4 Febbraio 2021 / / Design

L’Ecobonus 110 è una detrazione fiscale applicabile ai lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica con una detrazione al 110%. Tanti ancora i punti da chiarire. Vediamo un esempio che riguarda una villetta a schiera.

Ecobonus 110

E’ ormai consuetudine ricevere dei chiarimenti periodici sull’applicabilità del cosiddetto Ecobonus 110 (conosciuto anche come Superbonus), una forma di detrazione fiscale che ha rappresentato la grande novità dello scorso anno, e nata in risposta alla crisi generata dallo stop del settore edilizio durante il periodo di lockdown. 

L’Ecobonus 110 si distingue dalle altre forme di detrazione fiscale attualmente disponibili – pensiamo ad esempio al classico Ecobonus con detrazione al 50 o 65% (facilmente conseguibile anche con interventi che non presentano vincoli complessi, come nel caso in cui si decida di optare per l’isolamento dell’intercapedine in edificio autonomo o all’interno di un complesso condominiale), ma anche al Bonus facciate o al Sismabonus – per la possibilità di garantire dei lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica, praticamente a costo zero, considerando appunto la detrazione al 110%. 

La problematica relativa a questo bonus sta, però, nella sua effettiva realizzazione, che passa attraverso vari step e paletti normativi (il principale è l’ormai noto superamento delle due classi energetiche grazie agli interventi messi in atto), oltre ad interpretazioni spesso poco chiare e che nel corso dei mesi hanno portato alla richiesta di sempre maggior chiarimenti per casi specifici. 

Anche per questo si richiede sempre di affidarsi, per la realizzazione del progetto, a tecnici competenti in materia e che sappiano dire con chiarezza quali interventi possono essere utili alla riqualificazione dell’edificio stesso, e nel contempo essere funzionali alla richiesta di questo bonus agevolato. 

Ecobunus 110, il caso delle villette a schiera 

In quest’ultimo caso che vi presentiamo vi è una richiesta fatta pervenire all’Agenzia delle Entrate, riguardo l’applicabilità dell’Ecobonus 110 per lavori realizzati su villette a schiera.

Nella fattispecie, la richiesta di chiarimento riguardava una serie di interventi da realizzarsi su una villetta a schiera, situata all’interno di un residence; alla villetta era possibile accedere attraverso un passo carrabile privato, che è comune a più abitazioni. 

Ecobonus 110

Quel che si è chiesto è la fattibilità di poter effettuare interventi di riqualificazione e poter successivamente richiedere la detrazione fiscale al 110%.

L’Agenzia delle Entrate per rispondere al quesito, chiarisce che la possibilità di richiedere l’Ecobonus 110 è vincolata, oltre alle note questioni riguardanti la classificazione energetica, al conseguimento di due punti fondamentali:

  1. l’edificio deve avere una sua indipendenza funzionale;
  2. vi deve essere un accesso autonomo dall’esterno.

Considerando il caso della nostra villetta a schiera potremmo, quindi, dire che il primo punto è sicuramente rispettato, ma è importante capire meglio cosa si intende per “accesso autonomo”, che è il secondo punto in questione.

Già nello scorso mese di Agosto 2020, con un decreto interministeriale, si è parlato tra le altre cose proprio della termatica relativa all’accesso autonomo, dando poi ulteriori chiarimenti relativi alla sua definizione nella Legge di conversione di questo decreto, presentata ad Ottobre. 

Leggendo il testo si arriva ad un punto nel quale si definisce l’accesso autonomo dall’esterno come: “un accesso indipendente, non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che consenta l’accesso dalla strada o da cortile o da giardino anche di proprietà non esclusiva.”

Quindi potremmo parlare, per un generico immobile, di accesso autonomo dall’esterno quando si accede:

  • direttamente da una strada, che sia pubblica, privata
  • da un passaggio comune ad altri edifici, come nel caso di un classico cortile;
  • da un terreno di uso comune, quindi non esclusivo;
  • da strada privata di altra proprietà gravata da servitù di passaggio a servizio dell’immobile.

Chiarito questo concetto possiamo dire che per il caso della villetta a schiera, l’accesso autonomo si ha nel caso in cui:

  • si trova in un comprensorio o in un parco di comproprietà con altri soggetti o alla stessa si accede dall’area di corte di proprietà comune usata anche per i posti auto;
  • il cortile o il giardino su cui si affacciano gli ingressi indipendenti sono di proprietà esclusiva, anche se indivisa, dei proprietari delle singole unità immobiliari.

Di conseguenza, poiché la villetta del nostro caso è situata in un residence con accesso da passo carrabile comune, e dotata di proprio tetto, di giardino autonomo, di portone d’ingresso, numero civico e parcheggio, si può affermare che è possibile eseguire al suo interno i lavori necessari per riqualificare l’edificio e richiedere successivamente l’Ecobonus 110.

2 Febbraio 2021 / / Interni

Il nuovo progetto firmato Italia and Partners reinterpreta gli spazi di una casa d’epoca nel cuore di Torino, e lo trasforma in una dimora calda, accogliente e contemporanea.

casa d'epoca

Caratterizzato da bellissimi soffitti a volta, alti quasi 4 metri, l’appartamento versava in stato d’abbandono da circa quarant’anni. Il progetto di ristrutturazione è intervenuto in modo deciso sulla distribuzione interna, compatibilmente con la presenza di diversi muri portanti e di vincoli strutturali. Gli architetti dello studio Italia and Partners sono riusciti a ridistribuire gli spazi in modo più razionale, rendendoli più adatti allo stile di vita contemporaneo.

“Abbiamo voluto lavorare, in questo progetto, su colori pastello molto tenui”, afferma l’architetto Matteo Italia, “giocando sulle tonalità del rosa chiaro e dell’azzurro carta da zucchero, che abbiamo voluto poi riprendere anche nella carta da parati per la sala da pranzo: ne abbiamo scelta una di Hermés molto bella, di nuovo con toni tra il carta da zucchero e il blu, che caratterizzano con un bel tocco cromatico un ambiente per il resto molto minimal. Abbiamo voluto mantenere un ambiente molto elegante e raffinato, ma che avesse anche un interessante elemento di colore.”

L’intervento nella zona living

Partendo dal corridoio, in origine non molto luminoso, l’architetto ha aperto lo spazio, collegandolo con la cucina attraverso due aperture nel tramezzo. Le aperture, a tutta altezza, sono corredati di porte scorrevoli Rimadesio in vetro fumé. L’illuminazione è inserita nel soffitto, in tagli con una gola nera ad incorniciarli, una soluzione che rappresenta lo stile dello studio.

casa d'epoca

La cucina è realizzata con colonne a scomparsa e da una grande penisola centrale, intorno alla quale si può riunire può comodamente tutta la famiglia. Sulla sinistra, una grande libreria di Modulnova a tutta parete dialoga per contrasto con i vetri cattedrale, originali e tipici della casa d’epoca.

casa d'epoca
casa d'epoca

Dal corridoio si accede, sulla sinistra, alla sala da pranzo, arredata con un tavolo di Bonaldo, realizzato su misura, con piano in marmo calacatta e gambe verniciate in un particolare punto di grigio antracite. Il tavolo è completato da poltroncine Bahia in un piacevole velluto color rosa polvere.

casa d'epoca

Sopra al tavolo spiccano le luci di Tom Dixon, coordinate con le appliques, mentre le altre luci della casa sono tutte iGuzzini, con la sola eccezione della sospensione Zero Round di Panzeri collocata all’ingresso.

Il soggiorno spazioso e luminoso è arredato con divani in un tono neutro, a contrasto con la poltroncina in carta da zucchero, e vivacizzati da un gioco di cuscini in colori pastello e dall’accostamento di un tavolino laccato in colore un po’ più scuro.

casa d'epoca

Il gioco costante tra tinte pastello e abbinamenti tra i materiali mitiga la freddezza del minimalismo. Le soluzioni cromatiche sono enfatizzate dalla scelta della pavimentazione, un caldo rovere posato a spina, che si ritrova in tutti gli ambienti della casa.

L’intervento nella zona notte

La zona notte è composta da tre camere da letto, uno studio, due bagni e una lavanderia, ed è del tutto separata dalla zona giorno. Nella camera da letto padronale le pareti sono dipinte con lo stesso rosa tenue già usato nella zona living, mentre il resto della zona notte è trattata con colori neutri.

casa d'epoca

Uno dei due bagni sfoggia un rivestimento di Mutina vintage e decò al tempo stesso, ispirato alle ceramiche di un tempo, con i loro motivi floreali. Il pavimento è in rovere, come nel resto della casa, e riprende i motivi a spina di pesce tipici della casa d’epoca.

Il secondo bagno è invece rivestito con lastre di grès porcellanato di grande formato, effetto marmo Calacatta. Il mobile da bagno, realizzato su misura, è in legno Canaletto. In entrambi i bagni sono montate le rubinetterie di Fantini.

Scopri altre bellissime case nella rubrica House Tour.

29 Gennaio 2021 / / Decor

Le carte da parati del marchio italiano Insabilelab sono delle vere e proprie scenografie murali, capaci di donare ad ogni ambiente un carattere unico ed originale.

Le carte da parati

Instabilelab è un brand italiano, nato da un’idea di Stefano Munaretto, designer e art director dell’azienda. Come spiega Munaretto, il nome rispecchia il suo carattere, per così dire, Instabile. Appassionato dal mondo della grafica e dai simboli esoterici, il designer ha introdotto motivi decorativi con teschi, formule matematiche, cristalli e vedute notturne, seguendo la formula dell’irriverenza e dell’originalità

Come spiega Stefano Munaretto, il processo creativo di Instabilelab segue un iter particolare, incentrato sull’estrosità.

“Tutto ciò che vediamo, incontriamo, ascoltiamo, leggiamo rappresenta spunti creativi che possono accendere
un’idea e far sì che l’immaginazione si trasformi in un’immagine. Mi piace confrontarmi e
condividere con il nostro team di grafici idee e immagini che in un secondo momento si
trasformano in bozze. Se lo sviluppo ci convince si procede con la preparazione della grafica
definitiva e con lo studio delle varianti, affiancata da prove di stampa con le quali testiamo
la resa cromatica e dimensionale. Cerchiamo di non farci condizionare da ciò che fanno i
nostri competitor ma di scegliere sempre la strada dell’originalità e del nostro personale e
unico stile, solo in questo ci sentiamo davvero liberi”.

Le carte da parati

Le collezioni di carte da parati 2021

Per il 2021 il brand ha lanciato diverse collezioni, tra le quali spicca ORONERO, una linea esclusiva in edizione limitata ispirata al mondo della moda. Colori brillanti, lustrini e paillettes caratterizzano i parati, rifiniti con preziosi tocchi d’oro cangiante e stampato in negativo, in modo da far risaltare il fondo. Le grafiche sofisticate della linea ORONERO _Prestige richiamano i preziosi orditi veneziani o i dipinti in chiaroscuro. Scenografie vegetali e animali si affiancano a motivi grafici inediti, caratterizzati da una resa estetica straordinaria.

Le carte da parati
Le carte da parati
Le carte da parati

Accanto alla linea ORONERO _Prestige, il catalogo offre ORONERO_The Skull, sul tema del teschio e caratterizzata da applicazioni realizzate a mano. L’irriverente motivo del teschio, ormai immagine iconica del marchio, è declinata in numerose varianti, dalla paillette oro su oro all’oro su fondo nero, glitter e Crystal mesh.

Le carte da parati

Tutti i prodotti Instabilelab sono testati e certificati da laboratori specializzati, così da garantire prestazioni altamente performanti e applicazioni anche in esterno, in ambienti umidi e su qualsiasi superficie.

Il progetto CUSTOM-ME

Instabilelab non si ferma alla produzione di carte da parati. Il progetto CUSTOM-ME propone un concept d’arredo che permette di rinnovare qualsiasi ambiente nel segno dell’orginalità e dell’unicità. Perfetto per il contract, il progetto può essere esteso anche alla casa. Il programma d’arredo, ad altissimo tasso di personalizzazione, permette di soddisfare la creatività e qualsiasi esigenza progettuale in modo innovativo.

In pratica, con CUSTOM-ME è possibile realizzare, per qualunque ambiente, progetti completi e coordinati che coinvolgono pareti, pavimenti, tessuti, lampade e tanti altri complementi. Questi ultimi (poltroncine, lampade, consolle, tavolini, tappeti etc) sono prodotti a catalogo, realizzati da artigiani italiani e a chilometro zero e vestibili con le innumerevoli ed esclusive grafiche proposte dall’azienda veneziana.

Per informazioni: https://www.instabilelab.it/it/

23 Gennaio 2021 / / La Gatta Sul Tetto

Lo stile Luigi XVI segna il passaggio dal lezioso rococò al più sobrio neoclassicismo. Uno stile raffinato, ancora oggi sinonimo di alta qualità manifatturiera ed eleganza.

stile Luigi XVI
Belvedere nella Tenuta del Petit Trianon credits

Il Settecento è secolo decisamente dinamico, che segna il passaggio all’età contemporanea, con la fine del dominio delle grandi monarchie e l’affermarsi della borghesia. Un processo storico che affonda le sue radici nella Francia di Luigi XV e che si completa con la Rivoluzione Francese. A farne le spese furono, tra gli altri, il re di Francia Luigi XVI e la sua consorte, Maria Antonietta, giustiziati sulla pubblica piazza. Il turbolento dinamismo politico e sociale incise enormemente sui costumi, riflettendosi sulle arti, maggiori e minori. Lo stile Luigi XVI, che vide il passaggio dal rococò al neoclassicismo, fu straordinario per l’arte, l’architettura e l’alto artigianato, nonostante la sua breve durata (1774-1793).

Dal rococò al neoclassicismo

Luigi XVI salì al trono nel 1774, alla morte del nonno, il longevo re Luigi XV. A differenza del suo predecessore, grande mecenate e amante delle arti, il giovane sovrano preferiva passatempi solitari e spesso bizzarri, come la costruzione di orologi o di serrature. Lo stile Luigi XVI si sviluppò dunque indipendentemente dalla volontà del re, e fu il risultato di molteplici fattori. Va detto che il successo di questo stile è dovuto in gran parte alla regina Maria Antonietta, che investì molto nel rinnovamento di arredi e decorazioni.

Maria Antonietta a passeggio con i figli nel parco del Petit Trianon. Di Adolf Ulrik Wertmüller. Credits

Il Luigi XVI è uno stile di passaggio dal rococò al neoclassicismo. In realtà, il neoclassicismo derivato dal Rinascimento non fu mai abbandonato del tutto durante i periodi di predominanza del barocco e del rococò. Come un fiume carsico che scorre nel sottosuolo, riemerse con rinnovata vitalità dopo le scoperte di Ercolano e Pompei (1740). Gli artisti francesi di ritorno dal Gran Tour, che comprendeva appunto la visita agli scavi, contribuirono alla diffusione del nuovo gusto “alla greca”. Il repertorio ispirato alle forme antiche si saldò alle realizzazioni neoclassiche apparse già durante il regno di Luigi XV, come la casa di Madame du Barry, il Pavillon de Louveciennes (1770). 

Pavillon de Louveciennes. Credits

Gli artisti più rappresentativi di questo stile furono il pittore Jacques-Louis David, lo scultore Jean-Antoine Houdon, la pittrice, nonché ritrattista della regina Elisabeth Vigée-Le Brun, il decoratore Salembrer, mentre tra gli ebanisti spiccano Jean- Henri Riesener e Bernard van Risenburgh. Alle celebri manifatture di Gobelins, Beauvais e Aubusson, che fornivano arazzi e tappeti, si aggiungono le tele di Jouy e le sete di Lione.

Le caratteristiche dello stile Luigi XVI

Lo storico dell’arte Louis Réau definì lo stile Luigi XVI come ‘arte applicata al decoro della vita’, di cui la corte francese fu maestra. Pur restando decorativo e raffinato, lo stile Luigi XVI è più sobrio dei precedenti, e la caratteristica principale è data dall’abbandono parziale delle linee sinuose a favore della linea retta. Restano comunque elementi curvilinei nei raccordi e forme stondate o ovali, che conferiscono un tono aggraziato ai manufatti. Alla base dello stile vi è la ricerca di armonia e proporzione, ma l’utilizzo dei motivi dell’antichità classica non segue modelli rigidi, bensì è fonte di ispirazione per libere interpretazioni. 

stile Luigi XVI

Le decorazioni sono sempre simmetriche, e i motivi comprendono classici amorini, tralci di rose, fiaccole, conchiglie, elementi geometrici, medaglioni, grottesche, lire. I tessuti sfoggiano delicati fiorellini, arabeschi o scene di genere di ispirazione classica. I colori predominanti sono il bianco e l’azzurro, con accenti d’oro a sottolineare linee e partizioni. Molto in voga anche il rosa, il verde smeraldo e il rosso pompeiano. Il Luigi XVI è delicato, raffinato e caratterizzato da manufatti eseguiti con incomparabile finezza, tutti fattori che hanno contribuito a renderlo il più celebre e prestigioso tra gli stili di arredo.

L’arredamento in stile Luigi XVI

Lo stile Luigi XVI non apporta sostanziali novità per quanto riguarda l’arredo, ma si traduce in un sostanziale restyling dei mobili esistenti. I piedi a forma di S lasciano spazio a gambe tronco-piramidali o tronco-coniche, diritte e sottili, spesso scanalate. I mobili sono realizzati in legni esotici, come il mogano o l’ebano, oppure dipinti in bianco o in colori pastello. Non mancano esempi di decorazioni in lacca con motivi orientali, ereditati dallo stile Luigi XV.

Gli arredi in primo piano restano le sedute, la cui varietà si era notevolmente ampliata durante il regno di Luigi XVI.  Tutti i sedili sono interessati da questa nuova tendenza:  la poltrona cabriolet, la bergère, la poltrona à la reine e la  marquise. Appaiono nuovi schienali, come lo schienale en chapeau, en médaillonen montgolfière o lo schienale traforato.

I tre nuovi schienali “en chapeau”, “à mÉdaillon” e “à montgolfière”. Credits
stile Luigi XVI
Sedia disegnata per il Belvedere della Tenuta del Petit Trianon. Credits

Tra le novità, i tavolini Guéridon, elementi di piccole dimensioni spesso dotati di un cassettino, utilizzati per il gioco della “bouillotte”, oppure dotati di rotelle per il servizio a tavola. L’invenzione di questo mobile si deve alla scoperta degli affreschi di Pompei, che ne testimoniano l’uso fin dall’antichità.

stile Luigi XVI

Gli appartamenti di Maria Antonietta a Versailles

La regina Maria Antonietta lasciò un’impronta indelebile a Versailles, per quanto riguarda lo stile d’arredo. Amante della moda, oltre al suo guardaroba la regina rinnovò i suoi appartamenti, riadattandoli nel nuovo stile. Oltre al Grand Appartement, che serviva per lo più per la vita pubblica, Maria Antonietta disponeva di alcune piccole stanze per uso privato, nelle quali si ritirava per riposare, leggere, dipingere o ricevere gli amici più intimi. Sono proprio queste stanze, la cui decorazione fu curata personalmente dalla regina, a rispecchiare lo stile Luigi XVI in modo fedele.

La stanza più famosa è il Cabinet Doré, trasformato da Maria Antonietta nel 1784, grazie all’architetto Richard Mique, che vi montò una boiserie con decori oro su fondo bianco. L’arredo e gli accessori appartenevano alla regina, come pure la splendida commode che potete vedere sulla sinistra, sormontata da preziosi vasi della manifattura di Sèvres.

stile Luigi XVI
Chateau de Versailles – Cabinet dore de Marie-Antoinette. Credits

Il sontuoso verde del cabinet doré cede all’azzurro cielo che caratterizza le tappezzerie del Cabinet de la Meridienne, un delizioso boudoir di forma ottagonale.

stile Luigi XVI
Cabinet de la Meridienne, Versailles. Crédits.

L’appartamento privato comprendeva anche una biblioteca, dotata di alti armadi a vetri, una sala da biliardo ubicata al secondo piano, e una sala da bagno straordinaria. Le pareti sono rivestite dalle boiserie realizzate dai fratelli Rousseau, il pavimento in marmo, restaurato, è originale. La sala è dotata di una vasca con rubinetti, di un bidet, di sedie, di una consolle e di un lettino sormontato da un ciel de lit.

stile Luigi XVI
Chateau de Versailles – petit appartement de la Reine, rez-de-chaussee – salle de bains – lit a la polonaise. Credits.
20 Gennaio 2021 / / Idee

Dormire bene è fondamentale per la nostra salute. Nella nostra rubrica Home therapy affrontiamo l’argomento, dandovi alcuni suggerimenti su come arredare e decorare la camera da letto.

Dormire bene

Dormire bene è fondamentale per mantenere uno stato di salute ottimale: durante il sonno il battito cardiaco rallenta e si abbassano pressione e temperatura corporea. La pandemia e l’isolamento prolungato, hanno portato alla metà della popolazione disturbi del sonno e problemi ad addormentarsi.

La nostra capacità di dormire bene è merito del nostro cervello arcaico, che governa le funzioni primarie e involontarie. Quando il cervello arcaico non si sente al sicuro, entra in uno stato di allerta chiamato “fight or flight” (attacco o fuga) e prepara il  nostro corpo a rispondere a un attacco: fa alzare il nostro livello di adrenalina, aumenta il battito cardiaco e il respiro.

Quando dormiamo poco o male, i livelli di cortisolo si alzano, portando un forte aumento di stress e difficoltà di concentrazione. Se le condizioni ambientali producono continuamente questa reazione, la situazione può diventare pericolosa e indebolire il nostro sistema immunitario. 

Dormire bene: la camera da letto ideale

L’origine del concetto di casa e di camera da letto deriva dalla caverna, un luogo sicuro e riparato in cui tornare a riposare: la caverna consentiva di avere buona visibilità sul territorio ma anche le spalle coperte per aumentare il senso di sicurezza. Per quanto l’uomo e il concetto di casa si siano evoluti, cerchiamo ancora oggi nelle nostre abitazioni protezione e riparo, per noi e le nostre famiglie.

Sarebbe ideale che la camera da letto si trovasse nel punto più lontano dalla porta di ingresso e che il letto fosse posizionato in modo che la nostra testa sia lontana dalla porta della camera. Questo tipo di soluzione ci permette di tenere sotto controllo il territorio e quindi di far sentire al sicuro il nostro cervello arcaico, consentendoci di entrare dalla fase di sonno leggero a quella di sonno profondo.

Dormire bene
Dormire bene

Il letto, inoltre, va poggiato su una superficie chiusa. Per quanto scenografico, avere la finestra dietro alla testa abbassa il nostro livello di sicurezza; da evitare anche carte da parati con decorazioni che danno il senso di vuoto.

Decorazioni e colori

La camera da letto è importante per dormire bene, ma è anche un luogo di intimità e privacy, quindi bisogna creare la giusta atmosfera

Dormire bene

Cerchiamo di abbassare gli stimoli visivi mettendo, oltre alle tende decorative, anche delle tende oscuranti per favorire il sonno. Per quanto riguarda l’illuminazione artificiale, preferiamo luci soffuse e calde, utilizzando magari dei dimmer per regolarne l’intensità.

Dormire bene

Cerchiamo di ricreare il tema dell’abbraccio con materiali e colori, utilizzando tessuti morbidi, cuscini e tappeti che aiutino a ricreare l’effetto “cocooning”, un ambiente che sia come un bozzolo, rilassante e sicuro.

Evitiamo colori forti che iperstimolano e accelerano il battito cardiaco. Scegliete colori freddi, che invitano alla calma e al rilassamento, ma evitateli se siete freddolosi, poiché possono farci percepire la temperatura di 3° inferiore rispetto a quella reale. 

Dormire bene

I colori ideali per non sbagliare e  creare un ambiente caldo e confortevole, sono quelli che si avvicinano ai toni della pelle, che danno il senso dell’abbraccio, del prendersi cura e dello stare in connessione.

Dormire bene
Dormire bene
Credits Pianeta Design

Per saperne di più visita il sito https://www.sphomecoming.it/

15 Gennaio 2021 / / La Gatta Sul Tetto

Stando ad alcune ricerche, i Danesi sono spesso tra i primi posti nelle classifiche dei popoli più felici al mondo. Questo nonostante il pessimo clima (piove per sei mesi l’anno), la poca luce e le alte tasse. Allora qual è il loro ingrediente segreto?

Hygge
Via Alvhem.com

Pare che la risposta si trovi nel concetto di “Hygge”, un termine intraducibile che indica più che altro una sensazione che si prova. Può essere descritta come quell’atmosfera confortevole e accogliente allo stesso tempo, quel senso di estrema comodità e insieme di tepore. È anche il riuscire a vivere il momento – nel qui e ora – godendo delle piccole cose; è il coccolarsi concedendosi qualche strappo alle regole, un modo per staccare la spina e rilassarsi. Per descriverla con un’immagine, la Hygge è quella sensazione di sicurezza e protezione che si prova con una tazza di cioccolato caldo tra le mani, avvolti da una calda coperta mentre fuori piove.

Hygge
Pixabay

Suggerimenti per ricreare la Hygge in casa

La Hygge è una sensazione che, per la maggior parte delle persone, si prova all’interno di casa. Ecco quindi alcuni modi per ricrearla.

1) Realizzate un Hyggekrog. Si tratta diun posticino dove stare accoccolati sotto una coperta, meglio ancora se collocato vicino a una finestra. Sarà qui che potrete rilassarvi e ricaricarvi. 

Hygge
Studio McGee

2) Inserite il legno. I materiali naturali rivestono una grande importanza in una casa arredata secondo lo stile nordico, perché hanno accompagnato la nostra evoluzione e contribuiscono a confortarci e a fare compagnia. Il legno, materiale per eccellenza, ci fa sentire più vicini alla natura e richiama quella semplicità e naturalezza insite nel concetto stesso della Hygge.

3) Puntate sui tessuti. Per rendere la casa ancora più confortevole, sceglieteli morbidi e corposi, soprattutto nei mesi invernali. Largo a coperte di lana in cui avvolgersi e a tanti cuscini che possano ammorbidire gli spazi.

Altri consigli sull’illuminazione

Potete creare un istantaneo effetto di atmosfera accogliente e calda semplicemente accendendo delle candele, primo elemento che la maggior parte dei Danesi associano alla Hygge e fondamentali per raggiungerla.

La luce giusta è anche data da lampade artificiali. Aggiungete piccole abat-jour in casa, sopra qualche mobile o su un tavolino, e accendetele al posto dell’illuminazione generale di quella stanza, di solito posizionata a soffitto. Scegliete però delle lampadine dalla luce calda.

Che sia in un angolo della stanza, come nella maggior parte dei casi, o libero su una parete, un camino servirà a creare la giusta atmosfera. Rendetelo ancora più accogliente integrando delle panche con morbidi cuscini. Il suono dello scoppiettare della legna è molto Hygge e aiuta a rallentare.

Foto 7a

Hygge
Danielle Verhelst Interior Design

Se non lo avete, sappiate che esistono bellissimi camini e bruciatori a bioetanolo che non hanno bisogno di canna fumaria e possono essere posizionati dove preferite. 

Hygge
Onor&Borin caminetti

Desiderate un’atmosfera Hygge per la vostra casa? Consultate il sito https://zeumadesign.com.

12 Gennaio 2021 / / Architettura

Il World Design Rankings ha svelato la classifica aggiornata dei paesi che hanno ricevuto il maggior numero di premi di design. L’Italia è quarta dietro Cina, Stati Uniti e Giappone.

World Design Rankings

Per capire l’importanza di questa classifica, basta pensare che il World Design Rankings è paragonabile alle Olimpiadi per lo sport. La classifica viene stilata annualmente in base al numero di designer che hanno ottenuto il premio A’ Design Award, e quest’anno il trofeo del vincitore spetta alla Cina, con 2272 premi. Seguono gli Stati Uniti d’America con 1038 premi, il Giappone con 431 e l’Italia con 473. I paesi asiatici si dimostrano i più dinamici, con ben 4 nazioni classificate nei primi 10 posti.

Chiavi di lettura del World Design Rankings

Il WDR  ha lo scopo di fornire dati e approfondimenti ad economisti e giornalisti sullo stato dell’arte dell’industria del design. Lungi dall’essere una sterile classifica infatti, il World Design Rankings fornisce molteplici chiavi di lettura, di ordine geografico, culturale, economico e settoriale.

World Design Rankings

In pratica le classifiche mirano a fornire un’istantanea dello stato dell’arte e delle potenzialità del design dei paesi di tutto il mondo, evidenziandone i punti di forza creativi, le debolezze del design e le opportunità disponibili. Consultando la sezione “Insights”, oltre alla lista dei designer premiati, si ottengono dati sui paesi per specifici settori del design e scoprire quale paese è leader in una categoria o in un’altra. Ad esempio, si può capire se l’Italia è migliore nel Fashion Design, nel Furniture Design o nel Graphic Design. La tabella “Opportunità di design” mostra categorie di design latenti che potrebbero essere ulteriormente esplorate dal Paese.

I designer italiani al top

Andiamo allora a scoprire chi sono i designer italiani che si sono posizionati nei primi posti della classifica mondiale grazie a progetti vincitori dell’A’ Design Award:

Florian Seidl, Lavazza Desea Coffee Machine, disegnata per Lavazza, premiata con il Platinum A’ Design Award 2020, categoria Home appliances

World Design Rankings

Emanuele Pangrazi, detentore di ben tre premi, si colloca al 36° posto 

Catino, Platinum A’ Design Award 2013, categoria Bathroom Furniture and Sanitary Ware Design

World Design Rankings

Up Bathroom Collection, Platinum A’ Design Award 2014, categoria Bathroom Furniture and Sanitary Ware Design

So Fifties, Silver A’ Design Award 2016, categoria Bathroom Furniture and Sanitary Ware Design

Fabrizio Crisà,  NikolaTesla Switch Induction Cooktop, Platinum A’ Design Award 2019, categoria Home Appliances Design

World Design Rankings

Stefania Vola, architetto e designer, vanta ben 5 premi, di cui un prestigioso Platinum A’ Design Award nel 2013, per il progetto Ali di Luna.

World Design Rankings

5 premi anche per Fabio Rezzonico, titolare di uno studio che si occupa di disegno industriale, grafica, eventi e interni. Il progetto vincitore del prestigioso Platinum A’ Design Award 2018, categoria Baby, Kids’ and Children’s Products Design, è Activ3 Stroller, passeggino disegnato per la nota azienda Chicco.

Il pluripremiato studio di design MrSmith Studio, con base a Milano, vanta anche due ‘A Design Award, tra i quali un premio platino nella categoria Packaging, ricevuto nel 2018 con il progetto Embossed Nutella Jar Jar for Spreadable Cream per Ferrero.

Alessandro Luciani si è aggiudicato numerosi premi internazionali e nazionali per i suoi progetti di spazi espositivi e punti vendita, tra i quali il prestigioso Platinum A’ Design Award 2012 nella categoria Interior Space and Exhibition Design per lo Shop Concept Pirelli.

Tre A’ Design Award per Roby Cantarutti, tra cui il prestigioso Platinum A’ Design Award 2019 per la sedia da esterni Niwa per l’azienda Fast.

Vanta un premio platino anche Edoardo Colzani, per l’armadio Talento, mentre Laura Ferrario, specializzata in grafica e comunicazione, si è distinta con il progetto Il Mosnel QdE 2012 Sparkling Wine Label and Pack, vincitore del Platinum A’ Design Award 2013 nella categoria Packaging.

L’elenco dei designer italiani comprende 250 nominativi, ed è possibile consultarlo in questa pagina.

Come partecipare all’A’ Design Award & Competition

Se sei un designer, un architetto, uno stilista, un grafico, un web designer, puoi presentare la tua candidatura al concorso.

Importante: la data limite per le iscrizioni è il 28 febbraio 2021!

Al momento dell’iscrizione, avete la possibilità di scegliere fra più di 100 categorie, tra le quali Good Industrial Design Award, Good Architecture Design Award, Good Product Design Award, Good Communication Design Award, Good Service Design Award, Good Fashion Design Award.

Per consultare la lista delle categorie clicca qui: category listing.

Iscriversi è semplice, basta cliccare su questo link:

https://competition.adesignaward.com/registration.php

I risultati saranno resi noti il primo maggio 2021, e comunicati su tutti i media partner, tra i quali questo blog, che è stato selezionato tra i migliori blog per il settore design. 

24 Dicembre 2020 / / Design

Le finestre a scomparsa, oltre ad essere eleganti, offrono numerosi vantaggi, come la praticità e una maggiore luminosità degli ambienti.

finestre a scomparsa

Affinché una casa risulti sempre bella e accogliente è importante calibrare al massimo il livello di luminosità all’interno dei vari ambienti che la compongono. La luminosità, infatti, è decisiva per quanto riguarda sia la cifra estetica che l’impatto visivo nel complesso: è uno dei principali elementi che si mettono a fuoco entrando per la prima volta in un appartamento. Per rendere una casa più luminosa è possibile innanzitutto ricorrere alle finestre a scomparsa. Vediamo come sono fatte, quali vantaggi offrono e quali sono i materiali migliori per la loro realizzazione.

Come funzionano e come procedere all’installazione

Quando si parla di finestre a scomparsa si fa riferimento a una particolare tipologia di finestre ad anta scorrevole, il cui inserimento all’interno dell’appartamento consente di risparmiare centimetri importanti e – soprattutto – di ottenere un surplus di luminosità. Che cosa le caratterizza? Il fatto di non poter essere aperte nella modalità ‘classica’, dunque tirando verso l’interno della stanza, ma di possedere un’anta che scorre in senso longitudinale verso la parete su dei binari paralleli. Si ottiene in questo modo, specie nel caso in cui si tratti di finestre di grandi dimensioni, una grande maneggevolezza. Il gesto di far scorrere la finestra risulta sempre pratico, in più rende l’infisso leggero. Queste soluzioni di design stanno diventando sempre più diffuse soprattutto all’interno di contesti abitativi con una connotazione moderna. Ad ogni modo, prima di procedere con l’installazione, ci si dovrà assicurare che la parete possa accogliere la finestra e che dunque rispetti parametri ben precisi in relazione a spessore e solidità.  

Tipologie e materiali delle finestre a scomparsa 

Per quanto riguarda gli aspetti legati alla progettazione degli ambienti, sarà corretto precisare come le finestre a scomparsa risultino particolarmente adatte per dare su terrazze e giardini. Oltre ad assicurare una pratica apertura verso la zona outdoor della casa, consentiranno di beneficiare di un surplus di luce grazie all’ampia vetrata. Le finestre a scomparsa, ad ogni modo, potranno comunque essere inserite con successo anche in ambienti interni: potranno, per esempio, separare in maniera elegante e con un taglio minimal la cucina dal salotto.  

Di finestre a scomparsa esistono molte tipologie differenti, cerchiamo di fare ordine indicando quelle più diffuse e apprezzate in ambito domestico. Al momento dell’acquisto si potrà scegliere tra finestre con una o due ante, con o senza cornice, provviste di scorrimento parallelo ma anche con inferriate e persiane. La scelta del numero di ante scorrevoli dipenderà naturalmente dagli spazi a disposizione (bisogna inserire due controtelai dentro il muro). Importante decidere anche in merito alla cornice: in mancanza di quest’ultima si potrà ottenere una finestra a doppia scomparsa che si mimetizzerà con la parete. Per quanto riguarda l’inserimento di inferriate e persiane per gli infissi a scomparsa, si tratta di una scelta in grado di innalzare il livello di sicurezza con un’azione deterrente.  

Infine uno sguardo ai materiali ai quali ricorrere per le finestre a scomparsa: generalmente si tratta di legno, alluminio e pvc. Il legno rappresenta una soluzione ottimale sia per donare una cifra estetica classica che sotto l’aspetto dell’isolamento termico e acustico. Da sottolineare il fatto che sarà necessaria una manutenzione attenta e costante. Per quanto riguarda l’alluminio viene spesso scelto per l’alta resistenza agli urti, la sua versatilità e la ridotta necessità di manutenzione. L’aggiunta del taglio termico consente di migliorare le proprietà di isolamento. Infine il pvc, resistente al fuoco e capace di durare a lungo nel tempo. Da sottolineare che i i costi degli infissi in pvc sono inferiori rispetto a quelli degli altri materiali. 

I vantaggi offerti agli ambienti di casa 

Mentre facciamo mente locale sul fatto che la  la sostituzione degli infissi rientra nel bonus casa, sarà utile raccogliere in un elenco tutti i vantaggi che l’inserimento delle finestre a scomparsa è in grado di assicurare all’abitazione in termini di qualità della vita e di comfort. Per prima cosa i vantaggi sono dal punto di vista estetico, poiché le finestre a scomparsa possono risultare estremamente eleganti e dare un tocco moderno all’appartamento. Sono sicure, visto che non tirando l’anta verso l’interno della casa si limitano i pericoli (al tempo stesso risparmiando centimetri preziosi e da ‘reinvestire’). Queste aperture sono estremamente luminose e durevoli nel tempo, migliorando la vivibilità della casa. Infine le ante a scomparsa possono contribuire a donare un senso di ampiezza e continuità tra ambienti differenti (ricordate però di tenere sempre puliti i binari per uno scorrimento senza ostacoli). 

19 Dicembre 2020 / / Idee

Il decluttering è fondamentale per iniziare a vivere una nuova vita e ristabilire il nostro benessere psico-fisico.

decluttering
Credits: semplice come

La parola decluttering vuol dire “riordino”; si parte dagli oggetti che non ci servono o non ci piacciono più, per poi decidere se buttarli, venderli o regalarli. Una volta finito di fare questa operazione sarete pronti per riorganizzare gli oggetti rimasti e sistemarli al meglio.

Vi servirà un po’ di tempo per farlo, ma vedrete che alla fine ne sarà valsa davvero la pena!

La prima cosa da fare è munirvi di scatole diverse: una conterrà tutte le cose da buttare, una tutte le cose da regalare, una tutte le cose da vendere.

Credits: the spruce

Ora siete pronti per cominciare a fare decluttering!

“Riordinando si mette in ordine il passato, si prende coscienza di ciò che conta davvero nella nostra vita e ciò che invece non serve”.

Marie Kondo

E ora da che parte comincio?

Partite dalle cose semplici: buttate tutto ciò che è scaduto o che non può più essere utilizzato e che sta occupando spazio prezioso! Ecco una piccola lista che può esservi utile per cominciare.

  • Dispensa e frigo: tirate fuori tutto quello che c’è nella dispensa e nel frigo e buttate tutto ciò che non si può più consumare;
  • Medicinali: fatevi un giro nel vostro armadietto dei medicinali e buttate tutti quelli che non sono più utilizzabili. Nelle farmacie ci sono dei secchi appositi per potersene liberare;
  • Cosmetici: dopo l’apertura possono restare aperti dai 6 ai 24 mesi, controllate l’etichetta sul retro. Ricordate che i cosmetici scaduti possono provocare delle reazioni cutanee. Buttate tutto!
  • Documenti: lo so, noia mortale, ma le nostre case sono sempre sommerse di carte, bollette, documenti, fatture… prenditi del tempo e seleziona; elimina tutti quelli di cui non hai più bisogno, le bollette ad esempio, devi tenerle per un massimo di 5 anni dalla scadenza, il resto lo puoi buttare! Poi prendi delle cartelline e dei faldoni e organizza quelli rimasti, creando una sezione per le bollette, documenti della casa, documenti della macchina, etc.
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Per fare decluttering ci vuole coraggio!

È arrivato il momento di selezionare i tuoi vestiti! Svuota l’armadio e mettili tutti sul letto: questo è un buon modo per rendersi conto della grande quantità che ne possediamo e realizzare che non ne usiamo neanche la metà.

Credits: this is insider via Pinterest

Comincia dalle cose fuori moda, quelle che non metti da una vita e quelle che “non si sa mai”, ti assicuro che non le metterai mai più! Poi passa a tutto quello che non è più della tua taglia, che sia troppo grande o troppo piccolo. 

Se i vestiti che hai deciso di eliminare sono ancora buoni, potresti allestire un mercatino a casa tua, qualche tua amica ne approfitterà e sarà un modo divertente per passare una serata in compagnia.

Se sei arrivato a questo punto hai superato la parte più dura: iniziare!

Per tenere sotto controllo la situazione ricorda la regola +1-1: se una cosa entra in casa, un’altra deve uscire! 

Hai bisogno di aiuto per il decluttering? Puoi contattarmi sul sito www.sphomecoming.it.

Leggi tutti gli articoli della rubrica Home therapy.

18 Dicembre 2020 / / Design

In esclusiva per gli iscritti alla newsletter, la guida per le tendenze bagno 2021, un utile punto di partenza per il vostro progetto di rinnovamento.

Tendenze bagno 2021

In esclusiva per gli iscritti alla newsletter, una piccola guida che spero vi sarà utile nel caso abbiate intenzione di rinnovare il vostro bagno nei prossimi mesi. Visto che si tratta di un intervento impegnativo, spesso è difficile scegliere tra i colori, i materiali, i mobili, gli apparecchi sanitari e la rubinetteria, creando un insieme armonioso. Conoscere in anticipo le tendenze può essere un utile punto di partenza per il vostro progetto. Ecco una piccola anticipazione degli argomenti che troverete nella guida:

Il bagno come rifugio

La parola d’ordine, nel mondo degli interni, per il 2021 è armonia. Pochi selezionati colori, semplicità, materiali naturali per fare del bagno un ambiente caldo e confortevole, un’oasi di relax per dedicarsi a se stessi.

A causa della crisi pandemica, il concetto di casa è cambiato. Non è più solo il luogo dove ci si rilassa, si passa il tempo con la famiglia e si ricaricano le batterie per il quotidiano. In realtà, oramai la casa svolge molti ruoli extra: via via palestra, scuola, ufficio, sala riunioni in videocall. Il bagno, necessariamente, sfugge a questa logica, assumendo il ruolo di luogo intimo, nel quale tutte le preoccupazioni quotidiane sono bandite. Oggi più che mai, i piccoli momenti di piacere che possiamo concederci tra le mura domestiche sono un’ancora cui aggrapparsi, e un bagno accogliente, funzionale e confortevole è fondamentale per regalarci un po’ di serenità. Il bagno nel 2021 sarà il nostro rifugio.

Tendenze bagno 2021, i colori

Scegliere i colori del bagno è sempre un po’ complicato. Si tratta di una decisione importante, perché tali colori ci accompagneranno per molto tempo. Un valido aiuto ce lo possono fornire le anticipazioni sulle tendenze nel design e nel lifestyle. Si possono prendere idee e ispirazioni, così da evitare di stancarsi o di avere un bagno non in linea con i gusti contemporanei. Scoprite i colori per le tendenze bagno 2021.

Tendenze bagno 2021

Rivestimenti e arredo

Per i rivestimenti, continua la contrapposizione tra grandi e piccoli formati che già aveva caratterizzato gli anni passati. Le grandi lastre in grès porcellanato dominano il mercato, e le finiture più ricercate sono le pietre naturali, il marmo e il legno. Nei piccoli formati, piastrelle a motivo geometrico o floreale, e l’ormai onnipresente “terrrazzo”,  si confermano come la migliore scelta per chi desidera un bagno decorativo o in stile retrò.

Tendenze bagno 2021

L’ arredobagno nel 2021 propone mobili compatti dalle linee essenziali, sia con lavabi integrati che da appoggio. Il design pulito non significa neccessariamente che lo stile sia minimalista, tutt’altro. I giochi materici e cromatici, i piccoli spunti decorativi e le citazioni dell’estetica anni ‘60 o degli stili del passato, come l’Art Déco, regalano ad arredi e accessori un tocco eclettico e contemporaneo.

Docce, vasche e rubinetterie

Il box doccia walk in è di grande tendenza, mentre i piatti doccia e le vasche in materiale tecnico vanno per la maggiore, e hanno ormai quasi del tutto sostituito quelli in ceramica. Per quanto riguarda le vasche, grande risalto per i modelli free standing . 

Lo stile e i colori della rubinetteria nel 2021 seguono le tendenze generali, con il nero protagonista assoluto, inserti in marmo  e design essenziale con un tocco decorativo e citazioni Art Dèco.

Tendenze bagno 2021, la Spa in casa

La Spa in casa è la nuova frontiera dell’ambiente bagno. Oggi è possibile installare soluzioni “all in one” prefabbricate, con una spesa contenuta e senza affrontare lavori di ristrutturazione. Saune, Hammam, cromoterapia, idromassaggio, da oggi sono a portata di mano e sempre a disposizione.

Tendenze bagno 2021

Come fare per avere la guida tendenze bagno 2021

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