Avere un giardino di ampie dimensioni è un’opportunità straordinaria per creare un ambiente esterno funzionale, estetico e coerente con l’architettura dell’abitazione.
Detto ciò, la gestione di grandi spazi verdi richiede pianificazione, conoscenze tecniche e un’attenta progettazione del layout, così da garantire un equilibrio ottimale tra estetica, comfort e praticità d’uso. Vediamo insieme alcune idee da copiare.
Idee per suddividere il giardino grande
La suddivisione di un giardino esteso non deve mai essere casuale. Un progetto professionale tiene conto di variabili fondamentali che possono essere l’esposizione solare, il drenaggio del suolo, i percorsi di accesso e una continuità visiva con l’ambiente circostante. L’obiettivo è creare zone funzionali ben definite pur mantenendo un’armonia complessiva del paesaggio.
Aree ortive e serre tecniche
Per chi desidera destinare parte del giardino alla coltivazione, si consiglia di pianificare spazi ben esposti e protetti. In questi casi, è opportuno realizzare un piccolo settore agricolo attrezzato, predisponendo delle serre di tunnel, come quelle che si possono trovare sul sito di gardenway.it, per garantire la crescita ottimale delle colture durante tutto l’anno.
Zone funzionali e percorsi di connessione
Per suddividere un giardino grande in modo efficace, si parte dall’individuazione delle aree principali: zona pranzo e living outdoor, area verde ornamentale, zona tecnica e area ortiva. La disposizione segue una logica di fruibilità e di accesso, realizzando percorsi in ghiaia, pietra o materiali drenanti che connettano i diversi spazi. L’uso di siepi, muretti a secco o pergolati definisce visivamente i confini e non interrompe la percezione di continuità.
Zone relax e living all’aperto
Le soluzioni attuali prevedono l’utilizzo di pergole bioclimatiche, pavimentazioni tecniche in WPC o gres porcellanato per esterni e arredi resistenti agli agenti atmosferici. La progettazione illuminotecnica opta per le luci a LED integrate nei camminamenti, e punti luce a basso consumo che migliorano la fruibilità serale valorizzando gli elementi paesaggistici.
Predisposizione della piscina: indoor oppure outdoor?
La piscina è spesso l’elemento cardine di un giardino di grandi dimensioni. La scelta tra una piscina indoor o outdoor dipende da vari fattori tecnici e climatici.
Una piscina outdoor è la soluzione più diffusa nei contesti residenziali poiché consente un’integrazione diretta con lo spazio verde e garantisce una resa estetica notevole. Ciò nonostante, richiede una corretta esposizione solare, una distanza minima da alberature e un sistema di copertura per preservare la qualità dell’acqua.
La piscina indoor, al contrario, è preferibile in zone climatiche con climi rigidi o dove si desidera un utilizzo continuativo. Richiede un locale tecnico ventilato, un sistema di deumidificazione e materiali ad alta resistenza all’umidità.
Consigli per sfruttare il giardino tutto l’anno
Sfruttare un giardino grande in ogni stagione è possibile attraverso una pianificazione, che unisca design paesaggistico e tecnologie per l’efficienza ambientale.
Durante la stagione estiva, si potrebbe pensare a delle pergole bioclimatiche, tende motorizzate e ventilazione naturale per ottenere comfort e ombreggiamento. In inverno, l’uso di pavimentazioni riscaldate per esterni, bracieri a gas e coperture trasparenti consente di prolungare la vivibilità degli spazi outdoor.
L’introduzione di sistemi di irrigazione automatica a settori, controllabili da remoto, semplifica la manutenzione e garantisce un apporto idrico costante in base alla tipologia vegetale.
Un ultimo aspetto, spesso sottovalutato, riguarda l’acustica del giardino: siepi sempreverdi, pannelli fonoassorbenti naturali e la disposizione di elementi d’acqua come fontane o cascate decorative creano un microambiente silenzioso e rilassante, ideale per il benessere psicofisico.
Decimo Compasso D’oro per Kartell con la sedia H.H.H., acronimo di Her Highest Highness, progettate da Philippe Starck. Il designer ha puntato su un concept unico: le varie identità che un singolo oggetto di design riesce a rappresentare.
Il compasso d’oro arriva di nuovo per Kartell dopo ben 24 anni. L’ultimo premio era stato riconosciuto nel 2001 per il divano Bubble progettato sempre da Philippe Starck.
Protagoniste del decimo Compasso D’oro le sedie Her Highest Highness, progettate anche stavolta da Philippe Starck richiamando un concept unico: le varie identità che un singolo oggetto di design riesce a rappresentare.
Facciamo un passo indietro…cosa è il Compasso D’oro?
Si tratta del più importante riconoscimento italiano in materia di design. E quest’anno ha assunto una veste tutta internazionale grazie alla collaborazione con il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 a Osaka.
Il tema scelto, “Designing Future Society for Our Lives”, sottolinea l’importanza di creare oggetti che non siano solo belli, ma anche sostenibili, innovativi e capaci di rispecchiare le esigenze di una società in continua evoluzione. Her Highest Highness rappresenta esattamente questa visione.
La cerimonia di premiazione si è svolta all’interno del Padiglione Italia, simbolo dell’ingegno e della creatività nazionale all’estero. Il 9 dicembre la cerimonia e le mostre saranno riproposte all’ADI Design Museum di Milano fino a gennaio 2026.
Kartell: un’evoluzione che conquista il mondo del design con la sedia H.H.H.
Con il suo design ricercato ed elegante, Philippe Starck ha saputo da sempre interpretare il futuro del mobilio con grande consapevolezza.
H.H.H. non è solo una sedia: è un simbolo di innovazione e stile. La collaborazione con Liberty® ha portato alla creazione di edizioni speciali rivestite con vivaci stampe floreali, grazie a una tecnologia di “graphic impression” di ultima generazione. Questa tecnica permette di trasferire pattern complessi su superfici curve e dettagliate, dando vita a quattro pattern floreali e geometrici declinati in diverse palette cromatiche. Il risultato è un oggetto che incanta e ispira, capace di trasformare ogni ambiente in un’espressione di personalità e raffinatezza.
Cerchi un arredo, un complemento o semplicemente vuoi saperne di più sul design? Leggi gli articoli della rubrica “Icone del design“.
La struttura, realizzata in materiali riciclati, si distingue per la sua leggerezza e solidità, frutto di tecnologie di iniezione all’avanguardia che permettono di ridurre gli spessori senza rinunciare al comfort.
La seduta, disponibile in diverse finiture eco-sostenibili, tra cui pelle riciclata con trattamento green, texture provenienti da fonti rinnovabili e finiture lucide nei colori bianco, nero, bordeaux, ruggine, senape, blu e verde, si presta a molteplici interpretazioni estetiche, rendendola un vero e proprio emblema di stile.
In definitiva, la sedia H.H.H. rappresenta molto più di un semplice arredo: è un esempio di come il design possa essere protagonista di un futuro più responsabile e consapevole, un oggetto estetico, eco-friendly e innovativo.
Questa premiazione segna per Kartell un traguardo importante, che sottolinea come l’azienda abbia saputo evolversi mantenendo saldi i propri valori di sostenibilità, tecnologia e innovazione continua.
I Compassi d’oro di Kartell
2025 - Sedia H.H.H. – Her Highest Highness. Philippe Starck 2001 - Divano Bubble Club. Philippe Starck 1994 - Contenitore Mobil. Antonio Citterio con Oliver Löw 1987 - Sedia sovrapponibile 4870. Anna Castelli Ferrieri 1979 - Kartell 1964 - Seggiolina per bambini K 1340. Marco Zanuso, Richard Sapper 1960 - Scolapiatti componibile KS 1171. Gino Colombini. 1959 - Spremilimoni KS 1481. Gino Colombini. 1957 - Tinozza rettangolare KS 1065. Gino Colombini. 1957-1963. 1955 - Secchio tondo con coperchio. Gino Colombini.
Nel cuore della California settentrionale, a Orinda, sorge la Miner Road
House, progettata da Faulkner Architects per una coppia di scienziati
ambientali trasferitisi dalle colline di Oakland con i loro due figli. La
scelta di vivere qui nasce da un forte impegno verso la sostenibilità, un tema
che ha guidato l’intero processo progettuale e che oggi definisce la
personalità della residenza.
La casa interpreta in modo contemporaneo l’equilibrio tra architettura moderna
e paesaggio, trasformando l’abitare in un’esperienza di connessione costante
con la natura. Non è soltanto un involucro efficiente, ma un organismo che
vive in relazione diretta con il contesto, modulando luce, visuali e materiali
per restituire un rapporto autentico con l’ambiente esterno.
Il progetto prende forma a partire da una ranch house degli anni ’50,
collocata in una radura ai piedi di una collina e vicina a un ruscello
stagionale. Faulkner Architects sceglie di mantenere l’impronta originaria
dell’edificio, riducendo al minimo scavi e interventi invasivi, e conservando
un unico elemento dell’abitazione preesistente: il camino, trasformato in un
corpo monolitico in cemento che oggi diventa fulcro compositivo e memoria del
luogo. Accanto alla casa, una maestosa quercia definisce la relazione con il
paesaggio, imponendosi come punto di riferimento naturale attorno a cui si
struttura il nuovo volume.
La distribuzione degli spazi è orientata alla massima fluidità. Il cuore
della casa è un ampio soggiorno a doppia altezza che incornicia il paesaggio
grazie alle grandi superfici vetrate, permettendo alla luce naturale di
permeare gli interni e di variare con il passare delle stagioni. All’esterno,
un deck ombreggiato diventa estensione naturale della zona giorno e si
trasforma in uno spazio di lavoro informale pensato per il comfort estivo. Gli
ambienti interni rispondono in modo essenziale ma accurato alle esigenze della
famiglia, mantenendo continuità visiva e materica con il contesto.
Uno degli aspetti più caratterizzanti della Miner Road House è la scelta
consapevole dei materiali, selezionati per la loro durabilità e per la
capacità di restituire un’estetica autentica. Il rivestimento esterno in
acciaio Corten stabilisce un dialogo diretto con il paesaggio circostante,
mentre pareti e soffitti in rovere introducono una matericità calda che
migliora anche il comfort acustico.
L’abitazione è progettata come net-zero house, ovvero con un bilancio delle
emissioni pari a zero, risultato raggiunto grazie a un sistema fotovoltaico
installato in copertura, a un elevato isolamento termico, a infissi ad alte
prestazioni e a una gestione dell’acqua piovana basata su cisterne che
alimentano usi non potabili e irrigazione. A completare questo approccio
integrato, un sistema di ventilazione a consumo ridotto con recupero
energetico assicura benessere interno e massima efficienza.
Il tema dell’architettura net-zero non è nuovo per il nostro blog: anche Villa
LCJN, raccontata in diversi articoli, esplora un approccio progettuale
orientato all’efficienza energetica e all’involucro performante. L’analisi
dell’orientamento solare, la modellazione dell’involucro e l’impiego di
strategie passive sono stati fondamentali per ottenere consumi ridotti e un
comfort stabile durante tutto l’anno, come approfondito in “Casa LCJN 7
– orientamento, involucro ed efficienza energetica”.
oppure esplorare l’intera raccolta dei contenuti a questo link: casa LCJN
Miner Road House rappresenta, nel panorama della residenza contemporanea, una
sintesi virtuosa tra sostenibilità reale, qualità progettuale e dialogo con il
paesaggio. È un esempio di come l’architettura possa evolvere verso modelli
abitativi responsabili, capaci di coniugare estetica, tecnologia e attenzione
per il contesto, offrendo una visione concreta di cosa significhi abitare in
armonia con la natura.
A Sustainable Home in Dialogue with Nature
In the heart of Northern California, in the quiet landscape of Orinda, Miner Road House stands as a finely crafted balance between contemporary architecture and environmental responsibility. Designed by Faulkner Architects for a couple of environmental scientists who moved from the Oakland hills with their two children, the house reflects their strong commitment to sustainable living, translated here into an architecture that listens, responds, and adapts to its surroundings.
Originally, the site hosted a modest 1950s ranch house set in a clearing at the base of a hill, near a seasonal creek. The architects chose a respectful approach: preserving the footprint of the existing building, minimizing excavation, and retaining a single meaningful element—the original fireplace—reinvented as a monolithic concrete volume anchoring the new design. A majestic Valley Oak beside the house becomes a natural landmark and an integral part of the architectural dialogue, influencing the building’s orientation, distances, and framed views.
At the heart of the project is a double-height living room, a generous volume defined by expansive glazing that captures shifting light, shadows, and greenery throughout the day. The connection between inside and outside is continuous and perceptible, shaping an everyday experience rooted in calm and openness.
An outdoor shaded deck extends the living area into the landscape and offers an informal workspace designed for comfort during the long Californian summer. Inside, spaces follow a simple and functional layout, shaped around the family’s real needs and a shared desire to inhabit the landscape rather than simply observe it.
The material palette plays a central role in the environmental strategy. Faulkner Architects selected Corten steel cladding for the exterior and white oak surfaces for walls and ceilings, improving acoustic performance and ensuring durability while maintaining a warm, essential aesthetic.
Miner Road House is conceived as a net-zero building, where the energy consumed is balanced by renewable energy produced on-site. The roof hosts a photovoltaic array, while the envelope integrates high-performance insulation and windows to reduce energy demand. The house also includes a rainwater harvesting system with storage tanks for non-potable uses and irrigation, and low-consumption ventilation systems equipped with heat recovery.
This approach mirrors strategies explored in several of our projects, such as Casa LCJN, where the design of the envelope, orientation, and energy systems is central to achieving a near net-zero performance. If you are interested in deepening this topic, you can explore the dedicated articles on Casa LCJN available here: Orientation, Envelope and Energy Balance and
La fine dell’anno si avvicina e come di consueto i più famosi brand di vernici hanno annunciato le tendenze colore 2026. Scopriamole in questo articolo.
Universal Khaki by Sherwin Williams
In attesa della proclamazione del colore dell’anno da parte dell’istituto più autorevole, il Pantone Color Institute™, prevista per inizio dicembre, abbiamo già qualche indizio. Basta dare un’occhiata alle scelte dei più famosi brand di vernici, che hanno già annunciato le tendenze colore 2026. Anche se, a mio modesto parere, il colore 2026 Pantone sarà ben diverso (io punto su un rosa cipria o un verde turchese, staremo a vedere).
Le scelte dei brand americani per il 2026
Le selezioni di colore per il 2025 sono state dominate da tonalità scure e intense di marroni, viola e malva. A suggellare il trionfo del marrone ci aveva pensato proprio Pantone, con il suo Mocha Mousse.
L’enfasi sui toni profondi e scuri nel 2025 sembra aver influenzato le scelte dei maggiori brand americani per il 2026, che continuano a puntare su neutri intensi o colori ricchi e profondi.
Per esempio Behr mantiene l’enfasi sui colori scuri e ricchi per il terzo anno di seguito, scegliendo per il 2026 Hidden Gem. La “gemma nascosta” è un verde giada profondo leggermente desaturato. I colori coordinati spaziano da neutri caldi a toni terrosi e scuri, che tentano di riscaldare una tinta decisamente fredda.
Benjamin Moore resta nella gamma dei marroni, e dopo il Cinnamon Slate del 2025 propone per il 2026 Silhouette, un marrone scuro proposto come alternativa al nero. Si tratta di un colore simile alla terra d’ombra bruciata con un sottotono carbone, che secondo il brand è adatto a contesti eleganti e sofisticati. Gli esperti di Benjamin Moore hanno selezionato una sobria palette di tonalità chiare e di mezzitoni da abbinare a Silhouette. La collezione si chiama “Refined Elegance”, e forse l’accostamento più riuscito è quello con Swiss Coffee.
Glidden propone Warm Mahogany, un rosso ricco e terroso, da abbinare a una palette che sembra ricalcare quella di Behr.
Per trovare un colore dell’anno luminoso e non troppo impegnativo dobbiamo affidarci a Sherwin-Williams, con il suo Universal Khaki. Definito come “classico semplice ed elegante”, Universal Khaki, un beige caldo e cremoso, che crea un’atmosfera avvolgente grazie ad un leggero sottotono giallo.
Tendenze colore 2026, i brand europei e l’assolo del blu
Per trovare tendenze colore 2026 che si discostano un po’ dobbiamo tornare in Europa. Si tratta del blu proposto dal brand del gruppo Akzo Nobel, Dulux. Anzi, si tratta di ben tre blu, raggruppati nella collezione “The Rhythm of Blues”.
I tre colori blu che Dulux ha selezionato come “hero blue colours” (eroi del blu) per le loro tendenze colore del 2026 sono:
Mellow Flow™ un blu carta da zucchero chiaro e arioso
Free Groove™, un blu carta da zucchero chiaro e arioso
Slow Swing™ un blu scuro quasi nero
In pratica, si tratta di tre diverse sfumature di indaco, che secondo Dulux offrono una scelta versatile e flessibile per spazi rilassanti e accoglienti.
Per gli abbinamenti, Dulux propone due scelte per ciascun colore, entrambe in contrasto sia per la temperatura di colore più calda, sia per le tonalità selezionate tra i colori complementari.
Il brand danese Jotun Lady, propone la collezione Soulful Spaces, articolata in tre palette, ognuna composta da otto tonalità selezionate per lavorare armoniosamente insieme. Approfondiremo la collezione Jotun in un articolo a parte, tuttavia vi facciamo notare che le suggestioni di oltreoceano trovano un’eco anche nel vecchio continente. Lo si vede nella tonalità Coffee, un marrone scuro che richiama il Silhouette di Benjamin Moore, o nel verde scuro di Wild Ivy, che ricorda l’Hidden Gem di Behr.
Pavimenti in palladiana: li hai trovati in casa e non sai da dove partire per valorizzarli? Quelle scaglie di marmo che disegnano trame irregolari raccontano una storia: basta poco per trasformarle nel punto di forza della tua casa.
Quando si eredita o si acquista una casa con più di cinquant’anni, può capitare di ritrovarsi davanti a pavimenti che raccontano una storia. Spesso la prima reazione è quella di coprirli, ma la verità è che molti di questi rivestimenti, come la palladiana, sono autentici tesori da valorizzare.
Come home stylist, ho visto spesso case trasformarsi completamente proprio grazie alla scelta di conservare e reinterpretare questi pavimenti d’epoca, trovando il giusto equilibrio tra memoria e contemporaneità.
Qui scopri come arredare con un pavimento in palladiana, come abbinarlo ai mobili e ai colori giusti e come armonizzarlo con il tuo stile personale.
Ciao, sono Federica, home stylist. Valorizzare i pavimenti originali è parte della mia missione.
La palladiana è un pavimento composto da scaglie irregolari di marmo o pietra naturale, incastonate in un letto di cemento o resina. Ogni tessera viene posata a mano e levigata in seguito, creando un mosaico unico, mai uguale a un altro.
È proprio questa imperfezione a renderlo così affascinante: il risultato è un effetto dinamico, ricco di sfumature e contrasti.
Spesso si confonde la palladiana con la graniglia o con il segato di marmo, ma si tratta di pavimenti diversi.
Nel terrazzo veneziano, i granuli sono finissimi e il risultato è una superficie quasi uniforme, simile a un monocromo punteggiato.
Nella graniglia, i frammenti sono piccoli e impastati insieme al cemento in piastrelle.
Nel segato di marmo le scaglie hanno tutte dimensioni anche molto diverse tra loro e vengono, come per la graniglia, amalgamate a formare delle piastrelle. Quindi, non vengono posate le singole scaglie di marmo, ma le piastrelle.
La palladiana, invece, è formata da tessere irregolari e con bordi frastagliati, di dimensioni abbastanza regolari, posate singolarmente. La fuga tra i frammenti di marmo è ben visibile e ampia.
La palladiana è più versatile di quanto si pensi: può adattarsi a stili diversi, se armonizzata con criterio.
Non è formale come un classico pavimento in marmo, quindi può reggere bene anche qualche elemento più natural o rustico (ma non prenderla come una regola generale, è sempre da valutare caso per caso).
Delinea un pattern un po’ disordinato, non schematico come quelli tipici dei pavimenti in cementine. Per questo, tutto quello che si trova al di sopra del pavimento può bilanciare il caos attraverso simmetrie, linee pulite e ordine visivo. No, non sto dicendo che devi avere interni minimal e noiosi, anzi!
Arredare con la palladiana significa trovare il giusto equilibrio tra il suo movimento visivo e gli elementi che lo circondano. Ecco qualche ispirazione.
Ruba i suoi colori e mescolali con i tuoi
Il punto di partenza è il colore del pavimento: puoi attingere ai colori delle scaglie di marmo e scegliere sfumature più chiare o più scure da ripetere, per esempio, sulle pareti o su mobili più grandi. Non farti da parte: il pavimento non deve essere una gabbia, ma una possibilità in più di creare contrasti cromatici introducendo i tuoi colori felici, quelli che ti fanno stare bene ogni giorno. Se non li conosci ancora, puoi scoprirli con il RAH test: uno strumento che ti aiuta a individuare le tinte più in armonia con la tua personalità, quelle che appartengono ai tuoi ricordi felici e che migliorano il tuo benessere in casa.
Una volta stabiliti tuoi colori di riferimento, calibra la palette affinché lo spazio rispecchi i tuoi gusti in termini di contrasti di chiaro e scuro e caldo e freddo.
Soffitto colorato. Il color capping non è solo un trend, ma una tecnica per portare lo sguardo verso l’alto. Funziona benissimo sia con pareti bianche che con pareti colorate. è vero che un soffitto più scuro delle pareti fa sembrare queste ultime un po’ più basse, ma è anche vero che non devi avere necessariamente un soffitto altissimo, per sposare questa scelta.
Pareti bicolor e finta boiserie. Puoi colorare le pareti di due colori: uno che parte dal battiscopa e sale fino a circa un terzo della parete (o di più, se preferisci) e un altro, che completa la parete fino al soffitto. Possono essere colori della stessa tonalità declinati in sfumature diverse oppure un neutro e un colore (ma, in realtà, le combinazioni sono infinite).
Porte colorate. Soprattutto se le tue sono porte originali in legno massello il mio consiglio è sempre di tenerle e magari ridipingerle. Quale occasione migliore di questa per scegliere una tinta diversa dal solito bianco RAL 9010? Questa scelta fa per te soprattutto se preferisci tenere le pareti bianche e aggiungere il colore attraverso arredi e accessori. Con la palladiana stanno benissimo anche porte in vetro e metallo colorato.
Il colore della fuga può diventare il colore guida della tua casa. Non di rado il materiale che intercorre tra una tessera di marmo e l’altra è nero o colorato. Bene, quel colore, se ti piace, può diventare un filo conduttore da ripetere in ogni stanza attraverso piccoli dettagli.
Che pavimento abbinare alla palladiana?
Se la palladiana è presente solo in una o alcune stanze della casa, quale pavimento accostare? Io ti suggerisco di evitare tutti i materiali “effetto qualcosa”, come grès effetto legno e marmo, pratici, ma non autentici, come invece è la palladiana. Meglio optare per un bel parquet oppure, per resina o microcemento che creano un effetto pulito e uniforme, enfatizzando la palladiana.
E lo so, probabilmente in casa hai trovato anche altri pavimenti particolari come graniglia o segato di marmo. Qui trovi un approfondimento su cosa mettere tra due pavimenti diversi, utile soprattutto se devi abbattere una parete e mantenere i pavimenti.
Quali materiali scegliere per i mobili, con un pavimento alla palladiana?
Legno. Il legno può esaltare o spegnere una palladiana, tutto dipende da luminosità, sottotono e tinta. Quello ben rifinito (non grezzo) sta meglio con il marmo. Per scegliere l’essenza è sempre bene analizzare con cura i colori del pavimento.
Vetro: quello cannettato porta modernità e linearità e si può usare su ante di vetrinette, porte o box doccia. In generale, il vetro apporta leggerezza e per questo si sposa bene anche con i pavimenti più variegati.
Metalli: sia i metalli preziosi come ottone e acciaio lucido, sia i metalli opachi colorati sono perfetti con la palladiana.
Tessuti: si presta a molteplici abbinamenti materici. L’unico elemento a cui fare un po’ attenzione sono le fantasie, che devono andare d’accordo con il pavimento.
Marmo: via libera a superfici come top della cucina o piano del tavolo, in uno dei marmi presenti nelle tessere.
Quale tappeto sul pavimento in palladiana interno?
Inserisci tappeti a tinta unita nelle zone in cui vuoi alleggerire la trama del pavimento. Non devono essere per forza chiari: puoi scegliere toni medi o scuri se hai bisogno di ancorare visivamente lo spazio o se stanno meglio con il pavimento.
Perché la palladiana funziona con gli stili moderno e mid-century
Modernariato, stile Mid Century e arredi moderni e monocolore dalle linee semplici o organiche, stanno benissimo con la palladiana.
Posso usare mobili moderni con un pavimento in palladiana? Se questo è il tuo cruccio, ti tranquillizzo subito. La risposta è sì. Gli arredi moderni dalle forme rigorose o sinuose alleggeriscono il pavimento, ma, allo stesso tempo lo valorizzano. Se vuoi vedere esempi di mobili e complementi perfetti per questo tipo di pavimento, dai un’occhiata al catalogo Hiro Design, che propone arredi a tinta unita di alta qualità in acciaio verniciato, made in Italy, dal design semplice e contemporaneo
Arredi di modernariato o in stile mid-century o anni ‘70 rappresentano un altro ottimo esempio di abbinamento con la palladiana. Le vibes sono quelle del primo ventennio della seconda metà del ‘900, periodo in cui la palladiana era molto popolare. Stanno bene insieme perchè le linee senza tempo di questi arredi eleganti sono inesorabilmente legate a quelle della palladiana.
Il suo nemico giurato? Se i tasselli sono in marmo, gli stili rustico e industrial: legni o metalli grezzi, pietre o mattoni a vista e arredi troppo lavorati tolgono leggerezza e fanno scivolare facilmente verso l’effetto “casa vecchia”, poco coerente con la natura elegante e artigianale della palladiana. Le tipologie di palladiana che reggono meglio questo stile sono quelle in pietra o in porfido e quelle in marmo costituite da tinte neutre e chiare.
Prendi comunque questo discorso con le pinze, perchè un buon progetto d’arredo può sicuramente aiutarti a mettere d’accordo il tuo stile preferito con il pavimento e gli altri elementi fissi della casa.
Come valorizzare un pavimento in palladiana rovinato
Se la tua palladiana mostra segni di usura, niente panico: è un materiale che si presta bene al restauro. La levigatura può eliminare graffi e opacità, riportando alla luce le venature naturali del marmo.
La lucidatura è utile per riportare brillantezza al marmo. Se una tessera della tua palladiana si è staccata, è possibile riattaccarla con prodotti specifici.
Hai un pavimento in palladiana e non sai come abbinarlo ai colori e agli arredi della tua casa? Scopri le mie consulenze di home styling online: ti aiuto a valorizzare quello che hai già, rendendo la tua casa unica, accogliente e coerente con il tuo stile.
Quante volte hai sentito parlare di palette colori per la casa? E quante volte, guardando palette (e interni di case) su Pinterest o Instagram, hai pensato: “Bellissime… ma io come faccio a creare la mia?” Ti capisco bene: quando si tratta di scegliere colori per gli ambienti in cui viviamo davvero (e non immagini perfette create ad-hoc per il web e le riviste), la paura di sbagliare è dietro l’angolo. Paura di rovinare o peggiorare la situazione, di fare acquisti sbagliati, di ritrovarsi con uno spazio che “non funziona” e non saperne il perché. In questo articolo ti mostro 3 modi semplici ed efficaci per scegliere (o costruire) la palette colori della tua casa. (Se non sai cos’è una palette colori, ti invito a leggere questo articolo).
Se stai arredando casa, o rinnovandola, potresti riconoscerti in una di queste situazioni:
Guardi la tua casa e senti che c’è qualcosa che stona, anche se non sai cosa.
Hai paura di comprare qualcosa e poi pentirti.
Hai tante idee… ma non sai metterle insieme.
Vorresti una casa accogliente, coerente e che ti rappresenti, ma non sai da dove partire.
È normale.
Siamo bombardati da immagini bellissime, ma nessuno ci dice come tradurre quel risultato nelle nostre stanze reali, con budget, arredi già presenti e dimensioni di case “normali”.
Non devi essere un interior designer per creare la tua palette colori. Hai solo bisogno di una guida e di un metodo semplice.
Immagina quando ti sarà tutto chiaro
Tra qualche settimana potresti:
Entrare in casa ed essere accolta da uno spazio armonioso.
Notare ogni colore è al suo posto.
Sentirti rilassata, ispirata, orgogliosa del risultato.
Vedere arredi dialogano tra loro.
Trovare spazi con personalità, senza essere pesanti o confusi.
E soprattutto: hai scelto tu, consapevolmente. Non copiando, ma creando uno spazio che ti rappresenta davvero.
Ti va di scoprire come si fa?
Prendi carta e penna che partiamo!
Prima di tutto: osserva la tua stanza
Non si può fare un progetto senza considerare il contesto e gli elementi esistenti.
Osserva la tua stanza, per il momento prendiamo in esame una stanza sola, ad esempio il salotto.
Osserva i materiali della stanza e trascrivili in colori.
Fai un elenco, prendi proprio carta e penna e annota:
Colore pavimento
Colore pareti
Colore porte e infissi
Colori prevalenti degli elementi di arredo presenti (legno, metallo, tessuti, vetro)
Già mettere nero su bianco questi, ti aiuta a fare chiarezza, essere consapevole dell’esistente e già guadare la tua casa in modo diverso.
Ora entriamo nel dettaglio e vediamo insieme i tre tipi di scenari che potresti trovarti davanti e come puoi “affrontarli” per scegliere (o costruire) la palette colori della tua casa.
MODALITÀ #1
Hai arredi esistenti che ti piacciono, ma qualcosa non va (applicazione sbilanciata)
Hai già mobili, magari li hai portati dalla casa precedente, oppure li hai scelti quando avevi gusti diversi. Bene o male ti piacciono, funzionano abbastanza bene… ma lo stesso senti che non ti rappresentano al 100%.
Vuoi cambiare aria, stile, carattere, ma:
non vuoi buttare via tutto
vuoi aggiungere personalità
temi di fare scelte troppo azzardate
Quando fai la lista dei colori, probabilmente scopri che sono tutti neutri… magari neutri e chiari. E i neutri sono bellissimi e versatili, ma se non sono bilanciati, diventano piatti e anonimi…
Come lo risolvi
Hai due strade:
Vuoi aggiungere colore?
Perfetto.
Scegli un colore che ti emoziona davvero, aiutandoti con:
Pinterest, digitando parole chiave come: colore interni, colore casa, (nome colore) interni o (nome della stanza), ecc…
Un solo colore ben scelto cambia tutto.
Vuoi rimanere neutra ma con stile?
Allora aggiungi un accento neutro, ma scuro:
Nero
Marrone scuro
Grigio grafite
Perché se tutto è neutro, senza un punto di contrasto lo spazio risulta piatto. Dettagli scuri invece aiutano a dare profondità e a rendere lo spazio certamente più interessante e armonico.
Guarda nell’immagine qui sopra come solo scurendo alcuni elementi percepisci immediatamente la profondità dello spazio, gli arredi non sembrano più allo stesso livello e quindi piatti.
Le 3 combinazioni cromatiche che funzionano sempre
Palette totalmente neutra, con all’interno un tono neutro scuro
Palette prevalentemente neutra + 1 colore di accento
Palette neutra + 1 colore di accento + 1 altro colore a contrasto
Una volta che avrai definito la tua palette colori, ovvero i colori principali della tua stanza, sarai molto più facilitata nella scelta degli elementi di arredo, meglio ancora se accompagni la palette colori da una moodoboard, impaginando su Canva le immagini selezionate e meglio ancora anche da una material board.
Scoprirai che scegliere la palette colori per la tua casa non è più un salto nel vuoto, ma un processo consapevole:
Osservi
Capisci cosa manca
Definisci la direzione
Aggiusti o costruisci la tua palette
Prendi decisioni con sicurezza
E soprattutto, la tua casa inizia davvero a parlare di te.
Questo dell’immagine qui sotto è un salotto con una palette colori ben definita e ben applicata nei vari elementi di arredo. Osserva attentamente ogni tacca colore e guarda come quel colore viene ripetuto qua e là all’interno dello spazio: è questo il segreto di un interno cromaticamente armonico.
Esaminiamo nel dettaglio:
– L’arancione lo ritroviamo nel cucino, nel plaid, nel fiore, nell’immagine sul poster, nella candela sul tavolo, nella coperta sul letto (a destra) – Il beige nel portavaso nella pianta, nel legno del tavolino, nelle cornici dei poster, nel plaid – Il bianco sporco nelle pareti, nel divano, nel tappeto e nel vaso – Il nocciola chiaro nel cuscino e nello sfondo dei poster – Il nocciola scuro nel quadro grande e nel pavimento – Il verde nel fogliame della pianta a sinistra e nel vaso sul tavolino
Ora tocca a te, osserva il tuo salotto e poniti queste 2 domande:
Da quante tacche colore è composta la palette?
I singoli colori sono ripetuti e disposti qua e là all’interno dello spazio?
Se ti fa piacere, ti leggo (e rispondo) qui sotto nei commenti.
Buon lavoro e ti lascio scegliere la palette colori per la tua casa.
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Stai ristrutturando un bagno ed è arrivato il momento di scegliere i sanitari. A terra o sospesi? I modelli sospesi sono attualmente i più diffusi, ma tu senti, con quella lucidità istintiva che non sbaglia, che i sanitari a terra fanno al caso tuo. Ascoltati: non sei in controtendenza.
I modelli a terra contemporanei hanno forme eleganti ed essenziali e in molte situazioni rappresentano la scelta più sensata: quando stai lavorando con uno scarico esistente e il budget è già provato dalla ristrutturazione, o semplicemente quando desideri qualcosa di solido, affidabile e coerente con il tuo gusto.
Siamo abituati a pensare ai sospesi come la norma, ma ciò che è più popolare non è una soluzione valida per tutti e, credimi, oggi il mercato offre sanitari a terra davvero notevoli.
Quando scegliere i sanitari a terra (e perché smettere di demonizzarli)
Sono diversi i casi in cui i sanitari a terra sono preferibili a quelli sospesi. Vediamone quattro.
1. Estetica attuale
I modelli filomuro di ultima generazione, con linee morbide o più geometriche, sono eleganti quanto i sospesi. Nel bagno moderno, la differenza estetica è ormai sottile.
2. Sono spesso più convenienti
Un vantaggio enorme quando stai concludendo una ristrutturazione e non vuoi aprire altri capitoli. L’installazione è più semplice e, in molti casi, anche meno impattante sul budget.
3. Con gli scarichi preesistenti sono impeccabili
Se stai ristrutturando o rinnovando un’abitazione storica con scarico a pavimento, si collegano in modo diretto, pulito e immediato. In molte ristrutturazioni puoi mantenerli senza modificare l’impianto.
4. Offrono una solidità rassicurante
La base appoggiata a terra dà una sensazione di stabilità piena. Per molte persone è un valore imprescindibile, non un dettaglio.
L’evoluzione dei sanitari a terra
Per anni li abbiamo considerati tradizionali, ma oggi hanno fatto un salto enorme: proporzioni più curate, ceramiche migliorate, sistemi di scarico ottimizzati. Con i modelli filomuro non esiste più quel vuoto complicato tra sanitario e parete. La superficie continua è più ordinata, gestibile e pratica nella quotidianità.
Materiali e finiture diverse
La ceramica si conferma il materiale più igienico, resistente e durevole. Opaco o lucido? Ecco cosa cambia davvero.
Opaco: più contemporaneo e maschera meglio impronte e gocce.
Lucido: riflette la luce, alleggerisce, ottimo nei bagni piccoli o poco luminosi.
Ritorno al colore (finalmente)
I sanitari colorati sono di nuovo sul mercato ed è un ritorno sensato che aspettavo da molto. Le case stanno diventando troppo neutre, troppo simili tra loro. Il colore nel bagno aggiunge identità e carattere, senza trasformazioni radicali.
I sanitari a terra si inseriscono con naturalezza in qualunque stile d’arredo: sono versatili, equilibrati e capaci di dialogare con materiali, colori e proporzioni molto diverse. La scelta più importante non è il “modello” in sé, ma la forma, perché definisce il carattere del bagno e crea continuità con ciò che già hai in casa.
Se ami le linee morbide: scegli i modelli stondati
Le forme arrotondate hanno una presenza più gentile e accogliente. Funzionano benissimo quando l’ambiente contiene già elementi organici:
mobili con angoli smussati,
specchi ovali o a goccia,
lampade con profili curvi,
texture naturali e un mood leggermente retrò.
A livello visivo, il sanitario stondato alleggerisce e addolcisce lo spazio: è perfetto se desideri un bagno più fluido e meno rigido nelle geometrie.
Se preferisci linee pulite: scegli i modelli squadrati
I modelli squadrati hanno un’estetica più architettonica e rigorosa. Offrono una presenza grafica nitida e si armonizzano con ambienti che puntano alla linearità:
mobili minimal senza maniglie,
superfici sottili e ben definite,
piastrelle rettangolari o con pattern geometrici, come le cementine esagonali o quelle che formano un pattern a cubi,
arredi ispirati al contemporaneo, al mid-century più essenziale, ma anche al vintage.
La loro forma più decisa aiuta a creare ordine visivo, soprattutto in bagni con volumi netti e proporzioni chiare.
Un principio semplice (ma potentissimo) per far funzionare tutto
Ripetere la stessa tipologia di forma, morbida o squadrata, in tutta la casa crea un filo conduttore coerente. È un trucco da stylist che rende l’ambiente più curato e personale, dando la sensazione di un progetto pensato nel dettaglio.
Funzionalità e comfort: i dettagli che contano davvero
Oltre all’aspetto estetico, la funzionalità rappresenta un criterio decisivo nella scelta. Ecco i fattori interessanti da ricercare nei tuoi nuovi sanitari da terra.
Scarico efficiente. Le nuove tecnologie di scarico, ad esempio, assicurano una maggiore efficienza idrica, riducendo il consumo d’acqua e migliorando la silenziosità.
Rimless (senza bordo). Molti modelli sono dotati di sistemi rimless, cioè privi di bordo interno, che impediscono l’accumulo di sporco e facilitano la pulizia quotidiana.
Chiusura rallentata: piccolo dettaglio che aumenta la comodità e la durata del prodotto.
Modelli ibridi. Accanto ai modelli tradizionali, si diffondono versioni ibride che combinano l’estetica dei sanitari sospesi con la solidità dei modelli a terra. L’obiettivo è offrire il massimo comfort con un impatto visivo leggero.
Soluzioni in set. Molte collezioni propongono set completi, in cui vaso, bidet e lavabo condividono lo stesso linguaggio stilistico. Si tratta di una scelta particolarmente indicata per chi desidera un bagno coerente e dal carattere definito, senza dover ricorrere a soluzioni personalizzate.
Sanitari a terra e bagni piccoli
Nei bagni di piccole dimensioni, la compattezza diventa un elemento essenziale: alcuni produttori offrono versioni salvaspazio.
I sanitari a terra standard hanno profondità che oscillano di solito tra 52 e 56 cm. I modelli salvaspazio, invece, sono progettati per ridurre l’ingombro senza sacrificare il comfort: la profondità scende spesso a 45-48 cm, con un risparmio reale di fino a 7-10 cm. Può sembrare poco, ma in un bagno piccolo fa una differenza enorme: permette passaggi più agevoli, apre visivamente lo spazio e rende più funzionale anche la disposizione dei mobili. Se il bagno è stretto o se la porta si apre verso l’interno, i sanitari compatti diventano una scelta intelligente, pratica e sorprendentemente elegante.
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Organizzare materiali artistici non è facile, soprattutto se sei una persona creativa che tende a comprare senza pensarci troppo. Colori di ogni tipo, matite, pennelli, fogli, pastelli, righelli… spesso finiscono sparsi in tutta la casa. Il risultato è che quando arriva l’ispirazione ti ritrovi a cercare tra cassetti, scatole e pile di carte, perdendo tempo ed energia.
Un ambiente caotico non solo rallenta, ma pesa anche sulla mente. Al contrario, sapere dove si trova ogni cosa rende più semplice iniziare, concentrarsi e portare a termine i progetti. Dopo il decluttering, il passo successivo è creare un sistema che ti aiuti davvero a gestire i materiali artistici giorno dopo giorno.
Colori: come organizzare materiali artistici senza sprechi
I colori sono la parte più entusiasmante ma anche la più difficile da gestire: tubetti mezzi secchi, tempere dimenticate, acquerelli che girano da una stanza all’altra. Il primo consiglio è separarli per tipologia — acrilici, acquerelli, tempere, oli — e riporli in scatole trasparenti o cassettiere etichettate.
Controllali periodicamente: se un colore è secco o inutilizzabile, liberati dello spazio che occupa. Ricorda che i contenitori chiusi e ordinati evitano di comprare doppioni perché ti mostrano subito cosa hai. Un trucco utile: tieni i colori che usi più spesso in un vassoio dedicato, a portata di mano, mentre le scorte possono stare in contenitori chiusi.
Trattare sempre il materiale con cura
Pennelli e strumenti da disegno: cura e manutenzione
Per organizzare materiali artistici non basta trovare un posto, serve anche mantenerli in buone condizioni. I pennelli, ad esempio, vanno lavati subito dopo l’uso (sapone neutro e acqua tiepida per acrilici e oli, acqua pulita per acquerelli) e lasciati asciugare in orizzontale o con le setole verso il basso. Poi riponili in barattoli o in astucci arrotolabili con scomparti separati.
Gli strumenti da disegno — matite, temperini, pastelli, carboncini, righelli, gomme — tendono a sparpagliarsi ovunque. Suddividili in scatole con divisori o in astucci rigidi: le punte non si rovinano e sai sempre cosa hai. Un’idea utile è preparare un kit base con matite, temperino, gomma e righello: così, anche nei momenti di caos, hai subito a portata gli strumenti essenziali.
Fogli, sketchbook e tele: protezione e ordine visibile
La carta è delicata e se non la organizzi rischia di stropicciarsi o rovinarsi. Fogli e cartoncini singoli vanno conservati in cartelline rigide o portadisegni piatti, etichettati in base alla grammatura o alla destinazione d’uso (acquerello, schizzo, disegno tecnico). Gli sketchbook, invece, si conservano bene in verticale su una mensola o in scatole etichettate, separando quelli in corso da quelli finiti.
Le tele occupano spazio e meritano una gestione a parte: conservale in verticale con un divisorio, dividendo quelle vuote da quelle già dipinte. Se hai quadri in corso, coprili con carta velina o fogli protettivi per evitare polvere e graffi.
Soluzioni salva-spazio per piccoli ambienti
Non tutti hanno un atelier o uno studio. Se lavori in spazi condivisi, i carrellini multipiano sono ideali: sul ripiano inferiore puoi tenere i blocchi e i fogli più grandi, su quelli intermedi i barattoli di pennelli e temperini, su quello superiore i colori che usi più spesso. Così tutto si muove con te e non invade la casa.
Anche le scatole trasparenti impilate sono utilissime, a patto di etichettarle chiaramente. L’obiettivo è sempre lo stesso: aprire e trovare subito ciò che ti serve, senza dover svuotare mezza stanza.
Carrellino multipiano salvaspazio
Organizzare materiali artistici: da caos a ispirazione
Organizzare materiali artistici non significa diventare maniaca dell’ordine, ma semplificarti la vita creativa. Pennelli puliti, matite appuntite, fogli protetti: piccoli gesti che fanno una differenza enorme. Uno spazio ordinato ti restituisce tempo ed energia, e ti permette di dedicarti al meglio a ciò che ami davvero: creare.
Se però ti senti sommersa da scatole, colori e fogli, non preoccuparti: non sei la sola. Possiamo lavorare insieme per costruire un sistema pratico e su misura per te, con una consulenza personalizzata anche a domicilio. Scrivimi e trasformiamo il tuo caos artistico in uno spazio ordinato e ispirante.
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Quando, nell’estate del 2024, ci è stato affidato l’incarico di trasformare un
edificio industriale dismesso di circa 1.500 mq nella nuova sede del Balletto
di Roma a Monterotondo, abbiamo scelto di partire dall’ascolto: delle esigenze
della scuola di danza, del ritmo del loro lavoro quotidiano, dell’identità che questa realtà porta
con sé.
Per noi di CAFElab Architetti, progettare questi spazi ha significato immaginare un luogo in cui danza,
formazione e comunità potessero convivere con naturalezza.
Il cuore dell’edificio: spazi fluidi e relazioni
L’edificio originale presentava vincoli e potenzialità: una lunga parete
vetrata affacciata su via Salaria — in parte oscurata da vecchi cartelloni
pubblicitari e superfetazioni — e tre facciate quasi cieche con ingressi poco
leggibili. All’interno, la struttura in cemento armato con ampie campate
prometteva piena libertà distributiva.
L’accesso alla scuola è oggi un piccolo gioco percettivo: da un ingresso
discreto si attraversa un vestibolo di altezza contenuta, per poi aprirsi
improvvisamente nel grande vano centrale, uno spazio a tutta altezza che
diventa cuore e bussola dell’edificio. Questo ambiente luminoso accoglie e
orienta, intrecciando i percorsi quotidiani di allievi, docenti e
visitatori.
Qui ogni elemento è progettato per favorire comfort e riconoscibilità: la
reception centrale separa i visitatori dagli studenti, un divanetto su misura,
nel caratteristico arancione istituzionale, introduce il codice cromatico che
accompagna tutto il progetto.
Un portale colorato accoglie i più piccoli nelle loro aree dedicate,
diventando un riferimento immediato e un segno giocoso che dà continuità a un
luogo costruito sulle relazioni.
Volumi, trasparenze e visione urbana
Sul fronte di via Salaria si apre la grande superficie vetrata che ospita la
sala danza principale, uno spazio ampio e luminoso, trasformabile in due
ambienti indipendenti grazie alle pareti mobili. Durante il giorno, la vetrata
riflette il ritmo della strada; al tramonto, si accende come una lanterna
urbana, rendendo visibile la coreografia di gesti e movimenti che anima
l’interno. Un dialogo costante con la città, che restituisce al contesto un
frammento di vita artistica in evoluzione.
Materiali, esperienza e comunità
La selezione dei materiali risponde a criteri di prestazione tecnica,
durabilità e identità progettuale. Le pavimentazioni Harlequin garantiscono
sicurezza e comfort per i danzatori; l’illuminazione Disano assicura una resa
luminosa controllata e uniforme, sia nelle sale sia nelle aree di passaggio.
Il risultato è un ambiente pensato per sostenere la pratica quotidiana, ma
anche per diventare punto di riferimento culturale e sociale per la comunità
locale.
Attività: progettazione architettonica, direzione lavori, arredi su
misura;
Prodotti e materiali: pavimentazioni Harlequin, illuminazione
Disano.
Balletto di Roma in Monterotondo: architecture for dance
In the summer of 2024, we were entrusted with transforming a 1,500 m²
disused industrial building into the new headquarters of the Balletto di
Roma in Monterotondo. From the very beginning, we chose to listen— to the
needs of the company, to the rhythm of their daily work, and to the identity
that this institution brings with it. For us at CAFElab Architetti, designing these spaces meant imagining a place where dance, education,
and community could coexist naturally.
The Heart of the Building: Fluid Spaces and Connections
The existing structure presented both constraints and opportunities: a long
glazed wall facing Via Salaria—partially hidden by old billboards and
additions—and three almost blind facades with barely readable entrances.
Inside, the reinforced concrete frame with wide spans offered generous
freedom for spatial reorganization.
Today, the entrance to the school unfolds as a subtle perceptual sequence:
from a discreet access point, one passes through a low vestibule that
suddenly opens into the large central hall, a double-height space that
becomes the core and compass of the entire project. This luminous
environment welcomes and guides, weaving together the daily paths of
students, teachers, and visitors.
Every element is designed to support comfort and identity: the central
reception defines flows, while a custom-designed bench in the institution’s
signature orange introduces the chromatic code that runs throughout the
project.
A colored portal guides younger students toward their dedicated areas,
becoming an immediate and playful landmark that reinforces the relational
character of the building.
Volumes, Transparency, and Urban Presence
On the Via Salaria front, a large glazed façade reveals the main dance
studio—a spacious, bright environment that can be divided into two
independent rooms thanks to movable partitions. During the day, the glass
surface reflects the pace of the street; at dusk, it glows like an urban
lantern, offering passersby a glimpse of the gestures and movement unfolding
inside. A continuous dialogue with the city that returns to the urban fabric
a fragment of artistic life in evolution.
Materials, Experience, and Community
The selection of materials follows criteria of technical performance,
durability, and identity. Harlequin flooring ensures safety and comfort for
dancers; Disano lighting provides uniform and controlled illumination both
in the studios and in shared areas.
The result is an environment conceived to support daily practice while
becoming a cultural and social reference point for the local community.
L’Agriturismo Corte Pravecchio è un progetto che Fonde tradizione e modernità, anche grazie agli arredi di design firmati Carl Hansen & Søn.
All’agriturismo Corte Pravecchio il caos cede il suo posto al silenzio, alla lentezza ad attimi vissuti a pieno attraverso l’orologio del sole e della natura. Si scopre la raccolta dell’uva, la vendemmia e tutti i doni che ci regala la terra che vengono festeggiati a colazione, a pranzo, godendosi un picnic.
È questa l’atmosfera che si respira in questa location, immersa tra le querce e le vigne veronesi. Nato dal sogno di una giovane coppia, Mia Trentini e Ivan Reinalter, rappresenta un perfetto connubio tra connessione con la natura, innovazione e design di alta qualità.
Agriturismo Corte Pravecchio: il progetto
Il progetto di Corte Pravecchio, firmato dallo studio di design bolzanino Rural Urban e guidato dal designer Alexander Demetz, trasforma un antico casale del XVII secolo, un tempo dimora di zatterieri, in un’oasi di eleganza sostenibile.
La struttura si compone di due parti: il tradizionale casale che conserva la sua autenticità storica e una moderna struttura con sei suite, pensata come omaggio alla vita rurale italiana.
La luce naturale viene accolta nelle camere tramite grandi vetrate e la palette di colori prevalente richiama colori nude e naturali come il verde delle foglie. Ma anche il rosa antico che si contrappone al verde in ogni elemento d’arredo, perfino il plaid sulle poltrone. A questi colori si accompagna il calore indiscusso del legno che rende ogni camera un rifugio in cui sentirsi totalmente coccolati.
La scelta di materiali naturali, come mattoni in canapa, calce grezza e legno locale testimoniano la volontà di rispettare l’autenticità, oltre l’impegno verso la sostenibilità. Dettagli architettonici come antichi archi e logge richiamano la tradizione locale. Il pavimento in cemento levigato e la parete in vetro che collega la sala colazioni alla cantina dei vini , coniugato agli elementi in terracotta traforata, sottolineano il legame tra memoria storica e contemporaneità.
Design di interni con Carl Hansen & Søn: eleganza danese tra natura e comfort
Spostandosi sulle componente arredo, firmata Carl Hansen & Søntutto è giocato sul motivo delle righe, che caratterizzano i vasi, i tappeti, fino alle lampade che scendono lungo la spalliera del letto. Il motivo a righe si ritrova nel cannettato in legno verticale della parete dietro il letto, e nel design degli armadietti sospesi e ancorati al pavimento attraverso un sottile cilindro di legno.
In sala da pranzo spiccano le iconiche sedie Carl Hansen & Søn CH24, simbolo del design nordico, mentre le aree relax delle camere presentano sedie CH24 Cuba Chair MG501 e sofa Sideways RF1903, creando ambienti intimi e accoglienti. All’esterno, sedie AH501 abbinate ai tavoli AH902 completano il progetto di interior, favorendo un’armonia tra spazio interno ed esterno.
Crediti-Progetto: Agriturismo Corte Pravecchio:
Sito web: cortepravecchio.it Location: Valeggio sul Mincio(VR) Studio di design: Rural Urban Arredi: Carl Hansen & Søn (12 sedie CH24,12 sedie AH501, 6 tavoli AH902, 6Cuba Chair MG501, 3 sofaRF1903) Fotografo: Franziska Unterhol