2 Giugno 2025 / / ChiccaCasa

Se hai un cane di taglia grande o gigante lo sai. Più il tuo amico peloso è grande, più i lettini belli diventano rari come unicorni.
Se poi i cani grandi in casa sono due o magari tre e vuoi un unico lettino che sia esteticamente in armonia con il resto della casa, allora la ricerca si trasforma in una caccia al tesoro a difficoltà crescente.

La verità?
Esistono letti per cani giganti o cani grandi che dormono insieme, ma sono:

  • pochi,

  • spesso costosi,

  • anche se definiti come XXL, non tutti sono davvero abbastanza grandi per far dormire in comodità due o tre cani grandi o di taglia gigante.

Si finisce a volte per accontentarsi, ma tu, che hai scelto con cura ogni dettaglio della casa, non vuoi ritrovarti con un angolino trascurato, no?

In questo articolo ti racconto la soluzione che ho trovato per la camera da letto di una coppia di clienti e i loro tre amici a quattro zampe.

L’alternativa qual è?

Più spesso di quanto pensi, chi ha più di un cane grande finisce con l’opzione “più lettini sparsi per casa”.

Il risultato?

  • Disordine visivo: tanti letti sparsi nella stessa stanza.

  • Più lettini da pulire (e più peli disseminati qua e là).

  • Una spesa notevole: un buon lettino per cani grandi costa almeno un centinaio di euro, ma non sempre resistono nel tempo a lavaggi e usura.

  • Durata incerta: spesso l’imbottitura si affloscia, i tessuti si rovinano, e ti ritrovi a sostituirli ogni pochi anni.

Un’ottima alternativa, invece, sarebbe una struttura letto su misura con un materassino, sempre su misura, ma questa soluzione non è per tutte le tasche.

La mia soluzione per un lettino per 3 cani? Un letto Montessori

Hai letto bene. Un letto Montessori per bambini, che ho accessoriato con prodotti già pronti per essere acquistati.
Perché? Perché è:

  • basso e accessibile per i cani,

  • grande abbastanza da ospitarne anche due o tre grandi insieme,

  • in legno naturale e con un bel design adatto a tutti gli stili.

E se abbini un buon materasso e una fodera tessile gradevole, il risultato è funzionale, comodo e pure bellissimo da vedere.

Ecco la combinazione che consiglio.

Shopping list

1) Struttura letto Montessori – Modello TILA 7 di Smartwood

  • Misure: per i miei clienti ho suggerito la versione da 183 x 83 x 18 cm, ma ci sono tantissime misure di questo modello, tra cui scegliere. Ecco perché puoi usare la struttura letto anche solo per sollevare da terra un materassino o una coppia di materassini che hai già e rendere più sofisticato e stabile il lettino.

  • Materiale: legno naturale sostenibile.

  • Colore: per i miei clienti ho suggerito il bianco, essendo il lettino posto ai piedi del matrimoniale in legno naturale.
    Esistono altre finiture super interessanti, come il multistrato grezzo (molto affine con lo stile scandinavo).

  • Design: pulito, essenziale, adatto a tanti stili diversi, dal minimal al vintage.

  • Prezzo: 219€ (cambia in base alle dimensioni).

 

2) Materasso indeformabile per bambini

Spessore: 16 cm

  • Rivestimento: poliestere, ipoallergenico

  • Caratteristiche: ortopedico, medio rigido, made in Italy

  • Prezzo: circa 71€

 

3) Coprimaterasso vellutato ed elasticizzato

In realtà è un copridivano, ma ha delle taglie strategiche in grado di adattarsi a diversi materassini.

  • Misure: per la coppia di clienti ho suggerito il “3 posti grandi”, ma sono disponibili varie misure molto flessibili.

  • Colore: nella palette della stanza progettata c’era tanto blu, quindi ho suggerito il Blu Navy, ma ci sono ben ventuno colorazioni disponibili (puoi scegliere anche più colori in palette con la tua stanza, da alternare).

  • Antiscivolo e ben aderente, resta al suo posto anche quando i cani si muovono.

  • Lavabile in lavatrice, perfetto contro peli, odori e piccoli incidenti.

  • Prezzo: circa 16€, varia in base alle misure.

Totale

Con poco più di 300€ hai:

  • un letto grande e bello,

  • comodo per uno, due o tre cani di taglia grande o gigante,

  • con materiali sicuri e sostenibili,

  • e un look che non stona con l’arredo di casa (anzi!).

Avevi mai considerato una soluzione come questa? Secondo me vale la pena fare un tentativo.

Se questo post ti è stato utile, fammelo sapere in un commento.

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31 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

Se ti stai chiedendo come funziona il Bonus Mobili 2025, in questo articolo ti diciamo tutto su detrazioni, requisiti, spese ammesse e come ottenere la detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, a patto che siano collegati a specifici interventi di ristrutturazione edilizia. L’agevolazione è valida fino al 31 dicembre 2025 e rappresenta un’opportunità concreta per rinnovare casa migliorandone funzionalità ed estetica, puntando anche sull’efficienza energetica.

Bonus mobili: come funziona?

La detrazione del 50% è suddivisa in dieci quote annuali di pari importo e si applica su una spesa massima (stabilita annualmente) per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici destinati all’immobile oggetto dei lavori.

Per accedere al Bonus Mobili, è indispensabile che i lavori di ristrutturazione siano iniziati prima dell’acquisto dei beni. Non è invece necessario che le spese edilizie siano state già pagate.

infografica spiega come funziona il Bonus Mobili 2025

Cosa comprende il Bonus Mobili?

Il bonus copre l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici, destinati ad arredare immobili oggetto di lavori di ristrutturazione. È una detrazione pensata per chi desidera rinnovare i propri spazi beneficiando di un contributo economico concreto.

Mobili ammessi alla detrazione

L’elenco comprende una vasta gamma di arredi essenziali per la casa:

  • Letti (singoli, matrimoniali, a soppalco o a castello)
  • Armadi e guardaroba
  • Comodini, cassettiere, librerie
  • Scrivanie, tavoli, sedie
  • Divani e poltrone, anche letto
  • Credenze e madie
  • Apparecchi per l’illuminazione (lampade da terra, da tavolo, sospensione)

Mobili esclusi dal Bonus

Sono esclusi tutti gli elementi non ritenuti “essenziali” per l’arredo:

  • Porte interne
  • Pavimentazioni (incluso parquet)
  • Tende, tendaggi e tendine tecniche
  • Oggetti decorativi e complementi d’arredo 

Bonus mobili 2025: elettrodomestici ammessi

Per rientrare nel Bonus Mobili 2025, gli elettrodomestici devono appartenere a specifiche classi energetiche minime. Devono inoltre essere nuovi e dotati di etichetta energetica.

  • Forni: almeno classe A
  • Frigoriferi e congelatori: almeno classe F
  • Lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie, asciugatrici: almeno classe E
  • Piani cottura elettrici e cappe: se dotati di etichetta energetica

 Esclusi: piccoli elettrodomestici (microonde, frullatori, aspirapolvere), beni usati o privi di etichetta energetica.

Anche le spese di trasporto e montaggio dei mobili e degli elettrodomestici possono essere incluse nella detrazione del Bonus Mobili 2025, a condizione che vengano effettuate con pagamenti tracciabili (come bonifico bancario, carta di credito o di debito). In questo modo, è possibile ottenere il beneficio fiscale non solo sull’acquisto, ma anche su tutte le fasi che completano l’arredo dell’immobile, massimizzando il risparmio complessivo.

arredamento nuovo soggiorno casa
La Casa Moderna

Bonus mobili senza ristrutturazioni: è possibile?

No. Il Bonus Mobili non è accessibile senza ristrutturazioni edilizie. L’acquisto di mobili o elettrodomestici deve essere legato a:

  • Manutenzione straordinaria, ad esempio la sostituzione o il potenziamento degli impianti tecnologici, oppure l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti e sostenibili dal punto di vista ambientale.
  • Restauro e risanamento conservativo, ovvero tutte quelle opere finalizzate a preservare e valorizzare l’immobile, senza alterarne la struttura originaria.
  • Ristrutturazione edilizia, sia su singole unità abitative che su interi edifici, con interventi che modificano in parte o totalmente l’organizzazione interna degli spazi.
  • Lavori per la riduzione del rischio sismico, compresi quelli eseguiti nell’ambito del Sismabonus, se collegati a un intervento edilizio ammissibile.

Sono ammessi anche interventi su parti comuni di edifici residenziali, purché i beni acquistati servano ad arredare tali spazi.

Documentazione e modalità di pagamento

Il bonus mobili 2025 è accessibile solo se le spese sono tracciabili.

Pagamenti ammessi:

  • Bonifico bancario o postale (non necessariamente “parlante”)
  • Carta di credito o debito
  • Finanziamento a rate (solo se pagato da società finanziaria con metodo tracciabile)

Non sono ammessi pagamenti in contanti, assegni o altri strumenti non tracciabili.

Documenti da conservare:

  • Ricevuta del bonifico o scontrino per pagamenti con carta
  • Estratto conto bancario
  • Fattura con descrizione dettagliata dei beni
  • Spese di trasporto e montaggio documentate
  • Comunicazione ENEA per l’acquisto di elettrodomestici 

Attenzione alla data di inizio lavori

Un punto fondamentale: la data di avvio della ristrutturazione deve precedere l’acquisto dei mobili o degli elettrodomestici. Non è necessario che le spese siano state già saldate, ma i lavori devono essere documentati come iniziati.

Come dimostrare l’inizio dei lavori:

  • CILA, SCIA o altro titolo abilitativo
  • Comunicazione all’ASL (se prevista)
  • Dichiarazione sostitutiva di atto notorio (per lavori che non richiedono permessi)

Quando effettuare gli acquisti?

L’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici deve essere fatto entro il 31 dicembre 2025. È ammesso anche se i lavori non sono conclusi, purché già iniziati.

La spesa si considera sostenuta:

  • Alla data del bonifico (se effettuato da conto bancario/postale)
  • Alla data della transazione (per carte)
  • Alla data in cui la finanziaria effettua il pagamento

Conclusione

Il Bonus Mobili 2025 rappresenta una misura concreta per incentivare la riqualificazione delle abitazioni italiane, favorendo anche scelte sostenibili. Capire come funziona il Bonus Mobili, quali spese sono ammesse e come rispettare i requisiti è essenziale per ottenere il massimo vantaggio fiscale e migliorare il proprio spazio abitativo con intelligenza e convenienza. Se vuoi saperne di più sulle altre agevolazioni leggi il nostro articolo dedicato ai Bonus Casa 2025.

 

L’articolo Come funziona il Bonus Mobili 2025: guida completa per ottenere la detrazione del 50% proviene da dettagli home decor.

31 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

Una casa è ben oltre ad un insieme di muri e arredi, di una porta o di una cucina. È un ambiente che incide profondamente sul proprio benessere psicofisico ed è in grado di influenzare l’umore, la produttività e perfino la qualità del sonno. In un contesto moderno altamente stressante, l’architettura del benessere si pone quale approccio progettuale che mette al centro la persona e le sue esigenze quotidiane.

Trasformare gli spazi può essere rigenerativo e farlo è oggi sempre più semplice grazie a soluzioni di alto profilo, come per esempio un mutuo per ristrutturare casa, studiato appositamente per sostenere le spese di miglioramento dell’ambiente e migliorare la vita di tutti i giorni. Approfondiamo meglio l’argomento?

interno di una casa progettata secondo i principi dell'architettura del benessere
Depositphotos

Architettura del benessere: perché è importante?

L’architettura del benessere è un concetto che aiuta a ritrovare il piacere di vivere pienamente gli spazi abitativi. Interviene su ogni singolo aspetto, progettando o ristrutturando gli interni affinché possano rispondere ai bisogni reali delle persone. Facciamo un esempio concreto? Gli spazi aperti rappresentano un mood fluido e connesso, ideale per favorire la socialità e il movimento. L’ambiente definito e chiuso si orienta verso la concentrazione e il relax, attraverso una scelta di colori adeguata al contesto, un buon isolamento acustico e una serie di dettagli che possono fare la differenza.

L’equilibrio psicologico è dettato da più elementi, quali la disposizione degli elementi, la qualità dell’illuminazione e l’uso dei materiali. Se in casa prevalgono il caos, il disordine, il buio si potrebbe percepire un senso di oppressione e stanchezza.

Durante una ristrutturazione, si può ripensare la distribuzione interna della casa per valorizzare proprio queste dinamiche.

Che cos’è la biofilia? Tutti i vantaggi

Tra i fondamentali dell’architettura del benessere spicca la biofilia, ovvero il legame istintivo tra essere umano e natura. Si crea attraverso l’integrazione degli elementi naturali all’interno degli ambienti domestici, al fine di ridurre lo stress, rafforzare la sensazione di benessere e migliorare l’umore.

Il concetto si può esprimere in modi differenti, tra cui:

  • l’uso di materiali naturali, quali il legno o la pietra;
  • l’inserimento di piante all’interno delle stanze;
  • valorizzare un ambiente attraverso un’ampia vetrata sull’esterno.

Stesso discorso per i suoni, i profumi e le texture che possono richiamare la natura, contribuendo alla creazione di un’atmosfera accogliente e rilassante.

Durante una ristrutturazione, pensare agli spazi in ottica biofilica può significare riprogettare l’ingresso della luce naturale, creare un giardino verticale, oppure aprire la zona giorno su un terrazzo o cortile. Questi interventi, oggi, sono sempre più accessibili grazie a soluzioni come il mutuo per casa da ristrutturare, erogabile oltremodo a stati di avanzamento lavori (SAL), per seguire passo dopo passo l’evoluzione del progetto.

Luce naturale e spazi multifunzionali

La luce naturale è un elemento determinante per l’architettura del benessere, in quanto riduce la necessità di fonti artificiali ed è in grado di regolare i ritmi circadiani. Un ambiente luminoso, per giunta, stimola la produzione di vitamina D e migliora le funzioni cognitive di ogni persona.

Il concetto di architettura del benessere, dunque, pone l’attenzione verso abitazioni flessibili, con spazi multifunzionali che accolgono ogni tipo di necessità, soprattutto le nuove esigenze sviluppate nel corso degli ultimi anni, in periodo post pandemico. Sempre più abitazioni, infatti, richiedono uno studio per lavorare da remoto, seguire lezioni universitarie online o anche solo un angolo tranquillo in cui leggere o meditare.

 

L’articolo Architettura del benessere: come creare spazi che migliorano la qualità della vita proviene da dettagli home decor.

31 Maggio 2025 / / A forma di casa

Il Ficus Benjamin, conosciuto anche come fico piangente, è una delle piante da interno più apprezzate: elegante, resistente e perfetto per arredare con gusto qualsiasi ambiente. Con la sua chioma folta e leggermente ricadente e le foglie che possono essere verdi o variegate a seconda dei gusti, il Ficus Benjamin è perfetto per decorare soggiorni, studi o angoli lettura.

Oltre alla sua bellezza, questa pianta è anche resistente e adattabile. Queste caratteristiche la rendono ideale per chi cerca una pianta decorativa facile da gestire. Come ogni pianta, anche il ficus ha le sue esigenze e può mostrare sofferenza se non viene trattato con le dovute attenzioni.

In questo articolo scritto in collaborazione con Giulia di Verdezio ti racconto tutto quello che c’è da sapere per accogliere al meglio il Ficus Benjamin nella tua casa.

Origini, caratteristiche e curiosità

Originario delle zone tropicali dell’Asia e dell’Oceania, il Ficus Benjamin è una pianta della famiglia delle angiosperma, appartenente alle Moraceae.

In natura può diventare un albero maestoso alto fino a 30 metri, coltivato in appartamento mantiene dimensioni più contenute, diventando una pianta d’arredo raffinata ed elegante.

Ha fusti con corteccia grigio-beige, lievemente arcuati, rami sottili e foglie ovate, acuminate in punta e pendule che conferiscono alla pianta un aspetto delicato. Le foglie del Ficus Benjamin si muovono leggere anche con un piccolo soffio d’aria. È una delle sue particolarità più belle: non è solo decorativa, ma porta vita all’interno dell’ambiente.

Il suo nome scientifico, Ficus benjamina, pare derivi da un’espressione sanscrita legata all’abbondanza. Non a caso, in molte culture asiatiche il ficus è considerato un simbolo di prosperità, saggezza e armonia domestica. In Thailandia, per esempio, viene piantato vicino alle case come portafortuna.

Durante gli anni ’80 e ’90, il Ficus Benjamin ha vissuto un periodo di grande popolarità come pianta da ufficio e da interni borghesi, tanto da diventare quasi un’icona. Oggi è tornato protagonista, contribuendo a creare spazi dalle atmosfere eleganti e ricercate.

Ficus Benjamin variegato

Cura e manutenzione del Ficus Benjamin

Ecco una guida punto per punto per mantenere in forma il tuo Ficus Benjamin, con i preziosi suggerimenti di Giulia.

  • luce – posiziona la pianta in un luogo luminoso, ma non in pieno sole, riparandola dalle correnti d’aria.
  • ambiente – mantieni la pianta a una temperatura costante, tra i 10 e i 25/30 gradi, evitando sbalzi che possono far cadere le foglie. Il Ficus Benjamin preferisce ambienti umidi, con un’umidità relativa tra il 40% e il 60%.
  • acqua – innaffiare in modo moderato e costante, facendo attenzione a non lasciare il terriccio fradicio. In estate si innaffia ogni 4-5 giorni, in inverno ogni 8-10 giorni. Prima di innaffiare, tastare il terriccio con le dita.
  • terriccio – terriccio universale
  • concime – oltre alla concimazione di fondo del terriccio universale, somministrare fertilizzanti liquidi per piante verdi o contenenti ferro in primavera e in estate. Questo aiuta a mantenere le foglie verdi.
  • pulizia – in estate, lavare la chioma durante le ore calde in concomitanza delle bagnature. Nelle stagioni fredde evitare di vaporizzare le foglie.

Problemi frequenti e come risolverli

Se il tuo ficus presenta foglie gialle o macchiate, questo potrebbe essere dovuto ad un annaffiatura non corretta della pianta. Ciò può infatti accadere se la pianta non è ben idratata, ma anche se si eccede con le bagnature.

Altri problemi comuni potrebbero essere causati da afidi, cocciniglia o altri insetti introdotti dagli sbalzi climatici.

piante da interni

Benefici in casa per la salute

I benefici che il Ficus Benjamin può portare all’interno delle mura domestiche sono molteplici.

Addirittura uno studio della NASA ha dimostrato che il Ficus Benjamin può assorbire sostanze inquinanti presenti nell’aria di casa, aiutandoci a respirare meglio ogni giorno. Purifica quindi l’aria assorbendo sostanze inquinanti come formaldeide, benzene e tricloroetilene emesse da detersivi, colle edilizie e traffico urbano. Questa pianta aumenta l’umidità nell’ambiente, aiutando a prevenire la secchezza della pelle e degli occhi, le irritazioni nasali e rende più resistenti ai mali di stagione. Inoltre può migliorare l’umore, favorire il rilassamento e migliorare la concentrazione. Il contatto con la natura e il colore verde brillante delle sue foglie riducono lo stress e l’ansia.

Verde in casa: il Ficus Benjamin e le altre piante da interno

Accogliere un Ficus Benjamin nella propria casa significa scegliere una pianta che unisce estetica e benessere. Le sue foglie leggere, il suo portamento elegante e la sua sorprendente capacità di adattarsi agli spazi rendono questa pianta un vero alleato per chi desidera abitare ambienti più naturali, equilibrati e vivi.

In questo articolo, abbiamo voluto raccontarti non solo come prendertene cura, ma anche come guardarlo con occhi nuovi: una pianta decorativa, che diventa anche una presenza viva e benefica nella tua casa.

Se ami il verde in casa sappi che insieme a Giulia di Verdezio stiamo creando una piccola rubrica dedicata alle piante da interno più amate, con consigli pratici, curiosità e approfondimenti. Questo è il primo di una serie di articoli che troverai nella sezione Home Decor del blog. Su Pinterest potrai trovare le schede riassuntive di tutti gli articoli dedicati alle piante da interno.

Ti aspettiamo lì, per aiutarti a conoscere, scegliere al meglio e imparare a prenderti cura delle piante che rendono la tua casa più bella e più viva.

In collaborazione con Verdezio

L’articolo Le piante da interni: il Ficus Benjamin proviene da A forma di casa.

30 Maggio 2025 / / VestaArredo

Nel mondo del design e della creatività, sono i dettagli a fare la differenza. Spesso ci si concentra sull’impatto visivo generale, sulla funzionalità o sull’estetica di un progetto, dimenticando che l’identità di un brand, la cura artigianale di un prodotto o la coerenza di un packaging passano anche attraverso elementi piccoli ma potentissimi: le etichette personalizzate adesive.

Sì, proprio loro. Quei piccoli adesivi apparentemente secondari sono in realtà il primo contatto tra l’oggetto e chi lo riceve. Sono un biglietto da visita silenzioso, ma anche un sigillo di qualità, un’estensione visiva del brand, uno strumento funzionale che unisce estetica, informazione e praticità.

Chi lavora nel settore creativo, nel design di prodotto, nel packaging, nella creazione di articoli artigianali o nella grafica, sa bene quanto possa essere determinante la scelta dell’etichetta giusta. In questo approfondimento ti guiderò nel mondo delle etichette adesive personalizzate, mostrandoti come diventano protagoniste invisibili di ogni progetto di valore.


Che cosa sono davvero le etichette personalizzate adesive?

Cominciamo dalle basi, ma con uno sguardo da addetti ai lavori. Un’etichetta adesiva è, tecnicamente, un supporto stampato dotato di un adesivo sul retro. Ma quando parliamo di etichette personalizzate adesive, parliamo di prodotti progettati su misura, che rispondono a esigenze precise sia in termini di grafica che di funzionalità.

Non è solo questione di “attaccare un nome” su un oggetto. Parliamo di:

  • valorizzare un packaging;
  • identificare un prodotto;
  • trasmettere l’identità visiva di un brand;
  • fornire informazioni obbligatorie in modo elegante;
  • rendere riconoscibile e unico ogni articolo.

Quando un designer sceglie un’etichetta, sta facendo una scelta progettuale consapevole, esattamente come quando seleziona una palette colori o un carattere tipografico. L’etichetta è parte del progetto, non un’aggiunta.


Perché le etichette adesive personalizzate sono fondamentali nel design

Chi lavora nel design visivo o nella progettazione creativa sa bene che ogni elemento deve parlare la stessa lingua. Le etichette personalizzate adesive permettono di estendere l’estetica del progetto in ogni dettaglio, creando un fil rouge visivo tra il contenuto e il contenitore, tra il messaggio e la sua forma.

Immagina una linea di cosmetici artigianali, con confezioni minimal, vetro satinato e toni naturali. Una semplice etichetta commerciale generica rovinerebbe tutto. Serve un’etichetta in carta naturale, magari con stampa a caldo, con un font coerente al brand e un adesivo che non rovini il materiale. Questo tipo di lavoro richiede scelte sartoriali.

Oppure pensa a un evento creativo, come un market handmade o una fiera del design. Le etichette adesive possono essere usate per:

  • personalizzare buste e pacchetti;
  • distinguere le collezioni;
  • identificare gli espositori;
  • decorare materiali informativi.

Non solo servono a comunicare: diventano parte dell’esperienza.


Un’etichetta, mille funzioni: bellezza e utilità

C’è un concetto molto interessante nel design: la forma che segue la funzione. Le etichette personalizzate riescono a incarnare questo principio in modo perfetto.

Sono belle da vedere, ma anche estremamente funzionali. Non sono mai solo decorative. Al contrario, spesso devono contenere:

  • informazioni obbligatorie (ingredienti, codice a barre, scadenza);
  • istruzioni d’uso;
  • QR code o link a contenuti digitali;
  • messaggi promozionali.

E tutto questo, senza mai infastidire l’occhio. Un’etichetta ben progettata riesce a contenere tutto il necessario con armonia, senza mai appesantire il design complessivo del prodotto.


Materiali e finiture: la materia parla tanto quanto la grafica

Il materiale di un’etichetta non è solo un supporto, ma una scelta espressiva. Carta ruvida o lucida, vinile trasparente, plastica satinata, tessuto adesivo, kraft riciclato: ogni supporto racconta qualcosa.

Nel mondo delle etichette adesive personalizzate, la varietà è infinita. E la combinazione di supporto, tipo di adesivo e finitura finale cambia completamente la percezione del prodotto.

Un’etichetta in PVC lucido con stampa a colori brillanti è perfetta per prodotti tech o sportivi. Una carta kraft naturale con stampa nera è ideale per una linea bio. Una finitura oro a caldo su supporto opaco comunica lusso, raffinatezza, esclusività.

La creatività qui non ha limiti. L’etichetta può essere tagliata in sagome particolari, stampata fronte/retro, dotata di microfori per facilitare l’apertura. Ogni scelta va progettata, non improvvisata.


L’importanza della colla: invisibile ma strategica

Parlare di adesivi nel design significa anche parlare di tecnica. Perché un’etichetta non è solo “bella”. Deve anche funzionare bene.

La scelta del tipo di adesivo è fondamentale. Un’etichetta che si stacca, che lascia residui o che non aderisce alle superfici previste, rischia di rovinare l’intero progetto. Ogni materiale ha la sua “chimica”: il vetro ha esigenze diverse dalla plastica, il cartone da imballaggio è diverso dalla ceramica smaltata.

Esistono adesivi:

  • permanenti (per applicazioni a lunga durata);
  • removibili (per packaging temporanei o riutilizzabili);
  • antimoist (per ambienti umidi o refrigerati);
  • con adesivo alimentare (per prodotti food).

La qualità dell’incollaggio è parte dell’esperienza d’uso. E va studiata con cura.


Etichette e creatività: come personalizzarle davvero

Parlare di “etichette personalizzate adesive” vuol dire molto più che stampare un logo su un rettangolo. Significa progettare un oggetto comunicativo.

Chi lavora nel settore sa quanto la prototipazione sia cruciale. Prima di decidere la versione finale, è fondamentale testare formati, colori, supporti. Le aziende più serie offrono campionature su misura, mock-up, prove di stampa. Questo è essenziale per chi vuole un prodotto davvero unico.

Inoltre, la personalizzazione passa anche dal contenuto dinamico. Oggi molte etichette includono:

  • QR code che portano a video, app, pagine web;
  • numerazione progressiva o codici seriali per il controllo;
  • nomi personalizzati (per eventi, wedding, collezioni);
  • sistemi anti-contraffazione o tracciabilità.

In questo modo, l’etichetta non è solo un decoro, ma un veicolo interattivo.


L’etichetta come estensione del brand

Nel branding, ogni punto di contatto è un’occasione per rafforzare la relazione con il cliente. Le etichette adesive personalizzate sono uno di questi punti. Se ben fatte, possono:

  • aumentare il valore percepito del prodotto;
  • creare riconoscibilità immediata;
  • raccontare una storia in pochi centimetri quadrati.

Pensiamo al successo dei brand che curano ogni dettaglio: dal packaging alla customer experience. Il cliente nota quando tutto è coerente, quando anche l’etichetta è pensata. E questo crea fidelizzazione.


Dove si usano le etichette adesive personalizzate?

Nel design e nella creatività, davvero ovunque. Alcuni esempi pratici:

  • Packaging di prodotti artigianali
  • Collezioni di moda e accessori
  • Eventi, mostre, allestimenti temporanei
  • Produzioni handmade, hobbistica, Etsy store
  • Wedding stationery, bomboniere, segnaposti
  • Edizioni limitate di libri, dischi, oggetti d’arte

Ovunque ci sia un oggetto da firmare, personalizzare, proteggere o raccontare, c’è spazio per un’etichetta adesiva.


Conclusione: il piccolo dettaglio che lascia il segno

In un mondo dove tutto è visivo, veloce, competitivo, l’attenzione al dettaglio è ciò che distingue i progetti buoni da quelli memorabili. Le etichette personalizzate adesive sono un concentrato di tecnica, estetica e strategia. Un microcosmo in cui il design si esprime con precisione chirurgica.

Che tu sia un grafico freelance, un artigiano, un brand emergente o un professionista della comunicazione, non sottovalutare il potere di un’etichetta ben fatta. È il tuo segno, il tuo stile, il tuo modo per restare impresso.

Esplora tutte le possibilità, dai materiali più sofisticati alle soluzioni più green. Testa, sperimenta, osa. Perché alla fine, anche se piccola, un’etichetta può raccontare tutto di te.

L’articolo Etichette personalizzate adesive: l’arte invisibile che firma ogni creazione proviene da Vestarredo.

29 Maggio 2025 / / La Gatta Sul Tetto

La cucina è da sempre il cuore della casa, un ambiente che unisce funzionalità e convivialità. Progettare una cucina di design significa bilanciare estetica e praticità, al fine di creare uno spazio che rifletta il proprio stile e resista alla prova del tempo. La scelta e l’abbinamento di materiali e finiture rappresentano un aspetto primario di questo processo, capace di definire il carattere dell’intero ambiente.

Estetica e funzionalità in cucina

La sfida nel progettare una cucina moderna risiede proprio nell’armonizzare l’aspetto visivo con la necessità di avere superfici resistenti, facili da pulire e adatte alle attività quotidiane. I materiali che scegliamo per piani di lavoro, ante, schienali e pavimenti interagiscono tra loro non solo a livello cromatico, ma anche per texture e percezione tattile. Un accostamento ben pensato eleva il design e migliora l’esperienza d’uso.

Trovare l’armonia: abbinamenti di materiali e finiture per una cucina unica

Per creare una cucina dal forte impatto estetico e dalla grande personalità, un principio guida consiste nel non temere di accostare elementi diversi. L’equilibrio si trova nel contrasto studiato o nell’armonia sottile. Si può bilanciare la freddezza di un metallo con il calore del legno, oppure la lucentezza di una finitura laccata con l’opacità materica di un laminato Fenix. 

Per trovare le soluzioni migliori per le proprie cucine, esplorare le infinite possibilità di materiali e finiture disponibili si rivela un passaggio stimolante e produttivo.

I Materiali protagonisti: superfici da esplorare

Ogni materiale porta con sé caratteristiche uniche. Il legno, nelle sue diverse essenze e trattamenti, conferisce calore e naturalità. Le pietre naturali come granito e marmo donano prestigio e unicità, sebbene richiedano attenzioni specifiche; i quarzi ricomposti offrono alta resistenza e varietà di colori. Il laminato rappresenta una soluzione versatile e resistente, disponibile in moltissime texture e colori. Materiali innovativi come Fenix NTM presentano superfici opache, setose al tatto e con proprietà anti-impronta. L’acciaio inossidabile, professionale e igienico, si presta bene per piani di lavoro e schienali. Il vetro, laccato o temperato, aggiunge un tocco di leggerezza e modernità, spesso usato per ante o paraschizzi.

Consigli pratici per abbinamenti riusciti

Un approccio efficace consiste nel definire un materiale o una finitura dominante e poi scegliere gli altri elementi per contrasto o armonia. Ad esempio, una cucina con ante in finitura legno naturale si abbina bene con un piano di lavoro in quarzo o laminato effetto pietra chiara per contrasto, o con un piano in legno scuro per armonia. Una cucina laccata opaca bianca o grigia permette accostamenti più audaci per il piano di lavoro, magari in Fenix colorato o in acciaio. Considerare sempre la destinazione d’uso delle superfici: il piano di lavoro, sottoposto a usura, richiede un materiale robusto e facile da pulire; le ante possono permettere scelte più audaci in termini di finitura.

Oltre l’estetica: durata e manutenzione

Quando si abbinano materiali e finiture, considerare la loro durata e la facilità di manutenzione è essenziale per accertarsi che la cucina mantenga il suo splendore nel tempo. Informarsi sulle caratteristiche specifiche di ciascun materiale e sulle pratiche di pulizia consigliate aiuta a fare scelte informate che coniughino bellezza e praticità nel lungo periodo.

In conclusione, la progettazione di una cucina di design passa attraverso la selezione ponderata e l’abbinamento armonioso di materiali e finiture. È un processo che unisce creatività e attenzione ai dettagli, per realizzare uno spazio che sia efficiente, bello e perfettamente in linea con chi lo vive ogni giorno.

28 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel cuore della Laguna di Venezia, di fronte a Piazza San Marco, l’Isola di San Servolo scrive un nuovo capitolo della sua storia millenaria con un progetto che unisce natura, design e architettura sostenibile. Protagonista di questa trasformazione è Mario Cucinella Architects, lo studio guidato da Mario Cucinella, noto per il suo approccio poetico e attento all’ambiente.

vista aerea dell'anfiteatro sostenibile sull’Isola di San Servolo progettato da Mario Cucinella Architects

Un luogo che rinasce tra cultura, innovazione e design

Da ex convento a manicomio, fino a diventare oggi un centro pulsante di cultura e ricerca, San Servolo è da oltre vent’anni un punto di riferimento internazionale. Grazie all’azione di San Servolo srl – società partecipata della Città metropolitana di Venezia – l’isola è al centro di un ampio progetto di riqualificazione che punta su sostenibilità, design e creatività.

Tra le iniziative di spicco c’è VID – Venice Innovation Design, evento nato nel 2018 che ha avviato numerosi interventi, dagli spazi congressuali rinnovati alle installazioni fotovoltaiche che oggi coprono il 30% del fabbisogno energetico dell’isola.

Il progetto di Mario Cucinella Architects: un anfiteatro che fiorisce nella Laguna

Nell’ambito della 5ª edizione di VID, Mario Cucinella ha presentato il progetto “Un Fiore a San Servolo”. Si tratta di un anfiteatro scolpito nel paesaggio, con forme fluide che ricordano una corolla, aperta verso la luce e la bellezza della laguna. L’architettura diventa parte integrante della natura, offrendo uno spazio aperto alla cittadinanza, pensato per accogliere performance artistiche, eventi teatrali e musicali.

progetto “Un Fiore a San Servolo" di Mario Cucinella Architects

Architettura sostenibile e sinergie virtuose

Il progetto è frutto di una collaborazione sinergica tra il team di MCA e numerosi partner. Tra questi Erratic srl, che ha fornito una stampante 3D per la realizzazione di componenti innovativi, e aziende come 7 Solution, Abet Laminati, Global Power Service e Pieces of Venice. Un vero esempio di co-progettazione sostenibile, in cui materiali e tecnologie green si fondono con la visione architettonica.

Inaugurazione e celebrazioni

L’inaugurazione ufficiale si é svolta lo scorso 23 maggio 2025, in concomitanza con una manifestazione organizzata da FederlegnoArredo, che festeggia sull’isola i suoi 80 anni. L’evento è stato impreziosito da un monologo dell’attore Giancarlo Giannini, in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.

Isola di San Servolo nel cuore della Laguna di Venezia

San Servolo: isola della conoscenza e della creatività

L’anfiteatro si inserisce in un contesto vibrante. San Servolo ospita ogni anno oltre 100 eventi culturali, ed è sede di realtà prestigiose come VIU – Venice International University, la Neuroscience School of Advanced Studies, il Centro Sperimentale di Cinematografia e il nuovo Oceanographic Center in Venice, promosso dall’UNESCO.

In sintesi

Il progetto firmato Mario Cucinella Architects non è solo un’opera architettonica, ma un simbolo di rigenerazione, cultura e sostenibilità. Un “fiore” che sboccia nel cuore della laguna, pronto a diventare un nuovo polo di attrazione per arte, architettura e giovani talenti.

 

L’articolo Mario Cucinella Architects firma un anfiteatro sostenibile sull’Isola di San Servolo proviene da dettagli home decor.

28 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel cuore di Bari, StudioTandem Architetti realizza un progetto d’interni che interpreta con sensibilità l’abitare contemporaneo, dando vita a un appartamento dove convivono armoniosamente due anime distinte: una orientata al minimalismo nordico, l’altra ricca di contaminazioni vintage ed eclettiche. Il risultato è un ambiente sofisticato e autentico, dove ogni elemento, dalla distribuzione spaziale alla scelta dei materiali, concorre alla costruzione di un’identità stilistica unica e bilanciata.

Vista del soggiorno open space con parquet in noce e arredi minimal

Un progetto su misura: funzionalità e atmosfera

L’intervento si è concentrato su una pianta esistente, completamente ripensata per rispondere alle esigenze dei proprietari e valorizzare al massimo la vivibilità degli spazi. La distribuzione interna è stata riorganizzata attraverso la demolizione e ricostruzione di partizioni murarie, con l’obiettivo di ottenere una zona giorno fluida, un bagno di servizio aggiuntivo e una zona notte più funzionale.

Il fulcro dell’abitazione è rappresentato dall’area giorno, concepita come un continuum visivo tra soggiorno, pranzo e cucina. Ampie aperture tra gli ambienti garantiscono permeabilità visiva e spaziale, favorendo una sensazione di apertura e leggerezza. La cucina, caratterizzata da una mensola a tutta lunghezza al posto dei pensili tradizionali, assume un ruolo operativo senza rinunciare al comfort estetico. Un serramento su misura porta luce naturale in abbondanza, rendendo l’ambiente accogliente e luminoso.

Tra cucina e soggiorno, una parete filtro – più che un vero e proprio divisorio – definisce le funzioni senza interrompere la continuità. Una soluzione che rispecchia l’approccio progettuale dello studio: pratico ma mai banale.



L’anima materica del progetto di StudioTandem: il parquet in noce Woodco

Elemento chiave del progetto è il pavimento in parquet Woodco in Noce Naturale, posato a spina ungherese. Lontano dal semplice ruolo di rivestimento, il parquet diventa protagonista del racconto architettonico: materia viva, calda, che definisce il tono dell’intero progetto. Con le sue sfumature bruno-dorate e la venatura ricca di carattere, dona profondità e movimento agli spazi, mettendo in risalto i volumi e dialogando con gli arredi.

La posa a spina ungherese, scelta per la sua eleganza senza tempo, rappresenta il punto d’incontro tra i due stili apparentemente distanti dei committenti. Da un lato, il rigore geometrico conquista l’anima minimalista; dall’altro, la matericità calda del legno appaga il gusto più eclettico e vintage. La superficie, spazzolata e rifinita con vernice extra opaca ad alta resistenza, assicura durata e bellezza nel tempo, contribuendo a un’estetica coerente e sofisticata.



La zona notte: intimità e design funzionale

Nella zona notte trova spazio una camera padronale dotata di bagno en suite e cabina armadio. Qui, una parete retroilluminata a mezza altezza funge da testiera del letto e da supporto tecnico per un videoproiettore, integrando estetica e funzione con discrezione scenografica.

La scelta di materiali, colori e finiture contribuisce a creare un’atmosfera intima e raffinata, in cui il bianco delle pareti e le superfici neutre diventano cornice ideale per valorizzare gli arredi selezionati.



Stile nordico ed eclettismo vintage: un incontro equilibrato

StudioTandem Architetti riesce nell’intento di far dialogare due visioni stilistiche in un’unica narrazione. Il minimalismo nordico si traduce in geometrie pulite, colori neutri e funzionalità, mentre l’anima eclettica emerge attraverso dettagli rétro, scelte cromatiche ponderate e un’attitudine curiosa alla decorazione.

Il progetto dimostra che è possibile far convivere ordine e memoria, essenzialità e carattere, creando un linguaggio visivo coerente ma dinamico. Gli ambienti non sono mai rigidi, ma fluidi e accoglienti, in grado di evolvere nel tempo secondo le esigenze di chi li abita.


Conclusioni: StudioTandem firmauna casa che racconta chi la vive

Secondo Lorenzo Loiacono e Francesco Passaquindici, fondatori dello StudioTandem, la sfida principale è stata quella di conciliare due estetiche contrastanti. “La chiave è stata il parquet in noce, elemento trasversale e narrativo, che ha saputo unire il tutto in modo armonico,” spiegano gli architetti.

Il progetto si rivela così un perfetto esempio di come l’interior design possa diventare espressione personale, superando la mera funzione estetica per raccontare storie, emozioni e visioni del vivere quotidiano.

Scheda progetto 

Realizzazione: ristrutturazione appartamento privato

Località: Bari

Anno di ultimazione: 2024

Superficie: 90mq circa

Progetto architettonico e d’interni: StudioTandem Architetti 

Finiture e arredobagno: Quartarella

Pavimento in legno: Woodco, parquet in Noce Naturale nel formato spina ungherese 52

Fotografie: Pierangelo Laterza

 

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28 Maggio 2025 / / Dettagli Home Decor

L’acquisto di una seconda casa rappresenta una decisione patrimoniale rilevante, spesso motivata da esigenze di vacanza, investimento o diversificazione immobiliare. Rispetto alla prima abitazione, comporta una serie di implicazioni economiche, fiscali e burocratiche che è indispensabile valutare con attenzione prima di sottoscrivere qualsiasi impegno contrattuale. La differenza di trattamento normativo tra prima e seconda casa, infatti, non si limita all’ambito delle agevolazioni fiscali, ma si estende a imposte, spese di gestione e obblighi documentali.

seconda casa con piscina in giardino
immagine Depositphotos

Scelte consapevoli: località, finalità e sostenibilità economica

La prima valutazione deve riguardare la destinazione d’uso: uso personale o investimento. Nel primo caso, la scelta sarà influenzata da fattori emotivi e pratici, come la prossimità ai luoghi di interesse, la qualità dell’ambiente circostante e la disponibilità di servizi. Nel secondo, entrano in gioco elementi di redditività, come la domanda locativa, la stagionalità e la sostenibilità fiscale dell’investimento. In entrambi i casi, è cruciale stimare il costo totale, includendo spese notarili, imposte d’acquisto, eventuali interventi di ristrutturazione e costi annuali di gestione.

Regime fiscale e imposte applicabili

Uno degli aspetti più rilevanti da approfondire riguarda la tassazione. L’acquisto di una seconda casa non beneficia delle agevolazioni previste per l’abitazione principale. Di conseguenza, le imposte da versare sono più elevate: se si acquista da un privato, l’imposta di registro è pari al 9% del valore catastale (che viene rivalutato in base a un moltiplicatore); se si acquista da un’impresa costruttrice, si applica l’IVA al 10% (22% in caso di immobili di lusso), più imposta di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa.

Informazioni dettagliate e aggiornate possono essere consultate sul sito dell’Agenzia delle Entrate, dove è disponibile una sezione dedicata all’acquisto di una casa e alle relative imposte, che rappresenta un riferimento fondamentale per comprendere il carico fiscale legato all’operazione.

Costi di gestione: manutenzione, tasse e assicurazione

La proprietà di una seconda casa implica anche oneri di lungo periodo. L’IMU (Imposta Municipale Unica), che non si applica alla prima casa, è dovuta sulla seconda casa con aliquote variabili stabilite dai singoli comuni. Anche la TARI (Tassa sui Rifiuti) è in genere più elevata, poiché l’abitazione è considerata non abitata stabilmente. A queste si aggiungono le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, eventuali oneri condominiali e la necessità di assicurare l’immobile.

In quest’ottica, le cose da sapere sull’assicurazione per la seconda casa sono numerose e complesse. È importante valutare non solo la copertura per danni da incendio, eventi atmosferici e responsabilità civile, ma anche garanzie opzionali come il furto, soprattutto se l’immobile resta vuoto per lunghi periodi. Alcune polizze specifiche per seconde case offrono clausole particolari per coprire i rischi connessi all’affitto stagionale o a eventuali atti vandalici. Il confronto tra più proposte assicurative, anche tramite consulenza professionale, può ridurre significativamente l’esposizione a eventi imprevisti.

Vincoli normativi e aspetti notarili

Dal punto di vista giuridico, l’acquisto comporta obblighi che non possono essere sottovalutati. Il ruolo del notaio, in particolare, è cruciale non solo per il rogito ma anche per le verifiche preliminari: conformità catastale, libertà da vincoli o ipoteche, regolarità urbanistica. È anche necessario verificare eventuali limiti alla destinazione d’uso dell’immobile, come nel caso di edifici storici, rurali o sottoposti a vincoli paesaggistici.

Inoltre, chi ha già usufruito delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa e desidera accedere nuovamente a tali benefici su un nuovo immobile, dovrà vendere il primo entro dodici mesi dal nuovo acquisto. In caso contrario, non solo decade il diritto alle agevolazioni, ma si è soggetti a sanzioni e al versamento delle imposte non versate all’epoca.

Prospettive d’investimento e redditività

Quando la seconda casa è destinata alla locazione – sia essa turistica, breve o a lungo termine – è fondamentale valutare l’attrattività del territorio, la regolamentazione comunale in materia di affitti brevi e l’andamento del mercato immobiliare locale. Le rendite derivanti dalla locazione sono tassate secondo due modalità: la cedolare secca (21% o 10%) o il regime IRPEF ordinario. La scelta del regime fiscale può incidere notevolmente sulla convenienza dell’investimento, ed è consigliabile farsi assistere da un consulente fiscale per l’analisi di convenienza.

 

 

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28 Maggio 2025 / / Maconi

Quando si pensa a come arredare l’ingresso di case piccole, spesso ci si concentra solamente sul massimizzare la funzionalità dello spazio intorno alla porta d’entrata. Dove appoggiare le chiavi? Dove mettere le scarpe, le borse e le giacche?

Tuttavia, l’ingresso è molto di più: è il biglietto da visita della propria abitazione, il primo spazio che viviamo rientrando e l’ultimo che attraversiamo prima di uscire.

Arredarlo nella maniera più adeguata diventa fondamentale, soprattutto quando i metri quadrati a disposizione sono pochi. Per queste ragioni, un mobile da ingresso multifunzione, con scarpiera e specchio integrati, può rappresentare non solo un’idea, ma la soluzione migliore per un ambiente da non sottovalutare.

Prosegui nella lettura per saperne di più sui mobili da ingresso con specchio e vano scarpe e scopri come possono tornare utili nell’ingresso della tua casa.

 

 

 

Dove collocare i mobili da ingresso multifunzione?

Non tutti gli ingressi sono uguali. Oltre a chi può godere di maggior spazio per arredare con più libertà, c’è anche chi ha un corridoio stretto, chi un piccolo angolo tra la porta e il soggiorno e chi si trova a dover fare i conti con la porta d’entrata che si apre direttamente sull’open space di un monolocale.

I mobili da ingresso multifunzione con specchio, scarpiera e appendiabiti integrati sono versatili e capaci di inserirsi in diversi contesti, ma dove metterli?

 

 

Le versioni più compatte possono essere sistemate lungo la parete del corridoio, senza intralciare il passaggio. Se l’ingresso è più aperto, si può creare una vera e propria zona attrezzata, magari con un mobile contenitore sotto lo specchio e una scarpiera affiancata. Se invece lo spazio a disposizione è davvero ridotto, l’unica alternativa è quella di sfruttare l’angolo a fianco della porta d’entrata con contenitori alti e stretti, capaci di sfruttare al meglio anche lo spazio in verticale.

 

 

 

Mobili da ingresso modulari: una soluzione su misura

Una delle caratteristiche più interessanti dei mobili multifunzione è rappresentata dalla loro componibilità.

 

 

Mobili ingresso con specchiera e scarpiera, composizioni che prevedono anche vani appendiabiti e contenitori a giorno, o cassetti dove riporre le chiavi una volta rientrati a casa.
Ogni arredo prevede diverse configurazioni che si rivelano più o meno indicate a seconda dello spazio a disposizione.

 

 

Tra le varie opzioni è anche possibile scegliere le finiture dei piani, delle spalle e delle ante. In ambienti moderni dove prevalgono i toni neutri e chiari, il melaminico bianco o grigio si sposa alla perfezione. Per locali più caldi ed eleganti dove il colore naturale del legno spicca, il melaminico nei colori noce od olmo si lega all’atmosfera della casa.

 

Mobili da ingresso con specchio: più luce e spazio percepito

Avere uno specchio all’ingresso non è solo una scelta estetica, perché permette di dare un’ultima controllata al proprio outfit prima di uscire, ma soprattutto è in grado di riflettere la luce naturale e quella artificiale, rendendo così l’ambiente più luminoso, ampio e arioso.

 

 

I mobili da ingresso dotati di specchiera sono un trucco d’arredo semplice ed efficace, soprattutto in spazi piccoli.

 

 

Uniti ad un elemento scarpiera o ad un vano appendiabiti fanno trasparire un effetto visivo ancora più armonico che si inserisce nell’ingresso di casa in modo discreto, elegante e funzionale.

 

Mobili da ingresso con scarpiera integrata

Le scarpe sono tra gli oggetti che spesso vengono lasciati vicino alla porta d’entrata creando disordine nella zona dell’ingresso.

 

 

Un mobile con scarpiera integrata permette di tenere le calzature di tutta la famiglia in ordine e fuori dalla vista, senza il bisogno di doverle spostare ogni volta.

 

 

Le soluzioni Maconi offrono vani capienti anche in versioni salvaspazio, con ante a ribalta o apertura push-pull. Alcune hanno anche ripiani regolabili per ospitare diversi tipi di calzature, dalle sneakers agli stivaletti. In più, il design essenziale le rende facili da abbinare a qualsiasi stile d’arredo.

Il risultato? Un ingresso ordinato, funzionale e sempre pronto ad accogliere chi entra in casa.

 

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Rivenditori Italia Maconi