23 Dicembre 2023 / / Laura Home Planner

Ogni ambiente, che sia una casa o un ufficio, ha una sua precipua utilità e per renderlo il più accogliente possibile non si può non pensare a un arredamento ad hoc, per fare in modo che rispetti la propria identità o abbracci la propria filosofia professionale o aziendale. 

Una casa o un esercizio commerciale non possono fare a meno di dare il benvenuto agli ospiti con un tappeto posto davanti l’uscio della porta.

Più nello specifico si parla dello zerbino asciugapasso, un accessorio realizzato in materiali antiscivolo e in grado di assorbire l’acqua e trattenere la polvere

Si pensi che senza questo particolare tappetino, chiunque entri in uno stabile vi porterebbe la sporcizia o l’acqua trattenute sotto la suola delle scarpe, rendendo in parte vani gli sforzi del padrone di casa di tenere tutto pulito e in ordine. Per questo l’asciugapasso è prima di tutto un accessorio di grande utilità, senza dimenticare che è anche un biglietto da visita, dal momento che è possibile personalizzarlo con il logo della propria attività o semplicemente con un disegno o una frase simpatica di benvenuto.

Ma scopriamo qualcosa di più sull’asciugapasso personalizzato e la sua eccezionale utilità nei periodi di grandi piogge

Tipologie e caratteristiche degli zerbini asciugapasso

Come detto in precedenza,

lo zerbino asciugapasso assolve alla preziosa funzione di assorbire l’acqua portata dall’ambiente esterno mediante le proprie scarpe, che trattengono di tutto quando si è fuori e si cammina su asfalto e marciapiedi.

Sul mercato esistono due principali tipologie dei summenzionati tappetini: vi sono quelli domestici e quelli professionali, che come suggerisce il nome sono particolarmente adatti nei luoghi di lavoro. 

I primi sono generalmente realizzati in polipropilene e PVC, materiali che si prestano a una semplice manutenzione: per la loro pulizia è preferibile l’utilizzo di un’aspirapolvere o di un’idropulitrice. Per la delicatezza della loro consistenza e fattura, infatti, non si prestano ai lavaggi in lavatrice.

Gli omologhi pensati per gli ambienti professionali, invece, sono solitamente realizzati in materiali più resistenti, come la poliammide per la superficie e la gomma di nitrile per il fondo che aderisce al pavimento.

Questa tipologia di zerbini si distingue per avere una buona resistenza agli sbalzi termici, si infiammano molto difficilmente e trattengono fino a 4 litri di acqua per metro quadrato. A differenza dei precedenti, questi si possono lavare in lavatrice a una temperatura di 60° gradi, sufficienti per un’efficace igienizzazione. 

Possibilità di personalizzare il proprio zerbino asciugapasso

Zerbino asciugapasso laura home planner

Come abbiamo accennato in apertura, l’asciugapasso è un accessorio della casa o dell’ufficio di grande utilità, per la sua prerogativa di fungere da oggetto di pulizia. Ma non è tutto.

Infatti come ogni tappeto che si rispetti, anche questa tipologia di zerbino dall’alto potere assorbente assolve a una funzione di rappresentanza per il luogo in cui viene destinato. 

Rivolgendosi alle ditte specializzate in realizzazione di zerbini, infatti, è possibile richiedere un tappetino asciugapasso che rispetti la propria identità aziendale oppure semplicemente risulti particolarmente gradevole alla vista per chi desidera posizionarlo davanti l’uscio della propria abitazione. 

Le suddette aziende si occupano infatti di trasferire un disegno piuttosto che un logo sulla superficie del tappetino, potendo attingere da una infinita palette di tonalità e sfumature. Tutto questo per rendere il cliente felice e soddisfatto del lavoro svolto, nonché del proprio zerbino asciugapasso realizzato secondo i propri desideri. 

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23 Dicembre 2023 / / Dettagli Home Decor

maria alessandra segantini col marito carlo cappai di C+S Architects

Un nuovo riconoscimento per C+S Architects, un anno dopo la vittoria del Premio Architetto Italiano dell’Anno 2022.

Lo studio, che ha sede tra Londra e Treviso, è stato insignito dell’Architecture MasterPrize di Los Angeles, in California. La cerimonia di premiazione si terrà a Bilbao nel novembre 2024 e conferirà agli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini il titolo “BEST of the BEST 2023nella categoria “Firm of the Year” (Studio Professionale dell’Anno, ndr) per il lavoro dei loro 30 anni di attività.

Ad evidenziare il livello internazionale della competizione, tra i premiati studi internazionali quali BIG, Bjarke Ingels Group, Alberto Campo Baeza, Dominique Coulon e Marcio Kogan.


I migliori progetti per i 30 anni di C+S Architects

La giuria del premio organizzato negli Stati Uniti ha apprezzato l’approccio multidisciplinare in progetti diversi per contesto e funzione. I progetti firmati dallo studio spaziano dal residenziale (le torri residenziali sociali di Cascina Merlata, già Premio Architetto Italiano 2022, la rigenerazione urbana Urban Lake Housing di Pordenone e le residenze per studenti a Firenze) agli spazi pubblici (Piazza del Cinema al Lido di Venezia). Dagli edifici istituzionali (Palazzo di Giustizia di Venezia, già presentato al Museo di Arte Moderna di New York nel 2012 e BigMat Award nel 2017), alla rigenerazione urbana e paesaggistica dell’isola di Sant’Erasmo a Venezia con il restauro della Torre Massimiliana, al restauro ecosostenibile all’Arsenale di Venezia. A questi si aggiungono le scuole primarie di Ponzano e Chiarano e le installazioni quali Aequilibrium esposta alla Biennale di Venezia nel 2016.

Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che premia trent’anni di lavoro e ci spinge a lavorare con sempre maggiore impegno alle sfide del nostro tempo che vanno dalla sostenibilità energetica a quella sociale ed economica perchè siamo convinti che l’architettura e l’approccio creativo possano contribuire ad immaginare e costruire un mondo più equilibrato”, dicono Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.


Approccio progettuale

Le sfide per il futuro sono moltissime. Il nostro studio proseguirà nell’impegno etico ed estetico che ci porta sempre a restituire in ogni progetto quella misura che per noi registra l’identità dello spazio pubblico europeo, da Oporto a Praga, da Gent a esperienza la misurano e la riproducono per il mondo. Misura e durabilità formano l’identità dei luoghi.  Vogliamo con i nostri progetti disegnare spazi pensati per le comunità del futuro, mantenendo l’identità dei territori e la loro memoria, incastonando le opere nel paesaggio e nell’ambiente sempre con rispetto ed ecosostenibilità nella scelta dei materiali. Il nostro approccio progettuale rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura”, raccontano gli architetti.

I fondatori dello studio

Oggi Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e anni di attività. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi visiting professors in varie università. Tra queste vi sono il MIT, Cambridge Massachussetts, USA e Syracuse University, NYC, USA e Hasselt University. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge University, in Gran Bretagna.

C+S Architects ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali ed ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali. Qualche esempio? Il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia. Ma anche il Museo di Oslo, Il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano.


“Lavorando sia alla scala urbana che a quella dell’edificio, abbiamo sempre pensato che, in qualche modo, lo spazio pubblico dovesse essere una sorta di spina dorsale della città o del paesaggio”, spiega Segantini.

Non costruiamo l’edificio e poi risolviamo lo spazio pubblico, il verde, i percorsi, le panchine, i lampioni, i cestini come se fossero oggetti diversi appoggiati su uno spazio residuo. Come il nostro corpo si fonda sulla spina dorsale, così l’intervento urbano si fonda sullo spazio pubblico, uno spazio libero, aperto, generoso, di grande qualità̀, sostenibile, durevole: uno spazio per tutti. Lavorare su questi principi è come lavorare sull’essenza dell’architettura stessa, perché, indipendentemente dai desideri dei clienti, si restituisce ai cittadini una parte di territorio, un “common ground”, la spina dorsale della scala urbana. Se questa funziona, gli oggetti architettonici dialogano tra loro e costruiscono la scena per le relazioni tra le persone e tra queste ultime e il resto dell’ambiente”, conclude Segantini.

 

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