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26 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

La progettazione di un ambiente o di una casa si basa principalmente su criteri funzionali ed estetici, ma per  ottenere un risultato armonioso, occorre coinvolgere tutti i cinque sensi.

cinque sensi

Quando progettiamo  un ambiente o abbiamo in programma un restyling o una ristrutturazione, tutti, sia esperti del settore che non, abbiamo in comune un fine ultimo: la casa deve essere bella. Certo, tutti vogliamo abitare in una casa che risulti visivamente armoniosa, sia per noi che per le persone che ci verranno periodicamente a fare visita.

Prima di tutto si cerca di soddisfare il senso della vista, poiché è quello più immediato e ricopre il 75% della nostra percezione totale. Per questo ci occupiamo di scegliere con cura colori, luci, spazi che richiamino il bello da vedere e da condividere con gli altri.

Premesso che progettare occupandosi di soddisfare il senso della vista è fondamentale per ottenere uno spazio che risulti armonico, credo che troppo poco ci si preoccupi di quel 25% restante che percepiamo con gli altri quattro sensi.

L’udito, l’olfatto, il tatto e il gusto, dovrebbero ricoprire la stessa importanza della vista nella progettazione.

Andiamo a capire perché e come possiamo realizzare degli spazi che siano soddisfacenti per i cinque sensi.

Progettare con i cinque sensi: l’udito 

L’udito è il secondo dei cinque sensi che l’uomo utilizza per percepire l’ambiente e le cose che lo circondano.

La musicoterapia, introdotta come supporto alla medicina allopatica, sottolinea i benefici  che l’uomo riceve dall’ascolto di melodie e suoni armonici. La musicoterapia viene utilizzata soprattutto in ambito neurologico e psicologico, per la cura di disturbi tra cui ritardi mentali, malattie neurodegenerative, psicosi e disturbi dell’umore.

Sono le persone che abitano in città che dovrebbero maggiormente occuparsi del benessere del loro apparato uditivo, poiché più di tutti subiscono l’inquinamento acustico. Si parla di inquinamento acustico, quando vengono emessi suoni ripetitivi e di entità superiore a 65 decibel di giorno e 55 di notte. Il traffico, i trasporti, lavori di manutenzione stradale, sono solo alcune delle cause riconosciute per l’inquinamento acustico delle aree urbane; tra le conseguenze possiamo annoverare stress, patologie gastrointestinali, aumento della pressione arteriosa, alterazioni del sistema nervoso.

Il primo modo per evitare di portarsi questi rumori molesti in casa, è quello di utilizzare finestre antirumore dotate di vetri insonorizzati, progettate al fine di abbattere questo tipo di problematica. Vi ricordo che la sostituzione degli infissi rientra nell’eco-bonus del 50% valido per il 2022.

cinque sensi

L’importanza dell’olfatto

Oltre al mio lavoro di consulente del benessere abitativo, mi occupo anche di home staging, l’arte di preparare le abitazioni per la vendita e l’affitto. Noi home stagers “spersonalizziamo” le case, togliendo tutto ciò che riguarda i vecchi proprietari e allestendole con oggetti generici, per renderle accattivanti per il maggior numero di persone. In questo campo la prima impressione è quella che conta, poiché le visite durano solo pochi minuti e il cliente decide di acquistare o meno in circa 7 secondi!

Per questo motivo, dobbiamo occuparci di soddisfare anche gli altri cinque sensi: l’olfatto è forse il più sottovalutato, eppure ricopre un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana. All’olfatto reagisce il nostro sistema limbico, il centro delle emozioni e della nostra memoria a breve e a lungo termine. La percezione di un cattivo odore in un determinato momento e in un determinato ambiente, può farci consolidare quell’attimo come negativo nella nostra memoria.

Le nostre case possono essere un covo di cattivi odori come il fumo di sigaretta, la presenza di animali domestici, odori di cibi cucinati ma anche odori provenienti dall’esterno. Cercate durante la giornata di aprire spesso le finestre, per far circolare l’aria e farne entrare di pulita. Fiori freschi, candele profumate, olii essenziali e pot-pourri, aiutano molto nell’eliminazione dei cattivi odori e nella diffusione di fragranze. 

Rendete la vostra casa fruibile a tutti i cinque sensi!

Per saperne di più sul mio lavoro di home therapy o di home staging, visita il sito www.sphomecoming.it.

26 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

Attivare gas e luce in una nuova casa ristrutturata

Attivare gas e luce prima del trasloco può essere fondamentale. Infatti potresti aver bisogno dell’energia elettrica e del gas naturale ancora prima di trasferirti, ad esempio per utilizzare elettrodomestici per la prima pulizia di casa o per il riscaldamento.

Per questo motivo in questa mini guida puoi trovare tutte le informazioni utili, dai costi alle tempistiche, dalla documentazione indispensabile al chi contattare per l’attivazione di gas e luce.

Attivare gas e luce: chi contattare?

Per procedere con l’attivazione delle utenze il primo passo è contattare il fornitore energetico. Sul mercato libero sono molte le aziende che si occupano della vendita di luce e gas, quindi può essere difficile valutare quale scegliere per la propria casa. Il consiglio è quello di confrontare le diverse tariffe e valutarne ogni aspetto, non solo il costo della materia prima bensì anche gli extra garantiti o i servizi offerti.

Una volta scelta la tariffa e il gestore energetico, puoi procedere a contattare la società di vendita e a richiedere la sottoscrizione di un contratto. Solo in questo modo potrai procedere ad attivare le tue forniture.

Quali sono i documenti necessari?

Dopo aver contattato il fornitore energetico, potrebbero esserti richiesti dei documenti necessari per stipulare il contratto e attivare gas e luce di casa. Tra queste informazioni da reperire ci sono:

  • una copia del documento d’identità dell’intestatario del contratto
  • i dati anagrafici, i recapiti telefonici e un indirizzo email
  • il codice POD per l’attivazione luce o il codice PDR per l’attivazione gas (li trovi sul contatore)
  • alcuni dati catastali dell’immobile e la potenza contrattualmente impegnata

Oltre a questi dati potrebbe esserti richiesto il codice IBAN. Questo dato dovrai fornirlo nel caso di attivazione della domiciliazione bancaria, quindi dell’addebito diretto della bolletta su conto corrente.

Quali sono i tempi necessari per attivare gas e luce?

I tempi necessari per l’attivazione della bolletta sono solitamente di 7 giorni. Questo arco di tempo è suddiviso in questo modo:

  • 2 giorni dedicati al fornitore, durante i quali verifica la documentazione fornita dal cliente e inoltra la richiesta al distributore
  • 5 giorni dedicati al distributore, per procedere manualmente all’attivazione delle utenze (per i contatori di ultima generazione questa procedura viene svolta a distanza e in via telematica)

Se questo limite di tempo viene superato per responsabilità del distributore, secondo l’Autorità il cliente ha diritto a un indennizzo automatico che può andare dai 35 euro (nel caso del doppio del tempo previsto per la procedura) ai 105 euro (nel caso di oltre il triplo del tempo previsto per la procedura).

Quanto costa attivare gas e luce?

Per attivare gas e luce della tua casa i costi possono cambiare a seconda del mercato in cui opera il fornitore. Eccoli perciò sintetizzati.

MERCATO LIBERO MERCATO TUTELATO
●     Contributo fisso di 25,51€ del            distributore locale

●     Costo per la prestazione commerciale definito dal fornitore

●     Eventuale deposito cauzionale o garanzia

●     Imposta di bollo di 16€ prevista dalla normativa

●     Contributo fisso per il distributore di           25,51€

●     Contributo fisso per il fornitore di 23€

●     Eventuale deposito cauzionale

●     Imposta di bollo di 16€ prevista dalla normativa (maggiori info qui)

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26 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

vantaggi dei radiatori elettrici e quali modelli scegliere

Da tempo i tradizionali caloriferi in ghisa sono stati sostituiti  dai più moderni termoarredi in alluminio che garantiscono performance migliori e al contempo sono in grado di arredare, grazie alle tante combinazioni di finiture, materiali e forme disponibili. Prodotti anche nella versione elettrica, scopriamo quando conviene usarli e quali modelli scegliere per la propria casa.

Quando conviene il riscaldamento elettrico?

La scelta di installare nella propria casa i radiatori elettrici è conveniente per diverse ragioni. Prima di tutto sono una valida soluzione se si vuole integrare un impianto di riscaldamento già esistente senza dover affrontare lavori di modifica all’ambiente. I radiatori elettrici, infatti, funzionano semplicemente grazie ad una presa elettrica.

Inoltre, rappresentano una scelta ecosostenibile perché evitano l’ausilio dell’acqua e può essere un notevole risparmio se si possiede un sistema di generazione autonoma di energia elettrica come i pannelli fotovoltaici.
La comodità di non dover predisporre attacchi e fare lavori invasivi per installarli, rende i radiatori elettrici la scelta ottimale per riscaldare le seconde case.

E’ importante inoltre sottolineare che il termoarredo elettrico può essere poi integrato da accessori come il cronotermostato e il ricevitore. Due strumenti, questi, che permettono di gestire e programmare l’accensione e il funzionamento del radiatore stesso. Si può gestire facilmente una programmazione di funzionamento giornaliera e addirittura settimanale per permettere al radiatore di lavorare e di portare la temperatura ambientale al grado desiderato.

Ma quali modelli scegliere?

riscaldamento elettrico in bagno

La gamma di radiatori elettrici Antrax IT

Radiatori e scaldasalviette elettrici di Antrax garantiscono la possibilità di integrazione con qualsiasi tipologia di impianto esistente, maggiore facilità di installazione e il controllo tramite sistemi domotici. Sono prodotti flessibili e con prestazioni elevate, che possono aumentare il comfort di una singola zona di casa oppure risolverne del tutto le esigenze di riscaldamento. Quest’ultima situazione si riferisce in particolare alle “case passive” o ad alta efficienza termica, dove i termoarredi elettrici soddisfano appieno le richieste complessive e beneficiano dell’alimentazione del sistema fotovoltaico, per abbattere i costi di un impianto supplementare.

I radiatori elettrici sono ad ogni modo sempre più utilizzati a completamento dei sistemi di riscaldamento a pavimento, soprattutto negli ambienti bagno, dove è richiesta una temperatura più elevata. La dotazione di maniglioni, accessori o ganci porta accappatoi è quindi una prerogativa indispensabile di questi prodotti, che Antrax IT offre in una pluralità di configurazioni e con il medesimo rendimento tradizionalmente associato agli stessi modelli in versione idraulica.

La gamma elettrica di Antrax IT comprende moltissimi dei prodotti design con cui l’azienda veneta è riconosciuta, da Serie T e T Tower a Byobu, Android, Flaps, Pettine, Teso e Tubone, o ancora Blade e Tavola e Tavoletta. In tutti i modelli, un cavo scaldante agisce da serpentina e scalda l’elemento di diffusione, realizzato in alluminio 100% riciclabile. Grazie a questa tecnologia, è garantita la massima silenziosità mentre il collegamento a un crono termostato e a un impianto domotico permette di regolare accensione e spegnimento anche a distanza, per una gestione individuale. Si aggiunge poi la possibilità di scelta del colore del radiatore, all’interno della palette cromatica con oltre 200 opzioni tra colori opachi, lucidi, pastello o a finitura goffrata. Per completare la personalizzazione è possibile scegliere anche la dimensione del radiatore.

accessori per radiatori elettrici

Android, disegnato da Daniel Libeskind, offre nove varianti dimensionali, un maniglione dritto o sagomato sul profilo del radiatore che funziona da portasalviette e la possibilità di appendere gli accappatoi direttamente sulle pieghe che caratterizzano il corpo scaldante. È installabile solo in verticale e la versione IQ, con profilo superiore e inferiore con taglio diagonale, ne accentua la particolare estetica tridimensionale.

modelli di radiatori elettrici

Alle linee geometriche di Android si contrappone la morbidezza di Blade, firmato da Peter Rankin, con i suoi profili bombati e la smussatura del perimetro. La finitura in oro o argento accentua l’immagine scultorea del prodotto, disponibile in verticale in una sola variante dimensionale e accessoriabile con un maniglione tono su tono o a contrasto.

termoarredi elettrici di design

Il radiatore Pettine, infine, rievoca nella forma l’oggetto da cui prende il nome e può essere selezionato con tre, cinque o sette “denti”, pratici supporti a cui appendere le salviette, teli o accappatoi. Pettine, disegnato da Andrea Crosetta, può essere installato singolarmente oppure come parte di composizioni geometriche e cromatiche, grazie all’accostamento di più elementi.

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25 Febbraio 2022 / / Questioni di Arredamento

L’articolo La scelta dei colori nel design d’interni ed il loro impatto sul nostro umore. è stato scritto da Autore Ospite e si trova su Questioni di Arredamento.

Spesso sottovalutiamo l’impatto che la scelta dei colori di un ambiente può avere sul nostro benessere psicologico. Quando si tratta di scegliere un design per le pareti di una stanza della nostra casa, la scelta del colore tende ad essere solo uno dei tanti fattori che generalmente si prendono in considerazione. Quando lo si fa, si valuta più che altro se collimi con il resto degli arredi che saranno presenti in quell’ambiente, dai mobili ai tendaggi, ai quadri appesi.

Soprattutto se si considera l’utilizzo di uno strumento decorativo come la carta da parati nel progetto, vi sono altri elementi come il tema dei motivi, il tipo di materiale delle superfici ecc. che focalizzano il nostro interesse e la nostra attenzione. Non vi è nulla di sbagliato in tutto questo, è del tutto comprensibile, dato che le tappezzerie contemporanee offrono una varietà di opzioni pressoché impensabile anche solo pochi anni fa. La grande evoluzione tecnologica che stiamo vivendo ha infatti reso possibile la creazione di modelli in tantissimi materiali diversi, con texture complesse, modelli tridimensionali ed effetti di luce capaci di creare ogni tipo di atmosfera.

In questo oceano di possibilità è facile perdersi fra i tanti modelli disponibili con motivi di ogni genere. Non bisogna però dimenticare che la combinazione di colori che sceglieremo per l’ambiente in questione avrà un grande impatto non solo sull’aspetto generale della stanza, ma anche e soprattutto sul nostro umore e su come vi interagiremo.

I colori hanno infatti un enorme potere nell’influenzare le nostre emozioni. Diamo dunque un’occhiata agli effetti che i colori che sceglieremo possono avere sul nostro umore, analizzando alcuni dei colori più comuni per la decorazione delle pareti. Questi saranno di fatto una rappresentazione diretta della nostra personalità, dato che diversi tipi di colori sono in grado di suscitare determinate reazioni in persone diverse. Per questo articolo abbiamo identificato quattro colori primari fra i più popolari quando si tratta di carta da parati. Andiamo dunque a vedere quali effetti questi hanno sul nostro umore.

Blu

Il colore blu è un’ottima scelta per creare uno spazio rilassante e tranquillizzante per amici e familiari. Proprio per questo motivo questo colore viene spesso utilizzato per decorare il bagno, lo spazio che per sua stessa definizione è il nostro santuario di privacy e relax. Ci sono così tante sfumature di blu che c’è davvero l’imbarazzo della scelta quando si tratta di scegliere la carta da parati in questa tonalità. Teoricamente, è possibile decorare tutta la casa con questo colore per creare uno spazio rilassante dalle tonalità marittime!

Il blu è anche un’ottima scelta per le camere da letto, purché si scelgano sfumature più chiare di questo colore. È molto importante ricordare che questo colore è più adatto alle stanze che ricevono una quantità sufficiente di luce naturale.

Giallo

Il giallo è molto spesso associato al sole ed alla gioia di vivere. È un colore in grado di portare vivacità e felicità in qualsiasi ambiente. Questa tonalità conserva l’energia radiosa del sole e dell’estate ed è adatta a coloro che vogliono scacciare la tristezza o vivono in climi più grigi e invernali. Le stanze più indicate in cui usare questo colore sono le cucine e i bagni, poiché si tratta di spazi aperti e luminosi che si prestano a colori vivaci e allegri come il giallo.

l giallo può anche essere usato per “allargare” i piccoli spazi, facendoli sembrare molto più grandi e allegri. Per lo stesso motivo, è dunque meglio non utilizzarlo nelle stanze più grandi come i salotti o le camere da letto, a meno che non siano anche abbastanza luminose e ariose.

Arancione

L’arancione presenta diverse somiglianze con il giallo quando si tratta di proprietà in grado di migliorare il nostro umore, poiché è un altro colore luminoso e intenso con una forte carica di positività.

Questo colore è un toccasana per salotti e camere da letto. Per la sua capacità di trasmettere energia, è un’ottima scelta per la stanza dei giochi dei bambini o per la palestra di casa. Proprio per questo motivo, non è però consigliato nella camera da letto dei bambini.

Nero

Delle quattro tonalità che abbiamo scelto, il nero è forse il meno comune, poiché non è certamente un colore di carta da parati per tutti. Il nero è un colore molto intenso, ma può essere usato per mettere a fuoco un mobile di pregio o un grande quadro.

Non dovrebbe mai essere usato su tutte e quattro le pareti di una stanza, ma solo per evidenziare uno spazio, una parete ornamentale. Trasmette calma e raffinatezza, ma dovrebbe essere usato in piccole dosi.

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L’articolo La scelta dei colori nel design d’interni ed il loro impatto sul nostro umore. è stato scritto da Autore Ospite e si trova su Questioni di Arredamento.

25 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Decorare la tavola in maniera speciale ti aiuta a rendere unica ogni cena e a creare un’atmosfera accogliente e gioiosa.

Decorare la tavola

Perché i tuoi ospiti capiscono subito che hai dedicato attenzione e cura per i dettagli con il solo scopo di farli sentire ben accolti. Questo contribuisce a creare un’atmosfera gioiosa e calda, in cui ognuno si sente a proprio agio e libero di accomodarsi. Anche se si tratta di una cena per la tua famiglia, i tuoi cari apprezzeranno sicuramente il fatto che hai apparecchiato con amore la tavola. Gli stili cambiano in base al tipo di decorazione che vuoi creare: dalla tavola classica a quella più moderna, per gli amanti dello stile shabby chic o dell’originalità.

Decorare la tavola

Qualunque sia il tuo stile preferito, sei nel posto giusto! Perché nell’articolo di oggi vedremo tante idee per personalizzare la tua tavola, anche in base alle diverse occasioni e festività.

Come decorare la tavola in modo originale

Per creare la tavola classica avrai bisogno di armonizzare tovaglia, centrotavola e segnaposti. Preparati a spolverare il “servizio buono” e a utilizzare colori neutri per le decorazioni.

Le soluzioni più moderne prevedono in alternativa l’utilizzo di runner e tovagliette all’americana, che danno un aspetto minimal ma comunque curato. Sono molto utilizzati anche taglieri come centrotavola e decorazioni come fiori o candele, che rendono magica l’atmosfera.

Se vuoi stupire i tuoi ospiti con soluzioni originali, prova a decorare la tavola con articoli fai da te. Puoi creare i tuoi segnaposti personalizzati, con piccoli gadget come calamite o adesivi con foto e nomi dei commensali. In questo modo, oltre ad organizzare la tavola in maniera ottimale, potrai anche lasciare un ricordo tangibile della serata. 

Online trovi tante soluzioni economiche per personalizzare e rendere davvero unica la tua tavola. Su Camaloon, ad esempio, trovi tanti articoli e gadget che potrai utilizzare per decorare la tavola in modo originale.

Decorare la tavola per le festività

Al di là delle cene con i familiari e gli amici, ci sono momenti dell’anno speciali in cui è bene dedicare maggiore attenzione alla decorazione della tavola.

Vediamo insieme alcune idee per le decorazioni adatte alle principali festività.

Come decorare la tavola per Natale

La sera di Natale la tradizione domina sulle decorazioni per la tavola. Il rosso e il dorato non possono mancare, che sia per la scelta della tovaglia o degli accessori. Per decorare la tavola in maniera elegante, puoi optare per una tovaglia bianca ed un runner rosso. In questo modo potrai poi giocare con gli accessori come segnaposti e centrotavola per arricchirla di colori senza esagerazioni.

Decorare la tavola

Per i fanatici di questa festività le opzioni non mancano e l’unico limite è la creatività. C’è chi usa arredi tipici, come il presepe o le palline di Natale e li trasforma in elementi di decorazione della tavola.

Come decorare la tavola per Capodanno

Per il cenone del 31 la parola d’ordine è eleganza. Vanno bene i colori oro e argento per dare quel tocco di allegria necessario in questa occasione.

Anche in questo caso è meglio scegliere una tovaglia bianca come base e poi utilizzare gli altri elementi per colorare l’ambiente. Puoi scegliere un runner colorato o cospargere direttamente la tovaglia di grossi brillantini per ottenere l’effetto glitter.

Poi ci sono i classici che non possono mancare: flutes per il brindisi e regalino per gli invitati, oltre a cappellini e trombette per festeggiare in allegria il nuovo anno.

La tavola di carnevale

Non esiste un giorno più allegro e colorato del carnevale ed ecco perché è possibile osare particolarmente con le decorazioni.

I colori accesi sono perfetti per rendere la tavola speciale; per ottenere il risultato desiderato puoi cospargere la tovaglia di coriandoli e stelle filanti e usare piatti e bicchieri di vari colori.

Come segnaposto sono perfette maschere o cappellini, magari personalizzati con il nome del commensale per renderli unici.

Come centrotavola puoi anche usare dei vassoi pieni di dolcetti che i figli dei tuoi amici sicuramente adoreranno.

La tavola di Pasqua

La tavola di Pasqua è perfetta per chi ama lo stile shabby chic e i colori pastello. Come elementi di decorazione non possono mancare uova e conigli di Pasqua, ma anche i fiori proprio perché la festività in genere ricade in primavera.

Decorare la tavola

Una moda che si è diffusa negli ultimi anni è quella di creare l’albero di Pasqua, decorando un ramoscello con le uova colorate. Potresti lanciare questa nuova tradizione nella tua famiglia e usare l’alberello come centrotavola.

25 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

studio Donizelli progetta Villa Le in Costa Azzurra

Una prestigiosa villa plasmata da una parete di roccia preesistente. Parliamo di Villa Lea in Costa Azzurra, progettata da Studio Donizelli.

Adagiata su un parco di 4.500 mq che si sviluppa su una serie di terrazzamenti collegati e arricchiti da una fitta vegetazione mediterranea, Villa Lea fronteggia le splendide insenature della Costa Azzurra in prossimità di Monte Carlo. La celebre cittadina del Principato dista infatti pochi chilometri ed è visibile dal giardino e dalle enormi vetrate della residenza, che offrono una visuale panoramica sul golfo e sul territorio.

Il progetto Villa Lea firmato Studio Donizelli

Il rapporto tra interno ed esterno, così come la volontà di ottenere una perfetta integrazione con il paesaggio, sono i principali contenuti di questo progetto, curato dai due architetti Massimo e Marco Donizelli dell’omonimo studio milanese. Affiancata da tre dependence, il progetto di Villa Lea risulta infatti plasmato a partire da una parete rocciosa preesistente. Lo sperone di puddinga avvolge l’edificio dall’alto verso il basso ed è utilizzato come un basamento grezzo corrispondente a una porzione del piano terreno, sul quale poggiano il primo e il secondo livello. Ne risulta una particolare dicotomia tra naturale e artificiale e tra il profilo casuale, non lavorato della roccia, e la geometria rigorosa del volume costruito, con le linee marcate dei terrazzamenti, gli spigoli netti, i parapetti trasparenti in vetro, i colori puri dell’involucro e i listelli metallici dei brise-soleil.

Villa Lea di studio Donizellivilla contemporanea plasmata dalla roccia

Gli spazi interni ed esterni della villa

Il grande tetto terrazzo, arredato con divani e sedute, definisce la sommità di Villa Lea e accoglie l’ingresso dalla strada che può avvenire tramite l’ascensore panoramico o attraverso una scala esterna.

La scala, che segue la sagoma della casa, conduce direttamente al piano primo. Qui si trova la zona giorno composta da una sala da biliardo, una cantina vini, un patio con giardino zen in miniatura, il living di 150 mq, una stanza per la preparazione professionale dei cibi e la grande cucina, dove è ripresa la cifra stilistica della residenza. L’isola centrale è infatti caratterizzata da elementi posti su differenti piani e incastrati tra loro, come il blocco in marmo che si innesta sul volume chiaro con piano di lavoro a sbalzo, realizzato in Lapitec, nella nuance Bianco Polare e finitura Satin. La pietra sinterizzata prosegue il dualismo ricercato da Studio Donzelli, rappresentando innovazione e contemporaneità.

cucina con isola di Villa Leacucina con vista sul mare della Costa Azzurra

Le vetrate a tutta altezza incorniciate da sottili serramenti, curate da Sky-Frame, costituiscono l’unico elemento che separa lo spazio living e cucina dalla terrazza; se aperte, danno origine a uno spazio fluido e facilmente fruibile, completamente orientato a garantire il rapporto visivo con l’orizzonte.

interno di Villa Lealiving con vista sul mare della Costa Azzurra

Un concept che prosegue allo stesso modo al secondo piano, dedicato alla zona notte, dove si trovano l’ampia suite padronale, due bagni, due cabine armadio separate e uno studio privato.

terrazza panoramica di Villa Leainterno villa incastonata nella roccia

Al livello 0, parzialmente interrato, sono invece ricavate due camere con bagno dedicate agli ospiti, la sala cinema, la SPA completa di idromassaggio, Hammam e doccia emozionale, una palestra, un locale pilates e una pool house con cucina e living, direttamente affacciata sulla grande piscina esterna a sfioro, con postazioni idromassaggio.

piscina rivestita in Lapitec

Lapitec per la piscina di Villa Lea

La vasca della piscina di Villa Lea in Costa Azzurra è circondata dalla ricca vegetazione del giardino, da numerosi angoli conversazione, relax o dining outdoor. Lungo il perimetro sono presenti piccoli spot incassati nella pavimentazione. L’illuminazione è prevista anche al suo interno, grazie a corpi illuminanti con cromoterapia funzionanti durante le ore serali e notturne, che ne enfatizzano i rivestimenti di colore scuro, a contrasto con la pavimentazione circostante, di colore beige.

Le superfici della piscina sono anch’esse interamente in Lapitec nella nuance Terra Ebano e finitura Vesuvio, qui sapientemente lavorato da Freri e Brignoli per sfruttare appieno le potenzialità del materiale. Alta lavorabilità, riduzione della tensione e formato XXL (fino a 1500×3365 mm) hanno infatti consentito di ridurre al minimo i segni di giunzione (più soggetti a manutenzione) e realizzare gradinate curvilinee ed elementi a taglio 45 gradi.

piscina di Villa Leavilla contemporanea con piscina in Costa Azzurra

fotografie di  Andrea Martiradonna, courtesy Sky-Frame

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25 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

Gervasoni outdoor svela le nuove collezioni 2022 disegnate per la prima volta da progettisti e designer con background differenti.

Le nuove proposte Gervasoni outdoor sono il risultato di un’attenta selezione di materiali naturali e tecnici lavorati con sapienti manualità e innovative tecnologie. Arredi pensati per adattarsi ai diversi stili di vivere l’outdoor, arredando con assoluta facilità, eleganza e libertà di personalizzazione terrazzi, giardini o piscine.

L’utilizzo dei tradizionali materiali outdoor e dei materiali innovativi di ultima generazione, perfetti per resistere agli agenti atmosferici e al passare del tempo, permette di realizzare prodotti e collezioni in grado di dialogare gli uni con gli altri per dare vita ad abbinamenti ogni volta nuovi e personali, per creare il proprio spazio outdoor senza vincoli di stile.

Siete pronti per scoprire le nuove proposte?

Collezione GUNA 

Chiara Andreatti firma la collezione di arredi outdoor GUNA composta da tappeti, charpoy, cuscini e tavolini dalla forte ispirazione multietnica. Guna è un termine sanscrito che significa “energia che avvolge tutte le cose”, dalla radice indoeuropea gere, “avvolgimento”, utilizzata per indicare il singolo filo di cui è costituita una corda intrecciata. Un nome che racchiude il significato profondo della collezione: un intreccio di filati, maglie e texture ma anche di ispirazioni, relazioni e culture sono alla base del progetto della designer.

tappeti da esterno design Chiara Andreatti

Il tappeto Guna è realizzato con la raffinata tecnica della maglieria artigianale, trasportata nella perfezione e serialità dei telai industriali. Un sottilissimo filato in polipropilene, in due colori a contrasto, viene intrecciato per dare vita ad un tappeto disponibile in due versioni, una con texture rigata monocromo in due dimensioni (80×240 e 230×300 cm) e una più decorativa nella misura 230×300. Guna è proposto in tre varianti colore, Blue, Red e Natural, ed è adatto sia per ambienti indoor sia outdoor. Tutte le versioni sono double face.

tradizionale ettino indiano di Gervasoni outdoor

Tradizionale lettino indiano dalle proporzioni basse e ampie, il charpoy viene reinterpretato da Chiara Andreatti attraverso l’utilizzo di corde nautiche color Natural, Red e Blue, intrecciate manualmente alla struttura in legno di Iroko trattato per outdoor, caratterizzata dal particolare disegno svasato delle gambe, su cui poggiano cuscini di seduta. Disponibile in due misure 195×95 e 120×100 per movimentare lo spazio.

tavolini bassi GUNA di Gervasoni Outdoor

Completano lo spazio i tavolini bassi Guna, con top tondo con base scultorea in Millgres nei colori rosso, bianco e blue.

Collezione ECO 

Vibrazioni, suoni e colori, elementi carichi di suggestioni che contraddistinguono l’ambiente naturale, a cui la designer italo-thailandese Elena Sanguankeo si è ispirata per realizzare la sua collezione di tappeti outdoor ECO. Il progetto nasce da una profonda attività di ricerca portata avanti dall’azienda insieme alla designer: i tappeti, prima disegnati e realizzati su telai a navetta a lancio manuale, sono stati sviluppati successivamente su un telaio industriale riadattato e portato all’estremo per creare trame dal look artigianale.

tappeti da esterno di Gervasoni Outdoor

Elena Sanguankeo trasferisce nella collezione ECO la sua esperienza nel mondo dell’alta moda mettendo in trama filati, colori e punti diversi da cui nascono le tre varianti “Green contrast” che combina un bouclé arancio-blu a una fettuccia melange verde-turchese, “White contrast” realizzato con un bouclé color corda e una fettuccia melange bianca e “Natural contrast” che sceglie un bouclé giallo e blu pervinca e una fettuccia melange color terra. La sintesi tra tradizione e innovazione emerge anche nella scelta dei materiali utilizzati, iuta e propilene, entrambi idonei per l’utilizzo in esterno e resistenti all’acqua. Una collezione di tappeti freschi, leggeri e trasportabili che definiscono lo spazio outdoor vibrando con la natura che li circonda.

Collezione BRISE 

La convivialità outdoor è la chiave di una delle collezioni di Federica Biasi. Brise letteralmente brezza, punta a rimandare a quella piacevole sensazione di venticello che mitiga il calore estivo per godersi momenti di relax en plain air ed accompagnare momenti felici e spensierati. Collezione vivace, elegante e frizzante al tempo stesso, Brise rievoca l’Art Noveau, lo stile floreale, liberty, definito da linee ornamentali e decorative che si ispirano alla natura per armonizzarsi con essa.

tavolini da esterno di Gervasoni Outdoor

La collezione è composta da tavolini tondi con base a cilindro e top amovibile in Millgres disponibili in diverse dimensioni e altezze e in una palette di colori dinamica, in cui al rosso e al panna si aggiunge anche il blu. I tavolini sono disponibili anche con basi in acciaio inossidabile in tre colori: bianco, rosso e grigio.

Collezione JEKO

Il fascino del mood esotico inspira la collezione JEKO, disegnata da Paola Navone. Tutti i prodotti della collezione Jeko hanno una struttura realizzata in ECOTeak, materiale proveniente dal riutilizzo di travi ed elementi in teak recuperati dalla demolizione, autorizzata dalle autorità locali, delle tradizionali case in legno dell’isola di Giava, Indonesia.

Gli elementi recuperati sono tagliati a misura, riparati con legno riciclato, assemblati e levigati per evidenziare le venature originali e infine lucidati a mano con panni di canapa e trucioli.

La collezione Jeko, caratterizzata da prodotti in stile coloniale, si amplia con una serie di tavolini dining e lounge di diverse altezze con struttura in ECOTeak e piani rettangolari o tondi in marmo bianco Carrara, una poltroncina, una poltrona Lounge e un lettino reclinabile, tutti con struttura in ECOTeak e con la possibilità di un comfort accentuato con l’aggiunta di cuscini volanti sfoderabili di seduta e poggiareni.

Prodotti molto essenziali e puliti, in cui la bellezza naturale del legno recuperato viene accentuata e non celata, essendo il punto di forza dell’intera collezione.

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24 Febbraio 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come nascondere un pilastro a centro stanza, elemento che facendo parte della struttura portante della casa, non può essere demolito.

nascondere un pilastro
Ph. Germán Cabo

I pilastri fanno parte della struttura portante della casa, insieme alle travi, e ovviamente non possono essere demoliti, costituendo per questo un forte vincolo all’interno delle stanze. Anche perché, essendo elementi fissi, limitano la gestione degli spazi e l’eventuale ridisegno della pianta. È facile che, chi ha spazi molto ampi e aperti, abbia proprio al centro degli ambienti il classico pilastro squadrato di almeno 30×30 cm. Per capire come nascondere un pilastro, il primo consiglio è quello di osservarne la posizione e le funzioni che ha intorno. Cercate di pensare a come poter integrare il più possibile il pilastro nell’arredamento già presente nella casa. Se questa colonna non crea troppo fastidio, o si trova in una posizione non cosi scomoda, potreste semplicemente decorarla, soprattutto se piuttosto larga. Ad esempio si può abbellire rivestendola con materiali quali pietra, legno, cemento o mattoni a vista…

…oppure con specchi.

Collegarlo alla parete vicina

Un altro modo per nascondere il pilastro è collegarlo alla parete più vicina, colmando quindi il vuoto. Ad esempio si possono aggiungere delle mensole, se la distanza non è troppa, che lo collegheranno al muro senza lasciarlo come un elemento a se stante e isolato.

Invece delle sole mensole si può anche prevedere una libreria vera e propria. L’ideale sarebbe aggiungere parti in cartongesso al di sopra e al sotto della struttura stessa, in modo che il pilastro risulti una sorta di montante o di spalla della libreria.

Una soluzione simile, consiste nell’utilizzare la colonna come divisorio. Come spiegato all’inizio, il pilastro può risultare scomodo per la suddivisione degli spazi. Possiamo però sfruttarlo per assolvere a questo scopo, trasformandolo in un elemento che separa gli ambienti. Ad esempio potete aggiungere dei listelli in legno per avere un effetto vedo non vedo, che separa ma senza chiudere.

Nascondere un pilastro con l’arredo

Sebbene sembri un controsenso, una buona possibilità per nascondere un pilastro è quella di ingrandirlo. Percettivamente infatti verrà visto non come elemento isolato ed eccedente, ma come un blocco, risultando meno fastidioso alla vista e soprattutto avendo maggior margine per camuffarlo.

L’idea è quella di “incapsulare” il pilastro in un sistema di armadiature, che possa fare ad esempio da guardaroba, se si trova nei pressi di ingresso o soggiorno. 

Nello spazio tra pilastro e muro potete realizzare un mobile contenitore. Se lo prevedete a tutta altezza, apparirà come una spalla piena e bilancerà il pilastro, consentendo anche una maggiore continuità visiva.

Altra soluzione possibile è realizzare un finto armadio, rivestendo il pilastro con lo stesso materiale e quindi con una finta anta, come potrebbe essere il caso dell’armadiatura passante in foto. Oppure renderlo parte di un sistema più grande come questo blocco cucina.

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24 Febbraio 2022 / / Dettagli Home Decor

carta da parati per esterni di Instabile lab per rinnovare la facciata

La scelta di rinnovare la facciata con carta da parati per esterni dona forte carattere all’immobile valorizzandolo. Questa soluzione genera un impatto estetico esclusivo e sorprendente, accompagnato da eccellenti prestazioni in termini di qualità e di resistenza agli agenti atmosferici.

Un esempio è la carta da parati per esterni stampata su supporto Fibratex di Instabilelab, ideale per chi cerca forte personalizzazione e originalità per le facciate di edifici residenziali, commerciali, aziendali o semplicemente per esaltare frazioni di muro o cinte perimetrali.

L’ampio catalogo di grafiche, sempre aggiornato e assolutamente inedito dell’azienda veneziana, permette di scegliere fra innumerevoli creatività per soddisfare ogni tipo di gusto, genere e aspettativa: dalla più raffinata alla più audace, per risultati davvero unici.


Carta da parati per esterni con Fibratex di Instabilelab

Fibratex di Instabilelab è un supporto composto da un tessuto in fibra di vetro con finitura ordita a trama stretta, trattato con resina opaca Tex Dekor. Grazie a materiali di ultima generazione e una qualità che garantisce prestazioni e durata nel tempo, la carta da parati per esterni con supporto Fibratex non ingiallisce e possiede la certificazione europea di reazione al fuoco classe B-s1, d0. Il prodotto è fornito completo di primer, colla, resina e sigillante.

Rinnovare la facciata con carta da parati per esterni di Instabilelab permette di creare habitat unici, alternativi, esclusivi e dal forte impatto scenografico.




 

L’azienda pone particolare attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi e investe nel continuo sviluppo di prodotti di design di alta qualità, personalizzabili – in termini di dimensione, sviluppo grafico e colore – e che rispecchiano il mood e lo stile Instabilelab: irriverente, sorprendente, che ama tutto ciò che è diverso e distante dai consueti cliché decorativi. Prendono vita così grafiche uniche dedicate a carte da parati di numerose tipologie e destinazioni d’uso, pensate anche per la stampa su tessuti, tappeti e molti altri complementi per progetti d’arredo a 360 gradi.


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23 Febbraio 2022 / / Blogger Ospiti

Una calda e soleggiata giornata estiva è l’occasione ideale per rilassarci a bordo piscina o semplicemente distenderci su una comoda sdraio leggendo un bel libro e sorseggiando un cocktail in giardino, così come un’ampia terrazza o un bel patio sono il luogo perfetto per una cena o un aperitivo tra amici. Se, però, la zona manca di un po’ di ombra, risulta del tutto impraticabile e pur essendo ben arredata, spaziosa ed invitante, rimane del tutto inutilizzata proprio nel periodo dell’anno in cui potremmo sfruttarla di più.

La soluzione ideale è quella di avere un ombrellone abbastanza grande da coprire l’area che vogliamo proteggere dai raggi del sole, che limiti il meno possibile la zona calpestabile e soprattutto che non si rompa al primo alito di vento e, non meno importante, che sia strutturato in modo tale da garantire la sicurezza delle persone. Ma non è tutto: di certo desideriamo anche che il nostro ombrellone sia esteticamente piacevole, che si fondi bene con l’ambiente circostante e con il resto del nostro arredamento da giardino. Per essere sicuri di veder condensate in un unico articolo tutte queste caratteristiche, vi proponiamo alcune semplici linee guida da seguire.

Regola #1: la qualità al primo posto

Il primo errore che di solito le persone compiono quando decidono di acquistare un ombrellone da giardino è quello di orientarsi innanzitutto verso il risparmio. Il risultato è sempre lo stesso: ogni anno ci si ritrova a dover sostituire l’ombrellone della stagione precedente che si è rotto a causa di una folata di vento, che si è sbiadito sotto il sole cocente o che si è completamente logorato sotto l’effetto incalzante degli agenti atmosferici. Il risparmio ottenuto al momento dell’acquisto sfuma del tutto e si traduce anche nella perdita di tempo che dobbiamo sobbarcarci per andare a comprarne un altro. Insomma, avete capito che per avere un prodotto che duri negli anni è indispensabile orientarsi verso un articolo di qualità, ovviamente un po’ più costoso, ma che vi ripagherà a lungo termine.

Regola #2: il modello giusto

A seconda di cosa vogliamo riparare dal sole, abbiamo a disposizione vari tipi di modelli. Se si tratta di un tavolo, la migliore opzione è un ombrellone con palo centrale che ci garantisce una copertura uniforme su tutti i lati evitando altresì qualsiasi ingombro laterale che possa costringere i commensali a rimpicciolirsi per passare dietro una sedia, per non parlare di spiacevoli inciampi e rovinose cadute. Se, invece, parliamo di un bel divanetto affiancato da poltroncine e magari corredato di un pratico coffee table, l’ideale è proprio un ombrellone con braccio laterale sospeso o con palo laterale, che lascia totalmente sgombro lo spazio centrale e offre un’assoluta libertà di movimento. Se volete farvi un’idea delle differenze tra queste tipologie potete dare un’occhiata ad uno dei tanti siti web che vendono ombrelloni da giardino e grazie alle immagini vi potrete rendere più facilmente conto di cosa può soddisfare le vostre esigenze.

Regola #3: l’ampiezza e la forma

Dopo aver stabilito a quale area del vostro spazio esterno è destinato l’ombrellone che state per comprare, come è ovvio dovete misurarla e poi non dimenticate una regola fondamentale: dovete aggiungere almeno 30/40 cm in ogni lato. Eh sì, perché solo in questo modo potrete garantivi una buona ombreggiatura dello spazio che occuperete. Il secondo passo consiste nel decidere se per tale spazio è più indicato un ombrellone rotondo, quadrato, rettangolare e così via. Non fissiamoci nella mente l’idea che un ombrellone debba essere per forza rotondo perché non c’è niente di più falso, solo che a volte il nostro cervello ci tira brutti scherzi.

Regola #4: ad ogni clima il suo ombrellone

Forse a questo non avevate pensato, ma ci sono delle scelte da compiere anche a seconda del clima in cui vivete. Possiamo indicativamente identificare due tipi di macro-climi che influenzano il nostro acquisto:

  • clima marinaro: se vivete vicino al mare, è importante optare per un ombrellone con un palo in alluminio che non sarà soggetto a ruggine o deterioramento causato dall’aria umida e salata. Anche il telo di copertura dovrebbe avere delle caratteristiche particolari, ossia il tessuto deve essere capace di proteggere dai raggi UV e avere una buona resistenza alla muffa.
  • clima di montagna: la maggiore altitudine significa una maggiora vicinanza ai raggi del sole e quindi anche in questo caso è importante scegliere un tessuto che protegga dai raggi UV e che offra una garanzia contro lo sbiadimento. Visto poi che in montagna il clima tende ad essere anche più ventoso, è determinante la scelta di un ombrellone con una base di appoggio estremamente solida e che sia facilmente richiudibile perché, ahimè, dovrete farlo spesso.

Tutto sommato, dunque, non è poi così complicato organizzarsi per l’acquisto di un buon ombrellone da esterno che sia protagonista di tanti ricordi indimenticabili e che ci permetta di sfruttare i nostri spazi outdoor al massimo. Speriamo di avervi dato delle idee su cui riflettere che vi aiutino nella scelta e vi permettano di ottenere il meglio senza compiere banali errori da principianti.