30 Aprile 2020 / / Architettura

Il Compendio di San Silvestro, prima sede della Scuola Normale di Pisa, ospita oggi il NEST – National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology. L’intervento di restauro è finalizzato da un lato alla conservazione della materia e dell’immagine, dall’altro all’adeguamento impiantistico e tecnologico del manufatto, con lo scopo di accogliere i nuovi laboratori scientifici. Un esempio di progettazione integrata in contesto storico reso possibile dalla metodologia BIM. La creazione di un modello AS BUILD, in collaborazione con l’impresa di costruzione, ha permesso l’ottimizzazione di tutte le fasi del progetto, dal rilevamento alla gestione delle attrezzature tecnologiche.

L’intervento di restauro, di efficientamento energetico e di miglioramento sismico mira alla riqualificazione degli ambienti interni, delle due corti interne e dei relativi prospetti lungo la strada. Il progetto nasce da una ricerca formale con la tradizione. Le notevoli dimensioni e la complessità dell’intervento hanno portato ad una programmazione delle operazioni suddivisa in lotti funzionali differenti, agevolando la gestione in fase di progettazione esecutiva. Per quanto riguarda il cortile d’ingresso, si è voluto mantenere un disegno che ricordasse la morfologia dell’hortus conclusus conventuale, dove si ha uno spazio protetto e delimitato dall’esterno dedicato all’atto della meditazione lasciando a una sistemazione più libera la seconda corte, dove si intende privilegiare una fruizione più libera attraverso l’utilizzo di forme semplici come cerchi, disposti in modo dinamico. Nonostante ciò, le due aree si legano tra loro attraverso lo stesso linguaggio compositivo.

Particolare attenzione è stata rivolta alla ricollocazione del vano scala, posizionato in un’area centrale per favorire una migliore accessibilità e fruibilità all’edificio. Si è deciso di avere la massima flessibilità d’uso all’interno degli ambienti dell’edificio, in modo che gli uffici possano diventare laboratori di nanotecnologia ad eccezione di quattro ambienti al primo piano adibiti esclusivamente a uffici per la presenza di soffitti voltati che impediscono il passaggio degli impianti stessi. La stecca che separa le due corti è stata pensata vetrata in modo da agevolare la funzione di accesso all’edificio e al corpo centrale.

https://atiproject.com/project/normale-school-complex/

PROGETTO: Scuola Normale Superiore
LUOGO: Pisa, Italia
TIPOLOGIA: Educazione
ANNO: 2013 – 2019
STATO: Completato
DIMENSIONI: 1.900 mq
DISCIPLINE: AR – ST – MEP

29 Aprile 2020 / / Architettura

Leggerezza nelle forme, grande utilizzo della luce naturale, dotazioni tecnologicamente avanzate: da qui parte la scuola del futuro. Le tendenze contemporanee ed i nuovi modelli educativi iniziano ormai a tracciare le linee di come si devono evolvere gli spazi dedicati all’istruzione ed alla didattica: gli istituti scolastici di oggi hanno ormai gli occhi aperti sul “domani” e su come i propri luoghi debbano assorbire concetti come quello di Community, trasformando i plessi in veri e propri Civic Center aperti non solo agli studenti ma a tutta la cittadinanza.

Al fine di raggiungere questi risultati, gli strumenti fondamentali a disposizione dei tecnici sono l’utilizzo di forme e colori accoglienti alla vista ed alla mente, l’organizzazione degli spazi a disposizione tenendo sempre conto della qualità e – soprattutto – della sicurezza, l’impiego di componenti tecnologicamente avanzate applicandole ai processi educativi nonché l’integrazione del verde e della natura all’interno dell’involucro architettonico; questi gli “ingredienti” da selezionare accuratamente e da dover utilizzare, infine, in un mix funzionale che trova la sua naturale espressione nel processo di genesi progettuale organica e partecipata anche da quella Community che diventa così parte attiva ed integrante dei nuovi modelli d’istruzione degli adulti del domani.

Un interessante case-study in grado di sintetizzare efficacemente questo pensiero è il nuovo plesso scolastico “Dino Compagni”: partendo dalla disponibilità e dalla collaborazione offerta dal Comune di Firenze, lo studio ATIProject ha avuto l’occasione di mettere in pratica il suddetto approccio progettuale immergendolo in un’ambiente BIM, grazie al quale è stato possibile avere costantemente il controllo della qualità complessiva e dell’integrazione delle diverse discipline tecniche necessarie per il raggiungimento dell’eccellenza richiesta da questa importante mission sociale.

Non solo tecnica, però. Nel caso del plesso “Dino Compagni” si sono rivelate fondamentali anche la passione e la consapevolezza (di tutti gli attori coinvolti) del ruolo che il progettista moderno dovrebbe avere all’interno della società civile, ovvero quello del “cittadino/a” e del “padre/madre” ancor prima che del “tecnico”: dopotutto, anche se i bambini di oggi saranno i cittadini del domani, il loro futuro inizia adesso ed è legato a doppio filo al contributo all’educazione che gli adulti sono in grado di fornire nel presente.

28 Aprile 2020 / / Blog Arredamento

Fino a qualche anno fa nei nostri più reconditi sogni si profilava la cabina armadio di Carrie Bradshaw. Poi è arrivata lei, Chiara Ferragni, e la cabina di Carrie è decisamente passata in secondo piano aprendoci nuovi orizzonti progettuali.

Ok, non avremo mai un closet come quello di Chiara che – per chi ancora non lo sapesse – si compone di varie stanze collegate tra loro, al cui interno si trova anche una splendida chaise longue con pouf-tavolino (per scegliere l’outfit giusto serve riflettere comodamente adagiati sul velluto!).

Foto di StockSnap da Pixabay

La soluzione che sta venendo alla ribalta ultimamente è quella di ricavare la cabina armadio dietro il letto.

omg…DEVO TIRARE SU UN MURO???

Don’t panic…no, non per forza.

Ci sono parecchie soluzioni alternative per budget mini e maxi.


C’è il muretto in cartongesso, la tenda, l’armadio bifacciale, le schermature…a trovarle tutte ci ha pensato Glam Casa Magazine, con un articolo super approfondito e completo di una bella intervista agli interior designers di diotti.com.

Vuoi vedere tutte le idee e scoprire i consigli degli esperti?

Leggi l’intervista integrale su Glamcasamagazine.it nell’articolo: Cabina armadio dietro al letto

27 Aprile 2020 / / Architettura

Il progetto muove dall’idea di scuola quale nuovo riferimento culturale per la città di Milano, nonché orientamento per l’edilizia scolastica del futuro. Gli spazi esterni assumono un ruolo chiave nel progetto, ora vero e proprio parco urbano, ora motore distributivo dei volumi; da qui la costante ricerca fra interno ed esterno. Gli spazi interni sono concepiti come ambiti polifunzionali e flessibili, diversificando così l’offerta didattica e garantendo l’accesso anche in orario extrascolastico. L’obiettivo è rendere la struttura un vero e proprio centro civico. L’edificio è stato progettato per raggiungere prestazioni energetiche elevate. L’utilizzo di legno e acciaio, inoltre, ha permesso di ridurre i tempi di costruzione.

Il progetto è improntato sulla creazione di spazi comuni che favoriscano l’aggregazione e le relazioni mentre i moduli aula flessibili soddisfino la necessità degli insegnanti di avere una molteplicità di soluzioni didattiche.

Altro punto di forza progettuale è stata la ricerca di un inserimento organico della scuola nel contesto insediativo: il progetto del parco integra verde ed arredo con aree dedicate ad attività ludiche e ricreative grazie alla presenza di orti didattici, di un giardino d’inverno ed un parco musicale a supporto delle attività scolastiche e interdisciplinari.

Il complesso accoglierà non solo i nuovi spazi didattici ma anche un auditorium, una palestra ed una biblioteca condivisi con la cittadinanza: la scuola diventerà cosi un vero e proprio centro civico stabilendo una forte connessione con il quartiere e la città.

Secondo le richieste di progetto e le direttive del Piano Nazionale del MIUR in merito alla Scuola Digitale nella nuova scuola saranno messe in pratica nuove modalità didattiche improntate all’utilizzo di sistemi tecnologici avanzati che prevedono l’adozione di contenuti digitali, condivisi e informatizzati.
L’attenzione alla sostenibilità nello sviluppo del progetto si è tradotta in una particolare cura nella scelta di materiali di qualità e il cui processo di produzione risponda a criteri di ecocompatibilità sia nella natura intrinseca del materiale base che, in alcuni casi, del processo produttivo di realizzazione. Oltre al pregio estetico e alla funzionalità ha costituito criterio di scelta la possibilità di ottenere, da parte del produttore, certificati di ecocompatibilità rilasciati da enti certificatori riconosciuti.

Grazie alle strategie passive messe in atto nello sviluppo del progetto architettonico l’edificio raggiunge le massime prestazioni energetiche, in particolar modo risulta ridotto il carico per il riscaldamento degli ambienti anche grazie alla produzione di energia mediante fonti rinnovabili.

< href=”https://atiproject.com/project/brocchi-school-complex/”>https://atiproject.com/project/brocchi-school-complex/

PROGETTO: Polo Scolastico Brocchi
LUOGO: Milano, Italia
TIPOLOGIA: Educazione
ANNO: 2016
STATO: In Costruzione
DIMENSIONI: 6.400 mq
DISCIPLINE: AR – ST – MEP
MEDIA: https://youtu.be/cizfsGGRRkI

22 Aprile 2020 / / Blog Arredamento

La tua casa parla di te e se la musica è la tua passione sarà facile indovinare cosa popola la tua libreria, i tuoi scaffali e ogni angolo libero.
Intere collezioni di CD. Sconfinate file di bluray e dvd di concerti. E sei sei un vero addicted scommetto che non mancano LP 33 giri e dischi in vinile.
Per finire, strumenti musicali, amplificatori, cuffie e un impianto stereo che si rispetti.
Se sei abbastanza fortunato da avere una stanzetta in più posso immaginare una audio room coi fiocchi. Una sala della musica in cui ascoltare, suonare, scrivere.
Uno spazio in cui staccare la spina dal mondo esterno ed immergersi completamente nel tuo pianeta parallelo.
Il tuo spazio.

Chi ha una passione così forte vuole viverla e condividerla, anche e soprattutto in casa propria.

Ho indovinato?

Che sia un omaggio alla musica, al suo linguaggio, che sia una copia delle copertine e locandine che hanno fatto la storia, o le riproduzioni di foto dei musicisti che ami di più, per i veri appassionati le pareti di casa sono un foglio bianco su cui sbizzarrirsi.
È per questo che uno degli elementi fondamentali della casa di un vero music lover sono i poster e i quadri, e il mio consiglio è che la destinazione obbligata è la selezione di posterlounge.

5 stampe per 5 diversi Music Lover

Se sulle pareti della cameretta potevamo appendere i poster con le puntine, una volta cresciuti decorare casa con qualcosa di meno grunge e improvvisato diventa un must.
Via libera allora a quadri e stampe a tema musica.

Nulla ti vieta di trasferire i poster dell’adolescenza in garage o di incorniciarli e trasformarli in un pezzo vintage da tenere sotto chiave, ma io ti consiglio di dare un occhio ai nuovi materiali come la stampa su legno, schiuma, plexi alluminio e tela.
I risultati sono notevolmente migliori e soprattutto non hanno bisogno di cornice. Un vantaggio in termini di costi e di resa finale, perché scegliere la cornice giusta può essere una vera scocciatura!

Ma passiamo alla lista dei 5 must have.

La locandina di un concerto o di un festival

Questo è un tipo di poster rock, jazz o classico che non può mancare nel tuo angolo musicale. Live e concerti sono il cuore pulsante della storia della musica moderna e contemporanea. Puoi scegliere grandi eventi come Woodstock, manifesti cinematografici di musical come Grease o locandine teatrali di opera e balletti.

La stampa di una cover che ha fatto la storia

Molto apprezzato da rocker e punk questo tipo di quadro celebra quei piccoli capolavori di grafica (ma a volte anche d’arte) che sono le cover di certi album che hanno marcato un’epoca. Come dimenticare Abbey Road dei Beatles o Bohemian Rhapsody dei Queen?

Quadri di musicisti

La personalità di alcuni musicisti ha fatto la storia tanto quanto i loro lavori.
Ognuno di noi ha un cantante o una band nel cuore, ci siamo tutti innamorati da teen ager e continuiamo a subire il fascino carismatico di questa magica categoria che sono i musicisti.

Gli oggetti iconici della storia della musica

Primo fra tutti il disco in vinile, che ha segnato l’iconografia degli anni 60 e 70. Poi il giradischi, il mangiacassette, il walkman e naturalmente le cassette. La musicassetta, quella che riavvolgevamo ruotando le bobine con le penne Bic. E chi se la dimentica?

Il tuo strumento musicale

Se sei un musicista non c’è bisogno che ti dica quanto il tuo strumento sia parte della tua quotidianità. Se poi la musica è anche il tuo lavoro, lo strumento è un compagno di vita.
Quale migliore omaggio di un quadro a lui – o lei – dedicato?

Arredare una stanza della musica

Non stiamo parlando di uno studio di registrazione, ma di una sala, saletta o angolo dove poterti dedicare ad un’unica attività. Ascoltare musica.
Ci vuole poco. Un mobile basso con dei cassetti o delle ante, magari con top forato per far passare i cavi ed evitare il caos che provocano se lasciati allo stato brado.
Un impianto stereo con casse. Un pc portatile. Delle cuffie insonorizzate.
I tuoi cd, dischi o la tua raccolta di mp3.
Una poltrona, magari quelle morbide a fagiolo per abbracciarti e cullarti.
I tuoi poster e quadri di musica alle pareti a definire che QUELLO È IL TUO SPAZIO.

Visuals by Posterlounge

21 Aprile 2020 / / Architettura

Mai come nell’ultimo decennio la ristorazione ha iniziato a far parte della nostra quotidianità. Sebbene l’Italia possa vantare un patrimonio costituito da un bagaglio di esperienze familiari e, comunque, una tradizione alle spalle di tipo regionale, l’avvento del settore sulla scena mediatica ne ha amplificato esponenzialmente la portata, non solo sul territorio nazionale.

Ogni paese e nazione ha dimostrato apertura sul tema e, paradossalmente, un fenomeno mondiale ha finito per esaltare ancor di più la territorialità. Nulla è più distintivo del tradizionale; tradizionale è ciò che per un abitante del posto è la norma, ma diventa qualcosa di sorprendente per chi come norma ha altri canoni.

Tecniche, piatti, personalità spiccate si fondono con l’intorno, ovvero gli ambienti, il modo di presentare, la degustazione, il clima, l’architettura, il design, la musica. Ogni aspetto, curato nel dettaglio, contribuisce alla finalità del ristoratore o dello Chef: creare un’esperienza unica per il cliente. Nulla può essere tralasciato, perché nella galassia dell’offerta distinguersi è tutto, specializzarsi e rendere unico il tempo trascorso al tavolo è l’unico mezzo per poter durare. Viene a mente la frase del celebre poeta-filosofo francese Paul Valery: “chi vuole fare grandi cose deve pensare profondamente ai dettagli”.

ATIproject ha un team multidisciplinare che nel tempo ne ha costituito uno dei principali punti di forza. Professionisti esperti di acustica indoor certificati, lighting designer e daylight designer prendono parte al team di progettazione architettonica dedicato alla creazione di spazi unici nel suo genere. Il tratto comune è uno: la sostenibilità, delle scelte progettuali e dei materiali. Il ristorante Salza di Pisa ne è un esempio.

Sostenibile, nel senso largo del termine, include anche tutti gli aspetti di comfort interno che i clienti sperimenteranno. Finiture naturali, spazi proporzionati e caratteristici, mescolano le nuove tendenze allo stile industriale di un edificio che testimonia una diversa destinazione d’uso precedente. La personalizzazione la fa da padrone.

Non resta che assaggiare!

17 Aprile 2020 / / Architettura

Realtà complesse, flussi continui di informazioni, sensoristica e sistemi di videosorveglianza, costituiscono strumenti di raccolta di dati che mai erano stati a disposizione della progettazione.

I Big Data sono una realtà allo studio di molti settori e ambiti, dalla finanza al marketing, dalla salute alla progettazione. Gli edifici, sempre più interconnessi, sono come un paziente costantemente monitorato.
Gli ambienti si differenziano per tipologia, destinazione, caratteristiche specifiche di comfort, il tutto monitorabile e monitorato tramite sistemi di BMS, sonde ambiente, sensori di luminosità, presenza e volumetrici. Dati vengono anche dalla realtà esterna; ad esempio i satelliti metereologici, o le stazioni meteo di un aeroporto, le stazioni pluviometriche etc. descrivono aree geografiche in modo dettagliato e puntuale. Questi dati sono alla base dei modelli previsionali che su base statistica vengono impiegati per pianificare trasporti, opere e impatti ambientali.

I Big Data sono Database sconfinati la cui chiave di lettura permette di prevedere e progettare secondo esigenze specifiche, personali, su misura.
Vengono già impiegati in ambiti specialistici della progettazione edilizia, che può sfruttare strumenti di gestione dati accurati attraverso l’implementazione dei modelli con algoritmi dedicati. Il software visual scripting, di cui Dynamo ne è un esempio recente, è potenzialmente implementabile dal progettista, che diventa figura di confine tra la il programmatore e l’ingegnere edile; è un computational designer che usa uno strumento con articolazione chiara e metodica. I dati sono organizzati in alberi, gestiti secondo strutture gerarchiche definite rami o “branches”, e diventano punto di partenza per la gestione del modello secondo scopi precisi.

Un esempio può essere rappresentato dai file epw, “Energy Plus Weatherfile”, che sfruttano database dell’aeronautica militare e delle stazioni metereologiche aeroportuali, per fornire dati di input alle simulazioni energetico\illuminotecniche.
Le serie di dati riguardano ogni ora del giorno, di ogni giorno dell’anno; costituiscono non più un’approssimazione, ma una fotografia della realtà dinamica e mutevole del contesto.
Riprodotto il contesto, lo strumento è impiegabile in mille modi, sta al progettista la scelta.

Il BIM è direttamente relazionabile a questo approccio progettuale; le sue infinite potenzialità si adattano a questa tipologia di processo e incamerano secondo istruzioni precise la parte ritenuta rilevante dal professionista specializzato. Il canvas diventa zona di interscambio di dati, il progetto è affinato ma anche realtà esistenti possono e sono gestite secondo approcci del tutto analoghi. Il limite non sta nell’aver iniziato dal primo stadio ad impiegare questo metodo, quanto piuttosto nella costanza e volontà di farlo.

L’impiego dei Big Data incide a monte, ma anche a valle della realizzazione; serve a orientare persone in un strutture pubbliche affollate, a regolare portate d’aria in ambienti lavorativi, a regolare umidità e temperatura, a valutare le abitudini per rendere l’ambiente più adeguato all’uomo. Allo stesso tempo ha potenzialità enormi in ambito di sostenibilità, perché lo spreco è eliminato, escluso dal processo ottimizzato.

A sfide crescenti è possibile rispondere solo con l’innovazione continua, in questo ATIProject rappresenta un punto fermo e mutevole nel corso degli anni; fermo nella propria affermazione come realtà di progettisti all’avanguardia nell’uso di queste procedure, mutevole perché realtà dinamica e adattata alle sfide sempre più importanti che si presentano di fronte. Nord Europa, paesi emergenti, ma anche Italia sono i banchi di prova a cui lo studio prima pisano, ora internazionale, è stato chiamato a rispondere. E a ben vedere, il metodo sembra proprio pagare.

16 Aprile 2020 / / Architettura

La nuova National Concert Hall “Tautos Namai” è pensata come un organismo vivo e in continuo movimento. Un concetto totalizzante reso attraverso un sistema di lamelle che si piega nello spazio, la cui forma è ottimizzata per il controllo solare all’interno degli ambienti.

Una soluzione che organizza flussi e accessi di uno spazio circolare e dai continui cambi di quota.

Fulcro del movimento è la sala principale, caratterizzata da una serie di superfici curve che restituiscono agli ascoltatori un’acustica naturale. Un esempio di progettazione integrata che vuole sintetizzare valori simbolici e qualità tecnologiche.

https://atiproject.com/

PROGETTO: National Concert Hall
LUOGO: Vilnius, Lithuania
TIPOLOGIA: Cultura
ANNO: 2019
STATO: Progetto completato
DIMENSIONI: 17.000mq
DISCIPLINE: AR

21 Gennaio 2020 / / Blog Arredamento

A cosa si pensa quando si parla di consolle allungabili? Case piccole, problemi di spazio, tavoli di emergenza… e chissà cos’altro. Sono associazioni legittime, certo, ma che rischiano di relegare tutte le consolle estensibili alla stregua di mobili multifunzione adatti solo ai mini appartamenti.

Ebbene, esiste un rovescio della medaglia. Forse non tutti lo sanno, ma alcuni tavoli consolle nascono con l’obiettivo opposto: permetterti di organizzare pranzi o cene con tavolate lunghissime e tanti, tantissimi posti a sedere.

Impossibile? No, se ti affidi a una consolle con allunghe incorporate come Plutone.

Consolle con porta prolunghe

Realizzata da Ve.Ca., società italiana leader nel settore arredo dal 1976, Plutone non è un mobile 2 in 1 qualsiasi. È un campione di trasformismo, capace di passare da semplice consolle di 90 cm a tavolo che si allunga fino a 6 metri.

E questo è solo uno dei 7 buoni motivi per cui ti consigliamo di sceglierla.

1 – Tavolo o consolle? Entrambi!

Prima casa, trasloco, rinnovo dei locali. Almeno una volta nella vita capita di dover ragionare su quali siano gli arredi migliori per lo spazio che si ha a disposizione. Tra le tante decisioni che si è chiamati a prendere, c’è anche quella che vede la scelta tra consolle e tavolo aggiuntivo. Se la virtù sta nel mezzo, perché non optare per un mobile che incarni, allo stesso tempo, l’uno e l’altra?

Prendiamo Plutone: da chiusa, la consolle funziona alla perfezione come complemento d’arredo per l’ingresso o la zona giorno. Da aperta, assume le sembianze di un tavolo da pranzo molto lungo, pensato per ospitare numerosi commensali.

Tavolo consolle lunghissimo

2 – Grande la consolle, piccolo l’ingombro

Oltre al piano lunghissimo, il punto di forza di Plutone è il sistema che consente di incorporare le allunghe nella struttura. In un’ottica di ottimizzazione dello spazio, le estensioni del piano vengono sistemate l’una accanto all’altra nella gamba porta prolunghe. Al vantaggio pratico se ne aggiunge uno estetico: in tinta, le allunghe “spariscono” dalla vista mimetizzandosi alla perfezione all’interno del mobile.

Non bisogna poi negare che l’ingombro ridotto resta una delle caratteristiche salienti del prodotto: larga 90 cm e profonda 70 cm, la consolle può essere riposta anche in un piccolo disimpegno. In attesa della successiva cena tra amici, si intende.

3 – Da XS a XL: la consolle allungabile per 20 posti o più

Dimentica il celeberrimo “aggiungi un posto a tavola”: con Plutone si possono accogliere fino a 26 ospiti. Nel modello extra-large, il piano della consolle arriva a 590 cm di lunghezza, una dimensione importante per un modello che, in partenza, misura poco meno di un metro.

Schema tecnico della consolle allungabile per 26 posti

4 – Una consolle semplice da aprire e facile da richiudere

Plutone ha un sistema di allungamento telescopico intuitivo e sicuro. Niente ribalta né apertura a libro: per aumentare la lunghezza del tavolo basta spostare le gambe verso l’esterno e appoggiare le prolunghe sui binari scorrevoli.

Ogni allunga è indipendente, misura 52 cm e si fissa a quelle vicine tramite tasselli in legno. Potrai dunque scegliere se utilizzare tutte le prolunghe per raggiungere l’estensione massima, oppure fermarti a una lunghezza intermedia. In questo caso, riuscirai ad adattare la misura del tavolo al numero preciso di posti che prevedi di apparecchiare.

5 – Non solo per il soggiorno: quando la consolle è versatile

Se, per motivi di spazio, il living non può accogliere una tavolata di 20 persone, nulla vieta di utilizzare la consolle altrove. Design e funzionalità ne fanno un complemento versatile, capace di trovare la sua collocazione in un open space o in una grande taverna.

Al di fuori dell’ambito domestico, Plutone risulta particolarmente vincente in contesti lavorativi, sale in coworking o locali affittati per organizzare il compleanno dei bambini.

6 – Finiture a scelta per una consolle personalizzabile

Ami incondizionatamente il color legno o sei un adepto dello shabby chic? Qualunque sia il tuo gusto, Plutone offre una gamma di 12 finiture che permettono di personalizzare la consolle in base ai propri gusti. Si spazia dal classico bianco, proposto in 3 varianti, agli evergreen rovere e noce. Non mancano proposte contemporanee come l’effetto cemento, ideale per consolle inserite in ambienti moderni o industrial.

Anche le dimensioni godono di una certa varietà: la collezione comprende, oltre al modello extra-large, due consolle allungabili fino a 380 e 485 cm.

Consolle aperta e allungabile fino a 6 metri

7 – Una consolle Made in Italy, robusta e di qualità

Plutone è un prodotto 100% italiano, realizzato negli stabilimenti marchigiani di Ve.Ca. L’azienda, che fa di serietà, qualità e solidità i suoi stendardi, è da sempre impegnata nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative e funzionali, in linea con le tendenze estetiche della clientela nazionale e internazionale.

Una robustezza di valori, questa, che si concretizza in prodotti sicuri e resistenti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Ne sono la prova le gambe in acciaio che assicurano stabilità quando il piano della consolle è allungato.

Consolle che diventa tavolo: cosa resta da sapere?

Tra i tavoli consolle moderni, Plutone è uno degli esempi più lampanti di come un mobile salvaspazio aiuti a semplificare la vita di tutti i giorni. Solidità, resistenza, funzionalità, versatilità… Alle qualità che abbiamo elencato, vorremmo aggiungerne un’altra: la praticità di acquisto.

Il sito vecaetagere.com offre una vastissima gamma di consolle allungabili, realizzabili anche su misura e disponibili in numerosi materiali e colori. Tutti i prodotti, comprese le esclusive consolle da esterno, sono acquistabili online in qualche clic. Sicuro, facile e veloce, il processo d’acquisto permette di ordinare la consolle in qualsiasi momento e di riceverla comodamente a casa, un vero vantaggio in termini di tempo e comodità.

E se hai una cena imminente da organizzare, niente panico: il mobile viene spedito già montato e pronto all’uso.

20 Gennaio 2020 / / Blog Arredamento

Anno nuovo, vita nuova… e sulla lista dei buoni propositi torna l’immancabile quanto temuto decluttering. Tenere in ordine la casa dovrebbe essere un gesto naturale, una coccola per sé e un gesto d’amore per la propria abitazione. Ma cosa fare quando l’appartamento è piccolo, la cantina manca e non c’è spazio extra dove archiviare gli innumerevoli oggetti che gravitano tra il salotto e la camera dei ragazzi? Semplice: si affitta un deposito provvisorio.

Esempio di self storage con depositi sicuri

Cosa sono i self storage?

Traducibili con magazzino fai da te, i self storage sono depositi da affittare per un periodo di tempo limitato, che può variare da poche settimane a diversi mesi. Hanno l’aspetto di un box e fungono da veri e propri luoghi di archiviazione dove privati o aziende possono riporre effetti personali, documenti, merci o attrezzature.

Tutti i vantaggi dei magazzini in affitto

I vantaggi offerti da un deposito provvisorio non sono da sottovalutare, anzi. Primo fra tutti, c’è il risparmio economico. La società di self storage BoxUp, per esempio, formula preventivi su misura adottando la formula “si paga quello che si occupa”. In altre parole, il cliente sceglie il box più adatto alle sue esigenze pagando per la superficie effettiva; se in termini di spazio non è soddisfatto, può chiedere di cambiare soluzione. Esistono depositi molto piccoli (di circa un metro cubo), veri e propri magazzini XXL o soluzioni intermedie di 2, 10 o 15 m³. Per dare un’idea delle dimensioni, un box mini può accogliere comodamente 3 valigie o 4 scatole.

Anche la durata del contratto è flessibile. Si può partire con un mese e prorogare l’affitto per il periodo utile a conservare le gomme invernali o a terminare una ristrutturazione. Va da sé, noleggiando un deposito per il tempo strettamente necessario non si spreca denaro, né si è obbligati ad acquistare un garage. Un gran risparmio di soldi ed energie, non c’è dubbio.

In termini di pulizia, i depositi temporanei si pongono su un altro livello rispetto a cantine o soffitte. I box sono puliti, asciutti e protetti da infiltrazioni, e questo è un vero sollievo. Ammettiamolo, non ci sarebbe nulla di più terribile che lasciare scatole e sacchetti in balia di polvere, perdite e umidità!

Ultime ma non meno importanti, la sicurezza e l’accessibilità. Se non si conosce il servizio, è legittimo pensare che un deposito temporaneo non sia propriamente sicuro. Ma sfatiamo il mito: i self storage sono dotati di sistema di videosorveglianza, allarme e vigilanza e ad ogni box è associato un codice identificativo noto solo all’affittuario. L’accesso al deposito è dunque esclusivo e, come nel caso di BoxUp, garantito tutti i giorni dell’anno, 24h su 24.

Quando utilizzare un deposito provvisorio?

Traslochi, rinnovo locali, ristrutturazioni. Se ci sei passato, sai di cosa parlo! Organizzare gli spostamenti o coordinare i lavori non è sempre facile, e può capitare di dover trovare agli arredi una sistemazione temporanea. I self storage servono anche a questo: depositare i mobili in un luogo sicuro prima di sistemarsi nel nuovo appartamento. Ma non temere, non bisogna per forza trovarsi nel tumulto di un trasloco per poter usufruire del servizio.

Nel quotidiano, infatti, i self storage vengono affittati da un pubblico davvero molto ampio. In ambito commerciale, aziende e professionisti in proprio li utilizzano come magazzino secondario per stoccare articoli o riconvertire attività commerciali basate sul dropshipping.

I privati, invece, ne fanno un uso più variegato. C’è chi trasforma il deposito nella dépendance di una casa troppo piccola e chi, come gli studenti fuori sede o i viaggiatori seriali, approfitta dei prezzi vantaggiosi per lasciare in custodia trolley, libri, indumenti di ricambio o attrezzature da campeggio.

Non meno importante, in molti considerano gli storage come depositi stagionali. All’arrivo dell’autunno, i box diventano il luogo ideale dove mettere al sicuro attrezzi per il giardinaggio o mobili da esterno. Al ritorno della primavera, si convertono in magazzini per il guardaroba invernale, gli sci e le gomme da neve.

Facciamo ordine: cosa mettere in un self storage

La chiave del successo dei self storage? L’autonomia. Del resto, la parola self è di per sé piuttosto evocativa: il Cliente gode della libertà di organizzare il suo deposito come meglio crede.

Come per tutti i contratti, esistono regolamenti che specificano cosa è permesso depositare e cosa è vietato detenere nello spazio affittato. Ogni società applica le proprie regole, ma in linea generale gli accorgimenti richiesti agli utenti sono gli stessi. Per citare nuovamente l’azienda dell’hinterland milanese, BoxUp vieta di depositare materiali pericolosi come esplosivi e prodotti infiammabili, o deperibili.

A parte poche ma doverose limitazioni, i box sono in grado di accogliere veramente qualsiasi cosa. Insieme ai beni di piccole dimensioni, contenuti in scatoloni o riposti su scaffali, possono essere depositati oggetti ingombranti come attrezzature sportive o strumenti per hobbistica.

Depositi in affitto: il nuovo modo di vivere lo spazio

Lo abbiamo visto, i self storage stanno trasformando il modo di organizzare i propri beni e percepire lo spazio personale. Un tempo impensabile, l’affitto di un deposito temporaneo è diventata una pratica comune e diffusa, forte della flessibilità e dell’affidabilità che garantisce. E non c’è da stupirsi che, a fronte della costruzione di abitazioni sempre più piccole e dell’impulso all’acquisto che caratterizza la nostra società, il fenomeno sia destinato a crescere.