1 Aprile 2021 / / Architettura

Sono sempre più convinta che lo spazio che ci circonda abbia una forte influenza sul nostro benessere. E quando ho scoperto l’esistenza di “Scuole Naturali“, non ho potuto che appassionarmi a questo progetto. Per questo quando Stefania mi ha contattato per avere alcuni suggerimenti su come progettare e “autocostruire” il giardino della scuola di suo figlio insieme ad altri genitori e maestre, non ho esitato a risponderle.

Da quel momento è nato un piacevole scambio di idee, non solo sulla realizzazione pratica ma più in generale sul tema dell’ambiente e della scuola, soprattutto grazie all’intervista all’insegnante della loro scuola, Luisa Catucci, referente regionale di Scuole Naturali per l’Associazione Manes.

Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello (rete di Scuole Naturali).

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Progetto di autocostruzione realizzato da genitori ed educatrici.

Ma partiamo dall’inizio. Durante l’estate scorsa sono stata contattata da Stefania, mamma di un bambino che frequenta la Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello, un quartiere del comune di Pordenone. Stefania mi ha chiesto alcuni suggerimenti per allestire gli ambienti della scuola di suo figlio. In particolare lo spazio esterno, il giardino, con l’utilizzo di materiali di recupero, in autocostruzione insieme agli altri genitori e alle insegnanti.

Sono stata molto contenta di poter contribuire con alcuni consigli pratici sull’utilizzo di materiali naturali o di recupero. Io e Stefania ci siamo conosciute sul web, attraverso il profilo pinterest dove raccolgo alcune ispirazioni. In particolare una bacheca sul “parco giochi naturale“. Mi ha tenuto aggiornata sulle proposte e le loro realizzazioni, e per approfondire la loro realtà mi ha messo in contatto con una insegnante della loro scuola, Luisa Catucci.

Intervista a Luisa Catucci: referente regionale di Scuole Naturali.

Luisa è referente regionale di Scuole naturali, una rete che vuole connettere esperienze, persone e organizzazioni che stanno cambiando il sistema educativo per renderlo più felice, sostenibile e outdoor. Se volete approfondire potete leggere questo toolkit.

E’ stato davvero un piacere conoscerla e sentire il racconto di come organizzi la giornata all’interno della sua classe con i bambini, e quali sono gli obiettivi e il suo metodo educativo.

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Foto di Luisa Catucci referente regionale delle Scuole Naturali.
Laboratori del fare e uscite in natura:

Nella sua scuola si predilige l’utilizzo di materiali di riciclo o naturali, quali ad esempio le canne di bambù, con le quali ha realizzato degli strumenti musicali per il laboratorio del fare. Il suo obiettivo era di creare un parco naturale al cui interno “fare insieme”, impegnarsi insieme.

Durante le giornate scolastiche, Luisa organizza spesso delle uscite in natura: per accompagnare i bambini a riappropriarsi degli aspetti naturali, come l’argine di un fiume, i boschi, i campi. “Orientarli sull’aspetto scientifico di come sono fatte le cose, associando l’aspetto emozionale della bellezza del Creato.”

Le sue parole da educatrice sono state per me molto importanti per accrescere la mia consapevolezza di genitore e anche di architetto: “Una nuova avventura nasce da una esigenza di cambiamento rispetto ai bisogni dei bambini. I bambini hanno sempre meno occasioni di vivere in un mondo dell’immaginario, di bellezza. E’ tutto sempre strutturato, deciso, pensato dall’adulto.”

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Foto di Luisa Catucci referente regionale delle Scuole Naturali.

Gli spazi interni delle Scuole Naturali.

Così come per l’esterno, anche gli spazi interni della scuola di Vallenoncello sono stati modificati, a partire dalla sensibilità e dalla formazione di Luisa e della direttrice scolastica. Si è deciso ad esempio di eliminare ogni giocattolo di plastica, introducendo materiali naturali o di riciclo. Inoltre per quanto riguarda l’arredamento, hanno scelto di eliminare tutto quello che poteva essere invadente (colori sgargianti) e il disordine. Puntando sull’ordine, la cura all’essenzialità, la semplicità, lasciando visibili le cose che sottolineano la cura dell’ambiante e trasmettono messaggi semplici e chiari.

Esempio dall’architettura di Herman Hertzberger.

Per quanto riguarda lo spazio interno, mi piace citare qui l’esempio di una scuola progettata dall’architetto Herman Hertzberger: la Scuola Montessori di Delft progettata a partire dal 1960. La sua architettura è chiamata architettura della partecipazione, in quanto H. ha sempre posto in primo piano il ruolo sociale dell’architetto e la sua capacità di generare organismi funzionali e stimolanti per la partecipazione dell’utente. Trovo molto interessante la sua ricerca nell’architettura, che come descrive Chiara Baglione nell’approfondimento dedicato a Hertzberger da Casabella, era – centrata sull’idea di “opera aperta”, in grado di favorire un processo di identificazione e di appropriazione da parte degli abitanti e degli utenti– in questo caso i bambini.

Hertzberger, il quale aveva lui stesso frequentato scuole montessori dall’infanzia al liceo, in questo progetto cerca di sviluppare soluzioni spaziali in funzione di un metodo basato sulla fiducia nell’interesse spontaneo dei bambini e sul lavoro autoeducativo di ciascun allievo.

Hall della Scuola Montessori di Delft, progettata da Hertzberger. Fonte immagine qui.
Hall della Scuola Montessori di Delft, progettata da Hertzberger. Fonte immagine: AHH.nl.
La Hall della Scuola Montessori di Delft.

In particolare vorrei soffermarmi sullo spazio comune, la hall, a cui H. assegna particolare importanza, in quanto diventa il luogo dove i bambini possono impegnarsi in attività individuali o in piccoli gruppi.

Chiara Baglione descrive questo spazio comune come un insieme di luoghi: Lo spazio comune tra le aule si è sviluppato in modo sempre più articolato, intorno ad alcuni “luoghi”: il podio in mattoni, che grazie a elementi di legno, si trasforma in un vero e proprio palcoscenico; una sorta di “vasca” occupata da sgabelli di legno che i bambini possono spostare autonomamente.

In questo modo il bambino può dare la sua interpretazione di quello spazio o oggetto o elemento d’arredo, stabilendo un rapporto personale con ciascuno di essi. Hertzberger progetta spazi dove il bambino può diventare davvero il protagonista, lasciandolo libero di decidere come fruire di quello spazio o quell’oggetto. Il “grande buco” nel pavimento può diventare il luogo di una lezione informale, un nascondiglio o un fosso per saltare. L’immaginazione e la fantasia del bambino sono guidate (dalla presenza di quello spazio, vuoto) ma allo stesso tempo lasciate libere di esprimersi. E in questo contesto, in questo specifico ambiente, il bambino sperimenta e impara.

I principi delle Scuole Naturali.

Dalla chiacchierata con Luisa sono emersi alcuni aspetti che provo a riassumere per punti:

  • Lavoro sulla relazione dei bambini con materiali, con il contesto.
  • Aspetto della cura, come coccola a se stessi ma anche all’ambiente, ai materiali che sono delicati (come ad esempio le foglie secche): per manipolare le foglie secche c’è bisogno di cura.
  • Esperienze: creare vari contesti di apprendimento con angoli in cui possono relazionarsi e interagire con il materiale.
  • Ordine: Mettere in ordine il disordine li aiuta sia a livello cognitivo e affettivo.
  • Semplicità: presentare materiali naturali e proporre esperienze semplici.

Scuole Naturali: una rete di persone e organizzazioni.

La Scuola Naturale è l’ecosistema rigoglioso in cui ogni bambino può far sbocciare i propri talenti.

In una Scuola Naturale si pone attenzione all’ambiente che educa, con un dentro caratterizzato da semplicità e qualità dei materiali, delle esperienze e delle proposte educative che sia congruente alla ricerca di un ritmo che alterna indoor ed outdoor e di un equilibrio tra online e offline. Una scuola in cui si ricerca l’artisticità e la bellezza come qualità da portare nei vari aspetti.

Qui potete leggere meglio la mission di Scuole Naturali, che condivido pienamente e sono felice di aver incontrato. In particolare ho apprezzato l’attenzione alla sostenibilità e ad un abitare naturale: Una scuola che si interroga sulla sostenibilità e sul rapporto con la natura, andando a costruire un sentimento di legame profondo/appartenenza con essa.

Perché vi ho parlato delle Scuole Naturali e di questo esempio?

Vi ho parlato di questo incontro, perché ci tengo molto a raccontare questi piccoli progetti, che nascono dal basso, dalle nostre realtà, storie di persone di tutti i giorni che si interessano di come migliorare poco alla volta il mondo che ci circonda. Quello dei propri bambini nel caso dei genitori, e in particolare quello della scuola nel caso delle insegnanti.

Tutti noi possiamo essere partecipanti attivi alla progettazione e alla costruzione della nostra casa, delle scuole dei nostri figli, con la consapevolezza che ogni piccolo passo è come un seme che poi germoglierà. E’ importante confrontarsi con dei professionisti che possano darci dei consigli concreti, ma è importante anche studiare e approfondire e iniziare a fare azioni concrete per rendere un po’ più bello lo spazio in cui viviamo, che siano le nostre case, le scuole o le nostre città.

Progettazione, autocostruzione e collaborazione sono alla base di questo progetto! Grazie a Stefania e Luisa per avermi dato la possibilità di approfondire e conoscere qualcosa in più sulle Scuole Naturali, e aver avuto l’occasione di riportare un esempio concreto di progettazione degli spazi incentrato sulla collaborazione, l’ “architettura della partecipazione” di Herman Hertzberger.

Ora non ci resta che iniziare a ripensare e a “progettare” gli spazi che sono affidati alla nostra cura!

Bibliografia e Riferimenti:

Fonte Immagini Scuola Montessori di Hertzberger: AHH.nl.

Chiara Baglione, Pedagogia dello spazio, Casabella 750, pg. 56-60.

Gioconda Cafiero, Abitare i luoghi della formazione per il Festival Architettura, luglio-settembre 2016.

Scuola Costituente

Scuole Naturali

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1 Aprile 2021 / / Idee

Anche se i nuovi impianti di climatizzazione sono dotati di split dal design gradevole, l’impatto estetico resta rilevante. Ecco qualche consiglio su come mimetizzare gli split.

mimetizzare gli split
Ph Mariana Orsi

Un impianto di climatizzazione é costituito da un motore esterno collegato all’unità interna o split. A questa configurazione di base si affiancano altre soluzioni che prevedono diversi split collegati a una sola macchina, secondo il numero di locali che si intende climatizzare. Sul mercato ormai si possono trovare anche condizionatori di ultima generazione senza unità esterna, silenziosi e performanti, da montare a parete. Per installare un impianto di climatizzazione in modo che sia efficiente, il mio consiglio è quello di rivolgersi a degli esperti. Dopo il sopralluogo, i tecnici valuteranno la tipologia di impianto che fa al caso vostro.

Detto questo, qualsiasi soluzione scegliate comporta il problema di come integrare gli split nel decoro dell’ambiente, visto che l’impatto estetico non é trascurabile. Inoltre, non é possibile scegliere una posizione qualsiasi, poiché, per garantire l’efficienza dell’impianto, bisogna rispettare alcune regole. 

Dove posizionare gli elementi interni o split

Scegliere il punto esatto dove posizionare gli split non é così facile come potrebbe sembrare. Anche se scegliete modelli con un design ricercato, si tratta comunque di elementi, per così dire, estranei, che incidono sull’aspetto dell’ambiente.

La prima regola impone di non collocare gli split nei punti in cui si staziona maggiormente, ovvero nelle vicinanze di divani, tavoli, scrivanie o letti. Questo perché  il flusso di aria fredda non è proprio il massimo per la salute! Le posizioni ideali sono nei luoghi di passaggio, per esempio sopra la porta, lateralmente ai letti e ai divani.

La posizione corretta per il buon funzionamento degli split è nella parte alta delle pareti, visto che l’aria fredda tende a scendere verso il basso. Considerate una distanza minima di 15 cm dal soffitto, e una zona completamente libera da mobili o oggetti di 15-20 cm attorno allo split. Da evitare assolutamente corridoi e disimpegni, una posizione che non permette di raggiungere la temperatura ideale nelle stanze attigue. Meglio installare un apparecchio per ogni stanza.

Come mimetizzare gli split

A questo punto vediamo qualche idea per mimetizzare gli split senza diminuirne l’efficienza. Una soluzione ottimale è quella di integrarli nell’arredamento, coprendoli con una griglia. A questo punto le soluzioni sono infinite, a patto che non ci siano ostacoli ad impedire il flusso d’aria e che si rispettino le distanze indicate sopra. Mobili pensili, librerie, mensole, si possono adattare perfettamente per alloggiare lo split.

La seconda soluzione prevede la costruzione di un ribassamento in cartongesso lungo la parete che ospiterà lo split. Allo scopo verrà predisposto uno spazio ove inserire lo split, sufficientemente ampio per favorire la circolazione dell’aria. Richiudete lo spazio con una griglia, meglio se anche nella parte inferiore. L’importante é che tali griglie siano rimovibili, in caso di manutenzione dell’apparecchio.

> Ristrutturare con il cartongesso

In ogni caso, verificate con il tecnico se la soluzione che avete scelto per mimetizzare gli split non incida sul corretto funzionamento dell’impianto.

31 Marzo 2021 / / Design

divani e poltrone Gervasoni

  • Gervasoni design: stile inconfondibile per arredare ogni ambiente
  • Collezioni Gervasoni: divani e poltrone dal fascino unico
  • Tavoli e tavolini Gervasoni: tanti modelli dai design d’autore per arredare con stile
  • Gervasoni letti: arredare la camera con soluzioni affascinanti e di qualità
  • Gervasoni e Paola Navone: un’unione che ha creato uno stile unico e inconfondibile

Gervasoni design: stile inconfondibile per arredare ogni ambiente

Ogni creazione Gervasoni è sempre caratterizzata da design raffinati ed è realizzata con materiali dalla qualità eccelsa. Lo stile Gervasoni design è unico e riconoscibile, anche grazie al tocco del direttore artistico del brand: la rinomata e talentuosa designer Paola Navone. L’arredamento Gervasoni possiede uno segno distintivo unico e inimitabile, i mobili prodotti dal marchio sono in grado di conferire ad ogni spazio chiuso e all’aperto atmosfere eleganti e sofisticate, grazie ad estetiche dove shabby chic, linearità e design innovativi si sposano alla perfezione. La grande tradizione artigiana, che affonda le sue origini nel distretto del mobile friulano, è altra preponderante peculiarità di questo marchio così affermato e in attività dal 1982.

Collezioni Gervasoni: divani e poltrone dal fascino unico

Gervasoni Italia ha realizzato collezioni di poltrone e pouf di alta gamma perfette per rendere ogni zona living un ambiente affascinante ed esclusivo. Fra le linee più acclamate del brand possiamo citare la recente Loll, progettata da Paola Navone nel 2020 e contraddistinta da modelli dai look fortemente accoglienti e tutti accomunati da profili “taglia e cuci” che seguono le geometrie di tutti i divani e di ogni poltrona nel dettaglio e con raffinatezza.  La linea Loll sorprende, oltre che per il suo design, anche per essere composta da modelli creati con materiali di eccellente qualità: legno massello per le strutture di divani e poltrone, piuma d’oca canalizzata nelle imbottiture e rivestimenti sempre sfoderabili in una gran varietà tessuti pregiati in tinta unita o con fantasie di gran tendenza.

divano e poltrona Gervasoni
collezione LOLL Gervasoni design Paola Navone

Altra collezione di punta del brand Gervasoni è quella denominata Mik, presentata con gran successo al Salone del Mobile nel 2018. I divani moderni inclusi in questa pregiata linea sono un eccezionale mix fra comfort, armonia, eleganza e materiali di alta gamma lavorati con una scrupolosa perizia artigianale. Questi modelli sono la soluzione ideale per creare un arredamento per il living ricercato, di tendenza e che non passi mai inosservato.

divano marrone Gervasoni
Divano lineare Gervasoni Mik 12 tratto dal sito www.mobilidesignoccasioni.com

I Gervasoni Divani sono modelli dallo charme esclusivo e sempre riconoscibile, per chi è alla ricerca di queste soluzioni d’arredo così particolari e affascinanti il consiglio è quello di far riferimento a rivenditori affidabili del brand, come quelli che espongono i loro prodotti su MobiliDesignOccasioni, l’outlet dell’arredamento online perfetto dove trovare le Creazioni Gervasoni a prezzi scontati imperdibili e molto vantaggiosi.

Tavoli e tavolini Gervasoni: tanti modelli dai design d’autore per arredare con stile

Fra gli arredi più famosi e ricercati del marchio Gervasoni spiccano le linee dedicate a tavoli e tavolini. Sono molte le collezioni dedicate a questi arredi e ogni tavolo Gervasoni e tavolino Gervasoni sorprende grazie ad estetiche mai banali e sempre curate nel dettaglio. Sempre Paola Navone ha dato vita ad una delle collezioni più acclamate ed iconiche del brand: la linea InOut per l’outdoor che include anche tavolini e tavoli dai look sorprendenti e realizzati con materiali spesso innovativi. Fra i modelli più ricercati e che hanno catturato l’attenzione di pubblico e critica possiamo certo citare il raffinato tavolo rotondo InOut 836, elemento perfetto per portare negli spazi all’aperto tutta la bellezza di un design raffinato composto da materiali pregiati come il marmo accostato al cemento.

tavolo rotondo da esterno
Gervasoni tavolo rotondo InOut 836

Sicuramente una linea che non smette mai di stupire è la collezione Brik composta anche da tavoli con sezioni di tronco di wrightia intagliato a mano. Questo particolare albero è originario dell’Africa Tropicale, dell’Australia, cresce in India e anche in Cina e il suo pregiato legno riesce a creare ambientazioni evocanti atmosfere esotiche e lontane, chiaramente riconoscibili in ogni tavolo di design appartenente a questa acclamata collezione.

tavolo da pranzo rettangolare Gervasoni
Tavolo rettangolare Gervasoni Brik tratto dal sito www.mobilidesignoccasioni.com

Gervasoni letti: arredare la camera con soluzioni affascinanti e di qualità

La collezione Beds è esclusivamente dedicata alla stanza da letto e alla cultura del buon riposo. Anche in questo caso, ogni creazione Gervasoni è stata partorita dalla fervente mente di Paola Navone che ha dato vita ad una linea sempre in continuo aggiornamento e dove trovare tanti letti matrimoniali dalle peculiarità esclusive e dove concedersi il massimo del relax. Fra i tanti pregiati modelli di Gervasoni letti inclusi in questa fantastica collezione, il letto matrimoniale Fly ha nel suo nome tutta la sua essenza. Si tratta di un letto imbottito e sfoderabile dotato di un pratico giroletto smontabile e di una testiera imbottita composta da due morbidi e accoglienti cuscini. Tutto, in questo letto di design, invita al relax e al riposo più appagante, linee armoniose e accoglienti sono quindi un segno distintivo di un modello unico nel suo genere, sia per design che per caratteristiche tecniche.

letto matrimoniale in tessuto di Gervasoni
letto matrimoniale FLY di Gervasoni

Anche il letto matrimoniale Cocò brilla per possedere un’estetica raffinata e invitante ad un buon riposo, senza dimenticare la qualità, data da materiali eccellenti utilizzati per la sua fabbricazione come i rivestimenti in tessuti di alta gamma o ecopelle e i piedini sono disponibili in svariate finiture del legno massello, come per esempio quelle in noce naturale.

letto matrimoniale in tessuto di Gervasoni
letto matrimoniale COCO’ di Gervasoni

Gervasoni e Paola Navone: un’unione che ha creato uno stile unico e inconfondibile

Paola Navone è un’affermata designer e architetto riconosciuta a livello internazionale e dal 1998 è a capo della direzione artistica del marchio Gervasoni. Questa unione ha dato vita a collezioni memorabili e divente vere e proprie icone dell’arredamento contemporaneo di tutti i tempi. Il genio di questa progettatrice e artista di fama mondiale è racchiuso nel suo stile di vita. Eclettica, giramondo e sempre attenta alle influenze delle culture più lontane, soprattutto quelle provenienti dalla grande tradizione Orientale. Paola Navone nei suoi tanti lavori e progetti ha sempre introdotto questi tratti della sua personalità, rivedibili sia nei design che nella scelta di materiali provenienti anche da paesi lontani, soprattutto orientali.

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31 Marzo 2021 / / Dettagli Home Decor

Ajila Architects Bergeyre House

Progettata dallo studio Ajile Architects, questa particolare abitazione si sviluppa in altezza su un terreno di soli 4,8 m di larghezza posto tra 2 edifici; il progetto diventa così il manifesto per un modo innovativo di abitare in verticale in spazi urbani ad alta densità.

Costruire una casa da zero a Parigi è un’opportunità unica che lo studio Ajile Architets ha colto per creare una vera e propria “gemma nascosta”. Infatti, abbarbicata in cima alla Butte Bergeyre, nel 19° arrondissement, la casa offre ai suoi proprietari una vista mozzafiato su tutta Parigi.

Ajila Architects Bergeyre House

I sette livelli dell’edificio, destinati a una famiglia di sei persone, si incastrano in verticale come un puzzle. Il risultato è un volume unitario più che una serie di piani indipendenti. Incorniciata tra due case adiacenti, questa casa a doppio aspetto riceve luce solo da due facciate opposte, a nord e a sud.

Ajila Architects Bergeyre House

Ajila Architects Bergeyre House

Ajila Architects Bergeyre House

L’ingresso, posto a sud, avviene dalla strada più alta e dà accesso al soggiorno a doppia altezza illuminato da una grande apertura affacciata sul giardino sottostante. Dal piano terra partono due diverse scale: una rampa in linea che scende al living, e una scala elicoidale che collega i tre livelli della zona giorno con la zona notte.

Ajila Architects Bergeyre House

Ajila Airchitects Bergeyre House

Le camere da letto dei bambini si trovano al terzo e il quarto piano, intrecciate tra loro con ampi pianerottoli aperti che fungono da sala giochi, angolo lettura o soggiorno privato.  La scala elicoidale prosegue fino al sesto livello, raggiungendo una terrazza che affaccia verso sud e collegando il tetto terrazzo della quota superiore. L’accesso alla camera dei genitori avviene invece dal piano inferiore attraverso una semplice rampa in linea.

Ajila Architects Bergeyre House

Ajile Architects Bergeyre House

Ajile Architects Bergeyre House

Internamente gli ambienti sono caratterizzati dal total white che uniforma e dilata la percezione dello spazio, mentre gli arredi su misura sono prevalentemente in legno multistrato.

Progetto Ajile Architects

fotografie di Vanessa Bosio e Cecile Septet

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