13 Aprile 2021 / / Dettagli Home Decor

camino elettrico incassato a parete

Il camino elettrico è una soluzione di design che sta spopolando per tutte quelle persone che vogliono assaporare l’emozione del fuoco pratico ed immediato, senza doversi occupare della pulizia, manutenzione e stoccaggi, legna e tutte le altre manutenzioni che richiede un camino normale.

Grazie alla tecnologia moderna il caminetto elettrico è molto più desiderabile rispetto al passato, grazie alle sue nuove caratteristiche come: la fiamma che sembra reale e la semplicità che richiede l’installazione, la quale non richiede gli interventi del caminetto vero e proprio.

Vediamo insieme come funziona un caminetto elettrico, quali sono i vantaggi per chi lo acquista; per vedere i modelli e conoscere le sue caratteristiche principali, puoi visitare il sito www.barzotti.it, una azienda che da 40 anni opera nel settore delle finiture di interni, un marchio che rappresenta una garanzia in questo campo.

Camino elettrico: il funzionamento  

Per poter funzionare il camino elettrico necessita solo della presa di corrente.

Come abbiamo anticipato in precedenza, il camino elettrico rappresenta una soluzione innovativa per quando riguarda il design sia nel suo genere e sia perché sia adatta in poco tempo alle esigenze che l’utente richiede, a differenza di un normale caminetto.

Il caminetto elettrico sfrutta la tipologia LED per riprodurre in modo realistico l’immagine della fiamma, che può essere personalizzabile a piacere tramite un semplice smartphone o tablet.

Il camino elettrico non può essere considerato come fonte di calore primaria per la casa o per l’ambiente in cui viene installato, però può rappresentare una soluzione di riscaldamento integrativa: il calore viene riprodotto grazie a delle resistenze elettriche, che possono essere accese a secondo le esigenze dell’utente oppure possono essere tenute spente, mentre le lampade LED continuano a riprodurre l’effetto della fiamma.

camino elettrico a parete

Le caratteristiche di un camino elettrico 

Il camino elettrico può essere installato sia a terra che a parete (ad incasso), a seconda delle esigenze del design, per dare alla stanza che lo ospita un tocco originale e moderno.

Quasi tutti i modelli in commercio si distinguono per dare un effetto iperrealistico della fiamma.

Spesso sono supportati da un’app, con la quale è possibile adattare e regolare l’immagine della fiamma in base ai propri desideri.

Si possono attivare anche da remoto, e quasi tutti sono venduti correlati da un set di ceppi realistici, che permette di dare un tocco ancora più autentico al caminetto, creando un’atmosfera piacevole e calda.

Il camino elettrico e i suoi vantaggi 

Il camino elettrico può essere una soluzione ideale per chi non possiede grandi spazi, vive in città o è spesso fuori casa, ma è la soluzione migliore per potersi godere momenti di relax e di grande atmosfera al massimo del confort.

I camini elettrici sono facilissimi da installare, perché non richiedono la manutenzione del normale camino. Non sporcano e si mantengono efficienti nel tempo.

Possiedono accensione e spegnimento automatici con crono termostato integrato, il controllo del dispositivo tramite un’applicazione dedicata, la fiamma realistica, il riscaldamento immediato. Esso può essere utilizzato in ogni periodo dell’anno, grazie alla possibilità di poter ricreare la vera magia del fuoco, senza poter riscaldare l’ambiente.

I costi di gestione del camino elettrico sono inferiori rispetto al normale camino. Grazie alla tecnologia led, i consumi non sono eccessivi come si può immaginare.

camino elettrico nel soggiorno

Il design e le varie soluzioni per te 

Esistono un’ampia gamma di soluzioni di design e modelli adatti a tutte le esigenze.

I camini frontali sono quelli classici, possiedono ampia visione del fuoco e la possibilità di istallarli sia all’interno di un vecchio camino, oppure con un una nuova istallazione. La profondità è di soli 25 cm.

A seconda delle nostre esigenze sono disponibili anche altre versioni:

  • Angolare, per una visione più ampia, grazie al vetro laterale destro o sinistro aggiuntivo;
  • Bifacciale, per dividere due ambienti ma beneficiare del calore e della magia del fuoco da entrambi i lati;
  • Trifacciale, con visione su 3 lati, per soluzioni di arredo creative e originali

Quindi… non resta che affidarci ad una ditta esperta che ci accompagni nell’acquisto e il gioco è fatto!!!

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20 Febbraio 2021 / / Design

camino elettrico

Design, comfort, sostenibilità, ma anche sanificazione sono i tratti distintivi del nuovo camino elettrico Prelude di Olmar

Prelude di Olmar è un camino elettrico che utilizza la tecnologia dei raggi infrarossi lontani, conosciuti anche come “raggi biogenici” o “raggi della vita”, che penetrano nei corpi, producendo un aumento della temperatura cutanea e sottocutanea. Un processo che crea benessere termico, senza spostare l’aria.

A rendere speciale il caminetto elettrico Prelude di Olmar è l’esclusiva tecnologia in grado di sanificare l’ambiente, grazie all’effetto degli ioni d’argento e dell’ozonizzazione dell’aria, unita alla

Il camino trasmette energia positiva attraverso i raggi del sole e nello stesso tempo purifica l’aria sanificandola.

Prelude è caratterizzato da un design rigoroso ed elegante. Un segno grafico sulla parete di cui il solo protagonista è il fuoco.

camino elettrico Prelude

Grazie agli studi nel campo delle nanotecnologie i laboratori di Olmar hanno creato dei generatori di energia ad onde biogeniche applicando all’interno di una lastra di vetro argento puro. Questo processo brevettato DualAg+ consente di abbinare gli effetti benefici e salutari delle onde biogeniche alle proprietà antibatteriche e microbiche dell’argento Ionico.

Prelude è un camino elettrico con tecnologia brevettata che consente di ottimizzare al massimo i consumi di energia necessari al raggiungimento del benessere termico desiderato garantendo il minimo costo

Il camino Prelude non ha bisogno della canna fumaria per espellere i fumi all’esterno, non richiede nessuna manutenzione e può essere posizionato con estrema facilità ovunque. Prelude è la soluzione ideale per chi abita in appartamento e non vuole rinunciare al fascino e al calore del caminetto senza l’emissione di polveri. Per vivere la magia del focolare tradizionale, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Per maggiori informazioni www.olmar1957.it

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16 Febbraio 2021 / / Design

radiatori a piastra di design

Belli ed efficienti, i radiatori a piastra di Antrax IT sono la perfetta combinazione di design e tecnologia.

La loro prima caratteristica è la forma, pulita e minimale, che sovrapponendosi alla parete quasi si dissolve; la seconda, invece, riguarda la velocità con cui raggiungono la massima efficienza termica, grazie anche al funzionamento a bassa temperatura. I radiatori a piastra sono una perfetta combinazione di design e tecnologia, un complemento versatile che include una pluralità di vantaggi, dal risparmio energetico al ridotto contenuto di acqua – se in versione idraulica -, sino all’ampia possibilità di varianti dimensionali e di accessori integrabili, quali maniglioni, ganci etc.

Dalla superficie perfettamente liscia, a quella ritmata da lievi increspature, o ancora con fori allo stesso tempo funzionali e decorativi: Antrax IT ha declinato il tema del radiatore a piastra in numerose collezioni come Teso, Treo, Loft, Flaps, Tif, Cod_e o ancora Tavola e Tavoletta, la famiglia di termoarredi che permette di realizzare configurazioni pressoché infinite.

radiatori a piastra Tavola e Tavoletta di Antrax

Disegnati da Andrea Crosetta, Tavola e Tavoletta sono elementi in alluminio 100% riciclabile e ultrapiatti, grazie allo spessore della piastra di soli 4 mm. Tavola è proposta in due varianti dimensionali – 35×171 cm e 35 x 201 cm -, con funzionamento ad acqua o elettrico e con possibilità di installazione orizzontale o verticale. Il prodotto, in oltre 200 colorazioni a catalogo, può essere valorizzato con un gancio porta accappatoio, dei tagli realizzati in diagonale nel profilato metallico, un maniglione per l’alloggiamento delle salviette o con uno specchio, su tutta la superficie o solo su parte di essa. Tavoletta ne rappresenta invece una versione ridotta, con sola alimentazione elettrica e in quattro varianti dimensionali. Il suo sistema di fissaggio a muro consente di variare a piacimento i punti di ancoraggio e garantisce una grande flessibilità di installazione, anche in associazione al suo complementare Tavola.

radiatore a piastra Tif di Antrax

Tif interpreta la purezza della piastra, sempre in alluminio 100% riciclabile e bordi leggermente stondati. Il radiatore asseconda le esigenze spaziali di ogni progetto, grazie alle 13 varianti dimensionali, sia per la versione orizzontale sia verticale, e ai 9 attacchi speciali che si aggiungono a quelli standard, offrendo grande libertà sul cantiere e nel caso di opere di ristrutturazione con impianti pre-esistenti. Tif può essere accessoriato con valvole termostatiche e con uno o più maniglioni, all’altezza desiderata, in finitura cromo, tono su tono o in contrasto con il radiatore: entrambi sono disponibili in oltre 200 varianti cromatiche, per la massima personalizzazione.

radiatore a piastra Code_e di Antrax

Cod_e è infine un radiatore elettrico di ultima generazione. Una piastra liscia con importanti bordi arrotondati che racchiude un sistema a basso consumo volto a massimizzare la resa termica, con la possibilità di un controllo remoto delle funzioni. Disponibile in tre varianti dimensionali e per sola installazione verticale, Cod_e permette di essere completato con uno o più maniglioni a differenti altezze e nelle tantissime proposte cromatiche del catalogo Antrax IT.

www.antrax.it

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25 Gennaio 2021 / / Blogger Ospiti

Un nuovo combustibile per il riscaldamento domestico si è affiancato negli ultimi anni ai più classici (legna, carbone e gas), divenendo in pochissimo tempo uno tra i materiali più apprezzati dalle famiglie italiane: il Pellet. Questo perché, se confrontato con gli altri comuni combustibili fossili, ha un costo di riscaldamento molto vantaggioso grazie ai suoi elevati rendimenti termici.
Un grosso limite frena spesso al momento dell’acquisto: le stufe a pellet classiche riscaldano bene la stanza in cui sono posizionate, mentre fanno più fatica con le altre, specialmente se l’ambiente è molto grande, rischiando che il calore non sia distribuito uniformemente…
Le stufe pellet canalizzate nascono proprio per risolvere questa problematica!
Le stufe a pellet canalizzate, infatti, uniscono l’efficienza energetica ad un design moderno, accattivante e minimal: installare una stufa non significa più solamente scegliere un sistema di riscaldamento pratico ed economico, ma anche valorizzare il proprio contesto abitativo, per un benessere sia del corpo sia dello spirito. Forme, colori e materiali vanno a fondersi con l’ambiente, generando un risultato unico nel suo genere.

Cosa sono le stufe a pellet ad aria canalizzata?

Si tratta di stufe a pellet ad aria, progettate per riscaldare più stanze adiacenti a quella in cui collocata, grazie ad un sistema di conduzione del calore: con un solo prodotto, perciò, potrai riscaldare più stanze di Casa tua!

Come funziona una stufa a pellet canalizzata?

Il suo funzionamento è davvero molto semplice: rispetto alla stufa a pellet tradizionale, la stufa canalizzata è dotata di 1 oppure 2 canalizzazioni a cui vengono collegati i tubi che trasportano il calore nelle altre, stanze grazie ad un sistema di ventilazione della stufa.

Canalizzazione della stufa a pellet, come avviene?

Tecnici professionisti installano nelle pareti dell’abitazione i tubi che verranno poi collegati al sistema di ventilazione per canalizzare la stufa a pellet: in passato si utilizzavano tubi in metalli, mentre oggi si preferiscono tubi in in acciaio inox, perché hanno una maggiore resistenza alla corrosione e sono sicuri. Il sistema di ventilazione della stufa convoglierà parte del calore in questi tubi, riscaldando così anche gli ambienti adiacenti.
Stufa a pellet canalizzabile, scegli KéStufe!
KéStufe è un’Azienda Italiana specializzata nel settore delle stufe a pellet artigianali e, soprattutto, Made in Italy. Seleziona i migliori materiali sul mercato ed offre assistenza su tutto il territorio nazionale grazie alla sua esperienza ed alla professionalità del suo team. Inoltre, il loro design unico ed accattivante le rende perfette come elemento di arredo moderno per il salotto.

Se sei alla ricerca di una stufa a pellet canalizzabile di qualità artigianale e interamente prodotta in Italia, KéStufe ti propone 3 differenti modelli tra cui scegliere:

    1. KORY.

    1. KYRA.

    1. KEIRIN.

Quanto costano le stufe a pellet canalizzate KéStufe?

Il prezzo di una stufa a pellet canalizzata varia in base alle sue caratteristiche tecniche, come per esempio la sua potenza (espressa in kW), la sua autonomia, la sua efficienza energetica, etc, senza tralasciare i tubi e i collegamenti extra necessari per la canalizzazione della stufa a pellet.
Inoltre, l’Azienda dovrà fare un sopralluogo gratuito in loco per valutare nel dettaglio l’ambiente di inserimento dell’impianto e, così, evitare di formulare cifre approssimative e, soprattutto, errate.
Scegliere una stufa a pellet canalizzabile o anche solo una stufa a pellet tradizionale richiede esperienza: solamente esperti professionisti saranno capaci di fornirti le indicazioni corrette per individuare il prodotto migliore, idoneo in relazione alle dimensioni dell’abitazione e solo dopo fornirà un preventivo su misura in base alle tue reali esigenze.

Scopri ora le Offerte KéStufe sulle stufe a pellet canalizzate

KéStufe propone tutto l’anno interessanti offerte, che puoi leggere nella Sezione “Promozione” del Sito. Proprio ora ha lanciato una NUOVA E VANTAGGIOSA OFFERTA, pensata per rendere accessibile a tutti l’acquisto di una stufa a pellet artigianale e di prima qualità, nel rispetto di ogni esigenza e di ogni desiderio. Inoltre KéStufe offre 10 anni di garanzia sulla camera di combustione + 2 anni di garanzia sul corpo stufa: questo risultato di longevità si è ottenuto grazie all’attenta scelta dei materiali e grazie alla produzione 100% Made in Italy.

Cosa stai aspettando? Richiedi ora il tuo Preventivo Gratuito e Senza Impegno per acquistare la tua Stufa a Pellet Canalizzata KéStufe!

[Le immagini sono di proprietà di New Time SPA.]

17 Dicembre 2020 / / Blog Arredamento

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei già propenso ad acquistare un sistema di riscaldamento alternativo per la tua casa per abbattere consumi e costi ma sei ancora indeciso tra stufa a pellet e termostufa a pellet (conosciuta anche con il nome di idrostufa).
Dopo un brevissimo approfondimento sul pellet, in questa guida all’acquisto vediamo quali sono i punti di forza di stufe e termostufe e quali sono le principali differenze che devi conoscere e valutare per scegliere il modello migliore per te e per la tua casa.

I pellet sono dei piccoli cilindri di legno ricavati dagli scarti di falegnameria: trucioli e segatura vengono selezionati, essiccati, puliti e poi assemblati e pressati; tutto con l’impiego di sostanze naturali. Il pellet è un combustibile ad alta resa e dall’elevato rendimento termico, una fonte di energia pulita ed ecologica, meno inquinante rispetto ad altri combustibili come metano, gpl, petrolio. Ad oggi è facilmente reperibile ad un costo contenuto.

Ma veniamo al dunque: cosa differenzia la stufa dalla termostufa? Quali sono i vantaggi nell’acquistare un modello rispetto all’altro? Quali sono i pro di una stufa a pellet? Quali sono i benefici di una termostufa a pellet?

4 differenze tra stufe e termostufe a pellet

Se sei incerto nell’acquistare una stufa a pellet o una termostufa a pellet devi sapere che tra loro esistono 4 sostanziali differenze.

1. UTILIZZO

La stufa può essere utilizzata come principale fonte di riscaldamento di un ambiente o come integrazione all’impianto di riscaldamento già esistente. Ha un funzionamento indipendente e limitato a sé stesso.
Anche la termostufa è una fonte di riscaldamento ma il plus stà nel fatto che può essere collegata all’impianto termoidraulico della casa. Può scaldare l’acqua per i radiatori e quella che scorre nelle serpentine a pavimento, può inoltre produrre acqua calda sanitaria per il bagno e la cucina. La termostufa può essere paragonata ad una caldaia.

2. DISPERSIONE DEL CALORE

Una stufa classica produce il calore necessario per riscaldare l’ambiente in cui è collocata per irraggiamento (lenta dispersione del calore nella stanza) o per convezione (ventole di areazione che immettono aria calda nella stanza). Con una stufa a pellet canalizzata si può convogliare l’aria calda in ambienti limitrofi a quello in cui è posizionata la stufa. Per fare questo è necessario prevedere tubi e griglie di areazione.
La termostufa produce calore per scaldare in modo uniforme l’intera abitazione. Il calore prodotto riscalda sia l’ambiente sia l’acqua che circola nello scambiatore e viene immessa nell’impianto termoidraulico (acqua utilizzata per riscaldare casa e acqua sanitaria).
Va da sé che la stufa riscalda l’aria dell’ambiente in cui è collocata più velocemente rispetto ad una termostufa che invece lavora per scaldare aria e acqua in contemporanea.

3. POSIZIONAMENTO (E MONTAGGIO)

Date caratteristiche e funzionamento, è bene posizionare la stufa nell’ambiente che si vuole riscaldare. Per la termostufa non esiste questo accorgimento, può essere posizionata in qualsiasi stanza perché il suo scopo principale non è scaldare solo quel locale ma l’acqua dell’impianto termoidraulico e quindi l’intera abitazione in modo omogeneo.

Per funzionare in modo ottimale, stufe e termostufe a pellet necessitano di canna fumaria, presa d’aria e alimentazione elettrica. Nel caso della stufa, in alternativa alla canna fumaria, alcuni modelli possono prevedere un tubo che sporge dal muro.

4. PREZZO

Il costo di una stufa a pellet e di una termostufa a pellet dipende da modello, marca, design, dimensioni e prestazioni. Il prezzo è molto variabile ma una stufa costa meno di una termostufa. Diverso utilizzo, alte performance e miglior rendimento richiedono un investimento superiore, che nel tempo verrà ripagato con un netto risparmio sulla bolletta del riscaldamento.

Sul sito Obi-Italia, ad esempio, il costo di una stufa dalle medie dimensioni e prestazioni si aggira intorno a € 1000, quello di una termostufa parte dai € 1600 (mai sotto i € 1000).
Questi sono i prezzi indicativi per modelli di fascia media, è poi possibile trovare prodotti entry level altrettanto efficienti a costi più contenuti o prodotti top di gamma ad alto rendimento e costi più elevati.

Ricordati che al prezzo una tantum di stufa e termostufa dovrai aggiungere il prezzo dell’acquisto periodico del pellet!

3 fasce di prezzo: i modelli indicativi OBI

Da € 550 a € 1000

Stufa Mignon – Obi. CLICCA E SCOPRI CARATTERISTICHE E PREZZO

Da € 1000 a € 2000

Stufa Vega Airlight – Obi. CLICCA E SCOPRI CARATTERISTICHE E PREZZO

Termostufa Millenium Rosso – Obi. CLICCA E SCOPRI CARATTERISTICHE E PREZZO

 

Da € 2000 a € 3000

Stufa Sveva – Obi. CLICCA E SCOPRI CARATTERISTICHE E PREZZO

Termostufa Flavia Avorio – Obi. CLICCA E SCOPRI CARATTERISTICHE E PREZZO

 

Acquistare una stufa o una termostufa a pellet: valori di riferimento

Vediamo ora quali sono i parametri da considerare per scegliere il modello più appropriato.

Grado di efficacia: è il rendimento, la quantità di calore che la combustione del pellet genera e cedere all’ambiente. Il valore ottimale si aggira intorno a 90%, questo dato significa che, ad esempio, su 100 kg di pellet 90 kg vengono effettivamente trasformati in calore.

Capacità di riscaldamento: è la potenza termica, la quantità di calore reso dalla stufa all’ambiente. Dato espresso in kW. Non esiste un valore standard ottimale, questo va piuttosto valutato a seconda delle dimensioni della stanza da scaldare, dell’isolamento termico dell’edificio, delle condizioni climatiche del luogo. Questo dato è particolarmente importante per valutare la capacità della stufa di riscaldare l’ambiente, per non vanificare la spesa acquistando modelli sottodimensionati e di potenza inadeguata.

Capacità di riscaldamento dell’ambiente: sono i metri cubi massimi riscaldabili in condizioni ottimali. Per condizioni ottimali ci riferiamo principalmente ad ambienti coibentati e isolati, di classe energetica alta. Nel scegliere il modello migliore è quindi bene tenere in considerazione, oltre alla grandezza e al volume della casa, anche fattori che potrebbero incidere sulla capacità di riscaldamento, come il grado di isolamento termico dell’edificio, la zona climatica in cui si vive e quindi le temperature minime approssimative e il grado di umidità.

Potenza calorifica: è la quantità di calore liberata dalla combustione (in questo caso del pellet). Ad esempio, una stufa / termostufa con potere calorifico di 15,2 kW significa che brucia un kg di pellet liberando 15,2 MJ di energia sotto forma di calore.

Stufe & termostufe: quando e perché sceglierle

Riassumendo…

Dovresti acquistare una stufa a pellet:

  • Se vuoi produrre calore solo occasionalmente perché hai già un impianto di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda perfettamente funzionante e moderno, hai una caldaia a condensazione o un riscaldamento a pavimento.
  • Se vuoi scaldare solo l’ambiente in cui è collocata la stufa, ad esempio la taverna, la mansarda o un grande open space.

19 Novembre 2020 / / Design

Quando si pensa a rinnovare il look della casa, la prima cosa che viene in mente qual’ è ? il colore delle pareti, il modello di divano, magari il pavimento oppure la cucina, ma perché non pensare a cambiare il vecchio termosifone con uno termosifone d’arredo?

Forse perché è un elemento di cui ci si accorge soprattutto quando fa freddo.

Arriva l’inverno,

e come tutti gli anni la prima cosa da fare è congetturare a come riscaldare l’ambiente.

Perché non adottare una soluzione di design?

Si ma in che modo?

La risposta è: ” con un termosifone d’arredo”

Forse non tutti sanno che per gli appassionati di design e non solo, per chi non è amante del caro bianco vecchio termosifone ,

esistono in commercio dei termosifoni che , grazie al loro stile e al loro design innovativo , sanno perfettamente conferire un tocco glamour in ogni ambiente della casa.

Mod. le grand

Il termosifone che vedete in foto è il modello “Le grand”.

Si tratta di una della tante innovative soluzioni di design prodotte da Soluzioni Metalliche, un’azienda leader nelle lavorazioni di acciaio inox, rame, alluminio, fondata 25 anni fa da Danilo Serraiocco.

Adatto a tutti gli ambienti in cui lo spazio è sovrano, in un ambiente classico o moderno , il suo stile , la sua forma e il suo design , fanno diventare un semplice mezzo di riscaldamento, un vero e proprio elemento di design

Termosifone d’arredo : come sostituire i vecchi termosifoni?

Quando si decide di sostituire il termosifone, bisogna tener conto di alcuni aspetti:

  • la posizione in cui verrà inserito
  • la dimensione e lo spazio
  • il tipo di ambiente, lo stile a cui si dovrà adattare
  • la possibilità di personalizzazione
Mod. Fuori schema

I radiatori prodotti da Soluzioni Metalliche, sono realizzati artigianalmente,

vengono prodotti in alluminio anticorodal e dopo essere stati saldati e brasati, sono sottoposti ad un trattamento di impregnazione, a seguito del quale vengono collaudati e successivamente verniciati a polvere da azienda certificata TUV.

Possono essere fissati a muro con attacchi anche a richiesta,

per questo motivo,

sono la soluzione migliore per ovviare a tutte le problematiche derivanti dalla sostituzione dei vecchi termosifoni,

insomma,

  • alternativi
  • non convenzionali
  • adattabili
  • unici

come il radiatore “fuori schema”,

il più semplice dei termoarredo da bagno trova in questo design nuovi spazi e nuovi contesti.

o come il modello “SI BO”

un elemento di design di assoluta originalità.

e che dire del modello MIO?

Mio è perfetto per essere inserito in un loft dallo stile industriale.

La fantasia unita all’esperienza crea design che va oltre il convenzionale.

Cosa ne pensate? è giunto il momento di cambiare i vostri vecchi termosifoni ?

Per info visita il sito Soluzioni Metalliche srl

L’articolo Termosifone d’arredo : i termosifoni in alluminio di design proviene da Laura Home Planner.

10 Settembre 2020 / / Design

stufa a pellet Regina

Le novità 2020 del  brand Sergio Leoni sono due nuove stufe a pallet disegnate da Emo Design: Regina e Costanza. 

Ai suoi esordi negli anni Sessanta, il maestro Sergio Leoni, si era ispirato alle “Stube” nordiche, impreziosendole attraverso il suo tratto elegante e gentile. Oggi, il compito di reinterpretare le stufe d’oltralpe in chiave moderna è stato affidato a Emo design. Scopriamo insieme Regina e Costanza, le nuove stufe a pellet di Sergio Leoni disegnate da Emo design.

Regina: la reinterpretazione del classico 

Regina è una stufa a pellet stagna, caratterizzata da un rivestimento in ceramica artigianale e da una potenza ridotta, ideale per i piccoli spazi o per le abitazioni ben isolate.

Regina è un oggetto che strizza l’occhio al classico, ripulito dall’eccesso di decorazioni”, spiega il team di Emo design. “È una stufa pensata per ambienti contemporanei, moderni e minimal, ma che può adattarsi a qualsiasi altro stile.”

stufa a pellet Regina di Sergio Leoni

Regina si gestisce da un pratico pannello, montato sotto il coperchio, ma è incluso di serie anche un kit Wi-Fi, che permette di comandare la stufa fuori casa attraverso il proprio smartphone. Lo scarico fumi può essere sul retro, come in foto, o superiore.

Costanza: il futuro che viene dal passato 

Costanza è una stufa stagna ventilata dalla profondità ridotta (meno di 28 cm), ideale per corridoi e spazi ristretti.  “Costanza è il futuro che viene dal passato, l’essenza del classico reinterpretata in un’ottica fortemente minimal”, racconta il team di Emo design.

stufa a pellet Costanza di Sergio Leoni

Lo scarico fumi può essere sul retro, come in foto, o superiore, per ridurre ancora di più l’ingombro complessivo. Costanza si gestisce da un pratico pannello, montato sotto il coperchio, ma è incluso di serie anche un kit Wi-Fi, che permette di comandare la stufa fuori casa attraverso il proprio smartphone.

Per maggiori informazioni www.sergioleoni.com

L’articolo Le nuove stufe a pellet di Sergio Leoni disegnate da Emo design proviene da Dettagli Home Decor.

4 Settembre 2020 / / Idee

“Architetto, per l’impianto di riscaldamento facciamo caldaia a gas e termosifoni vero?”

Questa è una delle frasi che mi sento dire più spesso dai clienti e dagli idraulici.

Ma questa non è quasi mai la soluzione migliore e più efficiente per la tua ristrutturazione.

In questo articolo scoprirai quali sono le principali tipologie di impianti di riscaldamento che puoi installare nella tua ristrutturazione. I loro pro e i loro contro.

mailling list per ristrutturare casa

Milioni di installazioni fatte nel corso di decenni hanno generato una delle credenze più difficili da sradicare quando si ristruttura (e si costruisce) una casa: che il binomio caldaia a gas + termosifoni sia l’unica soluzione possibile per realizzare l’impianto di riscaldamento.

Spesso chi affronta una ristrutturazione parte da una situazione in cui c’è già un impianto di questo tipo esistente. E ritiene di risparmiare magari recuperando i vecchi termosifoni o utilizzando le vecchie tubazioni (cosa che spesso in corso d’opera si rivela impossibile o non conveniente). Quindi parte già con pregiudizi difficili da scalfire.

Guai a proporre riscaldamenti a pavimento “perché costa troppo” o soluzioni elettriche perché “ma sei pazzo? E se poi salta la corrente? Chissà che bollette poi…”

La realtà è che se l’impianto caldaia+termosifoni è ancora quello più diffuso, non è detto che sia la soluzione più efficiente per rispondere alle tue esigenze di riscaldamento.

Prima di procedere come un treno devi provare a prendere in considerazione anche tutto quello che le moderne tecnologie possono offrirti.

Non sono uno di quelli che sentenziano: “caldaia a gas e termosifoni è un impianto obsoleto”.

Ma il mio scopo, quando progetto la tua ristrutturazione, è trovare la migliore soluzione impiantistica per riscaldare (e anche raffrescare) in modo efficiente, adatta al tuo immobile e che risponda alle tue esigenze di benessere.

In questo articolo voglio darti una panoramica dei sistemi di riscaldamento più diffusi e che possono essere utilizzati in modo efficace nella ristrutturazione di case e appartamenti (anche in condominio).

Non sarà un articolo pieno di tecnicismi (che poi non sarei nemmeno in grado in questo ambito). E non ti voglio convincere ad installare un impianto piuttosto che un altro.

Non è il mio lavoro e non ci guadagnerei nulla.

Il mio unico scopo è farti riflettere su una scelta così importante per la tua ristrutturazione. Non solo dal punto di vista economico ma anche della salute.

L’articolo sarà diviso in due parti:

  1. Vedremo come è fatto un impianto di riscaldamento. Non importa la tipologia…tutti sono composti dagli stessi identici elementi di base.
  2. Vedremo come gli elementi di un impianto si combinano per definire le principali tipologie di impianti di riscaldamento da installare in case e appartamenti.

E alla fine faremo qualche riflessione su come devi muoverti nella scelta del tuo nuovo impianto di riscaldamento.

mailling list per ristrutturare casa

PARTE 1: COME È FATTO UN IMPIANTO DI RISCALDAMENTO?

Qualche anno fa in rete girava il meme di un commento scritto in qualche gruppo facebook di complottisti che diceva più o meno così:

“oggi ho aperto la valvola di un termosifone e sapete cosa ho scoperto? Dal foro usciva acqua e non metano! Questi ci fanno pagare carissimo il metano e poi in realtà ci stanno dando acqua!”

Come progettista do per scontato quale sia il funzionamento di base di un qualsiasi impianto di riscaldamento. E commetto l’errore di dare per scontato che anche le persone con cui ne parlo lo sappiano.

Ma non è così.

Quello qui sopra è un caso limite, però penso sia utile chiarire quali sono gli elementi basilari di cui è composto un impianto di riscaldamento.

Quello che diremo vale per tutti gli impianti e ci tornerà utile nella seconda parte, quando li approfondiremo uno per uno.

L’elenco che leggerai qui sotto non pretende di essere esaustivo. Ogni impianto prevede uno o più sottosistemi obbligatori o facoltativi. Però questi quattro elementi ci sono sempre: 

  1. Il generatore di calore
  2. Il fluido vettore
  3. Il sistema di distribuzione
  4. I Terminali

Riassumendo il funzionamento di un impianto-tipo di riscaldamento:

il generatore di calore (che è la caldaia) utilizza una fonte energetica (tipo il metano) per riscaldare un fluido vettore (ad esempio acqua) che viene messo in circolo attraverso un sistema di distribuzione (una rete di tubazioni) a cui sono collegati i terminali (ad esempio i termosifoni) che cedono il calore del fluido all’ambiente.

Produco caldo, sposto caldo, distribuisco caldo.

Semplice e consolidato.

Già gli antichi romani avevano inventato un sistema di riscaldamento chiamato ipocausto, ed usato principalmente nelle terme, che sfruttava questi quattro passaggi.

Da allora però la tecnologia si è evoluta e i problemi, che all’epoca erano solo non morire di freddo in inverno, sono cambiati.

Ora vogliamo regolare le temperature secondo le nostre esigenze, vogliamo una casa riscaldata uniformemente, una casa salubre.

Poi non c’è più solo l’esigenza di riscaldare in inverno ma anche di raffrescare in estate.

E poi c’è l’esigenza di non svenarsi per pagare bollette salatissime.

E poi ci sono anche esigenze sociali. Sulla terra siamo 7 miliardi e scaldare tutti gli immobili esistenti ha un costo ecologico, sia come consumo di fonti energetiche che come inquinamento. Quindi c’è l’esigenza di non sprecare inutilmente energia e di non inquinare. Si chiama efficienza, ed è un parametro reso obbligatorio dalle normative.

Per capire le tipologie e caratteristiche degli impianti di riscaldamento più diffusi, di cui parleremo nella seconda parte, devi avere prima qualche informazione sui 4 elementi di base che abbiamo appena elencato.

1. I generatori di calore

impianto di riscaldamento: le caldaie

Quando parliamo di generatori di calore la prima associazione che viene automatica alla maggior parte delle persone è la classica caldaia a gas.

Ed effettivamente è la tipologia di generatore ancora più diffusa, almeno in Italia.

Il generatore è quell’elemento dell’impianto che ha lo scopo di trasformare una fonte di energia primaria in calore, con il quale scaldare il fluido termovettore diretto ai terminali.

Quindi per classificare le caldaie sono due gli elementi fondamentali da considerare:

  1. Quale fonte di energia primaria utilizza
  2. Quale fluido termovettore scalda

Le fonti di energia primaria usate per produrre calore

Le fonti di energia primaria utilizzate per generare calore sono principalmente tre: il gas, l’elettricità e le biomasse.

Se hai una caldaia a gas e ti arriva una bolletta stratosferica è perché la tua caldaia consuma come una piccola centrale nucleare.

Sebbene non sia strettamente necessario al nostro discorso, spendiamo due parole su queste tre fonti di energia primaria.

Gas
impianto di riscaldamento a gas metano

Con il gas da riscaldamento solitamente identifichiamo il metano, quello con la famosa fiamma blu. Ma può andar bene anche quello del bombolone che ti porta peppino col suo apecar.

Si tratta comunque di una fonte energetica che viene estratta da giacimenti nel sottosuolo e convogliata in enormi gasdotti lunghi anche decine di migliaia di chilometri, per arrivare fino a casa tua.

In Italia il metano arriva principalmente da Russia, Libia, Algeria, Grecia, Olanda e Norvegia.

Un problema di questa fonte di energia è che, come il petrolio, si va esaurendo. Certo non finirà domani, ma tra alcuni decenni sì.

L’altro problema è che inquina. Infatti per scaldare il gas deve bruciare. E ogni cosa che brucia emette dei fumi inquinanti.

E naturalmente, essendo molto infiammabile, è un potenziale pericolo per eventuali perdite che possono portare ad esplosioni. Sono rare ma ne abbiamo lette molte negli anni tra le notizie di cronaca.

Elettricità
scaldare con l'elettricità

L’elettricità al contrario è una fonte energetica potenzialmente non inquinante.

Ci sono da chiarire un paio di punti però:

  • Definire l’elettricità una “fonte di energia primaria” non è del tutto corretto. Non esiste elettricità in natura ma deve essere creata. Però per come arriva a noi, cioè attraverso la rete elettrica o autoprodotta con il fotovoltaico, possiamo fare la forzatura di considerarla primaria.
  • Se l’elettricità di per sé non rilascia inquinamento quando la usiamo, i processi attualmente usati per creare l’elettricità sono ancora in parte inquinanti.

Molta elettricità viene prodotta bruciando carbone, petrolio o derivati. Moltissima viene prodotta nelle centrali nucleari, che sicuramente inquinano di meno ma ci lasciano con il problema delle scorie radioattive da smaltire.

Ci sono poi le fonti di produzione non inquinanti: idroelettrico, geotermico, eolico, fotovoltaico.

L’obiettivo a lungo termine è produrre elettricità esclusivamente con fonti non inquinanti. Siamo in un periodo di transizione.

Ci sono due modi principali per produrre calore con l’energia elettrica:

  1. Facendo passare una corrente elettrica dentro delle serpentine di metallo (“resistenze metalliche”). La corrente eccita gli elettroni che producono innalzamento di temperatura
  2. Attivando un compressore che comprime un gas (fluido refrigerante).

Comprimendosi gli elettroni si eccitano e producono innalzamento di temperatura.

Il secondo processo è quello che vedremo sfruttano le pompe di calore. Ed è quello più economico ed efficiente.

In realtà la questione è molto più complessa di così…ma passami per buona questa estrema semplificazione.

Biomasse

Le biomasse utilizzate per il riscaldamento domestico nella sostanza sono il legno, i pellet e altri derivati del legno.

Per produrre calore devono bruciare.

E il loro problema è che quando bruciano producono tantissimo inquinamento. In particolare le tanto vituperate particelle PM10, cioè quel particolato di dimensioni inferiori a 10 micrometri (1 micrometro è pari ad 1 milionesimo di metro). Sostanze cancerogene che le nostre vie respiratorie non sono in grado di filtrare.

Se sei veneto come me sai benissimo tutte le polemiche che puntualmente ogni 6 di gennaio si scatenano per il picco di PM10 prodotte quando “si brucia la vecchia” la sera della befana.

Fino a pochi anni fa in ogni paese c’erano decine di falò e per i bambini era una festa. Ma negli ultimi anni sono stati vietati in molti posti proprio a causa dell’inquinamento prodotto.

Sia chiaro: come si bruciano le biomasse rappresenta un fattore discriminante in relazione all’inquinamento prodotto.

Quindi una caldaia a biomassa (ne parleremo a breve) non inquina come un falò. Ma immette comunque particelle dannose per la salute.

Fluido termovettore

trasportare il calore con l'acqua

Altro elemento che caratterizza un generatore di calore è il fluido termovettore che deve scaldare.

Il fluido termovettore è quell’elemento che materialmente trasporta il calore prodotto dal generatore fino ai terminali che lo cedono all’ambiente.

Possono essere di tre tipi: acqua, fluido refrigerante, aria.  

L’acqua è sicuramente il fluido più comune negli impianti di riscaldamento: circola nei termosifoni, nei fan coli, o nei tubi del riscaldamento a pavimento. Gli impianti che utilizzano l’acqua come fluido termovettore sono detti idronici.

L’aria invece in ambito domestico è meno diffusa. Il motivo è che, a fronte di una disponibilità illimitata e di un basso peso specifico (meno pesa il fluido meno potenza ci vuole per farlo muovere), ha una bassa capacità di immagazzinare il calore. Quindi bisogna scaldare tanta aria per scaldare un ambiente.

E pertanto servono tubazioni molto grosse che mal si sposano con gli spazi ridotti di una casa.

In realtà alcune tipologie di impianti domestici che usano l’aria per riscaldare ci sono, li vedremo più avanti e vedremo però come l’aria sia utilizzata solo nell’ultimo tratto.

Infine i fluidi refrigeranti sono particolari sostanze che in base alla temperatura cambiano di fase (liquida-gassosa) e che sono quelli comunemente utilizzati per i condizionatori.

L’aria di cui parlavamo poche righe fa viene utilizzata in impianti con fluido refrigerante. Per ora segnati il nome VRF e ne riparleremo nella sezione 2 dedicata agli impianti.

Tipologie di generatori di calore

Finora tante parole ma non abbiamo ancora detto nulla di concreto…iniziamo parlando delle caldaie.

La principale distinzione tra i generatori di calore è data dall’energia primaria utilizzata:

  • Caldaia per il gas
  • Pompa di calore per l’elettricità
  • Stufa per le biomasse
Caldaia a gas: ormai è solo a condensazione
impianto di riscaldamento con caldaia a condensazione

Il gas abbiamo detto essere principalmente il metano, ma anche i serbatoi a gpl che possono essere messi nei giardini, se casa tua non è raggiunta dalle linee del metano.

Le caldaie a gas in ambito domestico funzionano con fluidi termovettori ad acqua: cioè bruciando scaldano acqua.

Sono composte sostanzialmente da due elementi: un bruciatore e uno scambiatore.

Nel bruciatore il gas appunto brucia creando calore. A contatto con il bruciatore c’è lo scambiatore che trasferisce il calore all’acqua dei circuiti.

Gli scambiatori sono due (nell’immagine qui sopra ho semplificato) perché i circuiti necessari sono due: lo scambiatore primario scalda l’acqua del circuito di riscaldamento, mentre lo scambiatore secondario scalda l’acqua sanitaria, quella che usiamo per lavarci.

Perché due circuiti? Perché l’acqua dell’impianto di riscaldamento circola in un circuito chiuso. Cioè non viene costantemente presa dall’acquedotto e poi scaricata. Sarebbe un consumo inutile di acqua.

Chiaramente quest’acqua una volta scaldata se ne deve andare dalla caldaia. A noi serve che arrivi ai terminali dell’impianto. Ecco che c’è un terzo elemento: il circolatore. Che è una pompa che spinge l’acqua calda nel circuito di riscaldamento (nei rubinetti ci arriva per pressione quando li apriamo …).

Questo è il funzionamento di base di una caldaia. Però la tecnologia si è evoluta notevolmente negli anni, rendendole sempre più efficienti.

L’evoluzione tecnologica ha portato alle caldaie a condensazione.

Cosa fanno queste caldaie? Semplicemente sfruttano i fumi che vengono prodotti nel processo di combustione del gas per generare altro calore.

Questi fumi infatti sono caldi…perché sprecare questo calore?

In sostanza i fumi, invece di essere dispersi subito nell’aria, vengono riconvogliati verso lo scambiatore dove cedono ancora parte del calore che hanno. Alla fine di questo processo il fumo, che ha perso calore, condensa e si trasforma in goccioline d’acqua che vengono immesse nel sistema di scarico delle acque, mentre i restanti fumi vengono dispersi nell’aria attraverso la canna fumaria. Solo che escono ad una temperatura più bassa di circa 40° rispetto ad una caldaia normale.

Dal 2015 si possono produrre solo caldaie a condensazione, quelle normali sono fuori produzione. Quindi se qualcuno te ne propone una è un fondo di magazzino.

Le caldaie a gas riescono a produrre acqua ad alte temperature (tranquillamente fino a 80°) e sono dei generatori di calore istantanei.

Cioè ti serve acqua calda adesso e subito la producono. A differenza di altri sistemi non hanno bisogno di serbatoi di accumulo dell’acqua calda prodotta.

Pompa di calore: all’inizio erano solo condizionatori…
pompa di calore per l'impianto di riscaldamento

Se vai in un qualsiasi grande magazzino o in un portale online tipo convienesempre.it troverai una sfilza di condizionatori “a pompa di calore”.

In realtà non sono condizionatori ma climatizzatori e il motivo è proprio l’utilizzo della tecnologia “a pompa di calore”.

Sembra una supercazzola vero?

Ma non è così.

Un vecchio condizionatore ha solo la capacità di estrarre aria calda da un ambiente chiuso e cederlo all’ambiente aperto con lo scopo di raffrescare l’ambiente chiuso. Un frigorifero ti dice nulla? Funziona con questo principio.

La “pompa di calore” è un’evoluzione di questo concetto: infatti oltre a rinfrescare riscalda.

Questo in soldoni. Il funzionamento è molto più complesso e si basa sulla fisica.

Il principio base è estrarre energia termica da una fonte che può essere aria, acqua, terreno, per immetterla nell’ambiente che ci interessa alla temperatura che ci interessa.

La maggior parte delle pompe di calore in commercio estrae energia termica dall’aria esterna. E riesce a scaldare una casa anche quando la temperatura esterna è molto bassa (sicuramente inferiore a quella a cui vogliamo portare la temperatura interna)

Sembra impossibile vero?

Il principio fisico su cui si basa la pompa di calore è che, anche a basse temperature, l’aria/acqua/terreno hanno dell’energia termica da poter sfruttare.

Nel caso dell’aria ad esempio, una buona pompa di calore può funzionare anche con temperature esterne particolarmente basse (le pompe di calore più efficienti riescono a scaldare anche a temperature esterne di -20°).

Chiaramente questa “estrazione di energia” non avviene spontaneamente. Se fosse così ti basterebbe aprire la finestra in inverno e magicamente l’aria esterna gelata diventa calda quando entra in casa.

Per funzionare deve esserci qualcuno che esegue un lavoro allo scopo di estrarre il calore dall’aria e portarlo alla temperatura che ci serve. Questo qualcuno sono i compressori che si trovano nelle pompe di calore.

Il loro lavoro è comprimere un gas (il “fluido refrigerante” di cui abbiamo già parlato) a cui precedentemente abbiamo fatto assorbire l’energia termica esterna.

Hai presente che i climatizzatori hanno un’unità esterna con un grosso ventolone?

Questo ventolone spinge l’aria verso l’evaporatore. Nella sostanza dei tubi in cui passa il fluido refrigerante, che investito da questo flusso d’aria ne assorbe la temperatura.

Il fluido refrigerante a questo punto passa nel compressore. Quando comprimi qualcosa questo si scalda, ed ecco che abbiamo prodotto il calore che ci serve.

A questo punto il fluido refrigerante ormai caldo passa attraverso uno scambiatore, come quello della caldaia a condensazione, dove lo cede o all’acqua, nel caso degli impianti idronici, o all’aria nel caso di impianto ad aria.

La fonte di energia primaria la useremo soprattutto per far funzionare il compressore.

E solitamente questa energia è quella elettrica. In casi più rari il gas.

Quindi le pompe di calore possono essere idroniche (dette aria/acqua), cioè scaldano dell’acqua che gira all’interno dei circuiti (e che quindi alimenta dei termosifoni o dei fan coil).

Oppure le pompe di calore possono essere a gas refrigerante (dette aria/aria), cioè alimentano delle unità interne che immettono il calore prodotto nell’ambiente tramite delle ventole (i comuni split ad esempio).

Stufa a biomassa
riscaldare casa con una caldaia a biomassa

Ho scritto stufa ma in realtà avrei dovuto scrivere caldaia.

Il motivo è che questo tipo di generatori fanno esattamente la stessa cosa delle caldaie a gas di cui abbiamo parlato poco fa: utilizzando una fiamma per scaldare l’acqua che circola nelle tubature dei circuiti sanitari e termici.

Solo che in queste caldaie a bruciare non è gas ma appunto biomassa.

Che, in ambito domestico, sono legno e derivati (pellet, segatura, cippato, etc.).

Non esistendo impianti di distribuzione delle biomasse a cui puoi collegare la tua casa, come per il gas e l’elettricità, devi essere tu a rifornire periodicamente di questi materiali la caldaia.

Motivo per cui generalmente è sconsigliato installare caldaie del genere in appartamenti dentro condomini. Tra l’altro potrebbero esserci problemi anche relativamente allo scarico dei fumi che devono avvenire obbligatoriamente con canna fumaria a tetto.

Detto ciò i pro di una caldaia di questo tipo sono i costi di gestione molto bassi e con ottima efficienza.

I contro invece sono il doversi rifornire di continuamente di materiale da bruciare.

In merito alla questione inquinamento non voglio addentrarmi in questioni delicate. C’è una lunga diatriba in corso tra Unione Europea e produttori di caldaie a biomassa in merito al reale inquinamento di questi sistemi.

Fatto innegabile è che producono fumi pm 2.5, quindi i peggiori per la salute. Bisogna anche dire che le moderne caldaie a pellet ne producono molto pochi.

La mia personale idea è che non siano una buona soluzione per riscaldare casa per troppe criticità che hanno.  

mailling list per ristrutturare casa

2. Il fluido vettore

Su questo spenderemo poche parole perché ne abbiamo già ampiamente parlato nei paragrafi precedenti.

In ambito domestico il fluido vettore maggiormente utilizzato è l’acqua.

Si tratta di un ottimo vettore del calore perché riesce a portarne grandi quantità (di calore) in volumi relativamente piccoli, ed è disponibile in grande quantità.

Viene utilizzata sia con caldaie a gas, che con pompe di calore che con stufe a biomassa.

I gas refrigeranti invece sono appannaggio esclusivo delle pompe di calore: sono presenti sia nei modelli idronici che in quelli che siamo abituati a vedere frequentemente come gli split.

Nei modelli idronici abbiamo un doppio passaggio: il gas refrigerante scalda l’acqua contenuta in un serbatoio di accumulo che è collegato alle linee di riscaldamento e sanitaria.

Nei modelli ad aria il gas refrigerante va direttamente dalla pompa di calore al terminale (nel caso più banale lo split) dove cede il suo calore all’aria.

C’è infine l’aria che, in ambito domestico, viene utilizzata solo nei tratti terminali degli impianti a pompa di calore canalizzati, dove unità a controsoffitto aspirano l’aria fredda dall’ambiente e la reimmettono calda dopo averla fatta passare attraverso uno scambiatore di calore in cui passa il fluido refrigerante. Questi impianti hanno canalizzazioni e bocchette (sono i VRF di cui parleremo più avanti).

3. Sistemi di distribuzione

I sistemi di distribuzione degli impianti di riscaldamento non sono altro che le tubature che collegano i generatori di calore con i terminali.

Queste tubature possono essere di rame o multistrato. E nei nuovi impianti presentano sempre uno strato isolante per non disperdere inutilmente calore dove non serve.

Nella maggior parte degli impianti a termosifoni o a pavimenti scaldanti, i sistemi di distribuzione sono del tipo a collettore: cioè l’acqua calda dei circuiti va ad un collettore centrale che poi lo distribuisce ai vari terminali.

Alternativa è l’anello: un tubo fa il “giro” della casa, quando arriva nei pressi di un termosifone si fa uno stacco con una mandata e un ritorno di acqua e poi il tubo torna alla caldaia con l’acqua fredda.

Questo sistema ha un inconveniente: rischia di lasciare gli ultimi terminali freddi perché l’acqua ha già ceduto la maggior parte del suo calore lungo la strada.

Nel caso di pompe di calore con liquido refrigerante, dal generatore partono tanti tubi di mandata e di ritorno quanti sono i terminali da fornire. Non ci sono collettori lungo la strada.

4. Terminali

Concludiamo l’analisi degli elementi fondamentali di un impianto di riscaldamento con i terminali, cioè quegli elementi che cedono il calore all’ambiente.

Li dobbiamo dividere in due tipologie: i terminali che cedono calore fornito dall’acqua (sistemi “idronici”) e i terminali che cedono calore fornito da liquido refrigerante (sistemi ad aria).

Tra i primi troviamo:

  • Radiatori (in tutte le declinazioni: termosifoni, termoarredi, scaldasalviette, etc.)
  • Riscaldamento a pavimento
  • Riscaldamento a battiscopa
  • Fan coil (ventilconvettori)

Tra i secondi:

  • Split (da terra o parete)
  • Unità a soffitto (o controsoffitto)

Con le unità a controsoffitto, oltre alle unità vanno considerate anche bocchette di immissione e ripresa dell’aria con le relative tubazioni che le collegano all’unità…sono i sistemi VRF di cui ti ho più volte parlato e che vedremo più avanti.

Con questo abbiamo fatto un rapido excursus dei vari elementi che compongono un impianto di riscaldamento.

Ho dedicato molto spazio ai generatori perché sono il vero cuore di un impianto e perché queste informazioni ci torneranno utili nella sezione 2.

Nella prossima parte vedremo le principali tipologie di impianti che si possono installare durante una ristrutturazione combinando quanto abbiamo descritto qui.

mailling list per ristrutturare casa

SEZIONE 2: LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO UTILIZZATI NELLE CASE

Premessa, che magari ripete quello che ho già scritto a inizio articolo ma dopo oltre tremila parole non fa male.

In questa sezione non ho intenzione di fare una panoramica completa sugli impianti di riscaldamento che puoi installare nella tua ristrutturazione.

Questo è un articolo e non un trattato di impiantistica.

E per lo stesso motivo non entrerò nel dettaglio degli aspetti tecnici. Che sono tanti e sono complessi.

Solo un avvertimento: anche l’impianto più semplice non può essere progettato dall’idraulico o dal venditore. Ci vuole sempre un tecnico che dimensioni e verifichi a monte.

Per quanto mi riguarda, quando devo affrontare un impianto semplice riesco a cavarmela da solo. Ma quando c’è da progettare qualcosa di più complesso mi avvalgo del supporto di un ingegnere specializzato in impiantistica.

Sarà banale dirlo ma troppo spesso un proprietario di casa non si rende conto di quanto sia importante dimensionare e progettare correttamente un impianto di riscaldamento. E di quanto non sia banale.

Detto ciò, ecco di quali impianti ti parlerò:

  • Impianti idronici (caldaia a gas/pompa di calore/stufa a biomassa + termosifoni/pannelli radianti/fan coil)
  • Impianti ad “aria” (pompa di calore + split/canalizzati)

Ce ne sarebbero molti altri, come ad esempio l’infrarossi o il radiante elettrico che possono essere presi in considerazione per casi particolari. Ma vorrei fermarmi a quelli più comuni e collaudati.

Impianti idronici

Credo di averti chiarito sufficientemente che gli impianti idronici sono quelli che usano l’acqua come mezzo per trasportare il calore dal generatore ai terminali.

Il più classico degli impianti idronici è quello con caldaia a gas metano e termosifoni in alluminio.

Ma questa tipologia di impianto può prevedere altri tipi di caldaia o di terminali. Approfondiamo.

Tipo 1: caldaia e radiatori

Prima di fare alcune considerazioni sulle caldaie che possono essere abbinate a questi impianti, vediamo quello che succede a valle delle caldaie stesse.

Dalla caldaia, per quanto riguarda il circuito di riscaldamento, parte un tubo con l’acqua calda in uscita e rientra un tubo con l’acqua fredda di ritorno.

Questo tubo va ad un collettore che deve essere installato in zona il più possibile baricentrica rispetto ai terminali, per evitare che alcuni termosifoni siano raggiunti da poca acqua calda.

Infatti dal collettore partono tanti tubi che trasportano acqua calda quanti sono i terminali. E naturalmente altrettanti tubi ritornano per riportare l’acqua fredda.

I terminali sono termosifoni o termoarredi (che non sono altro che termosifoni “fighi”).

I termosifoni sono elementi modulari all’interno dei quali passa l’acqua calda, la quale scalda il metallo (ottimo conduttore) che cede il calore all’ambiente.

Ogni termosifone è composto da un certo numero di elementi collegati tra loro, calcolato in base alla potenza di ogni singolo elemento e alle esigenze di progetto. Teoricamente se in una stanza senti freddo per risolvere il problema puoi semplicemente aggiungere uno o più elementi al termosifone esistente.

Ad ogni modo per riscaldare una stanza i termosifoni devono raggiungere una temperatura elevata: tra i 60° e i 70° (quindi l’acqua deve circolare fino a 80°).

Temperature così alte sono necessarie perché, essendo nella sostanza oggetti piccoli rispetto al volume di aria da scaldare della stanza, hanno bisogno di tanta potenza per riuscire a farlo. Quindi servono temperature alte.

Il riscaldamento a pavimento ha ovviato a questo problema…ma ne parliamo dopo.

Fino agli anni ’60 i termosifoni erano sempre in ghisa, poi sono stati sostituiti dall’alluminio che attualmente la fa da padrone come materiale e in acciaio (meno diffuso).

Concentriamoci su ghisa e alluminio e vediamone i pro e i contro:

  • I termosifoni in ghisa ci mettono una vita a scaldarsi. Però una volta caldi ci mettono due vite a raffreddarsi (si dice che hanno un’alta inerzia termica).

Quindi non scaldano subito ma scaldano per tanto tempo.

  • I termosifoni in alluminio invece fanno l’esatto contrario: si scaldano subito e si raffreddano ancora più velocemente (hanno bassa inerzia termica).

Quindi scaldano subito ma appena si spegne la caldaia si raffreddano.

Se con la ristrutturazione di casa tua rifai l’impianto di riscaldamento, e opti per quello classico, con ogni probabilità ti ritroverai ad installare radiatori in alluminio.

Se invece vuoi conservare i vecchi termosifoni in ghisa attento ad una cosa: gli impianti vecchi spesso erano sottodimensionati, quindi potresti aver bisogno di aumentare il numero di elementi scaldanti di ogni termosifone.

Il problema è che i vecchi termosifoni in ghisa, se provi a svitare o avvitare nuovi elementi, potrebbero rompersi.

Soprattutto dove l’acqua è molto calcarea e corrosiva, il metallo si è sicuramente rovinato.

Il risultato, che ho testato in alcune case, è stato quello di dover sostituire l’intero termosifone.

Proseguendo: da alcuni anni, peri rispondere alle prescrizioni di legge sull’efficienza energetica, in ogni termosifone deve essere installata una valvola termostatica.

Ho dedicato un intero articolo alle valvole termostatiche, quindi ti rimando alla sua lettura per approfondirne il funzionamento.

Chiudiamo questo paragrafo evidenziando i principali problemi di questa tipologia di impianto.

Il principio di funzionamento è la convezione. Cioè scaldare una porzione d’aria fredda nelle vicinanze del termosifone. Quest’aria scaldandosi sale verso l’alto e viene sostituita da aria fredda che viene a sua volta scaldata, creando quelli che sono chiamati “moti convettivi”.

Cioè del vento.

Se ti metti vicino ad un termosifone in una stanza fredda potresti sentire chiaramente questa sorta di venticello.

Niente di sgradevole, però non consente un riscaldamento uniforme dell’ambiente e porta ad avere le parti alte delle stanze più calde delle parti basse. Quando a noi servirebbe esattamente il contrario.

Inoltre, per le persone allergiche, questo continuo ricircolo d’aria può costituire un problema perché può portare polveri varie.

Infine questi impianti hanno il difetto di rendere molto secca l’aria. Infatti spesso sono abbinati a umidificatori.

Non fraintendermi: come sistema di riscaldamento funziona bene, non per niente è stato quello che si è diffuso maggiormente…ma non consente di ottenere elevati livelli di confort termico e ambientale.

Capito in linea generale di cosa stiamo parlando, spendiamo due parole sulle caldaie che possono essere abbinate a questo impianto.

Caldaia a gas

Come abbiamo detto le caldaie a gas sono ormai tutte a condensazione.

Sono sistemi di riscaldamento “istantanei”: cioè producono calore, anche a temperature molto alte, a richiesta.

Non hai bisogno di un serbatoio di accumulo per tenere in caldo una certa quantità di acqua.

La caldaia, a seconda del modello, può essere installata internamente (con la dovuta areazione), oppure esternamente, magari in una nicchia apposita.

Queste caldaie, sebbene molto efficienti, emettono comunque dei fumi.

Questi fumi dovrebbero essere smaltiti attraverso la canna fumaria del condominio. In realtà mi capita frequentemente, negli appartamenti che ristrutturo, di non potermi inserire nelle canne fumarie condominiali. Perché mancano, perché non sono adeguate, spesso perché sono state tappate in copertura…

La norma consente, nel caso in cui non sia possibile intercettare una canna fumaria, di utilizzare la parete esterna più vicina per emettere i fumi (rispettando le dovute distanze dalle finestre limitrofe, prescritte per legge).

La potenza termica di una caldaia per un appartamento di medie dimensioni (tra i 60mq e i 150mq) solitamente varia tra i 23kw e i 28kw (dipende dalle esigenze degli utilizzatori e dalle caratteristiche dell’immobile).

Caldaia a pompa di calore

In questo caso il generatore è elettrico.

Se la caldaia a gas è un oggetto tutto sommato compatto che produce acqua calda istantaneamente, la pompa di calore è più ingombrante e non produce acqua calda istantaneamente.

Un sistema del genere infatti prevede la presenza di:

  • Un’unità esterna con lo scopo di recuperare l’energia termica dell’aria (oppure dell’acqua del sottosuolo per chi può), trasmetterla al liquido refrigerante e di comprimerlo così da scaldarlo;
  • Un “modulo idronico” interno, che in sostanza è un grande serbatoio d’acqua a cui il liquido refrigerante cede il calore prodotto.

Il modulo idronico è collegato alla rete dei termosifoni (e anche a quello dell’acqua calda sanitaria) che è identica a quella che ti ho descritto nel paragrafo precedente.

Riscaldamento con pompa di calore idronica

Questa è una descrizione veramente basilare, non esaustiva ed incompleta del sistema a pompa di calore idronica. Tra l’altro ci sono tante di quelle tecnologie in commercio legate alle pompe di calore che si potrebbe scrivere un libro.

Rispetto al classico sistema caldaia a gas + termosifoni, la pompa di calore presenta una soluzione che dovrebbe consentire di ottenere un buon risparmio in bolletta e di eliminare il gas dalla propria casa.

Inoltre sfrutta una fonte energetica pulita e non emette fumi, cioè non inquini.

In sostanza si tratta di un sistema più efficiente ed ecologico rispetto alla caldaia a gas e anche rispetto alla caldaia a biomassa.

C’è un problema però: la temperatura a cui le pompe di calore riescono a scaldare l’acqua.

Abbiamo detto che i termosifoni, se non correttamente dimensionati, possono aver bisogno di temperature dell’acqua molto alte (anche 80°) che una pompa di calore difficilmente riesce a raggiungere.

Nel caso di impianti a termosifoni, come indicazione generale le caldaie a pompa di calore lavorano meglio con terminali in alluminio che richiedono temperature di esercizio più basse e sono più reattivi.

Caldaia a biomassa

Per quanto riguarda le caldaie a biomassa tendenzialmente potrebbero funzionare come una normale caldaia a condensazione: quindi produrre acqua calda istantaneamente.

C’è da fare una riflessione però: abbiamo già accennato al fatto che una delle pecche di queste caldaie è l’inquinamento che producono.

Uno degli accorgimenti per diminuire in modo sensibile questo problema è utilizzare in modo efficiente la caldaia…

Per farlo normalmente alla caldaia a biomassa viene abbinato un sistema di accumulo simile a quello delle pompe di calore idroniche (chiamato puffer).

In questo modo la caldaia deve solo tenere in caldo la massa d’acqua del puffer e non deve accendersi e spegnersi ad ogni richiesta dell’impianto di riscaldamento.

In questo modo: inquini meno, risparmi, hai un riscaldamento più efficiente.

Con questo abbiamo detto tutto sugli impianti idronici a radiatori.

Passiamo ad un sistema più evoluto, rimanendo sempre nell’idronico.

Tipo 2: Caldaia e pannelli radianti

I pannelli radianti sono detti anche riscaldamento a pavimento.

Il funzionamento è semplice: vengono montate delle serpentine (tubi) in cui passa l’acqua calda sotto al pavimento.

Il calore viene ceduto prima al massetto che ricopre i tubi e poi all’intero ambiente da scaldare.

riscaldare casa: riscaldamento a pavimento

Immagina il calore prodotto da questa tipologia di impianti come una massa compatta di calore che sale dal pavimento.

Non hai aree fredde e aree calde. Tutto è esattamente alla temperatura che vuoi tu.

In realtà esistono anche i pannelli radianti a parete e a soffitto, anche se quello a pavimento è decisamente il più diffuso.

Sebbene il funzionamento di base di questo impianto sia identico a quello con i termosifoni, il principio con cui il calore viene immesso in ambiente è molto diverso.

Se per i termosifoni parliamo di convezione (ti ricordi che ti ho detto che scaldano l’aria nelle loro prossimità creando una sorta di vento?), per i pannelli radianti parliamo di riscaldamento ad irraggiamento.

Cioè una massa compatta di calore che scalda uniformemente l’aria. Un po’come fa il sole.

Questo fenomeno si ha quando la fonte di riscaldamento è molto grande rispetto al volume d’aria da riscaldare. L’intero pavimento è molto più grande di un singolo termosifone…

Questo sistema ha alcuni benefici:

  1. L’ambiente è uniformemente riscaldato (l’abbiamo già detto)
  2. Non si formano moti convettivi (quindi niente polvere in sospensione…)
  3. La fonte di calore non deve essere ad elevate temperature

Questo terzo punto è fondamentale: l’acqua calda che passa dentro le tubazioni sotto al pavimento solitamente non supera i 35°.

Questo significa che la tua caldaia, qualunque essa sia, consumerà di meno.

Però bisogna mettere in evidenza anche gli aspetti negativi.

Non è un impianto che genera calore istantaneo. Il termosifone lo accendi e scalda. Il pannello radiante nel pavimento no…deve scaldare il massetto (ci vuole tempo) e poi deve scaldare uniformemente l’aria (ci vuole tempo).

Per questo motivo tali impianti sono “modulanti”, cioè stanno accesi costantemente (durante il periodo invernale) e viene modulata la temperatura dell’acqua per alzare o abbassare la temperatura interna.

Nonostante questo sono decisamente più economici di un impianto tradizionale perché scaldare l’acqua per tante ore a basse temperature richiede molta meno energia che scaldarla ad alte temperature per periodi brevi.

C’è da dire che negli ultimi anni sono stati messi a punto impianti molto più reattivi rispetto a prima (detti “a bassa inerzia”).

Detto ciò questi impianti funzionano bene anche in estate per raffrescare gli ambienti, se abbinati ad un generatore a pompa di calore: infatti facendo circolare acqua fredda al loro interno raffrescano gli ambienti.

In questo caso però è necessario installare anche un deumidificatore perché altrimenti si corre il rischio di formazione di condensa sul pavimento…rendendolo scivoloso!

Battiscopa radianti

Tra i sistemi idronici, come sotto-categoria dei pannelli radianti, troviamo il riscaldamento a battiscopa.

Si tratta di un tipo di impianto che non ho mai fatto installare e di cui posso parlare solo in virtù della documentazione tecnica che ho potuto leggere negli anni.

Intanto il funzionamento.

Riscaldamento a battiscopa

All’interno di un battiscopa largo 3cm e alto 15 cm (un battiscopa classico è 1,5×7) passano due tubi di rame in cu scorre l’acqua calda proveniente dalla caldaia e l’acqua fredda di ritorno.

Questi tubi sono inseriti in un sistema di lamelle metalliche che si scaldano e rilasciano il calore.

Questo calore fuoriesce da una sorta di griglia sopra il battiscopa stesso. In parte si diffonde direttamente nella stanza e in parte riscalda le pareti su cui è installato il battiscopa.

Queste pareti si scaldano uniformemente fino a circa 2 metri di altezza (poi si raffreddano) e rilasciano il calore nell’ambiente.

Si trasformano in sostanza in enormi pannelli radianti. Per questo è considerato simile a quello a pavimento (cioè radiante).

L’acqua all’interno dei tubi deve scorrere a circa 50° di temperatura, superiore a quella del riscaldamento a pavimento ma inferiore a quella dei termosifoni.

Però serve veramente poca acqua per scaldare i battiscopa, rendendolo un sistema efficiente ed economico.

Di buono ha che:

  • Riscalda in modo uniforme
  • Non necessità di grandi opere murarie per essere installato
  • Asciuga le pareti

Di negativo ha che:

  • Non puoi mettere mobili alle pareti (almeno dove esce l’aria calda)
  • Un battiscopa 3x15cm in una casa moderna è un pugno in un occhio…

Tipo 3: Caldaia e fan coil

Ho vissuto quasi quindici anni in una camera riscaldata con un ventilconvettore.

Tutto il resto della casa era scaldata con termosifoni normali. Siccome la mia stanza era molto più fredda di tutte le altre, i miei genitori, invece di prendere un termosifone più grande, hanno preso un ventilconvettore.

Per questo motivo l’acqua dentro i tubi girava a temperature più alte rispetto a quelle per cui sono previsti i ventilconvettori circa 50°).

Mi ricordo che quando era acceso, la camera diventava un inferno di fuoco in dieci minuti. Al ché io spegnevo (il termostato non andava un granchè bene…) e la camera diventava un ghiacciolo in cinque minuti.

Il fan coil, o ventilconvettore in italiano, detto in parole povere non è altro che un termosifone con una ventola.

Quindi è un sistema idronico.

[ATTENZIONE! Non confondere i ventilconvettori con le console a pompa di calore, che sono climatizzatori, e le stufette elettriche]

Perché installare un sistema di questo tipo al posto dei normali radiatori?

  1. Scalda più velocemente
  2. La temperatura dell’acqua è più bassa (circa 50°), quindi si risparmia
  3. L’aria è più pulita perché le bocchette di ripresa ed emissione hanno dei filtri
  4. Se abbinati al generatore giusto possono fare anche aria fredda

Perché non installare un sistema di questo tipo?

  1. Le polveri circolano comunque proprio perché le ventole creano dei moti convettivi
  2. Le ventole sono rumorose. Magari poco ma fanno rumore.
  3. Non hanno capacità termica. Cioè appena li spegni diventano subito freddi (e di conseguenza anche la casa se non è isolata bene)

Impianti ad aria

Fatte le nostre riflessioni sugli impianti idronici vediamo l’alternativa: quelli ad aria.

Cerchiamo di capirci quando parliamo di impianti ad aria…perché non è proprio la definizione giusta.

Infatti anche un fan coil potrebbe essere considerato un impianto ad aria, visto che in qualche modo immette forzatamente aria riscaldata nell’ambiente (con la ventola). Ma non è così.

Potremmo parlare di impianto ad aria se dalla caldaia fuoriuscisse un flusso di aria calda che, attraverso delle tubazioni, viene diretto direttamente all’interno degli ambienti da riscaldare.

Questa cosa non è diffusa in ambito domestico (diverso in ambito terziario, commerciale e industriale).

Ad ogni modo comunemente si chiamano impianti ad aria quelli che associano una pompa di calore elettrica ad unità interne (per ora chiamiamoli split anche se è riduttivo). Per la precisione vengono chiamati impianti Aria-Aria (per distinguerli da quelli idronici Aria-Acqua), perché utilizzano l’aria esterna per creare calore che viene immesso sotto forma di aria calda all’interno.

La realtà è che questi impianti sono aria-liquido refrigerante-aria.

Non ti ripeto tutto il funzionamento della pompa di calore ma vorrei concentrarmi sulla parte “finale” di questa tipologia di impianti.

Che in realtà può fare tutta la differenza del mondo tra un impianto efficiente e uno non efficiente.

Infatti nella versione “banale” vengono installati semplicemente degli split interni.

Riscaldare casa con i condizionatori

Non metto in dubbio che in circolazione ci siano condizionatori di altissima qualità ed efficienza…ma raramente uno split per stanza può essere considerato un impianto di riscaldamento efficiente (anzi…raramente può essere considerato un impianto di riscaldamento).

Di base queste unità sono autonome, non hanno grande possibilità di programmazione, non sono associate a sonde interne ed esterne di rilevamento della temperatura, non sono coordinate tra di loro (cioè ne accendi uno e un altro no…scaldando la casa in modo non uniforme).

Poi, rispetto agli ambienti da scaldare, hanno bocchette piccole, quindi devono immettere molta aria, creando correnti che movimentano polvere con tutte le conseguenze che abbiamo già detto.

Non è questa la soluzione ideale per creare un clima confortevole in casa.

La soluzione migliore per i sistemi ad aria è il VRF (detti anche VRV) che sta per “flusso refrigerante variabile” (Variable Refrigerant Flow).

Impianti VRF

Sono sistemi nati per grandi spazi (negozi, uffici, fabbriche…) che però negli ultimi anni stanno avendo buona diffusione anche nel residenziale.

Il funzionamento di base non è molto diverso da quello di uno split. Solo che le unità interne solitamente sono incassate nel controsoffitto, totalmente invisibili, e immettono aria in ambiente attraverso delle bocchette che possono essere situate anche a molti metri di distanza dalla macchina stessa.

Per collegare le bocchette alla macchina interna si utilizzano dei tubi coibentati in cui circola l’aria calda (o fredda in estate).

Oltre alle bocchette di immissione dell’aria, devono essere presenti anche delle bocchette di ripresa dell’aria (il concetto è che tanta aria immetti in ambiente e tanta aria estrai dall’ambiente), le quali dovrebbero essere posizionate a dovuta distanza dalle prime per non recuperare subito l’aria appena climatizzata (uno dei problemi degli split…).

Per la presenza di queste tubazioni questi impianti si dicono anche canalizzati.

In sostanza il funzionamento delle unità interne è questa:

  • Una ventola nella macchina aspira l’aria dall’ambiente attraverso le bocchette;
  • L’aria passa attraverso la macchina dove il liquido refrigerante cede il calore (o il freddo in estate) – questa macchina è detta “evaporatore”;
  • Un’altra ventola spinge l’aria dentro le tubazioni fino alle bocchette per reimmetterla in ambiente alla temperatura richiesta.

Questo il funzionamento di base.

I pro di questo sistema sono:

  1. Non vedi nulla se non le bocchette
  2. Il sistema è completamente programmabile tramite sonde di temperatura interne all’ambiente (tipo i termostati delle caldaie) quindi puoi gestire in modo efficace la climatizzazione di tutta la casa
  3. Le bocchette, se correttamente dimensionate, possono garantirti un flusso d’aria veramente minimo, quindi vengono limitate in modo sostanziale i problemi di circolazione delle polveri

I contro di questo sistema sono:

  1. Devi realizzare controsoffitti per nascondere le unità interne (solitamente si cerca di posizionarle nei corridoi o in zone di passaggio) e tutte le tubazioni necessarie;
  2. Va progettato e dimensionato correttamente per essere efficiente.
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IMPIANTO DI RISCALDAMENTO PER LA TUA RISTRUTTURAZIONE: RIASSUNTO DEI PUNTI PRINCIPALI

Ci fermiamo qui. Ho scritto anche troppo…

Ricapitoliamo però i punti principali che abbiamo affrontato.

Abbiamo visto che un impianto di riscaldamento è composto da:

  • Un generatore di calore
  • Un fluido termovettore che trasporta il calore
  • Un sistema distributivo (dei tubi) che trasportano il fluido
  • Dei terminali che trasferiscono all’ambiente il calore del fluido

Abbiamo anche visto che i generatori di calore si possono dividere in base al tipo di energia che utilizzano per produrre calore:

  • Gas (caldaie)
  • Elettricità (pompe di calore)
  • Biomasse (stufe a legna, pellet, etc.)

E abbiamo anche visto che le pompe di calore sono le uniche che consentono di produrre contemporaneamente caldo e freddo.

In merito ai fluidi termovettori abbiamo visto essere sostanzialmente due:

  • Acqua
  • Liquido refrigerante

L’aria in ambito domestico è utilizzata solo nell’ultimo tratto di impianti canalizzati (VRF).

Gli impianti che usano l’acqua sono detti idronici, quelli che usano il liquido refrigerante spesso vengono chiamati aria-aria (i motivi non te li ripeto).

Per quanto riguarda i terminali abbiamo visto che possono essere:

  • Radiatori (termosifoni)
  • Fan coil (ventilconvettori)
  • Pannelli radianti (pavimenti, pareti, soffitti scaldati)
  • Battiscopa
  • Split (in tutte le accezioni)
  • Unità nascoste a controsoffitto (nei sistemi VRF)…
  • …queste abbinate a bocchette di mandata e di ripresa dell’aria

Combinando tutti questi elementi abbiamo i tipi di impianto maggiormente diffusi:

  • Idronici
    • Caldaia a gas/pompa di calore/caldaia biomassa + radiatori/fan coil -> acqua ad alta temperatura
    • Caldaia a gas/pompa di calore/caldaia biomassa + pannelli radianti -> acqua a bassa temperatura
  • Ad “aria” (liquido refrigerante)
    • Unità esterna + split
    • VRF (canalizzato)

Ti ribadisco che questi sono le tipologie principali di impianti che puoi installare.

Poi a seconda dei casi a loro puoi integrare fotovoltaico, solare termo, geotermico…tutti sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili.

E infine devi considerare che è buona cosa cercare di integrare anche la produzione di acqua calda sanitaria nel tuo generatore.

QUAL È IL MIGLIOR IMPIANTO PER LA TUA RISTRUTTURAZIONE?

Se trovi qualcuno che ti da una risposta a questa domanda senza aver attentamente valutato sia la tua casa che le tue esigenze…caccialo.

Un venditore di pompe di calore…ti dirà che quella è la soluzione migliore.

Un venditore di caldaie a condensazione…ti dirà che quella è la soluzione migliore.

Quindi il primo consiglio è: affidati ad un tecnico che abbia a cuore solo i tuoi interessi.

Personalmente, quando un cliente mi contatta per un progetto, se vedo che c’è un reale interesse verso ottenere impianti efficienti e che creino vero benessere…mi affido ad un collega specializzato per la loro progettazione.

(NB: Diffida anche dai tecnici tuttologi…)

Detto ciò alcune riflessioni possiamo farle.

Al giorno d’oggi tutti vogliono caldo in inverno e fresco in estate.

A fronte di questa considerazione, quando fai installare un nuovo impianto di riscaldamento durante la ristrutturazione, puoi rispondere in due modi:

  1. Cerchi di risparmiare, non hai grandi pretese estetiche e ti accontenti di una qualità del caldo e del freddo non eccezionali

In questo caso opti per un classico impianto con caldaia a condensazione, termosifoni e qualche split sparso per casa.

La versione estrema di questo approccio è usare solo split per fare caldo e freddo.

  1. Opti per sistemi integrati che possano produrre sia caldo che freddo e che siano il più possibile nascosti.

Quindi vai verso sistemi radianti con pompa di calore oppure Vrf (quindi sempre con pompa di calore).

Non ti dico che ci sia un approccio giusto e uno sbagliato, ogni persona deve fare i conti con tanti fattori che non sono solo legati ad aspetti economici.

Ricordati anche che un impianto di riscaldamento si inserisce sempre in un ambiente confinato, e le caratteristiche di questo ambiente sono determinanti per decidere quale sia il miglior sistema da installare.

In sostanza: un impianto efficiente dentro un involucro poco efficiente non darà mai un buon benessere interno e non ti consentirà di ottimizzare i consumi.

Dove possibile cura anche l’isolamento delle pareti, degli infissi e dei solai. Ti assicuro che anche se vivi in un condominio popolato da vecchietti che non accetteranno mai di spendere i loro soldi in un cappotto termico perché “io ho sempre passato l’inverno con quattro maglioni in casa e la mia stufetta elettrica e non ho mai avuto problemi”…in molti casi puoi realizzare un ottimo isolamento senza rompere le scatole a loro e senza perdere spazio interno tu.

Ho già scritto un articolo in cui ti ho mostrato un mio intervento del genere.

Se devi ristrutturare casa e hai bisogno di una mia consulenza scrivimi pure un’email. Vedremo se possiamo fare qualcosa insieme.    

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