6 Luglio 2023 / / Dettagli Home Decor

I requisiti acustici degli edifici

Quando si parla di progettazione e costruzione di nuovi edifici o di ristrutturazione di quelli esistenti, l’aspetto acustico è un elemento fondamentale da considerare. Come afferma Diasen, la qualità acustica degli ambienti influisce direttamente sulla nostra esperienza di vita e di lavoro e può avere un impatto significativo sul nostro benessere e sulla nostra produttività.

Per questo, è previsto che i progettisti di edifici rispettino le norme e gli standard che stabiliscono i livelli di isolamento acustico e di riduzione del rumore in diverse tipologie di costruzioni, come residenziali, commerciali, industriali e pubblici.

In questo articolo, esploreremo i principali aspetti legati ai requisiti acustici degli edifici. Vedremo quali sono i parametri chiave da tenere in considerazione, come il livello di isolamento acustico, la riduzione del riverbero e la qualità del suono.

Requisiti acustici passivi degli edifici: cosa sono e cosa dice la normativa di riferimento

I requisiti acustici passivi degli edifici sono le specifiche tecniche e i criteri di progettazione che devono essere rispettati per garantire un adeguato isolamento acustico tra gli ambienti interni ed esterni di un edificio. Non solo: nel nostro Paese, già più di trent’anni fa, sono stati riconosciuti i rischi legati all’inquinamento acustico e si è dimostrato l’impegno per ridurli e prevenirli.

La legge quadro sull’inquinamento acustico (legge 447/95), infatti, è una delle norme sul tema, che stabilisce che i Comuni debbano adottare regolamenti per attuare la normativa statale e regionale sulla protezione dall’inquinamento acustico.

Per raggiungere questo obiettivo, esiste la normativa di riferimento per i requisiti acustici degli edifici, il DPCM del 5 dicembre 1997. Questo decreto stabilisce le disposizioni attuative del recepimento della Direttiva Europea sugli edifici per quanto riguarda il miglioramento delle prestazioni energetiche e acustiche degli edifici.

In particolare, questo decreto stabilisce le prestazioni che gli edifici devono avere in termini di isolamento acustico per diversi aspetti, come la separazione tra le unità immobiliari, il rumore esterno, il rumore di calpestio e il rumore generato dagli impianti.

Esistono poi delle norme tecniche per determinare la classe di prestazione acustica richiesta. In questo senso, è necessario fare riferimento alla UNI 12354:2017, che fornisce le linee guida per la valutazione e la classificazione acustica degli elementi di costruzione e degli edifici, nonché i metodi di calcolo per determinare il livello di isolamento acustico richiesto.

La norma UNI 12354:2017 definisce le diverse classi di prestazione acustica, indicate con le lettere A, B, C e D, a seconda delle esigenze funzionali degli ambienti e delle sorgenti di rumore circostanti. Ad esempio, per un edificio residenziale, potrebbe essere richiesta una classe di prestazione acustica A per garantire un elevato isolamento acustico tra le unità abitative.

La normativa stabilisce anche i valori limite di isolamento acustico da rispettare per le diverse classi di prestazione acustica. Questi valori sono espressi in termini di livello di pressione sonora normalizzato e dipendono dalla frequenza del rumore da isolare.

Grandezze di riferimento e indici di valutazione

Nel contesto dei requisiti acustici degli edifici, le grandezze di riferimento e gli indici di valutazione sono strumenti utilizzati per misurare e valutare le prestazioni acustiche di un edificio. Le prime includono il tempo di riverberazione (T60), che indica la durata del suono nell’ambiente, e il livello di rumore di calpestio di solai normalizzato (L’n), che valuta il rumore generato dal calpestio su piani superiori, ma anche il potere fonoisolante apparente di elementi di separazione fra ambienti (R’), l’isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT) e i livelli di pressione sonora ponderati A come LA Smax e LAeq.

Gli indici di valutazione sono indicazioni utili per misurare le prestazioni di isolamento acustico delle diverse parti dell’edificio. Questi indici forniscono informazioni sulla capacità delle partizioni, come pareti e pavimenti, di ridurre il rumore proveniente da altre aree o da sorgenti esterne.

Li indichiamo di seguito:

  1. Indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti (R’w), calcolato secondo la norma UNI 12354-1:2017, misura l’efficacia delle partizioni nel bloccare il rumore proveniente da altre stanze o ambienti. Maggiore è il valore di R’w, migliore è l’isolamento acustico della partizione
  2. Indice del livello di pressione sonora di calpestio di solai, normalizzato (L’n,w): Questo indice si riferisce al rumore prodotto dal calpestio sui pavimenti. Misura la capacità del pavimento di attenuare il rumore di calpestio e contribuisce a creare un ambiente tranquillo all’interno degli edifici
  3. Indice dell’isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT,w), che indica l’isolamento acustico delle facciate dell’edificio. Misura la capacità delle pareti esterne di ridurre il rumore proveniente dall’esterno, come traffico stradale o altre sorgenti di rumore esterne.

Nel DPCM sono indicate tabelle che inseriscono, per ogni ambiente come scuole, ospedali, uffici, abitazioni, i precedenti indici, espressi sotto forma di numeri, facilmente consultabili.

Certificazione acustica dell’edificio, cos’è e quando è obbligatoria

In conclusione, parliamo di un altro obbligo che riguarda soprattutto gli edifici di nuova costruzione e quelli che vengono immessi sul mercato per la vendita o l’affitto.

La certificazione acustica è obbligatoria per gli edifici di nuova costruzione a partire dal 31 dicembre 2011, nonché per coloro che intendono affittare o vendere la propria proprietà. Tuttavia, se l’edificio è stato costruito prima dell’approvazione della norma, la certificazione non è necessaria a meno che non si decida di affittare o vendere.

Per eseguire la certificazione acustica di un nuovo edificio, sono considerati i requisiti acustici passivi, che includono un adeguato isolamento tra gli ambienti e il rispetto dei limiti di rumore esterno stabiliti dalla legge.

Essa viene eseguita da esperti nel campo dell’acustica e delle vibrazioni che abbiano la competenza giuridica e le conoscenze necessarie per stabilire valori di rumore accurati. Ci sono figure professionali certificate che possono svolgere questa attività, come tecnici ARPA o periti di aziende private.

Il costo della certificazione acustica può variare in base alle dimensioni e alla tipologia dell’immobile. In media, il costo per una valutazione di base si aggira intorno ai 600/700 euro.

(immagine via Depositphotos)

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6 Luglio 2023 / / Dettagli Home Decor

Tenuta di Forci a Lucca in Toscana

Tenuta di Forci si trova in Toscana, a nord-ovest del centro storico di Lucca e nella zona di Pieve Santo Stefano, da sempre la collina più ambita della zona, sia per la sua natura incontaminata che per i panorami mozzafiato che si estendono fino al Mar Ligure.

La proprietà, che dista solo 8 km dal centro storico di Lucca, si trova infatti in una posizione strategica, a 35 km dalla costa della Versilia, conosciuta sia per città d’arte e cultura come Pietrasanta che località balneari come Forte dei Marmi. Dista inoltre solo 40 km dall’aeroporto internazionale di Pisa e 80 km da Firenze.

Il cuore pulsante della tenuta è Villa di Forci: costruita nel XIV secolo, fu inizialmente concepita come residenza di caccia dalla famiglia Buonvisi. Un secolo dopo fu ampliata dalla famiglia in una splendida azienda agricola. Negli anni successivi, la villa e il territorio circostante raggiunsero gradualmente l’apice del loro splendore con l’aggiunta della magnifica loggia dell’architetto Vincenzo Civitali.

La tenuta è composta da circa 360 ettari di terreno con boschi, vigneti, alberi da frutto, orti e vasti uliveti, un anfiteatro naturale privilegiato e ricercato, che combina perfettamente la sensazione di aperta campagna, dove sembra che tempo si sia fermato, con l’accessibilità a tutti i servizi locali e alle attività culturali.

Tenuta di Forci in Toscanacasali in vendita nella campagna Toscana

I casali in vendita da Knight Frank

All’interno della tenuta sono in vendita undici casali, ognuno di metrature diverse e con caratteristiche individuali, con diversi ettari di terreno agricolo.

Segalato, Sorgente e Palazzina

Tra questi, Segalato, un’ex casa di caccia, e Sorgente la vicina fattoria.  Segalato si caratterizzerà per l’ampia zona giorno con cucina, cinque camere doppie e otto bagni per un totale di 650 mq di superficie.  Sorgente, una volta ristrutturato, comprenderà una zona giorno, una cucina, quattro camere doppie e cinque bagni per un totale di 560 mq di superficie. Gli edifici sono circondati da circa 4 ettari di terreno con piscina e ampie viste panoramiche. Vi è inoltre Palazzina, un’unica cascina storica circondata da circa 1 ettaro di terreno con piscina. Una volta ristrutturata, la superficie di 380 mq sarà composta da una zona giorno, una cucina, quattro camere matrimoniali e cinque bagni.

render casale da ristrutturare in Toscana

La Villa di Forci e il nuovo santuario

Villa di Forci è invece il cuore della tenuta, circondata da una fattoria, da un’ampia corte con ulteriori edifici e da due frazioni sulla sommità occidentale, dove verranno sviluppati alloggi che verranno messi in affitto o utilizzati per ritiri spirituali. La fattoria comprenderà un ristorante, un negozio di prodotti agricoli, uno spazio artistico, una cappella per concerti e cerimonie speciali e altro ancora.

È prevista inoltre la costruzione di un santuario della salute olistico, programmato per rispondere ai principi e alle pratiche rigenerative della terra, seguendo la filosofia della trasformazione, della guarigione della mente e del corpo, della nutrizione sana e della nuova coscienza – dal “suolo alla cellula”. Le attività saranno ospitate all’interno di alcuni edifici agricoli storici riutilizzati e di cascine ristrutturate vicino alla Villa.

render ristrutturazione casali nella Tenuta di Forci in Toscanarender casali ristrutturati nella Tenuta di Forci

Il progetto di ristrutturazione dei casali

La ristrutturazione dei casali avverrà secondo un progetto specifico con requisiti di eco-sostenibilità.  Noti studi di architettura locali, in collaborazione con lo studio londinese Michaelis Boyd, si occuperanno del progetto.

Un team di professionisti della Tenuta di Forci guiderà i nuovi proprietari attraverso l’intero processo di ristrutturazione. Gli acquirenti avranno la possibilità di personalizzare l’immobile, rispettando i requisiti delle autorità locali e il concetto di sostenibilità. Le maestranze si concentreranno sul riutilizzo e sull’uso di materiali naturali, ove possibile di provenienza locale. I progetti terranno conto del percorso del sole e della luce naturale in un’ottica di risparmio energetico.

tenuta agricola in Toscana

Storia della tenuta agricola

Per secoli la Tenuta di Forci è stata fortemente caratterizzata dalla sua componente agricola. Gli attuali proprietari, la famiglia Van Ogtrop,  stanno ulteriormente sviluppando la tenuta con vigneti biodinamici, oliveti biologici, progettazione di permacultura e agricoltura rigenerativa. Il tutto per il desiderio di creare e mantenere un ecosistema autosufficiente con la minore interferenza umana possibile.

Il vino e l’olio d’oliva sono i pilastri dell’azienda agricola e l’obiettivo principale è quello di arricchire il terreno per ottenere il massimo risultato da tutte le attività agricole. Gli oltre 4.000 ulivi distribuiti nella proprietà produrranno olio d’oliva e olive biologiche di altissima qualità. I 7 ettari di vigneti saranno lentamente implementati e trattati da una talentuosa squadra di viticoltori ed enologi secondo i principi e le pratiche della viticoltura biodinamica, iniziando con la produzione artigianale di vino rosso e introducendo in futuro vini bianchi.

La filosofia alla base del progetto è quella di dare nuova vita alla tenuta agricola attraverso concetti di sostenibilità ed economia circolare, temi chiave molto sentiti dai proprietari, coinvolti personalmente nel progetto su più livelli generazionali.

Per saperne di più: www.knightfrank.com

 

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6 Luglio 2023 / / ChiccaCasa

Cosa mettere in un’anfora per valorizzarla?
Le anfore sono oggetti d’arredo sempre attuali, recentemente tornati di grande tendenza.

Sono eleganti e classiche e si possono reperire sia nei negozi di home decor, che nei mercatini delle pulci, che nei negozi di antiquariato.

Si abbinano molto bene agli interni in stile rustico, ma sono perfette anche negli interni classici, scandinavi o contemporanei.

Cosa mettere in un’anfora grande?

Le anfore grandi da interno che hanno la bocca larga in realtà non sono anfore: si chiamano orci o giare. Un tempo venivano usate per conservare olio oppure vino, oggi sono perlopiù utilizzate come decorazioni per il giardino o per gli interni.

Un’anfora da ingresso è generalmente così: grande e capiente. L’idea decòr più sdoganata (ma sempre di tendenza), vede la collocazione simmetrica di due giare gemelle ai lati della porta di ingresso all’esterno di una villetta o di una casa singola.

Se non sai cosa mettere dentro una giara o un’anfora grande, tieni a mente questa “regola” di home decor.

Solo le anfore con l’apertura ampia possono essere accessoriate. Le anfore grandi con la bocca piccola sono notevolmente più eleganti vuote, magari esaltate da un bel piedistallo di un materiale e un colore in contrasto.

Ecco qualche idea per decorare un orcio da mettere in casa (per comodità, userò il nome “anfora”, ma tu ormai lo sai, non è una vera anfora).

anfora da arredamento vintage con pianta da interno Microsorum diversifolium (felce)

Anfora da arredamento con pianta da interno

Le anfore grandi da interno possono essere utilizzate come portavasi per le piante in casa.

Stanno molto bene sia con le piante alte, che con quelle folte e cespugliose. Ecco alcuni esempi di piante per anfore.

Piante alte (a portamento verticale) che stanno bene in un’anfora

  • Cocco;

  • Kentia;

  • Strelitzia nicolai;

  • Ficus elastica;

  • Monstera deliciosa (si può estendere anche in orizzontale).

Piante folte da mettere in un’anfora

  • Microsorum diversifolium (in foto);

  • Phlebodium Aureum;

  • Felce di Boston;

  • Philodendron Xanadu.

Anfora da interno con ramo

È una soluzione davvero scenografica, ma adatta soprattutto agli spazi più ampi.

Il ramo, per attirare l’attenzione deve necessariamente essere vero (no rami di plastica, please!) e imponente.

  • Un ramo secco deve avere un diametro abbastanza spesso da non passare inosservato, meglio se dotato di curvature particolari e tante ramificazioni che lo rendono interessante.

  • Un ramo in fiore, per esempio di ciliegio, pesco, mimosa o jacaranda è la soluzione che fa per te se hai in giardino uno di questi alberi. Certo, è temporanea, ma ripaga in termini di estetica. In questo caso l’anfora dovrà nascondere un contenitore pieno d’acqua al suo interno. Meglio evitare di mettere l’acqua direttamente nella giara, in quanto potrebbe traspirare all’esterno (soprattutto nel caso della terracotta non rifinita) e rovinare le superfici su cui è poggiata.

Cosa mettere dentro un’anfora piccola

Quando l’anfora è in versione petite le cose sono due: o pochi fronzoli o niente.

Le anfore piccole sono belle anche vuote

Le piccole anfore da arredamento non hanno bisogno di accessori extra per essere valorizzate.

Le forme sinuose hanno un potere decorativo che può essere sfruttato per abbellire un tavolino, una mensola o il piano di un mobile.

Less is more: quando si vuole mettere in risalto qualcosa, a volte togliere è meglio che aggiungere.

Come decorare un’anfora con i fiori secchi

Un’idea per decorare un’anfora piccola senza rubarle la scena è quella di usare uno oppure tre fiori secchi.

Se i fiori sono discreti, l’effetto sarà più elegante ed essenziale.

Se l’anfora è piuttosto piccola e ha la bocca stretta puoi usare elementi con lo stelo piuttosto spoglio che si estendono in altezza, come:

Per le anfore di medie dimensioni con l’apertura un po’ più grande puoi usare:

Trova altri spunti su cosa mettere nei vasi al posto dei fiori.

Piccola anfora portacandela

In alcuni casi una piccola anfora può anche essere utilizzata come portacandela.

È necessario che l’apertura dell’anfora sia abbastanza stretta da poter sorreggere una candela.

Questa soluzione è indicata per le anfore rifinite esternamente con una finitura trasparente lucida o semilucida, facile da pulire.

Come decorare un’anfora di terracotta?

Se hai trovato un’anfora di terracotta nuova di zecca e vuoi trasformarla in un’anfora antica, ho il tutorial che fa per te.

Puoi cospargere l’anfora di yogurt bianco (meglio se scaduto) con un pennello e lasciare asciugare.
Ripeti l’operazione più volte per creare una patina antichizzata.

Per un tocco di stile in più puoi passare l’anfora nella cenere quando lo yogurt è ancora umido. Si creerà una trama in rilievo e giochi di chiaro-scuro. Disclaimer: quest’ultimo passaggio funziona solo sulle anfore da tenere in casa.

Guarda il tutorial completo, step by step, su come invecchiare la terracotta.

Photo e styling Federica Del Borrello – Chiccacasa