8 Gennaio 2021 / / Idee

Pattumiera di design per la cucina? Esistono molti modelli funzionali e belli da vedere. Ti faccio conoscere Brabantia.


Diciamoci la verità.

Quando si comprano le pattumiere per casa lo si fa sempre con scarsa attenzione. Tanto poi la nascondo, tanto non esistono pattumiere belle da vedere…

Queste sono solo alcune delle frasi che bazzicano in testa riguardo questo argomento. In realtà esistono modelli di pattumiera che sono veramente di design, ma non solo per il fatto di essere piacevoli alla vista.

Sono anche funzionali e igieniche, pensate per rispondere alle richieste più esigenti.

Oggi ti racconto di Brabantia, ti meraviglierà.

Pattumiera di design per la cucina: sai già cosa ti serve?

Può sembrare una domanda retorica e scontata, ma in realtà (come per ogni altra cosa) prima di acquistare impulsivamente bisognerebbe farsi qualche domanda.

Di quanti contenitori avrai bisogno? Carta, vetro, indifferenziato, umido? Oppure ti bastano solo un paio di pattumiere perché le altre sono fornite dal comune?

Dove li metterai?

Hai posto all’esterno, in giardino o in balcone? Oppure dovrai tenerle in casa, in una zona adibita solo a questo?

Quanto grande ti serve? Da 10, 15, 30 litri? Se parliamo del contenitore per l’indifferenziato allora quello da 30 litri potrebbe essere l’ideale, soprattutto se hai una famiglia numerosa. Anche per la carta e il vetro potresti aver bisogno di una pattumiera grande, perché si tratta di materiali voluminosi.

Magari per l’umido potresti pensare ad una pattumiera da 15 litri, insieme ad una piccola pattumiera da tavola, comoda soprattutto quando si è in tanti a mangiare.

Sono sicura che non avevi pensato a tutte queste variabili. E non finisce qui!

Sì, perché le pattumiere non si aprono tutte allo stesso modo. Ci sono quelle a pedale, igieniche e comode se non ti piace l’idea di aprire con le mani il coperchio. Oppure quelle con il coperchio che scorre verso l’interno o all’indietro, senza mai toccare il contenuto della pattumiera.

Infine, ci sono quelle che si aprono con sistema push-pull… Insomma, hai solo l’imbarazzo della scelta.

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Ti dico la verità.

Se avessi conosciuto prima Brabantia quasi sicuramente non avrei preso le pattumiere dell’Ikea che ho ora. Perché al momento dell’acquisto mi sembravano ideali, salvo poi accorgermi nel tempo di quanto fossero scomode.

Come ti dicevo più su, le ho comprate un po’ d’istinto senza effettivamente sapere se sarebbero andate bene. Risultato: ora abbiamo sul balcone quattro pattumiere (bianche) gigantesche, di cui due inutilizzate (senza contare quella dell’umido). Chiaramente mi portano via spazio, oltre al fatto che devono essere pulite regolarmente perché si trovano all’aperto.

Se tornassi indietro ne prenderei tre soltanto: per la plastica, l’umido e l’indifferenziato. Per il resto delle raccolte noi abbiamo i contenitori del comune, quindi non abbiamo altre esigenze particolari.

Sul sito di Brabantia la scelta è davvero ampia ma ci sono alcuni pezzi che hanno attirato la mia attenzione. Bo Touch Bin rientra a pieno titolo nella categoria “Pattumiera di design per la cucina”, anche perché è fatta talmente bene che nasconderla è quasi un peccato.

Ha un contenitore interno da 36 lt, perfetto per chi deve raccogliere rifiuti grandi o in grandi quantità. È estraibile, basta toglierlo per svuotarlo e pulirlo (che non è un dettaglio da poco). L’apertura è soft touch: sfiori il coperchio e si apre e si chiude silenziosamente.

Ha i piedini, quindi rimane sollevata da terra rendendo estremamente facili le pulizie di casa. Non da ultimo, è regolabile in altezza ed è disponibile in tantissimi colori (tipo il verde pino, il bianco avorio…)

pattumiere da incasso in plastica
Sort&Go, Brabantia

Il secondo sistema che mi è piaciuto appena l’ho visto è il Sort & Go. Si tratta di due pattumiere da 12 litri ciascuna, da incasso. Arrivano con la struttura di fissaggio, pronte da fissare alle ante delle basi della tua cucina. La struttura sorregge il peso delle pattumiere, senza andare ad incidere sull’anta del mobile. Il coperchio può rimanere aperto, se hai bisogno di riordinare e pulire velocemente.

Anche in questo caso i colori tra cui scegliere sono davvero carini, per cui anche nel caso in cui ti rimanessero a vista non sarebbe un grande problema.

cucina senza pensili, in rovere e top bianco con utensili per pulizia
Brabantia

Infine, l’ultima pattumiera che mi è piaciuta un sacco è quella piccola da tavolo. Si tratta di un piccolo contenitore da 22 cm per 12, con manico in acciaio, che ti può venire in soccorso mentre stai preparando da mangiare. Pensa a quando peli e affetti le verdure: non so te, ma io ho sempre vicino un piatto o simile dove raccogliere bucce, semi e simili.

Questa piccola pattumiera serve proprio a questo, raccogliere pezzi che altrimenti ti resterebbero in giro, obbligandoti a metterci il doppio per sistemare la cucina alla fine. Puoi anche usarla a tavola, se hai tanti invitati e vuoi un contenitore nel quale mettere i tovaglioli usati, ad esempio.

Potrebbe essere molto utile anche in cucine senza pensili, diventando anche un contenitore per piccoli oggetti che non vuoi rimangano a vista. Potresti averne un paio da usare in base alle necessità.

Una volta che hai finito la svuoti facilmente e la metti in lavastoviglie, igienizzata e pronta a tornare in pista.

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Avresti mai detto che esiste un design bello ed efficiente anche per questi pezzi?

Mai accontentarsi di pezzi trovati di fretta che non ti convincono.

Te lo dico per esperienza personale, perché molte volte quando si tratta di casa propria si sente l’esigenza di vedere tutto pronto e finito. Perché non si sa, ma è così. È solo poi con l’esperienza quotidiana che vengono fuori tutte le magagne.

Oggetti e arredi delle misure sbagliate, dei colori sbagliati, dei materiali sbagliati. Eppure, la soluzione è semplice: prendersi il tempo di scegliere, valutare le alternative. Come nel mio caso: sono sicura che se mi fossi presa più tempo per fare le mie ricerche ora non avrei il balcone invaso da pattumiere che non uso e non mi servono.

Qual è la tua esperienza in merito? È capitato anche a te di prendere decisioni avventate di cui ti sei pentita? Raccontamela nei commenti!

Pronto a diventare un esperto dell’interior design?

Rispettiamo la tua privacy.

L’articolo Pattumiera di design per la cucina. Anche l’occhio trova la sua parte sembra essere il primo su Benvenuti sul mio blog dove l’interior design è reso facile.

8 Gennaio 2021 / / Design

Due degli aspetti su cui dovresti concentrare maggiormente i tuoi sforzi quando ristrutturi sono la luce e il colore.

La maggior parte dei proprietari di casa però non ha idea di come gestire questi aspetti e nemmeno di quanto influiscano non solo sull’estetica ma sul comfort della casa.

In questo articolo vedremo alcuni principi che ti consentiranno di ottenere una casa bella e confortevole grazie all’uso corretto di luce e colore.

mailling list per ristrutturare casa

Non è raro infatti che case appena ristrutturate siano poco accoglienti a causa di un’errata progettazione di questi elementi.

Oppure che risultino claustrofobiche per colori troppo carichi.

O ancora che siano illuminate con luce fredde e stranianti.

Guarda ad esempio la foto qui sotto:

luce e colore: cosa non fare

Si tratta sicuramente di una casa ristrutturata di recente, ma io non ci vivrei mai.

È fredda, asettica…assomiglia ad una discoteca fuori moda degli anni ’90.

E la colpa è dell’uso sbagliato dei colori (del non uso in questo caso…) e delle luci.

Il light e color design sono discipline complesse che fanno parte dell’interior design. Non pretendo di fare qui un trattato (anche perché non ne sarei capace).

Però tu come proprietario di casa (e futuro utilizzatore quotidiano degli spazi) devi avere un minimo di consapevolezza su come ottenere il meglio per casa tua anche grazie a queste discipline.

In fondo la sensazione di benessere in casa si ottiene (anche) attraverso le percezioni visive e, sebbene siano aspetti molto personali, ci sono delle regole da seguire che danno risultati certi.

Prima di proseguire se vuoi puoi leggere un paio di articoli in cui ho già affrontato l’argomento, sebbene da punti di vista diversi:

Invece questo articolo sarà diviso in due parti: la prima dedicata alla luce naturale ed artificiale, e la seconda dedicata al colore.

Siccome è un argomento realmente vasto, alla fine dell’articolo troverai alcuni testi di riferimento per approfondire.

PARTE 1: LUCE NATURALE E LUCE ARTIFICIALE

Luce naturale e luce artificiale

La luce naturale è uno degli aspetti principali che deve affrontare ogni architetto quando progetta una nuova casa.

La luce naturale fa parte dell’architettura stessa.

Purtroppo, per motivi di copyright, non posso farti vedere foto di come alcuni architetti importanti hanno letteralmente costruito gli ambienti grazie all’uso della luce naturale.

Qui sotto però ti metto alcune foto gratuite reperite in rete di progetti meno importanti, ma sperando che siano comunque sufficienti a farti capire l’importanza della luce naturale in un ambiente.

Detto ciò…tu devi ristrutturare casa, che probabilmente si trova all’interno di un condominio, e quindi non hai molto potere sulla luce naturale.

Le finestre non puoi spostarle…

Però puoi fare il passaggio contrario…cioè costruire la tua ristrutturazione (anche) sulla luce naturale che entra dalle finestre.

Al contrario sulla luce artificiale hai tutto il controllo possibile. E su questo non devi commettere errori (almeno non eclatanti)…

Sia chiaro: io parlo a te che sei il proprietario di casa…ma mi auguro e spero che ti farai affiancare da un professionista in grado di progettare anche questi aspetti.

Luce naturale e ristrutturazione

In questo paragrafo faremo qualche riflessione principalmente sull’orientamento degli ambienti rispetto ai punti cardinali.

Fermo restando che in una ristrutturazione non puoi avere il pieno controllo di questo aspetto.

(tra l’altro la luce naturale non può essere l’unica guida nella progettazione della distribuzione interna degli ambienti.)

Punti cardinali e posizione degli ambienti

Quando si progetta con la luce naturale l’orientamento dei vari ambienti è fondamentale. Così come essere consapevoli che la luce di gennaio non è la stessa di giugno…

Partiamo dall’orientamento.

Il sole sorge a est, fa un arco verso sud e tramonta a ovest.

Quindi:

  • Le pareti a est hanno molta luce al mattino
  • Le pareti a sud hanno molta luce nella parte centrale della giornata (quasi per tutta la giornata…)
  • Le pareti ad ovest hanno molta luce al pomeriggio
  • Le pareti a nord sono sempre in ombra

Sulla base di queste osservazioni alcuni ambienti hanno delle collocazioni preferenziali.

Ad est si cerca di mettere le camere da letto, perché il sole del mattino ha effetti psicologici benefici, perché in inverno sono le prime a scaldarsi (e in estate il sole di prima mattina non è ancora così caldo da rendere l’ambiente soffocante).

A nord si cerca di mettere gli ambienti di servizio: bagni, lavanderie, ripostigli e cucine (anche se ormai la cucina non possiamo più considerarlo un ambiente di servizio…). Perché sono gli ambienti in cui passiamo meno tempo e quindi la luce naturale non rappresenta un elemento fondamentale.

Tra l’altro la luce proveniente da finestre a nord, poiché non è diretta, è di tipo diffusa e uniforme. Ottima per le funzioni più tecniche (niente abbagliamento ad esempio).

Lo sai che i pittori preferiscono questo tipo di luce per lavorare?

A sud e ad ovest vanno solitamente gli ambienti della zona giorno: sale da pranzo, soggiorni, open space, salotti…

Sono gli spazi più luminosi e dove si passa la maggior parte del tempo, quindi quelli dove gli effetti benefici della luce naturale sono massimizzati.

Se tu stessi costruendo una nuova casa dovresti tenere conto di queste regole (anche se con un buon uso degli elementi architettonici possono essere sovvertite). Ma anche in una ristrutturazione dovrebbero essere rispettate nei limiti del possibile.

Non devono diventare dei dogmi irrinunciabili.

Mi è capitato ad esempio di mettere le camere da letto tra sud ed ovest perché godevano di una vista mare stupenda e i clienti volevano svegliarsi vedendo il mare… (in quel caso anche il soggiorno aveva la stessa vista…).

Luce naturale durante l’anno

Prima di passare a qualche riflessione sulla luce artificiale spendiamo due parole su come cambia la luce durante l’anno.

Infatti tra gennaio e giugno non cambia solo la durata delle giornate, ma anche l’altezza del sole nel cielo.

A gennaio anche nelle ore centrali della giornata il sole è abbastanza basso rispetto all’orizzonte.

Invece a giugno nelle stesse ore il sole è quasi perpendicolare, quindi molto in alto.

Questo significa che in un ambiente rivolto a sud, l’orientamento che abbiamo detto avere la maggiore illuminazione, la luce del sole entrerà molto dentro le stanze durante l’inverno. Quindi contribuendo in modo importante a riscaldarle.

In estate invece non entrerà molto, aiutando a non surriscaldarle.

Per questo uno degli accorgimenti di progettazione efficiente è installare schermature solari aggettanti nelle pareti verso sud. Per intenderci pensiline o tende a sbraccio.

Infatti in inverno consentono alla luce di entrare lo stesso (perché è bassa all’orizzonte), in estate creano una zona d’ombra che mitiga il caldo del sole.

mailling list per ristrutturare casa

Luce naturale e legge

Fatte queste riflessioni qualitative, devi tenere conto che la legge impone dei dati quantitativi.

Cioè ti dice che, a seconda dell’ambiente, c’è una superficie minima di luce naturale che deve illuminare l’ambiente.

In sostanza ti da le dimensioni minime delle finestre…

In realtà la legge è interessata non solo alla luce ma anche all’aerazione: infatti deve essere garantita anche l’aerazione degli ambienti. Solitamente la superficie delle finestre sono completamente apribili (con le ante), quindi ad una superficie finestrata che garantisce l’illuminazione naturale corrisponde anche una pari superficie finestrata che garantisce l’aerazione.

(NB: questa cosa non vale ad esempio per gli infissi scorrevoli dove ad una data superficie finestrata corrisponde metà superficie di aerazione)

La legge nazionale è il decreto sanità del 1975. Ma ogni regolamento edilizio comunale ha normato in tal senso.

Attenzione però: le leggi nazionali sono sovra-ordinate. Cioè forniscono dei limiti inderogabili. Questo significa che i regolamenti edilizi comunali possono fare previsioni più restrittive, non il contrario.

Naturalmente a meno che non ci siano specifiche leggi per il territorio in questione che introducano delle deroghe.

Ad esempio per le aree montane sono spesso introdotte dei limiti più permissivi.

Detto ciò vediamo i due parametri che detta il decreto sanità:

  • Superficie aeroilluminante
  • Fattore di luce diurna

La superficie aeroilluminante è la superficie della finestra rispetto alla superficie del pavimento della stanza.

Il numero che ti devi ricordare è 1/8.

Cioè la superficie finestrata deve essere maggiore o uguale ad 1/8 della superficie del pavimento.

Quindi: in una camera di 20mq la superficie minima della finestra deve essere di 2,5mq (20/8=2,5). Che corrisponde, ad esempio, ad una finestra di 1,6mx1,6m.

Se vai sotto queste superfici non rispetti la legge e quindi casa tua non è a norma e non può avere l’agibilità.

Ma a prescindere da questo devi considerare il valore di 1/8 come un valore minimo per avere un’illuminazione e aerazione congrue.

Questo rapporto cambia in determinate tipologie di ambienti (bagni e ripostigli ad esempio) dove può essere minore.

Il fattore medio di luce diurna è un po’ più complesso. Te lo spiego rapidamente ma, in linea di principio, se rispetti il rapporto aeroilluminante rispetti anche il fattore di luce diurna (prendila per quella che è: una generalizzazione. Non vale sempre eh!)

Questo fattore è molto importante perché è riferito proprio alla luce naturale in un ambiente.

Si tratta di un valore calcolato in percentuale (%) e confronta la quantità di luce naturale all’interno di uno specifico ambiente (quindi con le finestre reali, i pavimenti reali, i soffitti reali, le pareti reali) rispetto alla quantità di luce naturale presente all’esterno.

Un esempio per capirci.

Pensa di trovarti in un prato in campagna, senza nulla attorno. Nel punto dove ti trovi ci sarà una determinata quantità di luce naturale (si può calcolare, anche se esistono apparecchi che la misurano, e l’unità di misura è il lux).

Ora pensa che all’improvviso ti sorga una casa attorno esattamente nel punto in cui ti trovi. Ora sei al centro di una stanza illuminata da una finestra, con un pavimento, un tetto e delle pareti. L’illuminazione naturale dentro la stanza ora sarà diversa da prima (sicuramente minore).

Il fattore medio di luce diurna dentro la stanza è il rapporto tra la quantità di luce al suo interno rispetto a quella della situazione iniziale, in cui eri in mezzo al prato.

Per legge questo fattore dovrebbe essere maggiore del 2%.

Se vuoi calcolartela questa è la formula:

Io non l’ho mai fatto senza programmi…

Luce artificiale: la salvezza delle case scure

lighting design

Ma, fatte tutte le riflessioni sulla luce naturale, la realtà è che la maggior parte delle case in condominio hanno esposizioni pessime e sono poco luminose.

(Soprattutto) In questo caso bisogna progettare una illuminazione artificiale corretta.

Ti rimando nuovamente all’articolo che ho già scritto su come illuminare casa per approfondire meglio l’argomento. Lo trovi qui.

Però ti voglio comunque dare alcune indicazioni di base.

Nella progettazione dell’illuminazione artificiale devi porti due obiettivi:

  1. Raggiungere un livello di illuminazione adeguato alle funzioni che devono essere svolte nei vari ambienti della casa
  2. Ottenere l’atmosfera che ti piace in ogni ambiente

Il primo punto è tanto più importante per una casa con poca luce naturale….

Ti viene in aiuto la normativa tecnica. Infatti sono definiti dei livelli di illuminazione minimi a seconda degli ambienti. Non sono obbligatori, ma sono calibrati sulle funzioni da compiere.

L’unità di misura è quella che abbiamo già detto prima, il lux.

Ecco i valori:

  • Zone di passaggio (corridoi)                      100
  • Zone di lettura (salotti ad esempio)        300
  • Zone dei pasti (tavolo)                                150
  • Cucina (area preparazione pasti)             300
  • Bagno (generale)                                          100
  • Bagno (specchio)                                          300
  • Camere (generale)                                       100
  • Camere (armadi)                                          300
  • Camere (area lettura dei letti)                  300
  • Studi (aree scrittura)                                   500

Come calcolarli? Nell’articolo che ti ho linkato trovi alcuni principi base. Il consiglio è affidarti ad un progettista per le verifiche del caso.

In ogni caso il principio è: dove sei di passaggio non hai bisogno di tanta luce, dove ti rilassi non hai bisogno di tanta luce, dove devi svolgere dei compiti hai bisogno di tanta luce.

Ma questo non basta.

Infatti molte case, a causa della luce sbagliata, sembrano più fredde di un ghiacciaio siberiano.

E, a parte improbabili effetti led colorati degni di una discoteca, la causa di questi problemi sono le luci bianche.

Infatti la tonalità della luce bianca può variare. Da una luce bianca tendente al giallo ad una luce bianca tendente al blu.

le lampade e la temepratura colore

Quando scegli le lampadine di casa tua devi fare molta attenzione a quale tonalità scegli per le lampadine.

Quelle blu sono fredde, quelle gialle sono calde.

In casa luce fredda=cacca pupù, luce calda=ok.

Guarda le foto qui sotto: una scrivania illuminata con due lampadine della stessa potenza. Una con luce calda e una con luce fredda.

Si nota la differenza?

Adesso che abbiamo spiegato il concetto la domanda che devi farti è: Come fai a riconoscere se una lampadina mi dà luce calda o fredda?

La risposta è dalla temperatura colore, espressa in k (kelvin).

Per le lampadine generalmente varia da 2000k (luce molto calda) ai 6000k (luce molto fredda).

Evitando gli estremi, che possono essere disturbanti, ti devi mantenere nella fascia centrale, quella che va da 2700k a 4000k.

Ora ti faccio una mia riflessione personale.

Le luci a 4000k sono definite “naturali”. Cioè dovrebbero replicare in modo fedele la luce del sole. E ormai sono quelle più diffuse nelle case…

Per me, in ambito domestico, sono ancora luci fredde.

Nella foto di sopra la lampadina fredda era a 4000k. Io in una casa illuminata con quella luce non mi sentirei a mio agio…

Tenere una tonalità leggermente più calda aiuta a creare un ambiente domestico e intimo. Ed è più rilassante.

Ti consiglio di usare luci a 3000k.

Ci sarebbero tanti altri aspetti importanti da considerare nella progettazione dell’illuminazione artificiale. Ma per lo scopo di questo articolo abbiamo visto le due cose fondamentali:

  1. Come illuminare adeguatamente tutta la casa
  2. Come evitare l’effetto “casa fredda”

Naturalmente se a te piacciono le ambientazioni asettiche nessuno ti vieta di mettere luci fredde…Un solo consiglio: non mischiare, almeno per gli apparecchi illuminanti fissi, luci calde e luci fredde.

Detto della luce passiamo adesso all’altro punto fondamentale per ottenere una casa accogliente: il colore.

PARTE 2: IL COLORE NELLA RISTRUTTURAZIONE E COME DOMINARLO

Il colore nella decorazione della casa

Il colore non si riferisce solo alla pittura che dai alle pareti…ma riguarda anche pavimenti, porte, infissi, arredi…

Tutto è importante e va studiato.

Il progetto della tua ristrutturazione deve sviluppare il tema del colore e deve farlo prima di arrivare al cantiere.

Non basta dire “vabbè facciamo tutto bianco e poi si vede”. Si tratta di una ricetta per un disastro estetico.

Anche se puoi cambiare idea durante i lavori devi arrivare al loro inizio con un’immagine ben chiara da raggiungere. E questo è possibile solo con una progettazione completa.

Questo è un punto su cui insisto molto nel manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi”, in cui una specifica fase della progettazione (da fare col tecnico) è proprio dedicata alla scelta delle finiture. Colori compresi…

In questo paragrafo voglio darti alcuni principi di base sul colore che ti possono aiutare a progettare l’estetica senza ottenere l’effetto “grande magazzino” tipico di molte case.

Quindi vedremo:

  • Come usare il colore per cambiare dimensione agli ambienti
  • Quali principi usare nella scelta dei colori

Ridimensiona gli ambienti con il colore

Capita spesso che alcune stanze abbiano forme non ottimali: lunghe e strette oppure basse o irregolari.

O ancora che l’arredo sia obbligato ma esalti proprio le caratteristiche che non ti piacciono.

Con una scelta corretta del colore è possibile correggere visivamente questi ambienti.

In questo caso per scelta corretta del colore intendiamo della contrapposizione tra colori chiari (bianchi essenzialmente) e colori forti.

Qui sotto ti metto un’immagine che non è difficile trovare in rete ma che è molto chiara. Questa è stata presa dal sito archdaily (ho solo cambiato i colori delle pareti…).

Come vedi sono 9 combinazioni differenti in cui l’utilizzo di un colore modifica la percezione dimensionale degli ambienti.

Combinazione 1 – pareti bianche

Se lasci tutte le pareti bianche (o comunque molto chiare) l’effetto che ottieni è un generale allargamento dell’ambiente.

Se hai stanze piccole e regolari questa è una buona soluzione.

Combinazione 2 – pareti colorate

Colorare tutte le pareti (con colori forti naturalmente) ottiene l’effetto opposto: ambienti più piccoli.

Quando usarlo?

Voler restringere volontariamente uno spazio non è comune, però all’interno di una progettazione globale potrebbe essere un espediente utilizzato per far percepire altri ambienti come più grandi.

Mi spiego: se hai un soggiorno non molto grande potresti tinteggiarlo di bianco per ampliarlo. E per dare l’impressione di entrare in un ambiente ancora più grande potresti tinteggiare con colori forti un disimpegno o corridoio di accesso. La contrapposizione tra i due ti farà sembrare il soggiorno più grande.

Combinazione 3- soffitto colorato

In questo modo l’ambiente ti sembrerà più intimo perché avrai l’impressione che sia più basso.

Lo so che spesso le case moderne sono basse (negli ultimi 30 anni si costruiscono case alte 2,7m all’interno…il minimo consentito da legge).

Però in uno studiolo, in un salotto o in una camera, creare un ambiente più intimo può essere un effetto voluto.

Combinazione 4 – pareti colorate

In questo caso l’effetto è opposto: alzare le pareti. Che nelle case moderne potrebbe essere un effetto da ricercare.

Si potrebbe anche pensare, per enfatizzare l’effetto, di pitturare con fasce verticali di colori diversi.

Combinazione 5 – soffitto e parete di fondo colorate

Questa combinazione allarga gli spazi. (Naturalmente le pareti laterali devono essere chiare o meglio bianche).

Dove puoi usarlo? In un corridoio ad esempio…

Ma spesso capita di ritrovarsi con stanze lunghe e strette (molte camere da letto singole o bagni ad esempio) e questo espediente può essere utile.

Combinazione 6 –pareti laterali colorate

Questa combinazione stringe gli spazi.

Ancora: serve per dare l’impressione che gli spazi siano più bilanciati.

Combinazione 7 – Soffitto e pareti colorati tranne una

In questo caso dai importanza alla parete non colorata. La evidenzi.

Ti consiglio di usare con attenzione questa tipologia perché allontana anche la parete non colorata (soprattutto se è in fondo come nell’immagine).

Combinazione 8 – Parete colorata

Non solo evidenzia la parete, ma la avvicina.

Quindi ha un duplice effetto e quindi è utile in ambienti stretti e lunghi in cui la parete di fondo è importante.

Combinazione 9 – parte inferiore delle pareti colorata

L’effetto di questa decorazione è accorciare le pareti senza far sembrare il soffitto basso.

Lo so che fa molto effetto scuola o ospedale…però se trattata bene può dare effetti interessanti.

Ad esempio adesso che sono di nuovo di moda le decorazioni tipo boiserie potrebbe essere un modo per sfruttarle al meglio.

mailling list per ristrutturare casa

Lo sapevi che solo grazie al colore puoi trasformare le dimensioni degli ambienti?

Spero di averti dato un’informazione utile.

Però non basta: ora che sai come sfruttare il colore per cambiare la percezione degli spazi, devi anche saper usare i colori giusti.

Alcuni principi per la scelta dei colori da usare in casa tua

Approfondire il tema del colore nella casa non è cosa che si può risolvere in un articolo di blog, è qualcosa di troppo vasto.

In compenso ci sono alcuni principi che potresti trovare utile seguire.

Principio 1: scegli (almeno) 3 colori

In casa deve esserci un colore principale, un colore secondario e un colore di accento.

A cui solitamente si aggiunge il colore del pavimento…

Il colore principale è quello che dovrebbe caratterizzare tutta la casa. Non ti nego che nei miei progetti il colore principale è quasi sempre un non colore, cioè il bianco.

Il mio consiglio generale è di utilizzare colori neutri e tenui come principali.

Il colore secondario è quello che dà il carattere alla casa. Se il colore principale è il fondo uniforme che quasi scompare, il colore secondario è quello che spicca.

Il colore di accento è quello che rompe le regole. Solitamente in contrasto con il secondario.

Ma come bilanciare tra di loro questi colori per evitare effetti improbabili?

Principio 2: usa la regola del 60 – 30 – 10

Questa è una semplice regola utile per disporre i colori in una casa:

Il 60% dello spazio deve essere del colore principale

Il 30% deve essere del colore secondario

Il 10% del colore di accento

Tendenzialmente su questa regola troverai scritto che il colore principale è quello delle pareti, il colore secondario è quello di tende/tappeti/arredi e il colore di accento è quello di cuscini e oggettistica.

Data questa regola di base io non concordo completamente.

Se il mio colore base è ad esempio il bianco (cosa che consiglio quasi sempre per le pareti), il colore secondario non deve essere limitato solo a tende, tappeti e arredi.

Invece dovrebbe essere esteso anche alle pareti. Sempre facendo attenzione a rispettare le proporzioni 60-30-10.

Altro accorgimento da utilizzare è declinare i colori secondo una palette (che vedremo al prossimo punto).

Cioè se il tuo colore secondario è blu, puoi pensare di declinarlo in varie tonalità.

Principio 3: costruisci una (o più) palette colori

Una palette colori è un insieme di colori armonizzati tra di loro da declinare all’interno della casa, sia su elementi edilizi (muri, pavimenti, soffitti, etc.) sia negli arredi.

A me piace lavorare con una palette colori di base da applicare all’intera casa, a cui fare delle variazioni in ambienti specifici.

Ad esempio nelle camere da letto, in particolare quelle dei bambini, non si può utilizzare le stesse tonalità utilizzate nel resto della casa. In questi casi tendo a portare un colore comune a tutta la casa (spesso anche solo quello del pavimento) e poi declinare nuovi colori in questi ambienti.

In fondo all’articolo ti metto il link ad un libro dove puoi trovare oltre sessanta palette colori.

Principio 4: abbinare i colori

Non è che i due o tre colori che caratterizzeranno casa tua possono essere scelti a caso.

Ci sono delle regole da seguire per armonizzarli.

La teoria del colore è complessa. Non la possiamo riassumere in poche righe. Però qualche dritta la possiamo sfruttare.

Un primo consiglio te l’ho già dato in relazione al colore principale: tendenzialmente utilizza il bianco o un colore neutro.

Questo non perché sia un male utilizzare un colore forte dominante in tutta la casa, ma perché queste scelte tendono a stancare velocemente.

Soprattutto quando in una ristrutturazione c’è una progettazione integrata che lavora sia sugli elementi edilizi (le pareti) che sugli arredi, ottenere un risultato che non stancherà dopo poco tempo è fondamentale.

(a meno che tu non voglia riarredare casa ogni pochi anni…)

Detto ciò la scelta dei colori deve essere fatta in relazione al colore secondario e a quello di accento.

Qui sotto ti metto due immagini: il cerchio di Itten e il cerchio cromatico.

il cerchio di Itten e il cerchio cromatico

Sono due delle principali rappresentazioni dei colori.

Il cerchio di Itten è diviso in tre aree concentriche: in mezzo ci sono i tre colori primari (nel triangolo), questi sono circondati dai tre secondari (cioè ottenuti mescolando i primiari), ed infine esternamente ci sono i terziari (somma di primari, secondari e loro combinazioni).

Il cerchio cromatico riporta gli stessi colori (anche se in realtà sono il doppio), ma procedendo dall’esterno verso il centro vi è una variazione di luminosità (quantità di bianco presente nel colore) mantenendo il medesimo colore.

Come vedi si tratta di colori molto accesi e che difficilmente (almeno mi auguro) troveranno spazio in casa tua.

Però utilizzerai tonalità differenti di questi colori e sulla base del cerchio cromatico è possibile dare delle regole di abbinamento.

Consideriamo di lavorare con due o tre colori in casa.

Per abbinarli puoi usare le seguenti regole:

  • Usi colori adiacenti (cioè scegli un colore e quello che si trova di fianco)
  • Usi colori adiacenti estesi (cioè scegli un colore e non quello che si trova di fianco ma ti sposti di due colori)
  • Usi colori complementari, o opposti (cioè scegli il colore e quello esattamente all’opposto nel cerchio)
  • Usi colori complementari divergenti, cioè scegli un colore, prendi il complementare e ti sposti di lato di uno o due colori (in questo secondo caso usi uno schema chiamato “triadico”)

In questo modo molti colori sono automaticamente esclusi dagli abbinamenti: il giallo ad esempio non dovrebbe stare con l’azzurro o con l’arancione (o almeno con determinate tonalità di azzurro e arancione).

Principio 5: colori caldi o colori freddi? È una questione psicologica…

Non ho una risposta da darti.

Nel senso che, come per le luci, in casa io userei prevalentemente colori caldi perché ritengo importante creare un ambiente in cui sentirsi protetti.

Ma la tonalità dei colori è una questione di percezioni psicologiche.

I colori caldi hanno generalmente l’effetto di eccitare la mente. Quelli freddi di calmarla.

Però va anche considerato di quali colori si parla…

Perché se non c’è dubbio che un rosso e un giallo siano colori che possono eccitare, il marrone (con tutte le sue declinazioni) pur essendo caldo è calmante.

Allo stesso modo il blu o il rosa pallido sono colori calmanti…ma se il blu diventa elettrico e il rosa diventa fucsia hanno l’effetto opposto.

Principio 6: un colore condiziona tutto l’ambiente

Con questa affermazione non intendo che se dai un colore ad una parete questa spiccherà sulle altre.

Ma che potrebbe letteralmente colorare l’atmosfera.

Il motivo è che tutte le superfici sono riflettenti. Anche quelle opache.

Cioè riflettono parzialmente i colori che li circondano.

Questo è particolarmente vero soprattutto per i colori molto chiari o per il bianco.

Così se fai una parete rossa in mezzo a tante pareti bianche, aspettati che queste ultime, in prossimità della parete colorata, restituiranno un po’di quel colore. Dando una tonalità a tutta la stanza.

Solitamente più è carico un colore più influenza l’ambiente.

Per questo le stanze colorate con tonalità forti spesso danno una sensazione di disagio.

Riepiloghiamo le regole-base

Posto che non abbiamo fatto un trattato completo sulla scelta dei colori in casa, e che non dobbiamo essere rigidi su quanto detto, riassumiamo in poche righe le regole che abbiamo dettato:

  1. Scegli tre colori, principale, secondario e accento, e declinali secondo la regola del 60/30/10
  2. Scegli colori adiacenti o contrapposti sul cerchio cromatico
  3. Sulla base dei colori scelti costruisci una o più palette con varie tonalità

Se segui queste regole otterrai una casa con colori equilibrati e gradevoli.

LE RISORSE PER UNA CASA CHE ADORERAI

i libri consigliati per approfondire la luce e il colore

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto alcune regole pratiche per ottenere una buona illuminazione e degli abbinamenti di colori corretti in casa.

Non prenderli come dogmi su cui essere intransigenti ma come spunti per creare l’atmosfera che ti rappresenta al meglio. Fermo restando che il supporto di un professionista è fondamentale.

Per chiudere questo articolo voglio condividere con te alcuni libri che potrebbero interessarti

Libri sull’illuminazione

I libri sull’illuminazione sono molto tecnici…sono dedicati ai professionisti e ti consiglio di prenderli solo se vuoi approfondire molto l’argomento.

Te ne riporto tre…

Interior Lighting

è un libro tecnico (come tutti quelli sull’illuminazione) che tratta anche le ultime novità nel settore dell’illuminotecnica.

Illuminazione degli interni

Questo libro è il meno complesso dei tre e ha un capitolo molto interessante con degli esempi pratici.

Lezioni di illuminotecnica

Probabilmente è il testo più complesso. Però affronta argomenti interessanti come l’ottica (anche il funzionamento dell’occhio umano) e la teoria del colore.

Libri sul colore

In merito al colore ti consiglio alcuni libri più leggeri.

Progettare con la luce e il colore

Questo è l’unico libro che tratta entrambi gli argomenti (luce e colore). Si tratta di un testo abbastanza semplice anche se non da nozioni pratiche.

Il colore nell’arredamento

Questo è il libro in cui ci sono le tavolozze dei colori di cui ti parlavo. L’autore è il presentatore di un noto programma inlgese sulla ristrutturazione.

NB: scopro che questo libro mentre scrivo l’articolo non è più disponibile…spero lo sia presto perché lo ritengo un utile riferimento.

Abitare consapevole

Questo è un libro in cui il colore rappresenta solo una parte.

In realtà è un libro sul feng shui, disciplina orientale dedicata alla casa, in cui il colore rappresenta un aspetto fondamentale.

Rappresenta un prezioso manuale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo.

Cromorama

Cromorama è un libro fantastico. Non è strettamente legato al design di interni ma tratta del colore a 360°.

Si tratta di uno dei pochi libri che mi ha entusiasmato e che bisognerebbe leggere a prescindere dai propri interessi.

Buona lettura!

mailling list per ristrutturare casa

L’articolo Come usare luce e colore per ottenere una casa bella e confortevole nella tua ristrutturazione sembra essere il primo su RistrutturazionePratica | la corretta pianificazione e gestione della ristrutturazione.

8 Gennaio 2021 / / ChiccaCasa

 Ormai è di rito: la domenica è il giorno in cui dedico tutta me stessa alla Casetta. 

Mi piace staccare la spina dalle attività della settimana passata, spostando cose, aggiungendo dettagli, realizzando diy o facendo shopping per il nostro posticino.

Questa domenica, nella mia to-do list c’era da spuntare la voce  “cambiare le stampe nella gallery wall del salotto al piano di sopra”.

Dunque, ne ho approfittato per testare la mia nuova stampante, che giaceva da mesi nell’armadio, ancora inscatolata.

Ebbene sì, le nuove stampe sono uscite fresche fresche, direttamente dalla stampante!

 Ho passato gran parte della mattinata a cercare dei free printables degni di nota, che fossero in grado di caratterizzare la parete alle spalle del divanone. Volevo qualcosa di speciale, non una classica foto prodotta in serie.

La mia ricerca ha portato numerosi frutti! Sono riuscita a sostituire ben due delle stampe in salotto e ad aggiungerne un paio in bagno ed in camera.

Di seguito trovi una serie di siti da cui puoi scaricare immagini gratuite da stampare e da utilizzare come posters per le tue pareti.

 NYPL Digital Collections. Un tuffo nella libreria pubblica di New York, con vecchie copertine di magazines, stampe di pattern vintage, schizzi fatti a mano di abiti anni ’60, illustrazioni botaniche e tanto altro. Le immagini, di dominio pubblico, possono essere scaricate e stampate.

Pexels. Include fotografie, video e qualche illustrazione. I miei preferiti qui sono i pattern fotografici. Pexels mette inoltre a disposizione un sacco di foto stupende di paesaggi e soggetti naturali. Qui i creators hanno un loro profilo da cui puoi spulciare i loro portfolio. Puoi ringraziarli del loro lavoro seguendoli o sostenendoli con una donazione.

Gratisography. Una serie di foto divise per categoria. Adoro la sezione “urban”, per quanto questa sia lontana dai miei interessi, di norma. Contiene scatti deliziosamente desaturati e ricchi di dettagli architettonico interessanti. 

Il mio preferito, nonchè mia nuova ossessione è il primo. Puoi trovarci davvero dei pezzi incredibilmente unici! Io ho scaricato le copertine di vecchie riviste, un ritratto di donna, una stampa di arte giapponese e delle stampe botaniche enciclopediche.

Ho rinnovato, quindi, una parte della mia gallery (le vecchie stampe erano state riadattate a questa zona della casa, quindi non mi piacevano lì…).

Ho stampato su dei semplici fogli A4, impostando la stampa su “verticale” (puoi impostarla su “orizzontale” se la tua immagine ha un portamento orizzontale).

Per incorniciarle per bene e riadattarle alle mie cornici, ho pensato di costruire dei pass partout.

Qui di seguito trovi un reel in cui ti spiego come puoi farlo anche tu!

Per adattare il foglio A4 alla cornice 40×50, invece, ho costruito un passpartout più grande rispetto alla stampa e riempito lo spazio in eccesso con un foglio di carta mooolto vintage (era la base di un vecchio quadro). Ho quindi centrato la stampa fissandola con un pezzetto di scotch.

Puoi usare la stessa tecnica sostituendo la carta vintage con un campione di carta da parati o un cartoncino della tinta che preferisci, meglio se in accordo con i colori della tua stampa.

Per non lasciarti a bocca asciutta, e anche per non contagiarti con la mia nuova dipendenza, ho selezionato per te le mie stampe preferite!

Per averle ti basterà seguire le istruzioni sotto questo post di Instagram.