12 Settembre 2020 / / diotti.com

Al terzo posto della classifica “i luoghi più intimi di casa” c’è l’angolo lettura. Camera da letto e bagno si contendono il primo e secondo posto ma subito dopo c’è senza dubbio quell’angolino da destinare a relax, pace, concentrazione e isolamento. Perché la lettura non è solo hobby o passatempo; leggere significa isolarsi dal mondo, rilassarsi, immergersi nelle storie, scoprire cose nuove, imparare, riflettere e -perché no- anche divertirsi. Per fare tutto questo è necessario ritagliarsi un angolo lettura in casa il più personale possibile, un posto in cui puoi appoggiare il libro aperto senza segnalibro e ritrovarlo esattamente come lo hai lasciato.

Cosa deve esserci in un angolo lettura in casa?

Gli elementi fondamentali sono: una seduta, un punto luce, un buon libro. La seduta può essere un divano, una sedia, una poltrona, un pouf, una chaise longue o anche una panchetta. La luce può essere naturale e arrivare da finestra, porta o abbaino oppure artificiale diffusa da una lampada. Per il massimo della comodità si può pensare anche ad un tavolino da salotto basso per appoggiare libri e riviste o ad un tavolino servente a forma di C da usare come tavolino di servizio lato divano.

Clicca qui sotto e sfoglia i nostri cataloghi.

Tra immagini e foto in questo articolo trovi tanti spunti e idee per arredare il tuo angolo della lettura. Abbiamo selezionato 25 immagini: tra foto di poltrone, sedie, chaise longue e librerie fai il pieno d’ispirazione per allestire il tuo angolo di relax. Non dimenticarti di aggiungere il tuo tocco personale!

Dove ricavare e come arredare l’angolo lettura in casa?

Se sei tra i fortunati che possono permettersi una stanza libreria con biblioteca personale puoi sbizzarrirti con l’arredamento ma se non puoi avere una stanza della lettura puoi rendere bella la stanza o l’angolino dove ti rifugi a leggere. Sembra un giro di parole ma è il consiglio più semplice che puoi seguire.

Qui sotto i due casi estremi: un ampio salone con librerie e chaise longue al centro della stanza e un angolo lettura piccolo piccolissimo ricavato davanti ad una finestra e allestito solo con una poltrona e una lampada.

Grande stanza da lettura

Librerie Piquant + chaise longue Sylvester

Ricavare un angolo lettura in poco spazio

Poltrona Arno con lampada da terra

Qualsiasi ambiente della tua casa potrebbe trasformarsi all’occasione nella stanza della lettura: salotto, soggiorno, camera da letto, giardino ma anche cucina. Per aiutarti a farti un’idea di come potresti arredare il tuo angolino di relax abbiamo preparato una speciale selezione di foto ispirazione.
Se trovi qualche prodotto che ti piace, se un’immagine ti colpisce ma vorresti cambiare colori o dimensioni degli arredi, se non hai le idee chiare e vuoi un consiglio di stile da esperti arredatori > contattaci!

Angolo lettura salotto

Divano Attitude

Se hai già un divano in salotto non devi fare altro che accomodarti… Prima di sdraiarti preparati una tazza di thè fumante o un bicchiere di vino (de gustibus!) da sorseggiare tra una pagina e l’altra.
Se devi acquistare un nuovo divano o vuoi cambiare il tuo vecchio e ti piace leggere da sdraiato punta su un modello con seduta profonda e accogliente: puoi scegliere tra un modello con seduta estraibile, schienale regolabile o poggiapiedi estraibile oppure un divano fisso con chaise longue o penisola.

Angolo lettura soggiorno

Libreria Airport + lampade Zeppelin

È tra i luoghi di lettura più gettonati, di solito arredati con poltrona e libreria. Per la poltrona scegli un modello avvolgente con comoda imbottitura. Alcuni amano leggere sulla poltrona a dondolo, altri preferiscono una poltrona relax trasformabile, altri ancora ritengono indispensabile un poggiatesta. Qualsiasi sia il tuo modello preferito ricordati che oltre all’estetica c’è la comodità… è il libro che deve essere bello, la poltrona dev’essere comoda.
Per la libreria la scelta è molto vasta: potresti optare per una colonna libreria totem oppure per librerie a tutta parete componibili. Quello che è certo è che più grande è meglio è, o almeno così la pensa un lettore accanito. Quando si inizia a circondarsi di libri non si riesce più a smettere. Se ti circondi di libri e hai anche un orto dicono che sei a posto. Ho trovato una citazione attribuita a Cicerone che recita così: “Se accanto alla biblioteca avrai l’orto, nulla ti manca” …chissà!

Angolo lettura giardino

Poltrona Proust

Per letture occasioni all’aperto basterebbe una sedia recuperata dalla cucina o dal tavolo del soggiorno, da spostare facilmente. Se vuoi qualcosa di più potresti pensare ad un set da giardino con sedia e tavolo in coordinato. Se non vuoi scendere a compromessi la poltrona di design in foto fa al caso tuo.

Angolo lettura cucina

Cucina modello Twenty 01

La cucina non è il classico ambiente in cui uno si siederebbe a leggere un libro o sfogliare una rivista…forse perché in pochi hanno una soluzione come quella in foto. Tra la zona cottura e la colonna forno, li proprio nell’angolo, è stata ricavata una sorta di panchetta resa super accogliente con cuscini di tutte le forme e colori.

Angolo lettura camera da letto

Leggere prima di dormire è un abitudine di molti, tra i benefici di questa routine c’è quella di conciliare il sonno, ridurre i livelli di cortisolo e allenare il cervello. Ma qual è il letto migliore per leggere a letto? In cima alla lista c’è il modello con testiera reclinabile o con cuscini di testiera che si possono spostare e posizionare a piacere. I letti con luci sulla testiera si rivelano poi delle ottime soluzioni per leggere di sera o di notte, quando non c’è luce naturale e quando non si vuole accendere la luce a soffitto per non disturbare il partner che ha già preso sonno.

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Letto FennecLetto Koala

Se la camera da letto è molto grande si potrebbe pensare ad una chaise longue da posizionare vicino alla finestra. Leggere si, ma con vista e stile.

Chaise longue Benny

Angolo lettura cameretta

Il binomio bambini / lettura spiana la strada a infiniti discorsi e valutazioni. Si, hai letto bene, ho scritto “infiniti” perché sono effettivamente infiniti 🙂 Sono mamma e comprendo benissimo ragionamenti, scelte e ripensamenti che stanno dietro l’allestimento di un angolo lettura per bambini in generale o di un angolo lettura montessori per entrare più nello specifico. Questa non è la sede giusta per approfondimenti di questo genere ma qualche idea possiamo dartela lo stesso. Tutto deve essere a misura di bambino, i bambini devono essere liberi di prendere e riporre i libri in autonomia senza il bisogno di un adulto che lo faccia al posto loro. Meglio optare per librerie basse, librerie in stoffa, mensole e scaffali porta libri, senza dimenticare di giocare con i colori e con le forme strane e fantasiose, un toccasana per fantasia e creatività.

Libreria Eur

Libreria Ladrillos

Libreria Downtown

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Veniamo ora alla carrellata di foto: sia fotografie di angoli lettura completi, sia immagini di alcuni arredi specifici.

Angolo lettura con poltrona

Poltrona Janet

Angolo lettura con poltrona relax

Poltrona relax Bolt

Angolo lettura con chaise longue

Chaise longue Casanova

Angolo lettura con sedia

Poltroncina Harriet Lounge + tavolino Timor

Angolo lettura con libreria

Libreria Wally

Angolo lettura con camino

Poltrona con poggiapiedi Coline

Angolo lettura moderno

Libreria Osuna + poltrona Ricciolo

Angolo lettura classico

Poltrona con pouf Laurence

Angolo lettura design

Poltrona Voido

Angolo lettura vintage

Poltrona Amaya + libreria Myoko

Angolo lettura originale

Libreria Cabinet de Curiosité

Angolo lettura con tappeto

Libreria Almond

Grazie alle immagini ora dovremmo avere le idee più chiare su come arredare un angolo lettura in casa. Se hai bisogno di consigli e della consulenza di un interior designer contattaci! Clicca qui sotto e raccontaci cosa stai cercando. Saremo felici di aiutarti a scegliere i mobili e i complementi giusti per te, per la tua casa e in particolare per l’angolo lettura fai da te.

12 Settembre 2020 / / Design

Jeannie Phan illustrazioni di gatti

L’illustratrice Jeannie Phan ci regala deliziose illustrazioni di gatti che realizza come progetti personali nel suo tempo libero

Jeannie Phan è un’illustratrice canadese che sul suo profilo instagram si presenta come “Full-time illustrator, sometimes swimmer, grower of plants, genuine cat lady” insomma, quella che in italia chiameremmo una “gattara“. Ma d’altra parte tutti amano i gatti quindi va bene così! Soprattutto perchè Jeannie Phan ci delizia spesso con le sue illustrazioni di gatti e gif animate che ritraggono in modo amabile i suoi amici a quattro zampe.

Jeannie Phan illustrazioni di gatti

Cat and plants

Jeannie lavora a Toronto come illustratrice freelance a tempo pieno per diversi committenti: The New York Times, The New Yorker, Vogue, Penguin Books, British Airways, Airbnb, Google… e le sue illustrazioni si focalizzano in particolare sui temi del lifestyle, salute e benessere, lavoro e scienza. Nonostante i suoi impegni riesce comunque a trovare il tempo per i suoi progetti personali. In questo caso spesso crea delle piccole animazioni, perché sono un mezzo completamente diverso da quello che fa per i suoi clienti.

Jeannie Phan "Monday Cats" illustrazione di gatti

Deliziose illustrazioni di gatti di Jeannie Phan: “Monday Cats”

Nota per il suo lavoro editoriale che utilizza colori vibranti e texture tridimensionali, Jeannie Phan ama rappresentare gli aspetti più tranquilli e riservati della vita quotidiana utilizzando personaggi e atmosfere intime e trasferendo in immagini le sue più grandi passioni: il suo giardino urbano e i suoi gatti. Ha uno stile spontaneo e rilassato basato su forme geometriche semplici e una palette di colori vivaci arricchiti da effetti tattili di grana morbida. Sul suo sito web potete trovare sia i suoi progetti personali, sia i lavori editoriali per i suoi clienti.

Jeannie Phan illustrazione di gatto gif animata

Jeannie Phan “Do not disturb sleeping cat”

Jeannie Phan illustrazioni di gatti

Kiko as heavenly blue

Jeannie Phan "How to hold a cat" illustrazioni di gatti

Jeannie Phan “How to hold a cat”

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11 Settembre 2020 / / Design

Living Divani Gallery

Con le sue vetrine affacciate su Corso Monforte e Visconti di Modrone, in uno degli angoli più trafficati della città milanese, apre ufficialmente al pubblico dal 12 settembre 2020 il nuovo Living Divani Gallery a Milano.

Living Divani Gallery

Concepito come un contenitore di pura astrazione che condensa la quintessenza della visione di bellezza del marchio, lo showroom costituirà il nuovo avamposto milanese del brand, che si affianca allo spazio espositivo nell’Headquarters di Anzano del Parco progettato da Piero Lissoni nel 2007, proponendo allestimenti in progress e candidandosi come nuovo luogo da visitare in città, offrendo suggestioni sempre diverse non solo ai clienti ma anche ai passanti e agli amanti del design.

Da tempo desideravamo uno spazio tutto nostro su Milano, che potesse rappresentare ciò che è Living Divani oggi. Fondata nel 1969 dai miei genitori, Renata e Luigi Bestetti, come un laboratorio specializzato nella produzione di divani, a 50 anni dalla fondazione, con più di 60 dipendenti e un network globale in continua crescita, Living Divani è oggi un’azienda dalla forte reputazione internazionale in grado di offrire un vero e proprio “mondo Living Divani” completo in ogni dettaglio, che dalla zona living spazia alla sala da pranzo, la camera da letto e l’outdoor. Attraverso questo luogo vogliamo raccontare le mille sfaccettature del nostro design iconico, essenziale e sofisticato, invitando il nostro pubblico a vivere lo stile Living Divani: un brand dall’anima forte, sempre coerente con la propria filosofia di rigore, pulizia delle linee, eleganza silenziosa, che ha saputo attraversare la spirale del design rimanendo autentica e personale”- racconta Carola Bestetti.

Living Divani Gallery

L’ interpretazione dello spazio viene affidata a Piero Lissoni, Art Director e principale designer del brand, che firma sia il concept generale dello spazio che il suo set up.

Non è uno showroom e non è un negozio. La nuova Living Divani Gallery vorrebbe essere uno spazio quasi teatrale, un luogo per costruire e mostrare di volta in volta delle rappresentazioni, proprio come in un teatro. Adesso nasce tutto metallico con delle luci al neon molto museali, verrà aperto con questa faccia. Ma tra qualche tempo cambieremo la scenografia e mostreremo qualcosa di differente. È uno stage teatrale dove interpreteremo Living Divani” – racconta Piero Lissoni.

Living Divani Gallery

La lamiera grecata che riveste le pareti con inserite luci al neon, che smaterializzano ulteriormente i contorni e confondono la percezione, ed il pavimento in lamiera lucida, scompongono, riflettono e rifrangono da vari punti di vista la scena dominata da una nuvola di Carbon Frog. Variante “hi tech” extra leggera in fibra di carbonio ed intreccio in poliestere, evoluzione della celebre seduta Frog disegnata nel 1995 da Piero Lissoni, le sedute Carbon Frog, verniciate in un impattante contrasto black&white con calibrati accenti di colore, sono sospese a creare un velo vaporoso che si muove nello spazio, mostrando da diverse angolazioni questa indiscussa icona visiva contemporanea.

Living Divani Gallery

Fa da contrappunto a terra il tavolo Notes di Massimo Mariani con piano in vetro trasparente, che sembra svanire nell’atmosfera eterea che lo circonda, accompagnato dalle poltroncine Maja D che rispondono alle esigenze del vivere quotidiano.

Più che un negozio lo showroom è uno statement sulla purezza, la sobrietà e l’essenza dei pezzi Living Divani e sulla potenza evocativa dell’eleganza silenziosa del brand. Arredi haute couture presentati in chiave neutra affinché ogni visitatore possa immaginarli nel suo ambiente di vita – che sia un appartamento milanese, un giardino, o piuttosto la più remota  destinazione – personalizzandoli, come una tela bianca da colorare a piacere secondo i propri desideri.

Living Divani Gallery, Corso Monforte 20 Milano

www.livingdivani.it

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11 Settembre 2020 / / Architettura

pavimento sopraelevato radiante

Non necessita di massetto cementizio, è totalmente ispezionabile e agevola il risparmio energetico: ecco le caratteristiche del nuovo pavimento sopraelevato radiante Diffuse di Nesite.

Distribuzione uniforme della climatizzazione e funzionamento a basse temperature sono alcuni dei vantaggi che hanno fatto dell’irradiamento a pavimento una soluzione apprezzata in contesti residenziali e collettivi. A questi vantaggi si aggiungono inoltre quelli offerti dalle soluzioni sopraelevate, che oltre a consentire una rapidità d’installazione, grazie alla posa a secco, offrono prestazioni termiche superiori, non richiedono lavori di muratura e massetti cementizi e risultano completamente ispezionabili.

Il sistema brevettato Diffuse di Nesite è composto dai tradizionali supporti di colonnine e traversi in acciaio galvanizzato e da una superficie orizzontale realizzata con un sandwich isolante di polistirene espanso, al quale viene accoppiata una lamina in alluminio sagomata per consentire la perfetta aderenza di un tubo. Qui scorre acqua (calda o fredda) che, diffondendosi attraverso l’alluminio, consente di riscaldare o raffrescare l’ambiente in modo uniforme, fino a 2,5 m di altezza. Sulla struttura vengono poi installati a secco pannelli in materiali inerti ad alta conduttività che vengono completati con piastrelle in ceramica, pietre naturali, moquette, linoleum, legni e materiali di nuova generazione, senza limiti creativi. Grazie alla scelta dei suoi materiali e alla sua speciale composizione Diffuse assicura un’inerzia termica superiore agli impianti a massetto e consente di climatizzare l’ambiente nel minore tempo possibile, con un’efficienza che si traduce in una riduzione del consumi fino al 35%.

pavimento sopraelevato radiante

Diffuse, infine, abbatte la quantità delle polveri emesse nell’ambiente, non altera la qualità dell’aria e non ne crea moti convettivi nello spazio, con conseguenti benefici per il comfort delle persone.

Per maggiori informazioni www.nesite.com

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11 Settembre 2020 / / ChiccaCasa

La mia dieffenbachia, quanto ne ero orgogliosa. Le davo attenzioni e cure in quantità, ma lei un giorno è morta, spappolata, senza che io ne capissi il perchè.

Dopo la bellezza di un lustro, sono finalmente riuscita a trovare la causa della morte della mia dieffenbachia, che è solo una delle copiose vittime green mietute dalla sottoscritta negli ultimi anni.

Da quando ci siamo definitivamente trasferiti alla Casetta, ho ricominciato a guardare con gli occhi a cuore le piante dal fioraio. Il mio istinto coscienzioso, però, ha esitato un po’. Temevo di portare a casa una bella pianta e di ridurla poi in poltiglia qualche mese dopo. 
Poi però, durante il lockdown, mi sono imbattuta in un delizioso ficus elastica, che si era ritrovato quasi completamente solo al supermercato. Temevo che sarebbe morto lì se non l’avessi comprato ed io, quindi, me lo sono portato a casa, con la promessa di prendermene cura. E questa volta seriamente.

Devo dire che l’inizio non è stato dei migliori, in quanto ho commesso – di nuovo – lo stesso errore che aveva ucciso tutte le mie piante precedenti. L’ho innaffiato troppo. Lo facevo solo di Lunedì, senza però badare alle richieste della pianta.

Ho iniziato a documentarmi e a gridare aiuto agli esperti affinchè salvassero la mia rubber plant. Con il loro prezioso aiuto e le mie letture, ora posso dire di avere un quadro della situazione piuttosto chiaro. Inoltre il ficus si è ripreso e ha lasciato spuntare nuove foglioline.

Questa necessaria premessa è solo un preambolo per incoraggiarti a non mollare se il tuo pollice è nero. Segui questi preziosi suggerimenti che ho raccolto in questi mesi di “studio” e smetterai di uccidere le tue piante.


– Scegli la posizione giusta per la tua pianta

Quando ci innamoriamo di una pianta tendiamo a collocarla, con l’immaginazione, in un angolino specifico della nostra casa. Magari un punto in cui “manca qualcosa” che vorrremmo riempire con un elemento che si sviluppa in altezza. 
Può succedere di tornare a casa dal vivaio con una nuova pianta e non avere la più pallida idea di dove collocarla nel nostro spazio abitativo.

La realtà è che ogni pianta, ha esigenze “biologiche” di luce e di umidità diverse. Queste caratteristiche dipendono dalla sua appartenenza geografica e dal modo in cui cresce in natura.
Lo sapevi, ad esempio, che molte delle nostre piante d’appartamento sono epifite? Questo significa che crescono su altre piante, senza influire minimamente sul loro sostentamento. Spesso le epifite, sono anche quelle più “clementi” dal punto di vista del bisogno di luce, proprio perchè, in natura, i raggi del sole gli arrivano filtrati dalla chioma delle piante che le sorreggono.

Non possiamo permetterci, quindi, di innamorarci di una pianta e portarla a casa senza assicurarci prima di avere l’angolino giusto per farla di crescere sana e forte.
Piuttosto, sarebbe bene prima selezionare un posto in cui si vorrebbe inserire un tocco green e poi decidere quale pianta prendere. Basta incrociare i dati di ore di luce ed umidità del tuo spazio con le analoghe esigenze di una pianta per capire se starebbe bene o meno a casa tua.

Non ti scoraggiare se non puoi mettere la Monstera Deliciosa in quell’angolo quasi buio della tua casa, perchè non svilupperebbe mai e poi mai le sue bellissime forature fogliari, con quella esposizione.
Non dimenticare che il catalogo botanico della Natura è infinito, quindi, con un po’ di ricerca, riuscirai a trovare la pianta meravigliosa per il tuo spazio domestico.


Il segreto per sapere sempre quando innaffiare

Per pulire ed innaffiare le piante è sempre preferibile acqua non calcarea. Abbiamo acquistato su Amazon un pratico depuratore. Una brocca che filtra l’acqua del rubinetto e la rende pronta per essere bevuta, da noi e dalle nostre piante! 

Il cruccio di tutti plant lovers alle prime armi riguarda l’innaffiatura.
Il primo punto da chiarire è che l’amore che proviamo per le nostre bambine verdi non va dimostrato in acqua. Il rischio maggiore che si corre sbagliando le innaffiature è proprio la sovrabbondanza che può portare al più temuto dei mali: il marciume radicale.
Un metodo infallibile ed elementare per non incappare in questo rischio irreversibile è il metodo del dito. In soldoni, ogni qualvolta abbiamo la “tentazione” di innaffiare la nostra pianta dobbiamo semplicente infilare un dito nel terriccio e scendere di 3-4 cm in profondità.
Se troviamo la terra umida è segno che la nostra pianta non necessita di acqua, al contrario, se anche in profondità il terriccio è completamente asciutto, possiamo procedere con una nuova innaffiatura.
Questo metodo vale per tutte le piante da interno: dalle succulente a quelle che amano un substrato sempre umido. 

Se non ti fidi della percezione del tuo dito e vuoi una prova certa che il terriccio sia pronto per una nuova innaffiatura, puoi munirti di un misuratore di umidità. Io ne ho preso uno che controlla anche l’esposizione ed il ph della terra. Funziona così: si inseriscono le sonde nel terreno, scendendo in profondità e poi si osserva l’indicatore. Se il terreno è ancora umido, la tua pianta non ha bisogno di acqua. 

La regola di innaffiare ogni tot giorni non è valida, se non si prendono in considerazione le condizioni ambientali e le reali condizioni del terriccio. 
Se impari a dosare le innaffiature (e con questo trucchetto riuscirai di sicuro!) sei già in testa alla scalata per la conquista del pollice verde!
La scelta del vaso

Dobbiamo immaginare che il vaso sia la casa della nostra piantina e non soltanto il suo involucro. La scelta del vaso non è, quindi, solo una questione estetica, anzi!
Lo sapevi, ad esempio che i vasi di coltivazione di plastica, quelli in cui troviamo le piantine al momento dell’acquisto, mantengono l’umidità molto meglio di come fanno quelli in ceramica o in terracotta?
Quando portiamo a casa una nuova pianta, sarebbe bene non travasarla subito. Subirebbe un grande trauma, che si andrebbe a sommare a quello dello spostamento dal vivaio/negozio alla tua casa, che ha condizioni di luce, temperatura e umidità completamente diverse.
Se, quindi, il vaso di coltivazione non ti piace (chi vorrebbe un vaso di coltivazione in bella vista sul mobile più cool della casa?), mantieni lì la tua pianta e inserisci il vaso in un bel cachepot.

Un elemento che in un vaso non deve mai mancare è il foro di drenaggio. Il foro di drenaggio (quel buchino posto sulla base dei vasi) fa sì che durante un innaffiatura, l’acqua in eccesso possa fuoriuscire. Se non ci fosse il foro di drenaggio, l’acqua ristagnerebbe sul fondo del vaso compattando la terra e affogando le radici. La pianta così, sarebbe ben presto condannata a morte certa.

A tal proposito non posso non menzionare il sottovaso. Il sottovaso, come il cachepot, serve a preservare il pavimento o la base su cui il vaso è poggiato. L’acqua che ricade nel sottovaso (o nel cachepot) va sempre svuotata repentinamente, per gli stessi motivi di cui sopra.
Un’altra funzione del sottovaso è quella di contenere una manciata di ciottoli e poca acqua, per garantire una buona umidità alle piante che ne richiedono un alto tasso, come ad esempio le calathee.

Quando vedrai le radici della tua pianta spuntare fuori dai fori del tuo vaso da coltivazione, sarà il momento del rinvaso. Ricorda che il rinvaso è un evento traumatico per la pianta, quindi sarebbe bene non eccedere con i passaggi da un vaso all’altro. 
Ogni volta che avrai intenzione di aumentare le dimensioni del tuo vaso, non dovrai mai eccedere. Piuttosto, scegli un vaso di soli 2-3 cm di diametro maggiore rispetto al precedente.


Il cibo delle piante

Per crescere sane e rigogliose, le piante hanno bisogno di cibo, oltre che di acqua. 
Il cibo delle piante è il concime, il quale contiene le sostanze nutritive imprescindibili per la salute delle piante.
Le nostre piante da interno hanno solo una piccola porzione di terreno a disposizione, rispetto a quelle che vivono in piena terra. Di conseguenza il loro apporto di fosforo, potassio e azoto è limitato. Per questa ragione è molto importante alimentare il terriccio con del concime.
Il rischio della mancata concimazione è che la nostra pianta vada incontro a carenze nutritive che ne comporterebbero un indebolimento. Le foglie, così, crescerebbero in maniera anomala e sarebbe una preda facile per i pericolosi parassiti delle piante.

In commercio esistono due tipi di concime: liquido e granulare.
Quello granulare va cosparso in piccole quantità sulla superficie del terriccio, rilascia lentamente le sue sostanze e si attiva con l’innaffiatura. Se scegli un concime granulare, ricorda di non eccedere, altrimenti la pianta si brucerebbe. Piuttosto, cospargilo con un cucchiaino, diminuendo le dosi riportate in etichetta. Basta utilizzarlo solo un paio di volte all’anno per garantire un buon approvigionamento alle tue piantine.

Di più semplice utilizzo è, invece, il concime liquido. Quest’ultimo va semplicemente disciolto nell’acqua dell’innaffiatoio (seguendo la proporzione riportata in etichetta). Al contrario del concime granulare, ogni somministrazione è di veloce assorbimento e, pertanto, è necessario ripetere la concimazione in maniera graduale in tutto il periodo vegetativo della pianta, quello, insomma, che va dalla primavera all’estate.

Non concimare mai le tue piante se sono malate o se le hai appena acquistate. La concimazione sarebbe un trauma in entrambi i casi.

Ascolta le tue piante


Ho voluto lasciare il consigio numero uno per la fine di questo post. Il segreto per avere sempre piante sane e robuste è principalmente uno solo: imparare a captare i segnali che le nostre piante ci inviano.
No, non sto farneticando. Le piante i segnali possono inviarli e come, con la loro gestualità.
Le piante infatti sono in grado di muoversi e di cambiare posizione, sanno mettersi, da sole, in modalità “risparmio energetico”, sanno cambiare colore e consistenza e sono in grado di rinascere dalle loro ceneri. In sostanza, il messaggio che intendo far passare è che quando abbiamo a che fare con questi capricciosi esserini verdi, dobbiamo ricordare che si tratta di forme di vita. Come tali, queste possono farci intuire le loro esigenze mutando il loro aspetto. Sta a noi, interpretare i loro segni!

Ad esempio, se la pianta appare un po’ inclinata in avanti, triste e sofferente, probabilmente le sue esigenze riguardano l’acqua (troppa, o troppo poca).
Se, invece, la tua succulenta tira su in men che non si dica un figlioletto (troppo) alto ed estremamente chiaro rispetto alla mamma, forse la pianta necessita di un’esposizione maggiore alla luce.
Se hai messo la tua pianta da interni in balcone e improvvisamente le foglie sviluppano chiazze marroni, può darsi che i raggi solari abbiano bruciato le sue foglie.

Se ascolti le tue piante, e provvedi a renderle felici, queste ti ripagheranno con nuove foglie, fiori e tanta aria pulita, anche indoor!