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2 Ottobre 2025 / / diotti.com

Tappeto a pelo lunga viola tinta unita con cuscini e tavolino

Letto matrimoniale in velluto color blu ottanio e tavolino-comodino

 

Sfumature pastello e tinte vivaci, cromie eleganti che, combinate tra loro, assicurano progetti d’arredo dal design intrigante: i colori di tendenza dell’autunno/inverno 2025/26 sono finalmente arrivati.

A rendere nota la selezione è stato Pantone: ispiratosi alle suggestioni della New York Fashion Week, il celebre Color Institute ha individuato 15 trend color che influenzeranno il settore della moda, della cosmetica, della grafica pubblicitaria e, non da ultimo, dell’arredamento e dell’home decor.

Secondo gli esperti, gli ambienti domestici verranno invasi da tocchi di blu, viola melanzana, bordeaux, verde oliva, bronzo, rosa cipria – colori classici e contemporanei che, sapientemente abbinati tra loro, daranno vita a risultati estetici e progetti formali di grande impatto.

Non perdere l’occasione di lasciarti ispirare: scopri come usare al meglio i nuovi colori con le moodboard realizzate dai nostri Interior Designer.

 

Colori di tendenza A/I 25/26

 

A/I 2025/26: i Color Trend di Pantone

Color trend Pantone della stagione autunno/inverno 2025/2026
Colori di tendenza A/I 2025/2026 secondo Pantone

Color trend Pantone della stagione autunno/inverno 2025/2026
Colori di tendenza A/I 2025/2026 secondo Pantone

In attesa che Pantone riveli quale sarà il Color of the Year 2026, si viene accolti da due palette molto diverse tra loro, ma non per questo meno invitanti.

La prima, quella dedicata ai 10 colori stagionali, è una palette profonda e avvolgente in cui predominano cromie tipicamente autunnali: bordeaux, marroni e rossi, declinati in sfumature che evocano il colore dell’uva, delle castagne, dei boschi all’inizio del foliage.

Color trend Pantone della stagione autunno/inverno 2025/2026

 

La seconda, che contiene solo 5 variazioni cromatiche, è una palette dai toni invernali rassicuranti. Il bianco ottico, colore della neve, è riscaldato da vinaccia, blu regale e testa di moro, a ricordo di atmosfere sognanti e silenziose.

 

Colori in arredamento: palette e abbinamenti

Secondo Leatrice Eiseman, Executive Director del Pantone Color Institute, i colori selezionati da Pantone sono intrisi di un glamour senza artifici, […] accessibili e alla mano, e per questo sono adatti a entrare nelle case, vestire gli arredi, fare parte del quotidiano.

Riscoprendo il colore come elemento familiare, Pantone invita a non cercare ispirazione nel nuovo, bensì a partire dal classico per dare adito a reinterpretazioni contemporanee autentiche e trasformare, così, il soggiorno, il salotto, la camera da letto, persino il bagno padronale.

Mobili personalizzati, finiture e materiali con cui esprimere il proprio stile: il colore diventa protagonista di progetti d’arredo su misura, in cui ogni tinta, sfumatura o tonalità è accuratamente selezionata per garantire un risultato armonioso ed equilibrato.

 

Hot Chocolate, Marrone | Pantone 19-1325

Palette cromatica diotti.com con Hot Chocolate di Pantone


 

PER PANTONE È: una tonalità di marrone intima e accogliente, che evoca pensieri di indulgenza in sognanti contesti decadenti.

DA ABBINARE A: talpa, amaretto, tan, tartufo.

IDEE D’ARREDO: Hot Chocolate è un colore avvolgente e caloroso dalla grande versatilità, caratteristica che lo rende particolarmente adatto alle zone giorno contemporanee.

Ottima alternativa al nero – con cui crea un abbinamento a dir poco sofisticato – è una tonalità di marrone particolare: nasconde al suo interno una punta di rosso, un segreto cromatico che ne fa il perfetto compagno di grigi talpa, piombo o antracite, oltre che la cromia ideale per riscaldare un ambiente conviviale come la cucina, il soggiorno, il living.

In spazi piccoli o poco luminosi, può essere adottato a piccole dosi, ad esempio come rivestimento di uno sgabello alto per piano bar con seduta imbottita dal design contemporaneo.

 

Lemon Grass, Verde | Pantone 12-0626

Palette cromatica diotti.com con Lemon Grass di Pantone


 

PER PANTONE È: un verde limone con una delicata nota floreale tendente al dolce.

DA ABBINARE A: solidago, guacamole, verde bottiglia, pinolo.

IDEE D’ARREDO: il verde è un colore dai mille pregi. È rilassante, è elegante, è unisex, è versatile, non conosce limiti di utilizzo né abbinamenti sbagliati. Non è difficile immaginare perché Pantone lo abbia inserito, ancora una volta, tra i color trend della stagione invernale.

Nello specifico, Lemon Grass è un verde chiaro che strizza l’occhio al lime e al Chartreuse, benché sia privo della tipica luminosità dei gialli. Più desaturato di un pastello, funziona alla perfezione come tinta di base su cui costruire una palette cromatica ton sur ton. Accompagnato da verdi di gradazione diversa (dal chiaro olivastro allo scuro pino), restituisce un’immagine coordinata che trova collocazione in una sala da pranzo dallo stile nordico, ad esempio sotto forma di un tavolo con piano in marmo decorativo.

Si abbina con facilità al legno naturale e al grigio perla, finiture che ne confermano lo stretto legame estetico che nutre con le tendenze scandinava o hygge.

 

Bronze Brown, Bronzo | Pantone 18-0937

Palette cromatica diotti.com con Bronze Brown di Pantone


 

PER PANTONE È: un marrone dorato e splendente, che ricorda l’autentica eleganza dei minerali grezzi.

DA ABBINARE A: canapa, cedrata, verde canna, grigio vaio.

IDEE D’ARREDO: Bronze Brown è una cromia interessante ma sottovalutata, che Pantone ha voluto rispolverare inserendola tra i colori moda dell’autunno 2025. Come dice il nome, si tratta di un marrone chiaro tendente al bronzo, tonalità che abbiamo imparato ad amare nelle varianti metallizzate esaltate da estetiche sofisticate come il quiet luxury.

Più luminoso di un colore terroso, porta con sé suggestioni naturali e grezze, tanto da creare abbinamenti interessanti con i legni chiari, le sfumature neutre, i colori freddi. Insieme a verde, beige e grigio, perfeziona il design di un letto matrimoniale a effetto sospeso che fa della leggerezza la sua chiave di volta.

Perfetto come colore principale, risulta indicato anche come cromia secondaria o terziaria, a patto di valorizzarne la presenza con rimandi cromatici tra i vari elementi dell’ambiente che lo accoglierà.

 

Poppy Red, Corallo | Pantone 17-1664

Palette cromatica diotti.com con Poppy Red di Pantone


 

PER PANTONE È: un rosso chiaro, vero e sensuale che non teme di celebrare la sua vivacità.

DA ABBINARE A: ghiaia, platino, carta da zucchero, ceruleo.

IDEE D’ARREDO: Poppy Red, o rosso papavero, è la voce fuori dal coro della selezione di Pantone. Colore che ha poco a che vedere con la stagione invernale, è la sferzata di energia che anima e illumina con un certo vigore il resto della palette (grigio, azzurro polveroso, blu acciaio).

Vivace, splendente e compatto, è una tonalità scarlatta che sembra emergere dalla fusione delle sue varianti più conosciute: corallo, melograno, cremisi. Catalizzatore di attenzione, come tutti i rossi ha poteri stimolanti che ne suggeriscono l’impiego in ambienti conviviali, condivisi o deputati ad attività ricreative.

Per conquistare anche la zona notte, Poppy Red deve essere impiegato con moderazione. Entra in punta di piedi in camere e camerette moderne senza rubare la scena, ad esempio come profilo decorativo di un letto tessile con testiera a cuscini. Per un effetto coordinato genuino, può essere scelto anche come colore di biancheria e accessori.

 

Chili Oil, Rosso | Pantone 18-1440

Palette cromatica diotti.com con Chili Oil di Pantone


 

PER PANTONE È: un rosso intenso e vibrante, un evergreen ben navigato che non conosce stagioni.

DA ABBINARE A: grigio agata, gesso, ombra, carbone.

IDEE D’ARREDO: restando in tema di rosso, la selezione di Pantone include Chili Oil, una particolare variante di Terra di Siena Bruciato che colpisce per la sua profondità. È avvolgente, vellutato, meno luminoso di altre gradazioni – caratteristiche che ne suggeriscono l’impiego in una carta da parati capace di esaltare l’eleganza di una toeletta consolle con piano in marmo bianco.

A grandi macchie di colore, può essere utilizzato come colore principale di un divano, un coppia di poltrone o una credenza, lasciando così intendere la ricercatezza di un progetto di interior design curato nei minimi dettagli – anche dal punto di vista degli abbinamenti cromatici.

E se di abbinamenti si parla, Chili Oil è l’ispirazione per una delle combinazioni più amate: rosso e grigio. L’energia del rosso è infatti equilibrata dalla pacatezza del grigio, ancor meglio se quest’ultimo è declinato sia in versioni chiare che in versioni scure.

 

Brandied Melon, Salmone | Pantone 16-1340

Palette cromatica diotti.com con Brandied Melon di Pantone


 

PER PANTONE È: un arancione tenue con un pizzico di vivacità, che lascia sul palato un calore persistente.

DA ABBINARE A: pesca, vaniglia, gainsboro, antracite.

IDEE D’ARREDO: meno luminoso di un color albicocca, più rosa di un color mattone, Brandied Melon è un arancione terroso aperto alla sperimentazione decorativa e alla commistione degli stili.

Appartenente alla stessa famiglia del colore dell’anno 2024 Peach Fuzz, conferma il suo posto in palette dai toni delicati e polverosi che includono la presenza minoritaria di un colore d’accento: beige, rosa cipria, grigio, antracite.

Non si pone limiti di collocazione, non si risparmia in nessun angolo della casa. A noi piace vederlo protagonista di un ambiente condiviso, defilato rispetto al centro della stanza ma capace di mantenere un certo standing: può assumere le sembianze di una cassettiera laccata, di un mobile per ingresso, di una composizione di mensole asimmetriche.

 

Primrose Pink, Rosa | Pantone 12-2904

Palette cromatica diotti.com con Primrose Pink di Pantone


 

PER PANTONE È: un rosa delicato che diffonde luminosità con la sua naturale gentilezza.

DA ABBINARE A: rosa antico, rosa nuvola, avorio, grigio seta.

IDEE D’ARREDO: Primrose Pink è il colore più tenue e femminile tra quelli proposti da Pantone. Trattandosi di un delicato rosa cipria, potrebbe sembrare, a prima vista, inopportuno per una palette cromatica in cui primeggiano toni vivaci e saturi, tinte autunnali e invernali.

Tuttavia, in contrapposizione con la sua natura gentile, Primrose Pink è il tocco di dolcezza che ingentilisce una moodobard costruita su varie tonalità di grigio chiaro sempre attuali, facilmente utilizzabili in qualsiasi ambiente domestico.

Perfetta in un bagno luminoso, una camera dai toni romantici o una stanza-hobby ispirata allo stile Hygge, questa particolare tonalità di rosa primula lascia di stucco nella zona giorno. Poco avvezza a salotti e soggiorni dal mood classico, primeggia invece in una cucina componibile allestita in modo originale, che al posto dei tradizionali pensili sceglie arredi a vista e scaffalature dallo stile industrial chic.

 

Lyons Blue, Azzurro scuro | Pantone 19-4340

Palette cromatica diotti.com con Lyons Blue di Pantone


 

PER PANTONE È: un profondo ottanio color foglia di tè che evoca i fasti e l’eleganza di epoche passate.

DA ABBINARE A: aragosta, grigio perla, noce, cioccolato.

IDEE D’ARREDO: ha un’intensità ipnotica, che evoca la profondità del mare e i cieli stellati sul finire del tramonto invernale, questo speciale blu che Pantone ha individuato come sorvegliato speciale delle passerelle di New York.

Lyons Blue, o blu di Lione, non è nuovo al mondo del design e della moda: è una gradazione elegante e raffinata, impiegata per trasmettere un senso di ricercatezza e decoro, oltre a essere il colore storicamente associato alla celebre città francese.

Apprezzato per il tocco di verde peltro nascosto al suo interno, è una tonalità che piace e che viene usata soprattutto nella camera da letto. Il suo aspetto tradizionale, ma mai scontato, lo rende perfetto come colore d’accento in una stanza dai toni maschili sofisticati, ad esempio per personalizzare un letto con testiera retroilluminata. Diventa irresistibile in abbinamento ad arancione caco, grigio, nocciola, marrone.

 

Winterberry, Fucsia | Pantone 17-1640

Palette cromatica diotti.com con Winterberry di Pantone


 

PER PANTONE È: un rosso sensuale e sontuoso che stimola i sensi e dona una sensazione di piacere.

DA ABBINARE A: rosa baby, marshmallow, ardesia, kajal.

IDEE D’ARREDO: Winterberry è, a nostro modesto parere, uno dei colori più riusciti della selezione di Pantone. È una gradazione di rosso cremisi che attira lo sguardo, che incuriosisce, che restituisce un effetto di calore e vitalità. È il colore delle bacche invernali che, come gocce di colore diffuso, trasformano un paesaggio invernale monotono in un ambiente naturale da esplorare.

Semplice nell’estetica, si fa porta voce di un vigore cromatico capace di diffondere una forma di lusso moderno. Versatile nell’abbinamento, sposa sia palette di colori caldi e autunnali come l’arancione bruciato e il marrone, sia moodboard dove predominano colori freddi come il bianco, il nero, il grigio scuro.

Offre idee d’arredo valide in tutta la casa, con la sola eccezione della zona notte, dove i colori accesi sono poco indicati. Trova collocazione in una cucina dallo stile eclettico, in un open space luminoso e persino in bagno, tanto come cromia prescelta per una tinteggiatura in stile color block, che come laccatura per un mobile lavabo sospeso o per una composizione di pensili contenitore.

 

Damson, Viola | Pantone 18-1716

Palette cromatica diotti.com con Damson di Pantone


 

PER PANTONE È: un viola intenso dall’anima glamour ultra contemporanea.

DA ABBINARE A: cipria, fiore di ciliegio, arena, talpa.

IDEE D’ARREDO: Damson è una sfumatura particolare di viola prugna ispirata al tipico colore della susina damaschina, da cui prende il nome. Ha un’intensità sofisticata e ricca, con sottotoni caldi e leggermente rossastri che lo fanno tendere alle cromie della melanzana e del mosto d’uva.

Più caldo del viola, più ricco del malva, Damson evoca atmosfere lussuose e interni sofisticati, caratteristica che lo rende indicato come sfumatura d’accento per arredi imbottiti rivestiti in velluto, tessuti damascati e tessili dalla mano morbida. Viene impiegato anche sotto forma di biancheria, ad esempio per perfezionare l’aspetto di un letto matrimoniale con giroletto sottile scelto in una tonalità chiara come il beige.

E a proposito di abbinamenti, tra le combinazioni cromatiche più riuscite si possono citare le sperimentazioni viola-rosa-cipria, viola-talpa-grège, viola-rosa-grigiastro.

 

Bright White, Bianco | Pantone 11-0601

Palette cromatica diotti.com con Bright White di Pantone


 

PER PANTONE È: un bianco ottico dalla presenza brillante, che purifica e illumina ciò che lo circonda.

DA ABBINARE A: lino, grigio rosato, pietra, lapislazzuli.

IDEE D’ARREDO: Bright White è la dimostrazione che anche il bianco può diventare protagonista cromatico di un progetto d’arredo sofisticato. Un colore – che in realtà è un non-colore – dal potenziale infinito, da impiegare come tinta di base su cui costruire l’estetica di uno spazio domestico minimalista, formalmente impeccabile.

Il bianco in arredamento trova numerose e interessanti applicazioni: come colore primario, come sfumatura secondaria, come tinteggiatura delle pareti o cromia della biancheria. Si adatta a qualsiasi stile, e non è un caso che le tendenze shabby chic, quiet luxury, scandinava o minimalista continuino a inserirlo nelle proprie moodboard.

La sua versatilità ne suggerisce l’inserimento in una palette cromatica ricca di colori freddi – bianco sporco, grigio perla, grigio medio, blu – che evoca il cielo plumbeo di un freddo pomeriggio invernale.
Per noi è il colore ideale per personalizzare il gruppoletto sospeso di una camera padronale dall’aspetto rigoroso ma accogliente.

 

French Roast, Testa di Moro | Pantone 19-1012

Palette cromatica diotti.com con French Roast di Pantone


 

PER PANTONE È: una tonalità di marrone forte e corposa, con un sottotono terroso e raffinato dal lusso sincero.

DA ABBINARE A: pink sand, grigio seta, chantilly, peanut butter.

IDEE D’ARREDO: French Roast è un colore invernale caloroso, avvolgente e rassicurante. È un marrone profondo dalla resa vellutata, che Pantone ha inserito nella sua top 5 per equilibrare l’apparente freddezza del bianco, del grigio e del blu.

Il suo nome evoca gli aromi della tostatura del caffè, un profumo che ricorda momenti di convivialità o meditazione trascorsi in un bistrot in centro città. Sensazioni che vuole replicare anche nell’intimità dell’ambiente domestico, sia nella zona giorno che nella zona notte.

Grande classico dell’arredamento, il marrone Frensh Roast esprime il suo potenziale nei grandi arredi, a cui conferisce un aspetto squisitamente contemporaneo. Può essere impiegato come colore di un grande armadio componibile da usare come divisorio, alleggerito da sfumature chiare secondarie come tortora, grigio, avorio, senape.

 

Vapor Blue, Grigio | Pantone 14-4203

Palette cromatica diotti.com con Vapor Blue di Pantone


 

PER PANTONE È: un grigio acceso ma discreto che aggiunge un tocco di freddo a qualsiasi palette.

DA ABBINARE A: cotone, grigio luce, roccia, ombra.

IDEE D’ARREDO: Vapor Blue è il più misterioso dei colori AI 25/26 scelti da Pantone. È una tonalità chiara, fredda e delicata di azzurro con sottotoni grigiastri lattiginosi e vaghe sfumature di blu opaco. Una gradazione che si aggiunge alle già numerose varianti di grigi offrendo, grazie alla sua unicità, una chiave di lettura nuova, fresca, contemporanea.

Ha un aspetto etereo, diffonde una sensazione di tranquillità e abbraccia un’estetica moderna e minimalista. Queste caratteristiche lo rendono perfetto per creare ambienti rilassanti in stile nordico o hygge, in primis la camera da letto: qui può diventare il colore d’elezione di un armadio scorrevole con ante a fantasia grafica dall’indiscusso potere decorativo.

La nostra palette d’arredo gioca con il ton sur ton: abbiniamo Vapor Blue a grigio chiaro, grigio medio, grigio scuro e lo riscaldiamo con un tocco di grigio-marrone.

 

Crown Blue, Blu | Pantone 19-3926

Palette cromatica diotti.com con Crown Blue di Pantone


 

PER PANTONE È: un blu costante, affidabile e fedele, un simbolo di longevità nel mondo del design.

DA ABBINARE A: bianco fumo, grigio cenere, alluminio, grigio argento.

IDEE D’ARREDO: Crown Blue è un blu saturo ma non vivace, con un’alta intensità cromatica e un potenziale decorativo tutto da esplorare. Possiede sottotoni freddi, con una punta di nero che ne intensifica la profondità intrinseca.

Sobrio e formale, dà carattere ad ambienti maschili o arredati in stile classico contemporaneo, creando contrasti interessanti con accessori dorati e complementi bianchi o grigi. Non conosce limiti di applicazione: entra a pieno titolo in camera da letto – grazie alle doti rilassanti dei blu, realizza progetti decorativi inediti nella zona giorno. Una poltrona da salotto di design è sufficiente per dare a Crown Blue l’importanza cromatica che si merita.

Risulta particolarmente indicato in abbinamento ad altre tonalità fredde come bianco ghiaccio, grigio perla, argento, grigio fumo.

 

Mauve Wine, Melanzana | Pantone 19-1716

Palette cromatica diotti.com con Mauve Wine di Pantone


 

PER PANTONE È: un colore dalla raffinatezza sofisticata intriso di grazia e bellezza naturali.

DA ABBINARE A: gainsboro, ostrica, hummus, granola.

IDEE D’ARREDO: a metà tra melanzana e vinaccia, Mauve Wine è un color vino avvolgente e inebriante, prondo ma non cupo, ravvivato da riflessi rossastri discreti. Il più caldo dei 5 colori classici selezionati da Pantone, appare come un viola intenso dall’aspetto vellutato, quasi polveroso.

Sobrio e regale, è ideale per arredare ambienti che spaziano dallo stile eclettico al barocco moderno, fino ad arrivare alla celebre tendenza quiet luxury. Ha un effetto impattante nella decorazione, motivo per cui è consigliabile limitarne l’uso a pochi e selezionati complementi: un comò dalle linee arrotondate, un pouf capitonné, delle mensole asimmetriche.

Preferisce abbinamenti con colori caldi e luminosi, e tollera di buon grado la presenza del grigio. Accompagnato a sfumature gainsboro, tortora, beige e caramello chiaro, restituisce una sensazione di romanticismo e fa piombare in un’atmosfera dal gusto retrò.


2 Ottobre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

L’abbiamo già incontrata sulle pagine di questo blog. Il suo nome è Shushana Khachatrian, è un architetto di origine armena dotata di un grande talento. Conosciamola più da vicino in questa intervista.

Shushana Khachatrian

Lo studio Shoo di architettura e design è nato solo nel 2017 a Yerevan, capitale dell’Armenia, ma la sua fondatrice ha già stupito il mondo per il suo talento.

Dopo gli studi superiori in una scuola d’arte, Shushana Khachatrian ha proseguito la sua formazione alla facoltà di Architettura di Mosca. La sua carriera si indirizza fin da subito nel settore degli hotel e dei luoghi pubblici. I suoi progetti animano hotel, ristoranti, SPA, in Armenia, Georgia, Russia, Islanda.

E poi arriva il momento di allargare gli orizzonti. Nel destino di Shushana c’è la strada per Milano, la capitale del design. Qui si iscrive all’Istituto Marangoni per conoscere i segreti del design di prodotto, ed apre nella città meneghina il suo secondo studio.

Le sue fonti di ispirazione sono l’architettura e l’artigianato armeni, ma oggi c’è anche il design italiano, con il suo rapporto equilibrato tra estetica e funzione.

Shushana descrive lo stile dello Studio Shoo “minimalismo vivace”, una definizione geniale, non trovate? Le ho posto 7 domande: scopriamo le risposte.

Shushana Khachatrian, l’intervista

Di recente abbiamo avuto il piacere di pubblicare un articolo sul suo progetto del ristorante Cheese Farm a Yerevan. Uno degli elementi cui si ispira il progetto è l’architettura tradizionale armena. Ci può spiegare quali sono le caratteristiche principali dell’architettura armena e in che modo le integra nel suo lavoro di architetto e designer?

L’architettura tradizionale armena è sempre stata fonte di ispirazione per il mio lavoro. Per il progetto Cheese Farm a Yerevan, mi sono ispirata in particolare alle forme monumentali ma armoniose sviluppate dagli architetti armeni: linee pulite, volumi espressivi e sensibilità verso i materiali locali. Questo linguaggio architettonico bilancia forza e calore, che mi sono sembrati perfettamente adatti all’atmosfera che volevamo creare.

Shushana Khachatrian
Shushana Khachatrian e il suo TUFF, mobiletto per ufficio su rotelle

Facciamo un passo indietro: cosa la ha spinta a studiare architettura e quale è stato il suo percorso di formazione?

Ad essere sincera, ho sempre avuto un forte senso di indipendenza. Già all’età di 12 anni mi ritrovavo a sognare ad occhi aperti di avviare un’attività tutta mia, anche se non capivo ancora cosa significasse veramente essere un imprenditore.

È stato mio padre a suggerirmi per primo l’architettura. Aveva notato quanto mi piacesse passare ore al tavolo con matite e album da disegno e mi ha fatto conoscere l’idea di diventare un architetto, qualcuno che dà vita alle strutture attraverso il design.

Quella conversazione mi ha portato a compiere il mio primo passo: iscrivermi a una scuola d’arte, dove ho studiato pittura, scultura e storia dell’arte.

Successivamente, ho proseguito gli studi in architettura. In sei anni di intenso lavoro, ho acquisito esperienza pratica in tutto: dalla realizzazione manuale di plastici alla progettazione di spazi che andavano da piccoli parchi giochi a hotel di grandi dimensioni. È stata una solida base che ha plasmato sia le mie competenze tecniche che il mio approccio creativo.

Dai primi passi nella professione alla nascita dello STUDIO SHOO: ci può raccontare quale è stato il suo percorso, quali difficoltà ha incontrato e, al contrario, quali opportunità ha trovato sulla sua strada?

Prima di fondare STUDIO SHOO, ho avuto l’opportunità di lavorare in diversi studi di architettura e design, e quei primi anni sono stati fondamentali per plasmare il mio percorso professionale. Una delle lezioni più preziose che ho imparato, qualcosa che raramente viene insegnato all’università, è stata l’importanza della comunicazione. Non solo all’interno di un team creativo, ma anche con appaltatori, fornitori e, soprattutto, clienti.

Capire come trasmettere chiaramente le idee, gestire le aspettative e orientarsi nella parte pratica del design è stato fondamentale tanto quanto il processo creativo stesso. Naturalmente, lungo il percorso ho incontrato delle difficoltà, in particolare nell’imparare a bilanciare la visione artistica con i vincoli del mondo reale. Ma ogni progetto e ogni collaborazione mi hanno offerto nuove opportunità di crescita, che alla fine mi hanno portato a fondare il mio studio.

Ci sono architetti, designer o artisti del passato o contemporanei ai quali si ispira particolarmente?

Al momento trovo grande ispirazione nel design italiano, in particolare nel mondo del product design. C’è una certa filosofia alla base che incoraggia a rallentare, assaporare la vita e trovare la bellezza nelle cose di tutti i giorni. Ammiro profondamente il modo in cui i designer italiani riescono a creare oggetti che non solo sono visivamente distintivi, ma anche incredibilmente ben studiati nella forma e nella funzione. Questo equilibrio ponderato tra estetica e funzionalità risuona fortemente con il mio approccio al design. 

C’è un suo progetto cui tiene in modo particolare?

È difficile scegliere un solo progetto, poiché ognuno di essi ha un significato particolare e presenta una serie unica di sfide e scoperte. Ogni spazio che progettiamo riflette non solo un momento particolare del percorso creativo dello studio, ma anche il carattere del luogo in cui si trova. Il contesto è essenziale: cerchiamo sempre di creare qualcosa che sia radicato nell’ambiente circostante, sia dal punto di vista culturale, storico o atmosferico.

Come mai ha scelto propio la città di Milano come sede all’estero?

Milano mi ha sempre affascinato molto, non solo come capitale del design, ma anche come città con un profondo apprezzamento per l’estetica, l’artigianato e lo stile di vita. Qui c’è un certo ritmo di vita che trovo incredibilmente stimolante. È un luogo in cui il design fa parte della quotidianità, dagli interni e dall’architettura alla moda e al cibo. Questo ambiente creativo coinvolgente mi è sembrato il contesto ideale per la crescita sia personale che professionale. 

In sintesi, come definirebbe il suo lavoro, quali elementi stilistici, materiali, forme e filosofia lo distinguono?

Sono specializzata principalmente nella progettazione di interni pubblici, con una forte attenzione al settore alberghiero, della ristorazione e del catering. Negli ultimi anni ho anche ampliato l’ambito di attività dello studio includendo la progettazione di arredi, creando pezzi su misura, lampadari a sospensione e installazioni artistiche che si integrano armoniosamente in ogni progetto.

Lo stile del nostro studio può essere descritto come minimalismo vivace: forme pulite e studiate abbinate ad accenti audaci, materiali tattili e dettagli espressivi. È un equilibrio tra sobrietà e personalità, dove ogni elemento ha uno scopo preciso e allo stesso tempo conferisce calore ed energia allo spazio.

Ciò che definisce veramente il nostro approccio è l’attenzione all’impatto emotivo. Considero sempre come si sentiranno le persone quando entreranno in uno spazio, che tipo di atmosfera, ricordo o reazione potrà suscitare il design. Per me e il mio team, il design è qualcosa di più dell’estetica o della funzionalità: è la creazione di esperienze che risuonano a livello umano. 

Visita lo Studio Shoo

1 Ottobre 2025 / / Laura Home Planner

Quando immaginiamo una casa ben arredata, pensiamo subito ai grandi protagonisti: il divano che accoglie, il tavolo attorno a cui riunirsi, la lampada che crea atmosfera. Ma il vero segreto di uno spazio che colpisce sta altrove: nei dettagli. Ed è proprio lì che il vaso di design si rivela un alleato sorprendente.

Il vaso non è più un accessorio relegato alla sua funzione pratica: oggi è un vero e proprio protagonista dell’arredo, capace di riflettere lo stile di chi vive la casa, esaltare la bellezza di una pianta e, allo stesso tempo, aggiungere un tocco artistico che arricchisce lo spazio circostante.

vasi di design

I Vasi di Design: Protagonisti dell’Arredo Moderno

Inserire un vaso in un soggiorno, in un ingresso o in uno studio non significa solo avere un supporto per i fiori, ma significa creare un punto visivo forte, che cattura l’attenzione e dona equilibrio all’ambiente.
Le forme geometriche, i colori materici e le finiture particolari possono riflettere la personalità di chi vive la casa, rendendo un angolo anonimo un luogo ricco di carattere.

Un vaso scelto con cura può diventare:

  • il protagonista minimalista di una scrivania;
  • il complemento sofisticato per una sala da pranzo;
  • l’elemento che spezza la rigidità di un ufficio moderno.
vasi di design

Il Vaso come Punto Focale in Ogni Ambiente

I vasi di oggi non sono solo belli da vedere: sono pensati per durare nel tempo, unendo resistenza, versatilità e attenzione all’ambiente. Grazie all’innovazione nei materiali diventano leggeri e facili da spostare, ma al contempo solidi e affidabili. Sempre più realtà, infatti, scelgono di puntare sulla sostenibilità, proponendo soluzioni che rispettano il pianeta senza rinunciare all’eleganza del design.

Chi cerca un vaso che vada oltre la semplice funzione di contenitore desidera in realtà un complemento d’arredo capace di esprimere personalità e stile. In questa direzione si colloca anche Mugalab Shop , che propone una collezione di vasi di design e accessori progettati per portare negli ambienti un dettaglio distintivo, in equilibrio tra estetica, funzionalità e responsabilità ambientale.

L’azienda unisce creatività e ricerca dei materiali per offrire soluzioni che si inseriscono con naturalezza nelle case, negli uffici moderni o negli spazi commerciali. Oggetti che non si limitano a decorare, ma diventano veri e propri accenti di design sostenibile, capaci di valorizzare ogni ambiente con stile e consapevolezza.

Arredare non è soltanto una questione di spazi da riempire, ma un modo per dare forma a un’esperienza quotidiana fatta di armonia ed emozione. E sono spesso i dettagli – come un vaso di design scelto con attenzione – a rivelare più di ogni altro elemento la nostra personalità e il modo in cui viviamo la casa.

vasi di design

L’articolo IL VASO CHE ARREDA | MUGALAB proviene da Laura Home Planner.

30 Settembre 2025 / / Casa Poetica

Separare lavoro e vita privata - Casa Poetica

Separare lavoro e vita privata è una delle sfide quotidiane più comuni per chi lavora da casa. Anche con una scrivania ben sistemata, il rischio è che i confini tra ciò che è personale e ciò che è professionale si confondano, lasciandoci in una perenne zona grigia, mai completamente nel lavoro e mai del tutto nel tempo libero.

Organizzare l’ufficio in casa non significa solo mettere in ordine lo spazio, ma anche creare una distinzione chiara tra momenti, ruoli e bisogni. Questo articolo nasce per aiutarti a ritrovare equilibrio, attraverso soluzioni semplici e realistiche, anche in ambienti condivisi.



Separare lavoro e vita privata in casa: il confine invisibile che fa la differenza

Chi lavora da casa sa bene quanto sia sottile il limite tra un’attività da concludere e una pausa che si allunga. Basta lasciare il portatile sul tavolo o tenere aperta la casella mail per sentirsi sempre reperibili, anche quando si vorrebbe solo cucinare o rilassarsi.

Quando non esistono confini definiti, il cervello fatica a staccare e il corpo a riposare. Questo non dipende solo dallo spazio fisico, ma dalla gestione del tempo, dai gesti con cui iniziamo e chiudiamo la giornata, dal messaggio che diamo a noi stessi ogni volta che scegliamo di lavorare o di fare altro.



Creare uno spazio che scompare: organizzare senza invadere

Non è sempre possibile avere una stanza dedicata. Molte persone lavorano da un angolo del soggiorno, dal tavolo della cucina, da una scrivania ritagliata in corridoio. In questi casi, ciò che conta non è tanto la metratura, ma la capacità di delimitare mentalmente quello spazio e di restituirgli, alla fine della giornata, la sua funzione originale.

Una postazione che si può allestire e ritirare con facilità aiuta moltissimo. A volte basta raccogliere il computer, i cavi e gli appunti in una borsa, in una scatola o in un piccolo mobile con ante. Chiudere gli oggetti significa anche chiudere la mente. L’ambiente torna neutro, e tu puoi tornare alla tua vita privata, senza sentirti costantemente al lavoro.



Riconoscere quando finisce il lavoro: il tempo è un alleato

Molte persone credono che lavorare da casa dia più libertà, ma la verità è che spesso toglie il senso del limite. Si inizia prima, si finisce dopo, si perde il ritmo tra i momenti. Dare un tempo al proprio lavoro, anche se flessibile, è fondamentale.

Avere un orario chiaro, un piccolo rituale che segna l’inizio e uno che indica la fine, aiuta a costruire uno spazio mentale ordinato. Un gesto semplice, come riporre il laptop, cambiare stanza, uscire anche solo cinque minuti, può rappresentare il passaggio dal tempo del dovere a quello del riposo. È in questi dettagli che si costruisce il confine vero.



Vivere con gli altri: quando separare significa spiegare

Se condividi casa con partner, figli o coinquilini, separare lavoro e vita privata richiede anche una comunicazione chiara. Non basta decidere dove lavorare: bisogna anche far sapere agli altri quando si è disponibili e quando no.

Serve coerenza, più che rigidità. Se tu per primo rispetti i tuoi orari, sarà più facile per chi ti sta intorno accettare il tuo spazio e i tuoi momenti. Allo stesso tempo, devi saper riconoscere quando è il momento di chiudere, di essere presente nella relazione, e di restituire all’ambiente la sua funzione di casa.



Separare lavoro e vita privata per ritrovare presenza

Quando spazio e tempo si sovrappongono senza regole, si finisce per essere ovunque e in nessun posto. Separare lavoro e vita privata non è un vezzo da organizzati, ma una necessità per stare meglio. È una forma di presenza: nel lavoro, nella casa, nelle relazioni.

Non serve una stanza perfetta, né una disciplina ferrea. Serve un sistema che funzioni per te, che ti aiuti a capire quando inizia una cosa e quando ne finisce un’altra. È in questa chiarezza che si ritrova la leggerezza.



Vuoi costruire uno spazio che ti aiuti davvero a staccare?

Se senti che tutto si mescola, se il tuo lavoro è sempre in vista e la tua vita personale non ha più un tempo chiaro, posso aiutarti a costruire un sistema su misura. Un ambiente che ti accompagni nella giornata, senza invaderla.

Scrivimi per una consulenza personalizzata. Separare non significa dividere, ma dare spazio a ogni parte di te.





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L’articolo Come separare lavoro e vita privata quando lavori da casa proviene da Casa Poetica.

30 Settembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

“E’ così disobbediente, ne ha fatte di tutti i colori…” “Non puoi capire che persona, ha un linguaggio così colorito…”

Queste sono solo due delle espressioni che nella nostra lingua censurano o tendono a classificare il colore come qualcosa di negativo. Sia l’espressione “farne di tutti i colori” che “linguaggio colorito”, infatti, riportano a dei comportamenti fuori dalle righe, scomodi e socialmente non accettati.

cromofobia

Da quando è iniziata per noi la cromofobia? Da quando abbiamo paura del colore? Nell’antichità i colori erano sinonimo di grandezza, di energia, di celebrazione, di ricchezza.

Alcuni dei meravigliosi monumenti che testimoniano la nostra storia, e per fortuna possiamo ancora ammirare nel loro splendore, non erano bianchi come li vediamo oggi, ma pieni di colori vividi. Ne sono un esempio la Colonna Traiana e l’Ara Pacis di Augusto, entrambe situate a Roma, che oggi appaiono cosi:

Crediti foto: Sara Pantoni

mentre nell’antichità apparivano in questo modo:

Le vesti e gli abiti in antichità erano sgargianti e pieni di colori. Il colore era un elemento aggiuntivo davvero costoso, perché ricavato da pietre preziose o da lavorazioni su materiali naturali rari. Per questo solamente l’alta borghesia poteva permettersi abiti colorati, mentre la plebe portava abiti scialbi e grezzi.

In pittura, ad esempio, il blu era il colore più costoso, perché ricavato dal lapislazzuli ed era quindi utilizzato solo per figure di alto lignaggio o in ambito sacro, come la veste della Vergine Maria che è spesso dipinta di blu.

L’ultima cena Leonardo da Vinci: via antrophistoria 

Cromofobia: riflessioni su un mondo in bianco e nero

Se torniamo al linguaggio, “mangiare in bianco” rimanda all’idea di una dieta restrittiva, “andare in bianco” significa non raggiungere uno specifico obiettivo, soprattutto in ambito sentimentale.

Mentalmente queste espressioni riportano quindi a un’immagine di scarsità, di mancanza. Quindi perché quindi le nostre case sono quasi tutte così?

Perché lavoriamo in posti così?

E perché mandiamo i nostri figli in scuole così?

O tentiamo di curarci in luoghi così?

Mentre poi nei nostri viaggi e nel tempo libero cerchiamo luoghi da visitare di questo tipo? 

Come se la gioia e l’energia che il colore ci porta dovessero essere circoscritti, centellinati, cercati solo in pochi giorni ristretti delle nostre vite, mentre il resto dell’anno dovesse restare costellato di palette di bianchi e grigi.

L’ambito sociale, il “buon senso”, ci hanno detto che a un certo punto avremmo dovuto cominciare a “fare le persone serie”, a comportarci come degli adulti e non come dei bambini.

Infatti sia nell’arredamento di interni che nella moda il bianco, così come il grigio, rimandano all’idea di chic, di lusso, di senza tempo, di qualcosa che non stanca mai. 

Quindi lo scegliamo perché ci piace davvero o perché è quello che ci hanno detto ci dovrebbe piacere?

Come il colore cambia la percezione di uno stesso ambiente

Vi porto un esempio reale creato in studio, nel mio laboratorio che ospita uno spazio di circa 25 mq, un teatro di posa che viene modificato di volta in volta per soddisfare dei criteri scenografici specifici.

Cromofobia

Nel primo caso, per un film indipendente, mi è stato chiesto di creare un mini appartamento per un personaggio immaginario, quasi un cartone animato, un fumetto, che vive in un mondo distopico.

Il personaggio è un ragazzo di circa 30 anni, solo, che vive una vita monotona e decisamente piatta; mi piaceva l’idea di creare un appartamento reale ma che sembrasse disegnato, quasi in 2D e che trasmettesse l’idea di ansia, di angoscia, di solitudine e rigidità.

Lo stesso ambiente è stato poi modificato per creare una scenografia completamente diversa, uno spazio commissionato per invitare professionisti a parlare della propria azienda e del proprio lavoro

Avevo bisogno di un ambiente accogliente, che mettesse a proprio agio gli ospiti. La scenografia è stata progettata per essere utilizzata per intero o in quattro diverse locations. 

Qui si nota come, uno stesso ambiente, cambia completamente veste a seconda del colore e dell’arredo che viene utilizzato.

  • Nel primo caso il bianco, il nero e il grigio, le forme rigide, le linee rette nere, creano un ambiente ostile, asettico e decisamente poco accogliente.
  • Nel secondo caso il blu, il legno, il color cammello e i tocchi dorati cambiano la prospettiva, rendono l’ambiente caldo ma austero e pronto a uno scopo diverso.

Scrollatevi quindi di dosso questa cromofobia da cui siete affetti, il colore è importante: cambia la nostra percezione sulle cose e sul mondo, migliora il nostro umore e facilita le nostre vite, rendendole ricche e piene di abbondanza!

27 Settembre 2025 / / Case e Interni

Casa campagna ampliamento moderno veranda

Per l’home tour di oggi, vediamo un esempio di ampliamento di una casa unifamiliare in Inghilterra.

Ci troviamo nella campagna del Kent, dove c’è una casa che mette insieme due epoche diverse, ma perfettamente intrecciate. Da un lato, l’eleganza di un’abitazione vittoriana del 1871 con la sua facciata storica, i dettagli classici e il fascino intramontabile delle case di campagna inglesi; dall’altro, un ampliamento dal carattere contemporaneo, con tetto spiovente, grandi vetrate e rivestimenti naturali.

Un mix che potrebbe sembrare rischioso, ma che qui funziona alla perfezione, trasformando la dimora in un ambiente accogliente, raffinato e unico.

Alla villetta ottocentesca hanno aggiunto una veranda (che ospita una sala da pranzo). La veranda funge da collegamento sia tra le due aree nuove sia con la casa originaria.

Casa vittoriana ampliata con estensione moderna: arredi e consigli

Un ampliamento moderno

Il progetto di ristrutturazione e ampliamento di questa tradizionale villetta vittoriana, ha mirato a realizzare un’estensione armoniosa e continua, introducendo un nuovo volume a C, che si apre elegantemente sul lato del giardino.

Come descritto, da una veranda di collegamento si intersecano le due nuove ali della casa, creando uno spazio unico a C. Questo ampliamento è stata progettato con attenzione ai materiali esterni: legno, acciaio, zinco e grandi finestre in stile industriale, creano un collegamento diretto con il giardino. Gli interni risultano luminosi, con soffitti alti e rivestimenti in legno chiaro, che donano un tocco rustico e che alleggeriscono l’atmosfera.

Consiglio: se pensi a un ampliamento della tua casa di campagna, scegli materiali che parlino la stessa lingua della natura circostante. Il legno e il vetro, ad esempio, aiutano a far entrare la luce e a creare continuità tra interno ed esterno, mettendo in evidenza la struttura originale della casa.

Arredi tra tradizione e design contemporaneo

Il cuore della casa è la cucina in stile Shaker, dipinta in una sofisticata tonalità blu-grigio (assomiglia al RAL 7031) con maniglie in ottone e piano in quarzo. Gli arredi contemporanei dialogano con pezzi più classici, mentre l’elegante parquet in rovere, posato a spina di pesce, unisce idealmente gli spazi.

Consiglio pratico: quando abbini mobili tradizionali e moderni, crea un filo conduttore con i colori o le finiture. Ad esempio, le maniglie in ottone della cucina possono richiamare un dettaglio vintage di una lampada o di una cornice.

Cucina blu-grigio con piani in quarzo e dettagli in ottone

Il ruolo del colore

Hai notato? Il grigio-blu profondo ritorna in diversi ambienti della casa: nella facciata esterna storica, nei mobili della cucina, nelle pareti del secondo soggiorno, persino nel pianerottolo. Nonostante la sua intensità, questa tonalità non appesantisce, ma anzi dona carattere e continuità. La costanza nella palette cromatica fa percepire la scelta come studiata e non improvvisata.

Consiglio: se vuoi osare con un colore forte, usalo come filo conduttore in più ambienti, alternandolo con tinte più neutre. In questo modo il risultato sarà armonioso e non caotico.

Dettagli che fanno la differenza

Il soffitto in legno dipinto di bianco, i lucernari che aumentano la luce naturale e persino la dependance in giardino dimostrano che ogni spazio può essere ripensato con un tocco personale. Amiamo le piastrelle blu pavone del bagno, in stile zellige marocchine così come la veranda con il suo mix di materiali. La scelta cromatica conferisce alla casa un carattere unico.

Consiglio pratico: non trascurare gli spazi di servizio come bagni e ingressi. Con una scelta accurata di colori, rivestimenti e arredi, possono diventare veri e propri punti di forza della casa.

Perché questa casa ispira anche noi

Ciò che rende speciale questa abitazione è la capacità di mescolare epoche e stili senza perdere coerenza. Non si è cercato di cancellare il passato, ma di affiancarlo a un presente contemporaneo, rispettando la storia e allo stesso tempo guardando al futuro.

Ed è proprio questa la lezione che possiamo portare nelle nostre case: il contrasto, se ben gestito, può diventare il vero elemento distintivo.

Se cerchi più spazio non resta che osare: affiancando alla tua casa d’epoca un volume contemporaneo, il risultato sarà di grande effetto.

Casa vittoriana con ampliamento moderno: idee e consigli

Casa vittoriana con ampliamento moderno: idee e consigli

Casa vittoriana con ampliamento moderno: idee e consigli

Casa vittoriana con ampliamento moderno: idee e consigli

Bagno con vasca in rame e piastrelle blu pavone zellige

Patio esterno con dependance e giardino verde

Casa campagna soggiorno moderno

Casa campagna soggiorno moderno

Casa campagna ampliamento moderno veranda

Casa campagna ampliamento moderno veranda

Soggiorno casa inglese con pareti grigio-blu scuro e boiserie

Camera da letto con boiserie in casa di campagna

Camera da letto con boiserie in casa di campagna

Camera da letto in ampliamento casa con vetrate

Camera da letto in ampliamento casa con vetrate

pareti grigio blu scuro

cameretta moderna letto grande

Mini appartamento angolo cucina

Mini appartamento camera

Facciata vittoriana blu notte con porta gialla – casa nel Kent

Casa campagna ampliamento moderno veranda

Credit photo The Modern House

In cerca di nuove ispirazioni per arredare? Dai un’occhiata ai nostri consigli: troverai tante idee creative perfette per ogni ambiente della casa.

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Anna e Marco – CASE E INTERNI

27 Settembre 2025 / / A forma di casa

Resistente, generoso e adattabile, il Pothos è una delle piante da interno più amate per la sua capacità di ambientarsi anche nelle condizioni meno ideali. Le sue foglie a cuore, verdi o variegate, si allungano in morbide cascate o si arrampicano leggere. Questa pianta porta un tocco di verde in ogni angolo della casa, anche dove c’è poca luce.

Facile da curare, elegante nella sua semplicità, il Pothos è la pianta perfetta anche per chi non ha il pollice verde e desidera una casa più verde e accogliente. Cresce con vigore, si adatta alla luce, si accontenta di poche cure e restituisce tanto.

In questo nuovo articolo – scritto in collaborazione con Giulia di Verdezio – ti raccontiamo tutto ciò che c’è da sapere sul Pothos: dalle sue origini tropicali alle varietà più diffuse, dai consigli di coltivazione ai piccoli benefici quotidiani che questa pianta sa portare nella quotidianità in casa.

Origini, caratteristiche e curiosità

Il Pothos, conosciuto anche come Epipremnum aureum, è originario delle foreste tropicali del Sud-Est asiatico, in particolare dell’area che comprende la Malesia, l’Indonesia e le isole del Pacifico. Appartenente alla famiglia delle Araceae, è una pianta rampicante o ricadente che in natura cresce abbarbicandosi ai tronchi degli alberi, arrivando a raggiungere anche i 15-20 metri di altezza.

In casa, si distingue per la sua adattabilità e per la bellezza semplice delle sue foglie, generalmente a forma di cuore con screziature di diverse tonalità a seconda della varietà. A seconda dei gusti, può essere mantenuta compatta o lasciata crescere e pendere da un vaso sospeso. La sua crescita è veloce e rigogliosa, specialmente se riceve luce indiretta e un minimo di attenzione.

Tra le varietà più comuni ci sono il Pothos aureus a foglia verde con screziature gialle, il Marble Queen con foglie variegate in bianco, il Neon che presenta un brillante verde acido, il Tricolor con foglie variegate di verde, bianco e giallo, il Golden Pothos con foglie verdi e dorate e il Cebu Blue, più raro, con foglie sottili e bluastre, quasi metalliche.

Il suo nome deriva probabilmente dal greco antico pothos, che significa “desiderio” o “nostalgia”. In mitologia, Pothos era anche il nome di una divinità minore, spesso raffigurata accanto a Eros e Himeros, simbolo del desiderio struggente e dell’amore a distanza. Questo legame etimologico non è certo al 100% dal punto di vista botanico, in quanto il nome scientifico corretto della pianta è Epipremnum aureum.

In molte culture asiatiche, il pothos è considerato un portafortuna: si dice che attiri prosperità, abbondanza e energia positiva, soprattutto se posizionato all’ingresso della casa o negli spazi di lavoro.

dettaglio Pothos

Cura e manutenzione del Pothos

Facile da coltivare e sorprendente nella crescita, il pothos richiede poche cure costanti per dare il meglio di sé. Grazie ai suggerimenti di Giulia, puoi scoprire come mantenerlo sano e rigoglioso nel tempo.

  • Luce – Preferisce una luce indiretta brillante ma può adattarsi a condizioni di luce più basse.
  • Ambiente – La temperatura ideale è tra i 18-24°C.
  • Acqua – Annaffiare regolarmente e lasciare asciugare la parte superiore del terreno tra le annaffiature. Evitare ristagni d’acqua.
  • Terriccio – Utilizzare un terriccio ben drenante per evitare problemi di ristagno d’acqua.
  • Concime – Nutrire con un concime bilanciato durante la stagione di crescita (primavera e estate).
  • Pulizia – Pulire le foglie con un panno umido per rimuovere la polvere e mantenere la loro bellezza.

Problemi frequenti e come risolverli

Anche se è una pianta molto resistente, il Pothos può mostrare qualche segnale di malessere se le condizioni ambientali non sono ottimali.

Le foglie gialle, ad esempio, sono spesso un campanello d’allarme per un’eccessiva annaffiatura o una luce insufficiente: è importante controllare il terreno e regolare sia l’irrigazione che l’esposizione alla luce.

Se invece le foglie diventano marroni, la causa potrebbe essere una scarsa umidità o l’esposizione a correnti d’aria fredde. In questi casi, aumenta l’umidità ambientale, magari con nebulizzazioni leggere, e sposta la pianta in un angolo più protetto.

Infine, tieni d’occhio eventuali parassiti come cocciniglie o ragnetti rossi: controlla regolarmente le foglie, soprattutto nella parte inferiore, e in caso di infestazione intervieni con una soluzione delicata a base di acqua e sapone neutro.

Nonostante sia una pianta molto comune e diffusa, è bene sapere che il pothos è tossico se ingerito da cani e gatti, a causa della presenza di cristalli di ossalato di calcio.

pothos - benefici

Benefici in casa per la salute

Oltre ad essere una presenza decorativa molto piacevole, il Pothos contribuisce attivamente al benessere degli ambienti domestici.

Questa pianta ha una straordinaria capacità di purificare l’aria: secondo il Clean Air Study della NASA, è in grado di assorbire formaldeide, xilene, benzene e altre tossine presenti negli ambienti chiusi. Le sue foglie ampie aiutano anche a regolare l’umidità e a rendere l’ambiente più piacevole e salubre, soprattutto durante i mesi in cui il riscaldamento è acceso.

La sua presenza verde e rigogliosa favorisce inoltre un senso di calma e rilassatezza, contribuendo a migliorare non solo la qualità dell’aria, ma anche quella del tempo trascorso in casa.

Verde in casa: il Pothos e le altre piante da interno

Grazie alla sua resistenza e alla capacità di crescere bene anche in condizioni non ideali, il Pothos è diventato una delle piante da appartamento più diffuse al mondo. Un vero alleato per chi desidera avere del verde in casa in modo facile e senza troppe complicazioni. Infatti, con poche cure, sa crescere rigoglioso e adattarsi a contesti diversi, regalando bellezza, equilibrio e vitalità.

Insieme a Giulia di Verdezio, continuiamo il nostro viaggio tra le piante da interno più amate, per conoscerle più da vicino e imparare a prendercene cura con consapevolezza.

Se il Pothos ti ha conquistata, scopri anche gli altri protagonisti verdi nella categoria Home Decor del blog e guarda i post riassuntivi su Instagram e Pinterest: schede visive da salvare, consultare e condividere.

In collaborazione con Verdezio

L’articolo Le piante da interni: il Pothos proviene da A forma di casa.

27 Settembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Lavorare da casa è diventata una realtà sempre più diffusa, soprattutto in una città dinamica come Milano. La metropoli lombarda, con il suo ritmo frenetico e le sue opportunità professionali, offre numerose possibilità per chi sceglie di svolgere la propria attività lavorativa tra le mura domestiche.

lavora da casa a Milano

Tuttavia, organizzare efficacemente il proprio tempo quando si lavora da casa richiede disciplina, strategia e una buona dose di organizzazione.

Creare uno spazio di lavoro dedicato

Il primo passo fondamentale per una gestione ottimale del tempo è la creazione di uno spazio di lavoro dedicato. In una città come Milano, dove gli spazi abitativi possono essere limitati, è importante sfruttare al meglio ogni angolo della casa. Anche un piccolo angolo del soggiorno o della camera da letto può trasformarsi in un ufficio funzionale.

L’importante è che questo spazio sia sempre lo stesso e che venga utilizzato esclusivamente per il lavoro. Questo aiuta la mente a entrare nella giusta modalità produttiva non appena ci si siede alla scrivania. Una buona illuminazione, una sedia ergonomica e tutti gli strumenti necessari a portata di mano sono elementi essenziali per creare un ambiente di lavoro efficiente.

Stabilire una routine quotidiana strutturata

La routine è la chiave del successo per chi lavora da casa. Senza gli orari fissi dell’ufficio, è facile perdere il controllo del tempo e ritrovarsi a lavorare a orari improbabili o, al contrario, a procrastinare continuamente. Stabilire orari fissi di inizio e fine lavoro aiuta a mantenere un equilibrio sano tra vita professionale e privata.

La mattina dovrebbe iniziare sempre alla stessa ora, possibilmente con una routine che prepari mentalmente alla giornata lavorativa. Questo può includere una colazione tranquilla, una breve lettura delle notizie o qualche minuto di meditazione. L’importante è che questi rituali segnalino al cervello che la giornata lavorativa sta per iniziare.

Utilizzare tecniche di gestione del tempo efficaci

Esistono diverse tecniche di gestione del tempo che si rivelano particolarmente utili per chi lavora da casa. La tecnica del Pomodoro, ad esempio, prevede di lavorare per 25 minuti consecutivi seguiti da una pausa di 5 minuti. Dopo quattro cicli, si prende una pausa più lunga di 15-30 minuti.

Un’altra strategia efficace è quella di pianificare la giornata la sera prima, stilando una lista delle attività da svolgere in ordine di priorità. Questo permette di iniziare la giornata con le idee chiare su cosa fare, evitando di perdere tempo prezioso nel decidere da dove iniziare.

Gestire le distrazioni domestiche

Lavorare da casa significa dover convivere con numerose distrazioni che in ufficio non esistono. Il frigorifero, la televisione, le faccende domestiche, i vicini rumorosi: tutto può diventare una tentazione per allontanarsi dal lavoro. La chiave è imparare a riconoscere queste distrazioni e sviluppare strategie per gestirle.

Una soluzione efficace è quella di programmare momenti specifici della giornata per le attività domestiche. Ad esempio, si può decidere di fare una lavatrice durante la pausa pranzo o di riordinare la casa al termine della giornata lavorativa. In questo modo, si evita di interrompere continuamente il flusso di lavoro per occuparsi di questioni domestiche.

Mantenere i contatti con colleghi e clienti

L’isolamento è uno dei rischi principali del lavoro da casa. Per questo motivo, è importante mantenere contatti regolari con colleghi, clienti e collaboratori. Le videochiamate, le chat di gruppo e le riunioni online sono strumenti preziosi per rimanere connessi con il mondo del lavoro.

Programmare chiamate regolari con i colleghi non solo aiuta a rimanere aggiornati sui progetti in corso, ma contribuisce anche a mantenere vivo il senso di appartenenza al team. Inoltre, questi momenti di confronto possono essere fonte di nuove idee e soluzioni creative.

L’importanza della Partita IVA per i lavoratori autonomi

Per molti professionisti che lavorano da casa, soprattutto a Milano dove il lavoro autonomo è molto diffuso, la gestione della Partita IVA rappresenta un aspetto cruciale dell’attività lavorativa. La Partita IVA è infatti lo strumento che permette di fatturare i propri servizi e di operare legalmente come professionista autonomo.

Aprire e gestire una Partita IVA comporta diverse responsabilità: dalla tenuta della contabilità alla presentazione delle dichiarazioni fiscali, dalla gestione dei pagamenti IVA al rispetto degli adempimenti burocratici. Per chi lavora da casa e deve concentrarsi sulla propria attività principale, questi aspetti amministrativi possono rappresentare una fonte di stress e una perdita di tempo considerevole.

Fiscozen: il supporto per la gestione della Partita IVA

In questo contesto, servizi specializzati come Fiscozen possono fare la differenza. Fiscozen è un servizio che facilita la gestione della Partita IVA, offrendo supporto completo per tutti gli adempimenti fiscali e burocratici. Questo permette ai professionisti di concentrarsi completamente sulla propria attività, senza dover perdere tempo prezioso nella gestione degli aspetti amministrativi.

Il servizio include la consulenza per l’apertura della Partita IVA, la gestione della contabilità, la preparazione e l’invio delle dichiarazioni fiscali, e il supporto per qualsiasi questione fiscale possa sorgere. Per chi lavora da casa a Milano, avere un partner affidabile per la gestione fiscale significa poter dedicare più tempo ed energie al proprio lavoro, migliorando così la produttività e riducendo lo stress.

Pianificare pause e momenti di relax

Lavorare da casa non significa dover essere sempre disponibili. È importante pianificare pause regolari durante la giornata e rispettare gli orari di fine lavoro. Milano offre numerose opportunità per staccare dalla routine lavorativa: una passeggiata nei Navigli, una visita a Brera, o semplicemente una pausa in uno dei tanti parchi della città.

Le pause non sono tempo perso, ma investimenti nella propria produttività. Un cervello riposato è più creativo, più concentrato e più efficiente. Per questo motivo, è importante non saltare mai la pausa pranzo e programmare piccole pause durante la giornata.

Investire nella formazione continua

Chi lavora da casa ha spesso più flessibilità negli orari e può sfruttare questa opportunità per investire nella propria formazione. Milano è una città ricca di opportunità formative: corsi online, webinar, conferenze e workshop sono sempre disponibili per chi vuole aggiornarsi e migliorare le proprie competenze.

La formazione continua non solo migliora le proprie capacità professionali, ma aiuta anche a rimanere motivati e stimolati. Imparare cose nuove mantiene la mente attiva e può aprire nuove opportunità di lavoro e di crescita professionale.

Organizzare al meglio il proprio tempo quando si lavora da casa richiede disciplina, organizzazione e la giusta mentalità. Con le strategie giuste e il supporto adeguato per gli aspetti amministrativi, è possibile trasformare la propria casa in un ufficio efficiente e produttivo, sfruttando al meglio tutte le opportunità che una città come Milano può offrire.

25 Settembre 2025 / / VDR Home Design


Qual è la parte della casa che viviamo di più e che vogliamo sia al tempo stesso iper funzionale e bellissima? 

Esatto, la cucina. Se pensiamo a come è cambiato l’aspetto e il ruolo della cucina nei secoli e soprattutto negli ultimi cento anni, rimaniamo senza parole. 

Le cucine sono state per secoli zone appartate, dedicate alla servitù e sempre caratterizzate da arredi e materiali poveri. 

Non sono mai state concepite come luoghi in cui ospitare o come centro della vita di “rappresentanza” delle famiglie (a meno che fosse l’unico luogo, a parte le camere, presente in casa), perché appunto, luogo di lavoro. 

Per cui è incredibile pensare alla trasformazione che questo ambiente della casa ha subito, specchio ovviamente dello sviluppo delle necessità di tutti noi.

Oggi le cucine sono quanto più grandi si possano realizzare, quanto più belle e funzionali si possano pensare, spesso unite al soggiorno. Questo perché in cucina si prepara e si mangia tutti insieme, quasi sempre il tavolo da pranzo è in comunione tra cucina e soggiorno e non c’è più vergogna a farsi vedere mentre si cucina da mangiare. 

Per tutti questi motivi, quando si arreda una cucina si presta sempre più attenzione ai materiali di cui sarà fatta: dovranno essere resistenti, performanti, longevi e soprattutto facili da pulire e mantenere. 

Il piano di lavoro della cucina in primis è l’oggetto di infinite ricerche: nei miei progetti quasi sempre propongo un materiale, il gres porcellanato. 

Rimani con me in questo post, per scoprire il perché. 

rivestimenti cucina moderna in gres

Top e rivestimenti cucina in gres porcellanato: perché scegliere questo materiale 

Dicevo prima che il gres porcellanato è uno dei materiali che propongo più spesso nelle cucine dei miei clienti. 

Perché questa decisione? 

Ovviamente ci sono tanti altri materiali altamente tecnici che si possono scegliere per il top e gli altri rivestimenti della cucina, ma ci sono alcuni punti specifici per cui il gres rimane uno dei miei preferiti. 

Partiamo però dal principio e cioè: cos’è il gres porcellanato? Come lo si ottiene? 

Il gres porcellanato si ottiene tramite sinterizzazione (cioè un processo di lavorazione ad alta temperatura per cui le polveri vengono messe in uno stampo e scaldate ma senza raggiungere il punto di fusione) di materie prime come argille, ceramica, sabbia… che vengono prima macinate e polverizzate fino a raggiungere la granulometria adatta per essere pressate. 

 

rivestimenti cucina moderna in gres

Questa lavorazione lo rende impermeabile e non poroso e differente dal gres porcellanato naturale, perché si tratta di un materiale evoluto, realizzabile in tanti formati e tante tipologie di finitura. 

Ed eccoci arrivati al cuore del discorso: quali sono le caratteristiche del gres? 

Il primo punto tra tutti potrà sembrare banale ma non lo è: la sua estrema resistenza. Il gres grazie alle sue caratteristiche di robustezza e durezza superficiale è resistente ai graffi, all’usura e a quasi tutte le sollecitazioni fisiche e chimiche (per citarne alcune: calore o shock termici, umidità e agenti chimici come gli acidi). Tutti incidenti che capitano spessissimo in cucina: un coltello che cade di traverso, il limone lasciato per sbaglio qualche minuto in più sul piano, la pentola bollente posata senza niente sotto… 

Insomma, con un materiale di questo tipo puoi davvero cucinare e preparare senza dover tenere a mente il carico mentale di dover stare attento al piano per non rovinarlo per sempre.

 

rivestimenti cucina moderna gres effetto marmo

Un altro punto interessante di cui a mio avviso si parla troppo poco, è il fatto che il gres è un materiale sostenibile. E’ prodotto con materiali naturali e sempre riutilizzabili, rendendolo di fatto un prodotto a scarto zero perché l’intero ciclo produttivo è a basso impatto ambientale; oltre a questo, la sua longevità e l’inalterabilità delle caratteristiche tecniche e del colore nel tempo, lo esclude automaticamente da quel ciclo di prodotti fast che producono scorie a non finire e che di conseguenza inquinano. 

A questo aggiungiamo che è compatto e non poroso, caratteristica questa che lo rende altamente sicuro ed igienico per il contatto con gli alimenti. Come dicevamo prima, è impermeabile all’acqua, per cui non c’è rischio di muffa o marcescenza, non teme le basse o le alte temperature per cui non crepa (sei al sicuro con pentole bollenti e bottiglie ghiacciate), non brucia e non produce fumo in caso di incendio. 

Infine, essendo impermeabile ad acari, batteri, funghi, muffe&co puoi avere altissimi livelli di igienicità.

Rivestimenti cucina moderna: la versatilità del gres porcellanato 

Già ti vedo con tutte le immagini di cucine incredibili salvate su Pinterest e Instagram (lo so perché tutti i miei clienti lo fanno e me lo mostrano). 

Cucine con top in marmo, cemento, legno… ma ti svelo un segreto. Molto spesso non si tratta davvero di quei materiali. 

Spesso si tratta di gres porcellanato: lo sviluppo delle tecnologie in questo campo ha fatto passi enormi ed al giorno d’oggi è davvero possibile ricreare l’effetto marmo Calacatta Imperiale, proprio come se fosse uscito dalla cava.

rivestimento cucina moderna gres effetto legno

E’ possibile avere lastre in grandi formati che permettono di realizzare superfici impegnative come i piani di lavoro della cucina, ma non solo. Si possono realizzare anche bagni, pavimenti, paraschizzi… Insomma, tutto quello che serve per avere un progetto coerente e coordinato. 

Tra le aziende di riferimento nel settore spicca Atlas Plan, brand di Atlas Concorde specializzato nella produzione di grandi lastre in gres porcellanato. Le loro collezioni rappresentano un esempio di eccellenza per chi cerca rivestimenti per cucine moderne, perché coniugano qualità tecnica e bellezza estetica. Ma non solo quindi lastre per i piani di lavoro della cucina. Lastre per poter creare un progetto completo a 360°: dai rivestimenti alle pareti, al pavimento, al top del bagno passando per le facciate ventilate. 

C’è una gamma di prodotti davvero vasta e ampia, adatta all’interno ma anche all’esterno e sono sicura che vedendo i prodotti ti verranno in mente utilizzi di questo materiale a cui ancora non avevi pensato.

Ovviamente ci sono tutti i tipi di effetto marmo a cui puoi pensare, ma ci sono anche gli effetti cemento, se il tuo è uno stile più industriale. Ma c’è anche l’effetto legno, se invece ti ispira di più lo stile scandi o Japandi. 

Insomma, davvero tutto quello che puoi sognare per portare in vita il progetto della tua cucina. 

Le tendenze imperdibili per una cucina contemporanea

Come già dicevo all’inizio del post, la cucina di oggi non è più un ambiente isolato ma è il vero cuore della casa, capace di riflettere lo stile di vita di chi la abita. Lo stile contemporaneo, che va per la maggiore, è però influenzato da una forte contaminazione internazionale e da una ricerca costante di equilibrio tra estetica e funzionalità. In questo scenario, la scelta dei rivestimenti assume fondamentale che non può essere sottovalutato.

Ecco i principali trend che guidano la progettazione delle cucine moderne:

  1. Open space integrato al living

La cucina a vista, integrata con la zona giorno, è ormai una soluzione molto diffusa. Questo approccio apre lo spazio, favorisce la convivialità e permette di vivere la casa in modo più fluido. Ma proprio perché la cucina diventa parte integrante del soggiorno, i materiali devono offrire continuità visiva e coerenza stilistica.
Le lastre di gres porcellanato in grande formato sono perfette per rispondere a questa esigenza: permettono di rivestire top, paraspruzzi e persino pavimenti con superfici coordinate, creando un ambiente omogeneo e sofisticato.

  1. Effetto naturale e materico

Il ritorno ai materiali naturali è uno dei trend più forti del design d’interni. Marmo, pietra e legno evocano calore, eleganza e autenticità. Tuttavia, questi materiali presentano spesso limiti pratici: il marmo è delicato e soggetto a macchie, la pietra può essere porosa, il legno teme l’umidità.
Il gres porcellanato riesce a riprodurre fedelmente le texture naturali, offrendo superfici visivamente identiche agli originali ma molto più resistenti e facili da mantenere. Così si può avere l’effetto scenografico del marmo Calacatta o la matericità del cemento industriale, senza rinunciare alla praticità.

  1. Superfici grandi e continue

Un altro tratto distintivo delle cucine contemporanee è la ricerca di linearità e pulizia formale. Fughe e giunzioni visibili vengono ridotte al minimo, per ottenere un aspetto uniforme e senza interruzioni.
Le lastre in grande formato rispondono perfettamente a questa esigenza: permettono di rivestire anche grandi superfici con pochissime giunzioni, migliorando non solo l’estetica ma anche l’igiene, perché le fughe sono punti critici dove si accumula lo sporco. Il risultato è una cucina minimalista, elegante e più facile da mantenere pulita.

  1. Palette neutre e versatili

I colori naturali – grigi, beige, bianchi caldi, toni della pietra – sono i protagonisti indiscussi delle cucine moderne. Queste tonalità non solo si adattano facilmente a diversi stili (dal nordico allo industriale, dal classico rivisitato al contemporaneo minimal), ma garantiscono anche una maggiore durata nel tempo. Una cucina dai colori neutri non passa di moda e consente di rinnovare l’ambiente con piccoli dettagli decorativi, senza dover intervenire sui rivestimenti principali.
Il gres, disponibile in un’ampia gamma cromatica e finiture materiche, permette di personalizzare la cucina mantenendo però una base sobria e raffinata, pronta a valorizzare gli accessori e gli arredi.

rivestimenti cucina moderna
Kitchen furniture apartment shelf

Rivestimenti cucina in gres porcellanato: una scelta importante e saggia per una casa da sogno

Se mi conosci da un po’ e leggi il mio blog (o i miei social) da qualche tempo, sai quali siano per me i punti cardine della progettazione d’interni. 

La personalizzazione prima di tutti: quella vera, quella che parte da te (tenendo conto della tua bacheca Pinterest, certo) e cuce addosso a te e ai tuoi spazi arredi e colori che ti faranno stare bene. 

Ma anche la praticità perché alla fine le case bisogna viverle bene e senza ansia di dover stare attenti a muoversi perché altrimenti si macchia il divano, si rompe la sedia o si graffia il rivestimento della cucina.

Chiaro che bisogna avere cura di tutto quello che ci circonda, ma non deve diventare un’ossessione. Tutto questo può diventare possibile anche grazie ad una progettazione attenta, che ti ascolta e ascolta i tuoi tempi e il tuo budget. Ti aspetto per progettare la tua nuova cucina dei sogni. 

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25 Settembre 2025 / / La Gatta Sul Tetto

L’ufficio non è soltanto un contenitore di scrivanie, computer e scartoffie. È un luogo che parla, accoglie, sostiene e, se ben progettato, lavora insieme a chi lo abita.
Non ci si pensa quasi mai, ma l’arredamento per ufficio è una delle leve più potenti per migliorare non solo la produttività, ma anche la qualità della vita lavorativa.

arredamento per ufficio

In un’epoca in cui la distinzione tra lavoro e vita privata è sempre più sfumata, pensare all’ufficio come a un ambiente che deve rispecchiare valori, relazioni e benessere diventa fondamentale. E il design, in questo, non è un dettaglio: è la sostanza invisibile che tiene tutto in equilibrio.

Arredamento per ufficio: oltre la semplice funzionalità

Fino a pochi anni fa, l’ufficio era concepito come un insieme di spazi rigidi e standardizzati. Scrivanie in fila, armadi grigi, sedute poco ergonomiche: un arredamento che rispondeva più a logiche di efficienza che di umanità.

Oggi, invece, lo scenario è completamente cambiato.
Le aziende hanno capito che lo spazio influenza il modo di lavorare, la creatività e persino le relazioni tra colleghi. E così l’arredo non è più un elemento accessorio, ma parte integrante della cultura aziendale.

L’arredamento per ufficio è diventato una sorta di linguaggio: comunica apertura o rigidità, stimola concentrazione o condivisione, racconta chi siamo e dove vogliamo andare.

Ergonomia e benessere: la base di ogni progetto

Quando si parla di arredare un ufficio, il primo pensiero dovrebbe andare al benessere delle persone.
Una sedia non adatta può trasformarsi in un ostacolo quotidiano, generando fastidi e riducendo la concentrazione. Una scrivania troppo bassa o mal posizionata può rallentare i movimenti, diventando una barriera invisibile.

Ecco perché oggi si punta molto su soluzioni ergonomiche: sedute che accompagnano la postura, scrivanie regolabili, accessori che riducono lo stress visivo e muscolare. Non si tratta di vezzi estetici, ma di investimenti concreti sulla salute e sulla produttività.

Perché, in fondo, un ufficio che non mette a proprio agio chi lo vive, non è un vero ufficio.

La flessibilità come nuovo standard

Il mondo del lavoro è in costante trasformazione. Smart working, team fluidi, riunioni ibride: la parola chiave è flessibilità.
Di conseguenza, anche l’arredamento deve rispondere a questa esigenza.

I mobili per ufficio non sono più elementi fissi, ma sistemi modulari che si adattano. Tavoli che diventano postazioni condivise, pareti attrezzate che separano e organizzano senza appesantire, librerie che fungono anche da divisori acustici.

La forza del design sta proprio in questo: rendere uno spazio capace di cambiare, seguendo i ritmi e le necessità di chi lo utilizza.

Il potere del colore e dei materiali

Spesso si sottovaluta quanto l’aspetto visivo di un ambiente incida sulla mente.
Un ufficio dai colori spenti e monotoni tende a trasmettere stanchezza, mentre tonalità calibrate possono stimolare attenzione o rilassare, a seconda della funzione dello spazio.

Allo stesso modo, i materiali giocano un ruolo fondamentale: il legno restituisce calore e accoglienza, il vetro evoca trasparenza e luce, il metallo trasmette solidità e modernità.
L’arredamento per ufficio, in questo senso, diventa una vera e propria regia di sensazioni.

Arredare per raccontare un’identità

Un ufficio non parla solo di lavoro: parla di chi lo vive. È un biglietto da visita per i clienti e un riflesso dei valori aziendali per chi ci lavora ogni giorno.
Scegliere un certo tipo di arredamento significa dichiarare qualcosa di sé: un design minimalista racconta essenzialità e rigore, mentre ambienti più caldi e dinamici parlano di apertura e innovazione.

In un’epoca in cui la brand identity si costruisce su più livelli, anche lo spazio fisico diventa parte integrante della narrazione.

Arredamento per ufficio: un ponte tra persone e idee

Alla fine, arredare un ufficio non è soltanto una questione di sedie e scrivanie. È costruire un ponte invisibile tra persone e idee, tra ciò che si sogna e ciò che si realizza ogni giorno.

Perché il lavoro prende forma non solo nei progetti, ma anche negli spazi che li accolgono.
E un buon arredamento non è un accessorio: è un alleato silenzioso che sostiene, ispira, accompagna.