11 Ottobre 2021 / / Casa Poetica

professional organizer e lavoro

Professional organizer e lavoro, un racconto che non è una favola.

SCEGLI IL LAVORO CHE AMI E NON LAVORERAI NEPPURE UN GIORNO NELLA TUA VITA.

Signor Confucio, mi perdoni la franchezza, non vorrei risultare irriverente, ma glielo devo proprio dire: questo suo aforisma, per me, è una vera cazzata.

Glielo dico come persona che sa cosa vuol dire fare un lavoro che si detesta, alienante, fisicamente impegnativo e senza sbocchi professionali.

Avevo 19 anni, avevo appena finito le superiori, volevo avere un’indipendenza economica e sono andata a lavorare in fabbrica. Non ho scelto cosa fare, ho accettato la prima cosa che mi è stata offerta. Ho lavorato in catena di montaggio, in una ditta dolciaria, a turni. La mia prima busta paga, sudata, con ore di straordinario che mi permettessero di contribuire alle spese dei miei genitori e di togliermi qualche sfizio. Ci sono rimasta per 12 mesi.



Desideravo di più.

Ho trovato lavoro in un negozio, nel quale sono rimasta dieci anni. Sono cresciuta, lì, ho “scalato” livelli e acquisito competenze. Ho ottenuto un ruolo di responsabilità e l’ho portato avanti con dedizione e serietà.

Ma desideravo di più.

Sono stata assunta in un altro negozio. Nuova avventura, nuove aspettative, nuove prospettive e nuovo impegno. Ancora, per altri otto anni, perché non sono una che si stanca, né che si arrende. Quello che sognavo, però, il mio progetto, la mia idea, non era di continuare a stare lì.

Non mi bastava.



Professional organizer e lavoro

Ho lasciato tutto per trasformare il mio secondo lavoro, in quello primario, con tutte le incognite del caso. Non è stato semplice. È stata una scelta sofferta, ma era quella inevitabile. Probabilmente era quella destinata a essere.

Tutto questo luuuuuuuuuuuuuunghissimo preambolo, signor Confucio, per dire che non sono una che si accontenta, ma che mi adatto e non ho paura di fare fatica.

Come tante altre donne, mi sono fatta il culo con un lavoro faticoso e che lascia poco spazio all’ambizione.

Ho sacrificato la famiglia, per lavorare durante le feste (anche quando non mi spettava), a volte maltrattata dai clienti e con dei datori di lavori per i quali tutto era dovuto.

Ho creduto in me stessa e nel progetto che avevo in mente e ho deciso di provare a cambiare la mia vita.

Però, signor Confucio, se da una parte sono stata fortunata (?!) per aver avuto la forza e la capacità di svoltare, trasformando la mia passione nel mio lavoro, dall’altra le posso garantire che non ho mai smesso neanche un attimo di faticare, anzi.

Con passione, certo, ma lavoro.



Professional organizer e lavoro, una narrazione differente

E lavoro sodo. Fatico. Sudo. Mi fa male la schiena. Fatico. Sbaglio. E ricomincio. Ancora.

Sempre con la luce negli occhi e una visione che mi spinge ad andare avanti, anche quando tutto sembra essere contro. Però è ora di smetterla con questa narrazione romanzata delle cose, perché non sempre se puoi sognarlo puoi farlo.

Le variabili sono infinite e purtroppo la competenza o la correttezza sono tra le ultime a essere determinanti.

Caro signor Confucio, sono l’impegno, la fatica, la serietà e la perseveranza che fanno un professionista. E le tasse da pagare, i preventivi rifiutati, le ore a studiare e i conti che non sempre tornano. I riconoscimenti che arrivano, il passaparola tra chi ha usufruito dei miei servizi, le collaborazioni che nascono con altre professionalità, l’identità che non fa più fatica a manifestarsi.

Non c’è solo il posto al sole, c’è pure quello dannatamente in ombra, ma che guai a raccontare!

Caro signor Confucio, se si ama fare una cosa, ma non costa sacrificio farla (di qualsiasi tipo di sacrificio si voglia parlare), è solo un hobby, non un lavoro.

Il mio lavoro è organizzarti la casa 🙂







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