29 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Per il prossimo 16 maggio “Giornata Internazionale della luce” l’architetto Domenico De Rito con studio a Cosenza, ha ideato e curato un Forum, dal titolo, “la luce illumina la storia”. Secondo l’UNESCO, lo scopo di questa giornata è quello di rafforzare la cooperazione e sfruttare il suo potenziale per promuovere pace e sviluppo. Le tecnologie basate sulla luce svolgono un ruolo importante in: istruzione, arte, scienza, cultura, sviluppo sostenibile, comunicazione.

Un progetto di luce sostenibile per valorizzare il patrimonio archeologico della Calabria

Il progetto dell’architetto De Rito, prevede di “mettere in luce” in Calabria, il Mausoleo Romano, che sorge sulla costa dell’alto Tirreno cosentino, nel borgo di Cirella, in c/da Tredoliche.

Domenico De Rito e la cultura della luce
Mausoleo Romano, luce neutra

L’impianto illuminotecnico e la sistemazione della zona circostante il manufatto, fanno parte di un progetto più ampio che comprende anche la riqualificazione della “passeggiata archeologica” con i resti della villa Romana e le vasche nella zona dell’antico porto. Riqualificazione che non intende esclusivamente corredare i luoghi e gli spazi di illuminazione pura e semplice ma, di dotare questi luoghi gia’ suggestivi per natura, di una radiazione calda, accogliente e affascinante, capace di far apprezzare questi luoghi dalla storia millenaria agli appassionati avventori. Tutto ciò per restituire libertà a questo “teatro storico” naturale e magico affacciato sul mare di Cirella.

Intervista all’Architetto Domenico De Rito

Domenico De Rito e la Cultura della Luce
In foto l’architetto De Rito

In vista della Giornata Internazionale della Luce, abbiamo incontrato l’architetto Domenico De Rito per approfondire il significato della Cultura della Luce nel progetto architettonico. Dalla valorizzazione dei siti archeologici calabresi fino alla sostenibilità negli spazi privati, De Rito racconta visioni, soluzioni e riflessioni sul ruolo dell’illuminazione come strumento etico, ambientale e narrativo.

Il progetto di Domenico De Rito per illuminare il patrimonio archeologico di Cirella

Architetto, quale fra i monumenti o i luoghi della Calabria le piacerebbe illuminare?

Il progetto a cui in questo momento mi sto dedicando, quello di “mettere in luce“ la zona archeologica dell’antica Cirella mi sta gratificando molto, poichè mi da la possibilità di restituire al territorio, grazie all’Amministrazione Comunale di Diamante che sa ascoltare ed è colta e sensibile, un’emergenza architettonica così vetusta e preziosa come il Mausoleo Romano ed un sito suggestivo come la passeggiata archeologica. Restituire loro la dignità che meritano, salvarli dal degrado e “metterli in luce“ in tutti i sensi significa anche implementare un tipo di turismo più qualificato che non sia unicamente balneare ma che divenga un attrattore culturale e sostenibile.

Sostenibilità e innovazione negli impianti di illuminazione pubblica

Per quel che riguarda l’impianto illuminotecnico della “passeggiata archeologica” lungo la scogliera ho progettato una luce dinamica con sistema crepuscolare. Una luce sempre accesa dall’imbrunire ma che, quando percepisce il passaggio di presenza umana aumenta il suo flusso di luce per garantire sicurezza e maggior visibilità ma, poi automaticamente in situazione di non presenza, l’intensità della luce diminuisce per garantire un intelligente risparmio energetico.

progetto passeggiata archeologica con luce dinamica in Calabria
Passeggiata Archeologica con luce dinamica

In questo modo possiamo parlare di progetto sostenibile. In primis la luce è sicurezza per la comunità ma, soprattutto quando parliamo di illuminazione pubblica è necessario che si tenga conto del controllo dei consumi energetici quindi considero fondamentale adottare sistemi dinamici e crepuscolari.

Progettazione della luce negli spazi privati

E nel privato qual è secondo lei la soluzione?

Anche per quanto riguarda la progettazione nell’edilizia privata è fondamentale lo studio della luce naturale e di quella artificiale. Qualche anno fa, ho disegnato la luce nello zoccolo dei gradini di una scala per un eco b&b, che funziona con sistema crepuscolare, garantendo sempre dall’imbrunire la presenza della luce, sicurezza e controllo dei consumi. 

Domenico De Rito architetto della luce
ecob&b – scala illuminata con sistema crepuscolare

Dobbiamo comprendere che anche la luce all’aperto negli spazi privati appartiene a tutti, la sua ricaduta e’ sempre di dominio pubblico. Può accadere di ricevere in casa propria, luci indesiderate e fastidiose proiettate dal giardino del vicino di casa o dall’illuminazione pubblica.

Domenico De Rito e la Cultura della Luce
Casale illuminato

Attualmente sono in fase di completamento per i lavori di ristrutturazione di un antico Casale il cui progetto illuminotecnico l’ho pensato per creare all’esterno suggestivi scenari in sintonia con quelli della luce del sud dall’imbrunire, e di notte lasciar spazio a quello immenso e magico del firmamento nell’intento anche di non interferire con le abitudini dei volatili, quindi a difesa dall’inquinamento luminoso.  All’interno ho fatto di tutto per attrarre il più possibile la luce naturale mentre per quella artificiale ho dotato gli spazi di una luce calda e accogliente sempre tenendo conto del risparmio energetico e non solo. Altro esempio calzante è la progettazione della luce per il rudere di c/da Lauro, progetto in fase di maturazione, la luce è indiretta e con sistema crepuscolare, senza creare inquinamento luminoso.

Rudere illuminato

Normative e cultura della luce in Italia

Ma come si regolano i progettisti: in Italia esiste una vera e propria regolamentazione?

Mentre nei Paesi europei le regole sono diverse, in Italia “il piano della luce” viene regolamentato dalle singole Regioni. Ormai in Italia il piano esiste in quasi tutte le regioni ma, nonostante ciò, vedo ancora luce selvaggia, inquinamento luminoso e, la cosa più grave vedo luce colorata senza un motivo.  Mi spiego meglio: vedo ancora in giro sfere che illuminano piazze e strade, ma anche negli spazi privati, e poi, la luce colorata senza un senso.

Mausoleo Romano, luce colorata per comunicare
Castello Svevo, luce colorata per comunicare

La luce colorata deve esclusivamente segnalare iniziative o eventi, per esempio è bene che il 25 novembre, edifici di rilevanza storica o monumenti, si illuminino di rosso per la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” mentre di blu il 2 Aprile per ricordare la “Giornata sulla consapevolezza dell’autismo” … la luce diventa (ancora non lo è) Comunicazione e Linguaggio. La Cultura della Luce! 

Domenico De Rito e la Cultura della Luce
Marchio, La Cultura della Luce, dell’architetto Domenico De Rito studio ddra+d

Domenico De Rito, Architetto della Luce – Studio e Ricerca

Domenico De Rito è architetto, docente di disegno e storia dell’arte e membro del Centro Cetri-Tires, Circolo europeo per la Terza Rivoluzione Industriale. Partecipa a tavoli internazionali in qualità di architetto della luce ed esperto di daylighting, design e sviluppo sostenibile.

Lo studio ddra+d

Nel 1997 fonda lo studio ddra+d con sede a Cosenza con cui svolge le attività di ricerca e professionali. Fin dalle prime fasi della sua carriera, l’architetto De Rito ha indagato a fondo, con metodo e curiosità, la disciplina architettonica, maturando esperienze significative nel campo della riqualificazione urbana e di quella paesaggistico/ambientale, della progettazione architettonica, dell’interior design.

La ricerca sulla luce

Una ricerca ininterrotta, appassionata, meticolosa, concentrata sulle differenti modalità di impiego della luce naturale e artificiale: una materia di cui è diventato tra i principali esperti in Italia. Tutto inizia nel marzo del 2004 quando ha ideato e condotto il suo primo seminario sulla disciplina del linguaggio luminoso con il mood: “La riqualificazione urbana di una città, di un’area passa certamente dall’attenta progettazione sostenibile della luce che è parte integrante del processo progettuale architettonico complessivo.”

Progetti urbani e sostenibilità

Nel 2009 presenta con il suo studio il progetto di riqualificazione della via Padre Giglio, importante arteria della città di Cosenza con l’innovativa soluzione di luce dinamica, sicurezza e risparmio energetico, evidenziando la qualità progettuale.

convegno a Roma sulla luce con l'architetto De Rito
9 Roma 2021, l’architetto De Rito durante un Convegno a Roma mentre spiega la luce nel Pantheon

Convegni e divulgazione

Ha poi curato, organizzato e partecipato ad innumerevoli incontri e convegni su questo affascinante argomento: a Reggio Calabria, Venezia, Cosenza e Roma, dove nel 2021 ha argomentato sulle modalità eccezionali, sorprendenti e innovative con cui i progettisti della Roma antica hanno gestito e canalizzato la luce naturale all’interno del Pantheon attraverso il cosiddetto “oculus”.

Premi e pubblicazioni

Sui temi della luce come comunicazione e linguaggio, l’architetto ha ricevuto premi e riconoscimenti, come quello per la progettazione dell’illuminazione del Castello Svevo di Cosenza, Concorso di idee (2005), premiato per la qualità della proposta, pubblicato ed esposto a Montreux.

Pubblicato invece da Aracne, il progetto “Luci sullo Stretto” (2015) in occasione dell’iniziativa “100 Idee per Reggio Calabria Città Metropolitana” presentato presso la sede della Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Ricerca e inclusione

In seguito ha elaborato uno studio sperimentale sulle disabilità visive con un progetto patrocinato dall’UNESCO (2015).

Ultimi progetti

Nel dicembre 2024, con il Simposio PAESAGGI da lui ideato e curato, ha affrontato il tema dei paesaggi di luce a Diamante in Calabria.

In quest’ultimo periodo sta curando il progetto “La luce illumina la Storia”, il progetto illuminotecnico per la “passeggiata archeologica” a Cirella, un percorso naturalistico particolarmente affascinante che farà apprezzare il percorso anche in notturna.

(Foto Archivio Domenico De Rito Architetto)

 

L’articolo Domenico De Rito e la Cultura della Luce: illuminare la bellezza con visioni sostenibili e innovative proviene da dettagli home decor.

29 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Tempo di ristrutturare e l’ansia cresce? Niente paura, affidandosi a professionisti competenti e sapendo nel dettaglio come procedere, i lavori in casa non saranno un problema.

Se l’intervento mira a rinnovare pavimenti e pareti per dare nuova luce alla casa, ecco un breve guida con tutti gli step dal sopralluogo alle finiture, con consigli pratici e stilistici, dalle valutazioni iniziali alla scelta dei rivestimenti e dei pavimenti.

Rinnovare pavimenti e pareti guida completa
esposizione rivestimenti – Depositphotos

Sopralluogo e valutazioni iniziali

Il primo step che deve affrontare chi si appresta a rinnovare una casa è il sopralluogo – o i sopralluoghi, perché bisogna procedere passo passo.

Per prima cosa, bisognerebbe incontrarsi con architetto o interior design e un geometra.  Con il progettista d’interni si deve stabilire un budget, che comprenda preferibilmente anche quanto margine c’è per sforare: questo aiuterà il cliente a gestire l’ansia e la paura che accompagna un passo così importante, e permetterà al designer di guidare il cliente al meglio nelle varie scelte. Rinnovare i pavimenti e le pareti, infatti, comporta fare diverse scelte e tenere in considerazione diversi fattori che spesso, a chi non è del mestiere, possono sfuggire. Affidarsi a professionisti permette di limitare gli sbagli e lasciare un margine per tamponare errori o imprevisti consente di fare una stima realistica.

Preparare le superfici a regola d’arte

Prima di posare i nuovi rivestimenti, dare la tinta o posare la carta alle pareti, le superfici vanno preparate al meglio, per evitare lavori poco rifiniti e che possono creare problemi (come bolle d’aria, crepe, imperfezioni o, peggio, infiltrazioni).

Come preparare le superfici? Sempre con il consiglio di rivolgersi a professionisti esperti, ecco un piccolo vademecum di ciò che non può mai mancare:

  • Rimuovere i materiali esistenti, se necessario;
  • Livellare il sottofondo per garantire una posa ottimale (sottofondo e massetto per i pavimenti);
  • Trattare le pareti per una perfetta adesione delle nuove superfici.
diverse tipologie di rivestimenti in gres porcellanato

Rinnovare pavimenti e rivestimenti

Mentre le maestranze preparano gli ambienti, inizia la parte più stressante, ma anche divertente: scegliere i nuovi rivestimenti.

Una prima selezione comporta la scelta del materiale per i pavimenti: parquet, marmo o gres porcellanato sono le tre opzioni più diffuse.

Il calore impagabile del primo e il lusso sofisticato del secondo li rendono ancora oggetto del desiderio per molti. Questi materiali, però, comportano un certo dispendio economico e una manutenzione specifica, quotidiana e a lungo termine. Entrambi, inoltre, sono molto delicati.

Perché scegliere il gres porcellanato

Il gres porcellanato è – attualmente – uno dei materiali più amati da inserire nelle nuove abitazioni, perché coniuga una versatilità estrema con una resistenza unica.

Questo rivestimento, infatti, può replicare fedelmente qualsiasi altro materiale esistente in natura, ogni essenza legnosa o varietà marmorea o pietra naturale, ma è anche molto resistente e impermeabile.

Per avere, inoltre, una percezione dello spazio più esteso, uniforme e pulito, è possibile posare lastre di grandi dimensioni, come ad esempio le piastrelle di grandi formati Atlas Plan, che, grazie alla qualità offerta da un marchio di fama internazionale, permettono di ampliare lo spazio visivo e garantiscono l’igiene necessaria.

Rinnovare pavimenti e pareti con le grandi lastre in gres porcellanato
Nella foto stand Salone del Mobile 2025 “ONE SPACE – The Atlas Concorde Ceramic Ecosystem” — articolato in grandi lastre, rivestimenti e pavimenti

Rinnovare le pareti

Non tutti sanno che le lastre di grandi dimensioni di gres porcellanato possono essere installate anche a muro.

Intere pareti o porzioni decorative con effetto marmo o pietra naturale potrebbero costituire una scelta originale e d’effetto, in alternativa alle tinte da parete o carte decorative, che restano comunque una scelta molto apprezzata.

Le finiture: dettagli che fanno la differenza

Le finiture rappresentano l’ultima, ma non meno importante, fase del rinnovo. Paraspigoli, battiscopa, profili di giunzione, cornici o semplici dettagli di pittura possono esaltare la qualità del lavoro. In questa fase, ogni dettaglio conta: la scelta del colore delle, l’uniformità delle superfici tinteggiate, la precisione nel montaggio di battiscopa e profili metallici. Anche l’illuminazione gioca un ruolo nella valorizzazione delle finiture, mettendo in risalto texture, giochi di luce e volumi.

Infine, la corretta sigillatura delle superfici, l’utilizzo di prodotti protettivi specifici e una pulizia finale professionale sono fondamentali per consegnare un ambiente pronto per essere vissuto e apprezzato in ogni suo dettaglio.

 

L’articolo Rinnovare pavimenti e pareti: dal sopralluogo alle finiture proviene da dettagli home decor.

29 Aprile 2025 / / ChiccaCasa

In casa hai trovato un pavimento nero e gli abbinamenti ti spaventano?
Hai paura che qualsiasi scelta possa incupire l’ambiente o renderlo troppo stravagante?
Non ti preoccupare più del dovuto: con un pavimento nero hai più libertà di scelta di quella che immagini.

Ma la verità? Sta tutto nello stile che vuoi creare.
Sì, ci sono regole generali da seguire, ma poi arriva lo stile personale, quello che racconta di te e ti fa sentire a casa.
Anche un pavimento in granito nero, in graniglia lucida o in marmo scuro può diventare parte del tuo racconto, se lo sai ascoltare.

In questo articolo ti accompagno passo passo: niente formule magiche, solo scelte consapevoli.

Sì, parliamo anche di luce, di palette, di errori da evitare e di pavimenti neri che (forse) non ti piacciono ancora… ma lo faranno presto.

Il punto di partenza è sempre lo stile (non il pavimento)

Lo so, può sembrare strano, ma non è il pavimento che comanda: è lo stile che vuoi creare.
Certo, se sogni un’atmosfera natural o jungle e ti ritrovi con un marmo nero lucido, il match sarà da valutare con la massima cura, ma non è detto che tu debba rinunciare totalmente a quelle vibes lì. Serve solo trovare un compromesso.

E se proprio non sai da dove iniziare, è esattamente questo il tipo di dilemma che risolvo ogni giorno con le consulenze Trova il tuo stile: partire da quello che hai, anche se non lo ami, e costruirci intorno qualcosa che parla di te.

Pavimento nero e luce: quanta ne hai e quanta ne vuoi?

C’è chi sogna una casa avvolta nella penombra e chi farebbe di tutto per avere sempre il sole in soggiorno (io faccio parte di quest’ultimo team). Massimizzare la luce naturale non è una priorità per tutti, ma con un pavimento scuro il fattore dell’illuminazione naturale va considerato con ancora più attenzione.

Hai tanta luce naturale?

Ottimo. Puoi scegliere una base chiara per pareti e soffitti se vuoi amplificarla e valorizzarla. Puoi optare sia per i bianchi assoluti, come il RAL 9016, che per tinte come RAL 9002 (un grigio neutro chiarissimo) o colori chiarissimi da abbinare a un soffitto bianco. Personalmente, non amo l’abbinamento di bianco caldo (come RAL 9010) con pavimenti neri.
In alternativa puoi osare con pareti medio scure: blu profondo e desaturato, marsala, verde abete, borgogna… Il match può diventare raffinato.

Hai poca luce?

Allora vai con pareti chiare ma non piatte, tessili pieni di movimento e tocchi di colore a sorpresa: un verde salvia, un senape, un azzurro carta da zucchero. Evita il total black + total white, altrimenti l’ambiente si chiude e alla lunga diventa cupo.

E se la luce naturale è poca, ricordati che puoi crearla. Una buona illuminazione artificiale fa la differenza, e in certi casi vale davvero la pena investire in un lighting designer.

Con quali colori abbinare un pavimento nero? Dipende tutto dal mood che vuoi creare

Il nero è un neutro e come tutti i neutri, in realtà sta bene con (quasi) tutto.
Quando si trova sotto i tuoi piedi, in una superficie ampia e visivamente dominante, serve un po’ di strategia per abbinarlo bene e non lasciare che spenga o incupisca l’ambiente.

Qui sotto trovi alcune direzioni stilistiche possibili, tutte compatibili con un pavimento nero — e ognuna con i suoi accorgimenti.

1. Vuoi scaldare l’ambiente? Usa legni caldi e finiture morbide

Scegli mobili in legno scuro o medio con sottotono caldo: noce, teak, palissandro, mogano.
Funzionano benissimo anche i colori caldi, come terracotta, ruggine, bordeaux, mattone…

2. Vuoi freschezza e leggerezza? Gioca con colori pop e pastelli polverosi

Un pavimento nero può essere la base perfetta per osare con colori più chiari, allegri e “vivi” .
Pensa a: rosa cipria, lavanda, verde menta, carta da zucchero, giallo vaniglia, azzurro pastello.

Mescolali con toni neutri e usa qualche accento nero qua e là per richiamare il pavimento.
Questo mix funziona benissimo in un contesto nordico contemporaneo o pop retrò.

Credits

3. Vuoi eleganza sofisticata? Metalli preziosi e superfici riflettenti

Con il nero puoi spingerti nel regno del raffinato senza sforzi.
Se il pavimento è opaco, inserisci dettagli in ottone satinato, vetro fumé, acciaio, laccature lucide o superfici specchiate.
Se il pavimento è lucido, dosa con più cura questi materiali o potresti cadere nel pacchiano.

Puoi anche scegliere pareti dalle tinte profonde (verde bosco, blu petrolio, grigio antracite), purché tutto sia ben bilanciato dalla luce.
Il pavimento nero in questo caso non è un problema: è il tuo alleato per creare una palette chic e avvolgente, in pieno stile art déco o minimal elegante.

Credits

Abbinare un pavimento nero: colori, materiali, styling tips

Ecco alcuni spunti generali per far “funzionare” un pavimento nero.

  • Colori: i colori medio scuri e non molto accesi (desaturati) fanno sempre un figurone, ma puoi anche optare per colori pastello polverosi e qualche tocco pop più vivace (senape, rosa, corallo, rosso, blu reale, blu cobalto). Prendi spunto dalla moodboard.

  • Materiali: i pavimenti lucidi accolgono molto bene materiali freddi come vetro e metalli, ma è bene aggiungere anche colori o legni caldi e scuri per bilanciare. I pavimenti neri opachi, lasciano più spazio sia ai mix stilistici che alla gamma di materiali: stanno bene anche con il legno chiaro o medio chiaro, meglio se neutro o caldo e non risultano mai pacchiani, se abbinati a oro, ottone o marmi venati, rischio che, al contrario, corrono i pavimenti in marmo nero lucidi.

  • Styling tips: è molto interessante attirare l’attenzione verso l’alto, nelle stanze con pavimenti neri. Si può fare attraverso l’uso di lampade scenografiche dal design leggero o strisce di colore nella parte alta delle pareti.

Arredare con pavimento nero: consigli pratici per ogni materiale

Non tutti i pavimenti neri sono uguali. Cambia il materiale, cambia il finish, cambia l’effetto nello spazio. Ecco perché ognuno ha bisogno di accorgimenti diversi.

Pavimento marmo nero fiammato di bianco (Nero Marquina, Portoro, ecc.)

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Credits: 1, 2

È scenografico, elegante, molto “da copertina”. Spesso viene lucidato, ma si trova anche con finitura opaca. Il problema? Può sembrare “freddo” e intimidire chi cerca un’atmosfera più accogliente.

Come abbinare un pavimento in marmo nero?

  • Legno caldo e scuro (noce, teak, rovere affumicato).

  • Metalli freddi come argento e acciaio. Meglio andare cauti con oro e ottone, che potrebbero far risultare pacchiana la stanza, se non bilanciati a dovere.

  • Vetro (anche fumé).

  • Tessili in colori avvolgenti senza fantasie (monocromatici): verde oliva, senape, mattone, terracotta, blu profondo.

  • Pareti chiare, ma evita il total white abbagliante: rende il marmo troppo “duro” visivamente.

  • Evita anche di mescolare il marmo nero con altri marmi.

  • Se opti per una palette neutra, ti suggerisco di aggiungere qualche tocco di calore: per esempio, una poltroncina in pelle o un sideboard in legno rossastro.

Pavimento in graniglia nera o antracite (anni ’70 o attuali)

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Credits: 1, 2

La graniglia scura può essere decorata con piccoli frammenti chiari oppure completamente tono su tono. Ha un’anima vintage, ma può essere modernizzata con piccoli trucchi.

Con cosa funziona bene la graniglia nera?

  • Modernariato, mobili Mid Century Modern, eleganti e dal fascino senza tempo.

  • Tocchi di rosa cipria, verde menta, senape.

  • Arredi dal profilo sottile, magari con gambe nere a richiamo.

  • Legno scuro o medio scuro, caldo, ben rifinito e poco venato.

  • Velluto, tessuti monocromatici, fantasie a piccole dosi e sempre con motivi grandi.

  • Assolutamente no a mobili in stile country o rustici, che penalizzerebbero la graniglia creando un brutto effetto “casa della nonna” (nella sua accezione più negativa, so per certo che ci sono case della nonna arredate con estremo buon gusto).

Pavimento in granito nero o sale e pepe

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Immagini generate dall’AI, secondo le mie indicazioni

Un classico delle case anni ’80–’90 che può sembrare freddo o datato, ma ha un bel potenziale di carattere.

Come valorizzare un pavimento in granito nero o sale e pepe?

  • Tinte chiare e palette desaturate, ma con qualche tocco di colore vivace. Il granito dà il meglio di sè quando intervallato da colori degni di essere chiamati tali e si spegne con le palette totalmente neutre.

  • Arredi contemporanei colorati dalle linee sinuose.

  • Accenti in nero opaco o metallo spazzolato.

  • Molto interessante in combinazione con motivi grafici grandi.

  • Anche il granito, come la graniglia, non è valorizzato dallo stile rustico e dal country. Piuttosto che fibre grezze, pietra e legno al naturale, meglio optare per materiali rifiniti ed eleganti.

Pavimento gres nero opaco senza venature o pavimento in resina nera uniforme

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Credits: 1, 2

Molto usato nelle case contemporanee, specie in finitura opaca. Spesso il rischio è quello di una freddezza “da showroom”.

Con cosa funziona bene un pavimento in grès nero o in resina nera?

  • Legno neutro o caldo, dai più chiari ai più scuri.

  • Mix con materiali materici: cemento, ceramica, cotto smaltato.

  • Tutti i colori, nessuno escluso. Quindi usali, ti prego, non scegliere il grigio per tutto. L’unico accorgimento è evitare colori troppo vivaci e medio scuri sulle pareti (evita colori pazzerelli come fucsia, rosso vivo, arancione, blu elettrico…).

  • Questo pavimento lascia ampio spazio anche allo stile, puoi osare senza timore.

Parquet carbone o nero

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Credits: 1, 2

Bellissimo, intenso, senza tempo, ma bisogna stare attenti a non spegnerlo con mobili troppo cupi o ambienti poco illuminati.

Parquet nero: come valorizzarlo?

  • Colori caldi (o, comunque, mai glaciali) e, medio scuri e a bassa saturazione o pastello.

  • Tappeti dai colori vivaci per sdrammatizzare il look.

  • Metalli preziosi (a piccole dosi se il pavimento è lucido), legno neutro o caldo, chiaro, medio o scuro.

  • Il grigio, se non scaldato o ravvivato, tende a svilire l’ambiente.

  • Ampio spazio alle combinazioni stilistiche e materiche: perfetto per uno stile eclettico.

Pavimento in porfido nero (o quasi)

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Credits: 1, 2

Ha una presenza scenica fortissima, con i suoi frammenti irregolari. L’effetto può risultare vintage o moderno a seconda di come lo abbini.

Con cosa funziona bene il porfido nero?

  • Mobili con forme morbide, linee curve, mobili Space Age, Mid Century o contemporanei.

  • Colori bold: rosso, blu elettrico, giallo, colori aranciati e terrosi. Ravvivano il pavimento e danno un look eclettico e contemporaneo.

  • Superfici satinate o opache.

  • Legno aranciato o rossastro ben rifinito e con venature discrete e non ridondanti.

  • Per non rendere tutto troppo “mosso”, lavora con texture lisce e palette equilibrate. Sì anche ai motivi verticali.

Ogni pavimento ha una voce.
Se impari ad ascoltarla, può diventare un punto di forza e darti una casa che racconta davvero qualcosa di te.

Vuoi una mano per capire come farlo con quello che hai in casa?

Se hai un pavimento nero e vuoi valorizzarlo davvero, qui trovi il mio servizio di progettazione a distanza.

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29 Aprile 2025 / / Case e Interni

Proteggere la propria casa: consigli per scegliere l'antifurto

 

Sapere che la tua casa è un luogo sicuro, sia quando sei all’interno che quando ti trovi lontano è un pensiero rassicurante che tutti vorrebbero corrispondesse alla realtà. A tal proposito, e a fronte di una tendenza crescente di furti, l’unica soluzione realmente efficace è quella di installare un allarme casa.

Tuttavia, spesso i sistemi di sicurezza possono richiedere lavori strutturali per essere installati, oppure i sensori e i componenti dell’antifurto possono risultare totalmente fuori contesto rispetto allo stile della casa. Abbiamo quindi pensato di fornire alcuni consigli che puoi mettere in pratica per proteggere la tua casa senza rinunciare al design e all’estetica.

 

1. Scegli dispositivi di sicurezza dal design discreto

Il primo consiglio che ti diamo è quello di optare per sistemi di sicurezza composti da elementi che abbiano un design discreto e neutro. L’ideale è che siano compatti e con strutture dal taglio moderno.

Questo vale per le centraline dei sistemi di allarme, ma soprattutto per i pannelli di controllo e sensori, vale a dire gli elementi dell’antifurto generalmente più a vista. Oltre al design dei componenti, considera anche lo stile della tua casa: più i due saranno ben assortiti, minore sarà l’impatto dato dall’installazione del sistema di sicurezza.

In particolare, è importante che i sensori e gli elementi a vista dell’antifurto si integrino con l’arredamento, evitando elementi ingombranti o visivamente invasivi.

Antifurto casa: quale scegliere per una maggiore sicurezza

 

2. Usa i colori e le posizioni giuste per rendere l’antifurto invisibile

Un altro suggerimento utile per far notare meno l’allarme e i suoi componenti all’interno della tua casa prevede l’uso di colori e delle posizioni furbe. Questo consiglio si rivela particolarmente utile se il design dell’antifurto non si integra perfettamente con lo stile della tua casa.

Per quanto riguarda i colori, può essere utile sfruttare i toni delle pareti o della mobilia per nascondere centraline e sensori. Allo stesso modo, posizionare i componenti negli angoli meno in vista può essere un’ulteriore soluzione per rendere più discreta la presenza dell’antifurto in casa.

Attenzione però alle priorità: per quanto riguarda la posizione dei sensori, è fondamentale tenere prima in conto la funzione di protezione dell’allarme e poi l’estetica, dato che scegliere luoghi troppo riparati potrebbe rendere inefficace l’intero sistema di sicurezza.

 

3. Preferisci un allarme wireless per un’installazione pulita

Prediligi sistemi wireless per evitare canaline a vista o, in uno scenario ben peggiore, onerose e lunghe opere murarie. I sistemi senza fili, permettono un’installazione senza interventi strutturali, preservando l’integrità estetica degli ambienti.​

Inoltre, sono spesso più tecnologici e avanzati rispetto ai tradizionali allarmi filari, i quali sono connessi all’elettricità domestica. Tuttavia, assicurati che l’allarme senza fili da te scelto sia dotato di tecnologie anti-jamming, così da evitare che il sistema possa essere hackerato.

Come scegliere l'antifurto wireless per casa

 

4. Scegli una soluzione con controllo remoto dei dispositivi

Un ulteriore consiglio è quello di preferire soluzioni di antifurto con controllo remoto dei dispositivi, in modo da poter integrare sicurezza e tecnologia. Una casa che prevede la possibilità di controllare alcuni componenti da remoto è sicuramente moderna, e questo aggiunge un tocco di stile in più alla proprietà.

Inoltre, optare per sistemi di sicurezza che integrano anche il controllo da remoto di dispositivi domestici può essere utile per avere anche maggiore comodità in casa.

Antifurto per casa: suggerimenti e consigli

 

5. Affidati a soluzioni professionali per una protezione completa

Senza dubbio, l’ultimo consiglio che sentiamo di darti è quello di affidarti a degli esperti del settore per scegliere il tuo allarme. In questo modo potrai essere sicuro che l’installazione avvenga in modo corretto, nel rispetto sia del tuo gusto personale che della funzionalità del sistema di sicurezza.

Scegli servizi di sicurezza che offrono monitoraggio continuo e assistenza, garantendo tranquillità senza compromettere l’estetica della tua casa.​ Un esempio è il sistema di allarme casa Sector Alarm, antifurto senza fili che non necessita di opere murarie per essere installato e che prevede il monitoraggio da parte di una centrale di ricezione allarmi attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Sector Alarm offre soluzioni personalizzabili per ogni soluzione abitativa e commerciale: dagli allarmi per appartamenti a quelli per villa, passando per gli antifurto per negozi e uffici. Inoltre, si tratta di un servizio tutto incluso che prevede assistenza tecnica, controlli di sicurezza e interventi gratuiti, oltre a un design premiato con l’IF Design Award 2023, che aggiunge un tocco in più alla tua casa.

Infine, grazie all’app Sector Alarm, è possibile controllare il sistema di protezione direttamente dal proprio smartphone e integrare dispositivi Smart Home nel sistema per una casa protetta e al passo con i tempi senza rinunciare allo stile.

Proteggere la propria casa: consigli per scegliere l'antifurto

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Anna e Marco – CASE E INTERNI

29 Aprile 2025 / / diotti.com

Gamba, piede, base, basamento, piedistallo, supporto, sostegno al centro, colonna: termini diversi per definire l’elemento che sostiene il piano di un tavolo, nei modelli comunemente chiamati tavoli con gamba centrale.


 

I tavoli con base centrale sono così progettati per soddisfare certi vezzi estetici, capaci di mantenersi perfettamente stabili e in equilibrio, di sostenere con solidità il piano e di offrire un comodo spazio a tutti i commensali.

Il loro nome li descrive alla perfezione: i tavoli con piede centrale sono caratterizzati da un supporto posizionato centralmente sotto il piano.
Una mono-gamba al centro è una certezza per rientrare nella categoria ma anche tante singole basi una vicino all’altra e posizionate in modo centrale rispetto al piano sono un’ottima discriminante per popolare il catalogo “tavoli con gamba centrale”.

 

Tutto sta nel design che si preferisce, perché quello che differenzia questi tavoli tra loro – per estetica e per prezzo – è la tipologia di sostegno al centro che può assumere diverse forme ed essere realizzato in molteplici materiali e colori.
Si passa da tavoli mono-piede con palo sottile o piedistallo lungo e stretto a tavoli con basamento monolitico scultoreo. Nel mezzo si alternano tavoli con basamento cilindrico o sferico, basi geometriche o completamente astratte, tavoli con una base che sembra torcersi su sé stessa, supporti sinuosi e curvi fatti di lastre che si avvolgono, strutture a forma di ellisse, sculture traforate, tronchi di cono.
La fantasia dei designer non ha confini, il limite è la stabilità del tavolo.

 

Tavolo Bon Bon con basamento centrale a fasce intrecciate in metallo

 

Tavolo Firenze con base centrale intrecciata a forma di spirale in legno massello

 

Se stai pensando di acquistare un tavolo con gamba centrale per il tuo soggiorno o la tua sala da pranzo continua a leggere per scoprire i vantaggi funzionali di un simile modello di tavolo e poi lasciati conquistare dalla carrellata di immagini che troverai in fondo a questo articolo.

Perché scegliere un tavolo con gamba centrale

La presenza di un’unica base che sorregge nel mezzo un piano ha principalmente un valore estetico che designer e progettisti hanno deciso di sfruttare – ciascuno nel proprio modo – per proporre cataloghi di tavoli con base centrale capaci di farsi notare.
La tendenza sembra portare verso minimalismo, leggerezza e pulizia visiva. Una struttura ridotta all’osso si fa perfetta portavoce di uno stile minimal in cui meno c’è meglio è. Tuttavia questo minimalismo sembra venir meno quando si scelgono basi dalle dimensioni importanti, con forme stravaganti, costruite con un mix di materiali che passano tutt’altro che in secondo piano.

Le sperimentazioni sul campo hanno prodotto tavoli con basamenti molto particolari, ad esempio strutture a forme di ellisse traforate, basi che viste frontalmente ricordano un’onda, supporti a forma di vaso greco che ispirano il nome del tavolo stesso, o ancora piedistalli che sembrano petali di fiori.

 

Tavolo Soho con struttura centrale a forma di ellisse traforata in metallo verniciato goffrato

 

Tavolo Wave con particolare basamento centrale sinuoso e ondulato

 

Tavolo Anfora con importante base centrale in pietra che ricorda un vaso greco

 

Tavolo Maxim con supporto originale composto da tre elementi a forma di petalo

 

Insieme all’estetica, chi sceglie un tavolo con base al centro lo fa per motivazioni prettamente più pratiche. Un tavolo con supporto centrale garantisce vantaggi funzionali per i commensali che, una volta seduti, trovano un ampio spazio libero sotto al piano. La gamba centrale libera dall’ingombro di più supporti laterali, offrendo così centimetri preziosi a chi si avvicina al tavolo per svolgere qualsiasi attività e trova uno spazio più aperto e accogliente, con meno vincoli strutturali appunto.

Dettagli costruttivi da non sottovalutare in cucine, soggiorni e salotti di ridotte dimensioni ma anche in spazi pubblici e coworking dove la praticità e la versatilità sono imprescindibili.

L’assenza di gambe perimetrali, la sensazione di più spazio e l’eccezionale comfort di seduta che ne consegue, permettono di sfruttare al meglio tutto il piano, anche in una configurazione con più sedie attorno al tavolo.

 

Tavolo Brixton rotondo con base conica in legno

 

Al netto dei vantaggi, che abbiamo detto essere l’estetica (pur sempre soggettiva e incline a valutazioni personali) e la funzionalità (tutti i punti del piano sono sfruttabili in ugual modo), è bene menzionare anche gli svantaggi: la stabilità del piano e il costo del tavolo.
I tavoli mono-gamba di qualità sono stabili, sicuri e non ribaltabili; a patto che siano ben progettati e ben costruiti. Il supporto centrale dev’essere proporzionato alla superficie del piano, tenendo anche conto dei materiali impiegati. Il basamento deve essere abbastanza largo e resistente per sopportare il peso del piano e di tutto quello che vi si appoggia sopra, senza produrre oscillamenti pericolosi.

I tavoli con unico appoggio al centro potrebbero avere un costo maggiore rispetto ai tavoli tradizionali con quattro gambe. Questo può accadere sia perché il design richiede una maggiore attenzione nella progettazione e nella realizzazione sia perché le lavorazioni necessarie per dar vita a basi a volte molto particolari possono essere più onerose. Un peso rilevante è determinato anche dai materiali impiegati che possono essere anche molto pregiati, esclusivi e di qualità.

Gallery foto ispirazione tavoli con gambe centrali

I tavoli con gamba centrale sono incredibilmente versatili, così come l’ampio campionario finiture e colori in cui possono essere scelti. A seconda dell’azienda produttrice e del modello specifico, si può spaziare dal legno al vetro, dal laccato al ferro battuto, dal cemento alla pietra, con tutte le declinazioni previste caso per caso. La personalizzazione e l’abbinamento di piano e base centrale permettono di produrre modelli di tavoli capaci di adattarsi a molteplici contesti e gusti. I tavoli con gamba centrale non risparmiano nessuno stile d’arredamento.

Tavolo Capri con struttura centrale particolare in metallo laccato e pietra marmo

 

Proponiamo ora una carrellata di foto dei tavoli con gamba centrale più richiesti dai nostri Clienti nel corso degli anni. Ti sfidiamo a trovare il tuo (unico) modello perferito!

Tavolo di design con gamba centrale

Tavolo Saarinen con piedistallo centrale in alluminio laccato. Ispirato al design di Eero Saarinen

Tavolo allungabile con gamba centrale

Tavolo Hidalgo con basamento centrale cilindrico in metallo verniciato

Tavolo rotondo con gamba centrale

Tavolo Yoda con base di design centrale dalle dimensioni importanti

Tavolo rettangolare con gamba centrale

Tavolo Elvis allungabile con colonna centrale in metallo

Tavolo quadrato con gamba centrale

Tavolo Skorpio con barre d'acciaio incrociate che definiscono l'originale basamento

Tavolo ovale con gamba centrale

Tavolo Savannah con importante basamento centrale in legno dogato

Tavolo in vetro cristallo e gamba centrale

Prima nella variante con piano in vetro cristallo trasparente…

Tavolo Eliseo in vetro con sostegno centrale caratterizzato da tre gambe colorate

 

…dopo nel modello in cui è la base ad essere proposta in cristallo, in questo caso cristallo specchiato.

Tavolo Atrium con prezioso basamento in cristallo specchiato con decorazioni a rombo in rilievo

Tavolo in legno con base centrale

Prima nella variante tavolo con piano in legno…

Tavolo Stratos con struttura a due gambe centrali e incrociate

 

…dopo nel modello tavolo con (anche) base in legno, in questo caso legno multistrato di betulla.

Tavolo Velum con colonna scultorea centrale in legno

Tavolo con base centrale in pietra

Tavolo Plisset con basamento in marmo bianco effetto plissettato che ricorda un ventaglio

Tavolo con piano in pietra ceramica effetto marmo

Tavolo Linus allungabile con piede centrale in acciaio verniciato

Tavolo con basamento al centro in acciaio

Tavolo Kingdom con gamba centrale a stelo alta e sottile in metallo

Tavolo con basamento centrale rivestito

Tavolo Hamide con basamento conico in legno rivestito in tessuto

Tavolo in vetro con base in legno centrale

Tavolo Colosseo rotondo con base in legno fatta da mattoncini disposti a cerchio e sfalsati

Tavolo con piede al centro incrociato

Tavolo Masami con base centrale a 4 gambe incrociate

 

Questi tavoli con supporto al centro sono riusciti a conquistare il posto d’onore nel tuo soggiorno? Se sei ancora indeciso su quale sia il miglior tavolo sfoglia il catalogo e personalizza il tuo modello ideale.

 

Tavolo Ellis con basamento centrale curvo in metallo

 

Tavolo Quentin con base centrale composta da 4 lamine affiancate

 

Tavolo Giano con base conica centrale formata da due blocchi sagomati accoppiati

 

Tavolo Diva con massiccia colonna centrale

 

Tavolo Greeny con particolare sostegno formato da 3 listelli inclinati e raccordati


29 Aprile 2025 / / Casa Poetica

Organizare il giardino - Casa Poetica

Organizzare il giardino non è solo una questione estetica. È il modo più semplice per trasformare uno spazio esterno in un luogo in cui ti viene voglia di stare. E no, non servono progetti complicati o soluzioni da rivista. Bastano poche buone idee, un pizzico di visione e un po’ di ordine.

Per approfondire il tema, ho fatto quattro chiacchiere con Diego Guffanti, giardiniere professionista e appassionato di spazi verdi “veri”, di quelli che si vivono ogni giorno.
Ecco cosa è emerso.



Cosa rende speciale e armonioso un giardino ben curato

Quando si decide di organizzare il giardino, la tentazione di voler fare tutto insieme è forte. Ma la verità è che l’armonia si costruisce un passo alla volta.

Cosa rende davvero speciale un giardino?

Non è la simmetria, né l’eccesso di piante o arredi. È il modo in cui lo spazio “respira”. Un giardino funziona quando è coerente, accessibile, proporzionato.

La prima cosa da fare è porsi qualche domanda:

  • Come voglio usare il mio spazio verde?

  • Quali elementi mi rilassano davvero?

  • Di cosa posso fare a meno?

A volte basta spostare due vasi, liberare un passaggio, fare spazio al vuoto. Non è questione di quantità, ma di intenzione. E spesso, meno è davvero meglio.



Gli errori più comuni quando si cerca di organizzare il giardino

Tutti vogliono un giardino curato, ma spesso si parte con il piede sbagliato.

Quali sono gli errori da evitare quando si organizza lo spazio verde?

Il primo è cercare risultati immediati. Si comprano troppe piante, si sovraccaricano gli angoli, si mescolano arredi senza una logica. Il risultato? Un giardino difficile da gestire e poco coerente.

Altro errore: scegliere piante solo per estetica, senza considerare clima, esposizione o tempo disponibile per la cura.

E poi c’è il disordine “tollerato”: attrezzi in vista, vasi vuoti, materiali lasciati lì “perché tanto è fuori”. Anche l’esterno ha bisogno di una struttura chiara, fatta di aree funzionali e oggetti al posto giusto.

Organizzare il giardino significa anche semplificare: visivamente, fisicamente, mentalmente.



Organizzare il giardino con gli strumenti giusti: pochi ma indispensabili

Non serve avere venti attrezzi, anzi. Chi ha poco spazio – o poco tempo – deve puntare sull’essenziale.

Quali strumenti sono davvero utili (senza occupare troppo spazio)?

Ecco quelli davvero indispensabili:

  • Forbici da potatura (ben affilate)

  • Paletta per trapianto

  • Guanti comodi e resistenti

  • Annaffiatoio con beccuccio lungo

  • Cestino o borsa porta-attrezzi

Tutto il resto può essere valutato nel tempo, secondo necessità. L’importante è non accumulare. Se lavori in uno spazio ridotto, sfrutta pareti, mensole, contenitori chiusi e ganci per tenere tutto in ordine, anche visivamente.

Organizzare il giardino non vuol dire riempirlo di cose, ma scegliere con cura ciò che davvero ti serve per curarlo bene.



Un giardino ordinato si vive meglio

Un giardino ben organizzato ti semplifica la vita. Ti invita a uscire, a viverlo, a rilassarti. Ti toglie pensieri, invece di aggiungerne.

Se lo spazio verde che hai a disposizione ti mette ansia, è segno che qualcosa va rivisto. E non serve rifarlo da capo: basta ripensarlo in base a come vuoi viverlo oggi.

Anche solo sistemare una zona, renderla più pratica e bella da vedere, può avere un effetto enorme su come ti senti.



Hai bisogno di una mano per organizzare il tuo giardino o terrazzo?

Se hai bisogno di consigli pratici, di qualcuno che sappia trasformare uno spazio verde caotico in un luogo da vivere ogni giorno, puoi contattare Diego Guffanti. Sa leggere gli spazi e valorizzarli con soluzioni semplici, funzionali e pensate davvero per le tue abitudini.

E se invece il tuo problema è dentro casa – nel box, negli armadi o in quegli spazi che ormai non riesci più a gestire – scrivimi: posso aiutarti a liberarti dal superfluo e a riorganizzare in modo concreto, leggero, duraturo.





Cover Photo on I-Stock





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L’articolo Organizzare il giardino proviene da Casa Poetica.

29 Aprile 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Quest’anno ho avuto come l’impressione che la primavera si stesse facendo attendere più del solito. Solo da pochi giorni, infatti, sono finalmente tornate le belle giornate e le temperature hanno cominciato ad alzarsi. 

Proprio a causa di questo ritardo percepito, ho iniziato tardi le famose “pulizie di primavera”: come la maggior parte di noi, mi sono dedicata alle pulizie approfondite, oltre che a far entrare aria nuova e più calda in casa, per togliere definitivamente il ristagno dell’inverno, dell’umidità lasciata dai riscaldamenti accesi, a volte dai panni da asciugare in fretta sopra i termosifoni, cicli di asciugatrice e via dicendo.

E così come ristagna l’umidità, nelle nostre case ristagnano anche diverse tipologie di energie, più o meno buone; il nostro umore, l’umore di chi convive con noi, di chi ci viene a trovare, delle persone che entrano per fare dei lavori, di chi ha abitato quella casa prima di noi, sono tutti accumuli di energia che ristagnano e che dobbiamo ripulire, perché possono lasciarci stanchi, demotivati, arrabbiati, tristi. 

Ci sono delle figure professionali che si occupano di ripulire le case e gli ambienti dalle energie negative, ma qualche piccolo rimedio lo potete mettere in pratica anche voi, molte di queste cose in elenco le avete già sicuramente in casa. 

  1. Sale grosso
energie negative

Il sale grosso è da sempre un rimedio popolare che veniva utilizzato per assorbire le energie negative.  Dopo avere ben pulito, buttate del sale grosso a terra, su tutta la superficie della vostra casa e lasciatelo almeno per un’ora. Eliminatelo poi con una scopa e buttatelo nel cestino. 

Il sale grosso può anche essere messo in delle piccole ciotole e nascosto in posti dove nessuno può arrivare, lasciando agire per almeno una settimana.

  1. Salvia bianca e palo santo

Sia la salvia bianca che il palo santo, sono originarie del centro America ed entrambe sono famose per le loro proprietà purificatrici, per allontanare le energie negative e attrarne di positive.

La salvia bianca è un incenso molto potente: soprattutto se vi siete trasferiti da poco o dopo una ristrutturazione ad esempio, accendete l’incenso di salvia bianca e lasciate che il suo fumo riempia gli ambienti. Poi aprite le finestre e lasciate entrare aria pulita in casa. 

Il palo santo, invece, è un legno sacro molto conosciuto per attrarre energie nuove e positive dopo le pulizie energetiche. Da accendere in casa regolarmente, sia per una buona energia, sia per il suo gradevolissimo profumo.

  1. Cristalli
energie negative

La cristalloterapia è un argomento molto vasto che bisognerebbe approfondire per giorni. I cristalli sono molto utili a supporto di vari tipi di situazioni quotidiane, nel caso in cui voleste utilizzarne vi consiglio di contattare delle figure esperte che vi sappiano consigliare. 

Intanto, se volete utilizzarne in casa per mantenere lontane le energie negative, vi consiglio la tormalina nera, il quarzo chiaro e l’ametista: queste tre pietre in particolare, hanno mantenere pulito il campo energetico.

  1. Gatti

E qui entrano in gioco i nostri amici a quattro zampe che, oltre a darci gioia e compagnia, ripuliscono gli ambienti dalle energie negative. 

Da sempre ritenuti animali sacri e misteriosi, in uno sfortunato e fin troppo lungo periodo legati alle figure maligne e stregonesche, in realtà molti studi hanno dimostrato che i gatti sono dei guaritori molto potenti e che le loro fusa possano addirittura alleviare il dolore.

Si dice che i gatti stazionino proprio nei punti della casa dove sentono energie negative  per ripulirle, mentre i cani stazionano nei posti dove sentono buona energia.

Quindi come sempre, chi ha degli animali in casa parte avvantaggiato!

Leggi gli altri articoli della rubrica Home Therapy

Se vuoi saperne di più di home therapy o di come puoi rinnovare la tua casa con un basso budget, visita il sito www.Sphomecoming.it e scrivimi nella sezione Contatti.

28 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

La doccia walk in è diventata la protagonista indiscussa delle tendenze di interior design e home decor. Sempre più richiesta sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, questa soluzione conquista per la sua estetica minimalista, la praticità d’uso e la capacità di valorizzare qualsiasi ambiente bagno, dal più piccolo al più spazioso. In questo articolo, scoprirai tutto quello che c’è da sapere sulla doccia walk in, pro e contro, misure ideali, consigli per bagni piccoli e le ultime tendenze per il 2025.

doccia walk in guida alla scelta
cabina doccia WALK-IN EASY di Ronal Bathrooms ora disponibile in 6 nuovi colori di profilo – in foto è proposta nella finitura verde salvia matt

Cos’è una Doccia Walk In

La doccia walk in è una doccia aperta, priva di porte o chiusure mobili, che permette un accesso diretto e senza ostacoli allo spazio doccia. A differenza dei tradizionali box doccia, la walk in è delimitata solo da una o più pareti – spesso in vetro – lasciando almeno un lato completamente libero. Questa configurazione regala una sensazione di continuità visiva e rende il bagno più arioso e moderno 256.

Le pareti in vetro doccia walk in sono tra le soluzioni più apprezzate: trasparenti, leggere e di design, separano la zona doccia dal resto del bagno senza appesantirlo, valorizzando la luce naturale e ampliando visivamente lo spazio.

Perché scegliere una doccia Walk In: vantaggi e svantaggi

cabina doccia aperta su un lato
Con uno spessore del vetro di 6 mm, Firma è una delle cabine doccia proposte da Ibra Showers. Disponibile in numerose configurazioni quali walk-in. Numerose finiture disponibili anche per profili e vetri.

Vantaggi della Doccia Walk In

  • Design contemporaneo e minimal: dona un tocco di stile e raffinatezza a qualsiasi bagno, valorizzando materiali e finiture.
  • Facilità di accesso: l’assenza di gradini e porte la rende ideale anche per anziani e persone con mobilità ridotta.
  • Pulizia e manutenzione semplificate: meno giunzioni e parti mobili significano meno punti dove si accumula lo sporco e più facilità nella pulizia quotidiana.
  • Maggiore luminosità e senso di spazio: grazie alle pareti in vetro e all’assenza di barriere visive, il bagno appare più grande e luminoso.
  • Versatilità progettuale: si adatta sia a bagni piccoli che grandi, può essere installata ad angolo, a centro stanza o in nicchia.

Svantaggi e Criticità

  • Dispersione del calore: in inverno, l’assenza di chiusure può rendere la doccia meno calda rispetto a un box tradizionale.
  • Possibili schizzi d’acqua: se non si scelgono le giuste dimensioni o il soffione non è ben posizionato, l’acqua può fuoriuscire nell’area bagno
  • Richiede una progettazione attenta: la pendenza del piatto doccia walk in e l’impianto di scarico devono essere realizzati a regola d’arte per evitare ristagni o infiltrazioni.
  • Non sempre installabile in tutte le abitazioni: in caso di ristrutturazioni, può essere complesso realizzare un piatto doccia a filo pavimento se non c’è spazio sufficiente sotto il massetto.
doccia walk in bagno piccolo
Nell’immagine rilassante ambiente bagno realizzato con la collezione Oxide di FAP Ceramiche. Protagonista la finitura Blue Rust formato 25X75 (in fondo).

Doccia Walk In bagno piccolo: si può fare?

Contrariamente a quanto si pensa, la doccia walk in in bagno piccolo è una soluzione assolutamente possibile e consigliata. Grazie alle pareti in vetro e all’assenza di porte, questa tipologia di doccia aiuta a ottimizzare lo spazio, rendendo il bagno più ordinato e visivamente ampio.

Le misure minime consigliate partono da 70 cm di larghezza, ma per un comfort ottimale si suggerisce almeno 80×80 cm. In spazi molto ridotti, si può sfruttare l’angolo del bagno e scegliere un piatto doccia walk in su misura, anche solo con una parete in vetro, per garantire la protezione dagli schizzi senza sacrificare la libertà di movimento.

misure delle docce walk in
In foto Vento Walk-in Angolo di Ibra Shower

Doccia Walk In: misure ideali e soluzioni su misura

La scelta delle misure della doccia walk in dipende dallo spazio disponibile e dalle esigenze di chi la utilizza. Ecco alcune indicazioni pratiche:

  • Misure minime: 70×90 cm per bagni piccoli, anche se 80×120 cm è la dimensione più confortevole.
  • Misure standard: 90×120 cm o 90×140 cm sono ideali per evitare schizzi e garantire un’esperienza di doccia rilassante.
  • Misure XL: per chi desidera una vera area wellness, si può arrivare a 100×180 cm o 120×200 cm, perfette per sostituire una vecchia vasca da bagno.

Ricorda: più la doccia è lunga, minore sarà il rischio di fuoriuscita d’acqua. Per i bagni molto piccoli, si può optare per una sola parete in vetro, mentre per ambienti più grandi si può giocare con doppie pareti o soluzioni a centro stanza.

Piatto Doccia Walk In a filo pavimento
In foto Ultra Flat Evo di Ideal Standard, una nuova generazione di piatti doccia sostenibili, completamente riciclabili, realizzati con l’innovativo materiale StoneTech™

Piatto Doccia Walk In: tipologie e materiali

Il piatto doccia walk in può essere:

  • A filo pavimento: la soluzione più elegante e accessibile, perfetta per un effetto “zero gradino” e massima continuità tra zona doccia e bagno.
  • Ultrapiatto: piatti doccia di spessore ridotto (anche meno di 3 cm), facili da installare anche in ristrutturazione e disponibili in vari materiali (ceramica, resina, effetto pietra, piastrellabili).
  • Piastrellato: consente di rivestire il piatto con le stesse piastrelle del pavimento, per un effetto seamless e personalizzato.

La scelta del piatto doccia va abbinata a una corretta pendenza (almeno 1 cm per metro) e a un sistema di scarico efficiente, per evitare ristagni d’acqua.

Box Doccia Walk In
Nella foto, cabina doccia walk-in S-Lite SW-6 di Provex, proposta in finitura Champagne, con vetro trasparente serigrafato. La configurazione prevede un’anta scorrevole con vetro fisso in linea e sostegno centrale. Misura: L 120 x H 200 cm

Box Doccia Walk In: vetro e accessori di tendenza

Il vetro è il materiale per eccellenza: trasparente, satinato o fumé, con spessori di sicurezza e trattamenti anticalcare. Le pareti possono essere fissate a pavimento, parete o soffitto tramite profili minimal o braccetti metallici, per un effetto leggero e contemporaneo.

Tra gli accessori più richiesti:

  • Saliscendi e soffioni a pioggia
  • Nicchie portaoggetti integrate
  • Rubinetteria a incasso
  • Sedili e maniglie per accessibilità
bagno grande con ampia zona doccia
In foto raffinato ambiente bagno in cui è visibile Still, la proposta FAP Ceramiche di brick matt dalla forte componente tattile e materica.

Doccie Walk In: Pro e Contro a Confronto

Pro della doccia walk in Contro della doccia walk in
Stile moderno e minimal Possibile dispersione calore
Facilità di accesso e pulizia Rischio schizzi se dimensioni non adeguate
Adatta a tutte le età e necessità Richiede progettazione e installazione precisa
Aumenta il valore estetico del bagno Non sempre installabile in tutte le abitazioni
Personalizzabile in misure e materiali
Consigli per una doccia Walk In perfetta
Sopra il piatto doccia Velvet di Arblu realizzato in Solid Surface Tecnoblu, un materiale solido con una composizione minerale naturale e resine che garantisce una durata eccezionale

Consigli per una Doccia Walk In perfetta

  • Progetta con attenzione: valuta lo spazio, la posizione del soffione e la pendenza del piatto doccia.
  • Scegli materiali di qualità: preferisci vetri temperati e piatti doccia antiscivolo.
  • Affidati a professionisti: soprattutto per l’installazione a filo pavimento e l’impianto idraulico.
  • Personalizza: gioca con accessori, nicchie e finiture per rendere unica la tua doccia.
cabina doccia minimalista
Nella foto, cabina doccia TOGA TN di Provex: configurazione in nicchia con porta scorrevole affiancata a vetro fisso in linea. Profili e maniglia in finitura nero matt; vetro temperato di sicurezza 6 mm.

Tendenze 2025: modelli e idee di design

Le ultime tendenze vedono protagonisti:

  • Grandi lastre in gres e piastrelle effetto marmo
  • Pareti in vetro fumé o decorato
  • Piatti doccia walk in piastrellabili o effetto pietra
  • Rubinetteria nera o colorata
  • Doccie walk in con illuminazione integrata
cabina doccia WALK-IN EASY di Ronal Bathrooms
cabina doccia WALK-IN EASY di Ronal Bathrooms nella finitura Terracotta Mat

Conclusioni

La doccia walk in rappresenta la scelta ideale per chi desidera un bagno moderno, funzionale e di design. Che tu abbia un bagno piccolo o grande, questa soluzione si adatta a ogni esigenza grazie alla sua versatilità, alle numerose varianti di box doccia walk in e alle infinite possibilità di personalizzazione. Pianifica con attenzione misure, materiali e accessori: il risultato sarà una doccia elegante, comoda e perfettamente integrata nel tuo progetto di home decor.

 

L’articolo Doccia Walk In: guida completa a vantaggi, progettazione e soluzioni per ogni bagno proviene da dettagli home decor.

28 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

bilocale turchese a Mosca progettato da Alexander Tischler Design Company

Il brief: un bilocale luminoso e accogliente per una madre amata

Alexander Tischler Design Company firma la trasformazione di un tipico bilocale moscovita di 53 m² in una casa luminosa, ariosa e profondamente personale. Il progetto nasce dal desiderio della cliente di creare uno spazio accogliente per sua madre, valorizzando il colore turchese, uno dei suoi preferiti.

nuovo progetto di Alexander Tischler Design Company

Un open space su misura: cucina e soggiorno si fondono

Nonostante le sfide strutturali, come la presenza di piloni portanti, lo studio è riuscito a ottimizzare gli ambienti con soluzioni creative ed eleganti. Il cuore della ristrutturazione è l’ampio soggiorno open space, nato dall’unione di cucina e zona living. Al centro, un elemento rivestito in rovere nasconde abilmente un pilastro, trasformandolo in un dettaglio architettonico di carattere.


La cucina si sviluppa in due blocchi distinti: da un lato, colonne attrezzate con frigorifero, congelatori, forno e microonde; dall’altro, un piano di lavoro lineare sovrastato da pensili turchesi. L’accesso alla loggia è stato ripensato eliminando il davanzale tradizionale a favore di un convettore a pavimento e installando una porta-finestra che richiama l’atmosfera mediterranea. La loggia stessa è stata chiusa con nuovi serramenti isolanti e trasformata in una suggestiva zona colazione.


Le superfici della cucina sono incorniciate da un gres porcellanato effetto marmo con venature bordeaux, colore scelto per la sua elegante armonia con il turchese. Questa texture prosegue anche nel soggiorno, creando una continuità visiva che culmina nella parete con cassettiera turchese e nell’opera d’arte “Dreamsdi Anastasia Dzhan, della serie “Space of Silence“, selezionata in collaborazione con ART&BRUT GALLERY.


Soggiorno e ingresso del bilocale turchese completamente rinnovato

Un divano letto turchese scuro trova posto di fronte alla TV, integrata nel mobile cucina su misura. Quando il divano è aperto, la TV viene nascosta grazie a un ingegnoso sistema di scaffalature. Accanto, un tavolo da pranzo scuro si appoggia a un mobiletto in legno chiaro, creando un raffinato contrasto materico.


L’ingresso, precedentemente buio, è stato ridisegnato in un vibrante color bordeaux che si estende dalla porta d’ingresso ai pannelli murali, illuminato da un lampadario leggero e traslucido. Un grande armadio a specchio e ganci appendiabiti completano la funzionalità dello spazio, ora pervaso dalla luce naturale proveniente dal soggiorno.

nuovo progetto di Alexander Tischler Design Company

Il nuovo bagno con texture dinamica

Il bagno, risultato dell’unione di due piccoli ambienti preesistenti, ospita ora una comoda doccia, un mobile lavabo e un ampio armadio a specchio. Qui, la scelta di gres porcellanato con texture dinamica aggiunge profondità visiva.

bilocale di 53 mq a Mosca firmato Alexander Tischler Design Company

Comfort, funzionalità e dettagli sartoriali nella zona notte

Un altro tocco ingegnoso riguarda la distribuzione degli spazi: eliminando i corridoi, ogni ambiente è direttamente accessibile dal soggiorno. In camera da letto, una scrivania sospesa con cassetti è stata collocata vicino alla finestra, creando una perfetta zona lavoro.

bilocale turchese a Mosca

L’interior design della camera si distingue per la parete dietro il letto decorata con pannelli coordinati ai frontali dell’armadio. Un nastro color turchese attraversa soffitto e mobili, donando continuità e raffinatezza. Il condizionatore è sapientemente nascosto all’interno del mobile, mantenendo l’estetica pulita e lineare.

bilocale di 53 mq firmato Alexander Tischler Design Company

Grazie all’approccio sartoriale di Alexander Tischler Design Company, questo piccolo appartamento si presenta come una casa elegante e funzionale, che riflette in ogni dettaglio i desideri della sua nuova proprietaria.

 

Ti è piaciuto questo progetto? Scopri altri lavori firmati Alexander Tischler Design Company!

 

Progetto: Alexader Tischler Design Company

Website: https://atischler.ru/en/

Fotografie: Olga Karapetian

 

 

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28 Aprile 2025 / / ChiccaCasa

ADV| Insieme a Quaranta Ceramiche, ho voluto creare questo articolo per aiutarti a scegliere la rubinetteria perfetta, con tutta l’esperienza e la cura che ci accomunano.

La rubinetteria è uno di quei dettagli che contribuiscono a dichiarare il tuo stile unico, nell’arredamento dei tuoi spazi domestici.

Quando finiture e forme si armonizzano, l’effetto finale risulta ancora più curato, accogliente e personale.

Bastano pochi accorgimenti per scegliere i rubinetti giusti e valorizzare ogni ambiente che ne fa sfoggio, dal bagno alla cucina.

Che tu ami linee minimaliste, atmosfere nordiche, suggestioni retrò o mix eclettici, esiste una rubinetteria perfetta per te.

Scegli una finitura e ripetila in tutta la casa: il trucco dei professionisti

Un segreto da pro semplice, ma potentissimo: scegliere una finitura metallica unica (o, al massimo, due coordinate) da ripetere in modo coerente in tutta la casa.

Oro satinato, nero opaco, acciaio spazzolato: qualsiasi sia la tua scelta, mantenerla costante ti permetterà di ottenere ambienti più ordinati, eleganti e visivamente equilibrati. In questo modo, anche uno spazio semplice acquista subito un’aria curata, pensata, sofisticata.

Da dove partire?

Rubinetti, ferramenta, maniglie, pomelli, profili di specchi o di lampade: sono questi i piccoli dettagli, spesso sottovalutati, che possono creare una meravigliosa continuità stilistica. Coordinare questi elementi non significa essere rigidi, ma, anzi, dare un tocco fluido e naturale a ogni stanza.

La coerenza tra arredi e dettagli metallici dà un senso di ordine e cura.

Rubinetteria e stile della casa: idee per abbinamenti che funzionano 

Vediamo insieme qualche idea per abbinare la rubinetteria allo stile della tua casa, con suggerimenti pratici e ispirazioni concrete per non sbagliare.

Bagno moderno o minimalista

Se ami ambienti essenziali, luminosi e contemporanei, punta su rubinetti monocomando dalle linee pulite, geometriche e senza fronzoli.
L’installazione può essere a parete o da appoggio, per un effetto minimale, elegante e altamente scenografico.
Le finiture perfette? Il nero opaco, deciso e sofisticato, oppure l’inox spazzolato, pratico e ultra-moderno.
I modelli ideali sono i rubinetti a bacinella, i modelli a parete o quelli incassati nel muro, che contribuiscono a creare un look essenziale, ma d’impatto.

Nell’immagine: Lavabo Elle – Ceramica Cielo
Credits: Quaranta Ceramiche

Stile nordico contemporaneo

Per chi sogna atmosfere calde, accoglienti e luminose, lo stile scandinavo è una fonte infinita di ispirazione.
Scegli rubinetti dal design semplice, con dettagli pratici come leve cilindriche.
Le finiture ideali? Inox spazzolato, nero opaco oppure tocchi discreti di ottone satinato per aggiungere calore senza appesantire.
Perfetti i rubinetti monoleva, magari con un’estetica che richiama il design scandinavo contemporaneo: pulito, funzionale e mai banale.

Nell’immagine: Lavabo Bloom – Antonio Lupi
Credits : Quaranta Ceramiche

Stile boho

Se ami mescolare stili, texture e colori con naturalezza e creatività, lo stile boho ti permette di esprimerti senza schemi fissi.
Scegli un mix creativo di forme e finiture, osa con rubinetti colorati o con superfici opache, materiche, vibranti.
Perfette le finiture come oro satinato, rame caldo o ottone non trattato, capaci di dare energia e vitalità a qualsiasi ambiente.
La regola d’oro? Libera la fantasia, sì, ma mantieni sempre un filo conduttore cromatico e materico per evitare l’effetto disordinato.

Nell’immagine: Vasca Kerasan Retrò
Credits : Quaranta Ceramiche

Stile farmhouse

Per chi sogna atmosfere autentiche, avvolgenti e vissute, la rubinetteria deve raccontare una storia di semplicità e calore.
Scegli modelli da parete o a ponte, magari con dettagli artigianali come manopole in ceramica o finiture volutamente invecchiate.
Le finiture più adatte sono il bronzo antico, il ferro naturale e l’ottone brunito, materiali che aggiungono profondità e carattere.
Perfetti i rubinetti dal design vintage, robusto, pieni di personalità, capaci di rendere unico anche il bagno più semplice.

Nell’immagine: Kerasan Retrò
Credits : Quaranta Ceramiche

Domande frequenti sulla rubinetteria: risposte rapide per non sbagliare

Quando si parla di rubinetteria, è normale avere qualche dubbio: tra modelli, finiture e installazioni, le opzioni sono davvero tante.
Per aiutarti a scegliere con più sicurezza e consapevolezza, ho raccolto qui le risposte alle domande più comuni.

Meglio rubinetteria a parete o da appoggio?

Dipende dallo stile e dallo spazio disponibile. A parete è più elegante, moderno e slanciato, ma richiede una predisposizione idraulica. Da appoggio è più versatile e semplice da installare, perfetto in bagni piccoli o in ristrutturazioni parziali.

I rubinetti colorati si rovinano? 

Se scegli materiali resistenti e brand affidabili, no. 

Alcune finiture delicate, come il nero opaco, richiedono solo un po’ più di attenzione nella pulizia quotidiana per evitare aloni e graffi. 

Qual è il rubinetto più facile da pulire? 

Se sono di qualità, tutti. In generale quelli lisci e uniformi possono risultare meno inclini a trattenere macchie d’acqua e impronte, per la loro conformazione lineare e facile da pulire velocemente.

Dove comprare rubinetteria di qualità?

Scegliere la rubinetteria giusta è anche questione di affidarsi ai rivenditori migliori, che sappiano offrire prodotti di qualità e un supporto serio in ogni fase dell’acquisto.
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