del sito, inserire offerte e promozioni, ma non solo. Sempre con la stessa facilità si potrà provvedere all’inserimento di elementi multimediali o immagini, inserzioni. Svolgendo tutto da remoto e in modo automatico poi si potranno anche diminuire gli errori: può capitare infatti che si accettino prenotazioni doppie, ma con un software ciò non avverrà. In più una soluzione di questo tipo consente di valutare con attenzione il resoconto giornaliero o mensile della propria attività, utilizzando grafici e statistiche. In questo modo, si potranno trarre conclusioni utili per modificare qualcosa nell’organizzazione, al fine di migliorare ancora di più. Per tutti i motivi fin qui elencati, è possibile perciò affermare che sistemi di gestione da remoto consentono di apportare numerosi vantaggi al proprio lavoro. 

Leggi tutti gli articoli sulla Smart Home