29 Dicembre 2025 / / Coffee Break


La Vigilia di Natale è il momento perfetto per starsene tranquilli a guardare
uno di quei vecchi film che riguardiamo ogni anno, regolarmente la sera di
Natale. Ecco una piccola playlist cinematografica pensata per chi ama
l’architettura e riconosce il potere degli spazi nel raccontare le storie.

Curiosamente, nei film ambientati a Natale, l’architettura è ben diversa
dall’immaginario della casetta con tetto spiovente e il caminetto scoppiettante
mentre fuori il paesaggio è ammantato dalla neve. L’architettura moderna non
cerca di essere accogliente, al contrario, mette in evidenza le contraddizioni
del nostro modo di abitare: il lavoro che invade il tempo libero, la città che
sostituisce la casa, la luce artificiale che prende il posto del focolare.

Ed è forse proprio per questo che funziona così bene.

Die Hard (1988)

Non esiste vigilia senza John McClane. Ma il vero co-protagonista è il Nakatomi
Plaza (nella realtà il Fox Plaza di Los Angeles). Questo grattacielo è il
simbolo del Late Modernism anni ’80: specchiato, freddo, inaccessibile. Qui il
Natale non si celebra in famiglia, ma al lavoro, durante un party aziendale
finito male. L’edificio è un labirinto verticale di acciaio e vetro che
rappresenta l’opulenza aziendale, trasformando l’ufficio nel campo di battaglia
definitivo.

Elf (2003)

Empire State Bilding – New York
In Elf la città è verticale, veloce, razionale. Buddy, cresciuto al Polo Nord,
si muove dentro uffici, grattacieli e spazi standardizzati che poco hanno a che
fare con l’idea tradizionale di casa. Il Natale emerge per contrasto, rendendo
evidente la distanza tra immaginario fiabesco e realtà urbana.

Scrooged (1988)

Il lavoro non si ferma nemmeno la Vigilia.
Bill Murray è un Ebenezer
Scrooge televisivo che vive in un grattacielo che sembra una lama nera nel cuore
di Manhattan. L’edificio della IBC (che richiama le linee del Seagram Building
di Mies van der Rohe) è l’apoteosi dell’International Style. Minimalista,
rigoroso, privo di ornamenti. È l’architettura perfetta per rappresentare la
solitudine del potere: un Natale vissuto guardando la città dall’alto in basso,
dietro una parete di vetro.

Home Alone 2 (1990)

Quando Kevin McCallister si perde nella Grande Mela, dove va a cercare conforto?
Non in una casa, ma al Rockefeller Center. Questo complesso Art Déco diventa il
sostituto della “casa”. L’albero gigantesco e la pista di pattinaggio sono il
salotto pubblico di una società dove lo spazio privato si restringe e la magia
diventa un evento collettivo, illuminato da milioni di watt invece che da una
candela.

The Holiday – L’amore non va in vacanza (2006)

O’Hara House – Los Angeles
La casa del personaggio di Miles (Jack Black) è la celebre O’Hara House di
Richard Neutra. Modernismo californiano, trasparenze, continuità tra interno ed
esterno. Qui siamo a Silver Lake: linee orizzontali, vetrate a tutta altezza,
sistema domotico (che nel 2006 sembrava fantascienza). È la “casa macchina”
moderna: bellissima ma isolante. Il contrasto perfetto che ci insegna come il
calore umano, alla fine, debba essere importato dall’esterno.

Una poltrona per due (Trading Places, 1983)

Il classico natalizio per eccellenza, dove l’architettura non è certo moderna,
ma è fondamentale per il racconto. A Philadelphia compaiono la suggestiva
Rittenhouse Square, dove Valentine appare nella scena iniziale; la casa di
Winthorpe al 2014 Delancey Street; e il Curtis Institute of Music, che
rappresenta l’Heritage Club, luogo del primo incontro tra i due protagonisti. La
Fidelity Bank al 135 South Broad Street diventa invece la sede della banca Duke
and Duke.

A New York il film cattura una Manhattan in parte scomparsa: il World Trade
Center è visibile in diverse scene e il Greenwich Village fa da sfondo a varie
sequenze di strada. L’edificio più emblematico resta però il Park Avenue Armory
(643 Park Avenue, Upper East Side), indicato come Seventh Regiment Armory: qui
hanno sede gli uffici dei Duke & Duke. Con la sua architettura neogotica in
mattoni rossi di fine Ottocento, rappresenta perfettamente il potere economico e
sociale contro cui si muove la storia.

Forse amiamo questi film natalizi proprio perché sono onesti. Non fingono che il
mondo si fermi per le feste. Ci mostrano il Natale per quello che è diventato
oggi: una scintilla di calore che cerchiamo di proteggere all’interno di scatole
di vetro, cemento e frenesia urbana.

E voi, stasera dove vorreste essere? Davanti al camino di un cottage o con un
cocktail in mano all’ultimo piano del Nakatomi Plaza?

Buona visione e buone feste.

Christmas at the movies: forget Netflix fireplaces

Christmas Eve is the perfect moment to slow down and quietly watch one of those
old films we end up revisiting every single year, inevitably on Christmas night.
Here is a small cinematic playlist for those who love architecture and recognize
the power of space in shaping stories.

Interestingly, in films set at Christmas, architecture is very different from
the familiar imagery of a cozy pitched-roof cottage with a crackling fireplace
and snow-covered landscapes outside. Modern architecture does not try to be
welcoming. On the contrary, it highlights the contradictions of the way we live:
work invading free time, the city replacing the home, artificial light taking
the place of the hearth.

And perhaps that is exactly why it works so well.

Die Hard (1988)

There is no Christmas Eve without John McClane. But the real co-star is the
Nakatomi Plaza (in reality, Fox Plaza in Los Angeles). This skyscraper is a symbol
of 1980s Late Modernism: mirrored, cold, inaccessible. Here, Christmas is not
celebrated with family, but at work, during a corporate party gone terribly
wrong. The building is a vertical labyrinth of steel and glass that represents
corporate opulence, turning the office into the ultimate battlefield.

Elf (2003)

Empire State Building – New York
In *Elf*, the city is vertical, fast, rational. Buddy, raised at the North Pole,
moves through offices, skyscrapers and standardized spaces that have little to do
with the traditional idea of home. Christmas emerges through contrast, making
the distance between fairy-tale imagery and urban reality unmistakably clear.

Scrooged (1988)

Work does not stop, not even on Christmas Eve.
Bill Murray plays a
television-era Ebenezer Scrooge who lives in a skyscraper that looks like a black
blade cutting through the heart of Manhattan. The IBC building (whose lines echo
the Seagram Building by Mies van der Rohe) is the apotheosis of the International
Style: minimalist, rigorous, stripped of ornament. It is the perfect
architecture to represent the loneliness of power—a Christmas spent looking
down on the city from above, behind a glass wall.

Home Alone 2 (1990)

When Kevin McCallister gets lost in the Big Apple, where does he go to find
comfort? Not to a house, but to Rockefeller Center. This Art Deco complex becomes
a substitute for “home.” The gigantic tree and the ice rink turn into the public
living room of a society in which private space shrinks and magic becomes a
collective event, illuminated by millions of watts instead of a single candle.

The Holiday (2006)

O’Hara House – Los Angeles
The house of Miles (Jack Black) is the famous O’Hara House by Richard Neutra.
Californian modernism, transparency, continuity between interior and exterior.
We are in Silver Lake: horizontal lines, floor-to-ceiling glass walls, a home
automation system that in 2006 felt like science fiction. It is the modern
“machine house”: beautiful, yet isolating. A perfect contrast that reminds us
that human warmth, in the end, often has to be imported from the outside.

Trading Places (1983)

The ultimate Christmas classic, where architecture is certainly not modern, yet
fundamental to the story. In Philadelphia we see the evocative Rittenhouse
Square, where Valentine appears in the opening scene; Winthorpe’s house at 2014
Delancey Street; and the Curtis Institute of Music, which stands in for the
Heritage Club, where the two protagonists meet for the first time. The Fidelity
Bank at 135 South Broad Street becomes the headquarters of Duke & Duke.

In New York, the film captures a Manhattan that has partly disappeared: the World
Trade Center is visible in several scenes, and the Greenwich Village provides the
setting for various street sequences. The most emblematic building, however, is
the Park Avenue Armory (643 Park Avenue, Upper East Side), referred to as the
Seventh Regiment Armory: this is where the offices of Duke & Duke are located.
With its late-19th-century red-brick Neo-Gothic architecture, it perfectly
embodies the economic and social power the story pushes against.

Perhaps we love these Christmas films precisely because they are honest. They do
not pretend that the world stops for the holidays. They show us Christmas for
what it has become today: a spark of warmth we try to protect inside boxes of
glass, concrete, and urban frenzy.

And you—where would you rather be tonight? In front of a cottage fireplace, or
cocktail in hand on the top floor of Nakatomi Plaza?

Enjoy the films, and happy holidays.

29 Dicembre 2025 / / Coffee Break



Dimenticate per un attimo il rosso vibrante e l’oro scintillante, prendetevi
un momento…
Mentre il mondo corre verso le feste, noi vi invitiamo a
fermarvi.

Quest’anno l’estetica che ci emoziona sceglie di fare un passo indietro. È un
Natale fatto di toni avorio, burro e sabbia. Non è il bianco asettico del
minimalismo, ma un bianco caldo e materico: quello della lana grezza, della
porcellana fatta a mano e del lino vissuto.

Nel nostro ultimo post abbiamo parlato di Cloud Dancer e del bisogno di
silenzio visivo che caratterizzerà il 2026. Ma come si traduce questa
“sottrazione” nel momento più decorativo dell’anno? L’ultimo editoriale di
Zara Home
ci regala la risposta perfetta, dimostrando che il bianco non è un colore
freddo, se sappiamo come farlo parlare.

Materia e Luce: la ricetta del calore

Per rendere accogliente una casa “chiara”, Zara Home punta su due segreti:

Contrasti tattili: Se togliamo il colore, aggiungiamo consistenza.
Tovaglie stropicciate, vasi in ceramica artigianale e rami di pino lasciati al
naturale. La bellezza nasce dall’imperfezione.

La Luce come Architettura: Senza i toni scuri che assorbono, la luce
delle candele e dei camini rimbalza sulle pareti, avvolgendo le stanze in un
abbraccio morbido.

Il Vuoto è il Nuovo Decoro

In questo editoriale le stanze respirano. Non serve riempire ogni angolo per
sentirsi “in festa”. Spesso, una singola decorazione scelta con cura comunica
più lusso di mille addobbi seriali.

Il nostro consiglio? Quest’anno provate a togliere invece di aggiungere.
Schiarite i tessili e lasciate che la casa si riempia di pace. Il regalo più
grande per questo 2025 sarà, finalmente, un po’ di calma visiva


The White that Warms: A Christmas of Tactile Serenity

Forget for a moment the vibrant red and the glittering gold, take a
moment…
While the world rushes toward the holidays, we invite you to
slow down.

This year, the aesthetic that moves us chooses to take a step back. It is a
Christmas made of ivory, butter and sand tones. Not the aseptic white of
minimalism, but a warm, material white: that of raw wool, handmade porcelain
and time-worn linen.

In our latest post we talked about Cloud Dancer and the need for
visual silence that will define 2026. But how does this “subtraction”
translate into the most decorative moment of the year? The latest editorial
by
Zara Home
gives us the perfect answer, showing that white is not a cold color—if we
know how to let it speak.

Material and Light: the recipe for warmth

To make a “light” home feel welcoming, Zara Home focuses on two secrets:

Tactile contrasts: If we remove color, we add texture. Wrinkled
tablecloths, handmade ceramic vases and pine branches left in their natural
state. Beauty is born from imperfection.

Light as Architecture: Without dark tones to absorb it, candlelight
and fireplaces bounce off the walls, wrapping rooms in a soft embrace.

Emptiness Is the New Decor

In this editorial, rooms are allowed to breathe. There is no need to fill
every corner to feel “festive.” Often, a single carefully chosen decoration
conveys more luxury than a thousand mass-produced ornaments.

Our advice? This year, try removing instead of adding. Lighten textiles and
let your home fill with peace. The greatest gift for this 2025 will finally
be a bit of visual calm.

Immagini via Zara

29 Dicembre 2025 / / Coffee Break

C’è stato un momento, nell’ultimo anno, in cui abbiamo sentito tutti il
bisogno di nasconderci. Lo abbiamo fatto attraverso l’architettura d’interni:
abbiamo abbassato le luci, abbiamo dipinto i soffitti di color cioccolato,
abbiamo riempito le stanze di velluti color terracotta e legni scuri. Abbiamo
creato dei “bozzoli” per proteggerci dal rumore del mondo esterno. Il 2025 è
stato l’anno della terra, del Mocha Mousse, della densità materica.

Poi, qualcosa è scattato. O forse, si è semplicemente rotto.

La risposta al rumore non è più il rifugio, ma il silenzio. La scelta di
Pantone di eleggere
Cloud Dancer come colore dell’anno 2026
non è un semplice cambio di palette. È un segnale sociologico. Dopo esserci
riempiti di oggetti e colori saturi, siamo arrivati alla saturazione mentale.

Non è solo bianco

Molti clienti ci chiederanno: “Quindi torniamo al bianco?”
La risposta è complessa. Non stiamo tornando al bianco asettico e lucido del
minimalismo anni 2000. Cloud Dancer è un bianco che ha memoria. È la
differenza tra un foglio di carta per stampante e una pagina di cotone fatta a
mano.

Nel nostro studio stiamo già immaginando
come tradurre questo shock cromatico. Se fino a ieri lavoravamo per addizione (aggiungendo strati di colore) nel
2026 lavoreremo per sottrazione. Il beige e il sabbia non sono più base, ora
questi colori diventano gli accenti scuri su una base Cloud Dancer. I legni
non sono più noce canaletto o rovere termotrattato, ma tornano ad essenze
bionde, quasi sbiancate, tipiche del design scandinavo o
giapponese

Ma attenzione, togliere il colore significa dover aggiungere anima in
altri modi:

La luce come materiale: Senza colori scuri che assorbono, la luce
diventerà la vera protagonista, scolpendo i volumi.

L’imperfezione tattile: Useremo pietre naturali, intonaci in calce
rasata o argilla bianca, legni chiarissimi ma venati, trattati al naturale,
lini stropicciati, tessuti bouclé e lane grezze.
Il bianco 2026 deve
essere toccato, non solo guardato.

“Spazio” è il nuovo “Decor”

Nel trend massimalista del 2025, decorare significava riempire. Con l’arrivo
di Cloud Dancer, il vero lusso diventa il vuoto. Progettare pareti libere,
dove l’occhio può riposare, sarà la vera richiesta del mercato di fascia alta.

Il nostro consiglio?
Non abbiate fretta di ridipingere tutto. Il passaggio dai toni scuri al Cloud
Dancer può essere graduale.
Iniziate portando luce, schiarendo i tessili
e lasciando respirare gli angoli della casa.

2026: Why We Will Say Goodbye to Dark “Caves”


There was a moment, over the past year, when we all felt the need to hide.
We did so through interior architecture: we dimmed the lights, painted
ceilings chocolate brown, filled rooms with terracotta-colored velvets and
dark woods. We created “cocoons” to protect ourselves from the noise of the
outside world. 2025 was the year of earth tones, of Mocha Mousse, of
material density.

Then, something shifted. Or perhaps, it simply broke.

The answer to noise is no longer refuge, but silence. Pantone’s choice to
name
Cloud Dancer as the Color of the Year 2026
is not a simple change of palette. It is a sociological signal. After
surrounding ourselves with objects and saturated colors, we have reached
mental saturation.

It’s Not Just White

Many clients will ask us: “So, are we going back to white?”
The answer is complex. We are not returning to the sterile, glossy white of
early-2000s minimalism. Cloud Dancer is a white with memory. It is the
difference between a sheet of printer paper and a handmade cotton page.

In our studio, we are already imagining
how to translate this chromatic shock. If until yesterday we worked by addition (adding layers of color), in
2026 we will work by subtraction. Beige and sand are no longer the base;
they now become dark accents on a Cloud Dancer background. Woods are no
longer canaletto walnut or thermally treated oak, but return to blonde,
almost bleached species, typical of Scandinavian design or
Japanese
aesthetics.

But be careful: removing color means having to add soul in other
ways:

Light as a material: Without dark colors to absorb it, light will
become the true protagonist, sculpting volumes.

Tactile imperfection: We will use natural stones, skim-coated lime
plasters or white clay, very light but veined woods, treated naturally,
wrinkled linens, bouclé fabrics and raw wools.
The white of 2026 must
be touched, not just looked at.

“Space” Is the New “Decor”

In the maximalist trend of 2025, decorating meant filling. With the arrival
of Cloud Dancer, true luxury becomes emptiness. Designing free walls, where
the eye can rest, will be the real demand of the high-end market.

Our advice?
Don’t rush to repaint everything. The transition from dark tones to Cloud
Dancer can be gradual.
Start by bringing in light, brightening
textiles, and letting the corners of the home breathe.

29 Dicembre 2025 / / ChiccaCasa

Ogni anno, puntuale come il cambio stagione, torna lei, la fatidica domanda: “Che colori vanno di moda per la casa?”

Una domanda apparentemente innocua, curiosa, lecita.
Eppure, se parliamo di casa, quella vera, quella in cui vivi, ti rilassi, ti riconosci, è uno dei dubbi più fuorvianti e pericolosi che tu possa porti.

Oggi i migliori professionisti dell’interior design non inseguono le tendenze. Le ascoltano, le conoscono, ma se lavorano con cognizione di causa, si limitano a prenderne atto. L’obiettivo finale non è mai “creare interni alla moda”, ma dar vita a spazi che risuonano profondamente con chi li abita.

Ecco perché la vera tendenza per le pareti e per gli arredi colorati nel 2026 è un’altra: scegliere i colori in modo intenzionale e personale, partendo da sé.

Oggi non siamo più costretti a indovinare cosa ci piace o a seguire ciò che va di moda: esistono strumenti nuovi, come il RAH test, capaci di leggere le persone dall’interno, di intercettare sensibilità profonde e portare alla luce colori che spesso nemmeno sappiamo di amare.

Ascoltare le mode – o peggio, i consigli degli altri – è rischioso: sei tu che dovrai vivere in quella casa, ogni giorno.
Se un colore non ti risuona, non è un problema di design. È un problema di benessere.

Vediamo perché.

1) Le tendenze colore sono per la massa, tu sei speciale

Credits

Le tendenze nascono per funzionare su larga scala.
Devono piacere a molti, adattarsi a tanti contesti, essere facilmente replicabili. Il punto è proprio questo: sono pensate per la massa, non per te.

Se hai cercato su Google o su Pinterest cose come “colori di moda per pareti” o “colori arredamento 2026”, sarai entratə in un sistema che prova a dirti cosa dovrebbe funzionare per te.

Tu non sei una persona generica.
Hai una storia, una sensibilità, un modo tutto tuo di percepire lo spazio e il colore.

Scegliere i colori di casa solo perché vanno di moda significa rinunciare a ciò che ti rende unicə, per adattarti a uno standard impersonale.
Una casa così difficilmente sarà tua.

2) Colore dell’anno 2026? Se non risuona con te, quel colore diventa un incubo

Credits

Un colore può essere amatissimo su Instagram. Può essere inserito in tutti gli articoli e reels che parlano di colori di tendenza e comparire ovunque come soluzione “sicura”, ma se non ti appartiene, nel tempo diventa stancante, oppressivo, fastidioso.

Se con te non risuona, magari all’inizio ti convince. Poi inizi a evitarlo con lo sguardo. Infine ti chiedi perché, entrando in quella stanza, non ti senti mai davvero a tuo agio.

E non lo dico perchè mi attribuisco doti di preveggenza, ma perché tantə persone arrivano da me lamentando queste dinamiche, in cerca di una palette in grado di renderlə davvero fierə.

Se il colore non parla la tua lingua emotiva, influenza negativamente il tuo benessere in casa.

3) Più un colore è popolare, più invecchia in fretta (altro che casa moderna)

Credits Onecollection / House of Finn Juhl

I colori acclamati come super trendy invecchiano con una rapidità sconsolante. Lo abbiamo vissuto con il verde menta nel 2015, con il blu balena (colore tormentone del 2017) o con il color tortora di cui le pareti del soggiorno di mezza Italia sono tappezzate.

Quanto più li incontri – tra le pagine patinate delle riviste, negli showroom, nei reel o nei cataloghi – tanto più velocemente possono diventare, ai tuoi occhi, noiosi, banali e ridondanti.

È un meccanismo sottile, che funziona un po’ come il fenomeno dei tormentoni alla radio: possono entusiasmarti ai primi ascolti, ma poi inizi a sentirli ovunque fino al punto di ritenerli inascoltabili.
Questa sovraesposizione può persino farti odiare un colore che, genuinamente, hai sempre amato.

Cosa succede, quindi, se scegli i colori per la tua casa basandoti unicamente sui trend e sul colore dell’anno?
Potresti, ben presto, percepire la tua casa come anacronistica, obsoleta e spenta, malgrado la recente ristrutturazione.

I colori che ti rappresentano davvero non scadono mai. Non obbediscono al capriccioso calendario delle mode fugaci e richiamano i momenti felici del tuo vissuto, portandoti solo sensazioni positive.

C’è un altra questione da considerare: vuoi utilizzare i colori di tendenza per avere una casa contemporanea, ma sei davvero sicurə che il tuo stile personale sia proprio contemporaneo?

4) Ognuno reagisce ai colori in modo diverso: il tuo vissuto comanda

Credits

Il colore non è mai solo estetica: è memoria, emozione, esperienza.

Lo stesso punto di verde può essere rilassante per te e malinconico per me. Il beige può evocare calma o, al contrario, noia profonda, anche se viene suggerito dai media come colore luminoso e facile da abbinare.

Il tuo vissuto personale, spesso inconscio, comanda la reazione emotiva ai colori e questo nessuna tendenza pareti 2025 può prevederlo.

Copiare palette o abbinamenti di moda può portare a risultati completamente sbagliati, per te.

5) Non è detto che un colore di moda per la casa funzioni con i tuoi interni

Credits

C’è un altro grande assente quando si parla di tendenze: la tua casa e la sua unicità.

I colori in casa hanno il compito di creare un ambiente che ci rappresenti e che comunichi con gli elementi fissi della casa.
Con “elementi fissi” faccio riferimento al colore e al materiale di pavimenti, rivestimenti, finestre, porte, soffitti o pareti particolari.
Non solo: nella scelta di un colore è fondamentale considerare anche il contesto, il mood che si vuole creare e il colore della luce naturale che filtra dalle finestre, che può del tutto alterare la percezione di una tinta.
Un colore di moda può essere perfetto in una foto su Pinterest, ma apparire totalmente fuori luogo nella tua cucina o nel tuo corridoio.

Scegliere senza considerare gli elementi fissi e la luce naturale significa forzare l’equilibrio, invece di costruirlo.

Quando il colore non dialoga con ciò che già c’è, l’effetto finale è sempre disarmonico. Cosa te ne fai di un colore di moda, se non è in armonia con i tuoi spazi?

Come scegliere i colori per arredare casa?

Ormai ne sei consapevole: la risposta non è cercare l’ennesima lista di colori che vanno di moda per la casa, né rincorrere i colori di tendenza con un anno di anticipo.

La risposta è partire da te.

Il RAH test è uno strumento unico perché non si basa su gusti dichiarati o preferenze razionali, ma su come il cervello reagisce in modo spontaneo al colore.

Lavora su basi scientifiche – come l’associazione implicita e i processi cerebrali predittivi – e fa emergere i colori legati ai tuoi ricordi felici, quelli che la tua sfera emotiva riconosce come naturalmente “giusti per te”.

trova i tuoi colori felici

Si svolge interamente online, attraverso la selezione istintiva di immagini: non hai modo di pensare troppo o ragionare o scegliere cosa ti “conviene” selezionare. Proprio per questo, non si può barare. Se un colore ti appartiene davvero, il test lo intercetta, anche quando non lo avresti mai indicato a parole.

Il RAH test lavora su oltre 200 tinte utilizzate nell’interior design e ti restituisce una palette precisa dei tuoi colori felici, accompagnata da indicazioni sugli abbinamenti più armonici. Esiste anche una versione di coppia, pensata per costruire una palette condivisa, equilibrata e coerente per chi vive insieme la stessa casa.

I risultati non restano teorici: vengono elaborati da me per trasformarli in una guida concreta e replicabile per te, su come usare il colore negli spazi, come abbinare i tuoi colori tra loro e quali codici NCS comunicare in colorificio per ottenere tinte quanto più simili a quelle che ami.

In questo senso, il RAH test non è una moda né una scorciatoia. È una strada solida per scegliere colori che non stancano, non annoiano e non passano, ma continuano nel tempo a trasmetterti benessere e un profondo senso di appagamento.

28 Dicembre 2025 / / Laura Home Planner

Il corridoio è spesso lo spazio più trascurato della casa. Non è una stanza in cui ci si ferma, non è un luogo in cui si vive davvero, eppure è quello che attraversiamo ogni giorno, è il filo conduttore che collega l’esterno con l’interno della casa, è lo spazio che ci accoglie all’entrata. Quando si pensa a come arredare un corridoio lungo e stretto, la difficoltà è evidente:

  • pareti troppo vicine,
  • poco respiro visivo,
  • spesso poca luce naturale.

Il rischio è quello di creare un effetto “tunnel” che rende la casa più chiusa e meno accogliente,

dunque,

proprio per questo,

deve essere progettato con molta attenzione.

Perché un corridoio lungo e stretto sembra ancora più stretto

Un corridoio appare più soffocante di quello che è quando tutto corre nella stessa direzione:

pareti scure, linee verticali, una sola luce centrale che accompagna tutta la lunghezza,

tutto questo rafforza la percezione di passaggio stretto e infinito.

Quando si pensa a come arredare un corridoio lungo e stretto, l’obiettivo principale è interrompere questa linearità e creare ritmo visivo.

Ma quali sono le misure che rendono un corridoio davvero vivibile ?

Quando si parla di come arredare un corridoio lungo e stretto, le misure contano quanto lo stile.

Un corridoio è considerato funzionale quando la larghezza minima di passaggio è almeno 90 cm,

al di sotto di questa misura lo spazio inizia a risultare scomodo, soprattutto se ci sono porte che si aprono verso l’interno del corridoio.

perciò,

la profondità massima consigliata per gli arredi di un corridoio lungo e stretto meno di 90 cm, dovrebbero essere 20,25 cm,

così da mantenere almeno 65,70 cm di passaggio libero.

In un corridoio lungo e stretto, anche pochi centimetri fanno la differenza.

Ma quanto dovrebbe essere lungo un corridoio per sembrare equilibrato?

Un corridoio oltre i 6 metri viene percepito come molto lungo, soprattutto se è anche stretto,

in questi casi è ancora più importante spezzare la monotonia con un cambio leggero di colore, una nicchia, una porta vetrata o un punto luce scenografico a metà percorso.

Non serve dividere lo spazio fisicamente,

basta creare una variazione visiva che interrompa la continuità.

Come arredare un corridoio lungo e stretto con il colore

Il colore non è solo una scelta estetica, ma uno strumento progettuale.

Le tonalità chiare e calde, che riflettono la luce senza risultare fredde sono perfette per arredare un corridoio lungo e stretto.

Grigio morbido, un sabbia luminoso o un avorio caldo aiutano ad allargare visivamente lo spazio.

Spesso una parete leggermente più scura in fondo al corridoio accorcia la prospettiva e rende l’insieme più equilibrato.
Anche l’inserimento di una fascia orizzontale o di una boiserie bassa contribuisce a spezzare la verticalità e a rendere lo spazio più largo alla percezione.

Come usare la luce per allargare visivamente lo spazio

La luce è fondamentale quando si deve arredare un corridoio lungo e stretto,

una sola fonte centrale rende lo spazio piatto e monotono.

È molto più efficace distribuire la luce lungo il percorso, creando una sequenza morbida che accompagna il movimento.

La luce che sfiora le pareti, che crea leggere ombre e profondità, rende il corridoio più dinamico e meno rigido.

Lo specchio ad esempio è uno strumento potentissimo se usato con criterio

perché riflette la luce.

In un corridoio lungo e stretto uno specchio ampio su una delle pareti può raddoppiare la percezione dello spazio,

soprattutto se riflette luce naturale o una superficie chiara.

Come arredare un corridoio lungo e stretto con le luci

Per evitare l’effetto corridoio piatto e infinito, i punti luce dovrebbero essere distribuiti ogni 120,150 cm lungo il percorso,

questo crea una sequenza luminosa morbida che accompagna il movimento e rende lo spazio più ampio alla percezione.

Se si utilizzano applique o luci a parete, è meglio posizionarle a un’altezza compresa tra 160 e 180 cm, così da illuminare le superfici verticali senza abbagliare.

Le strip LED integrate in una boiserie, in una nicchia o sopra una cornice possono essere posizionate anche a 30,40 cm dal soffitto per creare una luce diffusa che “apre” lo spazio.

Arredi: pochi, leggeri e ben scelti

Nel corridoio gli arredi devono essere discreti, leggeri, e possibilmente multifunzionali, come ad esempio:

  • consolle e credenze poco profonde
  • mensole
  • nicchie a muro
  • panche basse e strette

Ogni elemento deve lasciare libero il passaggio e non interrompere la fluidità dello spazio.

Ma come spezzare la lunghezza senza chiudere lo spazio?

Un corridoio lungo ha bisogno di “pause visive”, non per interrompere, ma per rendere il percorso più interessante.

Questo può avvenire attraverso un cambio leggero di colore o materiale, una nicchia illuminata, una composizione studiata di quadri in un solo punto,

oppure

una porta vetrata che lascia passare la luce.

Questi elementi interrompono la monotonia senza appesantire.

Un esempio progettuale

In un progetto recente , fatto su un corridoio lungo sette metri e largo meno di un metro, ho lavorato solo su tre cose:

  • colore chiaro e caldo,
  • luce distribuita lungo il percorso
  • una superficie a specchio su un lato.

Non ho aggiunto mobili e non ho riempito,

eppure,

la percezione è cambiata completamente.

Questo dimostra che arredare corridoio lungo e stretto non è una questione di oggetti, ma di percezione.

In conclusione

Arredare un corridoio lungo e stretto non significa decorarlo, ma trasformarlo visivamente.

Con colore, luce, proporzioni e pochi elementi giusti, anche lo spazio più difficile può diventare elegante e interessante.

Il corridoio smette di essere un passaggio e diventa parte della casa.

L’articolo Come arredare un corridoio lungo e stretto: 10 idee per allargarlo visivamente proviene da Laura Home Planner.

24 Dicembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Vi proponiamo una serie di prodotti selezionati per integrare il colore dell’anno 2026, il Pantone Cloud Dancer.

Pantone cloud Dancer
Cornice WL7 by Noël & Marquet 

Ne abbiamo già parlato in questo articolo: il colore dell’anno 2026, il Pantone Cloud Dancer, è inequivocabilmente bianco.

Che l’istituto specializzato nella catalogazione di migliaia di colori per svariati settori, dalla moda alla grafica, dal packaging al design, abbia scelto un non-colore sta facendo discutere.

Tuttavia, il bianco scelto da Pantone non è un bianco ottico, bensì una lievissima sfumatura di bianco caldo. Abbastanza per definire Cloud Dancer un colore. 

Non ritorneremo sull’argomento delle motivazioni della scelta, che abbiamo già affrontato (vedi link sopra). In questo articolo vi mostriamo una selezione di prodotti che aiuteranno a integrare nell’arredo il nostro Cloud Dancer. Naturalmente per chi ha voglia di leggerezza e di tornare al rassicurante bianco.

Pantone Cloud Dancer Mood Board

Per ispirarvi con il Pantone Cloud Dancer, vi proponiamo un paio di Mood Board con alcuni prodotti per l’arredo e il design di interni. 

In senso orario: divano Itaca by Talenti Outdoor Living :: Collezione marmo Dover White “Selected”,by Antolini :: Tavolino B97 by JS.Thonet :: Sedia CH24 Wishbone Chair by Carl Hansen & Søn

In senso orario: tappeto In-Canto Forte by G.T.DESIGN :: Sistema Frame Bookcase System by Fantin :: Collezione grès porcellanato Etherea, White Mosaico, by Ceramiche Refin :: Cucina Tikal by Anidride.

Info: Pantone colore dell’anno 2026

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23 Dicembre 2025 / / Casa Poetica

Creare un Natale accogliente - Casa Poetica

Creare un Natale accogliente non ha niente a che vedere con la perfezione. È una questione di atmosfera, di piccoli gesti che rendono la casa più vivibile e le persone più a loro agio. Non servono lucine ovunque o allestimenti da copertina: bastano ordine, calore e quella sensazione di “posto giusto” che si costruisce con semplicità.

In questi giorni in cui la casa si riempie di persone, profumi e movimento, l’obiettivo non è avere tutto sotto controllo, ma far sì che tutto scorra con naturalezza. Preparare l’ambiente, alleggerire gli spazi, pensare ai dettagli che fanno stare bene chi arriva — questo è il modo più semplice, e più vero, di accogliere.



Gli spazi comuni: far posto alle persone, non alle cose

Nei giorni di festa la casa cambia ritmo: si riempie di voci, movimenti, piatti che passano di mano e sedie spostate all’ultimo momento. Per creare un Natale accogliente, il primo passo è fare spazio alle persone. Non serve stravolgere l’arredamento, ma liberare i punti di passaggio e alleggerire il soggiorno da oggetti che possono intralciare.

Un piccolo spostamento strategico — un tavolino momentaneamente libero, un mobile sgombro, un appendiabiti in più vicino all’ingresso — può rendere tutto più fluido e funzionale. Così l’atmosfera resta leggera, e la casa, anche piena di gente, continua a “funzionare”.

L’obiettivo è permettere a chi arriva di sentirsi comodo: muoversi con facilità, avere un posto dove appoggiare la borsa o il cappotto, potersi sedere senza dover spostare mille cose. È qui che organizzazione e accoglienza si incontrano: nella casa che si adatta a chi la vive, non il contrario.



Dettagli e luci: come creare un Natale accogliente con equilibrio

Per creare un Natale accogliente, i dettagli contano più della quantità di decorazioni. Le luci, i profumi, i tessuti: sono questi gli elementi che costruiscono l’atmosfera, ma solo se restano coerenti e misurati. Una luce calda, ad esempio, può cambiare la percezione di un ambiente più di qualsiasi addobbo. Un plaid piegato sul divano o un cuscino con una texture morbida fanno sentire subito “a casa”, molto più di un albero perfettamente addobbato.

Anche qui, l’organizzazione è parte dell’atmosfera: le prese a portata di mano, i cavi nascosti, le candele sistemate in modo sicuro, i passaggi liberi da ingombri. L’armonia visiva è importante, ma deve sempre andare d’accordo con la funzionalità.

Non serve che ogni stanza urli “Natale”: basta che parli la stessa lingua. Qualche richiamo di colore, un profumo discreto, una luce più morbida — dettagli che rendono l’ambiente coerente e accogliente, senza forzature.

Atmosfera natalizia- Casa Poetica

Atmosfera natalizia



Preparare la casa per accogliere

L’accoglienza inizia sempre dall’ingresso. È il primo spazio che le persone vedono, e anche quello che spesso trascuriamo di più. Per evitare confusione, libera l’attaccapanni o tieni a portata di mano qualche gruccia in più: le giacche ammassate sulle sedie tolgono armonia e fanno sembrare tutto più caotico. Se puoi, predisponi un piccolo piano d’appoggio per borse e chiavi — anche un vassoio o una mensola sono sufficienti per dare subito un’impressione di ordine. Una luce calda e un profumo discreto completano l’atmosfera, senza bisogno di altro.

Il bagno merita la stessa attenzione. Tieni a vista un asciugamano pulito per gli ospiti, meglio se di quelli piccoli da cortesia, un rotolo di carta in più e un sapone neutro. Sono dettagli che sembrano minimi, ma evitano imbarazzi e raccontano attenzione. Se hai spazio, lascia un punto d’appoggio libero per la borsa o il beauty: anche questa è organizzazione.

E se qualcuno resta a dormire, prepara la camera con anticipo. Il letto già pronto, una coperta in più piegata ai piedi, due cuscini di diversa morbidezza. Basta poco per far sentire a casa chi arriva: una presa libera per ricaricare il telefono, una bottiglietta d’acqua sul comodino, magari una piccola luce notturna se il bagno non è proprio vicino.

Accogliere, in fondo, è questo: pensare prima a ciò che renderà più semplice e naturale lo stare insieme. L’organizzazione serve a liberare spazio — fisico e mentale — per la parte più bella delle feste: godersi la presenza degli altri.



Gestire i tempi con leggerezza

Nei giorni di festa il tempo sembra scorrere più in fretta. Tra la cucina, la tavola, gli ospiti e le ultime cose da sistemare, si rischia di arrivare al pranzo di Natale già stanchi. Eppure basterebbe un po’ di pianificazione per alleggerire tutto.

Puoi apparecchiare la sera prima, lasciare i piatti già pronti sul carrello, tenere a portata di mano bicchieri e tovaglioli di scorta. Anche preparare alcune pietanze in anticipo — i dolci, le salse, i contorni — ti farà risparmiare minuti preziosi il giorno stesso. Così, quando gli ospiti arrivano, non sei in corsa ma presente.

Ricordati che non devi fare tutto da sola: accettare una mano o lasciar fare agli altri non è un segno di disorganizzazione, ma di equilibrio. È il modo più semplice per condividere, che in fondo è lo spirito stesso del Natale. L’organizzazione, anche qui, serve a liberare tempo per ciò che conta davvero: goderti la festa mentre accade.



Creare un Natale accogliente, tutto l’anno

Alla fine, creare un Natale accogliente non è solo una questione di decorazioni o di ordine. È un modo di vivere la casa: prepararla perché funzioni, ma anche perché trasmetta calma, equilibrio e piacere di stare insieme. Le feste passano in fretta, ma il benessere che una casa organizzata sa regalare resta.

Se desideri che la tua casa ti accolga così ogni giorno — funzionale, armoniosa e capace di adattarsi ai tuoi ritmi — posso aiutarti a costruirla.
Il mio metodo ti guida passo dopo passo nel riorganizzare gli spazi con coerenza, così che l’atmosfera che ami a Natale possa durare tutto l’anno.

Scrivimi per una consulenza personalizzata e scopri come rendere la tua casa più accogliente, ordinata e davvero tua.





 Photo on I-Stock





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22 Dicembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Dopo anni caratterizzati darincari record, il tema delle bollette è ritornato centrale nei bilanci delle famiglie italiane. Tra bonus straordinari, agevolazioni strutturali e nuove regole in arrivo dal 2026, il quadro sta cambiando rapidamente, con l’obiettivo dichiarato di rendere gli aiuti più mirati verso chi è davvero in difficoltà economica ed energetica.

Accanto al cosiddetto “bonus bollette” confermato per il 2025, si stanno definendo le modalità con cui dal 2026 saranno rivisti gli importi degli sconti su luce, gas e acqua, le soglie ISEE e, più in generale, l’accesso ai bonus sociali. Le famiglie sono chiamate a un doppio sforzo: da un lato aggiornare l’ISEE e conoscere le scadenze, dall’altro affiancare alle agevolazioni, scelte di efficienza e consumo più consapevoli.

In un quadro simile, è importante essere sempre aggiornati circa le regole del mercato, le opportunità da cogliere e le novità in arrivo, anche legislative. Ci riferiamo soprattutto ai portali tematici dedicati al confronto delle offerte per le forniture domestiche come bollettecasa.it, utili per orientarsi tra norme, scadenze e strategie di risparmio.

Bonus bollette oggi: cosa cambia tra 2025 e 2026

Ad oggi resta attivo il contributo straordinario di 200 euro sulle utenze energetiche, destinato alle famiglie con ISEE fino a 25.000 euro. Lo sconto viene riconosciuto in automatico in bolletta, a condizione di aver presentato una DSU aggiornata per ottenere l’ISEE 2025: non bisogna presentare una domanda specifica, perché è sufficiente l’indicatore economico in corso di validità.

Dal 2026, invece, il sistema degli aiuti sulle bollette tornerà a poggiare principalmente sui bonus sociali strutturali per luce, gas e acqua, confermati ma con un’impostazione più selettiva. La soglia ISEE di accesso resterebbe ancorata al valore di 9.530 euro per i nuclei ordinari, con estensione fino a 20.000 euro per le famiglie numerose con almeno quattro figli a carico.

Potrebbe però accadere che nel 2026 tali soglie vengano leggermente abbassate (ad esempio con un tetto ordinario tra 8.500 e 9.000 euro e uno per famiglie numerose tra 15.000 e 17.000 euro), con l’introduzione di ulteriori indicatori di vulnerabilità energetica oltre al solo reddito. L’obiettivo sarebbe concentrare le risorse sulle situazioni più fragili, riducendo la platea complessiva dei beneficiari rispetto al 2025.

Sconti su luce, gas e acqua

Per quanto riguarda la componente elettrica, dal 2026 il bonus sociale luce continuerà a modulare gli importi in base al numero dei componenti del nucleo familiare. Le stime parlano di circa 180 euro annui per le famiglie fino a due persone, circa 230–240 euro per i nuclei da tre a quattro componenti e oltre 320 euro all’anno per i nuclei più numerosi, con aggiornamenti periodici legati all’andamento del costo dell’energia e ai consumi standard definiti da ARERA.

Resta confermato il bonus elettrico per disagio fisico, pensato per chi utilizza apparecchiature elettromedicali salvavita. In questo caso non è previsto un limite ISEE, perché il criterio principale è la certificazione sanitaria della necessità di utilizzo continuo di energia. Gli importi possono variare sensibilmente in funzione della potenza impegnata e delle ore di funzionamento, arrivando a diverse centinaia di euro annui di sconto sulla bolletta elettrica.

Il bonus gas, infine, continuerà a tenere conto della zona climatica di residenza e della destinazione d’uso (riscaldamento, acqua calda sanitaria, cucina). Questo significa che chi vive nelle aree più fredde potrà ricevere importi più elevati rispetto alle aree temperate o miti, proprio perché la spesa per il riscaldamento incide maggiormente sul bilancio familiare. 

Strategie di risparmio 

I bonus bollette non sono l’unico strumento a disposizione delle famiglie per alleggerire il peso delle utenze. Una parte importante delle strategie di risparmio passa dai bonus edilizi e dagli incentivi per l’efficienza energetica, che proseguono per l’anno a venire: ristrutturazioni edilizie, Ecobonus e Sismabonus consentono di intervenire sull’involucro dell’abitazione e sugli impianti con detrazioni fiscali che, pur in progressivo ridimensionamento, continuano a incentivare la riqualificazione energetica degli edifici.

19 Dicembre 2025 / / A forma di casa

La Pilea peperomioides, conosciuta anche come “pianta delle monete”, è una delle piante da appartamento più amate degli ultimi anni. Il suo fascino risiede tutto nelle foglie rotonde, sottili e perfettamente disegnate che fluttuano leggere su steli sottili.

Grafica, elegante e un po’ giocosa, la Pilea porta con sé un’aura di fortuna e condivisione. È una delle piante da appartamento più facili da coltivare, cresce veloce, si moltiplica con generosità e si regala spesso come portafortuna. Non a caso è soprannominata anche “pianta dell’amicizia”.

In questo nuovo appuntamento della rubrica, scritto in collaborazione con Giulia di Verdezio, ti accompagniamo alla scoperta di questa pianta affascinante: dalla sua storia curiosa alle varietà più diffuse, dalle cure quotidiane ai suoi significati simbolici legati alla fortuna, alla prosperità e alla condivisione.

Origini, caratteristiche e curiosità

La Pilea peperomioides è originaria delle zone montuose dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina e appartiene alla famiglia delle Urticaceae. Caratterizzata da foglie tonde, piatte e di un verde brillante, sostenute da lunghi piccioli che si diramano in modo ordinato dal centro, la Pilea ha un portamento unico che la rende immediatamente riconoscibile.

Per decenni è rimasta senza un’identità scientifica certa, alimentando un piccolo mistero botanico, finché non è stata classificata ufficialmente nel 1984. È diventata popolare in Europa a partire dagli anni ’40 grazie a un missionario norvegese, Agnar Espegren, che la portò con sé dalla Cina. Da allora si è diffusa rapidamente, soprattutto per la sua capacità di moltiplicarsi con facilità: produce infatti tantissime nuove piantine alla base, che si possono staccare e regalare ad amici e familiari. Da qui nasce il soprannome di “pianta dell’amicizia”.

Oltre al valore affettivo e simbolico, è considerata anche una pianta portafortuna, in particolare in Asia. Le sue foglie tondeggianti che ricordano delle piccole monete simboleggiano prosperità, abbondanza e benessere economico. Un motivo in più per regalarla o tenerla sulla scrivania.

Pilea dettaglio

Cura e manutenzione della Pilea

Non lasciarti ingannare dal suo aspetto delicato: la Pilea è una pianta resistente e piuttosto semplice da gestire, anche per chi non ha molta esperienza con il verde. Basta qualche attenzione costante per vederla crescere rigogliosa e moltiplicarsi.

  • Luce – Richiede luce abbondante ma indiretta. Evitare il sole diretto, che può bruciare le foglie. Va posizionata vicino a una finestra luminosa, magari schermata da una tenda leggera. Se noti che le foglie si piegano verso una direzione, ruota periodicamente il vaso per mantenere una crescita armoniosa.
  • Ambiente – Vive con temperature tra i 18 e i 24 °C. Non ama i colpi d’aria fredda o i termosifoni troppo vicini. L’umidità media della casa va bene, ma se l’aria è particolarmente secca, puoi vaporizzare leggermente le foglie.
  • Acqua – Annaffia solo quando il terreno è ben asciutto in superficie. La Pilea non tollera i ristagni: un’annaffiatura eccessiva è una delle cause principali di foglie molli o radici marce. In estate può richiedere acqua ogni 5-7 giorni, in inverno ogni 10-15 giorni.
  • Terriccio – Usa un terriccio leggero, ben drenante, possibilmente con aggiunta di sabbia o perlite. Il rinvaso si fa in primavera, ogni 1-2 anni, soprattutto se la pianta ha prodotto molte figlie o il vaso è diventato troppo piccolo.
  • Concime – Durante la primavera e l’estate, puoi nutrirla una volta al mese con un fertilizzante liquido per piante verdi, diluito rispetto alla dose consigliata.
  • Pulizia – Le foglie rotonde e lisce della Pilea tendono ad accumulare facilmente polvere, soprattutto se la pianta si trova vicino a finestre o in ambienti frequentati. Puliscile regolarmente con un panno morbido e leggermente inumidito.

Problemi frequenti e come risolverli

Anche se è una pianta piuttosto facile da gestire, la Pilea può mostrare alcuni segnali di malessere quando qualcosa non va.

Le foglie che ingialliscono o cadono spesso sono segno di troppa acqua o scarso drenaggio. Verifica che il vaso abbia fori e che il terriccio si asciughi bene tra un’annaffiatura e l’altra. Le foglie possono arricciarsi o diventare molli quando la luce è insufficiente o quando è troppo esposta al sole. Sposta la pianta in un punto luminoso ma con luce filtrata.

Le macchie scure o i bordi secchi sono un segnale tipico di aria troppo secca o sbalzi di temperatura. Evita le correnti d’aria e aumenta l’umidità ambientale se necessario.

Se noti che la crescita rallenta, la Pilea potrebbe aver bisogno di un rinvaso o di un po’ di concime leggero in primavera/estate.

La Pilea raramente viene colpita da parassiti, ma può capitare che venga attaccata da afidi o ragni rossi. Gli afidi causano foglie deformate e si combattono con insetticidi e la rimozione delle parti infette. I ragni rossi possono invece causare foglie ingiallite, in questo caso vanno utilizzati acaricidi e va migliorata la circolazione dell’aria. Tieni controllate le foglie, soprattutto nella parte inferiore, e quando necessario intervieni tempestivamente.

La Pilea è una pianta non solo bella e decorativa, ma anche pet- e family-friendly. È considerata sicura per animali domestici e bambini, secondo la lista delle piante non tossiche dell’ASPCA (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals). Questo la rende una scelta ideale per chi vive con gatti, cani o piccoli esploratori curiosi in casa.

Pilea in casa

Benefici in casa per la salute

La Pilea, come molte piante da interno, aiuta a migliorare la qualità dell’aria, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, contribuendo così a mantenere gli ambienti più freschi e vitali. Sebbene non sia tra le piante purificatrici più potenti (come Sansevieria o Ficus Benjamin), la sua presenza verde porta comunque benefici psicofisici, aiutando a ridurre lo stress visivo e favorendo un’atmosfera di calma e leggerezza.

Grazie al suo aspetto armonico e simmetrico, la Pilea ha un effetto rilassante sulla mente: i suoi cerchi verdi che si aprono in maniera ordinata stimolano la concentrazione e trasmettono un senso di equilibrio. È ideale per scrivanie, postazioni di lavoro o angoli di lettura, dove può accompagnare i momenti di creatività e focus.

In più, come tutte le piante amate e curate, favorisce un legame affettivo con la casa: prendersi cura della Pilea diventa un piccolo rituale quotidiano che porta bellezza e serenità.

Verde in casa: la Pilea e le altre piante da interno

Piccola ma piena di personalità, la Pilea è una delle piante più amate da chi desidera portare un tocco di verde in casa con leggerezza e stile. Facile da curare, generosa nella crescita e curiosamente affascinante con le sue foglie tonde e sospese, è una compagna perfetta per angoli di creatività, scrivanie luminose o mensole di ispirazione.

Insieme a Giulia di Verdezio, prosegue il nostro viaggio tra le piante da interno più amate e accessibili, per imparare a conoscerle meglio e prendercene cura con attenzione e consapevolezza.

Se la Pilea ti ha conquistata, scopri anche gli altri articoli della rubrica nella sezione Home Decor del blog e guarda i post riassuntivi su Instagram e Pinterest: schede visive da salvare con consigli sulle piante da consultare e condividere con chi ama il verde in casa.

In collaborazione con Verdezio

L’articolo Le piante da interni: la Pilea proviene da A forma di casa.

19 Dicembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Si chiama Cloud Dancer, è un bianco caldo e avvolgente ispirato a nuvole leggere in un cielo pallido. Il colore 2026 scelto da Pantone annuncia il ritorno del bianco.

Cloud Dancer

Relegato al ruolo di comprimario nelle palette degli ultimi 15 anni almeno, il bianco ritorna sulle scene. Pantone ha deciso che il colore dell’anno 2026 è quello delle nuvole. Esatto, proprio le nuvolette leggere che si rincorrono in un cielo pallido. 

Come sempre Pantone ci stupisce con effetti speciali, andando contro tendenza. Infatti, come avevamo scritto in questo articolo, per il 2026 si profilava un trionfo dei colori scuri, dal marrone al blu.

E invece, eccoci qui a cercare ispirazioni su come integrare Cloud Dancer nei nostri interni. 

Colore dell’anno 2026, voglia di leggerezza

Cloud Dancer, codice 11- 4201, è descritto da Pantone come

“un bianco vaporoso che trasmette una sensazione di serenità. Con la sua tonalità eterea, PANTONE 11-4201 Cloud Dancer è un simbolo di calma in una società frenetica che sta riscoprendo il valore della riflessione misurata e della quiete.”

Questo bianco etereo, nelle intenzioni del team di esperti dell’istituto Pantone, dovrebbe calmare la mente, favorire il rilassamento e aprire la porta della creatività. Tutto questo per buttarsi alle spalle il vecchio e aprire la strada al nuovo. Autenticità, relazioni umane appaganti, esperienza di vita reale, sono le istanze che hanno portato alla scelta di un colore non colore.

In effetti, il bianco è come una pagina bianca che possiamo riempire con i colori che preferiamo. Vediamo allora le palette degli accostamenti suggeriti da Pantone.

Con quali colori danza Cloud Dancer

Il colore dell’anno Pantone non arriva mai solo, ma è accompagnato da una serie di colori con i quali può andare d’accordo. In questo caso, visto il nome, si tratta di una danza.

Pastelli polverosi

Pantone propone 7 colori pastello per una danza fatta di sottili sfumature, dei tocchi leggeri per dare ritmo alla tavolozza.

Cloud Dancer

Luci e ombre

La seconda palette cerca il contrasto di chiari e scuri con un ventaglio di tonalità tenui e sfumate. Niente danze indiavolate, restiamo al giro di valzer. 

Cloud Dancer

Prendersi una pausa

Niente paura, i colori non sono scomparsi del tutto. In questa palette Pantone accosta Cloud Dancer con tonalità calde che rimandano a frutti e bevande dolci e intense. Crema di cocco, Papaya, Mango Mojito, la danza si anima e diventa una Salsa.

Atmosfera

Con questa tavolozza  decisamente fredda, il nuovo bianco si eleva nell’atmosfera e danza come una ballerina classica, avvolto in un tutù di veli grigi, blu, verdi acqua. 

Le altre palette proposte variano da un mix di colori forti e brillanti (Tonalità tropicali) a una scelta di colori naturali desaturati (zona di confort), fino a Glamour e splendore, che propone tonalità sofisticate. Queste ultime proposte sono pensate piuttosto per la moda e il make-up. 

Info: Pantone colore dell’anno 2026

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