18 Febbraio 2022 / / Laura Home Planner

Come altre icone di design , i divani Chesterfield non hanno bisogno di presentazioni,

i divani Chesterfield si riconoscono e basta.

Quante volte vi è capitato di vederli su una rivista ?

E all’interno di un negozio come oggetto di design?

Insomma,

la loro forma, il rivestimento, il loro capitonnè ,

tutti tratti distintivi di un’icona senza tempo che ha la capacità di trasformare una stanza con la sola presenza.

Non serve un abbinamento particolare,

i divani Chesterfield stanno bene ovunque,

con un arredamento moderno, classico, shabby.. insomma ovunque.

Per questo motivo per l’acquisto di divani Chesterfield non ci si può rivolgere a chiunque:

  • Legno massello di abete per la struttura
  • Cinghie elastiche ad alta resistenza per le sospensioni
  • Resine espanse tra le migliori sul mercato per l’imbottitura
  • Le migliori pelli
  • Una lavorazione artigianale

Vi starete chiedendo..

“Ma come si fa a sapere di cosa è fatto un divano Chesterfield? “

“Come fidarsi quando si acquista?”

“In che modo riconoscere i materiali?”

Vama Divani produce divani Chesterfield di qualità,

ogni divano viene fatto a mano in modo artigianale per dare al cliente il suo divano Chesterfield.

Da anni la loro produzione è sinonimo di “eccellenza”

la scelta di prodotti di alta gamma per la realizzazione di questi divani è una garanzia.

Una vecchia insegna Vama del 1972 citava :

“Acquistare da chi produce vuol dire risparmio.

Dal 2008 la qualità artigianale VAMA approda nel mondo di Internet, con un sito web in continua espansione che permette di acquistare in totale sicurezza con un servizio di assistenza personalizzato, e che ormai ha oltrepassato i confini nazionali.

L’articolo Divani Chesterfield : perché scegliere la qualità di Vama Divani proviene da Laura Home Planner.

18 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Eileen Gray è stata una figura importante dell’architettura e del design negli anni Venti e Trenta. Le sue opere furono ammirate dai contemporanei, tra cui Le Corbusier.

Eileen Gray
La Villa E-1027, ph. Von Carl su Wikipedia

Eileen Gray è oggi considerata una figura importante e influente del design e dell’architettura, tuttavia non ebbe molti riconoscimenti in vita. Il suo lavoro squisito ha suscitato invidia e incredulità, visto che era un’autodidatta. Inoltre, era spesso ignorata per il fatto di essere una donna, e il suo stile di vita libero e indipendente non era visto di buon occhio all’epoca. Eileen arrivò persino ad accusare il genio modernista Le Corbusier di aver vandalizzato i muri di una delle sue opere architettoniche. Andiamo a conoscere da vicino questa donna e artista straordinaria, che seguì il suo sogno, incurante del giudizio altrui.

Infanzia e formazione

Eileen Gray, nata Kathleen Eileen Moray, vede la luce il 9 agosto 1878 a Enniscorthy, in Irlanda. Nel 1893, la madre di Eileen eredita da uno zio scozzese il titolo di Baronessa Gray. Il padre di Eileen, James McLaren Smith, un pittore di paesaggi, spinse la figlia verso le belle arti, iscrivendola alla Slade School of Fine Art di Londra nel 1901. Tuttavia Eileen, personaggio inquieto e curioso, vive questa esperienza con insofferenza, e chiede alla famiglia di proseguire gli studi in Francia. Nel 1902 arriva a Parigi, dove frequenta dapprima l’Atelier Colarossi e in seguito l’Academie Julian, due scuole private. In realtà, l’impostazione accademica degli insegnamenti di pittura e scultura non suscita il suo interesse.

Nel 1905, tornata a Londra per occuparsi della madre, scopre i lavori in lacca cinese nel laboratorio di restauro di D. Charles, e chiede di essere assunta come apprendista. Nel 1907 ritorna a Parigi, abitando al 21 di rue Bonaparte nell’appartamento che terrà fino alla fine della sua vita. La passione per i mobili laccati la porta a frequentare l’atelier del maestro giapponese della lacca Seizo Sugawara, dove apprende l’uso della lacca rossa Negoro. Nel 1909, si reca in Marocco con la tessitrice scozzese Evelyn Wyld, un’amica d’infanzia, con l’obiettivo di imparare a fare tappeti nello stile del decoratore franco-brasiliano Ivan da Silva Bruhns. Poco dopo apre il suo laboratorio parigino in rue Visconti.

Eileen Gray designer di mobili

Dopo una mostra nella quale espone le prime opere in lacca, tenutasi nel 1913, Eileen fa ritorno a Londra, per via della guerra. Finito il conflitto, torna a Parigi e all’inizio degli anni Venti è ormai conosciuta come una delle principali designer di mobili laccati a Parigi. I suoi mobili e tappeti nascono da un mix di artigianato tradizionale e di principi mutuati dai movimenti artistici d’avanguardia come il Fauvismo, il Cubismo e il De Stijl.

Eileen Gray
Il Salone di Vetro, arredato da Paul Ruaud con i mobili disegnati da Eileen Gray per Madame Mathieu-Levy

Durante questo periodo realizza sontuosi mobili per ricchi collezionisti parigini come il couturier Jacques Doucet. Tra questi, il famoso paravento di ispirazione cubista in legno laccato nero, oggi esposto al MoMA di New York e il tavolo De Stijl.

Nel 1923 Eileen incontra l’architetto e critico d’arte di origine rumena Jean Badovici, più giovane di lei di 15 anni, con il quale intraprende una relazione. Assieme a lui progetta il suo negozio, denominato Galerie Jean Désert, al 217, rue du Faubourg-Sant-Honoré a Parigi, di fronte alla Salle Pleyel. Il nome prescelto per la galleria resta un mistero: chiaro è che Eileen non voleva che fosse associato a lei, forse in quanto donna. L’influenza di Jean Badovici, convinto sostenitore del modernismo, si ravvisa negli arredi realizzati da Eileen a partire dal 1925. In occasione dell’ Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi, Eileen denuncia le “mostruosità dell’Art Déco” e sconfessa i suoi “pezzi d’antiquariato”, in particolare i mobili in legno laccato. Nascono i pezzi realizzati in tubolare metallico e pelle, molti dei quali sono oggi commercializzati dal brand ClassiCon.

I pezzi iconici firmati Eileen Gray

Sedia Bibendum (1926)

Questa sedia è stata ispirata dal personaggio Bibendum dell’azienda di pneumatici Michelin. La sedia ha una base di tubi di acciaio inossidabile cromato, il sedile è un grande e spesso cuscino rotondo, e due cuscini semicircolari compongono lo schienale e i braccioli della sedia.

Adjustable Table E 1027 (1926)

Questo tavolo fu progettato per la villa E-1027. Dotato di altezza regolabile, è caratterizzato da un design modernista, semplice ma elegante, in tubi di acciaio cromato e vetro. La base è un tubo arrotondato che sostiene i due pezzi verticali, con il meccanismo regolabile.

Menton Table (1938)

Eileen Gray non voleva mobili delicati e di lusso per la sua casa di Castellar, sulla strada tra Mentone e le Alpi Marittime, ma pezzi versatili per l’uso quotidiano. Menton Table è una delle creazioni più ingegnose di Eileen. Attraverso una semplice rotazione del piano si ha un tavolo basso o alto a piacere. Menton si può usare come tavolo da pranzo, in posizione bassa come tavolino da caffè o come comodino nella camera da letto.

Eileen Gray
Menton Table, poltrone Bibendum, tavolino Occasional e tappeto Saint Tropez- via ClassiCon

Poltrona Bonaparte (1938)

Questa poltrona è uno dei rari casi in cui il comfort è coniugato con successo a una struttura in acciaio tubolare. Concepita in realtà come un pezzo da salotto, la poltrona Bonaparte era così comoda che Eileen la usò per decenni come sedia da scrivania nella sua casa parigina di Rue Bonaparte.

Eileen Gray
Poltrona Bonaparte, tavolo Rivoli e tappeto Centimetre- via ClassiCon

La villa E-1027, un capolavoro del modernismo

L’incontro con Badovici è fondamentale per l’avvicinamento di Eileen Gray all’architettura, tanto che la creativa arriva a progettare, da autodidatta, la casa dove i due amanti vivranno assieme per qualche tempo. Si tratta dell’iconica villa E-1027 ‘Maison en bord de mer’, a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzurra. Curioso l’aneddoto che cela il nome della villa, E-1027: E per Eileen, 10 per la J di Jean come decima lettera dell’alfabeto, 2 per la B di Badovici, e 7 per la G di Gray.

Eileen si era fatta le ossa con interni chic come quello dell’appartamento in Rue de Lotta a Parigi (1917-1921), commissionato da Madame Mathieu-Lévy. Negli anni dal 1926 al 1929, Eileen supervisiona i lavori e disegna nuovi oggetti per la villa, alcuni dei quali sono incorporati nelle pareti. Dotata di talento nell’improvvisazione, disegna alcuni oggetti a scomparsa a doppia funzione molto pratici. La pianta aperta e le colonne rialzate riecheggiavano il manifesto di Le Corbusier, “Cinque punti dell’architettura”. Ma Eileen Gray riuscì a infondere all’edificio calore e comfort, rendendola molto più vivibile rispetto alle opere del maestro svizzero. 

Villa E 1027, Eileen Gray e Jean Badovici, vista del salone. Centre Pompidou, Bibliothèque Kandinsky. Fondo Eileen Gray. Photo Alan Irvine ©

Nel 1930, in seguito alla crisi economica del 1929, Eileen chiude le sue boutique parigina, mentre la villa E-1027 ottiene la prima pagina nel primo numero della rivista L’Architecture d’aujourd’hui. Dopo aver lasciato la villa a Badovici, Eileen costruisce un rifugio per se stessa nelle vicinanze, la cosiddetta Tempe à Pailla, a Mentone. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Eileen costruisce una nuova casa nei pressi di Saint Tropez, e si ritira a vita privata. 

La bagarre con Le Corbusier

La villa E-1027, considerata un’icona del modernismo, accende l’invida di un certo Charles-Edouard Jeanneret-Gris, detto Le Corbusier. Ogni estate, lui e la moglie trascorrono le vacanze alla villa, e tra le due coppie si instaura una relazione oscillante tra ammirazione reciproca e da un fondo di gelosia. Le Corbusier, appena divenuto famoso a livello internazionale, in realtà è ossessionato da questa casa, tanto da trarne  ispirazione per i suoi progetti. Per molti anni, infatti, la paternità di Villa E-1027 fu erroneamente attribuita a lui.

La leggenda racconta che Le Corbusier non si capacitasse di come una persona senza formazione in architettura, e per di più una donna, avesse potuto realizzare un’opera notevole come la villa E-1027. Inoltre, Eileen aveva messo in discussione il suo concetto di casa come “macchina da abitare”, affermando che una casa era un organismo vivente. Eileen lasciò la villa nel 1932, in seguito alla rottura con Badovici. Nell’aprile del 1938, invitato dall’amico, Le Corbusier vi dipinse due murales, tornando l’anno seguente per aggiungerne altri cinque. Per l’occasione, avrebbe dichiarato: “Ho anche un desiderio furioso di sporcare i muri: sono pronte dieci composizioni, sufficienti per imbrattare tutto”. Il geniale architetto si fece inoltre fotografare mentre dipingeva i murales, che rappresentavano ambigue figure femminili ispirate a Picasso, completamente nudo.

Uno dei murales dipinti da Le Corbusier sulle pareti della villa E-1027 – credits 

Infuriata, Eileen definì i murales, che deturpavano i muri bianchi mettendo in ombra le soluzioni geniali da lei escogitate, come un atto di vandalismo. Dopo un’accesa discussione, Badovici alla fine disse a Le Corbusier che non era più il benvenuto nella casa.

Eileen Gray e la fama postuma

Eileen Gray aveva 90 anni e viveva più o meno in isolamento quando fu riscoperta. Nel 1968, infatti, un articolo a firma dallo storico dell’arte Joseph Rykwert, ne loda “l’inventiva” e “l’intuizione visionaria”. 

Nel 1972 il paravento Le Destin della collezione di Jacques Doucet viene venduto all’asta da Drouot’s ad un prezzo record, e nello stesso anno viene nominata Royal Designer for Industry dalla British Society of Arts.

Un anno dopo, nel 1973, Zeev Aram, proprietario del negozio di mobili Aram a Londra, mette in produzione i mobili disegnati da Eileen, in vendita ancora oggi come si vede sul sito.

Eileen muore a Parigi nel 1976, l’età di 98 anni. Il suo lavoro è ora una fonte di ispirazione per artisti, designer e architetti di tutto il mondo. Tra questi, l’artista Eilis O’Connell, che ha creato sei opere scultoree per il giardino nel 2018, ognuna delle quali risponde all’uso ingegnoso del materiale di Eileen e al suo amore per il metallo.

Per quanto riguarda la villa E-1027, è stata restaurata dopo decenni di abbandono e aperta al pubblico nel 2015. Nello stesso anno, esce sugli schermi il film The price of desire, incentrato sulla vicenda della famosa villa.

18 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

Vama Divani festeggia 50 anni di attività familiare

L’azienda toscana Vama Divani compie 50 anni, una storia familiare di artigianalità e passione per gli imbottiti che ha portato l’azienda ad essere tra i leader nella produzione di divani Chesterfield.

Il 2022 per l’azienda toscana vede la celebrazione di un traguardo importante: 50 anni di storia familiare, 50 anni di passione, 50 anni nei quali Vama Divani si è affermata per la produzione artigianale e vendita diretta al cliente finale di divani e letti imbottiti di alta qualità realizzabili anche su misura. Un percorso che ha portato l’azienda ad essere anche tra i leader nella produzione di divani chesterfield.

La storia

L’avventura di Vama Divani ha inizio nel lontano 1972, quando i fratelli Fabio e Virgilio Magrini, dopo aver imparato il mestiere in aziende del settore, aprono una piccola tappezzeria nel borgo di Pratovecchio attirando clienti da tutta la Toscana. Nel 1983 i fratelli Magrini trasferiscono la loro attività artigianale in un nuovo stabile per creare uno showroom e un laboratorio produttivo. Negli anni ’90, oltre a partecipare assiduamente a fiere di livello nazionale, aprirono un punto vendita nella città di Arezzo e all’inizio del nuovo millennio Francesco, Marco e Leonardo, figli dei fondatori Fabio e Virgilio, entrano in azienda per proseguire la storia familiare di artigianalità e passione per gli imbottiti.

azienda artigianale Vama Divani

Ma la vera svolata arriva nel 2008 quando la qualità artigianale VAMA sbarca nel mondo di Internet, con un sito web in continua espansione che permette di acquistare in totale sicurezza con un servizio di assistenza personalizzato, e che ormai ha superato i confini nazionali.

La produzione 

L’azienda vanta una produzione molto interessante di letti, divani e poltrone, tutti rigorosamente fatti a mano con materiali di qualità. Con un’esperienza alle spalle di ben 50 anni di lavoro, Vama Divani realizza i propri prodotti attraverso tecniche artigianali ponendo la massima attenzione nei dettagli, dal legno all’imbottitura, dal taglio alla cucitura, fino all’assemblaggio, caratteristiche che garantiscono qualità e durata nel tempo. Ne è un esempio il divano chesterfield, fiore all’occhiello della produzione Vama, la cui realizzazione è illustrata in un video condiviso dall’azienda sul canale youtube. Ore intense di lavoro, filmante attimo per attimo, mettono in mostra il cuore di un divano di altri tempi e la sartorialità dell’azienda Vama Divani che filma ogni dettaglio della lavorazione.

50 anni di attività per Vama Divani

L’assortimento spazia da divani, poltrone e letti realizzati in tessuto o in pelle, dal design classico al moderno, il tutto completamente personalizzabile. Inoltre, se desiderate un determinato modello non presente in assortimento, non è un problema, Vama Divani è in grado di realizzare prodotti su misura. Un servizio in grado di risponde alle diverse esigenze del cliente finale e che la produzione industriale non è certo in grado di soddisfare.

Vama Divani festeggia 50 anni di attività familiare

I prodotti sono tutti acquistabili online comodamente da casa e, una volta effettuato l’acquisto, il cliente ha la possibilità di richiedere dei campioni di tessuto per definire con la massima certezza il colore e il tessuto che meglio si sposa con l’arredo della casa. In fase di acquisto Vama Divani offre inoltre la possibilità di pagamenti personalizzati in grado di soddisfare ogni esigenza.

La produzione artigianale permette inoltre all’azienda di offrire una serie di servizi in grado di soddisfare richieste specifiche, anche le più complesse, da parte di studi di architettura, realizzando divani, poltrone e letti su disegno del progettista studiate appositamente per abitazioni private, alberghi e attività commerciali.

Per saperne di più, conoscere prodotti e realizzazioni vi invitiamo a visitare www.vamadivani.it

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17 Febbraio 2022 / / Questioni di Arredamento

L’articolo Divano Chesterfield artigianale, una scelta di valore. è stato scritto da Biagio Barraco e si trova su Questioni di Arredamento.

Il divano Chesterfield lo conosciamo tutti! Un divano dalle forme morbide e armoniose nate duecento anni fa, che ancora oggi ne fanno il sofà più amato di sempre.

La caratteristica distintiva di questo divano iconico ed esclusivo è certamente la sua particolare forma con i braccioli e lo schienale alla stessa altezza. Ancor di più lo è la tecnica di realizzazione che richiede necessariamente una fattura artigianale.

divano Chesterfield

Un vero Chesterfield non può che essere realizzato artigianalmente!

Il divano Chesterfield deve la sua inconfondibile identità alla lavorazione capitonné, dove dei bottoncini creano un particolare effetto a rombi sulla pelle di bovino che lo riveste. Quella del capitonné è una tecnica artigianale abbastanza difficile da mettere in pratica, perché la posizione dei bottoni deve essere precisa e accurata, in modo da mantenere perfettamente in tensione la pelle.

Un divano Chesterfield per poter essere considerato all’altezza di questo nome, non basta che sia realizzato artigianalmente, ma deve rispettare anche determinati standard qualitativi:

  • La struttura interna deve essere realizzata in legno di abete;
  • le sospensioni della seduta vanno realizzate con cinghie elastiche ad alta resistenza, se non addirittura con molle in acciaio su cinghie di juta rilegate a mano;
  • l’imbottitura della spalliera e dei braccioli che presentano la decorazione capitonné, deve essere in gomma piuma ad alta densità;
  • infine, il migliore dei divani non può considerarsi tale se non è rigorosamente rivestito in pelle. Senza dubbio la migliore è quella pieno fiore, estremamente morbida al tatto e ideale per la lavorazione a capitonné.

Meglio della mia descrizione delle lavorazioni, è guardare il video di Vama Divani e ammirare il processo artigianale passo passo con cui in azienda realizzano di uno dei migliori divani Chesterfield in circolazione.

Scegliere un Chesterfield artigianale per valorizzare l’arredamento di casa.

Il divano Chesterfield è divenuto nel tempo un classico dell’interior design, amato da arredatori e designer anche per il suo carattere esclusivo, lussuoso ed elegante.

Versatile e comodo, il divano Chesterfield è ideale per arredare con stile quegli ambienti che richiedono particolare cura dell’arredamento. Dal soggiorno di casa, agli ambienti di lavoro, l’ufficio, la sala d’attesa e studi professionali, non c’è luogo dove un Chesterfield “non sia a proprio agio”.

Non è solo un pezzo di arredamento dallo stile inconfondibile, il Chesterfield è anche un divano dalla forte personalità che ben si adatta a contesti commerciali come: hotel, discoteche, pub, ristoranti ecc…

Perfetto per essere inserito negli ambienti tradizionali, è interessante il contrasto che il Chesterfield crea negli interni moderni ed essenziali dove si inserisce come una vera e propria opera d’arte.

Mascolino, funzionale ed elegante – la storia del divano Chesterfield.

Considerato giustamente come il divano per eccellenza, il Chesterfield è un esempio di design longevo. Il divano nacque nel XVIII secolo, frutto dell’ingegno del tappezziere di Lord Philip Stanhope, IV conte di Chesterfield, un nobile inglese conosciuto per essere un uomo particolarmente distinto ed elegante. Il Conte pare abbia commissionato al suo artigiano fidato un divano funzionale, ispirato ai sedili in cuoio delle carrozze dell’epoca.

divano Chesterfield

La caratteristica imbottitura delle sedute delle carrozze, oltre a parare gli urti, aveva il pregio di non sgualcire i vestiti anche dopo ore di viaggio. Il cuoio con cui erano fatte offriva il vantaggio di essere molto resistente all’usura e, essendo facile da pulire, era anche più igienico di altri rivestimenti.

Diffusione e successo del divano Chesterfield.

Durante il Periodo Vittoriano il divano divenne popolare in tutto il Regno Unito tanto che iniziò a comparire nel catalogo di molti altri artigiani. Nel 1855 Lawford ne pubblica una vastissima serie, fra cui i primi completamente imbottiti senza parti in legno a vista.

Nel corso dei decenni il divano divenne talmente iconico che, come riporta l’Oxford English Dictionary i termini “sofà” e “Chesterfield” nell’800 erano praticamente dei sinonimi.

Un divano diventato status symbol.

Per la sua classe essenziale e senza fronzoli il Chesterfield venne apprezzato dai nobili che lo consideravano un divano aristocratico. Non a caso era particolarmente usato per l’arredamento dei club inglesi.

divano Chesterfield

Per questo suo retaggio, ancora oggi il Chesterfield è considerato un divano mascolino, simbolo dell’uomo, di potere e di successo.

Scegliere un Chesterfield artigianale, a cosa prestare attenzione.

Per via dei complessi procedimenti artigianali, necessari per realizzare questa icona dell’arredamento, non sono molte le aziende che producono, artigianalmente e a perfetta regola d’arte, l’elegante divano inglese. Di seguito alcuni dettagli che caratterizzano un divano di qualità, durevole nel tempo, confortevole e di pregio.

Doti di resistenza della struttura interna.

Un vero divano Chesterfield deve avere un fusto resistente ed elastico, per questo la sua struttura interna deve essere realizzata in massello di abete.

La seduta realizzata con molle in acciaio legate a mano su cinghie di juta e l’imbottitura in poliuretano espanso ad alta densità sono altri elementi fondamentali per un’elevata resistenza all’uso.

Il rivestimento e il capitonné.

Il Chesterfield autentico è quello rivestito in pelle di alta qualità. Un rivestimento in pelle pieno fiore è l’ideale per la lavorazione eseguita a mano e trapunta in modo da formare dei cuscinetti bombati disposti in rete. Importante è che l’artigiano dedichi la massima cura nella lavorazione a capitonné. Ogni dettaglio è importante, come le pieghe del bracciolo, che devono essere lavorate in modo uniforme.

divano Chesterfield

Chesterfield artigianale e varianti possibili.

Poiché il Chesterfield è un divano versatile, adatto a qualsiasi contesto e stile di arredamento, può essere necessario per un miglior adattamento agli spazi o alle necessità ricorrere ad alcune particolari personalizzazioni a partire dalle dimensioni.

Anche soddisfare particolari richieste funzionali rientrano tra le possibili personalizzazioni del prodotto artigianale. Ad esempio, è possibile realizzare dei divani Chesterfield angolari, oppure delle poltrone, o delle versioni dormeuse. Non possiamo certo dimenticare le versioni divano letto, indispensabili nelle abitazioni dalle dimensioni ridotte.

Per la personalizzazione del divano è possibile orientarsi su rivestimenti alternativi come il velluto con cui si realizzano divani meno pregiati, ma più originali rispetto alle versioni classiche. A proposito di “versioni originali”, non sono poche le versioni in cui sono applicati dei bottoni in materiali particolari, ad esempio in Swarovski, al posto di quelli del medesimo materiale e colore del rivestimento del divano.

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17 Febbraio 2022 / / Questioni di Arredamento

L’articolo Perché ogni casa dovrebbe avere un divano letto. è stato scritto da Autore Ospite e si trova su Questioni di Arredamento.

Non sono pochi quei consumatori che, al momento della sostituzione del vecchio divano, optano per i vantaggi di un divano letto. Come lascia intendere la parola, si tratta di una componente per il salotto di casa che, a seconda delle concrete esigenze, può fungere da divano o da letto. In virtù di tale caratteristica, il divano letto è solitamente annoverato nell’albo dei prodotti due in uno. Nel dettaglio, la funzione divano viene selezionata per guardare la tv di sera, per recuperare le energie oppure per accogliere amici e parenti venuti a farci visita.

A tutt’altro serve la funzione letto, generalmente attivata quando bisogna ospitare per diverse notti un familiare oppure affrontare delle situazioni di emergenza. Il classico esempio è quello dell’impossibilità di muoversi liberamente a seguito di un intervento chirurgico. In queste situazioni abbastanza frequenti, disponendo del miglior divano letto si evita il confinamento della persona nella stanza da letto e la si rende più partecipe nella quotidianità. In sintesi, il divano letto si rivela uno strumento importantissimo nel tenere alto il morale e lo spirito di chi si è sottoposto ad un doloroso intervento.

Le tipologie di divano letto esistenti

Descritta l’utilità di un prodotto due in uno, è indispensabile un confronto tra le tipologie di divano letto in commercio. Ti sorprenderà scoprire che non si tratta di una componente sviluppata di recente ma già diffusa negli anni 80’ del secolo scorso. I divani letti di prima generazione, nel passaggio alla modalità riposino, necessitavano di una piega ai bordi del sofà e dell’estrazione della rete sollevando i cuscini. Insomma, non si poteva fare a meno di alcune operazioni manuali, piuttosto scomode e faticose, per trasformare il divano in un letto matrimoniale. Per fortuna, oggi la categoria dei divani letti ad estrazione ricomprende dei modelli nei quali basta tirare leggermente la base per estrarre la rete.

Un decennio dopo la nascita dei divani letti ad estrazione, in Italia, cominciano ad arrivare i modelli detti a fisarmonica. Come lo strumento musicale, facendo forza nella zona della seduta ne viene fuori la struttura del letto. Trascorsa la notte, per far rientrare la struttura all’interno, basta una leggera spinta ai bordi della seduta e nulla più. Benché il meccanismo fosse ancora manuale, in tanti decisero di passare da un modello ad estrazione ad uno a fisarmonica in quanto quest’ultimo agevolava il passaggio da una funzione all’altra. Da qualche anno ormai, i modelli a fisarmonica si contendono il mercato con dei modelli di divano letto completamente reclinabili, pigiando un semplice tasto a lato. Finalmente, potrai dire addio alle noiosissime operazioni manuali e cambiare l’assetto nel giro di qualche secondo.

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I fattori di scelta di un divano letto: una struttura confortevole ma anche resistente

Illustrati tutti i possibili vantaggi di un divano letto e le tipologie realizzate, prima di mettere mano al portafoglio, sono doverose alcune considerazioni sui fattori di scelta. A prescindere dal fatto che si preferisca un modello a fisarmonica o reclinabile in completa autonomia, è immancabile una struttura rappresentante un mix di comfort e resistenza.

Può sembrare una di quelle classiche frasi pubblicitarie ma, in realtà, è una sorta di mantra per le aziende. Le stesse spendono ingenti capitali e risorse di varia natura al fine di ricreare la formula perfetta. Detto ciò, la struttura del divano letto va progettata in modo tale da assicurare una postura corretta durante il sonno, sorreggendo il peso della persona. Per tali ragioni, sono molto frequenti degli inserti in acciaio, materiale in grado di trovare un punto di equilibrio tra resistenza e flessibilità. Solitamente, la struttura del divano letto è in grado di ospitare almeno tre persone. Ciò dipende, in primis, da lunghezza e larghezza complessiva del sofà.

I fattori di scelta di un divano letto: i materiali selezionati dai produttori

Trattandosi di oggetti che non vengono sostituiti ogni anno, il consiglio è di non badare troppo al risparmio, rischiando di ritrovarsi magari con qualcosa di inadeguato. Se è vero che la similpelle dona lucentezza e morbidezza al divano letto, è pur vero che potrebbe creare fastidi durante la notte, specie quando le temperature salgono vertiginosamente. Pertanto, a parere degli esperti, è preferibile un rivestimento in tessuto traspirante.

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17 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

il nuovo LAQUA Countryside porgettato da lamatilde

lamatilde progetta il nuovo LAQUA Countryside, Resort di Cinzia e Antonino Cannavacciuolo nel cuore dell’entroterra Sorrentino.

Il prgetto LAQUA Countryside 

Il progetto LAQUA Countryside si concretizza in un intimo Resort, la casa in campagna del Gruppo Cannavacciuolo, all’interno del quale si trovano sei camere e il ristorante Cannavacciuolo Countryside, in un edificio che in origine era una casa padronale in cui lo stesso Antonino ha passato parte della sua infanzia. La struttura è immersa in un ampio giardino che coniuga una fruizione sia pratica che estetica, giocando con il paesaggio circostante: i due orti e il frutteto integrano espressivamente l’ambiente esterno e producono materie prime locali di qualità.

lamatilde ha seguito il progetto nel nuovo LAQUA Countryside, occupandosi del concept, della ristrutturazione architettonica – in collaborazione con l’architetto Valentina Autiero -, degli interior, dello styling e del disegno del giardino – in collaborazione con l’architetto Stefano Olivari.

spazi comuni LAQUA Countrysidepiscina LAQUA Countryside

In linea con il suo approccio progettuale narrativo, lamatilde ha improntato il concept del Resort sulla riscoperta della memoria e della tradizione.

La scelta dei materiali e delle lavorazioni, l’impiego del coccio pesto, delle pietre calcaree raccolte dal terreno e il recupero delle piastrelle originali dell’edificio, rimandano fortemente al luogo e alla tradizione. Il restauro degli elementi architettonici originali preesistenti nella struttura viene affiancato dal prestigio di nuovi materiali e processi di produzione, come le pannellature in ottone brunito e la scelta degli arredi, aggiungendo valore agli interni.

I personaggi che vivevano la casa diventano l’espediente narrativo per caratterizzare l’allestimento delle sei stanze, individuando e immaginando le loro sensazioni ed emozioni, poi tradotte in ambienti attraverso oggetti e materiali specifici. La Stanza della Nonna, la Stanza del Tuttofare, la Stanza dello Zio Matto, la Stanza del Curato, la Stanza di Annarella e la Stanza di Marina: ogni camera è definita da un suo stile e una sua storia, offrendo agli ospiti la possibilità di soggiornare all’interno di sei racconti diversi.

Gli interni del nuovo resort LAQUA Countryside

I rivestimenti rappresentano l’elemento architettonico che maggiormente racconta il legame con il territorio e con la tradizione. Tutta la pavimentazione è realizzata in coccio pesto, una tecnica tradizionale che veniva utilizzata in Campania fin dall’epoca romana. Le superfici sono impreziosite da inserti in marmo Calacatta Oro e Rosso MontecitorioParte delle piastrelle originali dell’edificio, inoltre, sono state restaurate e redistribuite negli spazi della struttura.

Lo scalone principale, anch’esso restaurato, è un omaggio alla cultura campana e all’estro artistico della famiglia Cannavacciuolo, con una collezione di sculture create dal padre di Antonino, noto chef e scultore. I pannelli di rivestimento che caratterizzano la sala sono realizzati in ottone brunito, poi spazzolato sul lato inferiore per ottenere delle sfumature ondulate che impreziosiscono l’allestimento ed esaltano la percezione di un unico oggetto continuo.

LAQUA Countryside progettato da lamatilde

Negli spazi comuni e nella zona ristorante, la maggior parte degli arredi è stata disegnata su misura da lamatilde, e realizzata dall’azienda DiSé, come l’importante mobile con ante in ottone brunito. Sedie e tavoli da pranzo sono di Pedrali, con piano in pietra lavica fatto ad hoc per il progetto. Per l’illuminazione lo studio ha coinvolto l’azienda OTY sia per le luci tecniche sia per quelle decorative, disegnate appositamente per LAQUA Countryside e pensate per dare l’effetto di uscire direttamente dalla volta.

LAQUA Countryside room Annarella

All’interno delle camere le personalità che danno il nome a ciascuna stanza vengono rese attraverso un accurato lavoro di styling e l’utilizzo di materiali e finiture differenti. Per la Stanza del Tuttofare è stato usato un Verde Alpi, per la Stanza della Nonna un Rosa Perlino, marmo Giallo Siena per la Stanza dello Zio Matto e Calacatta Oro per la Stanza di Annarella. Lo storytelling di ciascun ambiente viene raccontato anche attraverso oggetti e complementi di arredo: oggetti di modernariato e accessori d’antan selezionati e ricercati direttamente dallo studio. Così, nella Stanza di Annarella troviamo una vecchia macchina da scrivere di Olivetti, nella Stanza del Curato bicchieri e bottiglie di cristallo e nella Stanza della Nonna un telefono con quadrante rotativo e un set vanity in argento.

 LAQUA Countryside room Tuttofare

Gli arredi su misura, realizzati anche in questo caso da DiSé, mixano ferro verniciato nero opaco a pelle e legno di rovere spazzolato. La netta predominanza del color corda e di toni neutri viene interrotta dall’utilizzo di campiture cromatiche più decise, utilizzate per caratterizzare gli ambienti e accompagnare la narrazione del personaggio di ciascuna stanza.

LAQUA Countryside room MarinaLAQUA Countryside del Gruppo Cannavacciuolo

Affacciandosi all’esterno, anche il resto del progetto è stato guidato dall’utilizzo di materiali di recupero e da un forte legame con il territorio. I muri che sostengono le quattro terrazze del giardino sono costruiti con pietre calcaree raccolte dalla pulizia del terreno, secondo le antiche usanze contadine in uso da secoli in questa zona della Campania. La scelta delle piante per il giardino è un mix tra specie tipiche del territorio e varietà più rare e preziose.

Fotografie di Serena Eller Vainicher

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16 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

Ampi spazi, arredi custom made, tonalità neutre e tocchi di personalità. Ma soprattutto tanta luce e la purezza delle linee, protagoniste di stile che disegnano il nuovo progetto di interior firmato dall’architetto Matteo Italia dello studio Italia and Partners

La casa, situata nel quartiere torinese della Crocetta, presenta una superficie complessiva di circa 230 metri quadri ed è caratterizzata dall’ampio spazio che accoglie chi entra, estremamente piacevole e molto luminoso. L’ingresso si apre infatti su una grande sala, dalle dimensioni generose – ben 80 mq – valorizzate da un particolare gioco di controsoffitti, che scandiscono la partizione degli ambienti.

Grandi forme rettangolari, disegnate da profili neri al cui interno sono collocate le luci, creano geometrie a soffitto, introducendo uno dei motivi di stile che caratterizzano il progetto.

Infatti, tutto l’appartamento si sviluppa seguendo un filo conduttore di rigore ed essenzialità, giocato tra la purezza delle linee e la precisione dei volumi, ammorbiditi da una palette naturale, sui toni del sabbia, e da alcuni pezzi di design di grande impatto.

Di fronte a questa struttura bifacciale, si trova un altro mobile speculare, sempre disegnato e realizzato su misura in noce canaletto. Questo materiale diventa a sua volta filo conduttore ed elemento ricorrente nell’intero progetto, in piacevole contrasto con le tinte chiare del living, che si trovano non solo a parete ma anche nei divani di Lema e nel grande tappeto su cui è poggiato un tavolino basso. Un bel lampadario Excalibur by Tooy, posto sopra la zona destinata ad ospitare un camino, regala un tocco estroso all’intero ambiente.

Il motivo a riquadri, disegnato sia dai profili della boiserie che dalle gole nere sul soffitto all’ingresso, si ritrova nelle porte interne, molto semplici e laccate in bianco opaco.

Nella zona pranzo, che si affaccia sulla sala e si trova davanti alla cucina, spicca un tavolo particolare in ottone, sempre di Lema, circondato dalle sedie Bahia di Bonaldo, in velluto.

cucina progetto Largo Re Umberto di Italia and Partners

Uno spazio molto ampio ospita la cucina di Modulnova, con una penisola circondata da sgabelli e piano snack in rovere sovrapposto per i pasti più veloci e informali, illuminata da due lampade a sospensione IC di Flos. Per una seduta più confortevole e per pranzi o cene da gustare con più tempo e tranquillità, è stato scelto invece scelto un tavolo circolare Tulip. Dalla cucina, attraverso una porta a scomparsa rasomuro, si accede a un’area funzionale con la zona lavanderia.

La zona giorno comprende inoltre un bagno per gli ospiti, nel quale è stato scelto Chevron di Salvatori Marmi, nella texture Crema d’Orcia: un bel motivo spigato a rilievo, ispirato alla finitura Raw di Piero Lissoni e valorizzato da luci e velette, che richiama il disegno della pavimentazione in rovere, posata a spina chevron nell’intero appartamento.

camera da letto progetto Largo Re Umberto di Italia and Partners

Passando alla zona notte, totalmente disimpegnata dalla zona giorno e ridisegnata nella distribuzione degli spazi per una maggiore funzionalità, si trovano quattro stanze, in una della quali si è ricavato uno studio.

La camera padronale, con una grande cabina armadio, si affaccia su un piccolo spazio outdoor, al quale si accede anche dalla zona giorno, che offre un’apertura verso l’esterno molto piacevole.

Caratterizzata dal letto in velluto color carta da zucchero, questa camera è dotata di bagno con doppio lavabo e mobile in noce canaletto, la doccia che separa dalla zona verso il fondo, dove si trovano i sanitari, e una vasca freestanding di Duravit.

bagno progetto Largo Re Umberto di Italia and Partners

Per i rivestimenti di questo bagno è stata scelta la collezione Tratti di Salvatori in marmo di Carrara, una particolare finitura valorizzata dal gioco di velette e luce radente, mentre a soffitto troviamo i faretti Mark di Panzeri, in finitura ottone, e la rubinetteria è firmata da Fantini.

L’altro bagno della zona notte è invece caratterizzato dalla contrapposizione di bianco e nero della particolare finitura Déchirer firmata da Patricia Urquiola per Mutina e completato dai faretti Mark, in questo caso nella versione in bianco.

Accogliente, con personalità, elegante e funzionale: sono queste le parole chiave che hanno guidato la stesura e la realizzazione del progetto per questa casa”, commenta l’architetto Matteo Italia.

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16 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

consigli per abbinare l'arredo alle pareti tortora

Nella palette di colori che sono al momento sulla cresta dell’onda in fatto di arredamento moderno c’è senza dubbio il tortora, vero e proprio jolly perfetto da abbinare con una moltitudine di nuances e materiali. E’ decisamente molto chic e si distingue in maniera netta dai colori neutri per eccellenza, che sono nero e bianco ma anche grigio e beige. Il tortora è un misto di grigio e marrone, che consente di creare un’atmosfera raffinata e accogliente.

Dialogo tra colori per rendere l’ambiente più sofisticato e caldo

Perfetta per le pareti di una casa moderna, questa tinta non è troppo chiara come il beige né troppo entrante come il marrone. Può dialogare con mobili e superfici in legno oltre che con complementi d’arredo e accessori in vetro o cristallo dei quali contribuirà ad acuire la brillantezza. Il consiglio, in caso di ambienti di ridotte dimensioni, è quello di optare per tonalità più chiare per evitare che il colpo d’occhio sia troppo pesante od opprimente.

In questo approfondimento vediamo quali sono i migliori abbinamenti di pareti color tortora, sia per quanto riguarda la mobilia e il design che gli altri colori presenti in una stessa stanza. Il tortora, detto anche taupe, può essere mixato con colori neutri oppure no in modo da ottenere un ambiente elegante. Assieme al bianco forma un duo destinato a non annoiare e a durare a lungo nel tempo, mentre un effetto più sofisticato si potrà ottenere abbinando il tortora al grigio. Un bel blu balena, soprattutto all’interno di un ambiente come la zona notte, potrà dialogare al meglio con la nuance tortora offrendo un taglio poco scontato alla stanza e un alto livello di relax dal punto di vista della cromoterapia. Nel caso in cui l’ambiente sia troppo scuro, dominato dal nero, inserire dei contrasti tortora aiuterà ad alleggerire l’approccio visivo.




I materiali: vetro e legno sono i più adatti alle pareti tortora

Dopo aver visto le più interessanti combinazioni di colori, vediamo adesso quali sono i migliori abbinamenti di pareti color tortora con complementi d’arredo e accessori ma soprattutto materiali. Sarà corretto affermare come le superfici trasparenti risultino particolarmente adatte a interpretare sia l’arredamento classico che quello di una casa più moderna, guarnita da pareti color tortora. Un lampadario in vetro di Murano, per esempio, potrà assicurare un tocco di gusto e stile che risulterà amplificato nella sua portata proprio dalla presenza del color tortora nella stanza. Questo per quanto riguarda gli accessori ad alto tasso di design, mentre invece in merito alle superfici la cosa migliore da fare – sempre per ottenere un effetto super chic – sarà accostare questo colore alla texture del legno. E’ però necessario variare e non creare un ambiente monocromatico, con arredi interamente laccati oppure opachi (la stanza risulterebbe poco interessante). Occorre dosare il tortora mixando a dovere legni e tessuti con texture diverse. Tavoli in vetro e complementi d’arredo in cristallo saranno altrettanto adatti allo scopo.

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16 Febbraio 2022 / / Case e Interni

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Oggi visitiamo questo elegante ed espressivo bilocale con cucina grigia di tonalità scura. È scandinavo quanto basta, funzionale, elegante, con un tocco senza tempo.

Se sei amante delle tinte decise, una cucina grigia scura è una delle caratteristiche principali dell’arredo di questa casa. E’ anche uno dei trend del momento. I colori scuri contemporanei dei mobili mischiano le ante in grigio antracite con maniglie, piano di lavoro e paraspruzzi di colore nero. Questa casa è esposta a sud, quindi la zona giorno gode di una buona illuminazione (tenuto conto che si trova in Svezia).

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Se ti piace questo stile, presta attenzione all’illuminazione, in modo da bilanciare le tonalità e i chiari-scuri. Inoltre basta combinare questo colore classico con un parquet moderno per creare un interno elegante che apprezzerai per molto tempo. 

Quando si ha a che fare con il colore grigio grafite scuro, tutte le essenze e le sfumature del legno si abbinano alla perfezione.

La camera da letto è piccola, ma attrezzata con un angolo studio. Un capiente armadio è posizionato in ingresso. Anche l’armadio è in grigio grafite come la cucina, così come anche il tavolo da pranzo su cui si stagliano le quattro sedie di colore rosa, per un tocco glamour e di classe.

Il bagno ha piastrelle grigio scuro sul pavimento di formato piccolo e piastrelle chiare sulle pareti, tutte con finitura opaca e forma quadrata, come spesso amano gli svedesi.

L’architettura del palazzo di nuova costruzione si ispira alla storia industriale della zona. Materiali rustici in granito, corten e cemento si mescolano ad elementi di legno. Vicino all’edificio, si trova una vecchia fabbrica che è stata ristrutturata e rivalutata, diventando il luogo perfetto per ospitare atelier di artisti e creativi, ma anche un punto di incontro per i residenti del quartiere.

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia
Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Idee da un bilocale scandinavo con cucina grigia

Fonte immagini: Fantastic Frank

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Anna e Marco – CASE E INTERNI

15 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Last Call for Entries A’ Design Award, avete ancora tempo per iscrivervi al concorso di design, edizione 2021-2022. Entro il 28 febbraio.

Call for Entries A’ Design Award

Last Call for Entries A’ Design Award! Ultimi giorni per iscriversi al prestigioso premio di design A’ Design Awards & Competition. La data fissata per la chiusura delle iscrizioni è infatti il prossimo 28 febbraio.

Iscriversi è semplice, basta cliccare su questo link:

A’ Design Award è uno dei più importanti premi internazionali di design, e possono parteciparvi i creativi che operano nei settori del design, dell’architettura, della moda, della grafica, del packaging, della comunicazione, dei servizi etc. Organizzato da OMC Design Studios SRL, membro di ADI e ICSID, con sede a Como, è stato creato allo lo scopo di promuovere i migliori designer e promuovere i migliori progetti. Per approfondire, leggi i precedenti articoli o vai sulla pagina ufficiale.

I vantaggi della partecipazione al concorso

I vincitori dell’A’ Design Award & Competition accedono ad una serie di vantaggi e ricevono un kit che comprende tutti gli strumenti per promuoversi su scala internazionale.

Ecco alcuni dei servizi di cui potranno usufruire i vincitori:

  • kit di promozione che comprende:
  • trofeo in metallo stampato in 3D 
  • l’annuario in versione digitale e cartacea
  • certificato di eccellenza del design
  • manuale che spiega passo passo come sfruttare il premio per promuoversi 
  • invito per due persone alla serata di gala conclusiva
  • partecipazione gratuita alla mostra , sia on line che nella sede prescelta sul territorio italiano. 
Call for Entries A’ Design Award

Vi ricordo che i premi da assegnare sono moltissimi e sono suddivisi in diversi livelli: Platinum, Gold, Silver, Bronze, Iron.

Qui puoi trovare maggiori informazioni sui premi.

Al momento dell’iscrizione, avete la possibilità di scegliere fra più di 100 categorie, tra le quali

Per consultare la lista delle categorie clicca qui: category listing.

La giuria del Good Design Award è multidisciplinare e i membri sono diversi di anno in anno. Questo accresce il prestigio del premio, insieme al fatto che A’ Design Award è finanziariamente indipendente. Inoltre, la giuria segue una metodologia specifica che l’organizzazione ha perfezionato dopo vari anni di studi. Scopri come funziona la giuria

Last Call for Entries A’ Design Award

La data fissata per la chiusura delle iscrizioni è infatti il prossimo 28 febbraio.

Iscriversi è semplice, basta cliccare su questo link:

In questa pagina trovate le informazioni sul concorso in italiano:

Informazioni in lingua italiana

I risultati verranno resi noti il 15 aprile 2022 e saranno comunicati su tutti i media partner, compreso questo blog. 

I vincitori, una selezione di progetti

Ecco una selezione di progetti vincitori divisi per alcune categorie:

INTERIOR SPACE AND EXHITIBITION DESIGN AWARD

FURNITURE, HOMEWARE AND DECOR ITEMS DESIGN AWARD

ARCHITECTURE, BUILDING AND STRUCTURE DESIGN AWARD

LIGHTING PRODUCTS AND PROJECTS DESIGN AWARD