18 Giugno 2020 / / Blog Arredamento

Non bisogna essere esperti del settore per constatarlo: il gres porcellanato effetti legno è la grande tendenza del momento.

Perfetta imitazione del parquet, ottima alternativa alle piastrelle in legno naturale, il gres è un materiale versatile e all’avanguardia, che presenta ottimi vantaggi in termini di costo, manutenzione e adattabilità.

Ma prima di entrare nello specifico, partiamo dal principio: scopriamo cos’è il gres e come si realizza.

Gres effetto legno Tawney Boak Italgres

Cos’è il gres porcellanato?

Il grès, o gres, è un tipo di ceramica a pasta compatta e dura, ottenuto dall’impasto di argille, sabbia e minerali (quarzo e feldspati). Se si parla di gres porcellanato, allora bisogna aggiungere all’elenco anche una percentuale di caolino, pietra bianca impiegata nella produzione delle porcellane.

I componenti selezionati vengono macinati e atomizzati per ottenere una polvere finissima, che sarà successivamente pressata e cotta ad alte temperature per innescare un processo di vetrificazione della miscela.

Dall’operazione di cottura ne risulta un materiale resistente, non poroso, igienico e senza emissioni di particelle volatili, che darà vita a piastrelle adatte a rivestire sia gli esterni che gli interni.

Gres porcellanato: modelli, formati, trattamenti

Quanto a classificazioni, nemmeno il gres sfugge alle innumerevoli etichettature del mercato, che ne crea tante tipologie quante sono le varianti in commercio.

In base alla forma delle piastrelle, per esempio, il gres è venduto in formato quadrato o rettangolare, lastroni lunghi e stretti o forme poligonali, soprattutto esagoni, declinati in numerose dimensioni (compresi i grandi formati). Anche lo spessore diventa un fattore discriminante: oltre alla dimensione standard, esistono i cosiddetti formati spessorati (maggiori di 20 mm) e gli ultra-sottili (alti fino a 5 mm).

A seconda del trattamento, si distingue tra:

  • gres porcellanato naturale: non trattato, leggermente irregolare e ruvido al tatto
  • gres porcellanato lappato: subisce una lieve levigatura della superficie, che però non rende la piastrella lucida
  • gres porcellanato lucidato: la superficie del materiale è levigata per ottenere un effetto liscio e riflettente
  • gres porcellanato smaltato: sottoposto ad un’operazione di smaltatura, anche digitale, che riproduce l’aspetto di materiali come il marmo, il cemento, la pietra o il legno.

Gres effetto legno Walnut Tobacco Italgres

Questioni di estetica: il gres effetto legno

L’effetto legno è una speciale variante di gres porcellanato che dimostra il grado di innovazione tecnologica raggiunto nella produzione dei rivestimenti. Nella fattispecie, questo tipo di gres si pone come imitazione del legno naturale, di cui riproduce l’aspetto, i colori e le essenze.

Estremamente versatile nell’utilizzo, lo è anche nelle finiture. Al giorno d’oggi, le tipologie di gres ad effetto legno sono così tante che, in fase di avanscoperta prima e di decisione poi, ci si troverà a fronteggiare un buon numero di varianti.

Partiamo dalla distinzione più semplice, quella dei colori. I più in voga restano il beige, il marrone e il grigio, tinte classiche e senza tempo declinate in tutte le sfumature possibili. Godono di una certa fama anche i gres bianchi o neri, di particolare tendenza in ambienti moderni e minimal.

Tipi di finiture e colori per il gres effetto legno

Poi, si passa alle finiture vere e proprie. Dall’effetto naturale, che riscuote sempre un grande successo, al rustico o al decapato, il gres effetto legno ha un potere decorativo davvero eccellente. Ciò che lo rende così speciale – e apprezzato – è senza dubbio la fedeltà con cui sono riprodotte le venature, i nodi, le texture e le naturali imperfezioni tipiche della materia viva.

Il minuzioso processo di imitazione, al limite dell’iperrealismo, è tale da poter riprodurre anche essenze diverse. In fase di scelta, dunque, sarà possibile incappare in effetti rovere, noce, larice oppure olmo, proprio come se si trattasse di legno vero.

Meglio il gres o il parquet?

Ed eccoci giunti al nocciolo della questione: cosa è meglio scegliere tra gres effetto legno e parquet? Premettendo che sui gusti personali non si discute, cerchiamo di capire quali sono i vantaggi e gli svantaggi che emergono dal confronto tra i due materiali.

I vantaggi del gres effetto legno

  • alto grado di durevolezza, stabilità e immutabilità
  • ottima resistenza all’usura, all’abrasione, al calpestio, al fuoco, all’umidità
  • pulizia facile e veloce
  • manutenzione ordinaria e semplice
  • ottima adattabilità agli ambienti esterni o umidi (bagno, cucina)
  • estrema versatilità di formati, dimensioni, spessori
  • resa estetica eccezionale, anche nell’imitazione di materiali nobili come legno e marmo

Gli svantaggi del gres effetto legno

  • scarso isolamento acustico e termico
  • rigidità e freddezza della superficie
  • suscettibilità agli urti

I vantaggi del parquet

  • materia viva, naturale, autentica
  • ottimo isolamento acustico e termico
  • creazione di decori e motivi inediti
  • possibilità di ripristinare l’aspetto originale tramite levigatura
  • estetica senza tempo, sempre attuale

Gli svantaggi del parquet

  • manutenzione straordinaria da parte di personale specializzato
  • non adatto ad ambienti esterni o umidi
  • poco adatto a zone con calpestio frequente
  • scelta poco eco-sostenibile

Tirando le somme, dunque, il gres effetto legno si pone come perfetta alternativa ai pavimenti in legno naturale, a cui non ha nulla da invidiare. Anzi: c’è chi, davanti ad un lastrone di gres e di parquet, sembra non riuscire ad individuare quale sia quello vero.

Ma c’è un ultimo punto da valutare, forse il più atteso di tutti: il costo.

A conti fatti, il gres è più economico del parquet, ma per questo non meno valido. Durevole, resistente, pratico da usare e bello da vedere, non avrà forse quel calore che solo il legno può donare, ma di certo è un campione nel rapporto qualità-prezzo.

Gres effetto legno Oak Ginger Italgres

Pavimenti in gres effetto legno: come scegliere quello giusto

Che si tratti di una casa nuova o di un appartamento in ristrutturazione, quella dei rivestimenti è una scelta (quasi) per la vita. Per questo motivo, il consiglio è di affidarsi ad esperti del settore che possano, con la loro consulenza, guidare al meglio verso la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Uno fra tutti, Italgres, azienda portabandiera del Made in Italy che con il suo outlet di gres online propone una gamma di rivestimenti (non solo ad effetto legno!) dei migliori marchi italiani, con offerte e prezzi molto interessanti.

17 Giugno 2020 / / Blog Arredamento

Al giorno d’oggi sono sempre di più le persone che scelgono di affidarsi ad una ditta professionale per effettuare il trasloco, non solo per evitare di avere pensieri e di farsi sopraffare dallo stress ma anche perché le tariffe sono assolutamente oneste. Se consideriamo quanto verrebbe a costare fare tutto in autonomia, alla fine vale effettivamente la pena affidarsi a dei professionisti, specialmente se si vive nella Capitale. Le ditte di traslochi a Roma che offrono servizi di qualità sono infatti diverse ed i prezzi che propongono non sono per nulla esagerati, anzi.

Per avere una stima di quello che si andrebbe a spendere affidandosi ad una ditta specializzata però occorre considerare alcuni fattori, perché il prezzo totale dipende da molte variabili. Vediamo dunque quali sono gli aspetti che incidono maggiormente sul costo di un trasloco professionale nella Capitale.

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Tipologia di servizio e formula

Le migliori ditte di traslochi a Roma permettono di scegliere tra varie formule, che hanno costi differenti perché comprendono una serie di servizi diversi. Il primo fattore che incide quindi sul preventivo finale è sicuramente questo. Se si necessita solamente del trasporto, del carico e dello scarico della merce si va a spendere meno mentre se si desidera un servizio completo che comprende anche lo smontaggio dei mobili, l’imballaggio dei suppellettili e via dicendo il costo aumenta, seppur di poco in proporzione. Bisogna comunque precisare che le varie formule hanno prezzi vantaggiosi, perché comprendono una serie di servizi che pagati singolarmente verrebbero a costare molto di più. Vale quindi sempre la pena optare per un pacchetto.

Dimensioni ed ubicazione dell’appartamento

Un altro fattore che incide sul preventivo finale di un trasloco professionale è la metratura dell’appartamento. Naturalmente, una casa di 100 metri quadrati necessita di maggior tempo e di più personale rispetto ad un monolocale di 50 mq. La spesa è dunque proporzionata.

Allo stesso modo, un appartamento che si trova ad un piano alto all’interno di un condominio risulta più scomodo da sgomberare quindi anche questo è un fattore che influenza il prezzo.

Necessità di piattaforme aeree e montacarichi

Un’altra variabile che incide sul preventivo finale è la necessità di una piattaforma aerea, che spesso si rivela indispensabile per poter trasportare mobili ingombranti che non passano attraverso il vano scale al di fuori dell’appartamento. Le migliori ditte di Roma sono dotate di questo tipo di strumentazione o hanno comunque delle convenzioni quindi riescono a proporre dei prezzi più che onesti. Se invece si deve noleggiare una piattaforma aerea in autonomia, si spende sicuramente molto di più.

Distanza tra i due edifici

La distanza tra la vecchia e la nuova casa è un altro fattore che incide sul preventivo finale naturalmente, perché i costi del trasporto dipendono proprio da questo. È naturale che se ci sono da percorrere pochi chilometri si spende molto meno e questo accade anche se si decide di fare tutto in autonomia. Le migliori ditte di trasloco della Capitale generalmente applicano una tariffa unica entro un certo raggio, mentre oltre i 100 km di distanza bisogna sostenere una spesa aggiuntiva.

27 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

La quarantena imposta dal Coronavirus ha risvegliato nuove esigenze negli italiani che si sono dati allo shopping di elettrodomestici.
Italiani: gente che si riesce a reinventare e adattare a qualunque circostanza. Per questo, anche durante questo lockdown non si sono buttati giù, ma hanno resistito. In che modo? Non si poteva uscire, non si potevano incontrare familiari e amici, che fare? C’era chi cantava dai balconi, chi dipingeva arcobaleni con la scritta “andrà tutto bene” e chi, mano al pc, comprava elettrodomestici. Secondo i dati diffusi da Idealo (portale internazionale di comparazione prezzi leader in Europa) gli italiani non riescono a rinunciare ai propri hobby, anzi, ne inventano dei nuovi, investendo sempre nelle passioni.

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Le ricerche online degli italiani in quarantena

Cosa hanno cercato gli italiani per passare il tempo? nel corso dell’ultimo mese sono aumentate del +488,9% le ricerche online di articoli per la cura delle piante, ma anche di macchine da cucire (+316,0%), articoli per la cucina (+223,0%), eBook-reader (+203,8%), prodotti di food e beverage (+125,3%) e giochi e prodotti per l’infanzia (+69,8%).

Quali sono gli elettrodomestici preferiti?

Ovviamente, non tutti hanno deciso di sostituire il proprio forno o frigorifero: sono elettrodomestici costosi, ingombranti e difficili da smaltire durante una reclusione forzata. Quindi, per la maggiore sono andati i piccoli elettrodomestici, in particolare quelli inerenti alla cucina – è noto a tutti che il virus ha risvegliato l’animo chef di ognuno di noi! Mentre sugli scaffali ogni grammo di lievito di birra è esaurito, gli italiani acquistavano macchine per il pane, gelatiere, bilance e robot da cucina, ma anche piastre per cialde e sandwich, affettatrici, mini forni, mixer e frullatori.

Attenzione alle riparazioni fai da te

Ovviamente, all’aumento degli elettrodomestici in casa, aumenta anche la probabilità di guasti che ci potrebbero essere. Troppe volte, però, abbiamo pensato di poter riparare da soli la lavatrice, il forno o il tostapane, risultato? L’abbiamo cestinato perchè il danno fatto da noi superava di gran lunga il malfunzionamento. Per questo è importante rivolgersi a chi si è specializzato nel settore per farne il suo mestiere, ad esempio potremmo rivolgerci al servizio assistenza elettrodomestici offerto da SulSicuro, per non sbagliare e non dover rimettere mano diverse volte al nostro elettrodomestico.

Cosa ci interessa oltre la cucina

Una nuova attenzione è andata anche ai videogame e alle console di gioco, ma anche ai droni e accessori vari, utilizzati in particolare per fotografare per ricordare sempre le città vuote, i monumenti e luoghi di interesse deserti. Con le scuole chiuse e tutti i bimbi a casa, il nostro focus è andato spesso su giocattoli – sia da utilizzare in casa che in giardino – e prodotti per l’infanzia di vario genere. Non tutti hanno bambini! Sono molte le coppie che hanno trascorso la quarantena come un lungo viaggio di nozze, aumentando del 5% circa la ricerca di sextoys e protezione. Chissà cosa accadrà nel momento in cui si tornerà alla normalità, se continueremo ad “amarci”, ad avere tante attenzioni per i più piccoli o se continueremo a cucinare in maniera compulsiva come se ci stessimo preparando ancora per una finalissima di Masterchef!

26 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

Quali sono le più recenti e innovative tendenze d’arredo per la camera da letto consigliate dagli esperti di interior design? Abbiamo fatto una ricerca sui migliori consigli per arredare l’area notte di casa ed ecco i nostri consigli selezionati per abbinare gli ambienti con gusto e stile. Abbiamo selezionato quelli più amati dagli esperti e non vediamo l’ora di svelarteli tutti!

Spazi pratici

Lo spazio, oggi più che mai, deve essere pratico. Molti spiegano questa tendenza in correlazione con un recente cambio di attenzione verso la sostenibilità e, per questo, le case più alla moda sono arredate con complementi minimali. Questo rende le abitazioni facili da pulire, pratiche da vivere e confortevoli per la mente. È stato dimostrato, infatti, che un ambiente ordinato favorisca il buon umore, la concentrazione e la produttività. Per questo in camera la scelta prediletta è il letto alla francese, sia 140×190 che matrimoniale, con il suo capiente contenitore. L’organizzazione degli spazi in ottica minimale, infatti, passa soprattutto per gli organizer nascosti.

Forme geometriche

Come decoriamo le stanze da notte? La tendenza più popolare vede come protagoniste indiscusse le decorazioni a forme geometriche che trovano spazio sui muri, sulla biancheria, sui tendaggi e perché no, anche sui pavimenti. Il 2020 è l’annata di spicchi e quadrati che creano effetti ottici ampi, confortevoli e ordinati. Le forme geometriche rientrano nella tendenza a mantenere un ordine dell’ambiente tale da rendere le stanze accoglienti, spaziose e rilassanti per chi ci vive. Le forme geometriche conciliano il sonno e danno un tocco ordinato anche alle stanze dei confusionari di professione e per questo sono la scelta decorativa vincente del 2020.

Rivestimenti in velluto

I letti con il rivestimento morbido sono in assoluto la scelta più apprezzata dalle persone e anche dagli esperti d’arredamento. Ma non è tutto perché i letti e le poltrone imbottite sono alla moda solo se il tessuto scelto sarà il signor velluto. Morbido, versatile e avvolgente è stato eletto come il tessuto più amato del 2020 e questa tendenza potrebbe perdurare anche per il prossimo anno. Quali sono i colori prediletti? Per i rivestimenti di letti e poltrone gli esperti hanno messo sul podio il verde brillante, il rosa pastello e l’arancione secco.

Nuance neutre

Il 2020 è anche l’anno delle grandi contrapposizioni di colore dove, come vedremo, l’effetto più ricercato è quello del contrasto. Quanto alle colorazioni complementari scelte per l’arredo delle camere da letto vincono le nuance neutre fredde e calde da abbinare a contrasti che risaltino i dettagli dell’arredo come maniglie, bordi e spigoli.

Colori a contrasto

Infine tornano a fare capolino i grandi contrasti tra i quali spicca prevalentemente quello bianco/nero. Il modo di abbinare dei colori a contrasto prevede l’utilizzo della tonalità più chiara per i dettagli e quello della tonalità scura per tutto il resto. Sedie e divani neri a cuscini bianchi sono l’esempio più apprezzato per l’arredo di living room e camere da letto a cui abbinare tessuti morbidi, ordine e praticità nella distribuzione degli spazi.

26 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

La giusta illuminazione degli ambienti domestici è un aspetto da tenere in grande considerazione per la vivibilità della casa.
Una stanza ben illuminata è più “sana”, allegra e soprattutto viva e vivibile.
Oggi, illuminare in modo corretto i vari ambienti della casa significa dover tenere conto di molteplici aspetti, non soltanto il tipo di luce, la posizione o l’ampiezza degli ambienti ma anche, ad esempio, i costi che si devono affrontare, l’attenzione per il risparmio energetico e per l’ambiente.
Per assicurarsi di non avere brutte sorprese sulle bollette è importante, innanzitutto, confrontare le diverse offerte luce, in modo tale da poter scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e alla tipologia di consumi.

Foto di luizclas da Pexels

Oltre a ciò, è possibile risparmiare sul consumo di energia facendo delle scelte consapevoli, come la sostituzione delle lampadine classiche con luci a LED.
Le lampadine a LED sono notevolmente più durature e altrettanto efficaci e, a differenza delle classiche, possono anche essere recuperate e riparate.

Possono poi adattarsi a qualsiasi tipo di illuminazione: lampadari a sospensione, lampade da tavolo ma anche fari e faretti da incasso, possono essere usate in qualsiasi ambiente.

Inoltre, oramai non hanno più costi considerevoli come in passato, sono molto più diffuse ed economiche; utilizzare esclusivamente lampadine a LED porterà ad un notevole risparmio sul lungo termine.

Per ottenere l’illuminazione perfetta per la propria casa non c’è bisogno di illuminare a pieno giorno tutti gli ambienti, piuttosto, è meglio scegliere in modo accurato “come” illuminare, in modo tale, ad esempio, da valorizzare anche gli arredi.

È importante saper scegliere i punti luce migliori, così da sfruttare al massimo la fonte di luce che si ha a disposizione, in questo modo si evitano gli sprechi e di non illuminare a sufficienza gli spazi.

Se non ci si sente sicuri di come fare si può sempre ricorrere al parere di un consulente specializzato, come un architetto, che sarà in grado di conciliare alla perfezione l’aspetto estetico con quello funzionale.

Ecco delle linee guida essenziali per farsi un’idea di come illuminare al meglio i diversi ambienti della casa:
– per quanto riguarda la cucina, ad esempio, occorre ricordarsi che si tratta in primis di un ambiente necessario ed operativo, pertanto l’aspetto funzionale deve prevalere su quello estetico. Nel caso della cucina pertanto, il focus dell’illuminazione deve ricadere sul piano cottura che deve essere ben illuminato con luce diretta e di conseguenza senza zone d’ombra, che possono risultare anche pericolose.
– per quanto riguarda invece la zona relax, ovvero il soggiorno, sono consigliabili più fonti di luce indiretta. Se ci si trova sul divano a leggere un libro o a vedere un film dei piccoli fari ben posizionati o una lampada da terra sono più che sufficienti per illuminare la stanza. In questo caso, mantenere la luce tenue e soffusa è la scelta migliore in quanto favorisce il rilassamento senza affaticare gli occhi.
– nella sala da pranzo, invece, meglio evitare di usare solo luce indiretta, essendo questo solitamente uno degli ambienti più ampi della casa, c’è il rischio che la luce si disperda e che il tavolo, focus della stanza, non sia adeguatamente illuminato.
– nel caso del bagno sono invece necessarie due fonti di illuminazione, una generale per tutta la stanza e una per lo specchio.
Per la luce generale è meglio puntare sulle tonalità naturali, ma l’illuminazione più importante è quella che riguarda lo specchio. Puntate una luce frontale, è inoltre opportuno evitare apparecchi dotati di vetri che possono alterare i colori della stanza, in quanto possono creare fastidio durante i momenti di cura della persona, come ad esempio l’applicazione del make up.
– per quanto riguarda le camere, si raccomanda di evitare l’errore, piuttosto comune, di esagerare con la luce. Si tratta di uno degli ambienti più intimi in cui si passano più che altro le ore serali, una luce soffusa, naturale e indiretta è più che sufficiente. Se necessario, si può puntare la luce sulla zona dell’armadio, in quanto necessita di maggiore visibilità.

Un consiglio funzionale è quello di non collegare tutte le luci di un ambiente ad un unico interruttore, ciò infatti vuol dire non poter regolare la luminosità nell’ambiente e consumare tanta energia in più rispetto al necessario.

Le luci a LED hanno il considerevole vantaggio di poter essere regolate, così da poter aumentare o ridurre di intensità. Come? Grazie a dei dimmer, cioè dei regolatori di luce appunto che possono essere applicati direttamente sull’interruttore.

Con alcuni dimmer, oltre all’intensità della luce è possibile anche regolare la tonalità di bianco o cambiare colore.

Si tratta di uno dei dispositivi essenziali se si punta ad avere una casa Smart, ossia dotata di un sistema che gestisce in maniera intelligente le risorse domestiche.

I dimmer, così come altri dispositivi di illuminazione, possono essere usati anche da remoto con lo smartphone attraverso l’uso di app.

Si possono anche accendere e spegnere le luci cliccando sullo smartphone o con comando vocale, e anche se non si è in casa!

Si possono, infine, anche applicare sensori che percepiscono il passaggio della persona e si accendono solo quando necessario per poi spegnersi una volta che la stanza è di nuovo vuota.

25 Maggio 2020 / / Architettura

Redefining Workspace è un’iniziativa di ATIproject per fornire risposte concrete a esigenze imprescindibili nell’era post lockdown. Flessibilità delle soluzioni, scalabilità impiantistica e una nuova concezione di spazio per il lavoro, sono i punti cardine dell’approccio integrato di progettazione offerto ai committenti. L’applicazione sia a nuove costruzioni che all’esistente è punto di partenza per un nuovo modo di intendere il domani, attraverso proposte progettuali che siano adeguate al momento ma che mantengano come orizzonte il post emergenza.

L’avvento del COVID-19 ci ha costretto a modificare le nostre abitudini, a riadattare spazi e ambienti a una nuova dimensione. L’ambito domestico ha acquisito forzatamente un ruolo centrale nella fase più critica della pandemia da Covid-19, il tempo di lavoro e quello per gli affetti si mescolano in un continuum indistinto, mentre alcune attività essenziali si sono riorganizzate per garantire continuità alla produzione secondo le linee guida di sicurezza fornite.

Casa e ambienti di lavoro si adeguano a queste nuove esigenze: debolezze e criticità passate vengono acuite dalla nuova condizione mentre flessibilità, adattabilità di spazi open space e soluzioni smart acquisiscono un peso determinante nella ripartenza, permettendo di ripensare ambienti lavorativi per garantire sicurezza, comfort ed efficienza. È così che la fase due di convivenza getta il seme per la valorizzazione di scelte progettali ponderate, condivise e pensate per la dimensione umana delle funzioni che si svolgono all’interno dell’azienda.

Ciò che era frutto di politiche lungimiranti e di un approccio integrato, diventa ossigeno per la programmazione delle attività presenti e future. La possibilità diventa esigenza, l’adattabilità garantisce certezze, crescita del business e minor costi di gestione per periodi di lavoro dilatati oggi ancor più rare. In questo contesto ATIproject mette a disposizione un Know-How specialistico di vari ambiti, dall’ospedaliero al terziario, che è la base dell’approccio integrato che unisce sinergie con unico fine la sintesi al servizio del cliente.

Se lo smartworking diviene risorsa imprescindibile in molti settori, il lavoro in presenza mostra la sua resilienza e mantiene i suoi spazi seppur mutati. Spazi comuni e condivisi, postazioni in remoto e in presenza, ambienti collaterali dedicati ai momenti oltre il lavoro e tecnologia smart, che adegua le performance impiantistiche ai dati di presenza e ai protocolli di sicurezza, sono la chiave interpretativa di ATIproject a queste nuove esigenze.

25 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

Un bagno accogliente ma elegante, funzionale ma d’impatto dà nuovo valore alla casa e assicura puri momenti di relax.

Le nuove tendenze per l’arredamento stanno gradualmente abbandonando i progetti minimalisti, total white e vagamente scarni dell’architettura d’ispirazione scandinava per tornare ad abbracciare le correnti d’ispirazione più mediterranea, legate alla materialità delle texture naturali, alla ricercatezza del dettaglio, alla funzionalità moderna ed elegante. Senza rinunciare alle linee pulite e alla sobrietà dello stile nordico, che ha spopolato nelle riviste d’arredamento del 2019, il design sembra volgersi a una maggiore apertura nei confronti di altre influenze, di ambienti più caldi, di spazi meno vuoti.

Un indirizzo simile si sta diffondendo nell’arredamento del bagno, soprattutto nel caso di spazi già costituiti, che necessitano di una ristrutturazione ma che devono essere armonizzati con il resto dell’arredamento domestico. Il nuovo interesse per i rivestimenti – con particolare attenzione per quelli materici e dall’aspetto naturale, come nella linea proposta da Marazzi Clays Bagno – è importato anche nelle strutture degli arredi: piccole trasformazioni che segnano il confine tra bello e pratico, senza marcarlo, bensì sfumandolo. Ecco dunque cinque idee di tendenza per arredare o ristrutturare il bagno in base ai gusti della moda 2020.

  1. Riformulare lo spazio
    Il minimalismo di stampo nordico ama distendere le superfici, creare ampi vuoti che liberino la mente. Ma lo spazio del bagno ha spesso un’importanza strategica nell’economia della casa, ed è giusto sfruttarlo al meglio, senza con ciò sacrificare la pulizia delle linee e delle forme. Una soluzione di gran tendenza è sviluppare l’arredamento in altezza, sfruttando zone della stanza che altrimenti andrebbero sprecate. Scaffalature dalle linee essenziali, armadi a scomparsa che arrivano fino al soffitto, nicchie a tutta altezza: sono ottime soluzioni per stipare oggetti da non tenere a vista, o addirittura per nascondere un vero e proprio angolo lavanderia. Arredi composti da armadiature su misura sono la soluzione ideale soprattutto per gli ambienti stretti o di piccola metratura: con uno sforzo minimo, si potranno sfruttare appieno i centimetri che rimarrebbero altrimenti inutilizzati, conservando il senso della misura e limitando quello di claustrofobia
  2.  

  3. L’attenzione è direzionata
    Più che una tendenza, è una buona norma da seguire per armonizzare l’arredamento di spazi grandi e piccoli, a prescindere dalla moda che si segue. Focalizzare l’attenzione su un elemento, un dettaglio, una parete, diluendo il focus su tutto il resto è importante per dare equilibrio alla composizione e non rischiare di sovreccitare lo sguardo. Uno dei migliori espedienti in questa direzione è valorizzare una delle pareti – con piastrelle particolari, una tinta colorata, carta da parati, mosaici –, possibilmente privilegiando quella destinata allo specchio e al lavabo o al vano doccia/vasca: non è elegante, invece, concentrare l’attenzione sui sanitari
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  5. Cercare l’eleganza dei dettagli
    Non molti oggetti, ma pochi, ben posizionati e con accostamenti ragionati. Lasciate spazio alle linee di una rubinetteria di design, valorizzatela lasciandole del vuoto attorno: tutti i complementi di arredo potranno trovare una corretta ubicazione, ma lasciate che pochi elementi siano davvero protagonisti. La differenza può farla anche un elemento molto sottovalutato nell’arredamento del bagno: l’illuminazione. Una lampada di design nel posto giusto, un’illuminazione soffice e diffusa, ben integrata con lo spazio circostante può costituire il punto di forza di un ambiente piccolo ed eventualmente privo di abbondante luce naturale quale il bagno
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  7. Texture diverse per un unico scopo
    Se si vuole stupire, le tendenze del 2020 dicono è bisogna farlo con i materiali. Accostare texture e superfici diverse, anche a contrasto, sembra essere un must per il bagno moderno. Se da un lato il mercato favorisce questa tendenza – a livello di rivestimenti ormai si trova una gran varietà di possibilità – dall’altro spetta all’arredatore trovare il giusto mix tra forme, sfaccettature, trame, effetti, materiali. Il marmo, ad esempio, tradizionalmente utilizzato per sanitari e rivestimenti, può ora passare a contraddistinguere gli arredi, per un effetto davvero insolito ed elettrizzante senza rinunciare all’eleganza di un materiale senza tempo
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  9. Look “drammatico”
    L’ultima idea proposta non è certo una tendenza che rispecchia i gusti di tutti, ma va proprio nella direzione che abbiamo indicato inizialmente: quel graduale allontanamento dal minimalismo un po’ asettico del look scandinavo, per ritrovare il gusto del ricercato, di una raffinatezza sostenuta, di un effetto ricercato e provocatorio. Il look “drammatico” è una soluzione originale che si adatta perfettamente a bagni molto piccoli: si tratta di un indirizzo d’impatto, che gioca sui contrasti e le note scure, spesso valorizzato da carte da parati singolari e fantasiose. Lo scopo e trasmettere un’emozione, un messaggio, un particolare stato d’animo. In rete si trovano molte idee che possono fungere da ispirazione al riguardo: provare per credere.
20 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

Stanca dei pali stendipanni vecchia scuola ereditati dalla nonna nel giardino della bella villetta anni ’60, la nostra lettrice Amalia ci ha scritto per chiederci un consiglio su una soluzione alternativa per stendere il bucato fuori casa.
Requisito essenziale: uno stendipanni salvaspazio ma abbastanza capiente da poter appendere al sole le lenzuola. Insomma, ci scrive, “vorrei avere uno stendino fisso ma alto e sottile, in questo modo elimino i pali e recupero spazio da dedicare al prato, o magari ad un orto”.

foto di Lois Moreno @loismoreno_

Come scegliere

Quando si parla di stendibiancheria da esterno, in particolare da giardino, noi abbiamo pochi dubbi. Su tutti vince lo stendibiancheria ad ombrello. Le ragioni sono semplici ma non scontate. Prima fra tutti: occupa poco spazio.

Come per tutti gli arredi e gli accessori outdoor bisogna optare per una soluzione resistente, costruita per durare nel tempo e per sopportare caldo, freddo, pioggia, neve o vento. Ci sono modelli di varie fasce di prezzo ma noi consigliamo sempre di investire in un prodotto di qualità (tra i vari marchi una sicurezza è sempre Brabantia, che offre vari modelli dall’ottimo rapporto qualità prezzo). Uno stendino progettato per stare sempre all’aria aperta deve essere costruito secondo precisi standard e trattato per non arrugginire o sciogliersi al solleone.

Quale modello

Ok, lo sappiamo. A livello estetico uno stendino fisso non è mai bello da vedere. Ma a differenza di altri modelli, lo stendipanni ad albero è richiudibile in pochi secondi, facendo sparire in un attimo i bracci su cui sono tesi i fili.


Una volta chiuso passa completamente inosservato, sembrerà infatti un normale ombrellone che puoi rivestire con una custodia.

Per la zona esterna puoi scegliere tra due modelli.

Il modello a ombrello fisso prevede il fissaggio a terra con picchetto o con ancoraggio tubolare per cemento. Per il massimo della comodità puoi scegliere uno stendipanni girevole, così non devi muoverti trasportando la pesante cesta del bucato qua e là. Se poi vuoi il non plus ultra scegli un modello regolabile in altezza, comodissimo per stendere al sole biancheria pesante, piumini o cuscini con il minimo sforzo (o per farti aiutare dai bambini a stendere!).

Se non hai il giardino ma ti piace l’idea di questo stendibiancheria salvaspazio, la tipologia a ombrello esiste anche da parete. Si aggancia al muro del balcone, del terrazzo o di una veranda, è richiudibile ed è praticamente a scomparsa. Un’ottima soluzione per avere meno problemi con il regolamento condominiale!

I 5 vantaggi definitivi dello stendibiancheria a ombrello

  1. minimo ingombro, massimo risultato: fino a 60 metri di filo per stendere, occupando solo 3 metri di diametro
  2. è lo stendibiancheria per lenzuola ideale: non serve piegarle, si asciugano più velocemente, si stira di meno
  3. green: più sole e vento = meno spreco di elettricità, meno sgualcimento
  4. i migliori modelli, come i Brabantia, sono garantiti e offrono componenti a prova di agenti atmosferici, comprese corde anti scivolo resistenti ai raggi UV
  5. …niente più dita intrappolate in strutture pieghevoli simili a strumenti di tortura!

13 Maggio 2020 / / Architettura

Il dualismo Architettura – Ingegneria è argomento molto dibattuto nei nostri tempi. Esso è strettamente legato alla specializzazione sempre più accentuata che questi due campi hanno subito nel corso dell’ultimo secolo. Si parla di Nervi come dell’ultimo Ingegnere che di fatto era anche architetto, poiché la sua ricerca era legata sì alla tecnica, ma a partire dal messaggio, dalla forma.L’innovazione tecnologica era il tramite per il raggiungimento di traguardi fino ad allora impossibili.Tanti, insieme a lui, talvolta anche relegati a ruoli di nicchia, ambivano al portare avanti il connubio unitariamente e non in contrasto come oggi par essere.La forma era per loro la risposta: la risposta a quelle domande che i problemi geometrici ponevano da sempre.

Vien da sé che molti grandi capolavori del passato celassero in loro, consapevolmente, questi fattori; la catenaria era stata scoperta per ridurre i momenti flettenti delle strutture, impiegata da Hook a St. Paul, da Gaudì nella Sagrada Familia, da Felix Candela nelle sue strutture fini in calcestruzzo, nei ponti di inizio secolo. Il Ponte sul Basento, sconosciuto ai più, era il capolavoro di Sergio Musmeci.

Il passare degli anni sembrava aver fatto scomparire queste figure pionieristiche; lo strutturista, subordinato all’architetto sembra in constante conflitto tra esigenze pratiche del calcolo e quelle estetiche che provano a divincolarsi nella foresta di regole e norme.

Non vi è dubbio che questa dinamica abbia comportato un impoverimento della consapevolezza del progettista in sé. La scelta è subordinata al parere, e i pareri necessari sono uno, dieci, cento.

La storia assiste poi all’avvento delle tecnologie digitali, la potenza di calcolo aumenta, gli strumenti classici invecchiano rapidamente. Prima il disegno, poi via via altre discipline sono trasposte, tradotte attraverso i software dedicati. Non perdono di significato, acquisiscono peculiarità diverse. L’architettura stessa si trasforma sotto l’impulso delle nuove frontiere immateriali. Il Pc, il click, la possibilità di cambiare, salvare, modificare senza limiti una scelta, apre nuovi orizzonti. Smart rispetto a quanto si era mai visto. La Digital Revolution non conosce sosta, abbatte gli standard.

Si concepiscono strumenti di simulazione con algoritmi sempre più raffinati, più elaborati; l’errore, l’approssimazione si riduce. Il render è frutto di simulazioni con algoritmi Brute Force, che sostituiscono il Catmull Clark. Il sole è schematizzato, i raggi luminosi diventano sempre di più; l’iterazione, la casualità sono riproducibili, le texture digitalizzate, la profondità di una scanalatura prodotta con metodi matematici come la bump. Forse parlare di rivoluzione al singolare è riduttivo; viene a mente Leon Battista Alberti con il De Pictura, in cui per la prima volta era spiegata la teoria della prospettiva.

Step forse ancor più determinante viene fatto con il Visual Scripting. Si ribalta la concezione del disegno digitale. La retta diventa l’elemento geometrico che passa per due punti, ma i punti non sono più fissi, sono modificabili, e con essi la retta di conseguenza. Il Visual Scripting intacca le certezze della modellazione geometrica. La forma è ottenuta come sequenza di istruzioni, è un algoritmo, non più un comando rigido. Si creano relazioni mai viste prima, si ottengono risultati che necessitavano di giorni di modellazione e molto spesso sarebbero stati impossibili. Le forme decostruttiviste delle archistar più famose esplorano il nuovo mondo. Il paneling, la regolarizzazione di figure complesse suddivise in migliaia di triangoli, diventano la modalità di lavoro per contenere i costi, dando libertà espressive agli architetti che solo la tecnica contemporanea avrebbero potuto conferirgli. Esempi non mancano, architetture iconiche per eccellenza sono la copertura del British Museum, la copertura della Fiera di Milano-Rho, Haydar Aliyev Culture Center solo per rimandare ad esempi noti a tutti. I l software Grasshopper nasce come plug-in free per Rhino, porta con sé una frontiera mobile che viene spostata di volta in volta più avanti grazie al suo sviluppo continuo, all’implementazione con altri plug in programmati da appassionati del settore. La galassia di software si amplia a dismisura. L’obbiettivo, nemmeno troppo celato, è l’integrazione in uno strumento polifunzionale di tutti gli aspetti di progettazione architettonica conosciuti. Strutture, analisi energetiche, illuminotecniche, composizione geometrica, gestione dati complessa, ottimizzazioni genetiche, euristiche, tool di ogni tipo, fanno da ponte tra questo strumento e i più affermati software tecnici di calcolo e simulazione. Si cerca la sintesi.

In parallelo si procede ad un ulteriore sviluppo del concetto di progettazione integrata. Il BIM, Building Information Modelling, pone le basi per avere uno strumento oggi sempre più in crescita e con capacità di controllo delle informazioni relazionate al modello 3D impareggiabile. Il mondo parametrico è anche qui, l’elemento è composto da indicazioni che lo costituiscono, che sono scelte dal progettista a monte, e possono essere variate in qualsiasi momento. Lo sviluppo di queste piattaforme, e di Revit nello specifico, porta al connubio tra il visual scripting e il BIM, Dynamo diventa il plug-in di riferimento che permette di allargare i paletti della modellazione, della gestione dei dati e lo sviluppo degli applicativi esistenti su Grasshopper si duplica con un processo di upgrade continuo.

L’avanguardia digitale sta lì: le normative, i committenti, richiedono sempre più questa metodologia di lavoro. Il mondo dei professionisti in grado di cogliere la sfida, capendone i pregi e l’immenso potenziale, integrano il processo di progettazione con questi nuovi strumenti ormai già da anni. La complessità di progetti multidisciplinari come ospedali, centri ricerca, ma anche scuole con requisiti prestazionali all’avanguardia in termini di sostenibilità, rendono quest’approccio imprescindibile. È in questa realtà che ATIProject, studio nativo BIM orientato al computational design si afferma in un mercato edilizio sempre più difficile. Il riscontro viene da varie parti del mondo, dal Nord Europa a paesi in via di sviluppo come l’area balcanica o l’Africa. L’architettura e l’ingegneria trovano nuovamente unione in una realtà aziendale aperta impostata sull’integrazione.

https://atiproject.com/

12 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

L’era Covid sarà ricordata come un periodo di grande trasformazione. Trasformazione delle nostre abitudini, dei nostri comportamenti, delle regole da seguire e del modo di lavorare.

In un periodo come quello che stiamo vivendo, dove paura e incertezza hanno scosso gli animi, sono numerosi gli esempi di imprenditori che, malgrado il momento delicato, non si sono arresi e hanno deciso di convertire parte della filiera produttiva per contribuire ad un bene più grande: quello della comunità.

Milano Bedding: dai divani di lusso alla produzione di mascherine lavabili

Tra le aziende italiane che ora producono mascherine, un marchio spicca tra tanti: Milano Bedding. Lombarda di nome e di fatto, la società nasce nel 1996 dall’esperienza di Kover e in poco tempo diventa leader nel settore degli imbottiti, in Italia e all’estero.

Fin dalla sua fondazione, il brand si è distinto per il connubio costante di design, tecnologia e comfort, da cui sono nati modelli di eccellente qualità. Una qualità altissima, apprezzata in tutto il mondo, che non interferisce con quella costante ricerca di soluzioni innovative che porta Milano Bedding a migliorarsi continuamente.

La qualità del sonno, insieme a quella della seduta, sono princìpi cardine della produzione brianzola, che culmina nella creazione di una gamma di trasformabili confortevoli e tecnologicamente avanzati, caratterizzati da meccanismi di apertura e chiusura rapidi, intuitivi e sicuri.

È un Made in Italy di grande valore quello proposto nello stabilimento di Desio, dove si trova il cuore pulsante della produzione: divani, divani trasformabili, poltrone, letti e materassi, a cui ora si aggiunge la realizzazione di mascherine in tessuto lavabili e riutilizzabili.

Mascherine in tessuto lavabili Milano Bedding

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Queste mascherine sono realizzate in pelle ovo bianca, un morbido tessuto 100% cotone a tenuta di piuma con particolari caratteristiche di permeabilità. Possiedono il certificato OEKO-TEX 100, che esclude la presenza di sostanze nocive o tossiche.

Disponibili in confezioni da 20 pezzi, le protezione facciali sono proposte nel modello ad uno strato, più leggera, e a due strati, più filtrante. Esistono in due taglie, una per gli adulti (18 x 8 cm) e una per i bambini (15 x 8 cm).

Sono acquistabili online sul sito store.milanobedding.com e consegnate a domicilio in tutta Italia (per gli altri Paesi, è necessario contattare il Servizio Clienti).

Come usare le mascherine di Milano Bedding

Al pari di quelle chirurgiche, le mascherine di Milano Bedding sono dotate di due elastici laterali da fissare dietro le orecchie. Prima di riutilizzarle, è consigliato un lavaggio ad acqua ad alta temperatura (90°).

Da sapere:

Queste mascherine sono realizzate nel rispetto del D.L. n. 18 del 17/03/2020, che ne autorizza la produzione e la distribuzione. Non sono però considerate presidi medico-chirurgici: ricordiamoci quindi di seguire le regole anti-Covid e le raccomandazioni igieniche indicate dal Ministero della Salute.

Mascherina lavabile per adulti di Milano Bedding