9 Dicembre 2022 / / Blogger Ospiti

Arredare una mansarda spesso è una vera e propria sfida per tutte le figure coinvolte: dagli architetti agli interior designer, dai fabbricanti di mobili fino alle persone che ci andranno a vivere.

Non solo, infatti, si deve arredare un locale dai volumi diseguali in maniera funzionale per permettere alle persone di usufruirne, ma ci si deve anche spesso destreggiare tra regole e regolamenti diversi da un comune all’altro in materia di abitabilità degli attici.

Però è anche un tipo di sfida che può dare enormi soddisfazioni con la creazione di ambienti accoglienti – “cozy” per dirla all’anglossassone – e geniali nel loro modo di utilizzare gli spazi.

Nell’arredare le mansarde vale più che in altri casi la regola di basare l’arredamento sugli spazi disponibili e non viceversa. Può sembrare banale, ma non lo è affatto come stiamo per vedere.

Una mansarda, infatti, è un locale che presenta forti costrizioni a livello di volume disponibile: essendo ricavata da un sottotetto spiovente in una o più direzioni, nell’arredarla bisogna fare i conti con altezze del soffitto variabili in ogni locale.

Ci sono però delle buone prassi che si possono seguire per disporre i locali e gli arredamenti.

La prima è quella di ragionare e ottimizzare lo spazio in termini di zona giorno e zona notte.

La zona giorno è quella che viene vissuta da svegli e nella quale tendenzialmente si sta in piedi. Pertanto i locali e gli arredi che pertengono alle ore di veglia andranno collocati preferibilmente nelle aree con i volumi più alti. Sono ad esempio locali come la cucina, il soggiorno, aree studio, bagni con doccia etc.

Inoltre, i locali dell’area giorno dovranno essere collocati negli spazi più illuminati della mansarda, in presenza di finestre e lucernai. Questo per ottenere il massimo dalla luce naturale nell’ottica di un vivere la casa sempre più attento alle questioni ecologiche.

Mangiare, cucinare, lavorare, studiare, leggere con la luce naturale permette di risparmiare energia sempre più preziosa.

La zona notte, essenzialmente la camera da letto, invece potrà essere collocata dove i volumi sono tendenzialmente più bassi, facendo attenzione a non collocare il letto troppo in fondo, in modo da evitare infortuni – la classica testata al risveglio.

Naturalmente la divisione giorno/notte non è l’unico accorgimento che bisogna seguire. In pratica non è sempre così facile distinguere i locali del giorno con i locali della notte.

Perciò l’altra buona prassi è quella di posizionare all’interno di ogni singolo locale ciò che è basso dove l’altezza è inferiore e gli arredi e utenze più alti dove lo spazio lo consente.

Facciamo alcuni esempi.

In bagno ad esempio la doccia andrebbe collocata nei pressi della porta d’ingresso dove i volumi sono più alti – perché si utilizza in piedi. Wc, bidet, lavabi, lavatrici e mobili di corredo invece andrebbero collocati dove le altezze sono inferiori – purché si possano utilizzare in modo confortevole.

In camera da letto invece le parti più elevate andrebbero riservate per gli armadi, lasciando gli spazi più angusti a credenze, cassettiere e naturalmente il letto.

In cucina, frigorifero e mobilio pensile andrebbero collocati dove lo spazio è maggiore mentre piani lavoro ed elementi contenitivi di complemento possono essere collocati negli spazi dotati di altezza inferiore. Lo stesso discorso vale per il soggiorno.

L’ultima buona regola da seguire è quella di utilizzare arredi su misura. Seguire le regole sopra elencate è sicuramente una buona strategia per arredare una mansarda, ma può non bastare.

Per questo è fondamentale rivolgersi ad architetti, interior designer e mobilifici per disegnare e assemblare mobili su misura per gli spazi della mansarda.

Questo approccio unitario è ad esempio quello che propone San Gaetano, storica realtà degli arredamenti a Torino, che riunisce l’expertise di designer e artigiani fabbricanti di mobili per assicurare il miglior risultato possibile anche nel caso dell’arredamento di mansarde e spazi custom.

9 Dicembre 2022 / / ChiccaCasa

Dimentica le vernici antichizzanti, gli stucchi, gli spray effetto craquele, la tecnica limewash e tutte le diavolerie per antichizzare le cose.

Se ti stai chiedendo come invecchiare un vaso di terracotta, sappi che hai una buona probabilità di avere già in casa gli ingredienti per farlo.

Mi piacerebbe dirti che questo diy è frutto di una lunga ricerca e tante prove, ma la realtà è per puro caso, ho “scoperto” un modo per antichizzare vasi di terracotta super efficace e a costo 0.

Come invecchiare un vaso di terracotta? - chiccacasa - vasetto di terracotta invecchiato

Ebbene sì, mi sono accaparrata un adorabile vasetto wabi sabi usando soltanto materiale di riciclo.

Altro motivo di orgoglio è rappresentato dal fatto che il suddetto vasetto non è sfuggito neppure alla vista della mia dolce metà, persona estremamente sensibile al bello e impassibile davanti a tutto ciò che non è degno di nota.

Ecco passo dopo passo tutti gli step per decorare vasi di coccio creando un effetto anticato.

Occorrente per antichizzare la terracotta

Ecco cosa ti serve.

  • un vaso di terracotta o, in alternativa, puoi recuperare il coccio di una candela alla citronella (come ho fatto io);
  • dello yogurt (possibilmente bianco e scaduto);
  • della cenere di legno.

Step 1: togliere la cera dal cotto

Come invecchiare un vaso di terracotta? - chiccacasa - coccio candela citronella

Ho recuperato il coccio di una candela alla citronella. La maggior parte delle volte sono bassi e schiacciati: ottimi sottovasi! L’ultima volta che ho comprato una candela alla citronella, invece, ho trovato un vero e proprio vasetto. 

In ogni caso, la tecnica che uso per togliere la cera dal cotto, una volta che la candela si è esaurita, è questa.

  • Metto a bollire un pentolino d’acqua (o riciclo l’acqua della pasta).
  • Verso l’acqua bollente nel coccio della candela.
  • Aspetto che la cera sul fondo salga in superficie, a formare una patina sottile.
  • Lascio raffreddare, così la patina si consolida ed è facile da rimuovere con le dita.
A volte, sul fondo c’è un dischetto che regge lo stoppino e una sorta di sabbietta che è più difficile da rimuovere. Ecco cosa faccio per togliere entrambe le cose.
  • Tolgo l’acqua dal coccio e asciugo il fondo.
  • Verso qualche goccia di olio (qualsiasi olio vegetale va bene) sul fondo e lascio ammorbidire la sabbietta per qualche minuto.
  • Con una forchetta o con una spazzola di legno a setole dure, gratto il fondo e lascio che sia la sabbietta che il dischetto si stacchino.
Alla fine, lavo il coccio con acqua e sapone per piatti, aiutandomi sempre con la spazzola di legno.

Step 2: creare l’effetto invecchiato sulla terracotta

Invecchiare la terracotta con lo yogurt è un trucco vecchio come il mondo. Lo yogurt, asciugando, crea una patina biancastra che assomiglia a quella generata dal calcare e dal tempo sui vasi di terracotta più “attempati”.

L’effetto che si ottiene è romantico e patinato. Nonostante ciò, in questo progetto fai da te io ho usato lo yogurt come collante materico, e non prettamente per anticare il vaso.

Chi non ha uno yogurt scaduto in frigo?

Io ne avevo uno alla pesca, scaduto da pochi giorni, ma ancora soavemente profumato. Ecco, non ti consiglio uno yogurt con i pezzetti di frutta. L’ideale sarebbe uno yogurt bianco, ma se non ce l’hai, rassegnati a dover rimuovere manualmente i pezzetti di frutta dal tuo vaso.

Come invecchiare un vaso di terracotta? - chiccacasa - vaso terracotta e yogurt

  • Cospargi il vasetto di terracotta con lo yogurt, usando un pennello. Non dimenticare i bordi e gli eventuali incavi. Passa uno strato abbondante e lascia asciugare quasi del tutto. Gira il vasetto e passa un secondo strato.
    Ci vorranno uno o due giorni prima che inizi a indurire leggermente. È importante che lo yogurt non si asciughi del tutto e che sia tanto abbondante da lasciare dei rilievi materici sulle pareti del vaso.

  • Procurati della cenere. Io ho radunato cenere e carbone del camino in un contenitore in grado di ospitare il vasetto per un’abbondante impanatura.
  • Cospargi di cenere il vaso. Pigia leggermente con le dita e strofina le pareti e i bordi con la cenere. Puoi lasciare anche il vasetto in immersione nella cenere, affinché si attacchi per bene.

  • Rimuovi l’eccesso di cenere strofinando leggermente il vaso di terracotta con della carta da cucina.
Il risultato è molto affascinante. Il colore caldo del vaso si intravede a tratti, sbiadito dalla cenere. Una buona porzione della superficie del vaso sarà in rilievo, con tratti molto scuri, dovuti dal contatto con il carbone.
La cosa inspiegabile è che una volta asciutto il vaso non macchia le mani.
Cotto e patina antichizzata diventano un tutt’uno e il vaso sembra proprio antico.
recuperare vasi di terracotta - chiccacasa - vaso di coccio antichizzato
Sono molto fiera di questa trovata e ora posso svelarti com’è nata. 
Ho provato a invecchiare il vaso di terracotta con lo yogurt, ma il risultato non mi piaceva.
Nel frattempo, il fuoco del camino in cucina si stava spegnendo. È lì che ho avuto la pensata di tuffare il coccio nella cenere e aspettare il risultato. Il giorno seguente, il vaso era bellissimo. Asciutto, e pieno di fascino wabi sabi.
Proverai questo diy? Se lo fai, fammelo sapere. Tagga @chiccacasa sui social, così che io possa condividere il tuo contenuto e venire a sbirciare come è andata.
Ti piace l’effetto anticato? Puoi crearlo anche sulle mura di casa, io ci ho provato. Leggi l’articolo su come antichizzare le pareti.