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25 Marzo 2022 / / Dettagli Home Decor

Privato Mediterraneo, il progetto di Giorgio Cerrai a Roccamare

Villa Roccamare progettata da Giorgio Cerrai, è un’architettura mediterranea in simbiosi con la natura, dove la scelta dei materiali dei colori e delle finiture richiama atmosfere anni 60.

Siamo a Roccamare, in provincia di Grosseto, a pochi chilometri a nord da Castiglione della Pescaia. Un luogo unico, immerso nel verde della natura e di fronte ad un bellissimo mare. Quì, sorge la villa realizzata da Giorgio Cerrai, fondatore di NeatStudio.

Roccamare è un comprensorio nato nei primi anni 60 per iniziativa di una comunità che elesse questa zona della costa Toscana come luogo deputato al relax ed alle vacanze condividendo il “privilegio” di vivere questo paradiso a stretto contatto con la natura.


Il progetto di Giorgio Cerrai

Villa Roccamare di Giorgio Cerrai è il risultato di un percorso unico realizzato nella ricerca del punto di equilibrio perfetto tra architettura e paesaggio della Maremma. La natura ha dettato le linee guida: mare, vento, alberi, colori, profumi, hanno determinato il perimetro e i punti cardine dell’intera abitazione.

Villa Roccamare di Giorgio Cerraiil progetto Villa Roccamare in maremma

Architettura

Il progetto nasce dalla demolizione e ricostruzione di due abitazioni attigue. Costruite alla fine degli anni 60 la disposizione planimetrica e l’interazione con il contesto non rispondevano alle esigenze della nuova proprietà.

La villa, formata da due unità abitative, ha mantenuto l’andamento orizzontale dei due edifici preesistenti. Un patio attrezzato concepito per i momenti di convivialità e per la preparazione di pranzi e cene, unisce i due volumi.


Tutti gli ambienti principali di Villa Roccamare godono della vista verso il giardino e la spiaggia attraverso le ampie vetrate scorrevoli totalmente integrate nella struttura in cemento armato. Esternamente la piscina con bordo sfioro appare come naturale prosecuzione della casa, dalla quale è separata da circa 6 metri di lastrico solare.

Villa Roccamare in maremmaVilla Roccamare di Giorgio Cerraiprogetto di Giorgio Cerrai Villa Roccamare

Materiali, finiture e arredi di Villa Roccamare

Anima portante del progetto i materiali, soprattutto il cemento, qui utilizzato come amalgama versatile di cui è stata esaltata la contemporaneità nei rivestimenti e negli elementi in aggetto.

Le superfici esterne compreso il rivestimento interno della piscina, sono realizzate in “doghe” di pietra piasentina. Tre i formati scelti così come le finiture: bocciardata, levigata, e fiammata spazzolata.




A richiamare le atmosfere anni 60, ci pensa la pietra lavica smaltata “MADE A MANO” che ritroviano su alcune pareti interne ed esterne. Il rovere e la paglia intrecciata scelta per i rivestimenti di arredo accentuano l’atmosfera.

il progetto in Toscana di Giorgio Cerrai, Villa Roccamare

Gli allestimenti interni sono in completa simbiosi con la struttura di Villa Roccamare. Tutti gli arredi sono stati progettati e realizzati su misura. Per il giardino e la piscina la scelta è ricaduta su arredi da esterno moderni firmati “RODA” e “PAOLA LENTI”.

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25 Marzo 2022 / / Dettagli Home Decor

Arredare casa con le piante

Arredare con le piante, un attitudine molto diffusa, da molti temuta, ma certamente apprezzata.
È una delle tendenze più comuni quella di arredare con le piante gli interni di casa sia per un effetto ornamentale sia per i benefici che derivano. L’umore risente positivamente se ci si trova in uno spazio con del verde: aiuta a rilassarsi e a ritrovare il buonumore. Tra i vari benefici le piante purificano l’aria, riempiono gli spazi, colorano l’atmosfera. Non lasciatevi scoraggiare se non avete il pollice verde: molte piante sono facili da curare e mantenere, ne varrà la pena.

Arredare con le piante grasse

Arredare con le piante grasse

Le piante grasse riscuotono molto successo perché associate alla facilità della loro cura. Arredare con le piante grasse è creativo grazie ad un ampio ventaglio di forme e dimensioni disponibili in natura. Alcune di loro poi sorprendono con fiori molto colorati dando un tocco di vivacità allo spazio che le ospita. Sono per la maggior parte facili da coltivare e si posizionano senza problemi in tutti i locali della casa. Basta allestire la giusta temperatura, una luce omogenea e poca acqua ed arredare con le piante grasse sarà un gioco da ragazzi.

Tra le piante grasse più apprezzate troviamo l’Aloe vera. È una pianta conosciuta soprattutto per le sue proprietà curative ma con le sue foglie dal colore verdi-blu piace molto anche per le sue capacità decorative.
Di origine tropicale si adatta all’ ambiente chiuso a patto che sia esposta a un’illuminazione costante ma non diretta e soggetta a una modesta quantità d’acqua.

L’Epiphyllum è una pianta grassa pendente dalle composizioni pittoresche. Oltre a presentare una crescita a pannelli affusolati dona anche particolari fiori dalle tonalità rosse o violacee. Con la sua parte aerea si rivolge verso il basso e conferisce verticalità alla composizione.

E con le piante sempreverdi

Le piante sempreverdi sono diffuse sia in in luoghi freddi sia in luoghi tropicali. Non rimangono mai completamente spoglie perché hanno ricambio costante del loro fogliame. Questa caratteristica permette di arredare con le piante e mantenere un decoro sempre colorato all’ interno della casa che si va ad arredare.

La Beaucarnea è una pianta sempreverde da vaso. Si adatta a periodi di carenza d’acqua perché il suo fondo panciuto funge da riserva di liquidi. Ha anche la capacità di purificare l’aria trattenendo le impurità.

Infine un’altra pianta sempreverde da interni è il Pothos, conosciuta come una delle migliori piante da appartamento. Resiste anche alle condizioni ambientali più estreme ed è anche molto decorativa per le foglie pendenti.

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La burocrazia è qualcosa che ti accompagnerà durante tutta la tua ristrutturazione, e di certo non ti molla una volta che i lavori sono finiti. Infatti è sempre necessario affrontare degli adempimenti burocratici alla fine dei lavori…che forse sono anche più importanti di quelli che hai fatto all’inizio.

In questo articolo ti voglio svelare tutto quello che devi fare una volta conclusa la ristrutturazione, per essere sicuro di “avere tutte le carte a posto” e di sfruttare le detrazioni fiscali senza preoccupazioni.

mailling list per ristrutturare casa

Abbiamo parlato in modo esaustivo di quale sia la pratica edilizia per ristrutturare, di come deve essere fatta e di tutti gli allegati che deve contenere nella Guida alle pratiche edilizie per ristrutturare. Ma un altro momento fondamentale di una ristrutturazione è senza dubbio la chiusura dei lavori. Infatti la pratica edilizia che hai aperto deve essere conclusa.

Ma non basta chiudere la pratica edilizia, ci sono altri adempimenti che devi fare, e devi farli nel momento giusto. In sostanza non puoi fare e cose a casaccio. E oltre a tutto ciò, se vuoi sfruttare le detrazioni fiscali, probabilmente dovrai anche fare degli adempimenti specifici e conservare determinati documenti.

Nei prossimi paragrafi vedremo tutti gli aspetti burocratici che devi affrontare alla fine della ristrutturazione. Quindi l’articolo sarà diviso in due parti:

  • Prima parte: le pratiche per la corretta chiusura dei lavori
  • Seconda parte: le comunicazioni e i documenti per le detrazioni fiscali

Questo, insieme all’articolo che ti ho linkato poco fa, costituisce una guida completa alle pratiche edilizie per ristrutturare casa, che ti faranno diventare più esperto del tuo tecnico! (Si chiaro che scherzo…sennò i tecnici che mi leggono, e già mi odiano abbastanza, si inca***no ancora di più)

LE PRATICHE PER LA CORRETTA CHIUSURA DI UNA RISTRUTTURAZIONE

Burocrazia alla fine lavori: la comunicazione di fine lavori

I principali adempimenti che tu e i tuoi tecnici dovrete fare alla chiusura dei lavori sono questi:

  • Variazione catastale
  • Attestato di prestazione energetica
  • Dichiarazione di fine lavori
  • Segnalazione certificata di agibilità

Però capiamoci: questi sono gli adempimenti più comuni, ma non è sempre necessario farli tutti. Questi che abbiamo appena elencato riguardano una ristrutturazione che è stata realizzata presentando una CILA, prevede lo spostamento (demolizione e/o costruzione) di pareti interne, il rifacimento di impianti e in particolare intervenire sull’impianto di riscaldamento e/o sugli infissi e/o sull’isolamento.

Se la tua ristrutturazione presenta tutte queste caratteristiche gli adempimenti sono quelli dell’elenco qui sopra. In caso contrario potresti evitartene qualcuno.

L’ordine in cui li ho scritti rispecchia anche l’ordine in cui dovrebbero essere fatti, più che altro per una sequenza logica delle cose che per reali obblighi di farli in questa sequenza. Vediamoli rapidamente.

Variazione catastale

La variazione catastale non è altro che la modifica della planimetria catastale per farla corrispondere alla nuova divisione interna degli ambienti.

Quindi se non sposti muri non è necessario farla. (NB: anche se decidi di spostare la posizione delle porte interne non è necessario fare la variazione catastale…).

Insieme alla variazione della planimetria verrà fatta la variazione della visura catastale, per riportare i nuovi dati: in sostanza il nuovo numero di vani e la nuova rendita catastale (che potrebbero anche essere identiche alle precedenti).

Anzi in realtà la modifica della planimetria catastale ha proprio lo scopo di calcolare la nuova rendita perché, è utile ricordarlo, la planimetria catastale di per sé non ha nessun valore: se fai lavori senza pratica edilizia e correggi la planimetria catastale i tuoi lavori sono comunque abusivi.

Chiuso questo inciso, solitamente si occupa di questa variazione un geometra ed ha un costo burocratico di 50,00€ (oltre ai costi del geometra, che naturalmente sono maggiori).

Presentazione APE

APE è l’acronimo di Attestato di Prestazione Energetica, e va predisposto solo se cambiano le prestazioni energetiche dell’immobile.

Quindi se viene modificato l’impianto di riscaldamento (sostituendo la sola caldaia oppure tutto l’impianto), oppure se vengono sostituiti gli infissi, oppure se si decide di isolare le pareti e/o i solai…si deve fare una (nuova) APE.

Se non prevedi questi interventi non è un adempimento necessario.

Attenzione ad una cosa però: tutti gli edifici devono avere l’APE, quindi se il tuo prima non ce l’aveva devi farlo, anche perché è un documento indispensabile per la nuova agibilità di cui parleremo a breve.

L’APE viene predisposto da un tecnico (che dovrebbe essere estraneo alla progettazione perché ne certifica i risultati dal punto di vista energetico), e come sai riporta la classe energetica del tuo immobile. Inoltre per essere valido deve essere caricato su un portale regionale.

Comunicazione di Fine Lavori (CFL)

Questo è sicuramente il documento principale per chiudere la pratica edilizia. Si tratta di una dichiarazione da rendere su un modello nazionale unificato, che deve presentare il titolare della pratica edilizia (cioè tu).

A questa comunicazione devono essere allegati dei documenti, alcuni obbligatori a livello nazionale ed altri normati a livello regionale.

Il documento principale che devi allegare, e richiesto in tutta Italia, è una planimetria della casa per come è stata effettivamente ristrutturata.

Se non hai fatto variazioni in corso d’opera rispetto a quella riportata nella pratica edilizia è esattamente la stessa, se invece hai cambiato qualcosa durante i lavori, questo è il momento per renderlo visibile.

Lasciami fare un inciso: nella guida alle pratiche edilizie per ristrutturare, abbiamo detto che la CILA è la pratica con cui quasi sicuramente ristrutturerai casa. Questo procedimento ha una particolarità: non prevede le varianti in corso d’opera.

Solitamente quando si costruisce un edificio, e si decide di fare delle modifiche in corso d’opera, è necessario presentare una pratica di variante durante l’esecuzione dei lavori.

Nel caso di lavori eseguiti con una CILA, trattandosi di opere minori, questa variante non è prevista ma si comunica a fine lavori le varianti che vi sono state (alcuni Comuni consentono di fare delle integrazioni, ma non è un procedimento previsto dalla normativa).

Detto ciò, non sono richiesti altri documenti per chiudere i lavori. Almeno a livello nazionale.

Come abbiamo detto infatti ci possono essere delle prescrizioni regionali (e ci sono spesso). Quello che ho visto essere richiesta più spesso sono tutti i documenti di discarica, prodotti in fase di demolizione: si tratta delle bolle di trasporto e conferimento a discarica oltre che delle prove sui materiali demoliti (si tratta di prove volte a verificare se vi sono materiali inquinanti o pericolosi).

Così con la variazione catastale fatta, l’APE presentata e la Comunicazione di Fine Lavori protocollata la ristrutturazione è finita. Ma la burocrazia non ancora…

L’agibilità

L’ultima incombenza per considerare realmente conclusa una ristrutturazione, almeno per quanto riguarda i rapporti con l’amministrazione comunale, è la presentazione della nuova agibilità.

Chiariamo un aspetto: l’agibilità non deve essere presentata ogni volta che si fa una ristrutturazione, dipende da quali lavori si fanno.

Per capirlo vediamo la definizione di agibilità che ci da il Testo Unico dell’Edilizia (d.pr. 380/2001, art. 24):

1. La sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati e, ove previsto, di rispetto degli obblighi di infrastrutturazione digitale, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente, nonché la conformità dell’opera al progetto presentato e la sua agibilità sono attestati mediante segnalazione certificata.

Quindi l’agibilità certifica le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico.

Le condizioni di sicurezza riguardano le strutture e gli impianti.

Le condizioni di igiene e salubrità riguardano le caratteristiche igienico-sanitarie dei locali (quindi anche le dimensioni, l’illuminazione, l’aerazione, etc. – a tal proposito leggi l’articolo che ho scritto in merito).

Il risparmio energetico riguarda gli impianti e l’involucro.

Questo vuol dire che ogni volta che una ristrutturazione va ad incidere in modo significativo su questi parametri bisogna aggiornare l’agibilità della casa.

Pertanto, rimanendo negli interventi più frequenti durante una ristrutturazione, se: modifichi la distribuzione interna (cioè abbatti e/o costruisci pareti), se rifai gli impianti (in particolare quello di riscaldamento), se sostituisci gli infissi o fai l’isolamento della casa, se fai opere strutturali…devi presentare una nuova agibilità.

Da qualche anno l’agibilità non è più un certificato che rilascia il Comune in seguito ad una richiesta, ma una Segnalazione che fa il proprietario della casa (abbreviata in SCA). Ti ho spiegato in modo approfondito come funziona l’agibilità in questo articolo.

Quello che vorrei richiamare qui sono solo alcuni aspetti:

  • L’agibilità la presenti a nome tuo, su una modulistica nazionale, e deve essere asseverata da un tecnico abilitato;
  • Ci sono alcuni allegati obbligatori ad un’agibilità;
  • Nel caso in cui l’agibilità sia presentata dopo un intervento edilizio (come una ristrutturazione), può valere anche da fine lavori al posto della dichiarazione di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.

Vediamo quali sono gli allegati minimi dell’agibilità:

  • Documenti di identità del proprietario e del tecnico
  • Ricevuta del versamento dei diritti di segreteria
  • Pianta della casa
  • Dichiarazioni di conformità di tutti gli impianti
  • Dichiarazione di rispondenza per gli impianti realizzati quando la dichiarazione di conformità non era obbligatoria
  • Certificato di collaudo in caso di interventi strutturali o in caso di prima agibilità su edificio
  • Attestato di Prestazione Energetica
  • Planimetria e visura catastale (non sempre richiesti)

E naturalmente, se l’agibilità vale anche come fine lavori, tutta la documentazione richiesta per la fine lavori.

E con questo hai veramente chiuso tutto con il Comune. Però abbiamo detto che, se vuoi sfruttare le detrazioni fiscali, ci sono altri adempimenti da fare.

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LE COMUNICAZIONI E I DOCUMENTI PER LE DETRAZIONI FISCALI

Le detrazioni fiscali sono diventate una questione molto complessa negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la quantità e correttezza dei documenti che devono essere presentati e conservati.

E le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito hanno incasinato ancora di più le cose.

In realtà il vero casino è per i tuoi tecnici, che hanno le maggiori responsabilità in merito alla correttezza del tutto. Tu devi “solo” fare attenzione che tutte le carte siano a posto.

In questo paragrafo proviamo a fare un po’ di chiarezza sulla documentazione che va presentata e su quella che devi conservare alla fine dei lavori. Non ho la pretesa di essere esaustivo né nello spiegare le detrazioni fiscali né nell’elencarti tutta la documentazione necessaria: per farlo ci vorrebbe un trattato e ne ho scritto in modo abbastanza approfondito nella Guida alle Detrazioni Fiscali che trovi in regalo insieme al manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi”.

Partiamo dal chiarire che ci sono due tipi di documenti che fanno parte delle detrazioni fiscali:

  • Quelli che devono essere protocollati
  • Quelli che devi conservare

Quando parliamo di documenti da protocollare ci stiamo riferendo alla pratica che deve essere obbligatoriamente presentata all’ENEA per poter fruire delle detrazioni relativamente all’efficientamento energetico. L’ENEA infatti è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, quindi come puoi intuire si occupa di efficienza energetica.

Invece i documenti che devi conservare sono quelli che dovrai esibire nel caso venga effettuata una verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, e per ogni detrazione ci sono dei documenti da conservare.

Tanto per incasinare un po’ le cose, tutti questi documenti variano a seconda della detrazione fiscale che decidi di sfruttare.

Statisticamente le detrazioni fiscali più utilizzate per le ristrutturazioni sono il Bonus casa (con l’associato Bonus Arredi) e l’Ecobonus. C’è poi il Superbonus che però, nonostante tutte le chiacchiere che ci sono in giro, è utilizzato in un numero veramente esiguo di casi e soprattutto da grossi condomini (quindi con opere condominiali “trainanti”).

Affrontiamo separatamente i documenti a seconda della detrazione interessata.

I documenti del Bonus Casa

Il Bonus Casa, o detrazione del 50%, ti consente di portare in detrazione tutti i lavori di manutenzione straordinaria che fai in casa. Si tratta senza dubbio di quello più sfruttato nell’ambito delle ristrutturazioni e se vuoi saperne di più puoi andarti a leggere questo articolo che, sebbene abbia qualche anno sulle spalle, è aggiornato in quanto la normativa è cambiata veramente poco (tranne per un aspetto di cui parleremo a breve).

Vediamo sinteticamente la documentazione da presentare e quella da conservare.

I documenti da caricare

Se tra gli interventi che porti in detrazione (o sconto in fattura o cessione del credito) con il bonus casa non fai interventi di efficientamento energetico non devi aprire nessuna pratica all’ENEA. Quindi nessun documento da protocollare.

Se invece tra gli interventi che devi realizzare ve ne sono alcuni di efficientamento energetico (e che non vuoi detrarre con l’Ecobonus mi sento di dire…), allora devi fare una comunicazione all’ENEA. Comunicazione che è obbligatoria ma che, come è stato chiarito più volte, se non viene fatta non fa perdere le detrazioni fiscali (vedi la risoluzione n. 46/E/2019 dell’Agenzia delle Entrate, e ribadito in più risposte ad interpelli).

Questa comunicazione deve essere fatta tramite un portale dedicato (ogni anno ne viene fatto uno nuovo per l’anno corrente) e può farla un tecnico abilitato.

In sostanza si tratta di compilare e caricare alcuni documenti in cui sono riportati dati inerenti i risparmi ottenuti. Il portale rilascia una sorta di ricevuta che è tra i documenti da conservare.

I documenti da conservare

Per quanto riguarda i documenti da conservare è sufficiente fare riferimento alla guida ufficiale dell’Agenzia delle Entrate e sono relativamente semplici:

  • La pratica edilizia completa (e corretta) con cui è stato realizzato l’intervento. Quindi devono esserci una CILA (o una SCIA) con tutti i documenti obbligatori di contorno
    NB: in realtà non tutte le opere che possono essere detratte richiedono la presentazione di una pratica edilizia, come ad esempio la sostituzione degli scaldaacqua. In questi casi è necessaria un’autocertificazione da parte del contribuente;
  • In particolare deve essere presente la Notifica Preliminare se necessaria;
  • La variazione catastale se necessaria;
  • Le ricevute di pagamento dell’IMU se dovuta;
  • Dichiarazione di consenso da parte del proprietario dell’immobile (nel caso in cui tu faccia i lavori da inquilino);
  • Copia delle bolle di consegna dei materiali (utili in caso di verifica per dimostrare che i prodotti sono stati consegnati nel tuo cantiere);
  • Copia di tutti i bonifici parlanti con cui sono stati pagati i lavori e delle rispettive fatture emesse da imprese e fornitori;
  • Copia ricevuta ENEA (in caso di interventi di efficientamento energetico).

Vi sono poi altri documenti che sono stati introdotti a partire dal 2022:

  • Asseverazione di congruità delle spese a firma di un tecnico abilitato (esclusi i lavori entro i 10.000€ e quelli rientranti nella categoria della manutenzione ordinaria);
  • Visto di conformità (documento in cui viene verificata la correttezza della documentazione) a firma di un professionista abilitato del settore economico (commercialista ad esempio, ma non solo) nei casi di sconto in fattura e cessione del credito.

Anche questi documenti sono da acquisire e conservare in caso di controlli.

I documenti dell’Ecobonus

L’ecobonus è la detrazione fiscale dedicata alle sole opere di efficientamento energetico degli edifici. Si tratta di opere che possono essere eseguite anche col Bonus Casa (di cui abbiamo appena parlato), ma qui trovano una detrazione autonoma con massimali autonomi che quindi consentono, nell’ambito di una ristrutturazione, di massimizzare le detrazioni fiscali. Ne abbiamo parlato approfonditamente nell’articolo che ti ho linkato poco fa (e ancora più approfonditamente nella guida allegata al manuale).

L’Ecobonus è un insieme di varie misure di detrazione suddivise per tipologia di opere: isolamento e sostituzione di infissi, sostituzione di impianto di riscaldamento, installazione di sistemi solari termici, installazione di sistemi oscuranti, etc.

La detrazione varia a seconda della misura tra il 50% e il 65%.

In questo caso la documentazione da presentare e quella da conservare sono un po’ più complesse.

I documenti da presentare

Nel caso di Ecobonus è sempre obbligatorio presentare una pratica all’ENEA, e deve esserne presentata una per ogni misura a cui si accede.

Questa presentazione avviene tramite l’apertura di una pratica nel portale dedicato dell’ENEA (ogni anno ne viene predisposto uno nuovo) su cui compilare dei modelli e caricare dei documenti con i dati di risparmio ottenuti (è un po’ più complesso di così ma facciamo ad intenderci). Anche in questo caso lo può fare un tecnico abilitato. E anche in questo caso viene rilasciata una ricevuta da parte dell’ENEA con un numero di protocollo, che deve essere conservata tra i documenti da esibire in caso di controllo.

I documenti da conservare

I documenti da conservare rispetto al bonus casa hanno alcune aggiunte, vediamoli:

  • La pratica edilizia completa (e corretta) con cui è stato realizzato l’intervento se necessaria, in caso contrario il contribuente deve produrre un’autocertificazione;
  • In particolare deve essere presente la Notifica Preliminare se necessaria;
  • La variazione catastale se necessaria;
  • Le ricevute di pagamento dell’IMU se dovuta;
  • Dichiarazione di consenso da parte del proprietario dell’immobile (nel caso in cui tu faccia i lavori da inquilino);
  • Copia di tutti i bonifici parlanti con cui sono stati pagati i lavori e delle rispettive fatture emesse da imprese e fornitori;
  • Copia delle bolle di consegna dei materiali (utili in caso di verifica per dimostrare che i prodotti sono stati consegnati nel tuo cantiere);
  • Copia ricevuta ENEA (in caso di interventi di efficientamento energetico);
  • Attestato di Prestazione Energetica (APE);
  • Asseverazioni (tecniche) da parte di un tecnico abilitato.

Attenzione: queste asseverazioni sono diverse da quelle sulla congruità dei prezzi (ne abbiamo fatto accenno nel paragrafo sul bonus casa e tra poco le ripeteremo). Si tratta di asseverazione sui requisiti tecnici degli interventi effettuati (per dirlo in soldoni: quanto consumi in meno) e sono anche quelle che vanno caricate sul portale ENEA.

Ogni misura dell’ecobonus prevede delle asseverazioni differenti e specifiche, non ne facciamo una panoramica qui perché sarebbe troppo lungo e comunque sono questioni di cui dovrebbe occuparsene il tuo tecnico.

Vi sono poi, anche in questo caso, i nuovi adempimenti introdotti nel 2022:

  • Asseverazione di congruità delle spese a firma di un tecnico abilitato (esclusi i lavori entro i 10.000€ e quelli rientranti nella categoria della manutenzione ordinaria);
  • Visto di conformità (documento in cui viene verificata la correttezza della documentazione) a firma di un professionista abilitato del settore economico (commercialista ad esempio, ma non solo) nei casi di sconto in fattura e cessione del credito.

I documenti del Superbonus

Abbiamo detto poco fa che il superbonus è difficilmente sfruttabile quando si sta ristrutturando la propria casa. I casi in cui puoi farlo sono sostanzialmente due:

  • Hai una casa singola o assimilabile e allora puoi sfruttarlo appieno;
  • Hai un appartamento in un condominio e riesci ad agganciare alcuni interventi “trainati” al superbonus che sta facendo il condominio.

Se non sai di cosa stiamo parlando vai a leggerti l’articolo che ho scritto sul superbonus, anche se è un po’ datato tutte le cose di base sono corrette. Lo trovi qui.

Tornando a noi i documenti che fanno parte del superbonus non sono molto differenti da quelli che abbiamo visto in precedenza.

I documenti da presentare

Se realizzi il superbonus per efficientare energeticamente il tuo immobile dovrai presentare una pratica all’ENEA. Anche in questo caso esiste un sito apposito in cui il tuo tecnico dovrà caricare dei documenti e dovrà compilare dei modelli.

A differenza delle altre detrazioni la comunicazione all’ENEA non si fa a solo a fine intervento ma può essere fatta anche precedentemente, cioè al pagamento dei SAL del 30% e del 60% dei lavori.

In questo caso al SAL successivo (o alla fine lavori) viene aggiornata la pratica già aperta.

Il modello che il tuo tecnico compilerà direttamente sul portale è quello di asseverazione tecnica e di congruità dei costi.

I documenti che caricherà sono:

  • Computo metrico estimativo
  • APE pre-intervento
  • APE post-intervento

In più dovrà indicare la polizza assicurativa a copertura di eventuali errori.

Come per le altre detrazioni l’ENEA fornirà un codice da comunicare al commercialista per il visto di conformità

I documenti da conservare

Per quanto riguarda i documenti da conservare devi considerare che il superbonus è essenzialmente l’estensione del bonus casa (per quanto riguarda la parte super-sismabonus – nb: se questa affermazione ti sembra strana leggi l’articolo sulle detrazioni fiscali e capirai…) e dell’ecobonus. Quindi i documenti sono sostanzialmente gli stessi:

  • La pratica edilizia completa (e corretta) con cui è stato realizzato l’intervento se necessaria, in caso contrario il contribuente deve produrre un’autocertificazione;
  • In particolare deve essere presente la Notifica Preliminare se necessaria;
  • La variazione catastale se necessaria;
  • Le ricevute di pagamento dell’IMU se dovuta;
  • Dichiarazione di consenso da parte del proprietario dell’immobile (nel caso in cui tu faccia i lavori da inquilino);
  • Copia di tutti i bonifici parlanti con cui sono stati pagati i lavori e delle rispettive fatture emesse da imprese e fornitori (se non hai usufruito dello sconto totale in fattura naturalmente);
  • Copia delle bolle di consegna dei materiali (utili in caso di verifica per dimostrare che i prodotti sono stati consegnati nel tuo cantiere);
  • Copia ricevuta ENEA (in caso di interventi di efficientamento energetico);
  • Attestato di Prestazione Energetica (APE);
  • Asseverazioni (tecniche) da parte di un tecnico abilitato.
  • Asseverazione di congruità delle spese a firma di un tecnico abilitato (che coincide con l’asseverazione inoltrata nel portale ENEA);
  • Asseverazioni di congruità delle spese e tecniche specifiche per il supersismabonus (nel caso tu lo abbia sfruttato)
  • Visto di conformità a firma di un professionista abilitato del settore economico (commercialista ad esempio, ma non solo).

E con questo abbiamo finito.

CHIUDERE CORRETTAMENTE LA PRATICA EDILIZIA E’ SOLO UN PASSAGGIO DEL PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE

processo di ristrutturazione

In questo articolo abbiamo affrontato un aspetto fondamentale e a cui purtroppo spesso ancora non viene data la necessaria importanza, anche da parte dei tecnici.

Proprio mentre scrivo queste righe mi è arrivata una richiesta di aiuto via email da parte di una persona che, in un immobile appena acquistato, ha trovato che è stata aperta una CILA e non è stata presentata la fine lavori.

Cosa significa questa cosa? Banalmente dal punto di vista formale la casa di questa persona è ancora un cantiere, perché la CILA è un procedimento edilizio senza scadenza (non ascoltare chi dice che dura 3 anni come gli altri procedimenti edilizi).

Più grave sarebbe se chi ha aperto la CILA ha sfruttato anche le detrazioni fiscali: in caso di controlli un procedimento edilizio non completo potrebbe essere causa di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Non ti voglio spaventare, le cose sono molto più semplici di quelle che possono apparire. Ma tu come committente non puoi pretendere di avere sotto controllo tutti gli aspetti della tua ristrutturazione: dovresti diventare progettista, imprenditore, muratore, idraulico, elettricista, etc.

Ti pare possibile?

Quello che devi fare è pianificare e gestire la tua ristrutturazione seguendo un percorso chiaro e corretto. E nel farlo devi saper delegare ai giusti professionisti le cose di cui non hai competenza e di cui è inutile che tu acquisisca competenza. A meno che non vuoi sorbirti almeno 7 anni di università per diventare Architetto (è il tempo medio in cui ci si laurea in questa facoltà) oppure andare per qualche anno in cantiere a fare l’apprendista muratore, idraulico, elettricista, pittore, cartongessista, etc., e ancora imparare a gestire le squadre di lavoro, le forniture dei materiali e gli innumerevoli problemi di un cantiere come fa un imprenditore edile.

Per aiutarti a pianificare e gestire correttamente la tua ristrutturazione, e a individuare ed affidarti ai giusti professionisti del settore, ho scritto un manuale completo che ti accompagnerà passo dopo passo. Il manuale ti spiegherà qual è l’unico modo corretto per ristrutturare, ed è affiancato da oltre dieci bonus che affrontano tutti i temi più importanti con cui ti dovrai confrontare durante il processo: dalle detrazioni fiscali, all’iva agevolata, dai contratti di appalto e di servizi, alla stima dei lavori e ai quadri economici.

Il manuale ha già aiutato centinaia di persone nella loro ristrutturazione e ha ricevuto solo recensioni positive (a parte una). Se vuoi saperne di più puoi approfondire qui: Ristruttura la tua casa in 7 passi.

mailling list per ristrutturare casa

L’articolo Hai finito i lavori di ristrutturazione…ma hai chiuso con la burocrazia? Guida a tutte le pratiche da fare alla fine dei lavori sembra essere il primo su RistrutturazionePratica.

24 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

In un mondo che va sempre di corsa, il tempo assume un’importanza estrema. La filosofia dello Slow living – che comprende tante attività slow, come lo Slow food – punta a uno stile di vita semplice, legato alla natura e scandito da ritmi più lenti. 

Slow living
Via elleinterieur.nl

Letteralmente significa “vivere lentamente” e potrebbe essere definito come “l’arte di rallentare”, da applicare tutti i giorni, quindi anche nell’arredamento della propria casa. Una vita più lenta consente di avere anche una maggiore consapevolezza, di noi stessi e di ciò che abbiamo intorno.

Arredare una casa secondo questa filosofia significa dunque scegliere ciò che più rappresenta noi e i nostri valori, creando un ambiente che favorisca la calma interiore. 

Per questo motivo non c’è uno stile preciso e definito per lo Slow living, perché ciascuno di noi può sentirsi bene circondato da cose diverse. 

Selezionare gli oggetti 

Come anche la filosofia minimalista ci insegna, è preferibile tenere poche e selezionate cose che per noi hanno davvero un significato e un valore. Occorre scegliere con cura e consapevolezza gli oggetti di cui circondarsi, tenendo a mente che per una vita e una casa slow, non c’è posto per ciò che non piace o che è inutile. Ad esempio, se in casa avete oggetti che vi sono stati regalati e che non amate, donateli in quanto risultano cose che in definitiva non accettiamo.

Un altro punto importante dello Slow living è il legame con la tradizione. Circondatevi di arredi o complementi che hanno una storia e, soprattutto, che siano fatti con cura.  Questa attenzione nel realizzare il manufatto si percepirà. Viceversa, mobili storti e mal rifiniti non danno belle sensazioni, a chi più e a chi meno a livello inconscio. Soprattutto se siete inclini a notare questi difetti.

Benessere interiore secondo lo Slow living

Una casa arredata consapevolmente, deve tener conto delle proprie esigenze. Al centro dello Slow living si pone il proprio benessere interiore e il ritornare al proprio ritmo naturale.

Prendersi cura delle piante è un buon modo per farlo: piantarle, innaffiarle in certi giorni e vederle crescere, ci riallinea al ritmo della natura. 

È anche importante creare un angolo per se stessi, per dedicare del tempo alle cose che amiamo fare o ai propri hobby, così da rigenerarsi e riequilibrare la propria energia.

Inoltre, per una casa slow, sarebbe opportuno abbassare gli stimoli visivi o uditivi che ci circondano e a cui siamo già sovraesposti ogni giorno. Per farlo, ciascuno dovrebbe valutare se le disposizioni, gli oggetti e i colori che ci sono, risultano eccessivi oppure equilibrati. Poiché la casa è quel luogo dove dobbiamo ricaricare le batterie, è bene che sia in armonia con il proprio io. 

Se desiderate una progettazione ottimale degli spazi della vostra casa, consultate il sito https://zeumadesign.com/

23 Marzo 2022 / / Romina Sita

Abiti in una casa in affitto, ma non ti piace gran ché? Quando hai scelto di andare a vivere per conto tuo hai dovuto fare i conti con diversi aspetti che ti hanno fatto prendere la decisione di andare in affitto in una appartamento già arredato. Ora che ci sei dentro noti che qualcosa non va, che non sei felice al 100%. Te lo dico io perché, il motivo è che quella casa e quell’arredo non ti rappresentano e così ti ritrovi alla continua ricerca di soluzioni a basso costo che ti consentano di abbellire la tua casa. Eccomi qua! Con questo articolo desidero darti qualche prezioso consiglio per abbellire e personalizzare la tua casa in affitto già arredata.

Vivere in una casa che ci rappresenta è la chiave per abitare in serenità i nostri spazi di casa. Lo sapevi? 

“La casa deve esprimere la personalità di chi la abita senza essere troppo influenzati da ciò che ci dicono gli altri e dalle tendenze. Seguendo una logica sbagliata, state certi che vi stancherete presto dell’arredamento scelto e soprattutto non lo sentirete mai vostro.”

“Uno spettacolo di casa” di Romina Sita

Questo è un principio base da tenere in considerazione quando si arreda casa da zero, ma quando gli arredi esistono già, come si deve fare? Come si può conciliare l’esistente con i propri gusti personali? Non necessariamente bisogna buttare via tutto, anche perchè non è possibile, ma esistono dei modi, dei piccoli accorgimenti che ti permettono di rinnovare i tuoi spazi, abbellire e personalizzare la casa.

Inizia a guardare la tua casa con occhi diversi, senza preconcetti e con una mentalità più aperta e creativa. Non essere pessimista e anzi pensa che con la sola forza della tua volontà puoi arrivare molto lontano. Abbi il coraggio di osare, non è mai troppo tardi per iniziare e sentiti bene nella tua casa fin da ora.

Sei pronta? Allora iniziamo.

Ti sto per illustrare 6 consigli precisi e pratici, che puoi attuare fin da subito per abbellire e personalizzare la tua casa in affitto già arredata.

CONSIGLIO #1

Fai un check

Guardati intorno e valuta con razionalità ciò che non puoi cambiare e ciò che invece, con un minimo impegno, sia mentale che economico, puoi modificare/sostituire. Ad esempio:

  • Cucina > TENERE
  • Divano > SOSTITUIRE
  • Tappeto > SOSTITUIRE
  • Mobiletto soggiorno > MODIFICARE
  • Mobile ingresso > TENERE
  • Appendiabiti > SOSTITUIRE
  • Mobile bagno > TENERE
  • Letto > TENERE
  • Comodini > SOSTITUIRE
  • Lampadario > TENERE
  • ecc…

CONSIGLIO #2

“Nascondi” ciò che non ti piace

Purtroppo, anche se vorresti, certe cose non le puoi cambiare e bisogna prenderne atto. In questi casi che si fa? Si adottano piccoli accorgimenti per nascondere, o meglio dire, per spostare – visivamente – in secondo piano ciò che non piace. Semplicemente lo si fa creano nuovi punti focali caratterizzanti e piacevoli agli occhi e ai propri gusti. In questo modo gli elementi che non ti piacciono passeranno quasi inosservati.

Quindi sii consapevole delle criticità della tua casa e valorizza i tuoi spazi cammuffandole. Ad esempio:

tanti_cuscini_divano
Pic by Pinterest
  • Non ti piace la cucina? Inserisci una belle lampada a sospensione importante, essa catturerà sicuramente l’attenzione.
casa_in_affitto_nascondere
Pic by Pinterest
  • Non ti piace il pavimento? Coprilo con tappeti. Nella zona salotto potrebbe essere l’ideale anche la sovrapposizione di 2 o 3 tappeti.
tappeti_sovrapposti

CONSIGLIO #3

Crea la nuova palette colori

Ebbene sì, la palette colori gioca sempre un ruolo fondamentale e quando gli arredi sono già presenti risulta ancora più difficile creare armonia all’interno della casa.

Come prima cosa cerca di identificare la palette colori esistente. Da qui puoi partire a fare i tuoi ragionamenti del caso.

  • Per i tuoi gusti ci sono troppi colori? Allora puoi valutare di eliminare o coprire gli elementi che contengono quei colori.
palette_colori_esempio_1
  • Ci sono pochi colori? Non ti preoccupare, aggiungere si fa sempre in tempo.
palette colori

Dai un’occhiata a questo articolo in cui ti spiego cos’è una palette colori e come crearne una per rendere armonici i tuoi ambienti.

CONSIGLIO #4

Sostituisci gli elementi di arredo

Dopo aver valutato attentamente cosa non ti piace e tra questi cosa puoi sostituire, porta in garage/cantina quei complementi che proprio non digerisci. Chi lo ha detto che se erano già lì devi conviverci per il resto della tua permanenza in quella casa?

Quindi procedi e non sentirti in colpa. Porta via quel tappeto che non ti piace, quella piantana agghiacciante e quel lampadario che non riesci più a guardare.

Ora sentiti libera di acquistare quei complementi che tanto desideravi e che pensi stia bene all’interno della tua casa.

CONSIGLIO #5

Rinfresca le pareti

Torniamo un attimo al discorso palette colori e diamo nuova vita alla tua casa. Elimina quel giallino che ricopre tutte le pareti e dai una bella mano di bianco! Successivamente, per ogni stanza della casa, scegli una parete, quella principale, quella più grande o quella che noti appena entri in casa o in quella determinata stanza. Scegli per lei un colore specifico e dai carattere alla tua casa, puoi essere un colore tenue o bello deciso, sta a te deciderlo. Mi raccomando, scegli i colori che ti piacciono e che ti facciano sentire bene.

abbellire personalizzare casa affitto arredata
Pic by Pinterest

CONSIGLIO #6

Parola d’ordine: personalità

E ora veniamo ai dettagli, quelli a mio avviso determinanti per la buona riuscita di un progetto di arredo. Sì perchè quando si realizza un progetto di arredo spesso si sottovaluta l’importanza di quei piccoli elementi che danno personalità, calore e un aspetto accogliente alla propria casa.

Quindi via libera a gallery wall (cos’è una gallery wall?) per decorare la parete dietro al divano, dietro al letto o vicino al tavolo da pranzo, poi, cuscini decorativi sia per il divano che per il letto, un nuovo plaid per il divano, tessuti della cucina, stoviglie, tendaggi, collezioni da esporre, lampade decorative e funzionali, ecc…

casa_in_affitto_personalità
Pic by Pinterest

Dona carattere e personalità ai tuoi spazi abitativi affinché i tuoi ospiti percepiscano fin da subito di chi abita in quella casa.

Ti ho svelato i 6 consigli pratici per abbellire e personalizzare una casa in affitto già arredata. Spero di averti convinta sul fatto che se una cosa non ci piace, possiamo sempre fare qualcosa per cambiarla o migliorarla. Fammi sapere i tuoi progressi lasciando un commento qui sotto, potrebbero essere di ispirazione a tante altre persone che si trovano nella tua stessa situazione.

Conosci il gruppo privato delle Home Lover? Qui possiamo aiutarci e scambiarci consigli personalizzati. Entra subito nel gruppo privato Facebook “Le Home Lovers” 

Se invece ho sbagliato tutto e la tua casa in affitto è vuota e devi arredarla da zero, allora ti straconsiglio di leggere questo articolo: Le 10 regole fondamentali per arredare casa con gusto e in autonomia.

Ciao e alla prossima,

Romina.

P.S. Hai già letto la mia guida gratuita che ti aiuta ad arredare casa con gusto, come sulle riviste e in autonomia? Scarica ora la “Guida pratica della Home Lover”

guida pratica home lover

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23 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

La nascita di un figlio comporta inevitabilmente dei cambiamenti nello stile di vita e nell’ambiente domestico. Come organizzare gli spazi per accogliere il bebè.

organizzare gli spazi

La nascita di un bimbo è senza ombra di dubbio il momento più importante per una coppia, ed è anche una circostanza che cambia tutto. La coppia d’ora in poi dovrà infatti agire all’unisono per la protezione del piccolo, a partire dalle quattro mura domestiche. La casa dovrà essere infatti rivoluzionata per poter ospitare il bambino in tutta sicurezza, riorganizzando gli spazi abitativi. Ecco perché oggi scopriremo alcuni consigli utili per riuscirci.

La nascita di un figlio tra cambiamenti di vita e sistemazione della casa 

Al momento dell’arrivo di un bebè, ci sono tante cose che cambiano nella vita dei genitori. Per prima cosa questi dovranno abituarsi all’idea di essere in 3, affrontando le giornate con un’ottica diversa rispetto a quella della coppia, e, soprattutto nei primi mesi di vita, che richiedono totale attenzione, dovranno organizzarsi con i propri impegni per curare il bimbo. In secondo luogo, si dovranno affrontare tutti i cambiamenti legati alla crescita del piccolo, dalla dentizione fino ad arrivare alla cura della sua igiene. Cambieranno anche le cose in casa, con la necessità di rendere l’ambiente più sicuro, ad esempio eliminando le fonti di pericolo e organizzandosi con l’introduzione di vari accessori che consentano al bambino di esplorare l’ambiente domestico senza troppi vincoli. Lo stesso discorso vale per la sua cameretta, che andrà allestita in modo tale da poter proteggere il neonato h24. 

Chiaramente, tutto questo, prevede anche dei costi obbligatori da affrontare, necessari per organizzare gli spazi domestici e per acquistare tutti gli accessori per il bambino. Se non si possiede la liquidità sufficiente per riuscirci, è possibile pensare di richiedere un finanziamento ad hoc, ed effettuare preventivamente il calcolo della rata del prestito online, così da conoscere le sue condizioni e ottenere al contempo un notevole supporto economico. A questo punto, tutto, o quasi, sarà pronto per l’arrivo del piccolo in casa, e i primi momenti in tre si potranno vivere con maggior serenità.

Consigli per organizzare gli spazi in vista dell’arrivo di un bebè

La cameretta del piccolo richiederà ovviamente tutte le attenzioni del caso, sia in materia di sicurezza, sia per quel che riguarda lo stile e la scelta dei colori. Per quanto concerne gli indispensabili, non possono mancare alcuni must come la culla o il lettino, il fasciatoio (magari a comò) e la cassettiera, insieme ad un porta oggetti, ad una serie di scatole e organizer, e al baby monitor, il dispositivo che monitora il sonno. Quest’ultimo è fondamentale per questioni di sicurezza, ed è ottimo anche per tranquillizzare i genitori senza costringerli a recarsi in camera ogni 5 minuti. Altri oggetti da non dimenticare sono la luce notturna per bimbi, i cesti per raccogliere la biancheria sporca e il mangia pannolini. 

Anche il bagno richiede una discreta attenzione in fase di organizzazione, provvedendo ad esempio all’acquisto di un radiatore apposito per riscaldare il fasciatoio, e al termometro da bagno, per tenere sempre sotto controllo le temperature ambientali. 

È inoltre importante valutare l’allestimento di una zona in casa dedicata esclusivamente al piccolo, con un angolo giochi, in modo tale da evitare di creare troppo disordine in casa. Ritornando alla cameretta, infine, ci sono molte soluzioni per personalizzarla, come i quadretti con gli animali, le carte da parati divertenti, i pupazzi e le lampade a soffitto.

22 Marzo 2022 / / Colori

Le prime fioriture, le giornate che si allungano e una repentina voglia di sole, mare e panorami da favola. Insomma, è giunto il momento di lasciarsi l’inverno alle spalle e di dare il benvenuto alla bella stagione, alla sua energia e ai suoi colori.

E lo facciamo grazie al Pantone Institute che, come ogni anno, ha determinato quali saranno i color trend dei prossimi mesi creando un’esclusiva palette di sfumature per la Primavera/Estate 2022.

Primavera / Estate 2022: la palette colori di Pantone

Come indicato nel suo London Fashion Week Colour Trend Report, il celebre osservatorio cromatico ha stilato un elenco dei 10 colori moda che faranno tendenza negli ambiti più diversi – dall’arredamento e l’interior design alle passerelle internazionali, passando per l’hair styling e le composizioni floreali.

Non priva di contrasti, la palette di colori Pantone ispira creatività ed espressività, offrendo uno slancio vitale ricco di emozioni legate alla semplicità e alla spontaneità. I colori per la Primavera 2022, tra cui emergono delicati toni pastello e tinte luminose, fanno emergere un profondo senso di appartenenza al mondo naturale, e al contempo affermano la nostra necessità di comfort e familiarità.

Come dichiarato da Leatrice Eiseman, Executive Director del Pantone Color Institute

l’uso del colore è legato al nostro umore e alla nostra cultura. Un nuovo futuro è alle porte e ci sono moltissime opportunità per fare qualcosa di diverso e rivoluzionario. Colori che evidenziano il nostro desiderio di rompere e oltrepassare ogni limite e confine […]: il modo migliore di entrare e vivere in questi tempi incerti.

[fonte: sito Pantone]

Quella evocata da Leatrice Eiseman è un’espressione visiva senza barriere, che consente di sperimentare, di azzardare abbinamenti insoliti e di usare il colore come strumento di libertà e affermazione personale.

Un accorato invito a stravolgere l’ordinario, a rivoluzionare il presente grazie ad una ritrovata, e vivace, creatività.

E la rivoluzione abbraccia anche il mondo dell’arredamento, pronto a lasciarsi travolgere da un arcobaleno cromatico che sfida i canoni di stile più tradizionali.

10 abbinamenti di tendenza per l’arredamento

Quali sono, dunque, le novità, le proposte cromatiche e le sfumature di tendenza che daranno nuova luce al salotto, al soggiorno e alla camera da letto?

Lasciati ispirare dalle palette esclusive firmate diotti.com! Partendo dai 10 colori Pantone, abbiamo studiato altrettanti abbinamenti specifici per un arredamento dallo stile moderno. Quale sarà la combinazione adatta alla tua casa?

Bubblegum, Rosa scuro | Pantone 17-1928

PER PANTONE È: un colore accattivante che manda segnali di positività e di giocosità.

LA PALETTE: un accostamento di colori vibranti e luminosi, equilibrato da sfumature terrose che invitano la mente a perdersi per lande fertili e incontaminate. Affascina e stupisce l’inatteso abbinamento di corallo e Bubblegum, un chiaro rimando alla celebre gomma da masticare dal colore pop.

IDEE D’ARREDO: ideale per creare una macchia di colore nel salotto, diventa la tinta d’elezione per una poltroncina lounge con poggiapiedi abbinato

Cascade, Verde Acqua | Pantone 14-5713

PER PANTONE È: una tonalità sognante che rinfresca l’animo, legata ad acque purificatrici.

LA PALETTE: un abbinamento di colori dal forte significato spirituale, scisso tra la leggerezza dell’azzurro Cascade e la matericità del grigio piombo o del terra di Siena. Acqua e terra, liquido e solido: la palette gioca sull’incontro degli opposti, riappacificati dalla luminosità del grigio perla.

IDEE D’ARREDO: un turchese chiaro unisex adatto anche al living, dove fa da sfondo a moderne mensole contenitore porta libri

Coffee Quartz, Marrone | Pantone 18-1307

PER PANTONE È: un marrone intrigante che incarna al contempo eleganza e semplicità.

LA PALETTE: la proposta più maschile di tutte, un abbinamento di colori vellutati e intriganti, dove il color caffè è perfettamente in sintonia con il marrone intenso e il grigio bluastro, entrambi bilanciati da sfumature di beige e rosa cipria. Una palette neutra ma di carattere, portavoce di scelte stilistiche raffinate e sempre attuali.

IDEE D’ARREDO: caldo, intenso, rassicurante, Coffee Quartz è perfetto per personalizzare una composizione con mobile bagno sospeso

Coral Rose, Arancione | Pantone 16-1349

PER PANTONE È: una tonalità floreale vivida, con una presenza forte, che infonde energia e sollievo.

LA PALETTE: una combinazione di colori vitaminici e rassicuranti, dove sfumature d’arancio e di marrone trovano il perfetto equilibrio cromatico. La palette stimola la creatività e l’allegria e, allo stesso tempo, concilia il riposo e la rilassatezza, in un ciclo vitale dove all’energia del giorno fa seguito il sollievo della notte.

IDEE D’ARREDO: un azzardo cromatico di grande tendenza, che veste elegantemente un letto tessile con testiera salvaspazio

Fragile Sprout, Verde Acido | Pantone 15-0549

PER PANTONE È: una tonalità netta e acida il cui aspetto lascia decisamente a bocca aperta.

LA PALETTE: una combinazione sorprendente, inattesa, capitanata da un verde lime che è tutto un programma. Luminoso, raggiante, euforico, è l’incarnazione della Primavera che esplode di germogli fragili ma decisi, di ramoscelli sottili che irradiano di vitalità i colori della terra: marrone, beige, sabbia e grigio.

IDEE D’ARREDO: sfrutta la combinazione di beige scuro e verde chiaro per personalizzare un divano lineare con schienale alto

Orchid Bloom, Lilla | Pantone 14-3612

PER PANTONE È: il ricordo di un amore immutato per gli scenari floreali che la natura ci dona.

LA PALETTE: una sfumatura che nel nome porta la speranza di una Primavera rigogliosa, ricca di boccioli e di fiori delicati. Orchid Bloom è un vivace ma raffinato lilla, un colore estremamente femminile e delicato, equilibrato dal vigore del rosso corallo ed esaltato dall’abbinamento con tinte neutre e seriose.

IDEE D’ARREDO: il compromesso perfetto per arredare una sofisticata cameretta a ponte con letto estraibile

Popcorn, Giallo Pallido | Pantone 12-0825

PER PANTONE È: una tonalità allegra e luminosa che irradia calore a tutti coloro che la guardano.

LA PALETTE: il giallo è il colore primaverile per eccellenza. Dopo il rosa, è la tinta che maggiormente racconta le giornate luminose, i fiori di mimosa o le spighe di grano che annunciano l’arrivo dell’estate. Per esaltare al meglio questo giallo delicato, la combinazione vincente è quella con sfumature altrettanto pacate ma decise: carta da zucchero, blu avio, marsala, ghiaccio.

IDEE D’ARREDO: la palette ideale per tonificare il living, da usare per un divano letto moderno e funzionale

Potpourri, Rosa Antico | Pantone 13-2004

PER PANTONE È: un rosa pastello fresco e leggero.

LA PALETTE: delicatamente femminile, la combinazione sfrutta il potenziale del rosa confetto per farne il protagonista indiscusso di una palette sofisticata ed elegante, pacata ma risoluta. Pantone Potpourri si sposa perfettamente a toni neutri come il panna, il ghiaccio, il grigio medio e il tortora.

IDEE D’ARREDO: un abbinamento originale e innovativo, da provare per un grande armadio componibile con ante battenti

Sudan Brown, Ruggine Chiaro | Pantone 18-1160

PER PANTONE È: un marrone terroso dai toni naturalmente ricchi, legato a fantastici ambienti esterni.

LA PALETTE: un abbinamento di colori legato alla terra, dove primeggia l’originale tonalità marrone ocra di Pantone Sudan Brown. Meno luminosa delle altre, la palette dà comunque prova di una certa versatilità, puntando su sfumature senza tempo come l’antracite e il grigio pastello.

IDEE D’ARREDO: per noi è perfetto in salotto, in accostamento al grigio scelto per un divano angolare con libreria integrata

Super Sonic, Blu | Pantone 18-4143

PER PANTONE È: una tonalità sgargiante e dall’intensità elettrica.

LA PALETTE: un colore supersonico, quello scelto da Pantone, ideale per dare personalità a qualsiasi complemento d’arredo. Al blu elettrico vogliamo abbinare il giallo oro, il verde amazzonia e il rosso amarena, colori pimpanti e di tendenza alleggeriti e coordinati da un tocco di marrone nocciola.

IDEE D’ARREDO: osa questo abbinamento, anche in piccole dosi, per personalizzare un tavolo da pranzo di design con gambe incrociate

Non perdere i nostri approfondimenti:

22 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

L’Art Nouveau, nata in Belgio alla fine dell’Ottocento, si diffonde rapidamente in tutta Europa, sorvolando infine l’Oceano Atlantico per giungere negli Stati Uniti.

Art Nouveau
Lo scrittoio di Henry van de Velde – Crediti

Riprendiamo dalla prima parte dell’articolo, nella quale stavamo analizzando due opere rappresentative per mettere a fuoco in maniera esemplare le caratteristiche dell’Art Nouveau

Lo scrittoio di Henry van de Velde, 1899

Il mobile, realizzato in legno massiccio, assolve innanzitutto le esigenze funzionali, in cui ogni dettaglio ha una motivazione pratica. Tuttavia, ogni elemento ha una precisa connotazione decorativa. La forma avvolgente a fagiolo facilita il lavoro mentre richiama la forma curva. Le cassettiere laterali leggermente oblique sono comode, mentre le maniglie seguono una linea “a frusta”.  I due vani laterali sono perfetti per riporre documenti, e allo stesso tempo alleggeriscono la struttura. Il profilo in ottone che delimita lo spigolo anteriore trattiene gli oggetti, e inserisce in modo organico i candelabri, altrimenti slegati dal contesto. 

Tassel House, Victor Horta, Bruxelles, 1893

Analizziamo il magnifico androne di ingresso e la tromba delle scale dei Tassel House, progettata da Victor Horta. La prima novità, per una casa privata, è il lucernario che sormonta il vano scale e che convoglia la luce naturale. La struttura, in ferro, è a vista, ma è forgiata in sottili colonnine floreali che si integrano armoniosamente con la muratura. La scala ha un andamento a spirale dinamico, accompagnato dal fluire del corrimano in legno e della ringhiera in ferro battuto. Ogni elemento aderisce al codice estetico dell’Art Nouveau, dalle lampade al mosaico del pavimento, dalla balaustra alla decorazione murale, dalle porte alle vetrate. 

Art Nouveau
Tassel House, Victor Horta

Diffusione dell’Art Nouveau nel mondo

Francia, Gran Bretagna e paesi nordici

Le creazioni degli architetti belgi Victor Horta e Henry van de Velde, esposte a Parigi nella galleria L’Art Nouveau, destano scalpore. Presto i ricchi borghesi fanno a gara per ristrutturare e arredare le case nel nuovo stile. L’esposizione Universale di Parigi nel 1900 segna l’apice di questo stile e contribuisce alla sua diffusione nel mondo, insieme alle riviste specializzate. Il superamento degli stili passati e l’eliminazione della gerarchia nelle arti tende verso il “total design”. La rivoluzione floreale investe l’architettura, la decorazione, l’arredo, la pittura, la grafica, l’arte orafa, in un tripudio che riunisce l’arte con la A maiuscola alle arti applicate. Ogni paese ha i suoi centri di eccellenza: Glasgow primeggia oltremanica grazie ai lavori di Charles Rennie Mackintosh e dell’illustratore Aubrey Vincent Beardsley.

In Francia è la scuola di Nancy ad emergere, con le delicate opere in vetro dei fratelli Daum. L’architetto più acclamato è Hector Guimard, autore degli ingressi della metro e del famoso Castel Bèranger a Parigi, nel quale echi neo medievali si stemperano nel nuovo stile.

Nel campo della pittura e della grafica, eccellono Henry Toulouse-Lautrec e Théophile-Alexandre Steinlen, autore dell’affiche del locale di Montmartre Le Chat Noir. 

In Germania, nei Paesi Bassi, negli Stati baltici e nei paesi nordici in generale lo stile assume il nome di Jugendstil, derivato dalla rivista Die Jugend. Qui si sviluppa una  versione più rettilinea dell’Art Nouveau, che mantiene la natura come fonte di base dell’immaginario, ma enfatizza la sottostruttura geometrica alla base delle forme organiche, e la simmetria non viene rifiutata. La Germania conta diversi centri di diffusione, a partire dalla Colonia per Artisti di Darmstadt, dove architetti, pittori e scultori lavorano sotto la protezione del Granduca Ernst Ludwig. Qui nel 1897 Hermann Obrist, autore del motivo “a frusta”, Peter Behrens, Bernhard Pankok e R. Riemerschmid fondarono le Vereinigte Werkstätte für Kunst und Handwerk (Laboratori uniti per l’arte nell’artigianato). Attiva fino al 1991, l’associazione, con sede a Monaco di Baviera, riuniva le piccole aziende artigiane aderenti al manifesto dello Jugendstil. La versione tedesca dell’Art Nouveau, in molti casi, rifiuta la decorazione floreale e la linea fluida a favore di una razionale semplicità. Del resto, Berhrens è considerato uno dei padri del Movimento Moderno, visto che architetti come Ludvig Mies van der Rohe e Walter Gropius lavorarono per lui.

Art Nouveau
Mobili disegnati da Peter Behrens per la sala da pranzo della Colonia per artisti di Darmstadt

L’Art Nouveau in Catalogna e Austria 

I due paesi che esprimono le versioni più originali e mature dell’Art Nouveau sono la Spagna e l’Austria. Esuberante e sovraccarica l’espressione catalana, misurata e sobria la versione Austriaca.

La Spagna, più precisamente la Catalogna, ha un centro speciale e un artista unico per il suo contributo al nuovo stile. Si tratta di Barcellona, dove lavora un certo Antoni Gaudì. Della sua opera abbiamo già parlato in questo articolo.

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Antoni Gaudí, Casa Batlló, Barcellona, 1904

In Austria, a Vienna, un gruppo di artisti, in aperta polemica con il mondo accademico, dichiara la propria indipendenza. In realtà, si contanoNel 1897 il pittore Gustav Klimt, assieme ad altri 18 artisti, da il via alla Wiener Secession (Secessione viennese).

Art Nouveau
Gustav Klimt, Manifesto della Secessione Viennese, 1897

L’ideale portato avanti da questi artisti è quello della Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, o unità di tutte le arti in un medesimo stile. La nuova associazione si riunisce nel Palazzo della Secessione Viennese, costruito dall’architetto Joseph Maria Olbrich. Tra i designer, spiccano Josef Hoffmann, Otto Wagner e Adolf Loos che, dopo aver aderito alla Secessione, la critica aspramente attraverso i suoi scritti Parole nel Vuoto (1900) e Ornamento e delitto (1908). 

Il nuovo stile in Italia e negli Stati Uniti

Marginali ma non meno importanti i contributi di Italia e Stati Uniti, se non altro per gli sviluppi successivi in questi paesi. 

In Italia, lo Stile Liberty prende il nome dai magazzini londinesi Liberty Department Store, specializzati nell’importazione di ornamenti, tessuti e oggetti d’arte dal Giappone. Un importante centro del nuovo stile fu la città di Torino, che nel 1902 ospitò una grande esposizione, Torino 1902, dedicata alle “Arti decorative internazionali del nuovo secolo”. A Milano, secondo centro del Liberty in Italia, spicca la figura di Eugenio Quarti, detto il Principe degli ebanisti. Dopo un apprendistato a Parigi e un breve periodo di lavoro per Carlo Bugatti, aprì un proprio negozio e atelier e produsse modelli esposti all’Esposizione di Anversa del 1894 e alla prima Esposizione di Torino del 1892.

Frank Lloyd Wright, Meyer May House, 1908, Grand Rapids, Michigan

Negli Stati Uniti il centro di diffusione del nuovo stile è Chicago, dove è preminente la figura dell’architetto Louis H. Sullivan. Presso Sullivan lavora un certo Frank Lloyd Wright, che aderisce alla versione rettilinea dell’Art Nouveau. Il maestro vetraio Louis Comfort Tiffany rivoluziona la lavorazione del vetro, introducendo un metodo che gli permette di realizzare fantastiche lampade, icone dell’Art Nouveau.

22 Marzo 2022 / / Dettagli Home Decor

Schüco Italia annuncia la partnership con Warema specializzata in schermature solari

Schüco Italia annuncia la partnership con Warema, azienda specializzata nella produzione di schermature solari.

Beneficiare della luce naturale creando spazi di vita all’avanguardia. Con questo obiettivo comune Schüco Italia e Warema operano in sinergia per offrire soluzioni complete all’insegna del comfort e del risparmio energetico.

Integrabili totalmente con i serramenti e le facciate in alluminio Schüco, i sistemi di protezione solare Warema permettono di oscurare ampie superfici vetrate, anche in caso di angoli o di facciate tutto vetro.

L’unione tra gli infissi in alluminio Schüco e le schermature solari Warema contribuisce alla protezione dal calore in estate e all’isolamento termico in inverno degli ambienti. Design e tecnologia che ben si abbinano offrendo soluzioni complete, personalizzabili e combinabili per sfruttare al meglio la luce naturale.  Una proposta che risponde alle più attuali istanze di rispetto ambientale, ecosostenibilità e abbattimento dei consumi.

Le soluzioni Warema per Schüco

Schüco Italia annuncia la partnership con Warema

Tende frangisole

Le tende frangisole a lamelle sagomate Warema sono perfettamente integrabili con i serramenti e le facciate Schüco. Completano con eleganza e discrezione edifici dai diversi stili architettonici.  Ad esempio, grazie ai profili con nastri di sollevamento e movimentazione in poliestere, si possono inserire senza soluzione di continuità nei cappotti isolanti. Possono essere installate in nuove costruzioni o in ristrutturazioni, garantendo la massima flessibilità applicativa.

Una moderna soluzione di protezione dal sole, che lascia spazio alla libertà progettuale. Il tutto senza trascurare il risparmio energetico grazie al bilanciamento tra illuminazione e temperatura ambiente.

La schermatura dalla luce solare è modulabile attraverso la movimentazione delle lamelle sagomate. Lo speciale design delle lamelle e i profili guida assicura stabilità anche in caso di vento.

tende da sole Warema per grandi infissi Schüco Italia

Teli tecnici esterni Warema per grandi infissi Schuco

Per ombreggiare grandi superfici vetrate Warema propone teli tecnici esterni con guida easyZIP.

Grazie alla bordatura sono particolarmente stabili anche in caso di vento e si integrano in modo ottimale in facciata. Il risultato è una perfetta protezione dai raggi solari senza incidenze laterali della luce.

Tende per finestre con guida ZIP

Le tende per finestre con guida ZIP di Warema sono perfettamente adatte per ombreggiare in modo sicuro ed elegante finestre, facciate e ambienti molto luminosi. Un modello pernsato per abbinarsi con armonia a ogni tipo di edificio.

Il fissaggio della guida avviene tramite supporti per binari o direttamente sulla facciata. Lo speciale azionamento elettronico reagisce alla presenza di ostacoli e vento, garantendo così un funzionamento sicuro in ogni momento.  La guida laterale con cerniera lampo garantisce la massima resistenza e stabilità in caso di vento forte. Una soluzione ben pensata che combina  sicurezza ed estetica.

Tutte le proposte vantano una vasta gamma di tessuti, in diversi colori, finiture speciali e opportunità di personalizzazione per rispondere alle più diverse esigenze estetiche e progettuali.

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22 Marzo 2022 / / Dettagli Home Decor

il design italiano arreda le nuove Nesting Rooms dell'Enterprise Hotel a Milano

L’Enterprise Hotel di Milano, gruppo Planetaria, amplia la sua offerta ricettiva con 8 nuove Nesting Rooms che portano la firma di prestigiose aziende del design italiano. Una nuova soluzione ricettiva che risponde alle crescenti richieste di staycation o di chi viaggia per piacere mettendo al primo posto comfort, funzionalità ed estetica. 

Dalla sua apertura Enterprise Hotel porta avanti un ambizioso progetto di interior design e valorizzazione del Made in Italy. Una promessa che oggi si rinnova grazie alla collaborazione tra l’Arch. Sofia Gioia Vedani, CEO di Planetaria Hotels, e Patrizia Moroso, Art Director dell’omonima azienda di famiglia che da 70 anni dà forma alle idee dei designer bilanciando visione creativa, processi industriali e lavorazioni  artigianali.


«Le Nesting Rooms rispondono a un cambiamento epocale nella fruizione degli spazi ricettivi», commenta l’Arch. Sofia Gioia Vedani. «Ancora una volta l’innovazione non poteva partire che da Milano, da sempre luogo di incontro di design ed efficienza, innovazione e tradizione, e dall’Enterprise Hotel, che fin dall’apertura ha saputo incarnare lo spirito pionieristico della città».

A farle da eco Damir EskericaCEO di Moroso: «Attraverso la nuova divisione contract ci poniamo come obbiettivo di soddisfare le esigenze e i desideri dei nostri Clienti attraverso progetti di interior design senza eguali dove creatività, artigianalità e stile rappresentano un vero valore aggiunto».

Il design italiano arreda le nuove Nesting Rooms dell'Enterprise Hotel

Il design Italiano scelto per nuove le Nesting Rooms dell’Enterprise Hotel

Le nuove 8 Nesting Rooms sono dotate di tutti i comfort di un appartamento. Per dare corpo e carattere alle suite, oltre ai complementi d’arredo firmati Moroso, troviamo complementi d’arredo e finiture rigorosamente Made in Italy.

Tra questi i comodini di Zanotta, l’arredo bagno a tutto colore di Ceramica Cielo, le rubinetterie di Ritmonio e le vasche Albatros e Rexa Design. Vi sono anche elementi di design firmati Kartell, lampade e i lampadari di Linea Light e Nemo; o ancora i pavimenti di  Iris Ceramica e ceramiche Sant’Agostino, i vasi in ceramica di Keramo Ceramic e in cuoio di Airnova.


Le Nesting Rooms si trovano all’interno di due case di ringhiera, affacciate su una classica corte milanese. I lavori di riqualificazione dell’edificio hanno mantenuto l’atmosfera allegra e colorata dei cortili meneghini.

Nel coro della ristrutturazione sono stati conservati alcuni elementi tipici come la graniglia, i voltini ad arco e le nicchie ricavate nei vani delle porte. Elementi, questi, reinterpretati in chiave vivace e contemporanea.

Il design italiano scelto per le nuove Nesting Rooms dell'Enterprise Hotel

Il colore è il protagonista assoluto del progetto di interior design, fondamentale tanto quanto la scelta dei materiali, dei tessuti e degli imbottiti. Il sapiente uso del colore permette di amplificare la sensazione di trovarsi all’interno di un nido avvolgente, sicuro e tranquillo.


Alle tradizionali nuances delle case di ringhiera milanesi, il rosa cotto e il giallo Milano, è accostato il blu jeans nelle sue varie sfumature.

Il design italiano arreda le nuove Nesting Rooms dell'Enterprise Hotel a Milano

Le linee e i materiali scelti per gli arredi, realizzati da Moroso Contract su disegno della squadra di progettisti di Planetaria Hotels, completano la magia.

fotografo Leonardo Duggento

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