30 Luglio 2020 / / Idee

Avete mai sentito parlare della pitaya? Si tratta di un frutto esotico proveniente dalla Cina molto particolare e ancora poco conosciuto in Italia, che ha al suo interno una succosa e delicata polpa bianca cosparsa di piccoli semi neri.

Pitaya

Nota anche con il nome di Dragon fruit (che tradotto letteralmente significa “frutto del Drago”), la pitaya offre davvero tantissimi benefici ed è perfetta per uno spuntino estivo rinfrescante e nutriente. Scopriamo quindi tutto ciò che c’è da sapere su di essa.

Tutte le proprietà e i benefici per il nostro organismo

Quando si ha a che fare con un cibo nuovo, una delle prime preoccupazioni riguarda le calorie. Eppure l’apporto calorico della pitaya è piuttosto accettabile: si va infatti dalle 36 alle 60 kcal ogni 100 grammi, cosa che rende questo frutto un cibo perfetto per chi vuole intraprendere una dieta dimagrante, soprattutto durante i mesi estivi. La pitaya è poi particolarmente ricca di acidi grassi e di vitamina E, ma non solo: all’interno della sua polpa è presente una buona percentuale di vitamina C, B1, ferro, fosforo, calcio e potassio.
Questo frutto è ottimo per contrastare la riproduzione dei radicali liberi all’interno dell’organismo e contribuisce a mantenere sano l’intestino. Il suo uso costante si è dimostrato di notevole aiuto anche contro il diabete. Infine, sono state riportate delle proprietà antiaging e antistress, rivelandosi un ottimo alleato persino contro il cancro. 

Cheesecake a base di pitaya 

La pitaya è un frutto molto versatile che si può consumare in modi diversi, come suggerisce la pagina dedicata alla pitaya dei Fratelli Orsero; in particolare, il frutto del drago si rivela assolutamente perfetto per i dessert, più precisamente per realizzare un’insolita e gustosissima versione della cheesecake. La cheesecake di pitaya rappresenta infatti una buona alternativa estiva alle ricette classiche di questo dolce molto apprezzato.
Come prepararla? Per il fondo bisogna polverizzare dei biscotti secchi (preferibilmente Digestive) insieme al cacao, mischiandoli poi al burro fuso e versando il tutto in uno stampo a cerniera da 22 cm. Questo andrà messo in frigo per circa 30 minuti, per renderlo compatto al punto giusto; trascorsa la mezz’ora bisognerà versarci sopra una crema fatta di mascarpone, formaggio fresco, latte condensato e zucchero a velo, insieme all’immancabile frullato di pitaya, lasciando il dolce in frigo per circa 5-6 ore; infine è possibile decorare la cheesecake con delle fettine di questo particolare frutto, facendo attenzione a servirlo ben freddo.

Visita la sezione ricette del sito.


Ti é piaciuto questo post? Allora non perderti i prossimi, iscriviti alla newsletter de La gatta sul tetto: niente paura, non ti inonderò di messaggi, riceverai solo una e-mail mensile che riassume i post del blog, e la Kitchen Trends Guide 2020 in regalo. Basta cliccare sul link qui sotto e inserire il tuo indirizzo e-mail:

29 Luglio 2020 / / Design

cortile arredato con tavoli e sedie di design

Le luci di Creative-Cables e gli arredi di SCAB Design trasformano l’ex tabacchificio Tabaccaia a Brescia, in uno spazio vivo polifunzionale di valorizzazione del territorio bresciano.

Estate 2020! _ Situata in posizione mediana tra Brescia e la Franciacorta, poco distante da Bergamo e dal lago d’Iseo, non lontana da Milano, apre Tabaccaia di Castrezzato.

Un complesso di edifici industriali di fine Ottocento, recuperato, dalla struttura architettonica, i cui ampi spazi, articolati su una superficie di 10.000mq, ospiteranno una serie di importanti eventi.

Un luogo che per tutta l’estate verrà invece deputato alla condivisione e agli incontri, uno spazio polivalente che proporrà numerose attività, nate dalla collaborazione con aziende e attività presenti sul territorio. Ed è proprio il suo legame territoriale la forza propulsiva del progetto, ospitando differenti esperienze, diventando incubatore di idee e startup, promotore di cultura e coscienza ambientale, con eventi socio-culturali in continua evoluzione.

Un’idea che volutamente rimanda ai ritmi rallentati dell’estate: un open air aperto a tutti anche solo per concedersi una pausa, sorseggiare un buon bicchiere di vino, cenare degustando le numerose e differenti proposte culinarie offerte dallo street food, dal bistrot e dall ’osteria, che ospiterà grandi nomi della ristorazione italiana.

spazio per eventi arredato con soluzioni di design

In questo clima di “ripartenza” si inserisce la presenza di due aziende conosciute internazionalmente, ma legate a Brescia. Creative-Cables appoggiandosi al flagship store nel cuore della città, hub per privati e professionisti e SCAB Design, che proprio nel bresciano ha i suoi stabilimenti, hanno contribuito all’allestimento degli spazi con, ripettivamente, le proprie proposte di luci e sedute, entrambe pensate per l’outdoor.

allestimento spazio la Tabaccaia a Castrozzo

SCAB Design – azienda bresciana doc – ha arredato l’area bistrot con Lady B – una sedia dalla struttura in tecnopolimero robusta – in vari colori terra, mentre l’elegante e pratica poltrona extra-size Lisa Lounge Club – completa di sidetable – è l’oggetto cult di una installazione site-specific. Prodotti trasversali che facilmente si adattano alle diverse necessità.

complesso edifici industriali ex tabacchificio

Porta invece la firma di Creative-Cables l’illuminazione. L’azienda – già conosciuta e apprezzata per la sua collezione indoor – ha proposto EIVA, il primo portalampada cablabile e riaccessibile in classe IP65 al mondo, una soluzione inedita e creativa per creare la giusta atmosfera del building. Diverse possibili combinazioni per lampade da esterno colorate, durevoli, pratiche e funzionali.

Il set-up illuminotecnico è stato seguito da CroVal.

edificio industriale ex tabacchificio

Due realtà dal respiro internazionale con una storia e una progettualità differenti, ma entrambe perfetta esemplificazione di come il mondo del design riesca ad offire soluzioni innovative, ponendo attenzione alla valorizzazione del territorio. Idee e progetti capaci di personalizzare uno spazio vivo, ospitale dall’identità forte e originale.

Tabaccaia è aperto tutti i giorni dal mercoledì alla domenica dalle 18.00 alle 1.00 e si trova in Via Valenca 21, a Castrezzato, Brescia. Seguite il profilo Instagram @tabaccaia.it!

L’articolo Creative-Cables e SCAB Design trasformano l’ex tabacchificio Tabaccaia a Brescia proviene da Dettagli Home Decor.

29 Luglio 2020 / / Dettagli Home Decor

barbeque in giardino

5 barbecue di design per grigliate estive

Connox propone tutto ciò di cui hai bisogno da mobili dal carattere deciso, splendidi decori, accessori e idee ispiratrici per la casa con i migliori brand.  A tema con l’estate rispondiamo questa volta alla richiesta di pranzare in giardino e come le migliori feste richiedono proponiamo una ricerca di barbecue per una proposta tra funzionalità e design.

La prima proposta di Konstantin Slawinski è una brace con grill munita di griglia scorrevole.

barbecue con grill

L’enorme ciotola antincendio offre stabilità e resistenza al calore grazie alla sua lavorazione di alta qualità. Nel telaio minimalista in acciaio verniciato a polvere, il generoso guscio di fuoco sembra galleggiare. La griglia corrispondente può essere posizionata su di essa, così come un pratico ripiano per alimenti e utensili per griglia.

barbecue su ruote

Seconda proposta con ruote con 5300 Box Grill di Dancook che è un carrello per barbecue pratico, mobile e versatile. Ha la possibilità di creare una zona più fresca e una più calda sulla griglia inoltre è munito di due vassoi laterali in legno per uno spazio supplementare. Le maniglie laterali sempre in legno permettono la regolazione in altezza.

cucina componibile da giardino

Open Kitchen 100 di Röshults è un sistema configurabile con il quale è possibile creare isole da cucina secondo i propri desideri da posizionare fuori casa. I singoli moduli come telaio, griglia a gas, griglia a carbone, piano cottura, possono essere combinati a piacimento per una cucina completa da giardino o terrazzo.

barbecue con forno a legna

BBQ Wood Oven di Röshults è un’altra proposta per cucinare in giardino. Viene consigliato all’estero per un’esperienza all’italiana senza uscire di casa, specialmente per pizza e focaccia. Il forno a legna è stato progettato dal duo di designer svedesi Ridderstråle & Broberg, i cui design sono estetici e funzionali. Mentre la forma classica del forno a legna è stata preservata, è stata aggiornata con materiali moderni ed esclusivi unendo acciaio e teak.

Morsø propone infine una griglia e un forno in un’unica soluzione a carbone o legna. Con la sua combinazione di ghisa e un supporto in legno, Forno è una scultura funzionale su qualsiasi terrazza.

barbecue in ghisa con supporto

La griglia in ghisa presenta numerosi piccoli pori che assorbono grasso e altri sapori e grigliano delicatamente il cibo. Dopo il pasto, è possibile aggiungere legna e la griglia diventa un camino esterno, che fornisce luce e calore nelle calde notti estive e crea un’atmosfera accogliente.

 

Thanks to Connox

Articolo di Silvia Fabris

L’articolo Shopping da Connox proviene da Dettagli Home Decor.


Abbiamo deciso di presentarci. O, per chi già ci conosce, ri-presentarci.
Lo facciamo con un video che mostra la realtà Clever e apre le porte dello stabilimento produttivo di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, il luogo dove tutto nasce.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DELL’AZIENDA

Dal 1993 siamo specializzati nella produzione di camerette per bambini e ragazzi, pensate nei minimi dettagli per garantire il massimo della funzionalità e del comfort.

Progettiamo soluzioni con letti a terra, a ponte o a soppalco, e produciamo camere complete con tecnologie all’avanguardia, materiali atossici e meccanismi brevettati sicuri e facili da usare.

L’attenzione dedicata ai più piccoli non ci ha impedito di allargare gli orizzonti ed arricchire la nostra offerta: nel 2014 nasce una nuova collezione di punta, incentrata sulla progettazione di mobili trasformabili e salvaspazio.

Vuoi conoscere più nel dettaglio l’universo, la storia e la filosofia di Clever?

Dai un’occhiata alle pagine Chi Siamo e Perché Sceglierci.

29 Luglio 2020 / / diotti.com

A caccia di un’idea per l’arredamento di una cameretta mansardata: 16 metri quadrati di sottotetto da adibire a stanza (proprio come è successo QUI) per un bambino piccolo. Questa è stata la richiesta inoltrata al nostro Team di Progettazione 3D, contattato per sviluppare un progetto su misura per personalizzare un appartamento in affitto:

Vorremmo trasformare una stanza mansardata nella cameretta per nostro figlio. Viviamo in un appartamento in affitto, e un domani prevediamo di trasferirci in una casa più grande.

Il desiderio si è trasformato in una soluzione moderna, pensata in ogni minimo dettaglio, in cui il grande ambiente mansardato diventa uno spazio funzionale dove giocare, studiare e riposare.

Cameretta in mansarda: il progetto realizzato

Progetto per arredare una cameretta in mansarda

Il progetto mostra un ambiente mansardato trasformato in cameretta confortevole. Ylenia, Interior Designer responsabile della soluzione, ha individuato e arredato 4 aree funzionali:

  • la zona guardaroba, attrezzata con un grande armadio battente su misura
  • l’angolo studio, completo di scrivania, sedia e contenitori
  • la zona riposo, dove è stato collocato un letto imbottito e delle mensole lineari
  • l’area gioco, idealmente posizionata al centro della stanza

Vista laterale della mansarda trasformata in cameretta

Ancor prima di ipotizzare una soluzione definitiva, è stato necessario individuare l’area utile dove posizionare l’elemento più ingombrante: l’armadio. Per la sua installazione, è stata individuata la parete con l’altezza maggiore, corrispondente al muro opposto alla grande finestra.

Piantina d'esempio per arredare la camera dei ragazzi nel sottotetto

A seguire, sono stati inseriti gli altri arredi: la scrivania, il letto, le mensole e il contenitore sospeso, la cui scelta è stata in parte vincolata all’inclinazione del tetto. Via libera dunque a piccoli accorgimenti per sfruttare al meglio un ambiente a prova di bambino, in primis moduli salvaspazio ed elementi di dimensioni ridotte.

Arredamento da cameretta #1: l’armadio per sottotetto

Per l’arredamento della mansarda, i Clienti hanno espresso così i loro desideri:

Vorremmo che l’ambiente integri alcuni elementi per noi indispensabili: un armadio angolare molto capiente, da utilizzare sia come guardaroba che come ripostiglio, e una libreria poco ingombrante.

Come in ogni cameretta che si rispetti, anche in questa stanzetta mansardata il guardaroba merita un’attenzione particolare. A maggior ragione se si considera la pendenza del soffitto, un fattore non modificabile che obbliga alla scelta di una soluzione realizzata su misura.

L’ipotesi di Ylenia prevede la progettazione di un grande armadio angolare che sfrutti l’altezza nel punto dove è maggiore. Al modulo lineare, composto da ante battenti, se ne aggiungono due con abbassamento in corrispondenza del soffitto inclinato. Quello ad angolo è l’elemento più capiente. Perfetto per contenere cambi stagionali e coperte, risulta particolarmente utile anche per riporre oggetti ingombranti e attrezzature sportive.

Per rispondere alle esigenze dei Clienti, l’armadio è stato completato con un modulo libreria laterale. Il terminale aperto sfrutta l’angolo creatosi tra il fianco dell’armadio e il muro, e razionalizza lo spazio grazie a mensole stondate pronte ad accogliere libri, peluches e giocattoli.

Arredamento da cameretta #2: l’angolo studio

Anche il progetto della zona studio si è basato sulle aspettative dei Committenti:

Al momento, non riteniamo indispensabile l’inserimento di una scrivania, ma prevediamo di acquistarne una in un secondo momento. L’ideale sarebbe trovare un modello adatto ad ospitare due bambini, in vista dell’arrivo di un secondo figlio.

Scrivania sì, o scrivania no? Il fatto che i Clienti non abbiano l’imminente bisogno di inserire una postazione per i compiti, non significa che il progetto non possa comunque includerne una.

Dettaglio della zona studio con scrivania e sedia ergonomica

Ylenia ha ipotizzato l’inserimento di una scrivania con cassettiera su ruote, bianca e minimalista, che in caso di trasloco potrà adattarsi con facilità ad una nuova cameretta.

Dettaglio della scrivania con secondo piano aperto e chiuso

Ma non è tutto. Lungimirante e attenta alle esigenze dei Clienti, la nostra Interior Designer ha selezionato uno speciale modello di scrivania con piano estraibile indicato per ospitare fino a due bambini.

Arredamento da cameretta #3: il letto imbottito

Ultimo ma non meno importante, il letto. Il modello inserito a progetto è stato scelto sulla base delle indicazioni dei Clienti (“preferiamo un letto imbottito”). Nessuna precisazione, dunque, su dimensioni, rivestimento o colore, per cui è stata data carta bianca.

Cameretta in mansarda: zona dedicata al riposo, completa di letto una piazza e mezza

Lo spazio utile ad accogliere il letto è stato individuato tra la parete sinistra e la porta finestra. Piantine alla mano, Ylenia ha constatato che la larghezza del muro era tale da poter accogliere anche un letto a una piazza e mezza.

Proposta accettata. Più ampio di un singolo, un letto con materasso da 120 cm risulterà più confortevole nell’immediato e risulterà più pratico in previsione della crescita del bambino.

Ma dove posizionare il letto? In origine, le proposte di Ylenia erano due:

  • opzione 1: letto posizionato lungo la parete sinistra
  • opzione 2: letto installato in posizione perpendicolare e a centro stanza

Ipotesi n.2 del progetto, con letto perpendicolare e senza scrivania

Quest’ultima previsione avrebbe limitato la libertà di circolazione e compromesso la creazione di un’area gioco al centro della camera, motivi piuttosto ragionevoli per accantonarla.

Come organizzare una mansarda per i bambini?

Anche quando è mansardata, la cameretta non dovrebbe rinunciare ad uno spazio dove i bambini possano giocare e divertirsi in totale libertà.

Prevedere una zona gioco, dunque, è il primo passo per rendere anche il sottotetto più piccolo un luogo accogliente, confortevole e a prova di bambino. Il segreto? Puntare su complementi giusti e seguire preziosi consigli. Di seguito, troverai le 3 idee del progetto.

1 – Un grande tappeto colorato

Se la dimensione della stanza lo consente, l’idea è di inserire un bel tappeto morbido a centro stanza. I bambini potranno utilizzarlo come spazio con il gioco e, se posizionato accanto al piano di riposo, anche come scendiletto.

Quanto a finiture, l’ideale è puntare su colori vivaci, fantasie astratte o geometriche e tappeti realizzati in materiali naturali, pratici da pulire e di facile manutenzione.

2 – La poltroncina-dondolo in plastica

Questione sedie piccole. È indispensabile che i bambini abbiano a disposizione sedute su misura per loro, a maggior ragione se si parla di bimbi in tenera età.

Si potrebbe perciò prevedere una poltroncina multifunzionale in plastica, leggera, resistente e facilmente spostabile, da utilizzare sia come sedia, che come dondolo, o ancora come tavolino.

3 – Mensole arrotondate con spigoli sagomati

I nemici dei bambini? Gli spigoli. Per evitare spiacevoli – seppur piccoli – incidenti, è bene optare per arredi dalle linee morbide, con angoli smussati e dalle forme arrotondate. Ne sono la prova le mensole sagomate inserite nel progetto, che danno forma alla libreria laterale integrata all’armadio.

Il risvolto pratico è doppio: la mancanza di spigoli vivi renderà più sicura la permanenza dei bambini nella stanza. Inoltre, la forma arrotondata dell’angolo permetterà di risparmiare qualche centimetro in profondità.

Finiture e colori per decorare una stanza-studio moderna

Cameretta in mansarda e colori: un’accoppiata vincente che può dare risultati davvero sorprendenti. Il trucco sta nel puntare su sfumature chiare e luminose, capaci di ingrandire visivamente l’ambiente e trarre vantaggio dall’illuminazione naturale.

Nel caso del nostro progetto, le considerazioni di Ylenia si sono basate sulle indicazioni fornite dai Committenti:

Il pavimento della stanza è rivestito in parquet chiaro a listelli sottili, le pareti sono tinteggiate di bianco e bianchi sono anche gli infissi. Vorremmo dunque restare su tonalità neutre, aggiungendo magari qualche tocco di blu.

Verde e sabbia sono i colori principali della cameretta. Tinte facilmente abbinabili che, malgrado la loro modernità, condizionano la scelta delle altre finiture. È per questa ragione che Ylenia ha preferito intraprendere la strada scelta dai Committenti, che hanno individuato in bianco e marrone i colori d’elezione degli arredi.

Palette di colori principali scelti per la cameretta

Che siano per ragazzi o per adulti, quando si tratta di camere in mansarda il bianco resta in assoluto l’opzione migliore. Luminoso, è ideale per riflettere la luce e dare un’illusione di grandezza là dove lo spazio manca o è particolarmente angusto.

Abbinabile a tutti gli stili d’arredo, dal più moderno al più classico, ha il potere di stemperare i colori vivaci e ravvivare quelli tenui, soprattutto le sfumature pastello. È perfetto con il legno e crea un buon connubio con le travi a vista del soffitto inclinato.

Palette di colori d'accento inseriti nel progetto della camera

L’armonia cromatica è data dal sabbia, colore proposto per il rivestimento del letto, che richiama in maniera discreta la finitura delle piastrelle. Qualche tocco di colore, però, può fare la differenza. Se la camera è destinata a un maschietto, nulla vieta di puntare su macchie di blu, azzurro e verde, sia nelle varianti chiare che in quelle scure.

I CONSIGLI DELL’ARREDATRICE
Se la cameretta in mansarda è destinata ad una bambina, non fermatevi alle classiche tinte pastello come rosa e lilla. In dosi moderate e per piccoli tocchi, si può osare con il rosso, il giallo o l’arancione.

Da non perdere:

Vuoi saperne di più sul progetto realizzato? Scopri tutti i dettagli nella Scheda del Progetto.

Vuoi visualizzare tutti i progetti del nostro Team? Dai un’occhiata al nostro Portfolio.

Vuoi realizzare il tuo progetto personalizzato? Contatta i nostri Interior Designer per trovare la soluzione più adatta a te.

28 Luglio 2020 / / Dettagli Home Decor

Dopo avervi illustrato cos’è una piscina al sale e quali vantaggi offre, oggi affrontiamo l’aspetto legato alla sua manutenzione.

La manutenzione di una piscina con impianto al sale in realtà è molto simile alla manutenzione di una tradizionale piscina al cloro, infatti, a inizio stagione sarà opportuno verificare lo stato della piscina e dei suoi componenti, come filtri, pompa, valvole, skimmer ai quali si aggiunge, nel caso di piscina salata, il clorinatore, l’apparecchio che genera il cloro dal sale. Per quanto riguarda il clorinatore  è importante mantenere sempre pulita la sua cellula, in questo modo l’apparecchio durerà più a lungo.

Una volta fatti questi controlli, prima di riempire la vasca si consiglia di fare anche una pulizia accurata delle superfici, pareti e pavimento, per eliminare tutte le incrostazioni e prevenire la futura proliferazione di alghe.
A tal proposito ricordiamo di utilizzare sempre un antialghe. I batteri che si formano a causa delle alghe generalmente, con il tempo, riescono ad abituarsi all’equilibrio chimico che si forma all’interno di una piscina ad acqua salata. Se ci si dimentica di utilizzare un prodotto antialghe, infatti, basterà una pioggia abbondante dopo una giornata di caldo per farle spuntare nuovamente.

Ma vediamo nel dettaglio come effettuare la manutenzione di una piscina ad acqua salata.

Manutenzione piscina salata, cosa fare

Quali controlli fare ogni settimana

Quando si dispone di una piscina con impianto a sale, oltre alla normale pulizia settimanale mediante retino e robot, è importante tenere sotto controllo i valori dell’acqua, in particolare il pH. Un livello corretto di pH è importante per permettere al cloro rimuovere efficacemente germi, batteri e creare un ambiente sicuro per i bagnanti. Una volta alla settimana verifica i livelli di cloro libero e nel caso fosse basso, controlla che il livello di salinità sia sufficiente. Anche il livello di stabilizzante è molto importante in una piscina al sale: un valore corretto previene la perdita di cloro a causa dei raggi uv. Una piscina all’aperto priva di stabilizzante potrebbe perdere fino al 90% del cloro prodotto, lasciando la piscina sporca e non adatta per fare una nuotata.  Una piscina salata, infatti, richiede livelli di stabilizzante leggermente più alti di una piscina tradizionale al cloro. 

Quali controlli fare ogni mese

Come detto i valori dell’acqua sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’impianto e per tutelare la salute dei bagnanti. Oltre a quelli indicati sopra, ve ne sono altri che andranno monitorati con cadenza mensile, come la salinità.

La cellula elettrolitica opera con maggior efficienza quando il valore di salinità è nel range specificato dal produttore. Questo può variare a seconda dei modelli ed è quindi importante conoscere quelli richiesti dal clorinatore che si utilizza. Se i livelli di sale sono bassi sarà necessario aggiungerne altro, facendo attenzione a non esagerare con le quantità altrimenti sarà indispensabile aggiungere nuova acqua pulita per riabbassare il livello di sale. Non bisogna mai dimenticare che se i livelli di sale sono molto oltre o sotto i livelli consigliati, si rischia di danneggiare la cellula o di non garantire la corretta igiene dell’acqua. Questo porterà alla formazione di alghe.

L’alcalinità, invece, è importante per tenere il pH stabilizzato e prevenirne gli sbalzi. I livelli bassi di alcalinità potrebbero portare a corrosione, macchie o acqua verde, mentre un’alta alcalinità può causare acqua torbida e altri problemi. Quando si regola l’alcalinità è importante farlo lentamente e con piccoli aumenti, aspettando 2 o 3 giorni prima di testare ed eventualmente aggiustare di nuovo. 

Da monitorare anche i livelli di calcio. Quando sono troppo bassi l’acqua diventa corrosiva e può danneggiare le parti della piscina a contatto con l’acqua. Alti livelli di calcio, invece, possono formare scaglie e otturare filtri e tubi, con una conseguente scarsa filtrazione e circolazione che può portare ad avere acqua torbida e irritazioni varie ai bagnanti.

Una parte importante della manutenzione piscina con acqua salata è il controllo dei valori di metalli come rame, ferro e manganese, per assicurarsi che non siano presenti. Il momento migliore per effettuare questo test è quando si aggiunge acqua pulita o all’inizio della stagione.

Come abbiamo visto effettuare la manutenzione di una piscina al sale è simile a una piscina al cloro, anche se il costo è inferiore perché più semplice e richiede un utilizzo minore di prodotti chimici specifici.

Non dimenticate che solo effettuando una corretta manutenzione potrete godere di una piscina in ottimo stato e l’acqua risulterà sempre limpida e pulita.

L’articolo Come effettuare la manutenzione di una piscina ad acqua salata? proviene da Dettagli Home Decor.

28 Luglio 2020 / / Dettagli Home Decor

Casas Caiadas | Open House

I rubinetti di Quadrodesign arredano un boutique hotel nel cuore del Portogallo. L’estetica essenziale, la solidità e l’eleganza della collezione iconica Source creano una naturale sintonia con la poetica rigorosa del progetto di restauro firmato da Luís Pereira Miguel.

Immerso nella regione dell’Alentejo, nel Portogallo centrale, Casas Caiadas | Open House è un boutique hotel per famiglie o piccoli gruppi di amici che coniuga sapientemente un’architettura discreta e minimale con la genuinità di un territorio dal fascino prorompente e selvaggio.

Il progetto di recupero, disegnato dall’architetto Luís Pereira Miguel su richiesta di una coppia di coniugi di Lisbona, Paula e Mário, ha ridato vita ad un complesso storico nel centro pedonale di Arraiolos. L’edificio ebbe molte vite, ospitò nel XIX secolo un rifugio e più recentemente il forno più famoso del paese. Casas Caiadas | Open house è così chiamata per le sue 5 porte d’ingresso che affacciano su due diverse strade pedonali e si sviluppa su tre piani.

Casas Caiadas Open House

Casas Caiadas Open House

Al piano terra le parti comuni: cucina, soggiorno e sala da pranzo sono condivisi dagli ospiti e invitano alla convivialità grazie a un angolo camino, un grande tavolo per i pasti e a pochi e studiati arredi, che combinano artigianato locale e pezzi contemporanei dal design essenziale. Al primo livello le camere: una suite e tre stanze. E in ultimo un rooftop panoramico con vista sul castello e piscina.

Casas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open House

L’idea dei proprietari era di creare un luogo aperto ma intimo; una meta dall’atmosfera autentica e accogliente, che desse nuova identità a un sito dalla storia affascinante e dai tratti singolari. L’architetto portoghese Luís Pereira Miguel, che vanta nel suo portfolio numerosi interventi di restauro, ha interpretato la volontà dei committenti compiendo una lettura sintattica del contesto, con l’obiettivo di capirne in profondità ogni carattere e restituirlo al presente con originalità e unicità.

Casas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open House

Gli ambienti interni, modulati nell’assolutezza del bianco, mantengono il tocco misurato e sobrio degli esterni. Ogni dettaglio concorre a rafforzare una coerenza stilistica, che invita a un’esperienza appagante: i mobili sono in legno, le pareti intonacate e candide, gli oggetti di fine manifattura portano la firma di artisti locali tra cui João Bruno Videira, Malga Ceramic Design, Graça Paz.

Casas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open House

Questa cura al particolare, attraverso la scelta dei giusti materiali e delle forme, ha trovato perfetta consonanza nella filosofia di Quadrodesign, che è stato un interlocutore privilegiato per proporre anche nell’arredo tecnico della rubinetteria lo stesso stile pulito e sobrio del boutique hotel e il medesimo rispetto del valore della semplicità, ottenuta attraverso uno scrupoloso lavoro di sottrazione e di selezione, sempre coniugando estetica e funzionalità.

Casas Caiadas Open House

Così Quadrodesign è presente nella grande cucina comune e nei bagni di Casa Caiadas con uno dei suoi modelli più iconici e versatili: Source. Una collezione dalle linee semplici e distintive, unica nel suo genere per adattabilità, praticità, resistenza, solidità ed eleganza; una gamma completa di miscelatori per lavabi, bidet, docce e vasche (da incasso o free-standing) pratica, moderna e senza tempo, all’avanguardia e attenta alla natura grazie all’acciaio inossidabile AISI316L, materiale nobile, duraturo e riciclabile sempre al centro del progetto dell’azienda piemontese.

Casas Caiadas Open HouseCasas Caiadas Open House

www.quadrodesign.it

www.instagram.com/casascaiadas/

L’articolo Quadrodesign per Casas Caiadas proviene da Dettagli Home Decor.

28 Luglio 2020 / / Dettagli Home Decor

Il trasloco per moltissime persone è un momento tragico perché viene vissuto come l’inizio del caos in casa. Eppure è un grande momento per fare ordine grazie al quale si spolverano armadi e si ha la possibilità di ritrovare piccoli e grandi tesori che possono valere una fortuna. Si tratta di oggetti molto comuni, che tutti noi abbiamo solitamente in casa, magari in qualche armadio a prendere polvere. Ecco perché abbiamo pensato di segnalarveli sperando possiate trarne un bel guadagno. Prima di procedere consigliamo di fare una ricerca sulle ditte di traslochi Roma, richiedere preventivi e organizzare il traporto. Non appena avrete accordato un appuntamento potrete procedere alla ricerca di questi cinque probabili tesori.

Raccolte di schede telefoniche

Le schede telefoniche, un tempo, erano un bene che tutti possedevamo in tasca e nel nostro portafogli. Servivano a telefonare presso le cabine telefoniche, per chi non lo sapesse. Ogni anno venivano prodotte nuove collezioni con cui erano decorati fronte e retro. Ebbene ci sono schede che valgono anche diecimila euro se tenute in perfette condizioni e mai utilizzate come le precursorie della Sida, le Urbet bianche e rosse prodotte tra il 1977 ed il 1981. Per non parlare di quelle prodotte per la serie Labirinto che riportano le bellezze del nostro Paese e che possono valere circa un migliaio di euro. Se avete vecchie schede telefoniche in casa correte da un esperto e tentate la fortuna facendovele valutare perché potreste essere tra i pochi fortunati a possedere quelle più rare.

Vecchi VHS originali

Conservate con cura le vecchie videocassette originali perché tra non molto potrebbero valere una fortuna. A dichiararlo espressamente è stata una nota azienda di corrieri internazionali che ha invitato le persone a non liberarsi dei VHS ormai inutilizzati. Difatti sono riportati tra le maggiori guide al collezionismo come beni in procinto di entrare tra le nuove tendenze a breve e se mantenute in perfette condizioni, le videocassette potrebbero valere un sacco di soldi!

Mobili antichi

Capita spesso di ereditare vecchi mobili di famiglia che, però, nella casa nuova non trovano posto rispetto al nuovo arredo. Questi mobili potrebbero essere un gran tesoro per voi per cui il nostro consiglio è quello di farli valutare da un esperto. Ad influenzare il valore del mobile concorrono il legno con cui il mobile è stato costruito, lo stato di conservazione, la patina originale e la sua integrità. Per la determinazione del valore sarà importante anche l’epoca di produzione, per cui non buttate via i vecchi mobili prima di averli fatti valutare.

Rame e materie prime

Ci sono materie prime che possono farvi mettere da parte un bel gruzzoletto come il rame. A causa della sua versatilità in qualsiasi settore produttivo il rame sta vivendo un periodo di grande splendore per cui viene rivenduto e acquistato a cifre interessanti. Per capirne il reale valore occorre distinguere quello vergine, puro al 100%, da quello usato. Il primo è quello più prezioso mentre il rame usato deve essere riportato a nuovo e quindi ha un valore inferiore.

L’articolo SOS trasloco: ecco i beni che potrebbero valere una fortuna proviene da Dettagli Home Decor.

28 Luglio 2020 / / Eventi e Fiere

Fornasetti Theatrum Mundi in mostra a Parma - Locandina

Theatrum Mundi è la grande mostra alla Pilotta di Parma che celebra il genio creativo di Fornasetti fra passato e presente

Ambientata nel Palazzo della Pilotta a Parma, simbolo del potere ducale dei Farnese, la mostra evento su Fornasetti, intitolata “Theatrum Mundi”, è una gioia per gli occhi. La mostra site-specific è nata proprio in relazione agli spazi del complesso monumentale ed è un’affascinante viaggio fra il passato e il presente attraverso oltre mille pezzi di design del celebre atelier milanese.

Fornasetti Theatrum Mundi - Foto © Cosimo Filippini

Fornasetti Theatrum Mundi – Foto © Cosimo Filippini

Piero Fornasetti è stato uno dei maestri indiscussi del design contemporaneo, il cui linguaggio visivo è ancora oggi unico e riconoscibile

La sua eredità è stata raccolta dal figlio Barnaba che porta avanti, ormai da 30 anni, la ricerca artistica ed estetica del padre, rielaborando e attualizzando lo spirito immaginifico, eclettico e ludico che ha reso celebre l’Atelier Fornasetti nel mondo.

Dalla relazione fra le forme classiche degli spazi della Pilotta e il design contemporaneo di Fornasetti nascono nuovi scenari, nuovi significati, nuovi mondi immaginifici.
Un Teatro del Mondo, appunto, in cui vengono messi in scena i temi cari a Fornasetti: le rovine e l’uso del passato come frammento, l’architettura, la musica, le variazioni sul tema, il disegno e la grafica, il sogno e l’illusione, il collezionismo e gli oggetti quotidiani come veicolo di un’arte accessibile a tutti.

Fornasetti Theatrum Mundi - Parma

Cuore dell’esposizione è lo spazio del Teatro Farnese, capolavoro di architettura teatrale seicentesca realizzato sui canoni classici dettati dal filosofo Giulio Camillo sul Theatrum Mundi (da qui il titolo della mostra) ispirati al teatro vitruviano.

“Una rete di rimandi e suggestioni che danno vita a un Teatro del Mondo, nella sua accezione cinquecentesca: una visione enciclopedica del sapere che affida all’immaginazione la facoltà di comprendere, ricostruire e interpretare il mondo. Un’idea profondamente affine alla creatività di Fornasetti. Un vero e proprio viaggio stratificato tra classico e moderno, tra passato e presente.”
Sito web

La mostra, curata in collaborazione con Barnaba Fornasetti, è stata inaugurata subito dopo la fine del lockdown per il Covid 19 e rimarrà aperta al pubblico fino al 14 febbraio 2021.

Theatrum Mundi
Complesso monumentale della Pilotta, Parma
dal 3 giugno 2020 al 14 febbraio 2021

Fornasetti Theatrum Mundi in mostra a Parma

Fornasetti Design Piatti

Variazioni sul tema – Il viso è sempre quello della cantante lirica Lina Cavalieri, “musa” di Piero Fornasetti

Atelier Fornasetti

Atelier Fornasetti

• LEGGI ANCHE: Stilose porcellane bianche e nere di Miri Orenstein

28 Luglio 2020 / / Idee

Il super bonus del 110% è entrato ufficialmente in vigore con la legge 77 del 17 luglio 2020.

Questo super bonus promette di regalare importanti interventi di ristrutturazione a chi riuscirà ad accedervi. Però le promesse fatte dal legislatore non corrispondono alla realtà dei fatti.

In questo articolo faremo una panoramica completa su questa misura e lo faremo senza gli inutili paroloni di cui si riempiono la bocca la maggior parte dei tecnici e degli avvocati.

mailling list per ristrutturare casa

Mentre scrivo siamo nel mese di luglio 2020. L’Italia e l’Europa stanno lentamente uscendo dalla pandemia globale di Covid. L’America (tutta) al contrario non riesce a venirne fuori. E il nostro governo a maggio, tra le varie misure a sostegno della ripresa post-lockdown, si è inventato lo slogan “gli italiani si ristruttureranno casa gratis”.

Questo grazie al super bonus del 110% introdotto prima con li decreto legge 34, chiamato “rilancio”, che dopo sessanta giorni è stato convertito nella legge 77 del 17 luglio 2020.

Questi proclami hanno generato grande entusiasmo in milioni di persone. Il patrimonio edilizio italiano è ormai vecchio, brutto (non esistono solo i centri storici purtroppo…), consuma tanto e non è sismicamente adeguato.

Il problema è che no, gli italiani non si ristruttureranno affatto casa gratis. Chi lo ha detto ha mentito, consapevolmente o inconsapevolmente non lo so e non spetta a me dirlo, e ha illuso troppe persone.

Mi ricordo tutte le email che ho ricevuto per settimane al suono di “con questo bonus rivoluziono casa”. E anche la delusione quando raccontavo come stanno realmente le cose.

Proprio pochi giorni fa sono andato a fare una delle prime partite di calcetto post-lockdown. Sì, sono uno dei milioni di italiani che, superati i quarant’anni, provano a sentirsi ancora giovani insistendo a rompersi ginocchia e slogandosi caviglie per correre dietro ad un pallone.

Nel gruppo di calcettisti del venerdì sera con cui condivido prestazioni degne del miglior Margheritoni, siamo ben tre architetti.

Un nostro amico, finita la partita, mentre ci stavamo riprendendo prima della meritata doccia, ha osato dire: “sentite ma com’è questa storia del 110%? Vorrei approfittare per fare i lavori in casa”.

Non lo avesse mai detto! Ogni suo sogno stato immediatamente smontato.

“Col super bonus non potrai ristrutturare casa…scordatelo!”

Gli abbiamo spiegato come funziona (se ci ripenso in effetti gli abbiamo regalato una consulenza coi fiocchi) e alla fine ha concluso:

“Ma perché ci hanno raccontato queste pa**e?”

A questa domanda non so darti una risposta. Però se anche tu vuoi capirne veramente di più sul super bonus al 110%, su quali lavori possono accedervi, se puoi usufruirne per casa tua, se veramente farai i lavori gratis…ho scritto questa consulenza gratuita per te.

Se nel precedente articolo sull’argomento (che puoi trovare qui) parlavamo dei contenuti del decreto legge che ha introdotto il super bonus, in questo articolo ti parlerò della legge definitiva che disciplina il super bonus.

Infatti sebbene i decreti legge entrino subito in vigore, devono essere convertiti in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione, altrimenti perdono di efficacia.

Il processo di conversione prevede la discussione in parlamento e senato. Dove le varie forze politiche propongono modifiche.

Gli articoli che trattano il super bonus e lo sconto in fattura/cessione del credito hanno subito alcune modifiche in questa conversione, anche se non sostanziali.

Come leggerai però mancano ancora alcuni decreti attuativi a corollario della legge, che dovrebbero essere pubblicati entro 30 giorni dalla conversione (Quindi arriveranno a ferragosto…) e che non la rendono ancora pienamente operativa.

Però ormai le misure previste sono fisse e definite, quindi possiamo darle per acquisite.

Ti avverto: non sarà un articolo breve, quindi mettiti comodo e con il giusto tempo a disposizione.

Come al solito cercherò di essere il più chiaro possibile. Come sai il pubblico a cui mi rivolgo non sono i miei colleghi progettisti ma sono tutti i proprietari di casa che devono ristrutturare…un linguaggio tecnico non avrebbe senso.

Ma in ogni caso parliamo di leggi, quindi qualche passaggio ostico ci sarà. Se hai qualche dubbio su quello che ho scritto usa i commenti qui sotto per eventuali chiarimenti.

NB: mentre stavo scrivendo questo articolo, è uscita anche la guida ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che ha aiutato a chiarire qualche punto.

Puoi scaricarla da qui se vuoi:

SUPER BONUS 110%…COSA SIGNIFICA?

Cominciamo a chiarire i concetti di base.

Quando parliamo di super bonus al 110% ci riferiamo all’estensione di alcune misure delle detrazioni fiscali già esistenti per chi fa interventi di recupero di edifici, case e appartamenti. Cioè del patrimonio edilizio esistente.

Le detrazioni di cui puoi usufruire, da tempo ormai, per la tua ristrutturazione sono varie:

  • Bonus casa, con detrazione del 50% delle spese sostenute per la realizzazione delle opere di ristrutturazione della casa;
  • Bonus arredamento, con detrazione del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (puoi usufruirne solo se accedi anche al bonus casa);
  • Sismabonus, con detrazione variabile dal 50% all’80% delle spese sostenute per rendere antisismici gli edifici (è un’estensione del bonus casa);
  • Ecobonus, con detrazione variabile dal 50% al 65% delle spese sostenute per efficientare energeticamente gli edifici;
  • Bonus facciate, con detrazione del 90% delle spese sostenute per sistemare le facciate degli edifici.

[Occhio: non so quando leggerai questo articolo. L’elenco qui sopra è per le detrazioni valide a tutto il 2020…siccome molte hanno scadenza annuale (anche se vengono regolarmente prolungate) non garantisco che siano in vigore mentre stai leggendo]

Qui sopra li ho riassunti sinteticamente, ma ho scritto vari articoli sulle detrazioni fiscali, se vuoi approfondire qui sotto ti metto i link. Sennò passa oltre.

Questa premessa era necessaria perché il super bonus di cui stiamo per parlare non fa altro che modificare alcune delle detrazioni già esistenti.

Infatti la legge 77, per quanto riguarda le detrazioni sulla ristrutturazione, nella sostanza:

  1. Estende la percentuale di detrazione al 110% per alcune delle misure che ti ho elencato sopra;
  2. Introduce la possibilità di ottenere lo sconto in fattura di una somma fino all’importo della detrazione, oppure di cedere tale detrazione sotto forma di credito di imposta ad un soggetto terzo.

E lo fa non solo per quelle estese al 110%, ma per tutte le detrazioni che ti ho elencato sopra – ad eccezione del bonus arredamento.

Naturalmente vengono messi dei paletti. E nel resto dell’articolo parleremo proprio di questi paletti. Che poi è il succo di tutto.

L’articolo sarà diviso in quattro capitoli:

  1. Un mega riassuntone di cosa prevede la legge 77 in termine di super bonus al 110% e di sconto in fattura/cessione del credito
  2. Analisi puntuale dell’articolo 119 della legge 77, relativo al super bonus
  3. Analisi puntuale dell’articolo 121 della legge 77, relativo allo sconto in fattura/cessione del credito
  4. Alcune riflessioni, anche su come si stanno muovendo imprese e altri player del settore

Partiamo dal mega riassuntone.

mailling list per ristrutturare casa

CAPITOLO 1 – MEGA RIASSUNTONE: SUPER BONUS DEL 110% E SCONTO IN FATTURA/CESSIONE DEL CREDITO IN POCHE RIGHE

Ho deciso di mettere all’inizio e non alla fine il riassunto dei principali punti che caratterizzano il super bonus e lo sconto in fattura/cessione del credito per questioni di praticità.

Se sei interessato solo a sapere i punti principali di queste misure ti basta leggere solo questo capitolo (e l’ultimo).

Se invece vuoi approfondire, e quindi leggere anche gli altri capitoli, avendo già letto questo riassunto avrai già le idee chiare per affrontarli meglio.

Naturalmente non andremo nel dettaglio. Per quello ci sono i capitoli successivi.

1.1 | Super bonus 110% – articolo 119

L’articolo 119 istituisce il super bonus del 110% e prevede quattro macro-interventi per cui vi si può accedere.

Punti comuni a tutti gli interventi:

  • La misura è valida dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021
  • La detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute (che elenchiamo al prossimo punto) è da dividere in 5 rate annuali

Detrazioni al 110% per interventi di efficientamento energetico:

  1. Isolamento delle pareti, solai e tetti (superfici opache) per una superficie superiore al 25% dell’involucro con i seguenti limiti di spesa:
    • 50.000€ per edifici unifamiliari o villette a schiera;
    • 40.000€ per singola unità immobiliare in edificio da 2 a 8 unità immobiliari;
    • 30.000€ per singola unità immobiliare in edificio oltre 8 unità immobiliari;
  2. Realizzazione di impianti di riscaldamento/raffrescamento/acqua calda sanitaria centralizzati con i seguenti limiti di spesa:
    • 20.000€ per singola unità immobiliare in edificio da 2 a 8 unità immobiliari;
    • 15.000€ per singola unità immobiliare in edificio oltre 8 unità immobiliari;
  3. Realizzazione di impianti di riscaldamento/raffrescamento/acqua calda sanitaria in edifici unifamiliari o villette a schiera con limite di spesa di 30.000€.
  • Gli interventi possono riguardare le parti comuni degli edifici condominiali, gli edifici con singola unità immobiliare, le unità immobiliari in edifici plurifamiliari con ingresso autonomo dall’esterno (villette a schiera);
  • Se viene eseguito uno dei tre interventi di sopra (denominanti “trainanti”) anche tutti gli altri interventi previsti dall’ecobonus (denominati “trainati”) possono essere portati in detrazione al 110%;
  • Per usufruire del superbonus l’unità immobiliare deve aumentare di due classi energetiche o, ove non possibile, deve essere dimostrata questa impossibilità.

Detrazioni al 110% per interventi di miglioramento sismico degli edifici

  • Aliquota di detrazione unica al 110% per tutte le tipologie di intervento;
  • Limite di spesa invariato rispetto alla legge sul sismabonus (96.000€ ad unità immobiliare);
  • Esclusi immobili in zona sismica 4.

Detrazioni al 110% per interventi di installazione di impianti fotovoltaici

  • Si può accedere a tale detrazione solo se si esegue uno degli interventi di miglioramento energetico o sismico di cui sopra (è a tutti gli effetti un intervento “trainato”);
  • Ammontare massimo della spesa pari a 48.000€ per i pannelli fotovoltaici;
    • Spesa massima ammissibile per ogni Kw installato pari a 2.400€ in caso di edificio esistente;
    • Spesa massima ammissibile per ogni Kw installato pari a 1.600€ in caso di nuovo edificio;
  • Ammontare massimo della spesa pari a 48.000€ per i sistemi di accumulo dell’energia (batterie);
    • Spesa massima ammissibile per ogni Kwh di capacità di accumulo delle batterie pari a 1.000€;
  • Obbligo di cedere al GSE l’energia non utilizzata in autoconsumo;
  • Le modalità di cessione e il valore di cessione sono determinati con decreto del Mise.

Detrazioni del 110% per l’installazione di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici

  • Si può accedere a tale detrazione solo se si esegue uno degli interventi di miglioramento energetico di cui sopra (è a tutti gli effetti un intervento “trainato”);
  • Non ci sono particolari limiti o prescrizioni.

Chi può accedere o meno alla detrazione

  • i condomìni (con l’accento sulla ì…mi raccomando);
  • Le persone fisiche, anche titolari di reddito di impresa o professionisti, su tutte le unità immobiliari che beneficiano di interventi “trainanti” sulle parti comuni degli edifici;
  • Le persone fisiche (NO come impresa o professionisti) su un massimo di due unità immobiliari che beneficiano di interventi su parti private;
  • Istituti IACP, cooperative, associazioni sportive dilettantistiche;
  • Non possono accedere alla detrazione gli immobili accatastati A/1, A/8, A/9.

Altre disposizioni

  • È obbligatorio un visto di conformità rilasciato da un commercialista/ragioniere/perito commerciale/consulente del lavoro/responsabili assistenza dei CAF (no tecnico progettista) su tutta la documentazione dell’intervento;
  • Per gli interventi di efficientamento energetico i tecnici progettisti asseverano il rispetto dei limiti di legge stabiliti dalle apposite norme tecniche e la congruità della spesa;
  • Per gli interventi di miglioramento sismico i tecnici progettisti asseverano la riduzione del rischio sismico e attestano la congruità delle spese;
  • Il Mise deve emanare un decreto attuativo che determini le modalità di trasmissione delle asseverazioni e i prezziari di riferimento per i costi;
  • I tecnici che asseverano il falso sono soggetti a multe da 2.000 a 15.000 €;
  • I tecnici devono stipulare apposita polizza assicurativa;
  • Le spese per attestazioni e asseverazioni sono detraibili al 110%.
mailling list per ristrutturare casa

1.2 | Sconto in fattura e cessione del credito – articolo 121

  • Chi sostiene spese detraibili ai sensi del bonus casa (50%), ecobonus (50%, 65%, 110%), sismabonus (110%), bonus facciate (90%), installazione impianti fotovoltaici (110%), installazione colonnine elettriche (110%) invece di usufruire della detrazione può…
    • Ottenere uno sconto in fattura dal fornitore e/o impresa fino all’importo della corrispondente detrazione spettante. Questi maturano un credito che possono cedere a banche, finanziarie, ESCo, etc.;
    • Cedere direttamente la detrazione sotto forma di credito di imposta a banche, finanziarie, ESCo;
  • Tali opzioni possono essere esercitate o meno per ognuno dei S.A.L. emessi;
  • Chi riceve il credito deve usarlo con la stessa rateizzazione che avrebbe il cedente (5 o 10 anni), non può portarlo da un anno all’altro (quello non usato in uno specifico anno è perso) e non può chiederlo a rimborso;
  • Se in seguito ad un controllo l’Agenzia delle Entrate verifica che la detrazione/credito non era dovuto, procede a recuperare le somme da chi ha beneficiato dei lavori;
  • Chi ha beneficiato del credito (imprese, banche, finanziarie, etc.) non lo perdono in quanto erano in “buona fede” (dalla FAQ 11 della guida dell’Agenzia delle Entrate).

Occhio all’ultimo punto che mette a fuoco un possibile problema per te…di cui parleremo più avanti.

Per il resto tutto chiaro?

Adesso approfondiamo cosa dice la legge negli articoli 119 e 121.

CAPITOLO 2 – ARTICOLO 119 DELLA LEGGE 77: OPPORTUNITÀ E LIMITI DEL SUPER BONUS AL 110%

Credo di avertelo già detto tre o quattro volte che l’articolo 119 della legge 77 introduce definitivamente la possibilità di detrarre al 110% alcune opere legate al recupero del patrimonio edilizio.

L’articolo è diviso in 23 commi (cioè sotto-paragrafi).

I primi 8 chiariscono quali interventi, e in che modo, possono accedere al super bonus. I restanti integrano i primi fornendo dei chiarimenti.

Il super bonus del 110% è previsto per i seguenti interventi:

  • Alcune misure dell’ecobonus (quindi efficientamento energetico degli edifici) – commi da 1 a 3-bis;
  • Interventi del sismabonus (quindi miglioramento sismico degli edifici) – commi 4 e 4-bis;
  • Installazione di pannelli fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo dell’energia prodotta – commi da 5 a 7;
  • Installazione di colonnine elettriche – comma 8.

La prima cosa evidente è che gli interventi che rientrano nel bonus casa, cioè quelli classici per ristrutturare, sono esclusi da questo super bonus.

Non ti puoi ristrutturare casa gratis. Con buona pace di tutti i proclami del governo.

Gli interventi più interessanti che rientrano nel super bonus, e per cui si stanno muovendo la maggior parte degli operatori del settore, sono senza dubbio quelli legati all’ecobonus. Però vedremo come ci sono molte limitazioni ed in particolare viene escluso l’intervento diretto da parte del singolo proprietario di un appartamento in condominio.

2.1 | Super bonus al 110% per interventi di efficientamento energetico (ecobonus)

Qui parliamo di quanto previsto nei commi 1, 2, 3 e 3-bis dell’articolo 119 della legge 77.

Comma 1: gli interventi “trainanti” previsti

Si tratta di opere legate all’efficientamento energetico per cui la detrazione è stata portata al 110%. Questa detrazione deve essere suddivisa in 5 rate annuali di pari importo (l’ecobonus normale prevede 10 rate annuali di pari importo) ed è in vigore per le spese sostenute tra l’1 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.

Il comma 1 ci dice quali interventi di efficientamento energetico possono accedere alla detrazione del 110%. Sono 3.

Intervento 1: Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro per oltre il 25% della superficie disperdente dell’edificio o dell’unità immobiliare situata all’interno dell’edificio purché abbia un accesso autonomo dall’esterno.

Vediamo i principali cardini di questa tipologia di interventi.

Punto 1 – isolamento degli edifici

Qui si parla di isolare gli edifici esistenti. Con cappotto, con isolamento interno, con isolamento in intercapedine…non importa come. Si parla di isolamento.

Però emergono subito delle limitazioni dettate dalla superficie minima su cui si può intervenire e dal fatto che si parla di “edifici” e non di unità immobiliari.

Per essere chiari:

  • Condomini: si
  • Edifici singoli: si
  • Appartamento in condominio: NO in modo autonomo (a meno che non abbia oltre del 25% di superficie “disperdente” dell’intero edificio…caso raro)

Per le singole unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari viene fatta un’unica eccezione: quella delle villette a schiera e assimilabili.

Le villette a schiera sono il tipico esempio di unità immobiliare che si trova all’interno di un edificio (quello formato da tutte le villette) ma che ha un ingresso autonomo.

Caso assimilabile anche alle bifamiliari per intenderci (purché abbiano un accesso autonomo dall’esterno).

In questi casi anche il singolo proprietario della villetta può farsi il cappotto senza che lo facciano anche gli altri…(purché intervenga su oltre il 25% dell’involucro disperdente).

Punto 2 – superficie minima di isolamento

Approfondiamo proprio l’aspetto del 25% di superficie disperdente interessata dai lavori, condizione minima necessaria per accedere al super bonus per interventi di isolamento.

Sai come si determina la superficie disperdente di un edificio?

Ce lo dice la legge: la superficie disperdente di un edificio sono tutti quei muri-solai-tetti-finestre-porte che delimitano l’edificio dall’ambiente esterno o da una zona non climatizzata.

Per intenderci: il muro esterno, ma anche il muro che ci divide dal pianerottolo, il solaio che ci divide dai garage o da un sottotetto.

Se isolare oltre il 25% della superficie disperdente di una casa singola o di un’unità immobiliare in una villetta schiera è una condizione facilmente raggiungibile…non lo è per il singolo appartamento in un condominio.

Tra l’altro nei condomini le pareti esterne sono “parti comuni” dell’edificio…quindi in ogni caso l’intervento di cappotto esterno (solitamente il metodo più efficace di isolare) deve essere approvato dall’assemblea condominiale.

Punto 3 – no finestre

Si parla esplicitamente di “superfici opache”. Quindi finestre, balconi, porte, serrande…sono escluse. Cioè la sostituzione degli infissi non accede direttamente a questa misura. (Ma tra poco vedremo come la legge la fa rientrare dalla…finestra).

Punto 4 – limiti di spesa

La legge infatti ci dà anche i limiti di spesa detraibili con il super bonus.

  • Spesa massima di 50.000€ per edifici unifamiliari e villette a schiera;
  • Spesa massima di 40.000€ per ogni unità immobiliare di edifici da 2 a 8 unità immobiliari;
  • Spesa massima di 30.000€ per ogni unità immobiliare di edifici con più di 8 unità immobiliari.

Cosa succede se superi questi limiti di spesa?

Che le restanti somme le detrai con le normali percentuali di detrazione dell’ecobonus (65%) fino al raggiungimento dei limiti di spesa previsti dalla legge specifica (60.000€ totali…). E per le somme eccedenti non detrai nulla.

Comunque, ad eccezione delle case unifamiliari che in alcuni casi possono essere molto grandi (ma come vedremo le ville sono escluse da questa misura) e richiedere investimenti elevati, sono buoni limiti di spesa.

Punto 5 – criteri ambientali minimi

Ultima cosa: i materiali isolanti utilizzati devono rispettare i cosiddetti C.A.M., cioè criteri ambientali minimi.

Per dirla pane e salame: devono essere ecologici (cioè avere un’apposita certificazione).

Naturalmente questi materiali costano molto di più dei normali materiali isolanti…

Passiamo alla seconda detrazione legata all’ecobonus che usufruisce del 110%:

Intervento 2: Sostituzione di impianti di climatizzazione invernali esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria. Da eseguirsi sulle parti comuni degli edifici.
Punto 1 – impianti centralizzati

Parliamo di impianti condominiali centralizzati. E parliamo delle opere da eseguirsi sulle parti comuni degli edifici.

Quindi, a scanso di equivoci, se hai un appartamento in condominio e vuoi sostituire l’impianto di riscaldamento…non sei compreso in questa detrazione.

Tra l’altro ti voglio evidenziare come le opere detraibili sono quelle “da eseguirsi sulle parti comuni degli edifici”. Quindi non quelle dentro gli appartamenti (che sono privati). Le eventuali opere interne alle unità immobiliari (per allacciarsi o uniformarsi al nuovo impianto centralizzato) non rientrano direttamente in questa misura della detrazione (ma vedrai che ci rientrano dalla finestra…).

Punto 2 – tipologia impianti

I nuovi impianti installati possono essere:

  • Con caldaia a condensazione ad alta efficienza (a metano);
  • A pompa di calore (elettrico);
  • Ibridi (gas+elettrico) o geotermici;
  • A microcogenerazione;
  • A collettori solari;

Oppure si può allacciare l’edificio ad un sistema di teleriscaldamento efficiente, ma solo se l’immobile si trova in un comune montano non interessato da procedure europee di infrazione.

Posto che ritengo difficile convincere un condòmino che scalda l’appartamento con la sua caldaietta, a passare ad un sistema centralizzato, ai fini dell’efficienza sarebbe un intervento interessante.

Punto 3 – limiti di spesa

Anche qui vengono dati dei limiti di spesa:

  • Spesa massima di 20.000€ per ogni unità immobiliare di edifici da 2 a 8 unità immobiliari;
  • Spesa massima di 15.000€ per ogni unità immobiliare di edifici con più di 8 unità immobiliari.

La detrazione riguarda anche le spese di smaltimento del vecchio impianto.

Proseguiamo con la terza e ultima misura legata all’ecobonus:

Intervento 3: Sostituzione di impianti di climatizzazione invernali esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria. Da eseguirsi sugli edifici unifamiliari o sulle singole unità immobiliari delle villette a schiera (“edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno”).

Praticamente stiamo parlando della stessa cosa del punto precedente solo che è cambiato il tipo di edificio: ora ci riferiamo agli edifici unifamiliari e alle villette a schiera.

Anche qui i nuovi impianti installati possono essere:

  • Con caldaia a condensazione ad alta efficienza (a metano);
  • A pompa di calore (elettrico);
  • Ibridi (gas+elettrico) o geotermici;
  • A microcogenerazione;
  • A collettori solari;
  • A biomassa (pellet) se l’edificio si trova in area non metanizzata di un comune non interessato da procedure europee di infrazione.

Vale anche la stessa cosa detta prima in merito al teleriscaldamento.

Anche qui viene dato un limite di spesa: 30.000€. E possono essere detratte anche le spese di smaltimento e bonifica dell’impianto sostituito.

Bene, questi sono i 3 interventi che possiamo definire “trainanti”, cioè che permettono di accedere dalla porta principale al super bonus del 110%.

Però al comma 2 vengono fatti rientrare anche altri interventi…che possiamo definire “trainati”.

Comma 2: estensione della detrazione e interventi “trainati”

Il comma 2 ci dice che, se fai uno dei tre interventi di miglioramento energetico di cui al comma 1 puoi detrarre al 110% anche gli altri interventi previsti dall’ecobonus.

Chiariamo meglio il concetto.

Nell’articolo sulle detrazioni fiscali ti spiego come l’ecobonus sia formato da varie misure. Te le elenco sinteticamente:

  1. Interventi di riqualificazione energetica su interi edifici esistenti (l. 296/2006, art.1, comma 344)
  2. Interventi sull’involucro degli edifici per riduzione della trasmittanza termica (l. 296/2006, art.1, comma 345) – NB: è l’isolamento sia le parti opache che quelle finestrate
  3. Interventi di installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (l. 296/2006, art.1, comma 346) – NB: non è fotovoltaico ma solare termico
  4. Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (l. 296/2006, art.1, comma 347)
  5. Acquisto e posa in opera di schermature solari (l. 190/2014, art.1, comma 47)
  6. Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (l. 190/2014, art.1, comma 47)
  7. Dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti termici (l. 208/2015, art.1, comma 88)
  8. Acquisto e posa di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti (l.205/2017, art.1, comma 3, lettera a, nume-ro 3).

Il superbonus coinvolge gli interventi dei punti 2 (solo per le strutture opache) e 4 (parzialmente anche il 6).

Il comma 2 dell’articolo 119 ci dice che se fai uno dei tre interventi che abbiamo visto al paragrafo precedente, che quindi detrai al 110%, puoi eseguire anche tutti gli altri interventi dell’elenco qui sopra detraendoli sempre al 110%.

Quindi, ad esempio, se fai il cappotto e lo detrai al 110%, puoi anche sostituire gli infissi, oppure installare le schermature solari e detrarli a loro volta al 110%.

Una conseguenza è che, se il condomìnio delibera di fare il cappotto termico, il singolo condòmino può rifarsi anche l’impianto di riscaldamento autonomo (non solo il centralizzato) in quanto è una misura prevista dall’ecobonus.

E la guida dell’Agenzia delle Entrate ci dice che anche la sola sostituzione della caldaia in questo caso beneficia del 110% di detrazione.

Capisco che sia una cosa un po’ cervellotica…però funziona così.

Viene inoltre specificato un altro aspetto: i limiti di spesa per gli interventi “trainati” sono quelli previsti dalla legge che regola l’ecobonus (ti rimando sempre all’articolo specifico per approfondimenti).

Comma 3: i requisiti tecnici

Magari questi aspetti ti interessano poco…ma sono importanti.

Infatti non è che qualsiasi intervento di presunto miglioramento energetico venga fatto può usufruire delle detrazioni del super bonus.

Bisogna rispettare dei precisi parametri.

Questi parametri sono quelli stabiliti dalle varie leggi in vigore (ci sono degli specifici decreti del 2015 che li definiscono).

Inoltre l’intervento deve portare al miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o dell’unità immobiliare della casa a schiera (la già citata unità immobiliare con accesso autonomo dall’esterno).

Ti ho detto mille volte che il patrimonio edilizio italiano è vecchio ed energivoro (cioè consuma tanto). Però questo non significa che anche un buon intervento energetico riesca a far salire automaticamente di due classi energetiche un edificio o un appartamento.

Proprio per questo motivo nel comma 3, quando si parla delle classi energetiche da raggiungere, viene detto anche che: se il miglioramento di due classi energetiche non è possibile bisogna dimostrarlo e bisogna comunque raggiungere la classe energetica più alta possibile.

Tutto ciò deve essere dimostrato attraverso un attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento.

Ti anticipo qui una piccola riflessione: per i condomini non esistono APE che riguardano l’intero edificio, ma singoli APE degli appartamenti. Se non vengono cambiate le regole sarà necessario fare un attestato pre e post intervento per ogni appartamento (con i relativi costi).

Ultima cosa interessante è che si può usufruire del super bonus anche se fai un intervento di demolizione e ricostruzione dell’edificio.

[Tra l’altro proprio la definizione di demolizione e ricostruzione è stata appena modificata da un altro decreto legge (il cosiddetto “semplificazioni”) che, in soldoni, adesso consente di ricostruire l’edificio in posizione (all’interno del lotto) e con forma diverse rispetto all’esistente.
Si tratta di una cosa che non ci interessa approfondire qui e di cui il tuo tecnico saprà dirti di più però è una novità importante (anche se il decreto semplificazioni deve essere ancora convertito in legge).]

Sull’ecobonus, che era la parte più consistente della questione, abbiamo detto tutto. Ci sarebbe anche il comma 3-bis ma riguarda semplicemente un’estensione dei termini al 30 giugno 2022 per gli interventi in edifici IACP, quindi un caso limitato e a cui tu probabilmente non sei interessato.

Mi tengo alcune riflessioni per l’ultimo capitolo. Ora passiamo ad analizzare i commi 4 e 4-bis…parliamo di sismabonus.

mailling list per ristrutturare casa

2.2 | Super bonus per interventi di miglioramento sismico degli edifici esistenti

I commi 4 e 4-bis dell’articolo 119 riguardano le detrazioni fiscali relativi al sismabonus.

Comma 4: interventi previsti

Anche qui le detrazioni al 110% valgono per le spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per le opere di “efficientamento” sismico. E devono essere detratte dalle tasse in 5 rate annuali di pari importo (il sismabonus prevedeva già questa rateizzazione).

Come sicuramente sai se hai letto il mio articolo sul sismabonus tale detrazione è una misura speciale del bonus casa e prevede tre scaglioni di detrazione differente:

  • 50% se si effettua solo un miglioramento sismico;
  • 70% se si realizza un miglioramento di 1 classe sismica;
  • 80% se si realizza un miglioramento di 2 classi sismiche.

Non approfondiamo oltre e ti rimando all’articolo per saperne di più.

La legge 77 elimina queste distinzioni: per tutte le tipologie di interventi di miglioramento sismico vale la detrazione del 110%.

L’unica cosa che viene chiarita è che questa misura non vale per gli edifici ubicati in zona sismica 4, cioè la meno pericolosa dal punto di vista sismico.

Il territorio italiano infatti è diviso in quattro zone sismiche, di cui la 1 è quella più pericolosa.

Le zone sismiche 4 sono molto limitate rispetto all’estensione territoriale (anche se al nord si tratta di aree popolose) e riguardano essenzialmente: un’ampia area tra Torino e Milano, la provincia di Bolzano, una porzione del Veneto, il “tacco d’Italia” e la Sardegna.

C’è un’altra cosa: se cedi il credito maturato con questi interventi ( parleremo della cessione analizzando l’articolo 121) ad un’impresa di assicurazione e contestualmente stipuli un’assicurazione, questa assicurazione la puoi detrarre al 90% e non al 19% come era finora.

Comma 4-bis: estensione della detrazione anche ai sistemi di monitoraggio

Il comma 4-bis estende la detrazione anche ai “sistemi di monitoraggio strutturale continuo ai fini antisismici”, purché sia eseguito insieme ad un intervento di miglioramento sismico.

Questi sistemi sono in pratica una serie di sensori installati sulla struttura in modo permanente e che comunicano ad un processore (un computer) i dati che rilevano sugli spostamenti strutturali.

Grossolanamente puoi assimilarli ad un sismografo per edifici.

2.3 | Fotovoltaico e sistemi di accumulo

Parliamo ora di quanto previsto dai commi 5, 6 e 7 relativi al superbonus del 110% per l’installazione di pannelli fotovoltaico e di sistemi di accumulo dell’energia prodotta.

Come vedremo si tratta di interventi che possono a tutti gli effetti rientrare tra quelli “trainati”.

Comma 5, detrazioni per installazione di pannelli fotovoltaici

Facciamo una premessa: il cosiddetto “bonus casa” (quello con cui si possono detrarre le opere di ristrutturazione al 50%) tra le varie misure prevede anche la detrazione per l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Quindi questo superbonus al 110% per i pannelli fotovoltaici è un’estensione di un bonus esistente e non un nuovo bonus.

La percentuale di detrazione è chiaramente del 110%, da calcolarsi su un ammontare massimo di spesa di 48.000€, da dividersi in 5 rate annuali.

Però attenzione, vengono dati dei limiti di spesa per ogni chilowatt (Kw) di fotovoltaico installato.

Chiariamo.

Il dimensionamento dei pannelli fotovoltaici viene fatto in base alle effettive necessità di consumo dell’immobile.

Se hai una casa di 100mq per farla funzionare hai bisogno di un certo numero di chilowattora/anno (basta che ti guardi le bollette per capire quanto).

Se casa tua è grande 200mq i consumi naturalmente aumentano.

L’impianto va dimensionato in base ai reali consumi. E solitamente bastano pochi Kw di fotovoltaico.

Quindi, forse per evitare qualche “furbata”, il legislatore ha deciso di inserire dei limiti di costo per ogni kw installato.

Questi limiti sono due:

  • 2.400€ a Kw per installazione su edifici esistenti
  • 1.600€ a Kw per installazione su nuovi edifici o in caso di demolizione e ricostruzione

I limiti più bassi in caso di nuova costruzione sono dovuti al fatto che è già obbligo prevedere l’installazione di fonti di energia rinnovabili quando si realizza un nuovo edificio.

NB: per la cronaca, come fa notare il comma 16-ter, il limite massimo di Kw installabili col superbonus è 20 (fatti due conti). Se ne devi mettere di più (un condominio ad esempio potrebbe avere questa necessità), sull’eccedente devi applicare le aliquote previste dalla legge che regola il bonus casa.

Ultima e importantissima cosa: nel caso di installazione di pannelli fotovoltaici su edifici esistenti, il superbonus è valido solo se viene effettuato congiuntamente ad uno degli interventi trainanti. Quindi di efficientamento energetico (quelli del comma 1) o miglioramento sismico.

Pertanto non è autonomo (tranne che per le nuove costruzioni).

Comma 6, detrazioni per installazione di sistemi di accumulo legati al fotovoltaico

Non so se hai una vaga idea di come funziona un impianto fotovoltaico: di base ci sono dei pannelli che trasformano l’energia del sole in energia elettrica.

Ma cosa ci fai di questa energia?

In parte la puoi utilizzare subito per accendere la lampadina o azionare il condizionatore, ma quella che non ti serve subito?

La puoi stipare in enormi batterie ricaricabili, dette “sistemi di accumulo”.

Il comma 6 prevede il superbonus anche per questi sistemi di accumulo per i quali è previsto un limite di spesa sempre di 48.000€, la suddivisione in 5 rate annuali e un costo massimo di 1.000€ a kWh di capacità di accumulo.

Comma 7, cessione dell’energia non utilizzata

Per capire cosa prevede questo comma torniamo al nostro impianto fotovoltaico.

Abbiamo detto che i pannelli producono energia elettrica.

Questa energia elettrica puoi usarla istantaneamente e/o accumularla in enormi batterie.

Ma quando le batterie hanno raggiunto la loro capacità massima?

Cosa ci fai dell’energia in più che produci?

Solitamente si immette questa energia nella rete elettrica nazionale dove ci possono essere vari acquirenti con cui fare accordi. Il comma 7 prevede obbligatoriamente di cedere l’energia al GSE (gestore dei servizi energetici).

Come si cede questa energia al GSE? Quanto viene pagata? Quali sono i limiti di utilizzo dell’energia autoprodotta?

Tutto ciò è demandato ad un decreto del Ministero dello sviluppo economico (uno dei tanti previsti da questa legge) di cui ad oggi siamo in attesa.

2.4 | Colonnine di ricarica dei veicoli elettrici

Il comma 8 introduce l’ultima opera per cui viene previsto il superbonus: l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici negli edifici.

La divisione è sempre in 5 rate annuali di pari importo e può accedere al superbonus solo se effettuata insieme ad un degli interventi di efficientamento energetico che abbiamo visto prima (quelli del comma 1 dell’articolo 119).

Si tratta quindi a tutti gli effetti di un’opera “trainata”.

Non c’è altro da aggiungere per questa quarta misura e per quanto riguarda le opere che possono accedere alla detrazione del 110% abbiamo detto tutto.

Come hai potuto leggere, se possiedi un appartamento in condominio, sei escluso dall’applicazione diretta di questo bonus. Tutto dipende dagli interventi condominiali.

E in ogni caso la ristrutturazione della casa (spostamento di muri, rifacimento di bagni, cucine, sostituzione di porte, pitturazioni, impianti idrici ed elettrici…) non rientra mai in questa detrazione al 110%.

Detto ciò…l’articolo 119 ha altri 15 commi in cui ci sono delle specificazioni importanti che vale la pena approfondire.

mailling list per ristrutturare casa

2.5 | Varie ed eventuali: i commi che chiariscono molte cose

Commi 9 e 10: chi può accedere alla detrazione e su quanti edifici

Il comma 9 ci dice che le detrazioni possono essere usufruite dai “condomìni” (proprio con l’accento sulla ì…per non confonderlo con gli inquilini…) e dalle persone fisiche (non come imprese o attività similari).

Sono comprese anche gli istituti IACP, le cooperative e le associazioni sportive dilettantistiche ma non ci interessa.

Quello che invece ci interessa è che le persone fisiche possono accedere alle detrazioni del superbonus legate all’efficientamento energetico (quello dei commi da 1 a 3 che abbiamo visto sopra) su due unità immobiliari.

Vengono introdotte le seconde case.

Ma chiariamo meglio.

Se possiedi 10 appartamenti in 10 condomini puoi accedere alle detrazioni per tutti 10 gli appartamenti, finché le opere sono eseguite sulle parti comuni degli stessi.

Quindi puoi accedere al superbonus per tutti gli interventi di isolamento e per tutti gli impianti centralizzati.

Però se vuoi contemporaneamente sostituirti gli infissi, che sono privati, o rifarti l’impianto di riscaldamento, che è privato, puoi accedere al superbonus solo su due unità immobiliari.

La stessa cosa vale se hai tre ville: su due puoi accedere al superbonus per interventi di efficientamento energetico e su una no.

Un ultimo chiarimento: in caso di interventi su parti comuni degli edifici, anche imprenditori e professionisti che possiedono un immobile al suo interno possono usufruire della detrazione per le spese che per forza sosterranno.

Commi da 11 a 14: cessione del credito e adempimenti tecnici

Sappiamo benissimo che il grosso dell’interesse generato da questa legge gira intorno al concetto di avere i lavori gratis, cioè senza pagare nulla. Solo la detrazione del 110% non è sufficiente ad ottenere questo risultato. Serve la possibilità di ottenere lo sconto totale in fattura o fare la cessione della detrazione sotto forma di credito.

A questo aspetto è dedicato l’articolo 121 della legge.

Però i commi da 11 a 14 dell’articolo 119, chiariscono bene i paletti che devi rispettare per accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura.

Infatti il comma 11 inizia con:

“Ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui all’articolo 121…”

Uno dei requisiti si trova proprio nel comma 11 ed è il “visto di conformità”, che è indispensabile.

In particolare la legge parla di “visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione di imposta per gli interventi di cui al presente articolo”.

Una frase degna del miglior conte Mascetti per dire che qualcuno deve verificare tutta la documentazione che i tecnici e le imprese devono produrre e, se è tutto ok, apporre il suo “visto di conformità”.

Naturalmente il visto non può metterlo un pinco pallino qualsiasi. Deve essere un commercialista, un ragioniere, un perito commerciale, un consulente del lavoro. O figure assimilabili secondo quanto stabilisce la legge.

Come vedi sono tutti professionisti nell’ambito “economico”. Quindi in sostanza, anche se non è scritto in modo esplicito, ci vuole qualcuno che certifichi la congruità dei costi…

Il comma 12 dice che le modalità di comunicazione della cessione del credito ancora non si sanno…ci vuole un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate di cui siamo ancora in attesa.

Questo significa che, ad oggi, la cessione del credito non è ancora operativa. O meglio: non sappiamo come vada fatta (e per la cronaca non lo sanno nemmeno banche e finanziarie…).

I commi 13, 13-bis e 14 parlano di dichiarazioni, attestazioni e norme tecniche che i progettisti devono rispettare sia per le opere di efficientamento energetico che per quelle sismiche:

  • Per gli interventi di efficientamento energetico i tecnici progettisti asseverano il rispetto dei limiti di legge stabiliti dalle apposite norme tecniche e la congruità della spesa;
  • Per gli interventi di miglioramento sismico i tecnici progettisti asseverano la riduzione del rischio sismico e attestano la congruità delle spese;

Già perché non pensavi forse che fosse sufficiente chiamare un’impresa e dirle:

“ehi fammi il cappotto termico che detraggo il 110%!”

Eh no…ci vuole un progetto fatto da un tecnico abilitato (con relative pratiche edilizie) che poi certifica e attesta tutto quanto.

Faremo una riflessione su questa cosa alla fine dell’articolo (leggila perché serve per tutelare te prima di tutto!).

A parte questo, in questi commici sono un paio di cose interessanti:

  • Nel comma 13, punto a) viene detto che il Mise (ministero dello sviluppo economico) deve emettere un decreto attuativo entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge (la data di pubblicazione in gazzetta ufficiale) con le modalità di trasmissione delle asseverazioni.

Naturalmente il decreto non c’è ancora.

Ma la cosa interessante è che all’interno di questo decreto ci sarà quanto riportato nel comma 13-bis…

  • Infatti nel comma 13-bis viene detto che “ai fini dell’asseverazione della congruità delle spese si fa riferimento ai prezzari individuati dal decreto di cui al comma 13, lettera a)”.

Non essendoci il decreto non ci sono nemmeno i prezziari…

Però fino alla pubblicazione del decreto si possono usare i vari prezziari esistenti (quelli regionali, quelli delle camere di commercio, industria, artigianato, etc.).

Questo è un passaggio importante perché il legislatore sta dicendo a te, ai tecnici e alle imprese: “non pensare di gonfiare i prezzi artificiosamente! Non è che fai il cappotto e con la spesa dichiarata ci rifai pure il bagno di casa…”

Lo so che tu che mi leggi sei una persona onesta, ma mi hanno già raccontato di richieste tipo: “senti con questo superbonus mi ci devi far uscire il motorino per mio figlio!”

Come si dice, prevenire è meglio che curare…

Infine il comma 14 mette il carico da novanta per i tecnici: se fanno attestazioni fasulle dovranno pagare multe da 2.000€ a 15.000€.

Considera che quindicimila euro per molti tecnici è il ricavo di un anno di lavoro…

Commi 15 e 15-bis

Siamo in fondo all’articolo 119.

Nel comma 15 viene chiarito che tutte le attestazioni, asseverazioni e il visto di conformità di cui abbiamo appena parlato, possono essere detratti.

Non si fa alcun accenno alla detrazione dei costi di analisi, progettazioni e pratiche edilizie. In teoria dovrebbero essere detraibili ai sensi delle leggi che regolano i bonus originali (ecobonus, sismabonus e bonus casa). Ma il super bonus al 110% è una misura diversa e non valgono le stesse regole…credo sia il caso di aspettare qualche chiarimento dell’Agenzia delle Entrate.

Al comma 15-bis viene fatto un chiarimento importante in merito agli immobili esclusi dal super bonus: se casa tua è accatastata come A/1 (abitazione di tipo signorile), A/8 (abitazione in villa) e A/9 (Castelli e palazzi) ti puoi attaccare. Niente super bonus per te.

Ora passiamo all’articolo sulla cessione del credito/sconto in fattura e che vedrai non si limita solo ai lavori di cui abbiamo parlato all’articolo 119.

mailling list per ristrutturare casa

CAPITOLO 3 – ARTICOLO 121: CESSIONE DEL CREDITO O SCONTO IN FATTURA AL POSTO DELLA DETRAZIONE FISCALE

La dichiarazione fatta dal governo e dai politici “ristrutturerete la casa gratis” non avrebbe avuto nessun senso se non fosse stato inserito l’articolo 121 sulla cessione del credito e lo sconto in fattura, a completamento del superbonus.

In realtà abbiamo visto che la dichiarazione non ha comunque alcun senso perché è falsa…con gli interventi detraibili al 110% non ci ristrutturi casa.

…comunque quello che dice l’articolo 121 è decisamente importante.

Infatti normalmente le detrazioni fiscali per gli interventi edilizi funzionano come sconto sulle tasse da ripartire in 10 rate annuali (5 per il sismabonus).

Nei casi previsti dal superbonus, che abbiamo appena visto, le rate diventano 5, sempre a cadenza annuale.

Ma stanti solo così le disposizioni, significherebbe che per fare i lavori intanto devi sborsare tutta la somma e poi negli anni pagherai meno tasse per l’importo che hai speso (anzi ti danno un bonus del 10%).

L’intervento è sostanzialmente gratuito, ma prevede un esborso iniziale che molte persone non possono permettersi o non vogliono fare.

Tra l’altro le detrazioni fiscali non costituiscono credito di imposta che può essere portato da un anno all’altro, ma funzionano con il concetto di capienza.

Non so se hai mai avuto a che fare con dichiarazioni dei redditi e tasse. Se tu maturi un “credito di imposta”, cioè sostanzialmente hai versato più tasse di quanto dovevi, lo Stato ha un debito con te.

Quei soldi puoi decidere di usarli subito per pagare altre tasse (l’IMU ad esempio), tenerli da parte nel tuo “cassetto fiscale” per pagare le tasse negli anni successivi, o addirittura chiederli a rimborso. E lo Stato effettivamente te li accredita, generalmente in un paio di anni (te lo posso assicurare perché l’ho fatto).

Le detrazioni fiscali per ristrutturare però non costituiscono credito di imposta, ma sconto da fruire di anno in anno sulle tasse.

Se un anno devi pagare 1.500€ di tasse e hai maturato una detrazione annuale di 1.000€ semplicemente fai la differenza e vai a pagare 500€ di tasse.

Ma se le tasse che devi pagare sono solo 500€ e la detrazione annuale è di 1.000€ non è che lo Stato ti dà i 500€ di differenza oppure puoi usare questa somma l’anno successivo. Semplicemente perdi quella parte di detrazione.

Questo è il concetto di capienza che chiunque ristruttura deve tenere molto bene in considerazione (e di cui ti ho parlato già molte altre volte).

Il superbonus al 110% non solo aumenta la percentuale di detrazione (aumentando quindi la somma assoluta da detrarre), ma dimezza anche i termini di detrazione: in questo modo le rate di detrazione annuale possono diventare anche quattro volte quelle che avresti pagato normalmente.

Facciamo un esempio.

Isoli la casa con il cappotto e spendi 50.000€ (prendiamo il limite dato dal superbonus).

Normalmente detrarresti il 65% in 10 anni, quindi: 50.000*0,65/10= 3.250€ all’anno.

Con il superbonus detrarresti il 110% in 5 anni, quindi: 50.000*1.1/5= 11.000€ all’anno.

Considera che a questa somma potresti dover aggiungere le detrazioni per l’impianto di riscaldamento, gli interventi antisismici, il fotovoltaico, le colonnine…a che somma di tasse annuale da detrarre arriviamo?

Sono in pochi quelli che se lo possono permettere.

Quindi, con questi termini, molte persone si ritroverebbero a non sfruttare realmente la detrazione del 110%.

Come risposta il legislatore, nell’articolo 121, si è inventato questa cosa della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Che bada bene: non è una novità assoluta.

Già nel 2019 erano stati introdotti per l’ecobonus, per poi non essere rinnovati tranne che per casi particolari, mentre per il sismabonus erano modalità ancora in vigore.

Ora sono stati re-introdotti e ampliati. Principalmente con l’obiettivo di rendere realmente operativo il superbonus, ma come vedremo si sono riversati anche sulle altre detrazioni.

3.1 | Commi 1 e 1-bis: sconto in fattura e cessione del credito

Con il comma 1 vengono introdotti sconto in fattura e cessione del credito.

a) Puoi usufruire di uno sconto fino a una somma pari all’importo della detrazione (naturalmente nel rispetto dei limiti di spesa che abbiamo già visto).

Questo sconto viene fatto dalle imprese e dai fornitori che hanno eseguito l’intervento. Questi ultimi recuperano tali somme come credito di imposta pari alla detrazione che ti spetterebbe.

Tale credito possono o utilizzarlo per compensare le proprie tasse, oppure cederlo ad altri soggetti (tra cui banche e finanziarie).

Quindi, in un mondo ideale, tu non paghi nulla all’impresa e lei ti fa i lavori.

b) Puoi cedere direttamente la detrazione che ti spetta ad un soggetto terzo, trasformandola contestualmente in credito di imposta.

Tale credito che hai ceduto può a sua volta essere ceduto ad altri soggetti (banche e finanziarie)

Quindi, invece di scontarti i lavori, l’impresa te li fattura e tu glieli paghi regolarmente. Però, invece di usufruire della detrazione in prima persona, la cedi tu direttamente a qualcun altro (solitamente banche e finanziarie) sotto forma di credito di imposta.

In questa ipotesi devi comunque sborsare i soldi, anche se dovresti riceverli indietro praticamente subito (sempre in un mondo ideale).

Tutto ciò vale per le spese sostenute nel 2020 (da luglio) e nel 2021.

Sconto in fattura e cessione del credito non sono misure riferite esclusivamente alle detrazioni del super bonus. Lo vedremo nel comma 2.

Prima di parlarne vediamo cosa prevede il comma 1-bis: cioè lo sconto in fattura o la cessione del credito possono essere messi in pratica per ogni stato di avanzamento lavori.

Gli stati di avanzamento lavori (S.A.L.) sono le rate che dovresti pagare ad impresa e fornitori man mano che i lavori vanno avanti (difficilmente si può pagare tutto alla fine degli stessi…).

Ogni volta che un fornitore o l’impresa deve ricevere uno stato di avanzamento lavori puoi o ottenere lo sconto in fattura o cedere il credito.

Questo ti da la possibilità, nel caso in cui l’importo dei lavori superi i limiti dei bonus, di sfruttare questa misura per le somme che vi rientrano.

Nel caso del superbonus al 110% i S.A.L. possono essere al massimo due e devono corrispondere ad almeno il 30% dell’importo dei lavori.

3.2 | Comma 2: sconto in fattura e cessione del credito solo per il superbonus?

La risposta è no. E ce lo dice il comma 2 dell’articolo 121.

Tale possibilità viene estesa a tutte le detrazioni fiscali attualmente attive, anche quelle non inserite nel superbonus. Quindi:

  1. Bonus casa (detrazione del 50%)
  2. Ecobonus (detrazione del 50% o del 65% per le misure non previste dal superbonus, 110% per quelle del superbonus)
  3. Sismabonus (tutto compreso nel superbonus al 110%)
  4. Bonus facciate (detrazione del 90%)
  5. Installazione pannelli fotovoltaici (in realtà compreso nel bonus casa e comunque compreso nel superbonus)
  6. Installazione di colonnine elettriche (come sopra)

Quindi, tanto per capirci, vuoi ristrutturare casa?

Normalmente avresti usufruito delle detrazioni fiscali del 50% sulle somme spese (fino ad una spesa massima di 96.000€). Oggi puoi chiedere lo sconto in fattura del 50% o cedere il credito del 50%.

Lo stesso vale ad esempio per la sostituzione degli infissi o per il rifacimento dell’impianto di riscaldamento (con l’ecobonus).

Quindi non “ristrutturerete casa gratis”, però “ristrutturerete casa a metà prezzo”.

Non è la stessa cosa ma comunque non è male…

3.3 | Altri commi

Concludiamo questa lunghissima analisi con gli ultimi commi relativi allo sconto in fattura e al credito di imposta.

Sebbene tu, in qualità di committente, non puoi usufruire direttamente del credito di imposta ma lo puoi solo cedere, il comma 3 mette alcuni paletti a chi deve usare questo credito, cioè imprese, fornitori, banche, finanziarie, etc.

  • Il credito acquisito deve essere utilizzato con la ripartizione prevista dalla misura relativa (5 o 10 anni).
  • Il credito non utilizzato in un determinato anno è perso.
  • Il credito non può essere chiesto a rimborso.

Il comma 5 dice cosa succede se, durante un accertamento dell’Agenzia delle Entrate sulle detrazioni (o sui crediti di imposta), scopre che non era dovuto: le somme non dovute devono essere recuperate. Anche quelle passate.

E lo deve fare nei confronti di chi ha beneficiato degli interventi. Cioè nei tuoi confronti.

Ad ogni modo, come chiarito nel comma 6, chi ha applicato lo sconto (imprese e fornitori) e chi ha beneficiato del credito (cessionario) risponde in solido.

Questa cosa va un po’ in contrasto con quanto riportato nella guida dell’Agenzia delle Entrate (FAQ 11) secondo cui chi ha beneficiato del credito (cessionario), se lo ha fatto in buona fede, è “immune”, cioè non deve restituire il credito.

Se qualcosa non va per il verso giusto devi dimostrare il dolo di chi ha preso il credito…buona fortuna…

Infine nel comma 7 viene introdotto l’ennesimo provvedimento a carico dell’Agenzia delle Entrate, da emettere entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge in gazzetta ufficiale, per definire le modalità attuative di sconto in fattura e cessione del credito.


Fine, stop, kaputt.

Abbiamo visto la versione definitiva del super bonus al 110% e dello sconto in fattura/cessione del credito per le detrazioni fiscali sul patrimonio edilizio esistente.

Di parole ne ho spese tante ma ci tengo a fare un paio di riflessioni finali.

Dettate anche da quello che sto vedendo in giro…

mailling list per ristrutturare casa

CAPITOLO 4 – SUPER BONUS 110% TRA LUCI, OMBRE E MODALITÀ DI INTERVENTO CHE SI STANNO DEFINENDO

Se hai mai letto il mio blog sai che raramente scrivo articoli su fatti di “cronaca” (consentimi questo termine), proprio come questo super bonus del 110% che ci è piombato addosso negli ultimi mesi.

Inseguire tutta la mole di decreti, leggi, interpretazioni, circolari, pareri, sentenze che si susseguono quotidianamente nel settore edilizio è folle. E ha trasformato il mio lavoro in una cosa più da burocrati ed avvocati che da tecnici.

Pur conoscendo le leggi non ritengo utile rincorrerle in modo affannoso come fanno molti.

Detto ciò, per questo superbonus ho deciso di fare un’eccezione principalmente per due motivi:

  1. Mi hanno dato molto fastidio i proclami di “vi ristrutturerete casa gratis” sventolate ai quattro venti dal governo, dai parlamentari, dai senatori, da qualsiasi politico con un interesse.
    È basata una veloce analisi delle prime bozze del decreto per capire che non era così. Ma intanto il messaggio sbagliato è passato…
  2. Mi ha dato altrettanto fastidio l’attività di sciacallaggio da parte di molti operatori (tecnici, imprese, artigiani, fornitori, etc.), che appena sono uscite le bozze del decreto che introduceva questo super bonus hanno iniziato con le pubblicità “contattaci per la tua ristrutturazione gratis”…
    …Sapendo (spero) di stare mentendo e col solo scopo di trovare in modo truffaldino nuovi clienti con false illusioni.
    I pochi che hanno fatto così sono stati quanto basta per “sporcare” ulteriormente un settore verso cui c’è già molta diffidenza.

Fatte queste premesse facciamo alcune riflessioni.

4.1 | Principali elementi di criticità della legge

La legge 77 è ufficialmente in vigore dal 18 luglio 2020.

Naturalmente il fatto che nessuno ristrutturerà casa gratis è stato confermato.

Ma la conversione in legge del decreto non ha accolto alcune delle istanze promosse da parte di tecnici e imprese, e che temo limiteranno l’efficacia di questa misura, soprattutto per i condomìni.

Durata della detrazione

Era stata richiesta l’estensione di almeno un anno della scadenza di questo superbonus.

Il 31 dicembre 2021, entro cui i lavori devono essere “pagati”, è una data troppo stretta. In particolare per la maggior parte di quei condomìni che non hanno già avviato una discussione su interventi di ristrutturazione da effettuare.

Convocare assemblee condominiali e deliberare interventi del genere non è un processo rapido. Anche se si tratta di lavori gratuiti. Sono necessarie più di una convocazione e gli amministratori ed i condomini devono muoversi ed essere compatti.

Vanno trovati i tecnici (che come vedremo forse andranno pagati), vanno fatte le analisi preliminari, va fatto il progetto, va approvato, va presentato e a vlte è necessario attendere anche l’aprovazione del progetto. Poi bisogna individuare l’impresa e solo alla fine partono i lavori.

E per eseguire i lavori ci vuole tempo.

Di fronte a casa mia c’è un piccolo condominio di forse una decina di unità immobiliari…lo stanno ristrutturando da oltre un anno, e l’impresa che ci lavora la conosco ed è brava ed efficiente.

Ma ho visto la stessa cosa anche nei condomini che ho seguito col mio studio, sebbene non siano il focus del nostro lavoro.

I tempi per questi interventi sono lunghi. Soprattutto per fare le cose a regola d’arte.

Il motivo ufficiale per questa mancata estensione è che non ci sono i fondi sufficienti nel bilancio dello Stato.

Su questo chiaramente non mi posso esprimere ma il mancato prolungamento è una forte limitazione. Anche a fronte di un altro aspetto.

E nel caso di abusi?

La legge che disciplina gli interventi edilizi in Italia (il d.pr. 380 del 2001) al comma 1 dell’articolo 49 chiarisce:

«gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici.»

Se in un immobile ci sono abusi non si può accedere alle detrazioni fiscali.

Una distribuzione interna diversa rispetto a quanto presente agli atti possiamo non considerarlo un abuso, ma una veranda non regolarmente autorizzata sì.

E questa cosa potrebbe essere un problema nei condomìni.

Non so dove abiti tu, ma qui a Salerno da questo punto di vista è un disastro. Ogni condomìnio ha almeno una veranda abusiva (e incondonabile). Inoltre qui abbiamo l’atavico problema degli ultimi piani totalmente abusivi…ma questa è un’altra storia…

I condomìni dove ci sono questi problemi possono o no accedere alle detrazioni fiscali? Perdono il super bonus?

Con una interpretazione rigorosa della legge la risposta sembra essere positiva…servirebbe un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate se, in questi casi, tutto il condominio rimane fregato o solo il condòmino che ha fatto l’abuso.

Sono curioso di sapere se chi ha la veranda abusiva accetterà di rimuoverla…temo cause infinite (e quindi saltano tutti i termini).

Classi energetiche?

Ti ho già detto che non esistono gli attestati di prestazione energetica condominiali, ma solo quelli dei singoli appartamenti.

Questo porta alla necessità di predisporre attestati di prestazione energetica (APE) pre e post intervento per ogni appartamento.

E per accedere alla detrazione legata al miglioramento energetico sappiamo che bisogna migliorare di due classi energetiche l’efficienza dell’immobile.

Purtroppo dentro un edificio non tutti gli immobili hanno le stesse condizioni: ogni appartamento avrà una propria classe energetica legata a vari aspetti. Ma non è detto che gli interventi che fanno salire di due classi casa tua siano quelli che fanno salire di due classi la casa del vicino…

In questi casi cosa si fa? Si adeguano gli interventi alla classe energetica dell’appartamento più sfortunato, magari rischiando di sforare i costi massimi previsti dalla legge? Oppure ci si adegua alla situazione più diffusa rischiando di lasciare fuori qualcuno?

Lo so che la legge prevede di derogare alle due classi se si dimostra che non è possibile migliorarle ulteriormente…ma appunto bisogna dimostrarlo.

4.1 | Elementi positivi

A fronte di queste criticità il superbonus al 110% è sicuramente una misura positiva. E con la conversione in legge sono stati introdotti alcuni elementi positivi ascoltando le varie istanze.

Si alle villette a schiera

Le famose “villette a schiera”, per cui ho ricevuto decine di richieste di chiarimenti sotto l’articolo precedente, sono state inserite: ogni proprietario di una casa all’interno di questi edifici potrà fare i lavori e accedere autonomamente al super bonus.

Qui ho sintetizzato con “villette a schiera”, ma come già detto vale lo stesso per gli edifici bifamiliari e assimilabili.

Si parla di tutti quelle unità immobiliari che, anche se all’interno di edifici con più unità immobiliari, hanno un accesso autonomo.

Sì alle seconde case

Sono state introdotte anche le seconde case.

O meglio: ogni persona può accedere al superbonus per interventi su due unità immobiliari di propria proprietà. Oltre a tutti quelli che beneficiano di lavori sulle parti comuni dell’edificio (gli appartamenti in condomini che vengono isolati ad esempio).

A chiusura dell’articolo vorrei fare un’ultima riflessione su come imprese, banche, finanziarie, etc. si stanno muovendo per infilarsi in questo super bonus.

D’Altronde senza di loro non si batte chiodo e comunque è una ghiotta occasione di guadagno.

Come si stanno muovendo i player del settore?

Come ti ho già detto per player intendo tecnici, imprese, fornitori, banche, finanziarie ed assimilabili.

Alcuni miei colleghi hanno cominciato a girare come delle trottole tra persone e amministratori condominiali che li contattano per avere informazioni. Oltre ad intessere rapporti con imprese, banche e finanziarie.

La mia sensazione è che ci sarà un sacco di lavoro per i tecnici che vogliono mettersi in gioco, ma che devono fare molta attenzione perché siamo il soggetto più debole nella partita. Sicuramente quello maggiormente a rischio.

Il sistema che si sta creando prevede una stretta collaborazione da un lato tra chi realizza le opere e fornisce i materiali, e dall’altro tra banche/società finanziare.

L’obiettivo è fornire al cliente finale un lavoro gratis. E di guadagnarci naturalmente.

Infatti l’ipotesi di cessione del credito da parte dell’utente finale dell’intervento (tu per intenderci) dopo aver pagato i lavori all’impresa, non sta avendo molto successo.

La gente non vuole tirare fuori nemmeno un euro…vuole lo sconto totale dei lavori dalla fattura. E basta.

Chiaramente le imprese non possono sopravvivere con uno sconto del 100% sui lavori che svolgono. E nemmeno tenersi il credito gli può servire più di tanto: le tasse che devono pagare (e quindi compensare col credito) sono esclusivamente quelle derivate dai lavori…Se fatturo 100 e devo pagare 60 di tasse…dei restanti 40 di credito che mi viene dato che me ne faccio?

Quindi le imprese stanno facendo accordi con banche e finanziarie che invece hanno tutto l’interesse per prendersi questo super credito di imposta.

Questi soggetti pagano montagne di tasse generate da moltissime fonti…quindi possono detrarre tranquillamente il credito del super bonus che acquisiscono…non hanno problemi di capienza!

In base a questi accordi le imprese sconteranno completamente l’importo della fattura al cliente finale e riceveranno immediatamente i soldi da banche e finanziarie.

Questi ultimi acquisiranno il credito corrispondente alla detrazione del 110% di cui avrebbe dovuto fruire l’utente finale, cioè tu.

Il sistema in teoria funziona, anche se è ancora in fase di messa a punto.

Però è chiaro che banche e finanziarie non sono enti benefici.

Erogando i soldi adesso si prendono un credito futuro. Si tratta di una sorta di mutuo che invece di essere rimborsato da chi riceve il prestito in ultima istanza (cioè tu), viene rimborsato dallo Stato.

Quando chiedi un prestito o fai un mutuo non devi pagare gli interessi?

Ti danno 100 e nel corso degli anni restituisci una somma molto maggiore…120, 130…

Questa differenza serve per coprire i costi di gestione, i rischi che si prende chi presta i soldi (rischio che tu non glieli restituisca) e per dare un guadagno.

Il 10% di extra del super bonus, nelle intenzioni dello Stato, serviva proprio per coprire tutti questi costi extra.

Ma non basta.

Ho avuto modo di parlare con varie finanziarie ed ESCo (Energy Service Company…un modo carino per dire società finanziarie) e tutte mi hanno detto che il 10% non basta.

Non basta alle banche, non basta a loro, non basta a nessuno.

Come immaginavo.

Vuol dire che salta il banco?

No…vuol dire che l’impresa fa lavori per 100, lavori che ti sconta completamente, e invece di ricevere da banche e finanziarie 100, riceverà 80, 85, 90…(girandogli un credito di 110).

Diciamo che le percentuali richieste dai soggetti finanziari per far funzionare tutto variano tra il 20% e il 30%.

Le imprese possono permettersi di fare lavori del valore di 100 e incassare 80?

Dipende.

Naturalmente nei 100 dei lavori fatti dall’impresa c’è anche l’utile dell’impresa stessa, cioè i soldi che si mette in saccoccia come guadagno per il lavoro svolto.

E l’incidenza di questo utile può variare molto da cantiere a cantiere.

Ci sono cantieri dove il guadagno netto supera i 30 su 100, altri dove sta sotto i 10 su 100.

Naturalmente con l’utile l’imprenditore ci deve mettere il piatto in tavola.

Quindi ogni caso andrà valutato attentamente.

Uno dei modi, non proprio trasparente, per superare i problemi dati da utili risicati sarebbe alzare artificiosamente l’importo dei lavori.

Un cappotto termico invece di farlo costare 60 per ogni metro quadro installato (numero inventato) lo faccio costare 70…e vedi come i conti schizzano in alto.

Per evitarlo si è imposto un controllo obbligatorio dei costi e i prezziari fissi.

Siamo ancora in attesa del decreto attuativo che stabilisca quali sono questi prezziari (anche se al momento si può fare riferimento a quelli già esistenti) però è una cosa buona.

Ma vedo alcuni problemi:

  • Gli importi presenti nei prezziari regionali, attuale riferimento, sono congrui per interventi di medio-grande dimensione. Ma per lavori piccoli (come può essere anche la palazzina con 4 o 5 appartamenti e come lo è sicuramente una casa singola) non lo sono affatto.
  • La legge prevede l’utilizzo di materiali certificati secondo i “criteri ambientali minimi”.

Non ti spiego cosa sono…sappi solo che significa che i materiali devono essere ecologici.

E questi materiali ecologici costano molto di più dei classici materiali da costruzione. Che sono quelli presenti nella maggior parte dei prezziari attualmente in circolazione.

Mi auguro che i nuovi prezziari che verranno elaborati tengano conto di questi aspetti e che non siano una semplice replica di quelli esistenti.

La mia sensazione però è che non tutti gli interventi troveranno facilmente chi accetta di prendersi il credito e che saranno effettuate approfondite analisi economiche da parte degli operatori prima di procedere.

Che bada bene, è positivo per la sostenibilità dei lavori. Ma restringe ancora di più il ventaglio di immobili che potranno sfruttare il superbonus.

In mezzo a tutto ciò c’è l’annosa questione dei progettisti. Che sono obbligatori ma puoi detrarre/scontare/cedere il credito della loro parcella?

4.3 | Il tecnico lo porta l’impresa o tu? E chi lo paga

Abbiamo visto che le asseverazioni e le certificazioni necessarie per accedere allo sconto in fattura/cessione del credito possono essere detratte.

Ma non viene fatto nessun riferimento alle spese necessarie per analisi, progettazioni, pratiche edilizie, direzioni lavori.

Gli interventi previsti dal super bonus sono complessi. Non basta asseverare di aver migliorato l’edificio. Ci vuole qualcuno che si prenda la responsabilità di dire quali sono le prestazioni da raggiungere e come si fa a raggiungerle.

Ci vuole il progetto.

E quasi sempre questi interventi richiedono anche una pratica edilizia e una direzione lavori.

Queste sono tutte prestazioni che nelle normali detrazioni fiscali possono essere portate in detrazione. Nulla fa pensare che per il super bonus, che non è altro che un’estensione delle detrazioni già esistenti, si debba prevedere qualcosa di diverso.

Quindi, a meno di smentite, tra le spese detraibili al 110% ci sono anche quelle dei tecnici, non solo per le asseverazioni.

Detto ciò: i tecnici accetteranno di essere assimilati alle imprese, quindi scontando l’importo della loro fattura e cedendo il credito?

E troveranno qualche finanziaria disposta a prendersi questo credito?

Ammetto di aver avuto notizie contrastanti in merito. C’è chi mi ha detto che sì, la mia parcella mi sarebbe stata pagata cedendogli il credito e chi no, che avrei dovuto appoggiarmi all’impresa per essere pagato.

Non voglio approfondire oltre, però ti do sempre il solito consiglio: il tecnico deve essere totalmente indipendente dall’impresa. E deve venire prima.

So che questo dell’indipendenza tecnico/impresa è un concetto difficile da far comprendere a chi è totalmente digiuno del settore. Ma se il tecnico è pagato dall’impresa (non importa come) c’è il pericolo che non tuteli il cliente finale (cioè tu) ma chi gli paga la parcella, cioè l’impresa.

Ti ricordi cosa abbiamo detto riguardo alla FAQ 11 della guida dell’agenzia delle entrate?

In caso di problemi con il credito detratto chi paga sei tu, non chi ha usufruito del credito. Vuoi farti tutelare da u tecnico che viene pagato da chi in fondo non rischia nulla?

4.4 | Conclusione

A mio modo di vedere le uniche cose certe ad oggi (è il 25 luglio 2020 mentre scrivo) sono:

  1. Mancano i decreti attuativi del Mise e i provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate.
    Circolano già le prime bozze ma finché non saranno pubblicati il super bonus non sarà effettivamente applicabile.
    Dovrebbero arrivare a ferragosto, insieme ai gavettoni. Fino ad allora tutto fermo;
  2. I tempi sono stretti, quindi se il tuo condominio vuole farcela deve partire adesso.
    Se hai una casa singola o una villetta a schiera invece potresti non avere tutta questa fretta;
  3. Devi rivolgerti prima ad un tecnico di fiducia (possibilmente un tecnico che abbia un team dietro…uno da solo non può avere tutte le competenze necessarie per quello che viene richiesto dalla legge), fargli fare un progetto con le necessarie verifiche e poi trovare l’impresa che esegua i lavori e ti faccia lo sconto in fattura (o la finanziaria che si prende il credito e ti porta l’impresa);
  4. Se durante una verifica dell’Agenzia delle Entrate (dopo i lavori) sulle pratiche di super bonus (e sono sicuro che ce ne saranno a bizzeffe) qualcosa non tornasse…preparati a restituire tutto (e a rivalerti sui tecnici con cause infinite).

Ci sarebbero tante altre cose da dire ma per ora ci fermiamo qui.

Il superbonus e lo sconto in fattura/cessione del credito sono due opportunità enormi che si sono aperte per fare interventi importanti sugli edifici.

Bisogna sfruttarli al meglio ma non devi mai scordarti del detto:

“non esistono pasti gratis”

Tutto ha un prezzo, sta a te pagare il prezzo minore che quasi mai coincide con il minor esborso economico.    

mailling list per ristrutturare casa

L’articolo Super bonus 110%: guida pratica per proprietari di casa che non credono alle “ristrutturazioni gratis per tutti” sembra essere il primo su RistrutturazionePratica | la corretta pianificazione e gestione della ristrutturazione.