11 Giugno 2020 / / La Gatta Sul Tetto

5 consigli efficaci per far apparire gli spazi più ampi in una casa piccola, dalla decorazione delle pareti alla scelta dei mobili giusti.

casa piccola

Chi ha una casa piccola sa quanto possa essere difficoltoso arredarla nel modo giusto, perché ogni elemento sembra soltanto occupare e restringere ulteriormente gli ambienti. Purtroppo le case dispongono di metri quadri sempre più ridotti, contrariamente al nostro bisogno di avere spazi ariosi.

Come possiamo arredare una casa piccola, dunque, per farla sembrare più grande? Un modo efficace è sicuramente quello di ingannare la vista! Usare gli accorgimenti che vedremo permette infatti di far apparire gli spazi più ampi a livello ottico. Si può ottenere un buon risultato intervenendo sia sul colore e sulla decorazione delle pareti, sia sul tipo di arredamento. Vediamo come.

casa piccola

Le pareti giuste per una casa piccola

Per modificare la percezione che abbiamo degli spazi, occorre scegliere in modo strategico i toni delle pareti o sfruttare l’effetto di una carta da parati.

1. Colori 

Se avete una casa piccola, probabilmente già saprete che i colori migliori sono quelli chiari e luminosi, perché danno una sensazione di ampiezza. Ma sono le tonalità a dover essere scelte con cura: è opportuno optare per le gamme dell’azzurro o del verde. Questo perché i colori freddi “retrocedono” – al contrario di quelli caldi – facendo sembrare più lontane le pareti e dando l’impressione che la casa sia più grande.

2. Carta da parati

Un altro consiglio è caratterizzare una parete principale con la carta da parati, preferendo però rappresentazioni come panorami o geometrie. Infatti immagini con una certa profondità, come scorci, skyline, paesaggi o cieli, danno l’impressione che quella superficie prosegua. Se amate le geometrie, scegliete motivi piccoli ed evitate quelli grandi.

casa piccola

Che tipo di arredi scegliere

Per far sembrare una casa piccola più grande, occorre valutare bene anche i mobili che occuperanno lo spazio, al fine di evitare che lo appesantiscano.

3. Gambe 

Gli arredi ideali sono quelli con le gambe ben in mostra. L’essere sollevati da terra, infatti, consente di vedere il pavimento dando la percezione che ce ne sia di più. A questo proposito possono andare bene, ad esempio, quelli in stile nordico, che appaiono slanciati e leggeri.

4. Trasparenza

Un altro tipo di arredi ottimali sono quelli trasparenti, in vetro o in plastica. Questi quasi non si percepiranno nello spazio, lasciando intravedere l’ambiente in tutta la sua ampiezza.

5. Mobili contenitori

I mobili contenitori sono quegli arredi che permettono di riporre altri oggetti al loro interno. Se avete una casa piccola sono utili perché apparirà, alla vista, più ordinata e più libera, mostrando più spazio. Inoltre la superficie che occupano viene sfruttata due volte, aumentando anche la capacità contenitiva dell’abitazione.

Se volete maggiori informazioni su come poter arredare una casa piccola, visitate il sito https://zeumadesign.com

Credits:

  • 1) Studio ArcHITects
  • 2) CLM Arredamento
  • 3) Carta da parati – Rebel Walls
  • 4) Divano Iceberg – Maisons du monde
  • 5a) Sgabello Seattle – Maisons du monde
  • 5b) Sedia Ice – Casa

Leggi gli articoli della rubrica Arredare piccoli spazi


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9 Giugno 2020 / / La Gatta Sul Tetto

I pavimenti smart a posa facile e veloce permettono di rinnovare gli ambienti senza lavori lunghi e costosi. Vediamo le novità di tendenza.

Pavimenti smart Hometreschic
le cementine proposte da Hometrèschic

I pavimenti smart magnetici

Pavimenti smart magnetici consentono di rinnovare gli ambienti in poco tempo e senza affrontare lavori di muratura, lunghi e costosi.

Nella pratica, sul suolo si posa un materassino che contiene del metallo o, al contrario, uno strato in PVC magnetico. Le piastrelle, che possono essere in PVC magnetico o in materiale metallico, vengono posizionate su questo strato e aderiscono grazie all’attrazione magnetica. Se il pavimento esistente è in ottime condizioni e perfettamente livellato, la posa è facile e veloce, e non prevede l’utilizzo di colle o adesivi speciali.

Pavimenti smart Planium
Il pavimento MG01 Magnetic Floor finitura Calamina di Planium

Promette di essere rivoluzionario il Sistema MG01 Magnetic Floor messo a punto da Planium, leader nella produzione di rivestimenti in metallo e facente parte del TGroup, fondato da Terenzi srl, azienda specializzata nella lavorazione dei metalli.

Con questo prodotto innovativo, Planium esplora le possibilità della posa a secco, sfruttando le proprietà del PVC magnetico, che fa da sottofondo e che mantiene in posizione le piastrelle metalliche. L’indiscussa qualità dei materiali, coniugata al design ricercato e all’attenzione per la sostenibilità hanno decretato il successo di questa innovativa soluzione. Le piastrelle, dallo spessore minimo, sono disponibili in diversi formati e in finiture accattivanti, nelle cromie del rame, dell’argento, del bronzo, dell’ottone o della calamina.

I pavimenti smart vinilici

I pavimenti vinilici sono sempre più resistenti e accattivanti per estetica e design, e grazie ai sistemi di posa a secco, sono più economici di quelli tradizionali.

Il gruppo Porcelanosa ha sviluppato la collezione di pavimenti vinilici Linkfloor, realizzati con tessuto vinilico montato su PVC rinforzato con poliestere e fibra di vetro. Questa soluzione innovativa rende Linkfloor perfettamente impermeabile ed estremamente resistente agli urti e alle abrasioni, alle sostanze chimiche e organiche.

La posa, basata sul sistema a click, è facile e veloce, e non richiede lavori di muratura.

Pavimenti smart Porcelanosa
Linkfloor Authentic Clear listoni 18.5X150.5X0.5 di Porcelanosa

Le sue proprietà di resistenza lo rendono adatto a tutti gli ambienti, compresi quelli umidi come bagno, lavanderia, cucina, e anche per gli esterni.

La scelta delle finiture è molto ampia ed è declinata in 13 collezioni, dall’effetto legno in svariate versioni alla ceramica fino alla pietra, ed è disponibile sia in formato listoni che in rotoli.

Le cementine smart per chi ama la tradizione

Facilità di posa anche per le cementine proposte da Hometrèschic, un’azienda italiana creata da un team di architetti, fotografi ed esperti di sviluppo prodotto e design.

Per chi ama la tradizione e non vuole rinunciare alle piastrelle classiche, un prodotto che riduca i passaggi e i tempi di posa è una benedizione.

La nuova collezione di cementine artigianali Cicladi hanno una speciale finitura che permette di evitare i trattamenti necessari per proteggere le piastrelle da macchie e usura. Il trattamento, che permette l’uso del pavimento dopo la posa e senza ulteriori passaggi, viene fatto a mano, piastrella per piastrella, in modo da sigillare le porosità della superficie in modo più efficace.

La collezione Cicladi è declinata in diversi formati e motivi grafici o floreali. Piastrelle esagonali, a goccia, quadrate e in rilievo, cornici per gli angoli e decori che permettono di rivestire i pavimenti con quel tocco retrò e un po’ esotico che sono le cementine sanno dare.

Il pavimento smart che si posa con lo smartphone

Più smart di così non si può! Bauwerk, azienda svizzera produttrice di pavimenti in legno, ha di recente presentato Parquet Visualizer, un sistema che consente di visualizzare virtualmente la fase di posa.

Come funziona Visualizer? Basta scattare una foto dell’ambiente interessato utilizzando uno smartphone o un tablet, e caricarla sul sito Bauwerk nella sezione apposita.

In questo spazio virtuale è possibile realizzare il progetto del rivestimento, scegliendo il legno, il colore, il formato e la direzione di posa. 

La cosa straordinaria di questo programma, e che nell’elaborazione del progetto tiene conto di ogni dettaglio presente nella stanza, perfino dell’incidenza della luce e del suo effetto sul parquet scelto. Il cliente può così scegliere il pavimento ed essere sicuro che non rimarrà deluso una volta posato.

Leggi tutti gli articoli sui pavimenti


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2 Giugno 2020 / / La Gatta Sul Tetto

In questo articolo vi svelerò tutti i segreti del rococò, un movimento artistico che si sviluppò in Francia nel periodo della Reggenza e proseguì fino ai primi anni del regno di Luigi XVI.

rococò Salon de la princesse -Hôtel de Soubise
Salon de la princesse -Hôtel de Soubise – Parigi – 1737 – Arch. Germain Boffrand
crediti Link

Il periodo in cui si sviluppò e dominò il rococò si può dividere in tre periodi: la Reggenza, dal 1715 al 1723, gli anni del regno di Luigi XV, dal 1723 al 1774, e i primi anni del regno di Luigi XVI (fino al 1785). Parallelamente, in Italia si sviluppò una corrente simile, il barocchetto, mentre in Inghilterra imperversavano i mobili Chippendale (ne parlerò in modo specifico in un altro post). Il rococò si diffuse con successo anche nel sud della Germania, in Austria e in Russia.

rococò Palazzina di Caccia di Stupinigi
Palazzina di Caccia di Stupinigi – Sala del Gioco – 1731 – Arch. Filippo Juvara
Chiesa di Wies – Germania
Palazzo d’Inverno – San Pietroburgo – 1754 – Arch. Bartolomeo Rastrelli

Il rococò è movimento artistico che traeva ispirazione dal barocco, con le sue linee curve, le serpentine, le spirali, senza le atmosfere cupe e la pesantezza. Dal barocco eredita le decorazioni sovraccariche ma le alleggerisce con colori chiari e nuance pastello come il rosa, l’azzurro, il verde acqua. 

Il rococò rappresenta il canto del cigno della classe aristocratica, che, forse percependo la fine imminente del proprio potere assoluto, si aggrappa alla frivolezza e all’edonismo. Visto da un’altra ottica, il rococò è anche espressione del senso di liberazione dell’ambiente artistico rispetto ai rigidi codici imposti dall’Assolutismo di Luigi XIV. In questo articolo vi parlerò del periodo della Reggenza e della nascita del rococò.

Il contesto storico

Alla scomparsa del Re Sole, nel 1715 l’unico successore maschio sopravvissuto era un bimbo di 5 anni, che ereditò il trono del bisnonno, diventando Re Luigi XV di Borbone.

Insieme a Luigi XIV scomparve, quasi immediatamente, anche il suo tanto amato stile. Il reggente al trono, il duca Filippo d’Orléans, volle dare un taglio netto con il passato, con l’opulenza e il rigido cerimoniale che imperversavano a Versailles. Per questo trasferì la corte a Parigi, al Palais des Tuileries. Scomparsi i saloni di rappresentanza, con le parate e le feste sontuose, i salotti parigini divennero il centro della mondanità.  All’ostentazione e alla magnificenza si sostituirono l’eleganza e la ricercatezza.

I primi anni del Settecento furono un periodo di transizione, che vide lo sviluppo della potenza economica della classe borghese. Questo ebbe conseguenze importantissime sulla storia del mobile. I ricchi borghesi, che cominciavano ad abitare in appartamenti di pregio nei nuovi palazzi parigini, desideravano mobili di qualità e nello stesso stile di quelli che arredavano le dimore aristocratiche. Non si tratta di una situazione inedita nella storia, ma in questo caso è il numero che fa la differenza: i commercianti, gli artigiani e i professionisti prosperi erano molto numerosi e la domanda di arredi salì alle stelle. Si può dire che l’industrializzazione del mobile cominciò in questo periodo. 

La prova dell’abito – Pietro Longhi – Venezia – Ca’ Rezzonico – crediti Lien

Nel campo della pittura si diffondono scene che ritraggono la vita quotidiana in interni borghesi, di cui il maggiore esponente fu il pittore veneziano Pietro Longhi.

Sul piano culturale, è il momento l’Illuminismo, movimento che condannava lo strapotere della monarchia e della Chiesa in favore della ragione e della scienza. In generale si respirava un clima più liberale e aperto, anche se sul finire del regno di Luigi XV la crisi economica pose le basi della Rivoluzione Francese. In ambito internazionale, paesi come l’Italia, la Francia e i Paesi Bassi persero prestigio a favore dell’Inghilterra e della Russia, potenza emergente.

Nascita e sviluppo del rococò e dello stile Reggenza

Durante il periodo della Reggenza lo stile Luigi XIV, come ho già accennato, lascia spazio ad una nuova estetica, che va sotto il nome di stile Reggenza. I mobili divennero più pratici e confortevoli, le dimensioni si ridussero notevolmente, per adattarsi agli spazi più contenuti. E’ in questo clima che si sviluppa il Rococò, una corrente stilistica il cui nome, attribuito molti anni dopo, deriva da Rocaille, un tipo di decorazione da esterno composta da pietre irregolari e conchiglie assemblate con della malta. Questo tipo di decorazione era già in voga all’epoca del Re Sole ed era utilizzata per grotte, fontane, percorsi.

L’architetto e designer più rappresentativo di questo periodo è Gilles Marie Oppenord, grande ammiratore di Bernini e Borromini, la cui opera ebbe modo di vedere in Italia.

Progetto dell’alcova del Duca d’Orleans – Palais Royal – Arch. Gilles Marie Oppenord – source Link

L’opera dei due maestri influenzò l’architetto, che integrò la linea curva nei progetti architettonici e decorativi. Figlio di un ebanista, progettò mobili nel nuovo stile, affidandone la realizzazione allo scultore ed ebanista Charles Cressent. Il Reggente affidò i lavori di rinnovamento della sua residenza, il Palais Royal a Parigi.

I mobili in stile Reggenza

I mobili in stile Reggenza sostituiscono alla pesantezza e alla rigidità di quelli in stile Luigi XIV la ricercatezza e la leggerezza. Cassettoni, tavoli e scrivanie si alleggeriscono grazie al profilo bombato e alle gambe en cabriole. Questa particolare gamba, che si ispira alle zampe posteriori degli animali, ha una forma tipica a S, che rende immediatamente riconoscibili i mobili Regénce e Luigi XV. 

rococò scrivania Disegno a sanguigna Gilles Marie Oppenord
Disegno a sanguigna -Gilles Marie Oppenord – Source Link
Scrivania piatta con gambe a S decorate con zampe di leone e teste di donna. Pannello frontale costituito da cassetto centrale e pannelli laterali decorati con foglie d’acanto.

Le poltrone diventano l’arredo attorno al quale si organizza tutto l’arredamento, grazie al fatto che la vita mondana, più intima e raccolta, si svolgeva nei salotti (boudoir). L’influenza femminile diventa molto importante: le acconciature elaborate e la foggia degli abiti dell’epoca costringono gli ebanisti ad abbassare gli schienali, ad arretrare i braccioli e ad allargare le sedute. 

Abito Andrienne, in voga nella prima metà del Settecento

La seduta più usata in questo periodo è la poltrona à la Reine, molto più confortevole delle poltrone del secolo passato, caratterizzata da uno schienale dritto e braccioli aerei. Il profilo superiore dello schienale presenta una leggera curva con una gobba al centro, e sono ancora presenti le traverse a forma di X, anche se verso il 1720 compaiono poltrone prive di questo elemento. Altra caratteristica è lo schienale separato dal sedile.

Oltre alle sedute, i mobili più importanti sono i cassettoni, che poteva essere un commode à la Régence, con tre cassetti e gambe corte, oppure un cassettone con due o quattro cassetti montati su due file e lunghe gambe affusolate. Una variante molto in voga era l’encoignure, un mobile contenitore, a volte chiuso con vetrine, alto o basso, che grazie alla forma triangolare si poteva collocare agli angoli delle stanze.

rococò

Da segnalare i mobili incannicciati, una grande novità dell’epoca. Importati dall’Asia, ebbero subito successo grazie alla maggiore leggerezza e alla maggiore economicità rispetto ai mobili rivestiti in tessuto. 

Un’altra novità è la diffusione della pendola, fino ad allora riservata ai più abbienti. L’orologio a pendolo, sviluppato nel secolo precedente grazie agli studi di Galileo e di Huygens, che depositò il brevetto, cominciò ad essere più accessibile. Gli orologi a pendolo erano dei veri e propri mobili nei quali erano inserito il meccanismo e il quadrante. Si diffusero anche le varianti a pendolo corto da appoggio, realizzate in bronzo dorato e finemente decorate.

rococò reggenza tavola mobili stile

Le decorazioni dei mobili e degli interni rococò

La decorazione riveste una particolare importanza nello stile Rococò, e segue un codice ben preciso. Generalmente la decorazione rococò è sovrabbondante ed esuberante, dominata da linee curve e sinuose, forme rotonde o ovali.

Scompaiono i leoni e i simboli di guerra a favore di teste femminili, motivi floreali, foglie d’acanto, nastri e soprattutto le conchiglie Saint Jacques, che simboleggiavano Venere.

rococò stile reggenza

Le decorazioni, spesso asimmetriche, sono realizzate con intarsi, con delicati intagli, con motivi dipinti o con applicazioni in bronzo dorato agli angoli e intorno a maniglie e serrature. I piani in marmo sono ancora in voga, come pure gli intarsi à Boulle in materiali preziosi come l’avorio, la tartaruga, l’argento, le pietre dure, anche se meno diffusi rispetto al periodo del Re Sole.

Le pareti meritano un’attenzione particolare e si ricoprono di decorazioni, ormai diventate imprescindibili. Fioriscono intricate decorazioni a stucco su pareti e soffitti, dipinte poi di bianco o rivestite in foglia d’oro. Il doratore diviene una figura centrale tra i decoratori, in quanto l’oro veniva usato spesso per ricoprire materiali meno nobili.

Molto popolare il rivestimento con pannelli di legno dipinti e decorati, cui spesso erano integrate porte che conducevano a passaggi segreti.

Gli specchi sono un altro elemento fondamentale della decorazione rococò. Oltre ad adornare la parte superiore dei camini, spesso vengono usati per rivestire intere pareti.

Gabinetto ottagonale con specchi – Palazzo Isnardi -Torino – 1739
Foto tratta dal volume “Il mobile italiano”- Helen Costantino Fioratti – Giunti – 2004

I colori privilegiati sono le delicate nuance pastello, anche se in certi casi si ricorre a giochi di contrasto con tinte più intense, come il rosso, il verde o il blu Cina.


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30 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Spaghetti allo scoglio, una ricetta semplice che richiede ingredienti freschissimi e di ottima qualità. Un must per le tavole estive.

Spaghetti allo scoglio

Anche se per via del virus, gli spostamenti sono ancora limitati, presto ci si potrà muovere anche da regione a regione, ampliando così il “portafoglio” di opzioni per svagarsi

Siccome è estate, il mare diventerà come sempre il grande protagonista delle nostre vacanze: nulla può battere, infatti, la sensazione regalata da una sera afosa passata in un ristorantino romantico sul lungomare, cullati dalla brezza, e magari con un bel piatto di spaghetti allo scoglio di fronte. 

In attesa di quel momento, nulla ci impedisce di preparare questa meravigliosa ricetta anche a casa nostra, per assaporare l’atmosfera di mare in una forchettata. 

Spaghetti allo scoglio: storia della ricetta

Prima di arrivare alla ricetta, però, è bene scoprire brevemente la storia dello spaghetto allo scoglio. Questo piatto nasce in Sicilia e all’inizio la cottura avveniva davvero con i pezzi di sassi degli scogli, sui quali si attaccavano gli animaletti marini. Oggi lo scoglio in senso letterale non è più presente, ma è rimasto tutto il gusto autentico del mare. 

Procedimento 

Lo spaghetto allo scoglio è uno dei piatti tipici della cucina nostrana e per la sua buona riuscita è essenziale avere dalla nostra parte della materia prima di qualità. Per questo si consiglia di preferire innanzitutto pasta italiana e del pescato fresco. Il primo passaggio per la preparazione della ricetta è il seguente: per prima cosa bisogna pulire e spurgare cozze, vongole e calamari, e tagliare a rondelle questi ultimi. In secondo luogo, occorre cuocere il pesce in una pentola ampia con il coperchio, per cinque minuti circa e a fiamma lenta. Dopo aver filtrato l’acqua marina, si procede con la cottura in padella, aggiungendo anche gli scampi e i gamberi, insieme ad un filo d’olio. Una tappa molto importante della ricetta è la preparazione del sugo allo scoglio, ma non è complicato, perché basta soffriggere il tutto in padella aggiungendo qualche pezzettino d’aglio e i pomodorini, sfumando con il vino bianco. È fondamentale che il sugo resti semi-liquido, e dopo averlo fatto raffreddare lo si potrà unire alla pasta, da versare in padella per ultimare la cottura. 

Con cosa fare cin cin 

Con gli spaghetti allo scoglio, e in generale con tutti i primi piatti a base di pesce, ci sono dei vini che più di altri sanno come premiare il gusto del mare. Fra questi troviamo ad esempio il Marisa Cuomo Fiorduva 2012, insieme al Vintage Tunina e al Pietramarina Etna Bianco Superiore. Nella lista vanno inseriti anche il Vermentino Sardus e il Verdicchio dei Castelli di Jesi, chiudendo con il Bianco di Custoza. 

Scopri le altre ricette della rubrica.


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28 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Contrazione dei consumi e crisi non sembrano aver toccato il mercato degli orologi di lusso, la cui domanda non ha subito flessioni. Tra i modelli più richiesti spiccano pezzi ricercati e da collezione.

Si parla ad esempio di un modello unico come il Santos-Dumont, uno degli orologi più celebri della prestigiosa maison francese Cartier, che ha da poco inaugurato a Milano un elegante spazio all’interno del Flagship Store di Pisa Orologeria. Gli appassionati hanno quindi ora la possibilità di scoprire le creazioni della maison francese all’interno dell’area Espace, un ambiente raffinato e curato dedicato unicamente a Cartier. Ma vediamo ora di capire meglio quali sono le ultime novità che riguardano il Santos de Cartier e quali sono i tratti distintivi che hanno reso tanto famoso questo segnatempo.

Quali sono le caratteristiche del Santos-Dumont XL

Elegante, prezioso, minimal e ora anche extra large: il Santos-Dumont viene rivisitato in versione XL. Creato nel 1904 da Louis Cartier per l’amico aviatore Alberto Santos Dumont, da cui prende il nome, questo orologio da polso maschile ora assume nuove dimensioni. Il quadrante squadrato non è solo più grande, ma presenta anche linee leggermente più rigide, e si presta a vestire in modo perfetto i polsi delle personalità più importanti. Restano invece inalterate la sottigliezza della cassa e alcune delle caratteristiche che hanno contribuito alla fama di questo modello dal design elegante, come il quadrante satinato su cui spiccano le lancette appuntite e i numeri romani per indicare le ore, mentre la corona perlata e le viti a vista completano l’estetica del quadrante. 

Cosa rende speciale il Santos de Cartier

Il Santos di Cartier non è un orologio come gli altri, e non solo perché in oltre un secolo dalla sua nascita è riuscito a conservare inalterato tutto il suo charme, ma anche perché è stato creato fin dall’inizio per differenziarsi da tutti gli altri orologi esistenti fino a quel momento. Il Santos-Dumont è stato il primo orologio da polso maschile, ideato per consentire a Dumont di consultare comodamente l’ora anche mentre era in volo. Il design moderno donato dal quadrante quadrato, anziché rotondo, dalle linee spigolose e dalle viti a vista, hanno reso il Santos un’innovazione di stile. Negli anni questo modello è sempre rimasto fedele a sé stesso e alla sua identità avanguardista, precursore dei tempi e dei bisogni grazie all’introduzione di innovazioni che hanno consentito all’orologio di adattarsi ad ogni circostanza attraverso sistemi fai-da-te.

Santos de Cartier

Il QuickSwitch ad esempio è un sistema brevettato che consente, in modo semplice e rapido, di trasformare l’aspetto del Santos per ogni occasione cambiandone il cinturino, così da scegliere tra le più raffinate varianti in pelle e quelle più casual in acciaio. Queste ultime sono dotate di un altro sistema intelligente, lo SmartLink, per regolare con precisione la misura del cinturino stesso: inserendo o togliendo le singole maglie del bracciale d’acciaio si può ottenere la circonferenza polso ottimale in autonomia, senza doversi rivolgere ad un orologiaio.

Leggi altri articoli della sezione Lifestyle.


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25 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Axolight è un’azienda di illuminazione italiana con sede a Venezia e negli Stati Uniti, famosa in tutto il mondo per le sue lampade dal design innovativo e ricercato.

lampade Axolight
La lampada “Manto” design di Davide Besozzi

Con un mercato che si estende in circa 90 paesi diversi, la Axolight è un punto di riferimento nel settore dell’illuminazione sia privata che industriale e può vantare prestigiose collaborazioni con i più famosi designer italiani ed internazionali.

Collaborazioni che hanno dato vita a creazioni divenute presto veri e propri best sellers della azienda veneta che si distingue anche per l’utilizzo di materiali pregiati e innovativi come il vetro soffiato, la pietra di Vicenza e la seta, per citarne solo alcuni. 

L’azienda veneta progetta, realizza e assembla a mano tutte le sue lampade, sia che si tratti di modelli personalizzati, sia che si tratti di prodotti realizzati in serie. Tutte le lampade Axolight, inoltre, sono realizzate in tre diverse misure (large, medium, small) per andare incontro alle esigenze di ogni tipo di abitazione, dal monolocale all’attico da diverse centinaia di metri quadri. Molti modelli, inoltre, sono declinati nelle diverse tipologie: lampade a sospensione, lampade da tavolo, applique, lampade da terra etc. 

Alcune lampade best seller di Axolight

Ecco, allora, alcune delle lampade più famose e apprezzate uscite dalle officine di Axolight.

  1. Manto” design di Davide Besozzi. Una lampada a sospensione declinabile in tre dimensioni (large, medium e small) composta da una sfera in vetro soffiato bianco con fonte luminosa a led, collegata ad un braccio telescopico che consente di scegliere a quale altezza posizionare la sfera. Il paralume è sostituito da un cerchio di tessuto bianco elastico. In base all’altezza in cui si sceglie di posizionare la sfera (a distanza o immersa nel tessuto) la forma della lampada cambia, così come cambia l’intensità del fascio luminoso.
  2. “Mountain View” di Dima Loginoff. Anche in questo caso si tratta di una lampada a sospensione, interamente realizzata in vetro soffiato. La particolare lavorazione del vetro riproduce il profilo di un massiccio montuoso racchiuso in una sfera trasparente. Elegante e suggestiva, questa lampada esprime a pieno la filosofia dell’azienda.
  1. Clavius” di Manuel e Vanessa Vivian. Il nome deriva da un film di Stanley Kubrick ed è una linea che prevede lampade a sospensione, plafoniere, applique e lampade da tavolo o da terra. La caratteristica principale è data dal paralume realizzato con  fili di seta lavorati a mano. La struttura portante è in metallo.
lampade Axolight

Tre best sellers per un’azienda che in pochi anni ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel mercato mondiale dell’illuminazione, restando fedele ai principi e ai valori della tradizione artigianale del made in Italy. Le lampade Axolight, infatti, vengono tutte progettate, realizzate e assemblate presso le officine veneziane, sia che si tratti di modelli prodotti in serie, sia che si tratti di pezzi unici. Una filosofia artigianale che ben si presta ad andare incontro alle richieste di personalizzazione di una clientela di nicchia molto esigente che ricerca prodotti di qualità, raffinati e funzionali.

lampade Axolight

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21 Maggio 2020 / / Architettura

Oggi vi porto a visitare una casa davvero insolita. A prima vista sembra una casa in stile giapponese, con il basamento in legno e le finestre scorrevoli lungo le pareti. Ma l’interno nasconde qualche sorpresa.

stile giapponese

Progettata da Syd Furness, architetto e professore all’Università di Cambridge, per sé e per la sua famiglia negli anni ’70, questa casa in stile giapponese ha una personalità unica e una forte connotazione estetica.

stile giapponese

Come tutte le case con queste caratteristiche, o la si ama o la si odia. Recentemente messa sul mercato per il prezzo esorbitante di un milione di sterline e qualche centinaia dopo la virgola, sta facendo discutere. Alcuni vorrebbero acquistarla per raderla al suolo e costruire una villetta tradizionale sulla proprietà, altri vorrebbero ristrutturarla da capo a fondo. Molti, tra i quali gli estimatori di Syd Furness, architetto molto noto nella regione, sperano che un amante dell’architettura la conservi così com’è. E io sono d’accordo con questi ultimi: aprirei una finestra in cucina e ridurrei il numero di camere per ingrandire quelle attuali, un po’ claustrofobiche. Ora andiamo a visitarla.

L’influenza di Frank Lloyd Wright e dello stile giapponese

Per esigenze editoriali nel titolo ho citato lo stile giapponese. Per essere corretta avrei dovuto citare uno dei padri dell’architettura moderna, Frank Lloyd Wright, grande estimatore delle case giapponesi, tanto che ne fece uno dei pilastri portanti del suo stile.

stile giapponese

L’ispirazione giapponese è molto evidente all’esterno: basamento, struttura in legno modulare *, finestre scorrevoli lungo tutta la facciata. 

Ma all’interno l’influenza giapponese viene mitigata dall’organizzazione degli spazi e dall’arredo, decisamente eclettico, che fa assomigliare la casa ad un cottage inglese.

La disposizione interna della casa si configura formalmente intorno a una sala da pranzo centrale a pianta aperta e alla cucina, con le camere da letto che occupano un lato della casa e le zone giorno posizionate all’estremità opposta.

L’ingresso principale si trova sotto un portico chiuso, che conduce all’ampio e generoso corridoio. Il cuore della casa è una sala da pranzo a pianta aperta, luminosa e ariosa, con porte vetrate scorrevoli che si estendono per tutta la lunghezza di una parete. È una stanza particolarmente bella nei mesi estivi, quando l’intero spazio può essere aperto sul giardino.

stile giapponese

Di fronte alla sala da pranzo c’è una cucina ben progettata, con pareti a tutta altezza con scaffalature appositamente costruite su entrambi i lati dello spazio. Una lunga e stretta area di servizio è interconnessa, nascosta dietro una parete divisoria. 

stile giapponese

Il soggiorno è incredibilmente aperto e luminoso, ma anche molto riservato; la siepe matura racchiude il giardino che fa da sfondo naturale. La stanza è organizzata intorno a un’area centrale con un originale camino aperto su un lato. Dal soggiorno si accede a uno studio (o laboratorio) con una grande finestra che si affaccia sul giardino e che lo rende una stanza molto piacevole per lavorare.

stile giapponese

Dal corridoio centrale si accede alla camera da letto principale, un’ampia stanza piena di luce con ripostiglio incorporato e un bagno.

stile giapponese
stile giapponese

* le case giapponesi tradizionali sono costruite secondo moduli con misure ben precise, i tatamidoko, pannelli utilizzati per il pavimento (tatami).

Source: The Modern House

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17 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Un bel bouquet di fiori freschi recisi è sempre una gioia per gli occhi, e porta in casa una nota di colore e un lieve profumo. Ma come fare perché durino più a lungo? Ecco alcuni piccoli trucchi da mettere in pratica.

Fiori freschi recisi

I fiori freschi recisi portano un tocco di colore e di allegria in casa, decorano con eleganza e leggerezza e a volte emanano un lieve profumo.

Un bouquet di peonie, per esempio, è di una bellezza impareggiabile, ed è adatto a chi ha gusti romantici. Per chi ha gusti più semplici e rustici, sono perfetti i mazzetti di fiori di campo, di diverso tipo e colore, magari accostati a steli d’erba, rametti o spighe.

Fiori freschi recisi

Il problema è che i fiori recisi sono davvero effimeri, la loro bellezza svanisce in pochi giorni, e noi ci ritroviamo con un vaso riempito di fiori avvizziti

Qual’è il segreto per avere un bouquet fresco più a lungo? Ora vi svelo qualche piccolo trucco, ma prima debbo sottolineare una cosa: tutte le cose, per durare, hanno bisogno di cure. E i fiori freschi recisi non fanno eccezione.

Come fare durare più a lungo i fiori recisi

  • Usate sempre un vaso perfettamente pulito e disinfettato. Potete usare una semplice miscela di acqua e aceto, che ha anche il vantaggio di rimuovere le macchie di calcare, rendendo il vaso brillante e trasparente.
  • Riempite il vaso con acqua fresca di rubinetto, calcolando che il livello non deve superare la metà della lunghezza degli steli. 
  • Aggiungete all’acqua un cucchiaino da caffè di zucchero oppure, se il fioraio ve la fornisce insieme al bouquet, un po’ di polverina nutriente. Potete anche immergere una monetina di rame, che evita la nascita dei funghi e la schiusa di eventuali larve di zanzara, oltre a mezzo cucchiaino di candeggina, per ridurre la formazione di microrganismi.
  • Lasciate riposare l’acqua mentre preparate i fiori. Calcolate, in base all’altezza del vaso e alla forma che volete dare al vostro bouquet, il punto in cui recidere lo stelo. Non tagliatelo troppo, perché nei giorni successivi dovrete ripetere l’operazione e gli steli risulterebbero alla fine troppo corti. Tagliate gli steli servendovi di un paio di cesoie  pulite e affilate, con un taglio netto in diagonale, per consentire al fiore di assorbire più acqua. Un trucco i più: tagliate gli steli tenendoli sott’acqua, magari in un catino o nel lavandino. Vedrete che risultati!
  • Togliete tutte le foglie nella parte bassa dello stelo, cosicché non si trovino sotto il livello dell’acqua, con il rischio che macerino e formino batteri.
  • Cambiate l’acqua tutti i giorni, seguendo i punti da 1 a 3, e accorciate gli steli ogni 3-4 giorni. Se fa caldo, vaporizzate i fiori con un po’ d’acqua.
  • Il vostro vaso di fiori freschi recisi è pronto! Non mettetelo alla luce diretta del sole e nelle correnti d’aria, e deliziatevi della sua vista.

La freschezza dei fiori comincia dall’acquisto

Come ben sa chi mi segue, adoro i fiori, tanto da farne il soggetto principale dei miei dipinti, e per ritrarli spesso acquisto dei bouquet. Per questo sono diventata pignola nel curare i fiori, prima e dopo l’acquisto, anche perché un bel bouquet ha un certo costo.

Fiori freschi recisi

Per legge i fiori sono divisi in tre categorie, in base alla grossezza del fiore, al numero di petali, alla lunghezza dello stelo: extra, prima scelta e seconda scelta. Per verificare la freschezza dei fiori controllate sempre l’aspetto dei fiori e delle foglie. Gli steli devono essere dritti e turgidi, nessuna parte deve presentare ammaccature, segni di avvizzimento della presenza di parassiti. 

Fiori freschi recisi

Un dilemma che mi pongo spesso è quello sulla scelta dei boccioli o dei fiori aperti. Per esperienza i boccioli troppo chiusi non riescono a sbocciare in vaso, e avvizziscono ancora in boccio. I fiori troppo aperti, invece, cominciano quasi subito a perdere le foglie, soprattutto se si tratta di rose, peonie, tulipani. L’ideale è sempre una via di mezzo.

Il mio consiglio è quello di acquistare i vostri fiori freschi da un fioraio di fiducia, che garantisca la qualità del prodotto. In alternativa potete recarvi ai chioschi o trovare una bancarella al mercato. Una buona alternativa, soprattutto se non ci sono fiorai di un certo livello vicino a casa, è ordinare i fiori on line.

Per esempio se cercate un fioraio a Firenze e non avete tempo o voglia di uscire, cercate sul web e sicuramente troverete un fioraio o un distributore che effettua la consegna a domicilio. Potreste obiettare che non si può controllare la qualità dei fiori, ma questo problema si risolve rivolgendosi a distributori che abbiano una chiara politica di rimborso in caso il prodotto acquistato non sia conforme. 

Leggi il post arredare con i fiori.


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15 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Sempre più interesse sembra esserci intorno allo stile minimalista ed è sempre più richiesto nella progettazione di interni. C’è da dire che, per arredare la casa in questo stile e mantenerla tale, occorre abbracciare il minimalismo anche come filosofia di vita. E non è cosa per tutti.

Stile minimalista

Un tema centrale del minimalismo, infatti, è la semplicità, non solo come modo per arredare casa: si tratta di un approccio che rifugge dagli eccessi e si libera dell’eccedente. Chi sceglie di applicare questo modus vivendi, dunque, deve fare un’attenta analisi di tutti gli oggetti che possiede, abbandonando il surplus per arrivare ad avere soltanto ciò che è strettamente necessario. Il che implica anche l’attribuire un alto valore ai pochi e selezionati elementi che ci circondano.

Less is more”, ovvero “meno è più”, è la citazione che descrive perfettamente questo stile di vita e di arredamento.

Stile minimalista

Le caratteristiche dello stile minimalista

Dal punto di vista architettonico, lo stile minimalista è caratterizzato da linee regolari e dritte. Volumi ben definiti e puri padroneggiano lo spazio, diventandone protagonisti. Pochi sono gli elementi presenti, ma questi appaiono esteticamente perfetti. E non è raro trovare, nelle case arredate in questo stile, oggetti belli da guardare e dalle forme accattivanti.

Design essenziale, forme squadrate e linearità sono i tratti distintivi degli arredi, che spesso sono di tipo sospeso. Risultano infatti meno invasivi e conferiscono un maggiore senso di leggerezza; sceglieteli ad esempio per il mobile del bagno o della tv.

Stile minimalista

Il minimalismo, proprio perché semplice ed essenziale, non ama suppellettili o decorazioni,considerate “inutili”.  I piani d’appoggio sono spesso liberi da qualsiasi oggetto, infatti il risultato è una casa molto ordinata in cui ogni cosa è al proprio posto. Questo rende anche più facili e veloci le pulizie, ideale per chi ha poco tempo.

Stile minimalista

I colori da scegliere

Per quanto riguarda la scelta dei colori, sono da prediligerei toni neutri: il grigio, il nero e soprattutto il bianco. Toni brillanti e saturi, infatti, costituirebbero quasi un elemento di disturbo all’interno di un ambiente così silenzioso. L’abbondanza di bianco contribuisce a rendere lo spazio più arioso ed etereo, oltre che più grande, apportando il giusto contrasto con gli altri due colori. 

Per un perfetto stile minimalista, preferite tessili a tinta unita a tessili multicolore o con disegni e geometrie.

Stile minimalista

Tuttavia, con interni di questo genere, il rischio di ottenere una casa asettica è alto; non dimenticate quindi di “scaldare” l’atmosfera introducendo elementi naturali come il legno, il rattan o il vimini; inoltre potete usare sia bianchi caldi che freddi, a seconda degli ambienti, e aggiungere elementi vegetali come piante verdi.

Se volete saperne di più su come arredare casa in stile minimalista, visitate il sito https://zeumadesign.com

Credits:


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13 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Volete arredare la vostra camera da letto in modo che sia accogliente, pratica e gradevole esteticamente, ma non sapete da dove cominciare? Ecco una guida pratica in 4 passi.

camera da letto

Nelle pagine di questo blog vi ho parlato spesso dell’importanza di un buon sonno ristoratore. Abbiamo visto come scegliere materassi e cuscini, biancheria e coperte, come posizionare le luci, ma non come arredare una camera da letto nell’insieme.

In questo articolo vi illustrerò come arredare una camera da letto in modo che sia funzionale, esteticamente gradevole e accogliente in soli 4 passi.

Prima di cominciare il progetto, procuratevi un metro, carta e matita per fare il rilievo della vostra camera, e se già non lo avete fatto, create una bacheca su Pinterest per raccogliere le idee.

Passo 1. Scegliere lo stile e raccogliere ispirazioni

Prima ancora di stendere il progetto su carta, vi consiglio di scegliere lo stile per l’arredo, i complementi, gli accessori e le finiture. Pinterest è uno strumento molto utile in questa fase, perché vi consente di cercare immagini di interni, di prodotti, delle ultime tendenze, e di creare un archivio ordinato e sempre a disposizione. Definire lo stile è importante perché questa scelta condizionerà gran parte del progetto. 

Foto Francesca Iovene

L’arredo più importante è il letto matrimoniale, ed in base allo stile che avete scelto avrà caratteristiche diverse, per forma, materiali e décor. 

Se optate per una camera da letto coordinata, inserite degli elementi di “rottura” per spezzare la monotonia. Una poltrona, un pouf, una lampada, un tappeto, un’opera d’arte o delle stampe che siano caratterizzati da uno stile diverso e da una personalità spiccata. Questo stratagemma vi aiuterà a personalizzare e a dare carattere alla camera. Al contrario, potete puntare sul letto matrimoniale, soprattutto se disponete di molto spazio. Scegliete un letto dal forte impatto estetico, come il letto a baldacchino, il letto King Size o con una testata importante e decorativa.

Passo 2. Il rilievo della camera da letto e il progetto di massima

Prima di scegliere i mobili, bisogna fare un rilievo dello stato di fatto della camera, che comprenda tutte le dimensioni, sia in piano che in altezza, oltre alla posizione degli elementi fissi come pilastri, serramenti, impianti. Rilevate anche la lunghezza delle diagonali, vi sarà utile nel caso la pianta della stanza sia irregolare. Utilizzate un metro avvolgibile o bindella, meglio ancora un misuratore laser. 

Stendete poi la planimetria in scala utilizzando righelli e squadre, compasso e goniometro, oppure un software di progettazione, come per esempio SketchUp.

Ora potete cominciare ad arredare virtualmente la camera: usate un foglio di carta da lucido, fissatelo sopra alla planimetria e schizzate l’ingombro dei mobili principali, naturalmente in scala. Oppure utilizzate il vostro software di progettazione.

Vi ricordo gli ingombri minimi da aggiungere ai mobili, per una fruizione ottimale:

  • letto: 60cm sui tre lati 
  • armadio con ante scorrevoli: 80 cm lato anteriore 
  • armadio con ante a battente: 90 cm lato anteriore
  • Cassettiera: 80 cm lato anteriore
  • Porte e finestre a battente: dipende dalla dimensione dell’anta
  • Porte e finestre scorrevoli 80 cm

Il progetto di massima serve per capire quanto gioco avete per posizionare gli arredi più ingombranti, per scegliere le dimensioni dei mobili, per ricavare una cabina armadio, per decidere dove mettere i punti luce, per calcolare il costo dei materiali al mq.

Passo 3. Scegliere arredi e finiture: crea la tua mood board

Ora che avete tutte le informazioni, è arrivato il momento di riunirle in modo da scegliere ciò che vi serve e passare agli acquisti.

Lo strumento che vi consiglio è la mood board, una tavola nella quale raccogliere schizzi, immagini, pantoni, annotazioni, prodotti. Potete farla con dei collage su un cartoncino o in versione digitale, l’importante è scegliere e raggruppare i vari elementi seguendo il vostro stile preferito e i vostri gusti, cercando di armonizzare il tutto.

Divertitevi! Incollate le immagini delle camere da letto che vorreste, dei mobili dei vostri sogni, affiancateli a cuscini, tende, tappeti e alle foto di elementi che avete già e che vorreste conservare.

Se siete indecisi, fate diverse tavole con colori, arredi e complementi diversi, attingendo alla vostra board su Pinterest.

Ricordatevi di avere sempre un piano B, ovvero una scelta alternativa, nel caso in cui alcuni prodotti non siano più disponibili o abbiano un prezzo troppo elevato rispetto al vostro budget.

Passo 4: preventivo e acquisti

E’ arrivato il momento di stendere il preventivo di massima, che andrà poi adattato al budget che avete fissato.

camera da letto

Naturalmente l’ammontare dipende dalla portata dell’intervento, se si tratta di un relooking o di una ristrutturazione, e da quanto siete bravi con il fai da te.

Fate una lista minuziosa degli arredi con i rispettivi prezzi ed eventuali costi di trasporto e montaggio. 

Calcolate la quantità in metri quadri dei rivestimenti e delle finiture di pareti e pavimenti, porte e finestre, e aggiungete i battiscopa in metri lineari. Se avete fatto il progetto di massima a regola d’arte, questa operazione non vi porterà via molto tempo: non vi resta che moltiplicare i risultati ottenuti per i prezzi al mq dei materiali che avete scelto, che siano pittura, carta da parati, mattonelle o parquet, e avrete il prezzo totale.

camera da letto

Per raccogliere idee e ispirazioni:


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