24 Luglio 2025 / / La Gatta Sul Tetto

A oltre 75 anni dalla sua prima creazione, la storica CH621 Swivel Chair ritorna in scena, grazie alla rinomata casa danese Carl Hansen & Søn, pronta a lanciare il prodotto nei negozi a partire da novembre 2025. 

CH621 Swivel Chair

Nel mondo del design di alta qualità, poche icone sono riuscite a coniugare estetica, ergonomia e funzionalità come Hans J. Wegner. Con il suo inconfondibile stile scandinavo e la capacità di creare pezzi senza eguali, Wegner si distingue come uno dei designer più influenti del XX secolo. E ora, a oltre 75 anni dalla sua prima creazione, la storica CH621 Swivel Chair torna in scena, grazie alla rinomata casa danese Carl Hansen & Søn, pronta a lanciare il prodotto nei negozi a partire da novembre 2025. 

La storia e il design della CH621 Swivel Chair 

Realizzata nel 1948, la CH621 Swivel Chair rappresenta un capolavoro di equilibrio tra estetica e ergonomia. Caratterizzata da un telaio in acciaio spazzolato, che le conferisce un aspetto industriale e moderno. Con pregiati dettagli in quercia, questa sedia girevole si distingue per il suo design funzionale e sofisticato. La seduta, il bracciolo e lo schienale sono rivestiti con tessuti morbidi e di alta qualità, creando un mix di materiali che esalta l’eleganza del pezzo. 

I nuovi aggiornamenti 

Il ritorno della CH621 non è solo una rievocazione nostalgica, ma un vero e proprio rilancio con aggiornamenti pensati per il comfort e la rispetto delle normative attuali. La versione originale prevedeva un’altezza regolabile tramite un sistema a tornio, che richiedeva di ruotare la seduta. La nuova versione, invece, presenta una leva di regolazione dell’altezza facile da usare, e un cilindro a gas che garantisce praticità e sicurezza. 

Inoltre, per migliorare la stabilità e la funzionalità, la sedia è dotata di cinque ruote in acciaio spazzolato, rispetto alle quattro dell’originale, per un movimento più fluido e stabile, in linea con gli standard moderni. Questi dettagli rendono la CH621 una perfetta fusione tra design storico e tecnologia contemporanea. 

Un design che unisce forma e funzione 

Hans J. Wegner, soprannominato il Maestro della sedia, si è distinto per la sua attenzione all’ergonomia. Collaborando con medici e fisiologi, Wegner si impegnava a creare sedute che garantissero il massimo comfort e il giusto supporto lombare. La CH621 ne è un esempio, con i suoi angoli e inclinazioni studiati per favorire una postura corretta. 

Il rilancio della CH621 Swivel Chair rappresenta un’occasione imperdibile per gli amanti del design e i collezionisti di pezzi iconici. La collaborazione tra Carl Hansen & Søn e la memoria di Hans Wegner garantisce un prodotto di alta qualità, fedele all’originale ma aggiornato alle esigenze di oggi. 

CH621 Swivel Chair: Quando potremo iniziare ad acquistarla? 

Il nuovo modello di CH621 Swivel Chair sarà disponibile nei negozi a partire da novembre 2025, offrendo a tutti la possibilità di possedere un pezzo di storia del design danese reinterpretato in chiave moderna. La casa danese, leader mondiale nella produzione di mobili firmati Wegner, continua a portare avanti la sua eredità, confermandosi come il principale custode di questa straordinaria collezione. 

Il rilancio della CH621 Swivel Chair rappresenta un evento di grande rilievo nel panorama del design contemporaneo. Unendo la bellezza senza tempo del design del novecento alle innovazioni moderne, questa sedia girevole promette di diventare un classico intramontabile anche nell’epoca attuale. Non perdete l’occasione di aggiungere un pezzo di storia e innovazione al vostro spazio abitativo o lavorativo, con la qualità e il fascino di Hans Wegner. 

Info: sito ufficiale Carl Hansen & Søn

23 Luglio 2025 / / Romina Sita

Scommetto che almeno una volta nella vita ti sei posta questa tipologia di domande:
“A quale stile d’arredo appartengo?”
“Come faccio a riconoscere il mio?”
“E se mi piacciono più stili insieme… come faccio ad abbinarli senza fare pasticci?”
Trovare il proprio stile d’arredo è fondamentale per compiere scelte consapevoli e creare ambienti in cui sentirsi davvero a casa.
Ma cosa succede quando ci piacciono più stili diversi?
È possibile abbinare più stili di arredo tra loro, senza creare confusione?
La risposta è sì, a patto di seguire alcune semplici ma precise regole.
In questo articolo ti guiderò passo passo per aiutarti a creare un mix equilibrato e coerente di stili d’arredo, che rispecchi la tua personalità senza rinunciare all’armonia estetica.

INDICE DEI CONTENUTI
“Mi piacciono più stili, ma ho paura che insieme stonino”
La casa che parla davvero di te
Come abbinare più stili d’arredo (senza sbagliare): le 3 regole
Mettiti all’opera: trova il tuo stile unico

“Mi piacciono più stili, ma ho paura che insieme stonino”

Forse hai già provato a mescolare stili diversi, comprando oggetti che ti piacevano singolarmente, ma poi, una volta inseriti nell’ambiente, ti sei accorta che qualcosa non funzionava.

  • Potresti adorare il fascino nostalgico dello stile vintage, con i mobili ereditati dalla nonna o trovati in un mercatino dell’usato… ma hai paura che l’effetto finale sia troppo “vecchio”.
  • Magari ti rispecchi nello stile minimal, essenziale e pulito, ma temi che una casa così possa risultare troppo fredda e poco accogliente.
  • Oppure ti affascina lo stile boho, ricco di texture, colori e oggetti provenienti da culture diverse… ma hai paura che sembri troppo “disordinato” o caotico.

E allora ti chiedi:

“Posso davvero mescolare stili diversi e ottenere comunque un risultato armonico?”

La casa che parla davvero di te

Immagina una casa in cui ogni dettaglio racconta qualcosa di te.

Dove gli oggetti che ami convivono in perfetta armonia, anche se provengono da stili diversi.

Dove entri in soggiorno e senti calore, poi passi in cucina e trovi ordine ed essenzialità e infine in camera da letto ti accoglie un tocco romantico.

È la tua casa, unica come te.

E il bello è che può diventare realtà, se impari a riconoscere i tuoi gusti e a combinare gli stili con criterio.

Come abbinare più stili d’arredo (senza sbagliare): le 3 regole

Ti parlo da chi ci è passata.
Anche io, anni fa, mi sentivo confusa.

Mi piacevano i materiali naturali dello stile scandinavo, la linearità dello stile minimal e le decorazioni accoglienti dello stile boho chic. Ogni volta che entravo in un negozio, trovavo qualcosa di nuovo, di diverso da ciò che già possedevo che mi faceva battere il cuore e mi portava ad acquistare di impulso!
Poi però, una volta arrivata a casa… dove lo metto?
Si abbina con tutto il resto?

Insomma, entravo in confusione e il risultato non era ciò che mi immaginavo.

Col tempo ho capito che non è tanto quello che scegli, ma come lo combini.

Ecco le 3 regole d’oro che ho imparato (e che ora insegno alle mie clienti):

1. Scegli 2 o al massimo 3 stili

Se esageri, il rischio è creare disordine.

Inizia scegliendo uno stile principale, quello che senti più tuo, quello che rappresenta il tuo gusto predominante e uno o due stili secondari che possano arricchirlo, renderlo più unico e personale.

abbinare-stili-di-arredo

Consiglio pratico:

Scegli lo stile dominante pensando a come vuoi sentirti in casa (rilassata, stimolata, accolta…) e non solo da ciò che ti piace “da vedere”.
Gli stili secondari servono per dare profondità, movimento, carattere.
Sono “accenti” che personalizzano senza sovrastare.

2. Usa la regola delle proporzioni: 80-20 o 60-30-10

La chiave dell’armonia è il bilanciamento visivo.

  • Se scegli 2 stili, applica la proporzione 80% (stile principale) e 20% (secondario).
  • Se ne scegli 3, segui lo schema 60% (stile principale), 30% (secondario), 10% (terziario).

È la stessa logica della regola 60-30-10 utilizzata nell’ambito del colore negli interni: uno prevale, gli altri fanno da contorno.
Questo crea equilibrio visivo e rende lo spazio coeso, anche con elementi diversi tra loro.

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Esempio pratico:

Hai uno stile principale moderno, ma ti piacciono anche il vintage e un tocco industrial?

– 60% arredi dalle linee pulite ed essenziali
– 30% oggetti vintage, magari una credenza, un vecchio baule o una radio retrò
– 10% dettagli industrial, come una serie di lampade in metallo nero.

Queste proporzioni ti permettono di inserire tutto ciò che ami senza perdere coerenza.

3. Mescola, non separare

Uno degli errori più comuni è creare “zone tematiche” dove ogni stile vive isolato:
tutto vintage nella zona giorno e minimal nella zona notte.

Risultato? Gli ambienti sembrano appartenere a case diverse, slegati e poco coerenti tra loro.

Il trucco sta nel “mescolare con metodo”:

  • Distribuisci gli stili all’interno di ogni ambiente.
  • Evita di concentrare tutti gli elementi di uno stile in un unico angolo.
  • Crea collegamenti visivi tra arredi e dettagli: riprendi una finitura, un materiale o un motivo decorativo in più ambienti.
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Esempio pratico (mix 2 stili):

Se ami il mix tra vintage e arredi moderni di tendenza, non mettere tutti i pezzi vintage nella zona giorno e tutto il contemporaneo nella zona notte.
Piuttosto, inserisci una poltrona vintage in un ambiente minimale, oppure aggiungi un oggetto decorativo essenziale accanto a una poltrona retrò.
Questo “richiamo” tra elementi crea un filo conduttore visivo che rende lo spazio coerente, anche nella varietà.

È questo a fare la differenza tra un mix riuscito e uno confusionario: la capacità di far dialogare gli stili tra loro attraverso i dettagli, le ripetizioni intelligenti e i piccoli contrasti equilibrati.

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Altro esempio pratico (mix 3 stili):

Immagina un mix tra Coastal, Scandinavo e Boho Chic.

Evita di creare “zone pure” dove ogni stile è confinato in una stanza diversa:
tutto Coastal (corde, conchiglie, legni sbiancati) in soggiorno, tutto Scandinavo (linee pulite, palette grigio-bianco, legni chiari) in camera, tutto Boho (tessili ricamati, dettagli etnici, materiali naturali) nello studio.

Invece, mescola con equilibrio e intenzione:

  • In soggiorno, abbina un divano dalle linee scandinave a cuscini in lino grezzo e frange boho, posato su un tappeto in juta dal sapore naturale.
  • In camera, scegli una struttura letto minimal nordica, ma abbinala a elementi in legno strutturati, tessili materici e con i colori del mare.
  • Nello studio, integra una scrivania in legno chiaro con una seduta intrecciata in corda (richiamo Coastal) e magari una parete decorata con stampe botaniche o motivi etnici soft (tocco Boho).

L’effetto che ottieni è un filo conduttore visivo che lega gli ambienti tra loro, pur mantenendo la ricchezza e l’espressività di ogni stile. È questo il segreto del mix ben riuscito: nessuno stile domina del tutto, ma ognuno ha il suo spazio, in equilibrio.

Mettiti all’opera: trova il tuo stile unico

Ora che hai compreso come abbinare più stili di arredo insieme, hai bisogno però di fare un passo indietro e capire esattamente quali stili ti rappresentano.

Probabilmente hai navigato ore ed ore su Pinterest ma non riesci a trovare una quadra… desideri dare un nome al tuo stile, capire come riconoscerlo, come tradurlo in scelte concrete e magari anche mixarlo con equilibrio.

Per aiutarti in questo, ho creato un ebook pensato proprio per te:
“Il tuo stile di arredo e la tua prima moodboard”

ebook-stile-di-arredo-moodboard

All’interno troverai:

  • I 13 stili d’arredo più diffusi spiegati in modo semplice, con esempi chiari
  • Un esercizio guidato per trovare il tuo stile personale e dargli un nome
  • Come creare la tua moodboard e material board, strumenti fondamentali per:
    – concretizzare visivamente il tuo stile
    – facilitare le scelte d’arredo
    – evitare errori estetici e acquisti sbagliati.

Scarica subito il tuo ebook gratuito e inizia a costruire una casa che ti rappresenta davvero.

Fonte immagini: Pinterest

L’articolo Come abbinare più stili di arredo senza creare confusione: il metodo semplice per ottenere una casa bella, coerente e unica sembra essere il primo su Romina Sita.

22 Luglio 2025 / / A forma di casa

Il Ficus Elastica, conosciuto anche come fico del caucciù o ficus robusta, è una pianta da interno elegante e resistente, con una storia lunga e affascinante, fatta di viaggi, tradizioni e riscoperta. Apprezzato per le sue foglie grandi, spesse e lucide, è uno dei protagonisti negli interni contemporanei grazie alla sua estetica pulita e alla facilità di coltivazione. In casa cresce lentamente ma con costanza, richiede poche cure ed è perfetto per chi cerca una pianta decorativa capace di adattarsi a diversi stili e ambienti.

Questo articolo, scritto in collaborazione con Giulia di Verdezio, completa il nostro trittico dedicato al mondo dei ficus: dopo il Ficus Benjamin, leggero e ricadente, e il Ficus Lyrata, con la sua imponenza scultorea, il Ficus Elastica si distingue per la sua eleganza robusta e versatile, una qualità che lo rende apprezzato tanto per la resa estetica quanto per la facilità di gestione.

Scopriamo insieme le sue origini tropicali, le caratteristiche che lo rendono unico e i piccoli gesti quotidiani necessari per accoglierlo e farlo crescere in casa.

Origini, caratteristiche e curiosità

Il Ficus Elastica è originario delle foreste tropicali del sud-est asiatico, in particolare di India, Malesia, Cina meridionale, Nepal e Indonesia. Fa parte della famiglia delle Moraceae e in natura può diventare un albero che supera anche i 30 metri d’altezza. In casa può crescere fino a 1-3 metri a seconda delle cure e della varietà.

Le sue foglie sono il suo segno distintivo: ampie, ovali e coriacee, con una superficie lucida e spessa. Alcune varietà popolari includono ‘Robusta‘, ‘Burgundy‘, ‘Tineke‘ e ‘Doescheri‘, ognuna con fogliame diverso. Il colore varia dal verde scuro al bordeaux e in alcuni casi le foglie sono variegate con bordi crema o rosa pallido.

Il nome “elastica” deriva dalla linfa lattiginosa contenuta nei suoi fusti, un tempo utilizzata per la produzione di caucciù. Questo Ficus è stato introdotto in Europa nel XIX secolo come pianta ornamentale da serra, grazie alla sua resistenza, bellezza e capacità di adattarsi agli ambienti interni.

In alcune zone dell’India nord-orientale, le popolazioni Khasi e Jaintia hanno usato per secoli le radici del Ficus Elastica per costruire ponti viventi, ancora oggi in uso. In questo contesto, la pianta è vista come un alleato duraturo, che cresce insieme all’uomo e ne sostiene il cammino.

È una pianta che trasmette stabilità e forza. Cresce lentamente, ma se trova le condizioni giuste, può diventare un elemento decorativo duraturo dentro casa. Richiede poche attenzioni, tollera bene ambienti poco luminosi e si adatta con eleganza a molti stili d’arredo.

Ficus Elastica dettaglio foglie

Cura e manutenzione del Ficus Elastica

Per aiutarti a mantenere il tuo Ficus Elastica in forma, ecco i consigli di Giulia:

  • Luce – Preferisce una luce brillante ma indiretta. La luce diretta del sole può bruciare le foglie.
  • Ambiente – La temperatura ideale è tra i 18-24°C.
  • Annaffiature – Annaffiare regolarmente, ma assicurarsi che il terreno non sia troppo umido. Lasciare asciugare la parte superiore del terreno tra le annaffiature.
  • Terriccio – Utilizzare un terriccio ben drenante per evitare ristagni d’acqua.
  • Concimazione – Nutrire con un concime bilanciato durante la stagione di crescita (primavera e estate).
  • Pulizia – Pulire regolarmente le foglie con un panno umido per rimuovere la polvere e mantenere la loro lucentezza.

Problemi frequenti e come risolverli

Anche se è una pianta resistente, il Ficus Elastica può manifestare alcuni segnali di disagio se le condizioni ambientali non sono adatte. La caduta delle foglie, ad esempio, può essere causata da eccessi d’acqua, ristagni nel sottovaso, cambiamenti di temperatura o correnti d’aria fredde. Allo stesso modo, un’irrigazione irregolare o una scarsa esposizione alla luce possono indebolire la pianta e compromettere il suo equilibrio.

Se le foglie appassiscono o si ingialliscono, controlla l’annaffiatura, la stabilità dell’ambiente e valuta un’eventuale integrazione di nutrienti (soprattutto ferro), specie durante la stagione vegetativa.

Le macchie marroni sulle foglie sono spesso legate a troppa acqua o all’esposizione al sole diretto nelle ore più calde, mentre le foglie opache o impolverate possono semplicemente trarre beneficio da una pulizia regolare con un panno umido.

Attenzione anche ai parassiti come cocciniglia, afidi, tripidi o ragnetto rosso: possono lasciare ragnatele sottili, macchie o ingiallimenti diffusi. In caso di infestazione, è utile intervenire subito con una soluzione delicata di acqua e sapone neutro, da vaporizzare sulle foglie e asciugare con cura.

Ficus Elastica

Benefici in casa per la salute

Oltre al suo valore ornamentale, il Ficus Elastica offre anche benefici legati al benessere in casa. Secondo alcuni studi tra cui il celebre Clean Air Study della NASA, questa pianta è in grado di assorbire sostanze inquinanti come formaldeide e altre tossine presenti negli ambienti chiusi.

Contribuisce inoltre a mantenere una buona umidità nell’aria, regola il microclima e può ridurre i livelli di stress visivo e mentale grazie alla profondità del suo verde. La sua presenza può dare un senso di ordine e calma, ideale in ambienti dedicati al lavoro, alla lettura o al riposo.

Verde in casa: il Ficus Elastica e le altre piante da interno

Il Ficus Elastica è una di quelle piante che sanno tenere insieme forza e bellezza, tradizione e contemporaneità. Cresce lentamente, ma con costanza, adattandosi nel tempo agli spazi e alle condizioni che la circondano.

Insieme a Giulia di Verdezio, continuiamo il nostro viaggio tra le piante da interno più amate. Conoscere meglio le piante ci aiuta a sceglierle con più sensibilità, a prendercene cura e a farle diventare presenze discrete e piacevoli nella vita in casa.

Trovi tutti gli articoli della rubrica nella sezione Home Decor del blog e i caroselli riassuntivi su Instagram e Pinterest.

In collaborazione con Verdezio

L’articolo Le piante da interni: il Ficus Elastica proviene da A forma di casa.

22 Luglio 2025 / / Casa Poetica

Organizzazione armadio bambini - Casa Poetica

Organizzazione armadio bambini: una sfida nuova che arriva quando tuo figlio non è più un neonato. Niente più tutine, niente più cassettiera. Arriva il momento dell’armadio vero, e con lui la possibilità di costruire un sistema che semplifica la vita quotidiana e favorisce l’autonomia. Ma perché tutto questo funzioni, servono logica, costanza e soprattutto una struttura pensata per essere utile a chi lo usa ogni giorno.



Organizzazione armadio bambini: dividere per categoria aiuta tutti

Il primo principio per un armadio davvero funzionale è dividere per categoria. Questo vuol dire assegnare un posto preciso a ogni tipo di indumento: magliette, pantaloni, intimo, felpe, pigiami, calze. Più le categorie sono chiare, più sarà semplice sia per te riporre tutto, sia per tuo figlio trovare quello che gli serve. Evita gli spazi generici, perché il caos nasce proprio lì, dove manca una destinazione precisa.

I capi usati quotidianamente devono stare nella parte più accessibile dell’armadio. Quelli da occasioni speciali o fuori stagione possono stare più in alto o in fondo. Questo semplice principio visivo riduce le richieste continue del tipo “mamma, dov’è la maglia blu?” e aiuta tuo figlio a sentirsi più autonomo e capace.



Organizzazione armadio bambini: cosa appendere e cosa piegare

Un altro aspetto fondamentale nell’organizzazione armadio bambini è decidere con criterio cosa va appeso e cosa va piegato. Questa distinzione non è solo una questione estetica: aiuta tuo figlio a orientarsi e a mantenere l’ordine con maggiore facilità.

I capi che vanno appesi sono quelli che tendono a spiegazzarsi facilmente, quelli che si usano meno frequentemente e quelli che è importante visualizzare subito. Gonne, vestiti, camicie, felpe con zip, giacche leggere, blazer per le occasioni speciali: se hanno una forma definita o una funzione precisa, appenderli li rende più visibili e meno soggetti a finire nel fondo dell’armadio.

I capi da piegare sono invece quelli che si usano tutti i giorni, quelli che si lavano spesso, quelli che entrano ed escono continuamente dal ciclo della routine: magliette, pantaloni da tutti i giorni, leggins, tute, pigiami. Piegarli in verticale, allineati in contenitori o cassetti, permette di avere una visione completa anche senza svuotare tutto ogni volta.

Se lo spazio lo consente, dedicare un lato dell’armadio agli abiti appesi e l’altro ai cassetti o ai ripiani piegati aiuta a costruire una geografia dello spazio chiara, che si può spiegare, mostrare e mantenere. Più il bambino riconosce questa logica, più sarà semplice per lui imparare a rispettarla.



Età, autonomia e coinvolgimento

Un armadio ben organizzato cresce con il bambino. A quattro anni non userà lo spazio come a otto. La struttura va adattata, ma sempre con l’obiettivo di renderlo partecipe. Se tutto è a sua misura, se le cose sono visibili e raggiungibili, sarà naturale per lui prendere e rimettere a posto.

L’organizzazione armadio bambini è anche una forma di educazione alla responsabilità. Non è solo un fatto di ordine: è creare un ambiente dove tuo figlio può imparare a gestire le sue cose, decidere cosa mettere, prepararsi da solo. Non succederà da un giorno all’altro, ma accade se lo spazio glielo permette.



L’abbigliamento sportivo: come tenerlo sotto controllo

Lo sport ha una sua dimensione, anche nell’armadio. Ed è giusto che abbia un suo spazio. L’abbigliamento sportivo ha frequenze, odori, necessità diverse. Tenerlo mescolato al resto spesso crea confusione. Il consiglio è assegnargli un contenitore dedicato, una mensola, un cassetto o una borsa fissa.

Tute, magliette tecniche, pantaloncini, calzettoni, divise, felpe da allenamento: tutto ciò che serve per le attività fisiche dovrebbe stare insieme. In questo modo si riducono le corse pre-allenamento, si semplifica la preparazione della borsa e si trasmette l’idea che anche lo sport merita attenzione e cura.

Se l’attività sportiva è settimanale e strutturata, puoi anche preparare un kit pronto: una sorta di set completo sempre a disposizione, pulito e separato. Aiuterà tuo figlio a imparare a prepararsi in autonomia e a riconoscere ciò che serve davvero.



Un armadio ordinato crea tempo, non solo spazio

Organizzare l’armadio dei bambini non è una questione estetica. È un modo per liberare energie. Quando tutto è al suo posto, ogni mattina diventa più leggera. Quando tuo figlio trova ciò che cerca senza dover chiedere, cresce un pezzetto in più. E quando ti rendi conto che non devi più riordinare da capo ogni settimana, capisci che il tempo risparmiato vale quanto lo spazio guadagnato.

L’organizzazione armadio bambini è un investimento nel quotidiano. Non servono soluzioni complesse, ma chiarezza, costanza e piccoli aggiustamenti nel tempo. Quando il sistema funziona, funziona per tutti



Hai bisogno di creare un sistema su misura per la vostra routine?

Se senti che l’armadio è diventato un punto critico nella vostra giornata, possiamo lavorarci insieme. Ti aiuto a strutturare uno spazio che funzioni, che cresca con tuo figlio e che ti sollevi dal peso dell’organizzazione continua. Scrivimi: possiamo costruirlo insieme, un ripiano alla volta.





Cover Photo on I-Stock





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22 Luglio 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Città laboratorio per la transizione energetica, la Milano del futuro si appoggia al fotovoltaico come leva per la rigenerazione urbana.

Milano del futuro

Negli ultimi anni, Milano ha saputo reinterpretare il proprio ruolo di metropoli all’avanguardia, trasformandosi progressivamente in un laboratorio di sostenibilità urbana. Non si tratta solo di slogan, ma di interventi concreti che coinvolgono architettura, mobilità, gestione dei rifiuti e soprattutto il comparto energetico. Oggi, più che mai, emerge l’urgenza di ripensare i consumi energetici delle città, responsabili di una quota significativa delle emissioni climalteranti. Milano, con il suo tessuto urbano denso e complesso, è chiamata a guidare la transizione verso un modello più efficiente e rispettoso dell’ambiente, con soluzioni innovative che puntano sulle fonti rinnovabili.

Il ruolo dell’energia solare nella rigenerazione urbana

Tra le tante soluzioni sostenibili, l’energia solare occupa un posto di rilievo. Grazie al miglioramento delle tecnologie e agli incentivi pubblici, i pannelli fotovoltaici stanno conoscendo una diffusione senza precedenti anche nei contesti urbani. Installare impianti fotovoltaici sui tetti di Milano significa ridurre la dipendenza da fonti fossili, tagliare le emissioni di CO₂ e aumentare la resilienza energetica dei quartieri. In questo senso, l’energia solare si configura come una risorsa preziosa per alimentare la città in modo pulito, creando al contempo valore economico e sociale. Non è un caso che numerosi interventi di riqualificazione edilizia prevedano oggi la posa di pannelli solari come requisito indispensabile per ottenere certificazioni di efficienza energetica. Anche per i privati cittadini, l’opportunità di autoprodurre energia rappresenta una scelta concreta di responsabilità ambientale.

Milano, città laboratorio per la transizione energetica

Milano ha da tempo avviato progetti ambiziosi per diventare una smart city in grado di coniugare innovazione e rispetto per l’ambiente. La rete del teleriscaldamento, le aree a basse emissioni, la promozione della mobilità elettrica e l’espansione di aree verdi sono solo alcuni tasselli di questo mosaico. I pannelli fotovoltaici a Milano rientrano pienamente in questa visione. Le coperture degli edifici, pubblici e privati, possono trasformarsi in centrali di produzione di energia pulita, riducendo la pressione sulla rete elettrica e rendendo più autonomi gli utenti finali. Questo approccio risulta particolarmente rilevante in un contesto urbano come quello milanese, caratterizzato da un’elevata densità abitativa e da una domanda energetica crescente. Puntare sull’autoconsumo fotovoltaico permette di rispondere in modo virtuoso a queste esigenze, contribuendo a una città più sostenibile e resiliente.

Vantaggi ambientali e sociali del fotovoltaico

Adottare l’energia solare in città comporta numerosi benefici. Prima di tutto, la riduzione delle emissioni di gas serra, fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici. In secondo luogo, la produzione distribuita di energia riduce le perdite di trasmissione tipiche delle grandi centrali, migliorando l’efficienza complessiva del sistema. C’è poi un aspetto economico da non sottovalutare: la possibilità per le famiglie di risparmiare sulle bollette grazie all’autoconsumo e alla vendita dell’energia in eccesso. In più, la diffusione dei pannelli fotovoltaici stimola nuove professionalità, creando occupazione qualificata nel settore della green economy. Dal punto di vista sociale, questa transizione energetica rafforza il senso di comunità, perché coinvolge cittadini, amministrazioni e imprese in un obiettivo comune: la costruzione di un futuro più pulito e sicuro per tutti.

Architettura verde e fotovoltaico: un binomio vincente

Un’altra dimensione interessante riguarda l’integrazione dei pannelli solari nelle nuove architetture sostenibili. Milano, negli ultimi anni, ha visto crescere interventi iconici di architettura verde, come il Bosco Verticale, che coniugano estetica e rispetto dell’ambiente. In questo contesto, il fotovoltaico completa in modo armonico la visione di edifici autosufficienti, capaci di produrre parte dell’energia necessaria per alimentare impianti e servizi. I nuovi progetti di edilizia residenziale o commerciale tendono a privilegiare materiali riciclati, spazi verdi e impianti fotovoltaici integrati nel disegno architettonico. Non si tratta più, quindi, di aggiungere semplicemente un impianto sul tetto, ma di progettare edifici sostenibili fin dalla fase di concezione, in cui la produzione di energia pulita sia parte integrante della strategia progettuale.

Opportunità e sfide per i cittadini

I cittadini milanesi hanno oggi la possibilità di diventare veri protagonisti della transizione energetica. Gli incentivi fiscali, uniti al calo dei costi di installazione, rendono il fotovoltaico sempre più accessibile anche a chi vive in contesti urbani densamente popolati. Restano però alcune sfide: la burocrazia legata alle autorizzazioni, la complessità degli interventi in condomini storici e la necessità di coordinare più soggetti nella gestione dell’impianto. Per superare questi ostacoli è fondamentale promuovere informazione e formazione, così da diffondere una cultura energetica consapevole e condivisa. Proprio grazie a questa spinta culturale, la Milano del futuro potrà continuare a crescere come modello di città sostenibile, dove i cittadini non subiscono il cambiamento, ma lo guidano attivamente.

Il fotovoltaico come leva per la rigenerazione urbana

Guardando al futuro, l’adozione di impianti fotovoltaici rappresenta una leva strategica per la rigenerazione urbana. Quartieri periferici e aree industriali dismesse possono trovare nuova vita grazie alla produzione di energia pulita, favorendo la nascita di comunità energetiche locali capaci di condividere i benefici. In quest’ottica, i pannelli fotovoltaici a Milano non sono solo un investimento tecnologico, ma un tassello di un progetto più ampio che mira a ridurre le disuguaglianze energetiche, promuovere inclusione sociale e rilanciare interi pezzi di città. L’esperienza milanese potrà fare scuola in tutta Italia, mostrando come la transizione ecologica passi anche attraverso interventi concreti e diffusi, che mettano al centro le persone e non solo le infrastrutture.

In conclusione, la Milano del futuro sarà tanto più sostenibile quanto saprà integrare le energie rinnovabili nella propria quotidianità. Il fotovoltaico è la tecnologia che, più di altre, consente di trasformare i tetti delle case in veri e propri alleati per l’ambiente. Investire oggi in pannelli solari significa ridurre l’impatto ambientale, risparmiare risorse e contribuire a costruire un sistema energetico più democratico e condiviso. I pannelli fotovoltaici a Milano sono dunque destinati a diventare un pilastro del nuovo modello urbano, capace di coniugare qualità della vita, rispetto per il clima e competitività economica. Milano ha già avviato questa trasformazione: la sfida, ora, è renderla accessibile a tutti, perché la città possa davvero diventare un esempio di sostenibilità per l’Italia e per l’Europa intera.


L’articolo Come progettare la cucina ideale? è stato scritto da Biagio Barraco e si trova su Questioni di Arredamento.

La cucina ideale si distingue per una perfetta combinazione tra funzionalità, estetica e comfort. Essenziale è l’ottimizzazione degli spazi: superfici ampie e ben organizzate favoriscono la praticità, mentre la disposizione ergonomica di elettrodomestici e piani di lavoro rende ogni gesto più naturale. I materiali devono essere resistenti, facili da pulire e in armonia con lo stile della casa, creando un ambiente accogliente e piacevole. La cucina ideale dovrebbe sempre rispecchiare le abitudini e i gusti di chi la vive, trasformandosi in uno spazio dove cucinare, condividere e sentirsi davvero a casa. Per questo è importante scegliere tutto con estrema cura, mantenendo alta l’attenzione non solo nella scelta degli arredi e degli elettrodomestici, ma anche quando ci accingiamo a definire i “dettagli”, come i rivestimenti e i pavimenti. Continua a leggere e scopri come organizzare i tuoi spazi, e dare al progetto quel tocco d’artista che solo i pavimenti Roma potranno regalarti.

Progettare la cucina: il primo step per risultati perfetti

Progettare una cucina moderna o classica significa partire da un’attenta analisi delle esigenze quotidiane e degli spazi disponibili. Una disposizione logica degli elementi permette di ridurre al minimo gli spostamenti e ottimizzare ogni gesto: la cosiddetta “triangolazione” tra frigorifero, piano cottura e lavello assicura operazioni fluide e veloci.

È fondamentale valutare attentamente la suddivisione delle zone – preparazione, cottura, lavaggio e stoccaggio – per evitare inutili sovrapposizioni e sfruttare al meglio ogni centimetro. Elementi modulari e soluzioni salvaspazio aiutano a realizzare ambienti ordinati e funzionali, mentre la scelta di accessori intelligenti, come cestelli estraibili o colonne dispensa, rende tutto più accessibile. Pensare in modo razionale significa anche privilegiare materiali durevoli e facili da mantenere, così da coniugare estetica e praticità nel tempo.

Ogni decisione, dalla disposizione ai dettagli, dev’essere guidata dal desiderio di creare un ambiente efficiente e perfettamente tarato sulle necessità di chi lo abita. Funzionalità e design in perfetto equilibrio, sapranno trasformare lo spazio cooking in un luogo bello da vedere e piacevole da vivere.

Pavimenti cucina, i “dettagli” che fanno la differenza

Che si tratti di una cucina separata o di un open space, è importante progettare gli spazi tenendo sempre in considerazione sia la praticità che l’estetica. Se da un lato la posizione corretta di elettrodomestici e piani di lavoro potrà garantire la giusta ergonomia durante la preparazione dei cibi, dall’altro la cura dei “dettagli” potrà assicurarci spazi eleganti e pratici da utilizzare.

Tra questi troviamo i pavimenti e i rivestimenti: due elementi fondamentali per una cucina di design. Piastrelle chiare potranno aiutare in una cucina poco illuminata dalla luce naturale, mentre mattonelle facili da mantenere saranno il vero segreto per ambienti sempre puliti e igienizzati. Ma come far convivere la praticità di ogni giorno con il desiderio di rivestimenti pregiati? Sicuramente un pavimento in marmo cucina sprigiona, con le sue venature, un fascino particolare, così come una superficie in parquet riesce a conquistare chiunque si appresti a varcare la soglia della stanza con l’eleganza delle più pregiate essenze lignee. Non sempre però questi materiali “delicati” si sposano con una cucina pratica. I trattamenti che necessitano e le particolari cure legate alla delicatezza di queste materie prime, rischierebbero di rendere faticoso mantenere l’ambiente sempre al top. Fortunatamente però vi sono molte soluzioni Pavimenti Roma che permettono di rivestire gli spazi donando loro quell’eleganza esclusiva che scaturisce dalle materie prime naturali, ma con la massima praticità. Grazie a un’ampia scelta di piastrelle in grès effetto marmo, cemento e legno, è possibile realizzare la propria cucina dei sogni senza mai rinunciare alla praticità.

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L’articolo Come progettare la cucina ideale? è stato scritto da Biagio Barraco e si trova su Questioni di Arredamento.

19 Luglio 2025 / / Case e Interni

Ristrutturare una casa rurale con stile: come trasformarla in una casa vacanze di charme

Scopri come ristrutturare una casa rurale storica e trasformarla in una casa vacanze accogliente e di charme, con comfort moderni, sostenibilità e stile mediterraneo contemporaneo.

Ristrutturare una casa storica in pietra, immersa in un piccolo borgo o in un contesto rurale, può essere il primo passo per creare una casa vacanze accogliente e di carattere. Il segreto è saper equilibrare il fascino del passato con comfort moderni e scelte sostenibili, così da ottenere un’abitazione funzionale, luminosa e adatta al vivere contemporaneo — anche solo per il tempo di una vacanza.

Ti presentiamo un esempio virtuoso: una casa unifamiliare situata nel centro storico di Santa Cristina d’Aro, in Spagna, a pochi chilometri da Girona. Una ristrutturazione curata nei dettagli che può ispirarti, se stai pensando a un progetto simile. 

E’ inutile che ti indoriamo la pillola: una ristrutturazione di questo tipo ha un certo costo ed è sempre difficile poter preventivare tutto, per cui considera una porzione di budget in più per gli imprevisti.

1. Valorizzare gli elementi originali

Travi in legno a vista, soffitti in cotto, muri in pietra: ogni casa storica ha materiali e dettagli che meritano di essere preservati. In questa abitazione, il restauro ha puntato proprio su questi elementi, restituendo autenticità e calore agli ambienti, soprattutto nella mansarda open space e nella scala adiacente al soggiorno.

Consiglio: durante la ristrutturazione, conserva dove possibile i materiali originali. Se necessario, affiancali a finiture moderne per un contrasto armonioso.

2. Aprire gli spazi e la casa alla luce

Per una casa di vacanza, è fondamentale garantire connessioni fluide tra interno ed esterno. Qui, il soggiorno, la cucina e la zona pranzo si aprono con ampie vetrate su giardino, portico e piscina, creando una continuità visiva e funzionale perfetta per il relax.

Consiglio: se la struttura architettonica lo permette, scegli una pianta aperta per la zona giorno e, se possibile, amplia le aperture verso l’esterno (almeno da finestre a porte-finestre) per far entrare luce naturale e paesaggio.

3. Suddividere gli spazi in modo flessibile

La zona notte di questa casa è distribuita su due piani, con un open space multifunzionale con camino, una camera padronale con bagno privato e cabina armadio, due camere per ospiti e una mansarda luminosa.

Consiglio: in una casa vacanza è utile prevedere spazi versatili, adatti a coppie, famiglie o gruppi di amici. Un open space al piano superiore può diventare una sala relax, una zona giochi o uno studio.

4. Mix di materiali: comfort e carattere

L’abbinamento tra pietra restaurata e parquet laminato di qualità rende questa casa accogliente e facile da vivere. La palette naturale è completata da piastrelle esagonali azzurro chiaro nel bagno e tocchi di legno e celeste negli arredi.

Consiglio: usa materiali caldi e facili da mantenere. Alternare superfici moderne a dettagli rustici crea uno stile mediterraneo contemporaneo, molto amato negli affitti brevi di qualità.

5. Creare una zona outdoor vivibile tutto l’anno

Una casa vacanze non può dirsi tale senza uno spazio esterno ben progettato. In questa casa, giardino, piscina con scala integrata, portico con barbecue e zona pranzo sono protagonisti. La scelta di materiali naturali e colori coerenti (verde, azzurro, pietra) crea un’armonia rilassante.

Consiglio: anche un piccolo spazio all’aperto può fare la differenza. Punta su arredi resistenti, illuminazione soft e un’area ombreggiata.

6. Puntare sulla sostenibilità

Oggi più che mai, chi sceglie una casa vacanze di qualità cerca anche un’attenzione all’ambiente. Questa abitazione è dotata di tetto e pavimenti isolati, infissi a taglio termico, vetri basso emissivi, pompa di calore aria-acqua, illuminazione LED e classe energetica A.

Consiglio: investire in soluzioni energetiche efficienti aumenta il valore dell’immobile e lo rende più appetibile per affitti di livello.

Questa casa è un buon esempio di come si possa ristrutturare una casa storica in un villaggio rurale senza rinunciare a design, comfort e funzionalità. Il risultato è una casa vacanze elegante, pensata per accogliere e rilassare.

Se stai progettando una ristrutturazione simile, lasciati ispirare da questo mix di autenticità, modernità e rispetto per il contesto.

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Ristrutturare una casa rurale con stile: come trasformarla in una casa vacanze di charme

Ristrutturare una casa rurale con stile: come trasformarla in una casa vacanze di charme

Ristrutturare una casa rurale con stile: come trasformarla in una casa vacanze di charme

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Zona giorno con cucina open space e vetrate sul giardino

Camera da letto con travi a vista e arredi moderni

Bagno moderno in casa rustica

Camera da letto con travi a vista e arredi moderni

Camera da letto con travi a vista e arredi moderni

Bagno moderno con piastrelle esagonali azzurro chiaro

Mansarda luminosa con soffitto in cotto e lucernario

Facciata in pietra restaurata di casa rurale in stile mediterraneo

Facciata in pietra restaurata di casa rurale in stile mediterraneo

Facciata in pietra restaurata di casa rurale in stile mediterraneo

Credit photo: Miquel Coll – nuevoestilo.es

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Anna e Marco – CASE E INTERNI

19 Luglio 2025 / / Laura Home Planner

Il decluttering non è solo un passo preliminare da superare, ma una componente essenziale del progetto stesso.

Liberare gli ambienti dal superfluo significa creare le condizioni perché il restyling possa esprimersi al meglio. Non si tratta semplicemente di togliere, ma di fare spazio a ciò che verrà, preparando l’ambiente a una nuova forma, una nuova luce, un nuovo equilibrio.

il decluttering

Quando il cambiamento prende respiro

Ogni intervento di restyling ha un’intenzione precisa: valorizzare spazi, proporre nuove atmosfere, rinnovare la funzione di ogni zona.

Ma anche il progetto più curato rischia di non emergere se l’ambiente resta sovraccarico di oggetti o caos visivo. Il disordine può coprire le linee pulite, ostacolare la percezione degli accostamenti cromatici, annullare la ricerca di equilibrio.

Fare decluttering prima di iniziare significa rispettare lo spazio esistente, liberare il potenziale nascosto sotto il superfluo, e offrire alla nuova progettazione una base pronta ad accogliere cambiamenti e novità. È un gesto che dà respiro, leggerezza, e facilita l’incontro tra vecchio e nuovo.

Valorizzare senza sovraccaricare

Nel restyling ogni elemento – dai materiali alle finiture, dai colori agli arredi – dialoga per costruire un’identità coerente. Ma quel linguaggio rischia di essere smarrito quando l’ambiente è affollato da oggetti che nulla hanno a che fare con il nuovo progetto.

Il decluttering agisce allora come un filtro indispensabile: elimina il superfluo, libera le superfici, valorizza la struttura architettonica e gli elementi distintivi. Come togliere un velo che impediva alla luce di entrare, permette a pareti, texture e dettagli di risplendere e di raccontare una nuova storia.

Questa pulizia non è una rinuncia, ma una scelta consapevole, che permette di costruire un progetto che parla chiaro, che comunica con forza e coerenza. Lo spazio che si crea non è vuoto, è pieno di potenzialità.

Fare spazio per armonizzare gli ambienti

Un aspetto fondamentale del restyling è la continuità tra gli ambienti. Se il decluttering viene fatto stanza per stanza, si facilita una visione d’insieme più armoniosa. Liberare spazi significa anche uniformare il linguaggio visivo e funzionale, costruire un filo conduttore che unisce e valorizza ogni zona della casa.

Spesso, in case vissute, si osserva una discontinuità: stanze che raccontano storie diverse, con livelli di ordine e cura variabili. Il decluttering iniziale è la chiave per armonizzare questi racconti e favorire un progetto che sia coerente e funzionale, evitando quel senso di disorientamento che il disordine genera.

Oggetti scelti per un nuovo respiro

Non si tratta di eliminare tutto, ma di fare spazio a una selezione consapevole. Ogni oggetto – bello, utile o affettivo – deve trovare il suo posto in un contesto rinnovato, dove possa dialogare con lo stile e con lo spazio circostante.

Il decluttering diventa così parte integrante della progettazione, un momento di rifinitura e consapevolezza che aiuta a mantenere l’equilibrio tra estetica e funzionalità. Aiuta a scegliere con cura, a evitare accumuli futuri e a preservare la freschezza del nuovo ambiente nel tempo.

Il gesto quotidiano che sostiene il progetto

Liberare spazio prima del restyling non è solo un’azione una tantum. È anche un invito a instaurare abitudini nuove, pratiche di ordine che aiutano a mantenere viva la bellezza e la funzionalità della casa rinnovata.

Quando ogni cosa ha il suo posto, facilmente raggiungibile e coerente con l’uso quotidiano, il comfort si moltiplica senza sforzo. Il decluttering diventa così un gesto silenzioso, che accompagna la vita di tutti i giorni e sostiene il valore del progetto nel tempo.

Il ruolo emotivo del decluttering nel restyling

Fare spazio non riguarda solo l’ordine esteriore, ma anche una sorta di liberazione interiore.

Spesso, accumulare oggetti è legato a ricordi, abitudini o emozioni che possono appesantire l’ambiente e la mente. Il decluttering diventa quindi un momento di riflessione che aiuta a mettere in chiaro ciò che è davvero importante, a fare pace con il passato e a prepararsi per il cambiamento.

Questa dimensione emotiva del processo non va sottovalutata: restituire respiro alla casa significa anche creare uno spazio mentale più libero, che favorisca benessere, creatività e serenità. Un progetto di restyling che parte da qui è un progetto che nasce con un equilibrio profondo.

Un investimento duraturo nel valore della casa

Infine, il decluttering prima del restyling non è solo un vantaggio estetico o funzionale, ma anche economico. Spazi ordinati, armoniosi e ben progettati aumentano la percezione di qualità e cura, valorizzando la casa nel tempo.

Che si tratti di viverci o di rivenderla, il valore percepito cresce.

Investire tempo e attenzione nel decluttering significa dunque mettere le basi per un restyling di successo, capace di mantenere la sua efficacia e bellezza anche negli anni a venire.

Il decluttering come fase preparatoria al restyling

In molti progetti di restyling, Decluttering Lab Milano entra in gioco nella fase che precede lo styling vero e proprio. Il loro intervento si concentra nel creare le condizioni ottimali affinché la progettazione d’interni possa esprimersi appieno.

Liberare gli ambienti dal superfluo, mettere ordine con metodo e sensibilità, significa offrire allo stylist o all’interior designer una base coerente, funzionale e pulita, pronta ad accogliere nuovi equilibri estetici e funzionali.

Questo tipo di collaborazione si traduce in un lavoro più fluido, in ambienti più armonici e in risultati che durano nel tempo. Perché un restyling efficace parte sempre da uno spazio che ha ritrovato la sua essenza.

L’articolo Il Decluttering prima del Restyling: Perché fare spazio è parte del Progetto proviene da Laura Home Planner.

19 Luglio 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Arredare un balcone stretto e lungo può essere un po’ difficile, soprattutto per via della sua conformazione e quindi della larghezza spesso ridotta. Ci sono alcuni errori che si possono facilmente commettere, ma in questo articolo vediamo come evitarli per avere un risultato ottimale.

Arredare un balcone stretto e lungo
Kajsas Hem

1. Sovraccaricare lo spazio

Il primo errore da evitare è riempire lo spazio con troppi mobili e accessori che, se in numero eccessivo, rischiano di soffocare il balcone facendolo sembrare ancora più stretto e ingombro.

Il consiglio è fare una selezione dei pezzi, usando solo gli arredi essenziali. Possono essere utili soluzioni multifunzionali, pieghevoli o impilabili che possono occupare meno o essere riposte quando non sono in uso.

Arredare un balcone stretto e lungo

2. Usare mobili sproporzionati

Altro errore nell’arredare un balcone stretto e lungo, collegato al primo punto, è usare mobili troppo grandi e quindi sproporzionati rispetto allo spazio. Se abbiamo un balcone stretto, infatti, dovremo fare attenzione alla scelta degli arredi, che dovranno avere dimensioni adeguate alla larghezza a disposizione.

Meglio optare per mobili dal design semplice e leggermente più piccoli dello standard, il che vi aiuterà anche a far sembrare, otticamente, il balcone più grande. 

3. Trascurare il flusso

La giusta dimensione degli arredi per il balcone è importante anche per una questione di sicurezza. Mobili con una profondità eccessiva per lo spazio, rischiano di ridurre troppo il passaggio e di ostacolare i movimenti, facendoli risultare pericolosi. 

È bene mantenere un buon passaggio libero lungo la lunghezza del balcone, posizionando quindi gli arredi su un solo lato. Se avete un balcone molto lungo, potete anche pensare di alternare piccole zone dalla funzione diversa.

Arredare un balcone stretto e lungo
Ph. Elisabeth Photography

4. Non proteggersi da sole

Per godere appieno del proprio spazio esterno, è un errore anche non prevedere sistemi di ombreggiamento. Le schermature solari, come le tende da sole nel caso di balconi, sono importanti per migliorare il comfort sia esterno che interno, riuscendo ad abbassare la temperatura di qualche grado. Limitando la necessità di raffrescamento, si avrà un impatto positivo anche sulla bolletta.

Tende a caduta Gibus

5. Scegliere piante non adatte

Così come per gli arredi, anche le piante vanno scelte in modo oculato. Più sono grandi, più appariranno sovradimensionate loro e piccolo il balcone. Oltre a questo, i grandi vasi occuperebbero spazio a terra, limitando sempre il passaggio. Una soluzione può essere scegliere piante compatte e che si sviluppano in verticale e sfruttare l’altezza usando fioriere sospese o da parete per risparmiare spazio a terra. 

6. Mancanza di coerenza stilistica

Tra gli errori da evitare nell’arredare un balcone stretto e lungo, c’è quello di non avere una coerenza stilistica. Quando si mescolano troppi stili diversi, infatti, si crea una maggiore confusione visiva che contribuisce a far sembrare gli spazi più piccoli di quello che sono.

Per il vostro spazio esterno scegliete quindi uno stile e acquistate arredi coerenti e in tema per dare al balcone un aspetto armonioso e ordinato. 

17 Luglio 2025 / / Laura Home Planner

Creare un’area esterna confortevole e utilizzabile è l’obiettivo principale della progettazione moderna dei giardini, e questo risultato si ottiene stabilendo zone d’ombra funzionali ed esteticamente gradevoli, specialmente per l’uso durante i mesi più caldi.

Una pergola risponde perfettamente a questo scopo, agendo come un’efficace soluzione architettonica che va oltre la semplice protezione solare, creando un ambiente distinto e riparato che può essere considerato una vera estensione della casa.

L’atmosfera generale di questo nuovo spazio sarà determinata dalla struttura della pergola, che può essere in legno per fornire una sensazione calda e naturale che si integra con il verde, oppure in metallo, il quale offre un aspetto più contemporaneo.

Poiché la struttura ha un impatto così significativo, scegliere tra le migliori pergole da giardino è una decisione progettuale fondamentale che imposta il carattere e lo stile della vostra nuova oasi di pace.

Come progettare la copertura perfetta

Una volta scelta la struttura della pergola, bisogna pensare a un’altra decisione importante: la copertura, la quale non servirà solo a creare zone d’ombra, ma anche a definire l’atmosfera dello spazio sottostante.

Una tipologia di copertura molto apprezzata prevede l’utilizzo di piante rampicanti per creare una tettoia naturale, con opzioni come il gelsomino, il glicine con i suoi grappoli di fiori pendenti, la vite americana con le sue foglie autunnali colorate, o la bouganville.

Questa opzione rende la pergola parte integrante del giardino e crea un’ombreggiatura dinamica che modifica la sua densità e il suo aspetto nel corso delle stagioni.

L’altra categoria è rappresentata dalle coperture in tessuto, che offrono maggiore flessibilità e controllo, ad esempio, tende retrattili o pannelli mobili che permettono di regolare la quantità di ombra necessaria nei diversi momenti della giornata. In alternativa, per un ambiente più rilassato, si possono utilizzare semplici teli leggeri drappeggiati per creare un’area confortevole e informale, particolarmente adatta per un angolo dedicato al relax.

L’arredamento: tra natura e design

pergola

Con la struttura e la copertura definite, la pergola si è ormai trasformata in una stanza a cielo aperto pronta per essere arredata.

Questo è il momento di infondere personalità allo spazio, pensandolo con la stessa cura di un ambiente interno per renderlo davvero accogliente e funzionale.

Anziché riempirlo con mobili casuali, è utile decidere la sua vocazione principale: se l’idea è quella di un’area conviviale, si può allestire un salotto da esterno completo di divani e poltrone realizzati in materiali resistenti alle intemperie, arricchendo l’insieme con un tappeto per esterni che delimiti visivamente l’area e aggiunga un tocco di comfort; se invece lo spazio è destinato a pranzi e cene all’aperto, un tavolo capiente con sedie comode ne diventerà il protagonista indiscusso. Per un’idea più originale e personale, si potrebbe creare un angolo dedicato esclusivamente al relax e alla lettura, utilizzando un grande daybed, una poltrona sospesa o anche solo dei materassi da terra con cuscini colorati.

L’illuminazione è l’elemento finale che permette di estendere la vita della pergola anche dopo il tramonto; catene luminose a luce calda, lanterne a LED da appoggiare a terra o lampade di design per esterni possono creare un’ambientazione suggestiva e funzionale.

Aggiungere piante in vaso di diverse altezze all’interno del perimetro della pergola aiuterà infine a sfumare i confini tra architettura e giardino, creando un’oasi perfettamente integrata e pronta per essere vissuta.

L’articolo Come creare un’oasi di pace nel vostro giardino proviene da Laura Home Planner.