Energia pulita: tutto quello che c’è da sapere sull’impianto di biogas

Un impianto di biogas è un’infrastruttura che permette di produrre energia da fonti rinnovabili.
Difatti, dai processi che avvengono al suo interno si ottiene sia il biogas, un combustibile che può essere adoperato per generare elettricità, riscaldare gli ambienti o produrre acqua calda sanitaria, sia il biometano, un gas estremamente puro, di origine biologica, che può avere i medesimi impieghi del classico metano.

Naturalmente, dall’installazione di un impianto di biogas si possono ottenere numerosi vantaggi: proprio per questo, oltre a essere ampiamente adottato su larga scala – ad esempio per l’approvvigionamento energetico pulito nel settore agricolo e industriale – è spesso installato anche in ambito domestico, dove può assicurare la produzione di energia green a partire da fonti rinnovabili.

Ma per comprendere come funziona l’impianto di biogas, com’è fatto e quali sono i benefici che può apportare a livello ambientale, energetico ed economico, è necessario puntare l’attenzione sull’elemento che alimenta l’intero processo: la biomassa.

Che cos’è la biomassa

Con il termine biomasse ci si riferisce a quelle sostanze di origine biologica, sostenibili e rinnovabili, che provengono da scarti di diversa natura.

Sono forme di biomassa, ad esempio, i residui dell’industria agricola o agroindustriale, i materiali vegetali originati da colture e potature, ma anche gli scarti di attività forestali o della lavorazione del legno, come foglie, rami e residui da segheria.

Tra gli altri esempi di biomassa è inoltre possibile annoverare i reflui civili e le deiezioni degli animali, oltre ai rifiuti organici urbani provenienti dalla raccolta differenziata.

Le biomasse, all’interno di opportuni impianti di biogas, possono essere sottoposte a un processo di valorizzazione che nel giro di qualche settimana le converte in combustibile adoperabile per finalità energetiche.

Com’è fatto un impianto di biogas

Un impianto di biogas è formato da apposite aree di stoccaggio, all’interno delle quali le biomasse vengono trattate e private di eventuali impurità.

Il prodotto viene quindi prelevato e condotto, attraverso un reticolo di tubi, nel cosiddetto digestore, una vasca sigillata ermeticamente nella quale viene miscelato, riscaldato e sottoposto alla fermentazione da parte dei microrganismi.

In questa fase ha origine il biogas, che viene accumulato nella parte superiore della vasca o conservato all’interno di opportuni serbatoi di stoccaggio esterni, i gasometri. Il biogas può essere successivamente distribuito mediante gasdotti, tramite appositi camion-cisterna o sottoposto ad ulteriori procedure di raffinazione, dalle quali si ottiene il preziosissimo biometano.

Come viene prodotto il biometano: la reazione anaerobica

Le tecniche di trasformazione della biomassa negli impianti di biogas si avvalgono di processi basati sulla digestione anaerobica, una reazione che avviene in assenza di ossigeno e che prevede la degradazione delle biomasse a opera di enzimi e microrganismi.

Questi ultimi, in particolare, attraverso un processo a più fasi, danno il via alla fermentazione della biomassa, attraverso la quale le sostanze complesse in essa contenute vengono tramutate in biogas, che è composto prevalentemente da metano e anidride carbonica e in parti minori da ossido di carbonio, idrogeno e azoto.

Dalla procedura di raffinazione del biogas grezzo – o upgrading – e in particolare dall’epurazione del prodotto dall’anidride carbonica e da altre sostanze di scarto, è possibile ottenere il biometano, che oggi rappresenta un elemento estremamente strategico in quella che è la lotta globale ai cambiamenti climatici.

Quali opportunità offre il biometano?

Il biometano, così come il prodotto da cui ha origine, è un combustibile che ha un ruolo molto importante in quel processo finalizzato a conseguire la sostenibilità in ambito energetico.

Difatti, trattandosi di prodotto che nasce da sostanze organiche, pulite e rinnovabili, aiuta a ridurre la dipendenza da fonti fossili, riducendo il quantitativo di emissioni climalteranti generate dal settore dell’energia.

Inoltre, si ottiene da un processo che si basa prevalentemente sul recupero di prodotti destinati allo scarto, aderendo perfettamente ai principi dell’economia circolare. Senza contare il contributo che può apportare nella riduzione di sostanze organiche disperse nell’ambiente, le quali, oltre a rappresentare un’importante fonte inquinante, sono piuttosto onerose da gestire.
Infine, dalla produzione del biometano è possibile ottenere il digestato, un residuo ricco di macro e micro elementi nutritivi dall’elevato potere concimante.

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