30 Gennaio 2021 / / Design

Siete insoddisfatti di un’illuminazione scialba e incapace di creare la giusta atmosfera? Questo mese abbiamo deciso di dedicarlo a come illuminare correttamente ogni ambiente della casa, dalla definizione dei punti luce alla tipologia di lampade.

Partiamo con questo primo articolo dedicato all’ingresso e al soggiorno.

Durante l’arco della giornata le stanze riflettono una luce fluida e vivida, i colori sono audaci e l’atmosfera è calda e accogliente ma con il calare della sera qualcosa cambia.

Quando si accendono le luci artificiali tutto si appiattisce, l’atmosfera appare meno accogliente e ci si rende subito conto che la casa non è illuminata correttamente.

Quando si progetta una casa nuova o si procede con una ristrutturazione, sbagliare i punti luce e scegliere lampade non adatte ai diversi ambienti può significare vivere in condizioni di disagio.

Pensiamo ad esempio alla zona lettura in cui non è possibile leggere nelle ore serali per la mancanza di una corretta illuminazione interna.

Questo errore porta anche a non valorizzare la ristrutturazione effettuata o all’arredamento scelto con tanta cura e attenzione.

L’illuminazione casa deve sempre essere funzionale, fornendo luce sufficiente ove è necessaria, inoltre deve essere decorativa, mettendo in evidenza gli aspetti caratteristici di ogni singolo ambiente.

Come illuminare casa: l’ingresso

L’ingresso è la prima zona in cui si accolgono gli ospiti o in cui ci si trova una volta varcata la soglia.

In questo ambiente,

spesso privo di luce naturale,

si ha necessità di avere una luce calda per creare fin dall’inizio una sensazione di accoglienza e comfort.

La scelta ottimale prevede la combinazione di due differenti tipologie di luce:

  • un punto luce generale
  • un punto luce funzionale.

La luce generale può essere diretta o indiretta, quest’ultima la più confortevole in quanto l’occhio non vede la superficie luminosa.

La luce funzionale, invece, illumina punti specifici dell’ingresso mettendo in evidenza mobili, complementi e oggetti.

Quando l’ingresso è lungo e stretto come un corridoio, il consiglio è di optare per un’illuminazione indiretta generale oppure inserire più punti luce a soffitto,

questo perché una sola luce centrale può non essere sufficiente, rischiando di avere delle zone d’ombra.

Se invece l’ingresso si apre direttamente sulla zona giorno, è il caso delle abitazioni open space, è opportuno inserire un punto luce dedicato all’ingresso per valorizzarlo al meglio.

Per illuminare il corridoio la tradizionale plafoniera è piatta e poco accogliente, il lampadario troppo invasivo: meglio i faretti da incasso, o spot orientabili per mettere in risalto una console con luci a led.

In alternativa vanno bene delle applique con lampade alogene da 50-70W, in grado di diffondere e riflettere la luce verso un bel soffitto, una carta da parati o una finitura pregiata dei muri.

Come illuminare casa: le diverse zone del soggiorno

Il soggiorno è l’ambiente più vissuto della casa e nel quale si trovano più zone con funzioni diverse: la zona dedicata al relax e alla tv, l’angolo lettura, la zona pranzo e molto spesso anche l’home office.

Oltre a una luce diffusa in questo ambiente occorre prevedere una illuminazione specifica per ogni singola zona.

Per il soggiorno è importante illuminare il tavolo da pranzo con una luce diretta calda e perché no, sospesa.

Le lampade a sospensione sopra il tavolo da pranzo non devono essere troppo basse altrimenti si rischia di creare un’interferenza visiva tra i commensali o delle zone d’ombra. La distanza corretta è di circa 70 cm dal piano.

Nel caso di un tavolo lungo almeno 180 cm è possibile prevedere l’installazione di più lampade a sospensione.

Oltre alla luce diretta, è importante prevedere un secondo punto luce diffusa vicino al tavolo, come ad esempio una bella applique a parete.

Sempre in soggiorno un altro punto focale è la zona relax con divani e tv.

Guardare la TV al buio completo è un’abitudine tanto frequente quanto sbagliata.

La luce dello schermo affatica notevolmente la vista, per questo motivo la soluzione ottimale è di illuminare la parete della tv in modo molto soft con una luce calda possibilmente dimmerabile e posta alle spalle del televisore.

In prossimità della zona divani bisognerebbe prevedere anche una luce di intensità minore per creare atmosfera, ad esempio una lampada a piantana.

Quando si definiscono i punti luce nel soggiorno va inoltre considerato che oggi sempre più mobili e complementi sono dotati di sistemi luminosi integrati che di fatto si sommano alle luci già presenti nella casa.

In fase di scelta è dunque importante tenere presente questi elementi, che fanno parte delle luci di atmosfera.

Quali aspetti considerare nella scelta delle lampade


Una volta definiti quali e quanti punti luce servono per una corretta illuminazione casa è il momento di scegliere la tipologia di lampade.

Per farlo è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali:

  • la dimensione della stanza,
  • lo stile degli arredi, materiali e colori che caratterizzano i vari ambienti.

Solo valutando con cura questi aspetti possiamo capire quali modelli sono adatti e come abbinarli tra loro, questo perché le lampade dovranno integrarsi in modo molto armonico e naturale in ogni ambiente al fine di contribuire a dettare lo stile della nostra casa.

Per un buon risultato è bene utilizzare sempre forme lineari e minimali, soprattutto per le applique, che proiettino fasci di luce intensi e suggestivi.

Nel prossimo articolo dedicato all’illuminazione casa parleremo di come illuminare la cucina.

L’articolo Illuminazione casa: prima parte, come illuminare l’ingresso e il soggiorno proviene da Laura Home Planner.

30 Gennaio 2021 / / ArtigianaMente

Il mio approccio verso gli acquisti negli ultimi anni è decisamente cambiato. Che si tratti di moda o di casa, cerco qualcosa che abbia una durata nel tempo, sempre meno usa e getta. Un po’ per una accresciuta sensibilità ambientale, un po’ per carattere, perché pur non essendo minimalista, l’accumulo seriale mi spaventa e mi infastidisce. Per questo motivo il design risponde benissimo alle mie esigenze: aggiunge sempre qualcosa in più a qualsiasi stile, non va mai fuori moda e a conti fatti non è mai una spesa di cui pentirsi.

La top ten del design

La Mela di Enzo Mari

Decorare le pareti in “maniera bella” trovo che non sia mai facile: bisogna sicuramente partire da opere d’arte e stampe che abbiano di per sé un significato estetico rilevante e poi, eventualmente, creare composizioni che funzionino. Partire dalla Mela di Enzo Mari, uno dei più grandi designer italiani {scomparso lo scorso anno}, già rende il lavoro più semplice.

Ho scelto la Mela, come quadro {in realtà è un poster} che dura nel tempo, perché mi piace il concetto che Mari ha voluto esprimere: lo scopo era quello di portare immagini artistiche all’interno dell’ambiente abitativo, perseguendo un’idea di serialità e accessibilità, dell’arte.

Il lavoro di Mari nasce sempre da un intento democratico: l’idea che le cose belle debbano essere alla portata di tutti, e quindi riproducibili, è alla base di ogni suo progetto.
Mari sceglie i soggetti più semplici e archetipici «sapendo che, dal punto di vista simbolico, sono significativi da millenni». Così, disegna una mela che è la sintesi di tutte le mele del mondo e «ha una forma perfetta perché non ha alternative, è quella e basta».

DSR di Charles Eames

Siccome in questo blog propongo solo cose che mi piacciono, devo proprio segnalarti la Eames Plastic Side Chair DSR. L’ho scelta per il tavolo da pranzo e lo farei ancora, è così comoda, è leggera, è bella e giovane nonostante sia nata nel 1960.

Radio.Cubo di Brionvega

Radio.cubo è il prodotto cult del design italiano: disegnata da Marco Zanuso e Richard Sapper nel 1964.
E’ presente nei principali musei del mondo – MoMa, Victoria & Albert Museum, ecc.- come emblema dello stile e del design italiano. Rappresenta un oggetto senza tempo, che arreda le case di migliaia di persone passando di generazione in generazione e diventando un oggetto destinato a mantenere inalterata per decenni la propria funzione, ma soprattutto il fascino e lo stile.

Attila di Kartell

Disegnato da Philipp Starck nel 2000, è uno sgabello/tavolino che arreda casa con un tocco di ironia. ma anche con un occhio di riguardo alla funzionalità: il cappello degli gnomi, infatti, è piatto e circolare appositamente per essere utilizzato come piano d’appoggio o sgabello.

Tolomeo di Artemide

E’ una delle lampade di design più apprezzate al mondo, per la sua linea semplice e per il suo costo accessibile rispetto ad altri oggetti che fanno parte dell’emisfero design. Si abbina ovunque e ci sono tutte le varianti, da parete, da tavolo, piantana.

Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina l’hanno progettatata nel 1986. La sfida era interessante: Artemide voleva innovare la classica lampada da tavolo a pantografo e confrontarsi con alcune delle icone del design moderno. La sfida è stata vinta: la Tolomeo si è aggiudicata il Compasso d’Oro nel 1989.

Moka Express di Bialetti 

Ma dove vai se la Bialetti non ce l’hai? Questa fantastica moka accompagna momenti fondamentali della vita di noi italiani, fa parte di noi e della nostra quotidianità. Mi piacerebbe prenderne una colorata, ma anche nera ha il suo perché…

La planetaria di KitchenAid

Non c’é concorrenza che tenga, la regina delle planetarie è quella di KitcheAid. E’ costosa, ma durerà una vita {la mia ha 15 anni, è un regalo del matrimonio}.
Questo fantastico robor da cucina è stato ideato verso 1910 circa da Herbert Johnson, un ingegnere della Hobart Manufacturing Company, dopo aver osservato un fornaio mentre preparava un impasto.
Stregato dalla potenza del macchinario, Johnson pensò che sarebbe stato utile poter disporre di una tale meraviglia in formato “mignon” da poter usare anche in casa. Nacque nel 1914 il primo modello industriale, ancora molto pesante e voluminoso rispetto ai modelli attuali, ma che trovò subito il suo primo cliente di tutto rispetto: la Marina americana.

Johnson, e i dirigenti della Hobert, non erano ancora soddisfatti: il loro reale obiettivo non erano le forze armate, ma era quello di arrivare a uno strumento apprezzato da un pubblico più ampio, adatto a un uso casalingo. E fu così che vennero creati modelli più leggeri e maneggevoli.

La storia narra che una volta sfornati i prototipi, i dirigenti della Hobart li abbiano portati a casa perché fossero testati dalle rispettive consorti. Una di loro pare abbia esclamato entusiasta: “Non mi interessa come lo chiamiate, è il miglior aiuto in cucina – in inglese “kitchen aid” – che io abbia mai avuto!”.  E così è nata la leggenda.

Frigo di Smeg

Gli elettrodomestici arredano, indubbiamente. Perciò se cerchi un bel frigo che svolga la sua funzione e, in più, aggiunga un tocco estetico alla tua cucina la scelta obbligata cade sul frigo di Smeg.

Non so se ne sei a conoscenza {io l’ho scoperto di recente}, ma Smeg è una ditta italiana (acronimo di Smalterie Metallurgiche Emiliane Guastalla) è stata fondata nel 1948 da Vittorio Bertazzoni ed è un punto di riferimento per il mondo del design. Smeg collabora con architetti e designer industriali che hanno reso l’estetica di questo frigorifero degli anni ’50 un grande classico. Negli anni ’90 Smeg ha ampliato la sua offerta aggiungendo al catalogo il celebre frigorifero in stile anni ’50, destinato a diventare un’icona internazionale. Il celebre architetto Guido Canali ha disegnato la sede centrale dell’azienda nel 2004, vincendo la medaglia d’oro all’architettura italiana con menzione d’onore.

Tavolo Tulip di Knoll 

Il tavolo Tulip di Eero Saarinen rappresenta uno di quegli arredi che cavalcano il tempo con molta disinvoltura: futuristico nella forma e nei materiali, è diventato un’icona del design moderno.

«Abbiamo sedie con quattro, tre o due gambe, ma nessuno ne ha mai fatto una con una gamba sola, così la faremo noi»: è il 1955 quando Eero irrompe nel suo studio con questa frase. Il piedistallo sarà la soluzione progettuale per mettere un ordine estetico sotto il tavolo rendendo la fruibilità di questo arredo molto più comoda.

Aprilina di Gae Aulenti

Concludo questa mini rassegna di design con il lavoro di una donna, Gae Aulenti, molto conosciuta in campo internazionale per i suoi progetti volti alla riconversione di edifici storici in spazi museali ma pressoché ignota ai più.

Nel 1964 Gae Aulenti progetta per Zanotta la sedia Aprilina, in metallo, pieghevole e leggera, di minimo spessore quando è chiusa. In un articolo del 1966 pubblicato su “Domus”, che presenta il progetto della Aulenti per il nuovo Centro Fly Casa di Milano {un supermarket dell’arredamento moderno di qualità} la sedia appare tra gli oggetti in vendita con il nome di Black and White, accompagnata dalle parole: “Può essere appesa a un gancio dentro a un armadio ed essere ‘la sedia in più’”. Di fatto sarà proposta anche per le imbarcazioni.

Ti è piaciuta questa selezione di arredi e oggetti?

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