7 Gennaio 2021 / / ArtigianaMente

Chissà per quale motivo non ho mai avuto particolare simpatia per le panche in cucina. Ora che sono matura {sia di età sia di gusto estetico} ho imparato ad apprezzare questo elemento di arredo che offre infinite scelte di stile e grandi possibilità funzionali: la panca in cucina sostituisce le sedie, libera lo spazio per il passaggio e può essere molto accogliente.

panche in cucina

La panca in cucina è funzionale

La panca è sicuramente una grande alleata quando si tratta di organizzare piccole cucine, perché permette di ottimizzare l’ambiente. Tuttavia, si rivela molto interessante anche in grandi spazi aiutando a mantenere l’ordine e creare passaggi calpestabili fluidi e comodi.

Funzionalità della panca:

  • aiuta a evitare l’ingombro delle sedie
  • può avere dei cassettoni per raccogliere oggetti e utensili
  • favorisce il movimento all’interno della stanza
  • facilita la pulizia
  • può essere posizionata negli angoli, a parete oppure a ridosso delle penisole

La panca in cucina è bella

La panca non tradisce le aspettative nemmeno quando si parla di estetica: é talmente versatile che si adatta a qualsiasi stile e a molti materiali.

Anch’io sono ricorsa alla panca per motivi di spazio e si è rilevata la soluzione migliore per la mia cucina; abbiamo scelto una seduta in legno realizzata da un artigiano e uno schienale in tessuto, che abbiamo affisso al muro con una semplice struttura in legno leggero, per scongiurare uno stile troppo rustico.

4 suggerimenti di stile:

  • la panca in legno riscalda una cucina bianca o grigia
  • la panca in velluto si inserisce bene in un ambiente elegante
  • un tessuto di design aggiunge modernità a una cucina classica
  • la panca è l’arredo giusto per giocare con il colore

 

Immagini: Architectural Digest; Farrow and Ball; Perfeita Ordem; Temple and Webster; House and Garden; Elinterieurs; Artigianamente-blog; Apartment Therapy; Randi Mageli; Remodelista; Elinterieurs.

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6 Gennaio 2021 / / Idee

Read Time:4 Minute

Desideri una casa ben arredata ma pensi di non esserne capace? Vorresti arredare la mensola sopra al letto oppure la credenza nell’ingresso, ma non sai da dove iniziare? Non ti preoccupare, oggi sono qui a darti una mano, ti insegnerò ad arredare qualsiasi piano d’appoggio della tua casa come una vera stylist.

Quando ricevi ospiti ti senti in imbarazzo perchè la tua casa non è in ordine, la parete attrezzata non è arredata come vorresti e quindi non la senti tua. Di conseguenza non ti senti a tuo agio al 100%. In questo articolo ti mostro come puoi realizzare autonomamente composizioni armoniche e arredare qualsiasi piano di appoggio all’interno della tua casa: una mensola, una credenza, una parete attrezzata, insomma qualsiasi piano d’appoggio con dietro un muro. 

A primo impatto può sembrare difficile arredare un piano di appoggio, ma non devi preoccuparti, anche le stylist una volta non ne erano capaci e anche io! Come primissima cosa devi volerlo (veramente), quindi impegnarti e autoconvinciti che ce la puoi fare. Successivamente devi imparare ad allenare l’occhio e memorizzare le 6 tecniche efficaci che tra poco ti vado ad illustrare.

Nulla è impossibile, basta solo volerlo. Devi avere un pò più di fiducia in te stesso e nelle tue capacità.

A differenza di una composizione sul tavolo, argomento affrontato recentemente, le composizioni su un piano di appoggio si sviluppano con un andamento lineare. È importante non lasciarsi spaventare dallo spazio che si deve riempire, soprattutto perchè non è necessario occuparlo tutto (te ne parlerò meglio più tardi). 

Ragiona come se dovessi creare tante composizioni e non come una unica. L’obiettivo infatti è quello di realizzare una serie di composizioni distanziate tra loro, disposte in linearmente lungo il piano da decorare. Partendo da questa premessa ti metti già nell’ottica giusta, cioè quella di pensare per gruppi di oggetti armonici e non come una mega decorazione che risulta impattante e anche un pò fastidiosa all’occhio.

Vorresti che i tuoi ospiti, entrando in casa tua, dicessero: “Wow, che bella casa!”?

Grazie all’applicazione di queste 6 TECNICHE sarai in grado, autonomamente, di arredare e cambiare aspetto a qualsiasi piano di appoggio di casa tua, realizzando composizioni come una vera stylist.

TECNICA #1

Palette colori

arredare piano di appoggio
Pic by Pinterest

Suddividi per colore gli oggetti che vorresti inserire nel tuo piano di appoggio e seleziona solo gli oggetti che appartengono a 2 o 3 tonalità. In altre parole, crea una palette colori che rispecchi te e la tua casa e rispettala. Troppi colori rischiano di creare caos, meglio focalizzarsi su pochi per un effetto ben riuscito.

Nell’immagine qui sopra sono stati scelti: il color avorio, nocciola e antracite.

TECNICA #2

Altezze differenti

arredare piano di appoggio
Pic by Pinterest

È fondamentale che gli elementi scelti abbiano altezze diverse. Non devi mai accostare 2 o più elementi con altezze identiche, piuttosto suddividili in più gruppi. All’opposto, se alcuni oggetti hanno un forte dislivello tra loro, raggruppa insieme tutti quelli alti e tutti quelli bassi. Attenzione però, non devono crearsi sequenze di: alto-basso-alto-basso. Troppi dislivelli creano confusione e poca armonia. La soluzione in questo caso è: alto-basso, spazio di riposo, e di nuovo un’altra composizione.

TECNICA #3

Gruppi e livelli

Pic by Pinterest

Posiziona gli oggetti leggermente sfalsati tra loro, come se ci fossero più livelli di profondità. Fare gruppo significa proprio sovrapporre gli oggetti, non troppo (deve rimanere ben visibile l’elemento dietro), e fare in modo che le decorazioni creino coesione tra loro formando una bella composizione armonica. Ricorda, l’obiettivo principale è quello di creare gruppi, se gli oggetti sono slegati tra loro non ci sarà nessun gruppo. 

TECNICA #4

Elemento singolo

arredare piano di appoggio
Pic by Pinterest

In alcuni casi, ma solo se l’oggetto è importante e caratteristico, puoi mettere da parte il discorso dei gruppi. Infatti, se l’oggetto in questione è particolare e molto decorativo, puoi considerarlo singolarmente e posizionarlo isolato da altri elementi che si sovrappongono a lui.

Riesci a vederlo nell’immagine qui sopra qual’è l’elemento singolo? Quello più caratteristico che non fa gruppo con nessun’altro oggetto?

TECNICA #5

Non riempire tutto lo spazio

Pic by Pinterest

Non è necessario riempire tutto lo spazio a disposizione, anzi se lo farai non ci sarà modo di percepire le composizioni che hai creato e il tutto diventerà caotico e perderà di armonia. Quindi distanzia i gruppi e fai in modo che si percepiscano come composizioni singole sul tuo piano di appoggio.

TECNICA #6

Aggiustamenti finali

Pic by Pinterest

Dopo aver arredato il tuo piano di appoggio allontanati, muoviti a destra e sinistra e osservalo attentamente. Come ti sembra? Si notano i vari gruppi? Se ad esempio muovendoti noti che gli oggetti sovrapposti, posizionati con la tecnica dei livelli, si distanziano troppo, allora aggiusta il gruppo avvicinando ulteriormente gli oggetti tra loro.


Come ti senti ora? Hai già voglia di metterti all’opera? Non conoscendo nel dettaglio la tua casa, ho cercato di darti delle regole universali e adattabili alle tue esigenze. Utilizza queste tecniche, ma cerca sempre di esprimere la tua personalità, soprattutto nella scelta degli oggetti. 

Se hai voglia di mostrarmi l’arredo del tuo piano di appoggio, manda una e-mail a: info@rominasita.it e ti dirò le mie impressioni e un consiglio (gratuito) su come eventualmente migliorarlo, ma tanto so già che farai un ottimo lavoro!

Nonostante i miei suggerimenti pensi di non esserne comunque capace? Non sai quale palette colori scegliere? Quali oggetti decorativi utilizzare? Io sono disponibile a darti una mano. Scrivimi oppure dai un’occhiata al mio servizio di consulenza EASY.

Ciao, alla prossima!

P.S. Seguimi anche su Instagram @rominasitablog


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5 Gennaio 2021 / / Design

Affacciato sulle sponde del Lago Maggiore con vista sulle Isole Borromee, il Grand Hotel Dino di Baveno è il luogo perfetto per godersi le bellezze di una località turistica di pregio fuori dalle solite rotte mainstream, ricchissima di mete culturali e naturalistiche.

Foto di Gérard Jaworski

Il Grand Hotel Dino appartiene al prestigioso gruppo Zacchera Hotels, i cui proprietari sono attivi nel settore hotellerie dal 1873.
Come tutte le storie imprenditoriali di successo, quella della famiglia Zacchera ha inizio “in piccolo” con l’apertura dell’Osteria Milanese in riva al Lago Maggiore. Nei decenni successivi gli eredi del capostipite Francesco hanno saputo espandersi rilevando 5 tra i più begli hotel della zona, situati tra Stresa e Baveno.
Questi prestigiosi edifici storici, come l’Hotel Simplon, lo Splendid e lo stesso Grand Hotel Dino, sono immersi in parchi secolari, circondati da giardini lussureggianti che si specchiano nelle acque del lago. Si tratta di strutture alberghiere di altissimo livello che si rivolgono in particolare al turismo congressuale, ma anche di leisure familiare e culturale.

Il Dino offre deliziose camere vista lago, giardini, piscine e spa, oltre che uno dei più grandi centri congressi in Italia.
Venue per eventi business tra i più rilevanti in Europa, il Congress Centre ha una capienza totale fino a 1200 persone, con 36 sale modulabili e dotate di luce naturale, con soffitti alti oltre 6 metri.

Sala congressi Marte
Sala congressi Giove
Sala Conferenze

Il progetto: ristrutturazione del Centro Congressi

Grazie alla collaborazione con l’Architetto Claudio Maria Fimiani De Riseis D’Aragona abbiamo imparato a conoscere bene il Grand Hotel Dino, in particolare la sezione meeting e congressi.

L’Architetto Fimiani si è occupato della ristrutturazione delle zone congressuali dedicate al relax, affidandosi a noi per gli arredi di alcune parti. Nel dettaglio, l’intera operazione di riqualificazione è stata finalizzata a modernizzare le sale conferenza, i salotti e il bar esterni alle conference hall.

Le Sale del Centro Congressi principale, estese su una superficie di oltre 1600 metri quadrati, hanno subito un totale restyling improntato alla resa di un’immagine contemporanea fondata sull’idea di tridimensionalità, leggerezza e mutevolezza. Concetti che ci portano immediatamente ad una cultura del vivere e dell’abitare, quella zen di origine giapponese, che l’Architetto ha voluto trasmettere attraverso soffitti d’oro e pareti mobili ispirate ai pannelli fusuma. All’interno delle sale meeting queste paretine sono caratterizzate da un pattern ad intreccio, mentre nelle parti comuni troviamo una fantasia a origami. Ispirato ai templi del lontano Oriente – in particolare al tempio Chusonji di Hiraizumi, nella prefettura di Iwate – il progetto fa un uso prettamente “anticlassico” della scomposizione quadridimensionale, del colore e della luce.

L’importanza delle aree comuni

Le aree comuni sono fondamentali per garantire un’esperienza ottimale ai clienti business.
Ci sono tre aspetti da considerare: la viabilità, la comunicazione e la convivialità. Qui ci si riunisce prima, dopo e durante gli eventi, si raccolgono informazioni, ci si sposta da una sala all’altra, si scambiano chiacchiere, si approfondiscono conoscenze o semplicemente ci si gode un drink o un caffè nei break tra gli interventi. Differenziare lo stile di questo ambiente da quello delle sale conferenza è importante per dare ai partecipanti la sensazione di pausa e permettere loro di staccare.

Per questo motivo gli spazi comuni vanno attentamente progettati e arredati, per favorire il networking mantenendo però un’estetica degna di un ambiente prettamente destinato ad uso professionale.

L’area relax: divani trapuntati moderni

Una serie di divani chesterfield trapuntati su misura moderni, liberamente ispirati ai celebri divanetti Bauhaus Kubus disegnati da Josef Hoffmann, arredano la zona destinata al relax e alla conversazione. In ecopelle ignifuga in colori vivaci, delineano uno spazio conviviale ma formale, grazie ad un’estetica impeccabile e sempre attuale. Il rosso, il giallo e l’arancione sono tinte energizzanti perfette per un’area che, seppur di riposo, rimane strettamente legata all’operatività di grandi meeting di lavoro.
Un altro grande vantaggio del divano trapuntato è che non è mai in disordine. Niente cuscini da riordinare o sprimacciare, struttura e linee sempre “in forma”.

Il bar: la libreria portabottiglie componibile

Dove gli altri vedono una libreria in acciaio dallo stile industriale, l’Architetto vede uno scaffale portabottiglie componibile per un bar dallo stile essenziale.

Basta progettare i ripiani alla giusta altezza e aggiungere dei contenitori con ante in metacrilato trasparente per ottenere un mobile bar decisamente moderno e funzionale.

Modernità e storia si incontrano e si fondono in un progetto orientato alla creazione di un’armonia non sempre facile da trovare: quella tra antico e contemporaneo. Lo stile neo classico che permeava le sale del Centro Congressi doveva essere rivoluzionato per ritrovare il giusto dialogo con il mondo moderno, trasformandosi per riflettere l’impostazione dinamica del cliente business di oggi. Spezzare nettamente lo stile degli ambienti leisure da quelli di lavoro concilia da una parte la concentrazione, dall’altra la leggerezza necessaria a staccare e riposare la mente dopo ore di lavoro.

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5 Gennaio 2021 / / Case e Interni

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

Pareti vetrate, attenzione ai dettagli e muri in cemento: questa è la dimora scandinava della home stylist Linnéa Salmén e del suo compagno Magnus.

Questo monolocale elegante di Stoccolma ha qualcosa di prettamente nordico: una combinazione di colori basati sui toni grigi e naturali. Tuttavia è una dimora abbastanza diversa dai tipici interni scandinavi che siamo soliti vedere, in primo luogo per i muri di cemento, visto che gli scandinavi tendono a preferire la pittura o la carta da parati. Ha soffitti alti, una bella luce che proviene dalle alte finestre industriali e piccoli oggetti insoliti qua e là.

Il monolocale degli anni ’50 era in precedenza uno studio di un artista. Era in cattive condizioni quando è stato acquistato, si trattava solo di una stanza senza elettricità né acqua. Ora troviamo cucina, bagno, ingresso, soggiorno, camera da letto e ripostiglio il tutto in poco più di 50 metri quadrati.

Durante i lavori di ristrutturazione, gli operai hanno rimosso dei vecchi pannelli dal muro, dietro i quali si nascondevano muri di cemento grezzo, che Linnéa ha deciso di mantenere. Sono lo sfondo perfetto per l’arredo della sua casa, visto che ama utilizzare principalmente toni di grigio, sabbia e nero. Anche se Linnéa utilizza principalmente colori freddi, la casa è comunque calda e accogliente grazie alle texture (come quel meraviglioso tappeto soffice), gli elementi in legno e i tanti oggetti personali con cui ha decorato la sua casa: elementi vintage, classici del design e cose che ha realizzato da sola.

Linnéa ama acquistare mobili ed oggetti usati, non necessariamente antichi. Lei crede che si possa trovare qualsiasi cosa possa servire all’arredamento di una casa, anche se è usato, pagandolo ad un prezzo irrisorio. È anche un buon modo per pensare in modo sostenibile.

La zona giorno è illuminata da grandi finestre industriali, che corrono lungo quasi l’intero muro, che si affaccia sul giardino e sono state sostituite di recente. Lasciano comunque un ricordo del passato di questo luogo, quando era un atelier di artista.

Situato in alto il piccolo ingresso, è possibile raggiungerlo tramite una scala. Il sottoscala è un ripostiglio che serve anche a deposito degli oggetti di scena che Linnéa utilizza per il suo lavoro: creare scene per le foto da pubblicare su riviste e pubblicità. Usa il tavolo della cucina come scrivania (quando si dice smart working). Al momento ha grandi clienti come Granit, Ikea, Mateus e H&M Home.

La cucina è stata progettata da Linnea e l’ha costruita suo padre, che fa il falegname. Il piano del tavolo da pranzo è una vecchia porta. Sopra uno scaffale minimalista di Muuto trovano spazio tazze artigianali.

In soggiorno vediamo il divano Söderhamn di IKEA e la credenza creata con gli elementi Ivar sempre di IKEA, dipinti in grigio. Guarda altre idee per personalizzare Ivar qui. La lampada a sospensione francese Vertigo di Petite Friture è un’icona di design molto amata dagli scandinavi.

Non ci sono partizioni nella piccola casa, ma è stata aggiunta una porzione di parete vetrata industriale per creare la privacy per lo spazio dedicato alla notte, senza perdere la luce naturale. Per oscurare, la coppia tira semplicemente una tenda nera, che va dal pavimento al soffitto. Un morbido plaid in maglia grigia sopra al letto con retro letto, aggiunge calore alla stanza.

Il consiglio di Linnea è di non dar troppo retta alle tendenze: se è trendy, scomparirà. Quindi coltiva il tuo stile, acquista l’usato nei mercatini delle pulci. È più economico e più rispettoso dell’ambiente.

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

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piccola casa studio in stile industriale scandinavo

piccola casa studio in stile industriale scandinavo

Foto: Emily Laye e Emelie Sundberg

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Anna e Marco DMstudio – CASE E INTERNI

3 Gennaio 2021 / / +deco

Questo stancante, imprevedibile anno sta per finire, fatemi aggiungere un bel finalmente. Non mi fraintendete, sono grata per quello che ho e per quello che non e’ mi successo negli ultimi mesi, riconosco la mia fortuna ma al tempo stesso mi manca, da filantropa quale sono, la gente. Comincio a sentire la mancanza della prossimita’ con la gente, mi comincia a mancare guardare le persone in faccia. Qualche settimana fa, non mi ricordo per quale occasione, ho fatto una lista delle cose che mi piace fare e che ovviamente non ho potuto fare per buona parte del 2020. La maggioranza delle attivita’ nella lista include persone: incontrare nuova gente, fare nuove amicizie, divertirmi con gli amici, chiacchierare, ballare (in posti con della gente preferibilmente), andare ai concerti, viaggiare, andare a vedere mostre, osservare i passanti. Capirete che anche sono convinta che i nostri avi abbiamo vissuto periodi ben piu’ crudeli, non vedo l’ora di tornare ad una normalita’ dove sia possibile toccare il braccio di un quasi sconosciuto o ballare come una matta gomito a gomito con amici ed estranei con gocce di sudore che viaggiano senza sentirsi in colpa nell’atmosfera.

Per cominciare questo nuovo, promettente anno con una buona dose d’ispirazione, ho fatto una lista dei maggiori trend in campo carta da parati e ho selezionato alcuni esempi per ogni tendenza.

La carta da parati e’ un po’ come la barba per gli uomini, e’ una moda che non accenna a passare visto che aggiunge personalita’ e diverte l’attenzione.

GRANDI,SFACCIATI FIORI

Dopo alcuni anni di carte da parati di gusto tropicale, possiamo dire che ne abbiamo abbastanza di palme e palmette e che siamo pronti per qualcosa di piu’ sfacciato: coloratissime, ostentate, carte con grandi fiori. Non essere timido, per una volta, lasciati andare e riempi la tua casa dei fiori piu’ fiorati che puoi immaginare.

Anthropologie wallpaper
Divine Savages wallpaper

COME LA PIETRA

L’anno che sta per finire ha visto un ritorno di materiali naturali e l’anno prossimo vedremo che il mondo della carta da parati si e’ adattato a questo ritrovata estetica. Parleremo tra poco dei rivestimenti in tessuto, un’altra tendenza collegata al rinnovato desiderio di un look naturale, ora e’ il turno dei design ispirati alla pietra. Il marmo era ovunque l’anno scorso, non sorprende quindi che molte delle carte ispirate al mondo della pietra riproducano le attraenti vene di questa classica e prestigiosa pietra.

In ogni sua variante e’ senza dubbi una scelta per i piu’ coraggiosi!

JAB wallpaper
Mind the Gap wallpaper
Livette’s wallpaper

SONTUOSE

Abbiamo sempre preso ispirazione dal passato, negli ultimi anni piu’ che mai, complice la maggiore velocita’ in cui consumiamo mode. L’anno prossimo torneremo a copiare la grandiosita’ delle case d’epoca. Rivestimenti in seta dai vibranti colori, carte adornate di motivi classici, il damascato trasformeranno le nostre case in piccole reggie.

Dedar wallpaper
Wallpaperdirect wallpaper

PANORAMICHE

Dopo due anni di follia tropicale per cui adesso meta’ della popolazione mondiale ha almeno una cosa con le palme a casa, siamo pronti per qualcosa di piu’ classico e senza tempo e soprattutto qualcosa di piu’ ampio raggio. Potremmo ben dire che in un periodo in cui molti di noi sono forzati a spendere piu’ tempo dentro casa a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, abbiamo bisogno di una fuga nella natura da cui il nostro desiderio di trasformare i nostri muri in viste.

Pierre Frey wallpaper
Pierre Frey wallpaper

TESSUTO

Alla fine ma non per importanza, vediamo alcune carte da parati in tessuto. Questa e’ la vera novita’ ed e’ fra tutti, il mio trend preferito. Le carte da parati in tessuto aggiungono un livello di matericita’ e un’ulteriore dimensione alla stanza, rendendo l’ambiente piu’ interessante senza dover aggiungere motivi o colori. Il rivestimento in tessuto puo’ essere naturale o sintetico. Quello sintetico e’ piu’ indicato per aree di gran passaggio.

Elitis wallpaper
Vescom wallcovering
Rubelli wallcovering

Eccoci arrivati alla fine del post e alla fine dell’anno che poi e’ un altro inizio.

Vi auguro un anno sano, un anno di crescita e di benessere ma soprattutto vi auguro un anno pieno di gioia di vivere. 

Non possiamo sempre essere felici ma se impariamo a sviluppare l’abilita’ di goderci la vita a prescindere dalle avversita’, i nostri cuori saranno piu’ contenti.

Love, Elena.

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2 Gennaio 2021 / / Decor

Auguro a tutti voi un buon inizio anno e felice 2021! Quest’anno iniziare con i buoni propositi è un must. In questo post trovate qualche suggerimento per vivere la propria casa in maniera funzionale e rilassante.

Home office ergonomico

Anche nel nuovo anno 2021 molti continueranno a lavorare da remoto. Le richieste di progettazione che sto ricevendo ultimamente per ottimizzare gli spazi a casa e creare uno spazio dedicato al lavoro, ne è una conferma. Ho parlato in questo post, di come creare un angolo studio e home office. Qui di seguito qualche suggerimento d’arredo.

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Un soggiorno accogliente

Il divano è un elemento molto importante per un soggiorno accogliente. assicurati di avere il divano confortevole e di dimensione giusto per la tua famiglia.

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Dormire bene

il nostro corpo ha bisogno di dormire almeno 8 ore al giorno. Quindi assicurati di avere il letto giusto per un riposo migliore.

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Dedicare del tempo a se stessi

2020 è stato un anno stressante e tanti di noi siamo arrivati alla conclusione di voler dedicare del tempo per il relax. Una spa nella propria casa potrebbe essere la soluzione ideale. Basta una vasca ed alcuni elementi per creare un’atmosfera rilassante anche a casa.

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Vacanze nel giardino

Se hai un balcone, un terrazzo oppure un giardino, curarlo e arredarlo per poter trascorrere del tempo all’aperto è un must.

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31 Dicembre 2020 / / Design

La casa giapponese è per me una fonte infinita di ispirazione. La filosofia orientale e in particolare l’architettura giapponese tradizionale, è molto vicina alla mia idea di abitare naturale. Oggi vi propongo quindi un “tour” nella casa tradizionale giapponese, tra tatami, stanze del tè e pannelli divisori scorrevoli.

Caratteristiche della casa tradizionale giapponese

Nella casa giapponese tradizionale il telaio ligneo portante poggia a terra a mezzo di brevi palafitte, le pareti esterne e i pannelli divisori interni non sono portanti. Da questa breve descrizione deduciamo la caratteristica di temporaneità che ha la casa giapponese: «oggetto lievemente e temporaneamente appoggiato sul terreno, ma facilmente smontabile e trasportabile altrove»[1].

Già questa temporaneità, così opposta alla visione occidentale, può aiutarci a capire come per gli orientali “abitare” sia un qualcosa di transitorio, e le loro costruzioni siano per questo motivo più leggere, flessibili e trasformabili.

Per usare le parole di Francesca Chiorino, le case giapponesi sono case “fragili, transitorie e intensamente umane”!

L’ingresso

Se esaminiamo la pianta di una casa tradizionale borghese dell’800, possiamo dedurre alcune caratteristiche importanti sul modo dell’abitare e del vivere uno spazio della cultura giapponese.

Foto di shell_ghostcage da Pixabay.

L’ingresso avviene quasi sempre mediante un cancello esterno e poi, attraversato il giardino, ci si trova davanti alla porta di casa. Se invece il giardino è più ristretto o manca del tutto, la porta di casa può dare direttamente sulla strada. All’interno della casa, un primo ambiente (genkan), si trova a livello della strada al quale ci si accede con le scarpe. Questo spazio rappresenta il passaggio dal mondo esterno (pericoloso, impuro, sporco) a quello interno (dominio della sicurezza, pulizia e purità rituale). Passaggio enfatizzato dalla differenza altimetrica tra quest’ultimo e lo spazio dell’abitazione vera e propria, corrispondente all’altezza dei pilastrini su cui poggia la casa, e dal passaggio da materiali del mondo esterno (pietra, laterizio o cemento del genkan) a quelli nobili della casa (legno, tatami).

«L’atto di “salire” in casa è così significativo che uno dei primi saluti rivolti all’ospite non è “prego entrate”, bensì “prego salite” (o-agari-nasai): molti elementi fanno pensare che in tempi remoti questo “salite” fosse davvero impegnativo e si riferisse al superamento di un metro e più di dislivello»[2].

A questo proposito potete leggere qui, un articolo che ho scritto sulla stanza del tè, in particolare le case del tè di Teronobu Fujimori, e il loro essere sospese!

Semplicità e percezione dello spazio

«Quando si entra in una casa, la prima cosa che colpisce sono le dimensioni minuscole delle stanze. […] Inoltre sono visibili dappertutto elementi strutturali scoperti: pilastri, sostegni, traverse e così via in legno massiccio»[3].

Una delle caratteristiche principali di una casa giapponese è la totale semplicità, «l’assenza quasi assoluta di mobili, la precarietà dei pannelli divisori tra stanza e stanza, le differenze tra le varie superfici sulle quali ci si muove»[4].

Foto di shell_ghostcage da Pixabay.

L’architettura di una casa giapponese e la sua semplicità nelle forme ma anche nell’arredo, si basa su una diversa concezione che gli orientali hanno del vuoto, inteso non come mancanza o aspetto negativo ma come un’altra parte del pieno. In particolare un aspetto a mio avviso fondamentale è proprio il loro considerare il vuoto né una parte del pieno, né qualcosa di separato dal pieno, ma una sua “funzione costitutiva”. Se volete approfondire il tema del vuoto vi consiglio la lettura di questo articolo di Ilaria Vasdeki che ritrovate qui.

Oltre alla semplicità, l’intera estetica della casa giapponese è fondata sul fatto che il punto di vista privilegiato non si trova all’altezza dell’uomo, bensì a circa un metro da terra, altezza degli occhi di una persona seduta. Questo aspetto pone in risalto l’importanza dello stare seduti, del percepire lo spazio da terra. Infatti se analizziamo la terminologia giapponese per indicare l’atto di sedersi, si hanno diversi termini: agura wo kaku (sedersi a gambe incrociate comodamente), suwaru (sedersi a gambe raccolte, più formalmente), za-suru (più formale ancora), zazen (atto di sedersi con le gambe strettamente incrociate, per la meditazione).

E questo influisce molto l’aspetto architettonico della casa giapponese, dove l’esterno, la natura, è sempre presente all’interno delle case attraverso visuali che sono possibili grazie ai pannelli scorrevoli o aperture che collegano visivamente la casa con la natura che la circonda.

Flessibilità

Proprio le caratteristiche strutturali della casa giapponese fanno sì che la sua caratteristica principale sia la flessibilità. Infatti «l’interno della casa giapponese ha partizioni assai meno rigide di quelle che ci sono abituali; e questo perché le pareti non sono portanti. Portante è solo il telaio di legno dell’edificio»[5].

Inoltre nella casa giapponese con la sua quasi totale assenza di mobili e arredi, lo spazio, le attività e le relazioni diventano gli elementi più importanti. Tutto questo riporta di conseguenza al tema della flessibilità e totale adattabilità delle stanze giapponesi: «nella casa tradizionale giapponese non si vedono letti in quanto qualsiasi stanza a tatami della casa può servire come stanza da letto – come può servire per mangiare. In teoria le stanze sono a destinazione neutra, sono “uno spazio” che di volta in volta viene adattato all’uso più opportuno»[6].

Gerarchicità

Interessante infine l’uso di pavimenti diversi, che invece definisce una certa gerarchicità nella casa giapponese. Ovvero la differenziazione della pavimentazione a seconda della funzione e dell’uso di scarpe, pantofole, calzari specifici per i bagni, i geta per il giardino, calzini (o meglio scalzi) per i tatami.

Un esempio dalla tradizione giapponese

La villa imperiale di Katsura_La zona della cerimonia del tè del Gepparo.

La villa imperiale di Katsura, Giappone. Foto di Hidden Architecture.

I cambiamenti della natura, il passaggio del tempo, il riconoscere un valore maggiore alle qualità effimere piuttosto che a quelle legate alla permanenza, che viene riassunto nel termine utsuroi, “momento in cui la natura si trasforma”, viene spesso tradotto nello spazio architettonico, dove ritroviamo la leggerezza mediante l’uso di superfici scorrevoli e opache degli shoji.

La villa imperiale di Katsura possiamo dire che sia uno dei massimi esempi di questo concetto, oltre ad essere uno dei modelli principali dell’architettura tradizionale giapponese. Vi riporto qui due stanze. La prima caratterizzata da pannelli scorrevoli e i tatami e dove si vede il collegamento diretto tra interno ed esterno, tra la casa e la natura.

La villa imperiale di Katsura_La stanza del tè dello Shokintei.

Nel secondo esempio, la stanza del tè, possiamo esprimere un secondo concetto: quello della bellezza e dell’asimmetria.

L’asimmetria deriva dalla filosofia Zen, secondo cui la perfezione della bellezza risiede nella sua imperfezione. La natura, la quale non è simmetrica, viene presa inoltre come modello e canone di bellezza.

Villa Katsura. Foto di Marie-Louise Høstbo.

Conclusioni

In questo breve viaggio attraverso la casa giapponese e alcune sue principali caratteristiche, spero abbiate trovate degli spunti interessanti per riguardare alla vostra casa con occhi diversi.

Se volete modificare alcuni angoli della vostra casa, e ri-abitarla in maniera più consapevole, o volete chiedermi qualche consiglio trovate i mie contatti qui.


Note:

[1] Fosco Moraini, Introduzione all’architettura giapponese in AA.VV. Architettura islamica e orientali, Alinea editrice, Firenze, 1986. p.154

[2] Ivi p.156

[3] Edward S. Morse, La casa giapponese, Introduzione e traduzione di Giovanna Baccini, Bur, Milano, 1994. p. 116.

[4] Fosco Moraini, Introduzione all’architettura giapponese in AA.VV. Architettura islamica e orientali, Alinea editrice, Firenze, 1986. p.156

[5] Ibidem

[6] Ibidem

Articolo tratto dalla Tesi di Laurea in Scienze dell’Architettura, PASSI IN EQUILIBRIO SUL ROJI. UN PERCORSO NELL’ARCHITETTURA GIAPPONESE CONTEMPORANEA, Chiara Baravalle, 2010.

Bibliografia:

Katsura. La villa Imperiale, Mondadori Electa, 2015

Case in Giappone, Francesca Chiorino, Mondadori Electa, 2017. Di cui possibile scaricare un estratto qui.

Immagine di copertina foto di FranckinJapan da Pixabay.


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30 Dicembre 2020 / / Idee

Read Time:3 Minute

Com’è il tuo living? Ti piace o pensi che manchi qualcosa? Aree incomplete, personalità, carattere, utilizzo sbagliato di una specifica funzione, ecc… Nell’articolo di oggi ho deciso di concentrarmi nella zona del divano, in particolare voglio mostrarti 10 idee carine e semplici da realizzare, per decorare la parete dietro al divano. 

Quando tutti i giorni entri in casa e vedi quella parete così spoglia e priva di personalità sopra al divano, provi un leggero senso di insoddisfazione. Pensi che manchi qualcosa ma non sai di preciso cosa, vorresti fare qualcosa ma non sai come intervenire. Non hai tempo di fare ricerca su Pinterest e per questo ti ritrovi a rimandare questo momento e a continuare a provare questo leggero senso di amarezza quando ti rivolgi verso il divano. Questa cosa, a lungo andare, ti fa provare sensazioni negative e non ti fa stare bene. È fondamentale sentirsi soddisfatti e soprattutto sereni all’interno della propria casa.

Quindi agisci subito e non protrarre nel tempo questo piccolo compito, ovvero decorare la parete dietro al divano. Più lo rimandi e più ti sembrerà difficoltoso da portare a termine. Vedrai poi, quando lo avrai fatto, come ti sentirai bene!

Non rimandare ciò che puoi fare oggi e sentiti bene nella tua casa.

Sono qui per aiutarti e per dirti che la tua ricerca l’ho fatta io! Ho selezionato 10 idee, quelle che per me sono le più significative e carine per decorare la parete dietro al divano. Spero ti piacciano e buona visione 😉

IDEA #1

Elemento unico

parete divano

Può essere un grande quadro o specchio. Per un effetto scenografico di grande impatto, in un unico elemento esprimi i tuoi gusti e la tua personalità. Quindi sceglilo consapevolmente, che ti piaccia davvero e posizionalo al centro del divano.

IDEA #2

Gallery wall dalla palette delicata

parete divano

Vuoi decorare la parete ma in maniera soft? Allora crea una Gallery Wall in nuance con il tono della parete, quasi come se si mimetizzasse. In questo modo la decorazione risulterà gradevole e delicata.

IDEA #3

Gallery wall audace

parete divano

Se sei amante dei contrasti di colore allora puoi osare con una gallery wall che contiene tonalità forti, attenzione però a non utilizzare troppi colori, per evitare un effetto troppo Arlecchino.

In questo articolo ti racconto come creare una gallery wall armonica

IDEA #4

Decorazioni murarie

parete decorata

Decora la parete con la pittura, seleziona un motivo geometrico (facile da realizzare) e replicalo sull’intera parete. Una decorazione semplice da realizzare ma di grande effetto.

IDEA #5

Mensole

parete divano

Idea pratica e carina è quella di allestire una o più mensole decorate con cornici e/o oggetti vari decorativi. Ho in programma di scrivere un articolo in cui rivelo qualche tecnica di styling per arredare una mensola.

IDEA #6

Visual display

parete divano

Soluzione alternativa e di tendenza è quella di utilizzare poster, stampe o pagine di riviste e appenderli singolarmente in maniera alternativa. Ad esempio con grucce appendiabiti,  cartelline con pinze o scotch. 

IDEA #7

Mix cornici e oggetti

mix cornici e oggetti
mmiwall

Una gallery wall intervallata da oggetti decorativi. Una soluzione audace che esprime la propria personalità all’interno delle nostre case.

IDEA #8

Colore protagonista

parete divano

Per dare maggior risalto alla parete principale del living, valorizzala con un colore strong e il divano, se appartenente ad una tonalità in contrasto, diventerà il protagonista della stanza.

IDEA #9

Finta boiserie

boiserie

In questa foto di esempio immagina che ci sia un divano al posto del letto. Realizza una finta boiserie con una mensola poco profonda e lunga tutta la parete. Inoltre, proprio come in questa immagine di esempio (immagina che ci sia un divano al posto del letto), dipingi con 2 colori differenti la parte sopra e quella sotto. Consiglio di scegliere una tonalità neutra una delle 2 parti (meglio quella superiore). 

Per qualche ulteriore spunto leggi anche l’articolo: pareti dipinte a metà.

IDEA #10

Mensole creative

mensole creative

Mensole di forme differenti dalla classica lineare sono un’ottima soluzione per decorare la parete dietro al divano. Arredano molto e allo stesso tempo risultano un’idea originale.

Ecco svelata la mia selezione delle 10 idee per decorare la parete dietro al divano. In base all’idea che deciderai di sviluppare tieni sempre in considerazione del contesto, cioè delle caratteristiche del tuo living: palette colori, forme, stili e seleziona le decorazioni per la parete in funzione di esse.

Quale tra queste è più in linea col tuo stile? Raccontamelo qui sotto nei commenti.

Forse potrebbe interessarti anche questo articolo: Come arredare la zona TV

Ciao e alla prossima!

Seguimi anche su Instagram per ulteriori consigli 😉

P.S. Se pensi di non riuscire da solo e credi di aver bisogno di un piccolo consiglio personalizzato, posso darti una mano io! Dai un’occhiata alla consulenza EASY.


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30 Dicembre 2020 / / Design

Da quando a maggio 2020 il superbonus ha promesso di ristrutturare casa gratis solo migliorando di due classi energetiche il proprio immobile, tutti sono diventati esperti di efficienza energetica.

Dai progettisti che dall’oggi al domani si sono re-inventati termotecnici senza averne reali competenze, fino ai privati cittadini che ormai disquisiscono di impianti, isolamenti e involucro con la stessa facilità con cui commentano le partite della domenica.

In realtà l’efficientamento energetico è qualcosa di molto complesso, sia a livello normativo che pratico.

Siccome di articoli su come efficientare casa ne puoi trovare a migliaia, in questo ti parlerò di una cosa differente.

Cioè cercheremo di capire come ragiona la legge sull’efficienza energetica e perché applicarla alla lettera non è sempre la soluzione migliore per il tuo benessere (e il tuo portafoglio…).

mailling list per ristrutturare casa

È giusto che ti faccia una premessa: io sono un architetto, non mi occupo direttamente di termotecnica e non ho particolari specializzazioni nell’ambito dell’efficienza energetica.

E non sono uno dei progettisti che si sono re-inventati termotecnici da quando c’è il superbonus…

Già perché ti ribadisco che non sono cose banali, e quando si pensa all’efficientamento di un edificio o di un immobile è importante rivolgersi alle persone con le giuste competenze.

Perché ti parlo di efficienza energetica allora?

Perché l’efficientamento energetico è una parte del progetto di ristrutturazione, ed è assolutamente importante. Ogni tecnico che possa definirsi tale deve avere almeno le basi per non sbagliare completamente progetto.

In tutti i miei interventi l’efficienza è una parte che imposto sempre io. Decido cosa fare e conosco quali sono i risultati che posso ottenere.

Ma una volta impostato il progetto, nel mio team di lavoro c’è un ingegnere specializzato a cui passo il mio progetto per le verifiche di legge e con cui mi confronto per apportare le modifiche necessarie (o stravolgerlo se necessario…).

Te lo dico perché ci tengo a sottolineare che ogni tecnico ha le proprie competenze.

Quando ti ritrovi di fronte ad uno del tipo “so tutto io”, scappa a gambe levate.

Tornando a noi, le mie minime competenze nell’ambito dell’efficienza energetica le ho acquisite studiando tanto, seguendo dei corsi, progettando e confrontandomi con colleghi specializzati.

E ho capito una cosa: alla classificazione energetica non interessa il tuo benessere in casa ma ha altri obiettivi.

Il benessere è un accidente che spesso accade…ma che potrebbe anche non accadere.

Provo a spiegarti perché….

EFFICIENZA ENERGETICA: COME RAGIONA LA LEGGE

Efficienza energetica: la legge

Tutto il sistema dell’efficienza energetica è legato alle classi energetiche.

Non serve certo questo mio articolo per dirti cosa sono. Puoi trovarne a centinaia in rete che lo fanno bene.

Se ti serve un buon riassunto vai su questo articolo di Pedago sulle classi energetiche, è scritto bene e in modo sintetico.

Le classi energetiche individuate dalla legge sono 10 e vanno dalla G alla A4, dove A4 è la migliore e G è la peggiore.

Probabilmente se pensi a quale classe energetica possa avere casa tua la prima cosa che pensi è:

“pago delle bollette per il riscaldamento quanto il PIL di San Marino e comunque batto i denti dal freddo in inverno…per forza ho una classe energetica scarsa”

Ma la classe energetica non si calcola sulla base delle bollette che paghi.

Per assurdo potresti comunque pagare bollette molto alte e avere una casa con un’ottima classe energetica.

Mentre scrivo (dicembre 2020) sto affrontando la ristrutturazione di una villetta a schiera che attualmente è in classe C. Quindi una buona classe energetica…(diciamo sufficiente…)

Eppure il proprietario si lamenta di avere zone della casa molto fredde e di pagare bollette salate.

Per capire come funziona la classificazione energetica devi conoscere un concetto che per la legge è fondamentale: cioè il consumo di risorse energetiche non rinnovabili.

La classificazione energetica di una casa è tanto più alta quanto meno risorse energetiche non rinnovabili consuma.

Un bel casino eh?

Per questo dobbiamo approfondire due concetti:

  1. Come funziona una casa
  2. Cosa sono le risorse energetiche rinnovabili e non rinnovabili

Come funziona una casa

Efficienza energetica: come funziona una casa?

Casa tua è un posto che ti deve proteggere dalle intemperie, ti deve tenere caldo in inverno e fresco in estate.

Per fare tutto ciò è formata da un “guscio” che ti protegge dall’esterno, che viene comunemente chiamato involucro edilizio.

L’involucro in sostanza sono le pareti, le finestre, i tetti, i solai…tutto quello che ti divide dall’esterno.

Questo involucro ti protegge dalle intemperie ma anche dal freddo in inverno e dal caldo in estate.

Almeno in parte.

Perché sai meglio di me che le sottili pareti delle case costruite negli anni sessanta o settanta, oppure gli infissi con un solo vetro, proteggono ben poco.

Per questo ci sono gli impianti che riscaldano la casa in inverno e, se presenti, la raffrescano in estate.

Quindi in una casa, dal punto di vista energetico, abbiamo due macro-elementi:

  • L’involucro
  • Gli impianti

Chiaramente gli impianti hanno bisogno di energia per funzionare. Non è che producono calore dal nulla con la sola imposizione delle mani.

Devono utilizzare delle risorse energetiche…risorse che possiamo prendere dall’unico posto possibile: l’ambiente esterno.

Ecco che arriviamo al secondo punto, cioè:

Cosa sono le risorse energetiche rinnovabili e quelle non rinnovabili

Fonti energetiche

Più che di “risorse” si parla di fonti energetiche.

Partiamo da quelle non rinnovabili:

  • Petrolio
  • Carbone
  • Gas (metano)
  • Uranio
  • Combustibile da rifiuti

Col petrolio ci facciamo la benzina, col carbone produciamo altra energia (p.e. elettrica), col gas ci scaldiamo le case, con l’uranio ci facciamo le centrali nucleari e con il combustibile da rifiuti funzionano i termovalorizzatori.

Perché sono considerate non rinnovabili?

In realtà sono rinnovabili…ma per rinnovarle (cioè produrne di nuove) ci vogliono ere geologiche. Tempi che né io né tu possiamo nemmeno immaginare.

Quindi non sono infinite: non è che possiamo scavare pozzi sperando di trovare petrolio all’infinito. Sono risorse che si vanno esaurendo (ancora qualche decennio e saranno finite) e costeranno sempre di più.

Inoltre inquinano: sono tutte fonti che per fare il loro lavoro (cioè produrre l’energia che ci serve) devono bruciare (ad eccezione dell’Uranio che ha altri problemi).

Bruciando producono (anche) anidride carbonica che crea l’effetto serra e il riscaldamento globale…

Non approfondisco ulteriormente perché non credo di avere i titoli per fare una lezione su queste cose.

Riassumendo: quando bruciamo le fonti non rinnovabili consumiamo risorse del pianeta e inquiniamo. E la legge (giustamente) ci dice che non è cosa buona e giusta.

Le energie rinnovabili invece sono quelle che potremmo consumare in quantità illimitata senza problemi.

Sono state definite da leggi e direttive europee. E sono:

  • Sole
  • Vento
  • Energia idraulica
  • Geotermia
  • Maree
  • Moto ondoso
  • Rifiuti organici
  • Energia aerotermica (aria)
  • Energia idrotermica (acqua)
  • Energia geotermica (terreno)

Tra poco vedremo che le ultime tre sono particolarmente importanti per l’efficienza energetica.

Queste energie, oltre ad essere disponibili in modo illimitato (in particolare quella del sole), per funzionare non richiedono di bruciare nulla, e quindi non producono inquinamento.

Pertanto sono illimitate e pulite. E il loro utilizzo è premiato dalle leggi sull’efficienza energetica.

Sì, ma come?

Come la legge premia le fonti rinnovabili

Fonti energetiche rinnovabili premiate

Ci stiamo addentrando in un contesto abbastanza complesso. E non è mio scopo complicare le cose.

Quindi faremo alcune semplificazioni necessarie.

Comunque ti sto per dire cose che la maggior parte dei professionisti là fuori ancora non ha capito (ad eccezione dei termotecnici sia chiaro…)

Stranamente la legge premia le fonti rinnovabili…escludendole dalla classificazione energetica!

Cioè ci dice:

“casa tua ha una classe energetica tanto più alta quanto meno consuma di fonti non rinnovabili per garantirti le condizioni minime di benessere”

In sostanza: meno combustibili fossili consumi meglio è.

(e hai solo due modi per non utilizzare fonti non rinnovabili: o non utilizzare nulla o utilizzare fonti rinnovabili)

Siccome il combustibile fossile per eccellenza usato nelle case è il metano delle classiche caldaie a gas, è chiaro che l’obiettivo è diminuirne l’utilizzo.

(non è l’unico…ma stiamo semplificando eh!)

Ma come si fa?

La legge ci dà due alternative (che possono anche coesistere):

  • Intervenendo sull’involucro
  • Intervenendo sull’impianto

Intervenire sull’involucro significa isolarlo maggiormente.

Una casa più isolata richiede meno energia per essere riscaldata, quindi meno utilizzo di combustibile fossile.

Intervenire sull’impianto significa, in prima istanza, passare a caldaie che usano fonti energetiche rinnovabili e in seconda istanza utilizzare caldaie a gas più efficienti.

Quindi l’intervento più premiante a livello di classificazione energetica è isolare bene la casa e scaldarla con un impianto che usa solo fonti rinnovabili.

Tanto per capirci:

isolamento di pareti e tetti + infissi nuovi + riscaldamento a pompa di calore + fotovoltaico = intervento perfetto.

Già, perché la pompa di calore utilizza (in gran parte) una fonte rinnovabile per riscaldare. E non è l’energia elettrica…

Perché le pompe di calore sono considerati impianti ecologici?

Cosa sia una pompa di calore non servo certo io a spiegartelo: hai un climatizzatore che in inverno fa anche caldo?

Ecco: hai una pompa di calore. (Per i sapientini: ricordatevi che stiamo semplificando…)

Le pompe di calore sono principalmente elettriche (esistono anche quelle a gas…ma non ci interessano e rappresentano una frazione minuscola del mercato).

La cosa positiva di tutti gli apparecchi che funzionano ad elettricità è che non producono fumi di scarico come le caldaie.

Quindi niente riscaldamento globale dovuto alla produzione di anidride carbonica.

Ma l’elettricità non è una fonte energetica rinnovabile.

Per capirlo bisogna capire anche come viene prodotta l’energia elettrica…

Come si produce l’energia elettrica

Penso sia chiaro che l’elettricità non si trova in natura…va prodotta (a differenza di petrolio, gas, carbone…).
E le statistiche ci dicono che per produrre elettricità ci sono vari metodi:
– Centrali nucleari (non rinnovabili -> sfrutta fonti che si vanno esaurendo)
– Bruciare carbone/petrolio/gas (non rinnovabile -> sfrutta fonti che si vanno esaurendo)
– Idroelettrico (rinnovabile -> sfrutta l’acqua per creare elettricità)
– Eolico (rinnovabile -> sfrutta il vento per creare elettricità)
– Fotovoltaico (rinnovabile -> sfrutta il sole per creare elettricità)

Le statistiche del 2019 ci dicono che:
– Il 37% dell’energia elettrica mondiale è prodotta bruciando carbone (non rinnovabile)
– Il 24% dell’energia elettrica mondiale è prodotta bruciando gas (non rinnovabile)
– Il 3% dell’energia elettrica mondiale è prodotta bruciando petrolio (non rinnovabile)
– Il 10% dell’energia elettrica mondiale è prodotta col nucleare (non rinnovabile)

Quindi il 74% dell’energia elettrica mondiale non è prodotta da fonti rinnovabili.

E di questa il 64% è prodotta immettendo nell’aria anidride carbonica.

Tutto questo te lo dico non per affermare che l’energia elettrica sia il male. Anzi è il futuro e uno degli obiettivi mondiali è diminuire (e annullare) nel tempo la produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili.

Ma ti ho riportato questi dati per dimostrarti che al momento l’elettricità non è una fonte energetica totalmente rinnovabile, ma solo parzialmente.

E che la legge sulla classificazione energetica degli edifici italiana di questa cosa ne tiene conto.

Infatti se installi una pompa di calore ti dice comunque che stai consumando fonti non rinnovabili.

mailling list per ristrutturare casa

Ma se l’elettricità con cui funziona una pompa di calore non è una fonte energetica rinnovabile…perché una pompa di calore viene considerata un sistema di riscaldamento e raffrescamento più ecologico rispetto a una caldaia a condensazione?

Perché la fonte energetica rinnovabile che sfrutta non è l’elettricità.

La fonte energetica rinnovabile utilizzata dalle pompe di calore

A seconda della tipologia, le fonti rinnovabili utilizzate da una pompa di calore sono:

  • L’aria
  • L’acqua
  • Il terreno

(ti ricordi l’elenco che abbiamo fatto poco fa sulle fonti rinnovabili?)

Per la precisione: il calore contenuto nell’aria, il calore contenuto nell’acqua, il calore contenuto nel terreno.

Siccome la maggior parte delle pompe di calore domestiche in commercio sfruttano l’aria come fonte energetica rinnovabile, ci concentriamo su questa tipologia.

Capisco che capire come faccia una pompa di calore a sfruttare l’aria esterna per scaldare un ambiente, soprattutto quando in inverno l’aria esterna è la causa del freddo, non sia immediato.

In realtà anche io per anni non l’ho capito (ammetto che al corso di fisica tecnica dell’università non ero molto attento…).

Ma anche sotto zero l’aria ha sempre una parte di calore da sfruttare…lo so sembra assurdo ma è così.

Sia chiaro: più è fredda l’aria minore è la quantità di calore a disposizione…ma le pompe di calore sono in grado di sfruttare quel calore e di portarlo alla temperatura che ci interessa.

Certo non lavorano a tutte le temperature…in climi molto freddi hanno dei problemi…ma in generale riescono a funzionare anche in zone non particolarmente calde (per esempio la pianura Padana).

Il sistema con cui le pompe di calore riescono ad estrarre il calore dall’aria è un compressore azionato elettricamente (ecco l’utilizzo dell’energia elettrica).

In pratica le unità esterne che vedi un po’ dappertutto (come quelle dei normali condizionatori) sono delle enormi ventole che convogliano l’aria verso uno “scambiatore di calore”, cioè delle lamelle metalliche dentro cui passa del liquido refrigerante.

Questo liquido refrigerante prende il calore dell’aria e il compressore lo comprime scaldandolo (ogni cosa che viene compressa si scalda). Così il calore generato viene ceduto al circuito di riscaldamento.

Abbiamo scoperto che per fare questa cosa non ci vuole poi così tanto “lavoro” (cioè energia elettrica), soprattutto per le moderne pompe di calore ad alta efficienza.

Questo, a grandi linee, è il funzionamento di una pompa di calore. Ed è motivo per cui una pompa di calore è considerata rinnovabile rispetto ad una caldaia a condensazione: utilizza in gran parte il calore contenuto nell’aria.

Considera che se una caldaia a condensazione sfrutta il 100% di fonte energetica non rinnovabile, per una pompa di calore poco efficiente arrivare al 50% non è un grosso problema.

E quindi viene “premiata” nella classificazione energetica.

Vediamo però dove tutto il sistema che sta alla base dell’efficienza energetica pecca e dove quindi devi fare molta attenzione…

CASA EFFICIENTE MA POCO CONFORTEVOLE E CON BOLLETTE SALATE…

Efficienza energetica ma casa fredda

I ragionamenti che faremo in questo paragrafo sono legati alle detrazioni fiscali e a quello che ti raccontano in giro i fornitori e rivenditori di impianti.

Mentre scrivo queste parole siamo nel pieno del superbonus 110%…una misura che ritengo folle (ma te ne ho già parlato in questo articolo) per cui puoi ricevere una montagna di lavori in regalo se migliori di almeno due classi energetiche la tua casa.

In realtà tutto il sistema di detrazioni fiscali legati all’efficientamento energetico è legata al miglioramento della classificazione energetica.

Come abbiamo detto le pompe di calore sono per legge sistemi più efficienti rispetto alle caldaie a condensazione (naturalmente pompe di calore di buona qualità…).

Quindi, in linea di principio, sostituire un impianto a gas con uno a pompa di calore secondo la legge porta ad un miglioramento energetico della casa.

E dal punto di vista del legislatore tutto ciò ha una logica: infatti con la pompa di calore consumi meno fonti non rinnovabili (ricordi? Ci vuole poco lavoro per scaldare l’aria esterna…quindi minor consumo elettrico), e non produci anidride carbonica (niente fumi di scarico dalla pompa di calore)…cosa c’è di meglio?

Probabilmente solo sostituendo il tuo impianto di riscaldamento con uno a pompa di calore potresti anche consumare meno in bolletta (ma non è detto…).

Questo i rivenditori di pompe di calore l’hanno capito bene…infatti col superbonus si stanno sprecando promesse di miglioramento di due classi energetiche semplicemente mettendo una pompa di calore e un fotovoltaico.

(NB: col fotovoltaico copri parte dei consumi elettrici della pompa di calore ecco perché è proposto insieme)

Pensa che, se hai i termosifoni e non vuoi cambiarli, esistono anche i cosiddetti sistemi “ibridi”: cioè che abbinando la pompa di calore ad una caldaia a condensazione e ti consentono di continuare ad usare i vecchi termosifoni.

(I termosifoni lavorano ad almeno 60° mentre le pompe di calore non superano i 55°…la caldaia a condensazione dà la scaldata finale all’acqua che circola nei termosifoni. Tutto ciò consumando molto meno gas)

Tutto ciò effettivamente spesso consente di migliorare di due classi energetiche una casa (come richiesto dal superbonus). E in ogni caso consente di accedere alle detrazioni fiscali per l’efficientamento energetico.

Ma tu ci stai bene dentro quella casa?

Come vedi tutti i ragionamenti fatti nelle ultime righe parlano solo di impianti ma snobbano completamente un aspetto fondamentale: il benessere interno degli ambienti.

Non è questo il tuo obiettivo?

Se la casa prima era fredda nonostante il riscaldamento che andava a palla non è detto che cambiando l’impianto la situazione migliori.

Oppure potrebbe migliorare ma non avresti poi questi grandi miglioramenti a livello di bollette (ci sono persone che si lamentano di pagare bollette più care di prima con un impianto nuovo…).

“Eppure adesso la mia casa è in classe B!”

Sai quante volte leggo di persone che hanno cambiato gli impianti di riscaldamento e dicono di non aver avuto alcun beneficio sui consumi.

Perché?

Il tuo obiettivo deve essere differente da quello della legge!

L’obiettivo della legge lo abbiamo già visto: diminuire il consumo di risorse non rinnovabili e di conseguenza l’inquinamento che produce una casa.

Pertanto nel valutare l’efficientamento energetico controlla principalmente se i tuoi interventi hanno diminuito il consumo di fonti non rinnovabili.

E cambiare un impianto con un altro a pompa di calore è sufficiente a questo scopo.

Ma allo Stato non gliene frega nulla se poi in casa hai comunque freddo…quelli sono fatti tuoi.

Anzi…per gli obiettivi nazionali sarebbe meglio se tu non avessi nessun impianto: non consumi nulla, non inquini…

Tu invece immagino voglia stare bene in casa tua.

Oltre a non spendere in bollette quanto un PIL nazionale.

Quindi devi ragionare in modo differente rispetto alla legge e intervenire secondo le priorità adatte a te.

Se in casa tua c’è freddo nonostante l’impianto di riscaldamento che va a palla, quasi sicuramente il problema è che tutto il calore che produci viene disperso velocemente all’esterno. Attraverso muri, solai e finestre.

Quindi devi pensare come prima cosa ad isolarti:

  • Cappotto termico, isolamento interno, isolamento in intercapedine
  • Infissi

E quando intervieni sull’involucro devi anche capire dove stanno i tuoi maggiori problemi: estate o inverno?

Proteggersi dal freddo è diverso da proteggersi dal caldo…

Solo dopo devi pensare ad ottimizzare l’impianto di riscaldamento.

E per questo va assolutamente bene l’impianto a pompa di calore (io ne sono un grande sostenitore).

Chiaramente l’idea classica di un impianto del genere è il classico split…ma ti assicuro che esistono sistemi più efficienti e raffinati (sia esteticamente che nella gestione del calore).

Ad esempio impianti canalizzati e impianti idronici (utili anche per il riscaldamento a pavimento).

E dopo tutto questo devi pensare anche alla qualità dell’aria.

Infatti un buon isolamento tende a sigillare la casa…così gli spifferi che prima ti davano tanto fastidio ora non ci sono più. Ma quegli spifferi facevano anche circolare l’aria…che ora non circola.

Spesso nelle case fortemente isolate si formano muffe e condense proprio perché l’aria non circola…

Dovresti quindi valutare l’installazione di un impianto di ventilazione meccanica (vmc). Fondamentale per garantirti di avere aria pulita senza dover aprire le finestre quando fuori è sotto zero.

Un approccio integrato

Casa tua, anche se è un mini appartamento, è un ambiente complesso.

Non basta il consiglio di un rivenditore e/o installatore di climatizzatori per ottenere un miglioramento del benessere interno accettabile.

Così come non va bene quello di un’impresa specializzata in cappotti termici. O quello di un rivenditore di infissi.

Non voglio sembrare monotono su un punto che ho ribadito mille volte su ristrutturazione pratica: hai bisogno di un progettista.

Un tecnico che possa fornirti le migliori soluzioni per il benessere dentro casa tua.

A lui non interessa venderti il cappotto o l’impianto.

A lui interessa darti una casa in cui starai bene.

Mentre scrivo questo articolo, come la quasi totalità dei miei colleghi, sto affrontando un progetto legato al superbonus.

Il cliente voleva “mettere una pompa di calore e cambiare gli infissi. E magari il fotovoltaico (nda che fa tanto figo)”. Giusto per sfruttare questo “regalo” dello stato.

E vari rivenditori gli avevano detto che andava bene così.

Ognuno cercava di vendergli il suo sistema.

Io (con il mio termotecnico) gli ho detto no. Abbiamo fatto un’analisi della casa e stiamo progettando un intervento che prevede: cappotto, infissi, pompa di calore, ventilconvettori, fotovoltaico. E se riusciamo anche VMC.

Il progettista è una delle figure principali del sistema per pianificare e gestire la ristrutturazione di cui parlo nel manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi”.

Se vuoi prendere in mano la tua ristrutturazione e non lasciare che siano altri a decidere gli interventi da fare perché sono quelli da cui ci guadagnano di più, vai qui:

Ristruttura la tua casa in 7 passi  

mailling list per ristrutturare casa

L’articolo Gli interventi per migliorare la classe energetica di casa tua sembra essere il primo su RistrutturazionePratica | la corretta pianificazione e gestione della ristrutturazione.

29 Dicembre 2020 / / Case e Interni

Come scegliere mobili di design per il bagno

Il concetto di interior design non si applica soltanto alle stanze della casa che restano maggiormente in vista, come soggiorno e cucina. La tendenza attuale punta sempre di più anche all’estetica e alla bellezza del bagno, l’ambiente della casa più funzionale per la famiglia in assoluto.

L’obiettivo è rendere l’ambiente organizzato con stile

Il bagno è il luogo della privacy e del comfort, un piccolo paradiso personale in cui è bello ritirarsi dopo le stressanti giornate di lavoro. Ecco perché non bisogna sottovalutarne l’arredo. Dalla scelta del lavabo, singolo o doppio, a quella di mensole, mobili sospesi o a terra fino agli specchi, l’obiettivo è rendere l’ambiente perfettamente organizzato, ma con stile. Quando si cercano mobili per bagno occorre procedere per gradi, innanzitutto valutando gli spazi a disposizione e stabilendo quali siano le personali necessità ed esigenze da rispettare.

Come scegliere mobili di design per il bagno

Lavabo doppio, mobili contenitori e arredo in verticale

Bisogna mettere in chiaro quale sia il ruolo di questo ambiente nel contesto domestico: si tratta dell’unico bagno, magari caratterizzato da dimensioni ampie o di una stanza di servizio? Questo aspetto influirà molto sulle caratteristiche dei mobili, specie per ciò che concerne dimensioni e capacità contenitive.

Una sala da bagno grande potrà per esempio accogliere un mobile con lavabo doppio, sempre più amato nel mondo del design. Questo potrà essere provvisto di un’ampia cassettiera e mensole o pensili, dove riporre asciugamani e prodotti di bellezza. Se opti per questa scelta, dovrai, però assicurarti di avere almeno 140 cm liberi su una parete, per pensare di collocarlo comodamente nella stanza. Nell’ambiente ampio potranno trovare spazio sia mobili da terra, più classici e voluminosi, che mobili sospesi caratterizzati da forme, colori e materiali diversi.

Come scegliere mobili di design per il bagno

Se è il bagno di servizio quello che stai cercando di rinnovare o comunque si tratta di un bagno più piccolo, ci sono soluzioni di design sospese e più facili da pulire. Senza dimenticare di prevedere un tocco di stile, magari ricorrendo a top in marmo e altre finiture di pregio. Potrai rivolgerti a mobili a colonna – che moltiplicheranno lo spazio contenitivo – o sviluppare l’arredo in verticale, inserendo mensole e pensili.

Dimensione e livello di illuminazione della stanza

Progettare al centimetro gli spazi vuol dire scegliere i complementi d’arredo più adatti dal punto di vista stilistico e definire la giusta tipologia dei mobili di design.

In una stanza ampia, ma con scarsa illuminazione naturale, sarà importante riuscire a giocare con le superfici riflettenti, dunque via libera a specchi XL con finiture eleganti e fregi contemporanei, ma anche a box doccia in vetro o cristallo con cromoterapia. I mobili sospesi potrebbero a loro volta essere provvisti di superfici riflettenti, come ante lucide o a ante a specchio. Nel caso di un bagno piccolo si può ricorrere a mobili che hanno luci già integrate, così da adattare la luce stessa alle proprie esigenze.

Come scegliere mobili di design per il bagno

Vasca da bagno, box doccia e arredamento diffuso

Una stanza stretta e lunga risulterà più adatta all’inserimento di una vasca da bagno, ad ogni modo la presenza di quest’ultima non esclude quella della doccia, anzi in determinati contesti possono essere presenti entrambe.

L’arredamento cosiddetto ‘diffuso’ è più congeniale a stanze molto grandi, all’interno delle quali i mobili bagno sono distribuiti seguendo un criterio coerente. E i materiali? Il legno è di gran voga tra le soluzioni di design, che consentono di recuperare un rapporto diretto con la natura. Non mancano finiture cromate e mobili decapati, mentre si fa largo lo stile vintage e shabby, assieme a quello industriale.

Come scegliere mobili di design per il bagno

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Anna e Marco DMstudio – CASE E INTERNI