25 Luglio 2019 / / Blog Arredamento

Se ti stai chiedendo come scegliere il futon, allora devi sapere che non sono poche le info da studiare, anche se non si tratta di nulla di complesso. Innanzitutto, le operazioni di scelta non sono poi tanto diverse da quelle relative ai comuni materassi occidentali, e il motivo è presto detto: dettagli come la qualità dei materiali e lo spessore del materasso possono fare (e fanno) tutta la differenza del mondo. Per questo motivo, conviene partire da una breve premessa sui materassi giapponesi, e in seguito studiare tutti i fattori da analizzare per acquistare il materasso giapponese perfetto per il tuo caso.

Materasso futon matrimoniale srotolato a terra

Che cosa è

Prima di leggere la nostra guida all’acquisto, ti conviene capire esattamente di cosa stiamo parlando. A tal proposito, noi ti consigliamo di approfondire il vasto mondo dei “materassi che si arrotolano” sul sito futon.it: un ricco contenitore di notizie, di curiosità e di guide su questi complementi giapponesi così amati anche in Italia. In questa sezione, invece, ci limiteremo a fornire una breve ma esaustiva definizione. La traduzione dal giapponese è – come detto – “materasso che si arrotola”: si parla di un complemento dalla storia molto antica, realizzato in strati di cotone vergine cardato, del tutto privo di elementi artificiali. In Occidente siamo soliti utilizzare altri materiali insieme al cotone cardato, ma questo avremo modo di scoprirlo fra poco.

Come sceglierlo
Esistono alcuni aspetti preponderanti che vanno presi in analisi, e che approfondiremo uno ad uno nei paragrafi a seguire. Intanto è fondamentale valutare lo spessore del materasso giapponese, perché da esso dipende il grado di comfort e la durezza del complemento. In secondo luogo, non vanno sottovalutati i già citati materiali che compongono l’imbottitura del materasso, ancora una volta per una questione di comodità. Poi troviamo altri elementi che in realtà appartengono a tutti i materassi, ma che diventano decisivi anche in questo caso, come ad esempio la taglia. Pronto per cominciare?

Spessore del materasso

Leggendo la guida all’acquisto del futon sul sito futon.it emerge in primo luogo tutta l’importanza dello spessore, come detto per una questione di comfort. Qui è il caso di dire che esistono delle grandi differenze fra i materassi giapponesi e quelli pensati per l’Occidente. Nel primo caso lo spessore è piuttosto ridotto, e si attesta intorno agli 8 centimetri, ma in Italia i materassini di questa misura vengono usati più che altro per la pratica del massaggio shiatsu. Nel secondo caso, invece, le medie partono da circa 11 centimetri e possono tranquillamente superare i 20. Il nostro consiglio è di optare per un materasso giapponese con uno spessore pari ad almeno 14 centimetri, perché così potrai contare su un complemento più morbido.

Considera che non c’è nulla di male nell’acquistare un materasso con uno spessore più basso, ma non devi farti prendere dalle ansie. Cosa vogliamo dirti? Che un futon più spesso è comunque un futon originale, quindi non andrai ad intaccare lo stile d’arredo della tua camera da letto, se ti piace il look giapponese. Semplicemente, optando per uno spessore maggiore, potrai garantirti una maggiore morbidezza e quindi un grado di comfort più alto. Noi occidentali, infatti, non siamo abituati a dormire su materassi poco spessi, mentre i giapponesi hanno questa abitudine da secoli.

Materiali e strati

Poco sopra ti abbiamo accennato all’importanza dei materiali, e anche qui troviamo alcune differenze fra materassi giapponesi e i modelli progettati per il mercato nostrano. Consultando l’approfondimento sul futon occidentale di futon.it, ecco cosa scopriamo: in questi tipi di materassi non si trovano soltanto gli strati in cotone vergine cardato, ma anche altre lastre, come quelle realizzate in lattice o in fibra di cocco. La funzione di questi inserti è, ancora una volta, una questione di comfort: i suddetti strati aggiuntivi, difatti, hanno lo scopo di rendere il materasso più comodo.

In genere queste lastre vengono inserite in posizione centrale, e possono anche fungere da supporto per la schiena, come nel caso dei filamenti di cocco. Il motivo? Consentono al cotone cardato di schiacciarsi in misura minore. Chiaramente la presenza di questi strati aggiuntivi rende molto complesso arrotolare il materasso, quindi si parla di complementi adatti per una sistemazione fissa sul letto. Questa è un’altra differenza piuttosto importante, se si mettono a confronto i futon all’occidentale e quelli prettamente giapponesi.

Cotone biologico e certificazioni

Un approfondimento a parte lo merita il materasso giapponese biologico, anche perché spesso l’etichetta “bio” non è poi tanto chiara, e viene di frequente fraintesa. Nella guida al futon bio di futon.it si spiega chiaramente quanto segue: per biologico si fa riferimento ai materiali che provengono da coltivazioni di cotone bio. In altre parole, da coltivazioni che seguono i ritmi imposti dalla natura, e che non fanno uso di pesticidi e di altri agenti di questo tipo, come i concimi chimici. Purtroppo non è semplice distinguere un futon 100% cotone da un complemento in cotone biologico, però ci vengono in aiuto le apposite certificazioni.

Taglia
In tal caso ci sarebbe ben poco da aggiungere, perché si parla di un argomento comune a tutti i materassi. Quando arredi la tua zona notte, infatti, devi stabilire la taglia che meglio si adatta ai tuoi desideri e al tuo caso. Ad esempio, se hai intenzione di dormirci insieme al tuo partner, dovrai ovviamente optare per una misura matrimoniale. Se invece lo userai per i tuoi bambini, potrai scegliere un complemento con una taglia ridotta.

Futon singolo con testiera in legno

Tipologia d’utilizzo
Abbiamo deciso di chiudere questa guida su come scegliere il futon concentrandoci su un altro aspetto importante, ovvero la tipologia di utilizzo. Quando acquisti questo materasso, difatti, devi partire da un’idea chiara sull’uso che ne farai. Per farti un esempio, un modello occidentale con uno spessore un po’ più basso (intorno agli 11 centimetri) potrebbe essere la scelta migliore per il letto degli ospiti. Se invece desideri un complemento da usare per i massaggi, allora ti conviene optare per un materassino con uno spessore intorno ai 6 centimetri. Lo stesso discorso vale se intendi portarlo spesso con te, dunque se hai l’esigenza di arrotolarlo in tutta comodità. Infine, puoi anche considerare la possibilità di acquistare un divano futon.

Divano letto futon kanto

25 Luglio 2019 / / Blog Arredamento

Amaca: quanti e quali tipi esistono e perché ci piace così tanto

Anche voi avete sempre sognato di avere un’amaca?
Io ne sono sempre stata affascinata e da piccola desideravo averne una al posto del letto.

Sono convinta di averla vista la prima volta in Peter Pan, forse ci dormivano i bambini sull’Isola che Non C’è, sta di fatto che per me divenne una sorta di ossessione che mia mamma si è puntualmente ostinata a sabotare.

Non avendo mai avuto un giardino o un terrazzo abbastanza grandi, il mio sogno è rimasto tale (fino ad oggi!).
Crescendo mi sono resa conto che forse dormire tutti i giorni in questo giaciglio pensile può non essere così piacevole come dondolarsi qualche ora in riva al mare, magari con un cocktail gelato tra le mani…ma nonostante le avversità e i sabotaggi materni, la fascinazione per questo esotico letto sospeso è rimasta sempre fortissima.

Cosa ci piace così tanto dell’amaca?
Perché anche da adulti continua ad esercitare su di noi un’attrazione magnetica? Sarà il dondolare che ci culla verso stati di relax assoluto? Sarà che ci trasporta subito verso assolate isole tropicali e acque cristalline?

Partiamo dalla sua storia e vediamo quanti e quali modelli di amaca esistono. Preparati, perché c’è solo l’imbarazzo della scelta tra amache tradizionali, freestanding, a poltrona, a letto, giganti…

Storia

Prima cosa da sapere è come si pronuncia. L’accento va sulla seconda “a” quindi: amàca.

Il termine deriva dallo spagnolo hamaca, di origine caraibica, e sembra derivi dal nome dell’albero fibroso che veniva utilizzato per tessere la tela (hamack).
Questo comodo giaciglio in rete o tela nasce nell’America del Sud e pare sia stata presto adottato da Cristoforo Colombo per far dormire più comodamente i marinai, ma soprattutto per evitare il contatto con i pavimenti sottocoperta, bagnati, sporchi e infestati da insetti e topi.

Probabilmente anche gli Indios dell’America Latina e dei Caraibi le usavano proprio per una questione igienica e di sicurezza contro animali, insetti e rettili. Anche la funzione termica non è da sottovalutare: con il caldo e l’umidità meglio stare sospesi dal suolo e su una superficie traspirante.
Sembrerebbe inoltre che le definissero “culle degli dei”: sarà per questo che continuano ad esercitare su tutti noi un enorme fascino?

La storia dell’amaca accompagna la nostra, la vediamo in dipinti, cartoni animati, film. Ancora oggi è sinonimo di relax e pace dei sensi, non a caso ne vediamo una stupenda nel capolavoro di Sorrentino “La Grande Bellezza”: una raffigurazione potente del “dolce far niente”.

Materiali

Se le più antiche amache venivano prodotte con fibre naturali intrecciate (hamack tree, agave sisalana o Sisal) oggi ne possiamo trovare di tutti i tipi: cotone traspirante, corda, rete, stoffa.

Per esterni e campeggio ci sono materiali sintetici “tecnici” e performanti super robusti (ci sono lettini sospesi e tende-amaca studiati per resistere a temperature estreme e prodotte in poliammide, polipropilene, nylon).

Tipologie

Esistono due grandi famiglie:

    • amache autoportanti: si appoggiano a terra e hanno una struttura di sostegno o supporti in legno, metallo, acciaio

    • amache da appendere: le più tradizionali si sospendono agganciando le estremità a due sostegni che possono essere alberi, pali, rocce. Si possono fissare tramite nodi o con ferramenta idonea (ganci, moschettoni, corde…). Esistono inoltre le poltrone-amaca o sedie-amaca con aggancio a soffitto


Entrambe le tipologie possono essere portatili (le autoportanti dotate di struttura sono in realtà fisse e meno agevoli da spostare, ma ci sono autoportanti pieghevoli che sono invece facilmente richiudibili e spostabili).

Il giaciglio più essere inoltre dotato di bastoni alle due estremità. In questo modo il piano su cui ci si sdraia rimane teso. Quelle prive di bastone sono più avvolgenti e si adattano alle forme del corpo.

E tu che amaca vuoi?

Amaca da giardino

La più amata: torni a casa la sera dopo il lavoro e ti fiondi a rilassarti con un buon libro o con il semplice cinguettare degli uccellini (magari se ti doti di zanzariera è meglio).
In giardino puoi scegliere l’autoportante o quella più tradizionale appesa a due alberi.

Se la vuoi in terrazzo probabilmente la soluzione migliore è quella da terra con supporti free standing, oppure la poltrona-dondolo da soffitto.

Amaca matrimoniale o doppia

Soluzione maxi, l’amaca doppia o gigante ospita comodamente due persone. Non lanciarti in acrobazie perché potreste ribaltarvi in men che non si dica.
Pare esistano anche i modelli familiari per 3 o 4 persone…sinceramente io concepisco l’amaca come un angolo di relax individuale o al massimo in coppia, ma sono sicura che un pisolino all’ombra insieme ai bambini possa essere ugualmente rigenerante.

Amaca da interni

L’amaca in casa è più difficile da gestire. Dove si appende e come?
In appartamento può trovare spazio in balcone, nello studio o nella cameretta dei bambini (anche i ragazzi apprezzano). Altra opzione indoor è il salotto…ma stiamo parlando a mio parere di ambienti da rivista patinata o da Instagrammer. Anche se una valida alternativa è un’amaca o una poltrona sospesa con struttura autoportante. Comunque le ispirazioni ci sono, guarda qui sotto!

Amaca dondolo e poltrona

Ci sono quelle a sacco, i cocoon (amatissimi dai più piccoli e ideali in cameretta per costruire una “tana”) e le poltrone con aggancio a soffitto “a forma di uovo”. Solitamente possono essere in tessuto, nylon o rattan.

Amaca brasiliana

A righe o tinta unita in tela di cotone, con inserti in macramé per gli amanti dello stile boho chic.

Amaca messicana

Le migliori sono prodotte in Yucatan dove vengono tessute a mano come una volta. Sono caratterizzate da struttura a rete traspirante e sono leggerissime. Poco indicate per i bambini.

Amaca da campeggio

Non voglio entrare nei meandri del mondo outdoor, perché ne so davvero poco. La mia idea di amaca è relax a bordo piscina o in spiaggia…insomma scalate e trekking non sono il mio pane quotidiano. Mi limito a segnalare l’esistenza di modelli pazzeschi e resistentissimi, dalla semplicissima amaca da bivacco da attaccare fra due alberi, alle tende sospese, amache da 3 e 4 persone, sacchi a pelo pensili realizzati per resistere a bassissime temperature in mezzo a cime innevate.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Amaca letto

Parlando di sacchi a pelo, l’amaca può essere usata come letto. Dopotutto è la sua funzione originaria! Se intendete usarla outdoor mi affiderei ad amache come quelle appena descritte sopra: resistenti e costruite per offrire performance di alto livello. Se volete usarla in casa, optate per l’opzione matrimoniale con agganci alle 4 estremità.

Amaca da spiaggia

Se vuoi portare l’amaca in spiaggia scegli un materiale traspirante, facile da piegare e che occupi poco spazio. Attrezzati con i ganci giusti e trova l’angolo perfetto. Puoi anche optare per un modello pieghevole tipo lettino da camping. Se invece avevi in mente di stare a mollo, sappi che esistono le amache galleggianti e gonfiabili (ideali anche in piscina in alternativa al materassino).

Dove comprare un’amaca?

La citazione tratta da I Simpson è d’obbligo: “…c’è “Amica Amaca” sulla quinta, “Amaca Magò”, “Hai mica un’amaca”. Ah già, ora che ci penso sono tutti nel DISTRETTO DELLE AMACHE!!!”

Nel mondo reale il mio consiglio è di comprare l’amaca online. I siti sono tantissimi, partendo dai grandi colossi (Amazon, ebay) fino ai portali specializzati, quindi potete trovare amache economiche e vere e proprie Rolls Royce delle amache.
Io preferisco i siti specializzati perché spesso tra questi si trovano piccole aziende che prestano maggiore attenzione alla qualità dei materiali e ai processi di produzione. Ad esempio Tropilex, da cui ho comprato la mia, si rifornisce da tessitori tradizionali colombiani e indiani, dona l’1% delle vendite a organizzazioni no profit che si dedicano alla salvaguardia ambientale ed ha certificazioni FSC® per il legno e OEKO-TEX® per i tessuti.

Misure ce ne sono di tutti i tipi. Non esiste uno standard, a meno che non siate dei puristi e non vogliate un’amaca tradizionale intrecciata a mano nello stile dei Maya…allora credo che lo standard fosse quello di un letto singolo. Oltre alle dimensioni controlla anche il peso massimo consentito, ma non ti preoccupare, ce n’è per ogni dimensione e peso!

Foto di Eveline de Bruin da Pixabay