30 Novembre 2020 / / VDR Home Design

Villaggio operaio di Crespi d’Adda. Da 25 anni fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ma è conosciuto da pochi. Scoprilo qui.


Hai mai sentito parlare dei villaggi operai? 

Probabilmente no o forse di sfuggita, perché in Italia di questo fenomeno architettonico e culturale ci sono davvero poche testimonianze. E’ più facile vederli in nord Europa, dove la cultura industriale è sempre stata profondamente diversa dalla nostra. 

In Italia però è conservato uno di questi gioielli, testimoni di un tempo che fu. Il Villaggio Operaio di Crespi D’Adda, in provincia di Bergamo, è entrato a far parte del Patrimonio Mondiale Unesco nel 1995 e celebra quest’anno i suoi primi 25 anni. 

Ti va di scoprire con me qualche dettaglio in più?

Crespi d'Adda, Veduta aerea - ©Archivio Storico di Crespi d'Adda
villaggio operaio di Crespi d’Adda, Sala caldaie – ©Archivio Storico di Crespi d’Adda

Villaggio Operaio Di Crespi D’adda: testimonianza di una cultura imprenditoriale illuminata

Perché ti parlo di questo reperto di architettura industriale? 

Prima di tutto perché si tratta di uno degli innumerevoli tesori che abbiamo sul nostro territorio e di cui conosciamo poco o nulla. Secondo, perché da sempre le architetture industriali del nostro passato recente mi affascinano da che ne ho memoria. 

Materiali solidi come i mattoni, ma anche tecnologici come il ferro ed il vetro, intrecciati in forme anche insolite per uno stabilimento industriale. Le grandi campate ad arco, ma anche i grandi lucernari a shed. 

Tutti elementi che sono entrati nel nostro immaginario collettivo e impreziosiscono le tanto di moda case loft. 

Veniamo al dunque. 

villaggio operaio di Crespi d'Adda, Ingresso della fabbrica
villaggio operaio di Crespi d’Adda, Ingresso della fabbrica – ©Walter Carrera, Associazione Crespi d’Adda

Chi ha voluto questo Villaggio e perché?

SI tratta di un villaggio operaio voluto dal proprietario del cotonificio, Cristoforo Benigno Crespi, per tutte le persone impiegate nel suo stabilimento. 

Le opere di costruzione sono cominciate nel 1877 e sono finite intorno al 1920, passando nelle mani del figlio Silvio. L’architetto a capo del progetto era Ernesto Pirovano con l’ingegnere Pietro Bunati. 

La posizione del Villaggio è strategica, perché sorge vicino al fiume Adda. Lungo la strada che costeggia il fiume trovano posto la fabbrica, gli uffici e la casa padronale. Il resto degli edifici sono situati dall’altra parte della griglia, scandita da tre strade parallele alla principale.

Nel Villaggio c’erano le case per gli operai, ognuna con piccolo orto e giardino, e le case dei dirigenti. Ma  anche la chiesa, il teatro, la caserma dei pompieri, la scuola ed il cimitero (più altre strutture comunitarie).

Il villaggio cominciò a spopolarsi intorno al 1929 (quando il cotonificio smise l’attività) e tutto il villaggio rimase di proprietà di un’unica azienda fino al 1970. 
Una planimetria perfettamente distesa ed ordinata, che vedeva nettamente separate le zone residenziali, da quelle di pubblica utilità da quelle di produzione. Una progettazione che ha voluto trasformare un territorio inutilizzato in una risorsa per la comunità, creando valore e senso di unità.

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Crespi d'Adda
Crespi d’Adda, Unesco Visitor Centre e Monumento ai caduti – ©Marlin Dedaj, Associazione Crespi d’Adda

Celebrare i primi 25 anni di una preziosa risorsa nazionale ed internazionale 

Era il 5 dicembre 1995, a Berlino, quando il Villaggio Operaio di Crespi D’adda venne inserito nel World Heritage List. Questa la motivazione:

“un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, che vide la luce in Europa e nell’America del Nord tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, espressione della filosofia predominante tra gli industriali illuminati nei riguardi dei loro operai”.

Questa candidatura straordinaria è stata merito dell’audacia di alcuni giovani universitari, che riuniti nel “Centro Sociale Fratelli Marx” riuscirono a far capire l’importanza storica e sociale della promozione di un luogo così speciale. 

Nel 1993 elaborarono il  “progetto di rivalutazione culturale per Crespi d’Adda”, atto a proteggere il villaggio operaio da una attività di speculazione edilizia, supportata in parte anche dalla comunità. In questo progetto erano comprese attività di promozione e sviluppo culturale e turistico del Villaggio, oltre che ovviamente quella di preparazione di tutta la documentazione da presentare per fare inserire il sito nel World Heritage List. 

villaggio operaio di Crespi d'Adda, Sala caldaie - ©Archivio Storico di Crespi d'Adda
villaggio operaio di Crespi d’Adda, Sala caldaie – ©Archivio Storico di Crespi d’Adda

Tutta questa mirabolante avventura verrà raccontata in un libro che uscirà l’anno prossimo, il cui autore è Giorgio Ravasio

Voglio raccontare come andarono realmente le cose in quegli anni. Molti si sono arrogati meriti non propri e molti che osteggiarono la nomination sono poi saliti sul carro dei vincitori. Nel mentre, ai veri eroi di questa esperienza non sono mai stati riconosciuti i meriti di questo risultato incredibile. Sarà l’occasione per fare chiarezza su un periodo importantissimo della nostra storia”.

Purtroppo a causa del Covid il Villaggio non potrà festeggiare questo importante anniversario in modo adeguato. L’Associazione Crespi con l’Assessore competente Donatella Pirola ha pensato però a tutta una serie di iniziative che avranno luogo nel 2021 (si affiancheranno alle normali visite al Villaggio).

Sarà possibile ammirare mostre fotografiche, così come partecipare ad una rassegna cinematografica all’interno del Teatro del Villaggio, dibattere all’interno di un circolo letterario che avrà come argomento principe l’industria ed il lavoro.    

Crespi d'Adda, Massa di operai nella fabbrica
Crespi d’Adda, Massa di operai nella fabbrica – ©Archivio Storico di Crespi d’Adda

Villaggio Operaio di Crespi D’adda. Una perla da conoscere e tramandare 

Penso che circa questi bellissimi poli culturali ci sia sempre troppo poca diffusione della conoscenza. 

Dalla nostra storia recente c’è sempre da imparare, nel bene e nel male

In questo caso specifico però, è stupendo poter vedere i livelli di civiltà a cui si era arrivati. Progettando questo villaggio l’intenzione era quella di aver cura della vita (in senso completo) delle persone che lavoravano per il cotonificio. 

Si era già arrivati alla concezione che una vita più soddisfacente avrebbe portato a lavoratori più produttivi. 

Purtroppo nei decenni molte vittorie sono andate perse e questo anniversario potrebbe essere una splendida occasione per tornare a riflettere. 

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29 Novembre 2020 / / Case e Interni

Casa in stile industriale in versione francese

L’interior design in stile industriale è facilmente riconoscibile grazie agli elementi da “vecchia fabbrica”, che vanno dalle ampie finestre fino ai mattoni a vista. L’arredamento di questa casa francese riflette tutto questo, aggiungendo un sapore tipico delle case d’oltralpe.

Le caratteristiche principali dello stile industriale, come dice il nome, sono gli elementi di architettura da “vecchia fabbrica”, quindi open space, pavimenti ed elementi architettonici in cemento, mattoni a vista, pareti vetrate, strutture metalliche, tubi a vista, ma anche legno e finiture grezze. E’ uno stile riconducibile al passato perché si tratta di riutilizzare vecchi ambienti che un tempo avevano una destinazione d’uso artigianale o industriale.

Non sappiamo se questo edificio avesse un tale uso in passato, né sappiamo se sia un annesso agricolo o un più semplicemente un edificio storico in un borgo, come potrebbe far supporre l’architettura esterna. Tuttavia possiamo vedere come riuscire ad incorporare in modo naturale gli elementi dello stile industriale in un edificio di campagna o d’epoca.

Situata in Bretagna, vicino St Malo, la casa è apparsa sul sito francese Wakup, un’agenzia che affitta spazi e luoghi privati atipici per servizi fotografici e riprese video. Siti come questo offrono sempre la possibilità di osservare luoghi molto interessanti, che propongono spunti per l’interior design delle nostre case.

Oltre ad avere finestre ampie, qui gli spazi sono aperti e ben collegati, il che favorisce una sensazione di spaziosità, nonostante la scelta dei colori molto scuri. L’arredamento inserito ha linee pulite, che conferiscono classe ed eleganza senza tempo.

Parlavamo dello stile industriale, che come molti stili negli ultimi anni, è più radicato al passato e non è raro vederlo in una mescolanza ad altri stili, come lo stile rustico, scandinavo o boho chic. Qui l’impronta dello stile industriale si mescola a quello francese, lo vediamo soprattutto nei grandi camini d’epoca e nei muri in pietra naturale originali dell’edificio. Un ambiente confortevole, sofisticato, contemporaneo, ma rispettoso della tradizione.

I colori principali in questa casa sono il nero e il grigio antracite, in contrasto con i colori chiari come il bianco e il grigio perla, ma allo stesso tempo scaldati dai mattoni e dalla pietra. Ci sono comunque piccole concessioni ai colori blu e giallo-verdi solo nei dettagli, come poltroncine, lampade, vasi, ecc. La chiave per un arredamento come questo risiede proprio nella semplice palette di colori e nella scelta accurata delle texture.

 

Idee da copiare

  • La creazione di un open space richiede interventi murari per abbattere i muri che dividono soggiorno, cucina ed eventuale ingresso, però la casa sembrerà più ampia e potrai parlare con famigliari ed amici mentre stai cucinando. Se vuoi realizzare una ristrutturazione importante e abbattere i muri della tua abitazione, devi verificare la possibilità con un tecnico, che predisporrà anche le pratiche edilizie. Se invece stai ancora cercando casa, è importante far capire all’agenzia immobiliare quali sono le tue esigenze e desideri, in modo che possa trovare un’abitazione che abbia già determinate caratteristiche (una pianta aperta, finestre ampie ecc.).
  • Quando si dispone di una combinazione di colori neutri, le diverse superfici e caratteristiche tattili dei materiali diventano incredibilmente importanti. Quindi le texture vanno scelte ed evidenziate con cura: dal legno al ferro, dai tessuti ai muri ecc.
  • Una parete speciale è quasi sempre presente negli interni industriali: come un muro con mattoni a vista o una finitura cemento. La cosa più importante, però è cercare di fare in modo che abbia un sapore autentico. Pareti in pietra ricostruita o finti mattoni, non sempre sono una buona soluzione. Il rischio è di ottenere un risultato del tutto artificiale e poco gradevole. Piuttosto è meglio dipingere la parete nei toni del grigio cemento o grafite, con effetti pittorici contemporanei molto interessanti.
  • Se non c’è la possibilità di aumentare le dimensioni delle finestre per avere più luce naturale, una parete vetrata che divide due ambienti è la soluzione ideale. Oltre a rendere l’ambiente più confortevole, a dare l’impressione di spazi più ampi, aumenterai anche la tua qualità di vita ricevendo più luce dagli ambienti circostanti.
  • In ambienti come questi, non aver paura di inserire anche oggetti e mobili vintage, magari recuperati nei mercatini dell’usato. Poltrone, sedie, comodini, lampade, cornici… Rendono gli ambienti più personali e accoglienti.

    Per altri suggerimenti guarda qui, quali sono i punti salienti dello stile industriale, che rendono questa tendenza una delle preferite degli ultimi anni.

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Casa in stile industriale in versione francese

    Fonte immagini: Wakup

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    Anna e Marco DMstudio – CASE E INTERNI

    28 Novembre 2020 / / Design

    Materiali ecosostenibili per il design: anche una piccola scelta ha un grande impatto sull’ambiente. Scopri con me come.


    Il discorso ecologia ti sta a cuore?

    Quanto stai attento, nella vita di tutti i giorni, a quanto consumi e ricicli? Lo sappiamo tutti ormai, l’ecosostenibilità del nostro modo di vivere è sempre più importante. 

    Solamente sviluppando un senso critico possiamo ridurre l’eccesso dello stile di vita della nostra società.

    Sì, perché per quanto ci sembre di essere minimalisti, c’è sempre qualche punto che potremmo sfoltire un po’. 

    Il design sta pian piano facendo la sua parte, sviluppando materiali sempre più green che è bene conoscere, per scelte ponderate. 

    Eccone qui quattro.

    Materiali ecosostenibili per il design in un soggiorno con divano grigio, tappeto a righe ed erba pampa.

    Materiali ecosostenibili per il design: una premessa

    Qualche parola di introduzione è d’obbligo, per avere un quadro preciso del design ecosostenibile.

    Cosa vuol dire design sostenibile? 

    Si tratta di un design che cerca di ridurre l’impatto sull’ambiente nella progettazione di prodotti industriali. Questo si può raggiungere riciclando materiali dismessi, riusando, montando, autocostruendo e utilizzando le energie rinnovabili.

    Il design sostenibile ha anche diversi principi, che sono: l’utilizzo di materiali riciclabili e di energie rinnovabili, produrre oggetti resistenti e di qualità per ridurre la quantità di rifiuti, utilizzo di pochi materiali diversi nello stesso oggetto (per facilitarne lo smontaggio), pensare a processi produttivi che permettano di ridurre i consumi. 

    Ovviamente il design sostenibile ed i suoi principi si possono applicare a qualsiasi campo che entri in qualche modo in connessione col design. Quindi anche l’interior design e l’architettura. 

    Non è così raro sentire parlare di case ad impatto zero, in cui si utilizzano tecnologie moderne per sfruttare al massimo le energie rinnovabili e materiali ecocompatibili. Lo stesso si può fare nella scelta di arredi e complementi per casa, informandosi sulle opzioni possibili e agendo di conseguenza.

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    Ecomalta® e Respet®: le nuove frontiere del riciclo consapevole 

    Hai mai sentito parlare di questi due materiali? 

    Molto probabilmente no, perché sono ancora poco conosciuti e diffusi nel campo dell’arredamento d’interni. 

    Alcuni grandi nomi del settore (come Euromobil e Novamobili) annoverano uno o entrambi i materiali per le finiture dei loro mobili. 

    L’ecomalta è un materiale incredibile, che non contiene calce, cemento e resine epossidiche. E’ composto al 40% da inerti che arrivano da riciclo certificato, facendo la sua parte nel mantenere la nostra società un po’ più pulita. 

    Quali sono i vantaggi di questo materiale? E’ traspirante, quindi lascia uscire il vapore ma non lascia entrare l’acqua, rimanendo così indeformato. E’ antistatica, ignifuga e ingeliva

    Così come il Fenix, anche l’ecomalta è estremamente flessibile ma resistente. Uno degli impieghi in la si vede maggiormente sono infatti i top della cucina con lavabo integrato. Dettaglio non da poco è che si possono creare superfici continue, senza giunzioni. 

    E se anche tu come me non ami particolarmente la pulizia di casa, sai cosa questo voglia dire: meno tempo da perdere nelle faccende di casa e più igiene. 

    Il Respet invece si ricava dal riciclo delle bottiglie di plastica. Non solo in parte: è prodotto al 100% utilizzando resina PET riciclata.

    Se l’idea che sia un materiale che arriva dalla plastica ti lascia perplesso, è solo perché non sai quanti vantaggi abbia questo materiale innovativo. 

    E’ estremamente flessibile sia per le superfici lisce e dritte che per quelle curve e con forme particolari. 

    Si può avere con ogni tipo di decoro: colorato lucido o opaco, effetto legno, o con pattern che decidi tu. 

    Il Respet è trattato con verniciatura anti-ingiallente, per renderne il colore inalterato nel tempo. E’ resistente agli agenti chimici e all’abrasione, punti questi che lo rendono perfetto per essere scelto per la cucina, ad esempio. 

    materiali ecosostenibili per il design: scala in legno con lampadari a goccia e poltrona classica

    Materiali ecosostenibili naturali? Il sughero ed il bambù

    Non sono solo i materiali ipertecnologici ad essere amici dell’ambiente. Ci sono altri due materiali naturali al 100% che nell’ambito degli interni vengono usati davvero poco. 

    Sto parlando del sughero e del bambù, entrambi estremamente versatili e pratici. 

    Il sughero si ottiene dalla corteccia della quercia da sughero (Quercus Suber). Quindi non c’è bisogno di abbattere la pianta nel suo complesso, come nel caso del legno per arredamento

    Si utilizza solo la corteccia esterna della pianta, per non intaccare le funzioni vitali della stessa (cosa che avverrebbe se si toccasse la corteccia interna). Tra un’estrazione e l’altra passano circa 3-10 anni e viene fatta rigorosamente a mano. 

    Questo è uno dei motivi che rendono il sughero un materiale amico dell’ambiente al 100%. Ma quali sono le sue caratteristiche principali? 

    E’ impermeabile e resistente all’umidità, dettagli questi che lo rendono perfetto sia in cucina che in bagno. E’ anche un ottimo isolante termico e acustico, così come antimuffa. 

    Ecco perché lo vedi spesso utilizzato come rivestimento per i pavimenti o sulle pareti. 

    Finiamo con il bambù: piante sempreverdi conosciute anche con il nome di Graminacee. Ovviamente quando dico bambù ti vengono in mente paesi come la Cina ed il Giappone, ma il bambù è coltivato anche in Africa, America e sempre più anche in Europa. 

    E per fortuna direi anche!

    Ora ti spiego perché. Prima di tutto questa pianta assorbe 36 volte più anidride carbonica di una foresta tradizionale e anche a livello di prestazioni meccaniche non scherza per nulla. 

    Nel campo dell’arredamento e delle costruzioni la specie di bambù che si utilizza maggiormente è il Moso. 

    Lo sapevi che il bambù si è aggiudicato il nome di “acciaio vegetale”? Questo perché la resistenza alla tensione delle sue fibre è due volte quella dell’acciaio. La resistenza a compressione del bambù è maggiore di quella del calcestruzzo, così come la resistenza a tensione e compressione è maggiore nel bambù che nel legno. 

    Per cosa la puoi utilizzare in casa? 

    Per creare arredi su misura come comò, comodini, arredi particolari ma anche come parquet. Come ti ho già raccontato è estremamente durevole e resistente, ma è anche facile da pulire, anti-tarme e antimuffa.

    Cosa vuoi di più? 

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    Scelte consapevoli anche nei piccoli dettagli di tutti i giorni

    L’essere consapevoli dei nostri modi di vivere passa anche dalle piccole azioni di tutti i giorni. 

    Scegliendo ad esempio uno spazzolino in bambù, praticamente indistruttibile. Oppure cominciando ad usare i saponi solidi, che impattano davvero molto meno sul ciclo produttivo ed ambientale rispetto ai tradizionali saponi nei contenitori di plastica. 

    Ti propongo alcuni prodotti belissimi ed amici dell’ambiente. 

    Chi non ha un costante bisogno di contenitori nel quale stipare cibo o liquidi? Questi di Curated Pieces sono in bambù (con tappo ermetico) e sono in colori davvero irresistibili. Così non dovrai più usare sacchetti e contenitori usa e getta. 

    Sottopiatti o sottopentole in plastica o carta? 

    Ma no. Prediligine uno in sughero, come questo a stampa animalier, prodotto da Top Drawer, azienda che ha fatto dell’ecosostenibilità del design il suo motto

    Sempre della stessa azienda ci sono questi ombrelli richiudibili prodotti al 100% con plastica riciclata. 

    Le possibilità sono davvero infinite, a te la scoperta. 

    Piccoli gesti per grandi cambiamenti: cosa ne pensi di questi materiali ecosostenibili per il design? 

    Anche se compiere una sola scelta come questa ti sembra abbia un peso irrilevante, non è così.

    Scegliendo materiali e prodotti come quelli di cui ti ho parlato oggi contribuisce a dare rilievo a tutte quelle realtà che davvero si stanno impegnando per cambiare un po’ la situazione e le coscienze. 

    Pensa che con una scelta del genere contribuisci ad avere meno rifiuti, meno produzioni devastanti per l’ambiente e di conseguenza è qualcosa in più verso una Terra più sana. 

    Ti sembra poco?

    Pronto a diventare un esperto dell’interior design?

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    28 Novembre 2020 / / Idee

    Una nicchia non è altro che uno spazio ricavato all’interno della parete o del muro, che spesso,

    nel caso di nicchia già esistente ,

    non si sa come utilizzare.

    A volte infatti, viene ricavata di proposito,

    altre invece , si tratta di una condizione già presente.

    La nicchia si può trovare in qualsiasi ambiente della casa,

    in camera, in soggiorno, nel disimpegno, in bagno, e, a seconda della sua collocazione è possibile sfruttarla in vari modi .

    Ma partiamo da quelle più in voga del momento,

    quelle che vengono ricavate di proposito in fase di ristrutturazione o costruzione degli spazi.

    L’esempio più comune sono le nicchie della stanza da bagno, che, oltre ad abbellire l’ambiente,

    lo rendono più funzionale.

    Riviste di arredamento e reality in tv ci presentano stanze da bagno come fossero piccoli centri benessere,

    locali dedicati al wellness di cui è impossibile non innamorarsi.

    In effetti , se le nicchie vengono corredate da luci, ripiani in legno o finiture di pregio, possono rendere l’ambiente davvero elegante,

    non solo , l’ordine sarà il sovrano , niente più salviette appese al muro e bagni doccia che cercano il loro posto appoggiati qua e la.

    Nicchia come sfruttarla: idee e consigli

    Come sfruttare una nicchia dipende non solo dalla sua posizione all’interno dell’ambiente, ma soprattutto dalla sua dimensione.

    Sappiate che io sono abbastanza contraria alle nicchie aperte,

    insomma ,

    se si ha a disposizione uno spazio, grande o piccolo che sia , preferisco sempre riuscire a sfruttarlo chiudendolo.

    Ad ogni modo ,

    non sempre è possibile chiudere una nicchia e non sempre è la soluzione ottimale.

    in soggiorno:

    Una situazione tipica in cui spesso è facile ricavare anche involontariamente una nicchia , è la presenza di un camino in casa,

    questo perché il corpo centrale del camino viene rivestito, con il cartongesso, con la pietra, con dei marmi, con delle travi,

    insomma si creano delle sporgenze e dei cambi di volume tra una parete e l’altra che vanno a formare delle nicchie.

    A seconda della loro misura, possono essere utilizzate come piccolo angolo relax, utilizzando dei cuscini imbottiti,

    Oppure,

    se si tratta di nicchie strette e alte o basse e lunghe, è possibile ricavare dei porta legna

    Un altro modo per utilizzare le nicchie, è quello di creare scenografie.

    La casa ,si sa, negli ultimi tempi ha assunto un valore ancora più importante per le nostre vite,

    perciò,

    renderla accogliente , funzionale , ma soprattutto appagante agli occhi, è diventata una priorità assoluta.

    in alcuni casi addirittura , le nicchie possono prendere il posto del mobile soggiorno

    anche se non è una situazione così frequente,

    In altri invece,

    è possibile ricavarne un angolo studio

    in cucina:

    Solitamente, quando si tratta di nicchie presenti in cucina, la prima parola che salta in mente è dispensa.

    é così, lo spazio in casa manca sempre,

    per questo motivo, elementi chiusi oppure a giorno, utili per sistemare barattoli, spezie, piatti e chi più ne ha più ne metta, è sempre ben accetto.

    Non solo,

    Anche in cucina, grazie ad una nicchia della giusta misura, è possibile ricavare un angolo studio .

    Nicchia in camera e in corridoio

    In camera si possono trovare:

    • Nicchie scenografiche, solitamente posizionate dietro la testata del letto, che possono fungere da librerie, comodini, punti luce,
    • Nicchie sfruttabili dove ricavare degli armadi

    giacche e cappotti, vestaglie, la tuta per stare in casa,

    tutte cose che hanno bisogno di uno posto dedicato per no restare appoggiate da qualche parte,

    e lo stesso vale per il corridoio,

    da una nicchia è possibile ottenere dei veri e propri ripostigli dove riporre l’aspirapolvere, lo spazzolone , i detersivi,

    insomma ,

    tutte quelle cose che in mancanza di un locale lavanderia o di un disimpegno, non si sa mai dove lasciare.

    L’articolo Nicchia nella parete: come sfruttarla proviene da Laura Home Planner.

    28 Novembre 2020 / / Interiors

    Una villetta minimalista nascosta in un edificio del XVIII secolo, un tempo adibito a rimessa per carrozze. Una trasformazione firmata dall’architetto olandese Jan Evert de Brouwer.

    villetta minimalista

    A prima vista non si direbbe che questa elegante costruzione del XVIII secolo nasconda al suo interno una casa in stile minimalista. Eppure, appena varcata la soglia, le cornici e le modanature che decorano la facciata lasciano spazio a pavimenti in cemento e a pareti grigio chiaro.

    L’edificio, un tempo destinato a rimessa per carrozze, è caratterizzato da una pianta rettangolare e si sviluppa su tre livelli, dal piano terra al sottotetto mansardato.

    L’architetto Jan Evert de Brouwer, che ne ha fatto la sua abitazione, ha collocato a piano terra la zona living, con il soggiorno da un lato e cucina con zona pranzo dall’altro, mentre la zona notte è situata ai piani superiori. 

    La luce protagonista

    Nei paesi nordici, si sa, la luce scarseggia, e l’architettura è influenzata da questo fattore. In questo caso l’architetto è riuscito a veicolare la luce naturale nel cuore della casa, ricavando un lucernario nella parte centrale del tetto.

    Da questa apertura la luce zenitale filtra fino al piano terra, grazie alle aperture nei solai, coperte da vetri antisfondamento adatti al calpestio. Attorno a questo cuore luminoso, che accoglie i pianerottoli, si sviluppa la scala.

    Le ampie finestre che si aprono tutto attorno all’edificio completano l’illuminazione naturale.

    Materiali naturali per una villetta minimalista

    Oltre alla luce, i protagonisti di questo progetto sono i materiali, rigorosamente naturali. Come spiega Jan Evert,

    “mi piace lavorare con materiali puri come legno, metallo, pietra e cemento. I colori “reali” dei materiali sono il punto di partenza dei miei progetti”.

    Ecco allora che i pavimenti del piano terra sono in cemento, mentre per i piani superiori l’architetto ha scelto il legno di rovere, che richiama le travi a vista dei solai.

    villetta minimalista
    villetta minimalista

    In cucina campeggia il marmo, mentre nei bagni protagonista assoluta è la Pietra di Vicenza di Grassi Pietre, nella variante Grigio Alpi. Un prodotto dell’eccellenza Made in Italy che l’architetto ha scelto per i rivestimenti e i pavimenti dei bagni di servizio e del bagno padronale, dove dialoga in modo squisito con i pannelli in rovere.

    villetta minimalista

    Uno spazio organico

    Pur essendo strutturata in spazi delimitati, questa villetta minimalista è caratterizzata da una straordinaria armonia dell’insieme. Spiega infatti Jan Evert de Brouwer che

    “una casa non è costituita da più parti separate, è un insieme organico in cui è importante la sinergia tra tutte queste diverse parti. Gli spazi devono essere in relazione tra loro per far sì che la casa si percepisca come un unico spazio“.

    Per ottenere questo risultato, l’architetto adotta uno stile che viene replicato in tutti gli ambienti, compresi gli esterni. Ogni dettaglio è studiato alla perfezione e deve integrarsi in modo armonioso con l’insieme. La coerenza non riguarda solo lo stile, ma investe anche i materiali e l’arredo.

    Arredi ridotti al minimo

    Fedele alla volontà di lasciare ai volumi, alla luce e ai materiali il ruolo di primo piano, l’architetto ha scelto pochi selezionati arredi. Tavoli, sedie e sedute, letti e qualche panca costituiscono l’esiguo arredo, mentre gli armadi a muro accolgono e nascondono al tempo stesso. La cucina è formata da tre blocchi a tutta altezza, oltre che dall’isola di marmo, e lo stesso accade nelle camere e nei disimpegni.

    Nessuno spazio a giorno, nessuna anta vetrata, nessuna mensola: lo spazio è pulito e lineare. Unica concessione al “superfluo”, i sontuosi tendaggi in lino che schermano le finestre. Spetta a loro, insieme ai materiali e alla luce, il compito di riscaldare l’ambiente.

    Credits PH Serge Brison // Ph courtesy Grassi Pietre

    28 Novembre 2020 / / Design Ur Life

    Le belle case su Instagram sono davvero tante e attraverso questi home tour cerco di esplorare, trovare ispirazione e idee di design nelle case italiane che hanno un profilo Instagram.

    Oggi pubblico ultimo post della rubrica Case su Instagram, e Martedì 15 Dicembre ci sarà la casa che vincerà il premio. Ma prima andiamo a visitare la casa di Francesca (il profilo Instagram si chiama @ la_colorette). Villa Carolina era un b&b per tanti anni che due anni fa è diventata la casa di Francesca. Si trova sulle prime montagne dell’Appennino modenese.

    Case su Instagram
    Lei mi racconta cosi la sua casa:

    Mi sono innamorata subito della sua architettura: fuori la parte della struttura è ricoperta da enormi sassi di fiume e al primo piano c’è una splendida veranda (che mi godo tantissimo) e balconi ampi che corrono per quasi tutto il piano.Non abbiamo fatto grandi lavori di ristrutturazione perché la casa è in ottime condizioni.

    Case su Instagram

    Lei si definisce una sfrenata amante del vintage, Infatti, ha preferito mantenere pavimenti, infissi e spazi così com’erano. Con il fai da te e tanto tanto colore però ha completamente immaginato e rivisto gli spazi. Nel novembre 2018 aveva ripulito e dipinto tutto di bianco; poi ha cominciato a dipingere e a dar vita alla casa che aveva in mente.

    La sua casa è dello stile eclettico e tutta personalizzata da lei. Le Porte, finestre, muri, mobili… non importa il supporto, il colore la fa da padrone. Insieme alle piante, molti dei mobili provengono dai negozi e mercatini vintage, che Francesca frequenta spesso.

    Lei dice: Amo accostare stili diversi e alle volte in apparenza discordanti per creare il mio stile eclettico e personalissimo.

    Home Tour

    La casa è composta da due camere, un bagno, la sala e la cucina. Il progetto più lungo e importante che ha fatto Francesca è quello del pavimento della cucina. Ha completamente coperto con rasante e resina e ha dipinto a mano utilizzando uno stencil che simula una clementina. I mobili della cucina tutti dipinti da lei in colore rosa antico abbinato con il colore azzurro per il tavolo e alcuni mobili e il turchese per le piastrelle. Una happy house a tutti effetti!

    Case su Instagram
    Case su Instagram

    Il bagno è molto piccolo ma in origine era completamente in color senape anni 70. Lei ha rinnovato il bagno schiarendo i mobili, il rivestimento ed anche il pavimento.

    Case su Instagram

    La parete rossa dietro al divano blu nella sala e il giallo delle finestre, crea un’atmosfera molto allegra. Il tocco finale del verde delle piante rende tutto armonioso e interessante.

    Case su Instagram
    Case su Instagram

    In camera da letto invece, il punto focale è la parete dietro al letto decorata con la carta da parati dallo stile jungle.

    Case su Instagram
    Case su Instagram

    Ogni angolo di questa casa colorata è un piacere per gli occhi e rispecchia perfettamente la filosofia del mio hashtag  che ho creato diversi mesi fa su Instagram #happycornerathome .

    Entra a far parte della community di appassionati di architettura e interior design e usa l’ Hashtag #happycornerathome per pubblicare le foto di casa tua e le più belle verranno condivise nelle mie storie.

    Rubrica case su Instagram e Home Tour in diretta sul mio Instagram

    Se volete vedere l’home tour di questa casa oggi venerdì 27 Novembre alle 13:30 facciamo una diretta Instagram con Francesca.

    Come ho già detto all’inizio questa è l’ultima casa della rubrica Case su Instagram, e il 15 di dicembre ci sarà un regalo per la casa che ha avuto più successo qui sul mio blog. Quindi, l’articolo più letto vincerà una lampada di design (scopri di più sulle mie storie Instagram). Il regalo è in collaborazione con Lampade.it e ha gentilmente offerto di premiare la casa vincitrice.


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    L’articolo Case su Instagram, Home tour #21 proviene da Design ur life blog.

    27 Novembre 2020 / / Easy Relooking

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    In questo articolo, raccolgo alcuni consigli che generalmente mi sento di dare a tutti coloro che si apprestano ad arredare casa.

    Il colore per me va usato con parsimonia.

    Un colore sbagliato o troppo acceso può rovinare anche il più bello degli ambienti!

    I miei consigli ve li elenco qui di seguito, come piccole pillole di design by EasyRelooking da conservare.

    Per ottenere un risultato sempre sobrio e elegante.

    Valutate la luminosità naturale della stanza

    Se una stanza non è molto luminosa e non sono state inserite lampade adeguate, evitate colori troppo scuri e cupi.

    Prima va studiata un’illuminazione adeguata a supporto del colore scuro che volete inserire. Altrimenti sarà tutto eccessivamente dark!

    @EasyRelooking project
    @EasyRelooking project

    Colore di accento

    Se inserite un colore di accento su una parete, evitate di inserire altri colori, diversi, negli arredi. A meno che non vogliate una casa stile pop.

    @EasyRelooking project

    Palette neutra di partenza

    Se avete una stanza con una palette neutra, potete inserire un arredo colorato, che siano le sedie o una poltroncina, o sicuramente dei cuscini.

    @EasyRelooking project

    Colore sulle pareti

    Per il colore sulle pareti, utilizzate sempre colori desaturati e mai colori troppo pieni e accesi: rischiano di stufarvi.

    @EasyRelooking project

    Parete colorata e mobile colorato

    Parete colorata e mobile colorato? Sì, ma solo nel caso in cui quel mobile sia dello stesso identico colore della parete, con l’idea di farlo quasi scomparire con la parete stessa.

    @EasyRelooking project
    @EasyRelooking project

    L’articolo L’uso del colore negli interni, per evitare la poca eleganza proviene da easyrelooking.

    27 Novembre 2020 / / Design Ur Life

    Lo sgabello da bagno può avere un ruolo molto importante sul nostro benessere fisico, ma come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte.

    Quando ho visto per la prima volta questo sgabello da bagno, non ho pensato che fosse uno sgabello, ma per me poteva essere qualsiasi altro oggetto di design. Invece, è uno sgabello da toilette che fa bene alla salute fisico. Ti starai chiedendo come? Continua a leggere il post e poi ti aspetto nei commenti per sapere la tua opinione.

    Sgabello da bagno

    Ci sono argomenti che sono un tabù, mentre dovrebbero essere normali e parlarne senza problemi. Come ad esempio, la salute intestinale dato dalla corretta posizione della defecazione. Nella cultura occidentale le persone sono abituate a sedersi sul gabinetto e quindi hanno una posizione a 90 gradi. Tuttavia, questa postura non è corretta e rende i movimenti intestinali difficili. Mentre usando lo sgabello da bagno sotto ai piedi aiuterebbe ad adottare una posizione naturale. Quindi, l’uso regolare ha un effetto positivo sulla nostra salute intestinale in generale.

    Sgabello da bagno
    Sgabello da bagno

    A prima vista, lo stuul non è quindi affatto riconoscibile come sgabello da bagno e diventa un’oggetto di design per il bagno che promuove la salute. Inoltre, è prodotto in Germania con un processo 100% sostenibile. È realizzato con un materiale high-tech, 100% riciclabile, una schiuma antiparticolato ad alta densità. Questo materiale leggero e caldo è delicato sulla pelle, resiste agli urti senza danni ed è resistente alla maggior parte dei prodotti chimici.

    Sgabello da bagno

    Il set è composto da due sgabelli identici che possono essere incastrati uno dentro l’altro per risparmiare spazio.

    Il team di designer ha già ricevuto tre rinomati premi internazionali per lo studio: l’Universal Design Consumer Award, l’IDA Design Award e il Good Design Award
    Sgabello da bagno

    Questo sgabello è disponibile in sei diversi colori ed è acquistabile direttamente sul sito del produttore. Oppure trovi anche su Amazon.


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    26 Novembre 2020 / / diotti.com

    Pacchi di pasta e riso, pacchi di biscotti e merendine, vasetti di marmellata, bottiglie di scorta di olio e aceto, scatole di cibi precotti, barattoli di spezie, buste di farine e lieviti, lattine. Con tutti questi oggetti la dispensa (se mal organizzata) rischia di esplodere. Serve un mobile per lo stoccaggio delle provviste abbastanza capiente per conservare tutti gli alimenti e le bevande; serve un ripostiglio in cucina insomma, proprio come quello che ha una mia amica nella sua nuova casa appena ristrutturata.
    Quando sono andata a farle visita ho notato una porta vicino alla cucina, lei l’ha spalancata e con orgoglio (e chi credo!) ha detto “Questa è la mia dispensa!”. “Vorrai dire una cabina dispensa” l’ho ripresa io con gli occhi spalancati a forma di cuoricino. A casa mia non c’è spazio per una cucina con cabina dispensa, lo sapevo quando mi sono traferita ma la verità è che non ho mai accettato il fatto di non aver potuto realizzare il progetto di una cucina con dispensa. Se sei nella mia stessa situazione e nella tua casa non c’è spazio per una cucina con dispensa nascosta potresti trovare molto utili le soluzioni che propongo in questo articolo.

    Ecco quali sono i migliori mobili dispensa per cucina:

    • colonna dispensa
    • pensile dispensa
    • armadio dispensa indipendente
    • credenza / madia ad uso dispensa
    • scaffale per dispensa a vista
    • parete attrezzata con colonne dispensa
    • armadio a muro e ripostiglio
    • armadio dispensa per corridoio

    Colonna dispensa integrata nella composizione cucina

    Un mobile alto organizzato internamente con ripiani, cassetti, cesti e contenitori di varie dimensioni et voilà, ogni cosa trova il suo posto.
    Puoi scegliere colonne contenitore con ante a battente, colonne con elettrodomestici e vani contenitore con anta oppure colonne a scomparsa (come quelle presenti in farmacia, per intenderci). Sfruttando l’altezza si ricava un buono spazio contenitore ma se ancora non dovesse bastare, per il massimo del contenimento, si può attrezzare la parte interna di alcune ante con griglie o ganci. Un’idea in più potrebbe essere quella di prevedere delle luci led interne per illuminare il vano e trovare tutto più velocemente.

    Una colonna attrezzata permette di stipare molti oggetti e di tenerli tutti in ordine, nascosti dalla vista, sempre a portata di mano. Attenzione però a non esagerare con questi moduli verticali: avresti tanto spazio contenitivo ma perderesti parte del piano di lavoro, altrettanto utile in cucina.

    Cucina con dispensa ad angolo

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Le colonne sono utilizzate in parte come dispensa in parte come incasso per forni

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Le colonne ospitano dispensa, frigorifero e uno scaffale per libri di ricette e macchinetta del caffè

    Cucina con colonna dispensa e elettrodomestici

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Colonne con elettrodomestici incassati: forni, frigorifero, congelatore

    Colonna dispensa estraibile e rientrante

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Colonna dispensa estraibile con ripiani multiuso. Modello simile alle colonne della farmacia

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Dispensa ad anta battente con colonna ripiani estraibile

    Pensili dispensa

    Pensili sospesi a parete, generalmente fissati sopra il piano di lavoro e i fuochi. Niente di rivoluzionario ma comunque molto gettonati perché utili, pratici da utilizzare e soprattutto multiuso. Puoi scegliere la tipologia di apertura del pensile tra anta a battente o vasistas e a seconda dell’altezza e della capienza puoi usarli per riporre scatole, vasetti, bottiglie. Il pensile sopra il lavello è generalmente destinato a griglie scolapiatti e bicchieri ma se a casa tua preferisci avere vaschette scolapiatti o griglie scolapiatti da agganciare al lavandino puoi sfruttare anche questi pensili come dispensa.

    Non conosco la tua altezza ma per raggiungere i ripiani più in alto potresti aver bisogno di uno sgabello, di una sedia o di una scaletta. Organizza quindi i pensili dispensa in modo da avere a portata di mano quello che serve tutti i giorni, nei ripiani più in alto metti quello che usi occasionalmente.

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Cucina con pensili con apertura a pacchetto con luce led integrata

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I pensili sono utilizzati come dispensa per alimenti, piatti e bicchieri ma anche come scolapiatti.

    Armadio dispensa indipendente

    Si tratta sempre di un mobile della cucina ma questa volta non è attaccato alla composizione, qualsiasi essa sia, lineare, angolare, a ferro di cavallo, a elle, con isola. È un modulo a sè, una sorta di armadio dedicato al cibo e alle stoviglie, che può essere posizionato in qualsiasi punto dell’ambiente, dove c’è spazio. Se scegli di inserire qui il forno o il frigorifero assicurati che questo armadio dispensa sia abbastanza vicino al piano di lavoro, ai fornelli e al lavello. Spazio contenitore si, ma funzionalità prima di tutto.

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Armadiatura per cucina con colonne dispensa, vetrinette e spazio per forno

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Armadiatura per dispensa cucina con colonne su due pareti e scaffale angolare al centro

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La dispensa è così organizzata: colonne basse con forni incassati + composizione di mensole casellari

    Credenza & madia dispensa

    Non pensare al classico mobile piattaia in legno che avrai visto sicuramente nelle case arredate con i mobili di un tempo; oggi esistono credenze moderne e super contemporanee che si allineano a tutti gli stili.
    Una credenza ad uso dispensa in una cucina moderna è un’ottima soluzione per riporre cibi, bottiglie e stoviglie. Pensa a cosa vuoi mettere dentro la credenza e valuta se il modello che fa per te ha ante battenti, a ribalta o a scorrimento, se ti servono ripiani lunghi o divisori, cassetti o vani a giorno.

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Nella madia si possono riporre cibi, bevande, stoviglie, piatti, bicchieri

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La madia è divisa in quattro scomparti, utili per dividere pacchi, pacchetti, bottiglie, lattine e scatole

    Dispensa a vista: scaffalatura aperta

    Fino ad ora ti ho mostrato solo mobili dispensa chiusi con ante ma se la dispensa fosse aperta? Una dispensa a vista organizzata con scaffali e mensole è comoda e pratica? Non ho la risposta, tutto dipende da te e dalla tua casa.

    I pro di una dispensa aperta

    • tutto è a portata di mano, visibile in un colpo d’occhio; hai tutto sotto controllo e puoi raggiungere tutto facilmente;
    • la dispensa a vista è un elemento decorativo dell’ambiente, si vede, si nota, dona carattere e personalità alla cucina;
    • dispensa per alimenti, bevande e stoviglia ma non solo, sugli scaffali puoi mettere anche cornici di foto, piantine, candele profumate.

    I contro di una dispensa aperta

    • cibi e bevande potrebbero deteriorarsi con luce e sbalzi di temperatura, presta attenzione nel posizionare la dispensa in un punto della cucina che non viene mai illuminato dalla luce diretta del sole e lontano dal calorifero;
    • fai i conti con la polvere che potrebbe despositarsi sui ripiani; se non sei una maniaca della pulizia potresti resistere una settimana senza notarla (ma attenzione comunque all’igiene) ma se per te l’ordine viene prima di tutto assicurati di avere il tempo e la voglia di spolverare tutti i giorni;
    • se hai bambini piccoli dovrai lasciare completamente liberi i ripiani più in basso; i bambini sono attratti da tutto quello che non si può toccare (te lo dico per esperienza, ho una figlia di 1 anno e mezzo!) e alcuni portano tutto alla bocca, meglio evitare spiacevoli incidenti.

    *CLICCA E SCOPRI QUESTA DISPENSA*
Composizione angolare di scaffali dispensa per riporre tutto a vista e a portata di mano

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Mensola con ganci per stoviglie, caffettiera, teiera e piccoli oggetti da cucina

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Lo spazio tra piano di lavoro e pensili può essere attrezzato con mensole per riporre sale, pepe, zucchero, bustine di thè, cialde per il caffè e molto altro

    Mobile dispensa per cucina open space

    In un open space le zone cucina, soggiorno e salotto condividono lo stesso ambiente e per questo risultano indispensabili degli accorgimenti per sfruttare al meglio lo spazio aperto. Bisogna prevedere spazi contenitore per tutto quello che serve in cucina ma anche per tutti gli oggetti del salotto, senza dimenticare mensole per esporre decorazioni e accessori. Se vivi in un open space potresti valutare delle pareti attrezzate con colonne da utilizzare come armadi per stoviglie e piatti ma anche come armadietti per cd, dvd. Se alla fine della colonna prevedi un terminale a giorno con ripiani ricavi spazio anche per libri di ricette e soprammobili. Oppure potresti prevedere un’armadiatura asimmetrica con colonne alte e cassettoni bassi e lasciare spazio per una scrivania a penisola, per mensole o per una base con tv sospesa a parete.

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In un open space le colonne armadietto di questa parete attrezzata possono essere usate anche come dispensa per oggetti della cucina

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Alto armadio dispensa da una parte, bassi cassettoni multiuso dall'altra.

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Soluzione per open space con mobili cucina e mobile dispensa con terminale aperto per libri e soprammobili

    Armadio a muro dispensa

    La dispensa non deve essere necessariamente in cucina, puoi sfruttare una nicchia dell’ingresso, del corridoio o del disimpegno per creare una dispensa nascosta e un ripostiglio in cui riporre le scorte di cibo e le confezioni ancora sigillate. Puoi realizzare un armadio a muro con ante e organizzare il vano interno con ripiani per riporre tutto in modo ordinato.

    *CLICCA E SCOPRI QUESTO ARMADIO A MURO*
Armadio a muro su misura realizzato per ricavare un ripostiglio dispensa in corridoio

    *CLICCA E SCOPRI QUESTO ARMADIO A MURO*
Armadio a muro su misura all'ingresso, nicchia trasformata in dispensa

    Armadio dispensa per corridoio

    Un corridoio lungo è perfetto per un grande armadio a tutta altezza multiuso. Sfrutta alcuni vani come dispensa per la cucina, altri come guardroba, altri ancora come scarpiera; puoi organizzare tutto come meglio credi per preservare estetica e funzionalità.

    *CLICCA E SCOPRI QUESTO ARMADIO*
Armadio per corridoio o ingresso ampio, con colonna dispensa, guardaroba, scarpiera, spazio per soprammobili e argenteria.

    Cosa pensi di queste soluzioni? Se sei in cerca di altri suggerimenti per creare un mobile dispensa per cucina, soggiorno o corridoio o se desideri un progetto cucina personalizzato e hai bisogno dei consigli di un arredatore per realizzarlo allora clicca qui sotto e raccontaci cosa stai cercando.

    Approfondimenti da non perdere sul mondo “cucina”:

    – Come arredare una cucina open space? Leggi la guida con idee e progetti firmati diotti.com.

    – Cerchi idee per una cucina piccola ma super organizzata? Leggi l’articolo di blog e scopri 8 accessori indispensabili.

    – Come arredare una cucina moderna bianca? Leggi l’articolo di blog con 71 foto e tanti consigli d’arredo.

    26 Novembre 2020 / / +deco

    Wabi Sabi Apartment dell’architetto Ucraino Sergey Makhno presenta cosi’ tanti livelli di interpretazione che concentrarsi solo sul fatto che il progetto aggrega l’estetica Giapponese e le tradizioni Ucraine sembra non essere sufficiente. La penthouse in Kiev, dove vive Sergey con la sua famiglia, unisce coerentemente elementi dalla terra (rami, muri d’argilla), caratteristiche industriali (soffitti di cemento, una cucina grigia e austera, un letto in metallo), dettagli naturali (il giardino verticale, le piante bonsai) scelte piu’ decorative (il verde chiaro della camera dei bambini, le ceramiche nere e bianche in uno dei bagni) e molti molti pezzi interessanti di arredamento.

    Questo appartamento e’ al tempo stesso molto maschile, molto zen e molto originale; e’ al tempo stesso molto urbano e molto Giapponese ma costellato di riferimenti estetici Ucraini.

    Immagini per gentile concessione di Studio Makhno.

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