20 Aprile 2020 / / Dettagli Home Decor

La purezza visiva del design Living Divani è protagonista di un attico all white realizzato dallo studio linearchitects in Moldavia.

Forme geometriche precise e la scelta di un solo colore, il bianco, in abbinamento ad alcuni elementi in legno chiaro, contraddistinguono questo etereo appartamento dal gusto delicato, inondato dalla luce che proviene dalle vetrate a tutta altezza.

Nell’ambiente giorno, il relax è garantito da Extrasoft, l’iconico divano dal disegno dolce e malleabile creato nel 2008 da Piero Lissoni. Sedute accoglienti e ospitali che si accostano l’una all’altra in geometrie regolari ma dai contorni incerti, per una composizione di forme libere nello spazio, che accoglie piacevolmente i padroni di casa e i loro ospiti. Il tavolino Family Longue Table di Piero Lissoni lo accompagna, offrendo un piano di appoggio funzionale per la lettura.

Avvolta da tendaggi impalpabili, la stanza da letto si sviluppa in continuità grazie a Extrasoft Bed di Piero Lissoni, che trasforma in letto uno dei più celebri imbottiti Living Divani, riprendendone le caratteristiche forme accoglienti. L’area del materasso è circondata da un perimetro di volumi soffici e regolari impreziositi dalle cuciture a vista, che diventano asimmetrici nella testata sprigionando voglia di relax, ed insieme di energia e carattere.

Studio: linearchitects
Autore del progetto: Dmitry Petrov
Crediti fotografici: Oleg Bazhura

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20 Aprile 2020 / / Design

maschera viola Aria

La coppia di designer Domenico Santoro e Francesca Puddu di Studio Pastina, lanciano una guida step by step  per realizzare fai da te una mascherina confortevole, lavabile e riutilizzabile.

In piena emergenza Covid19 Studio Pastina ha ideato Aria, un progetto guida per l’autoproduzione della propria mascherina di emergenza. Un oggetto piacevole sia per quanto riguarda il comfort che l’estetica.

Pensiamo che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, un oggetto estraneo che le circostanze ci obbligano ad usare, sia più facilmente sopportabile se comodo da indossare e dall’aspetto piacevole” – raccontano i designer.

mascherina di design

Come funziona Aria?

Aria è accessibile a chiunque ed è disponibile per il download con la guida step by step per la realizzazione fai da te della mascherina. L’obiettivo è fornire il progetto e le informazioni base per costruire, anche utilizzando scarti di tessuto, una mascherina confortevole, lavabile e riutilizzabile. Lo stato di emergenza rende complessa la circolazione di merci e persone; una guida digitale invece, può essere diffusa con estrema facilità.

mascherine con scarti di tessuto

A chi si rivolge il progetto Aria?

Il progetto Aria si rivolge a chiunque ne abbia bisogno, ma anche alle aziende e ai singoli che dispongono di materiali ed attrezzature per fabbricare il prodotto e che vogliano distribuirlo senza fini di lucro.

mascherine colorate

Il download per realizzare la mascherina Aria è disponibile su www.pastinaisgood.com/aria-project

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20 Aprile 2020 / / Coffee Break


Stiamo vivendo un triste e strano periodo in cui paesi di tutto il mondo chiedono ai cittadini di ritirarsi nelle proprie case e di rimanerci.
Gli ambienti, in cui fino a poco tempo fa trascorrevamo qualche ora di veglia, ora racchiudono tutta la nostra esistenza; come risultato molti stanno vivendo il lockdown come una vera e propria costrizione, abbiamo letto in più occasioni il termine "arresti domiciliari"

Certo, sembra strano che le nostre case tradizionalmente considerate il rifugio dove staccare dagli impegni quotidiani ora sono diventate per molti nientemeno che delle prigioni!
Questo  può essere dovuto ad un insieme di fattori:

1- Le dimensioni delle abitazioni

Da un interessante studio condotto da Abitare Co. quasi un terzo degli italiani è costretto a vivere in case piccole e sovraffollate;
stando all’ultimo censimento Istat (2011) più di un terzo delle abitazioni italiane è al di sotto degli 80 mq e il 13,4% non raggiunge i 60 mq; percentuali che aumentano sensibilmente nelle grandi città: Milano, Torino, Roma, Napoli.
Nel 2018 il 27,8% delle persone, pari a oltre 16,8 milioni, viveva in condizioni di sovraffollamento, con 4 o più persone in appartamenti di meno di 80mq.

2- Pochi spazi esterni

Guardando i dati Istat, un terzo delle case italiane non ha né terrazzo né balcone, quindi si tratta di ambienti carenti di luce natuarle, dove mancano quegli spazi esterni di "sfogo" che in questo periodo particolare sono stati anche le uniche occasioni di socialità e contatto con l'esterno consentite.

3- Case vecchie

Secondo le ricerche del Sole24 ore solo l'8% delle abitazioni è stato costruito in questo secolo, la quasi totalità delle case ha impianti vecchi ed energivori e insonorizzazioni non al livello delle attuali richieste prestazionali.

4- Abitazioni distribuite malamente

Le soluzioni abitative che fino a pochi giorni fa ci erano appena sufficienti ora mostrano tutti quei difetti che ritenevamo poco importanti;
non è solo carenza in termini di metri quadri ma di ripostigli, di dispense ma anche di privacy, ad esempio uno spazio dove poter tele-lavorare in tranquillità, o di filtri verso l'esterno, percepito ora come un pericolo, come ad esempio un guardaroba all'entrata.
Proprio quest'ultimo ambiente, un tempo molto comune, in questo periodo sarebbe utilissimo per gestire lo sporco portato da fuori, un tema che si prospetta interessante e su cui torneremo in maniera più approfondita nei prossimi giorni.

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Living the Italian houses at the COVID-19 times

We are experiencing a sad and strange period in which countries all over the world ask citizens to retire to their homes and stay there.
The environments, in which until recently we spent a few waking hours, now enclose our whole existence; result, many are experiencing the lockdown as a real constraint, we have read the term "house arrest" on several occasions

Of course, it seems strange that our houses traditionally considered the refuge where to disconnect from daily commitments and retire from the outside world have now become for many people no less than prisons!
This can actually be due to a set of factors:

1- The size of the houses

From an interesting study conducted by Abitare Co. almost a third of Italians are forced to live in small and overcrowded houses;
according to the latest Istat census (2011), more than a third of Italian homes are below 80 square meters and 13.4% do not reach 60 square meters; percentages that increase significantly in the big cities: Milan, Turin, Rome, Naples.
In 2018, 27.8% of people, equal to over 16.8 million, lived in conditions of overcrowding, with 4 or more people in apartments of less than 80sqm.

2- Few outdoor spaces

Looking at Istat data, one third of Italian houses have neither terrace nor balcony, therefore there is a lacking in natural light, there are no outdoor spaces for "vent the frustration" which in this particular period is also the only occasion for socializing  allowed

3- Old houses

According to Sole24 ore research, only 8% of the houses were built in this century, almost all of the houses have old and energy-efficient systems and soundproofing not at the level of current performance requirements

4- Badly distributed homes

The housing solutions that until just a few days ago were just enough, now show all those defects that we thought were unimportant, it is not only a shortage in terms of square meters but of closets, pantries, also of privacy:
for example a space where you can work in peace, or filters to the outside, now perceived as a danger, such as an entrance hall.
Just this room at this time would be very useful to manage dirt brought from outside, a theme that looks interesting and we will return in more detail in the coming days.



20 Aprile 2020 / / Design

Tre creative europee attraversano il Mediterraneo e sbarcano in Marocco per unire il design ed il gusto estetico alla manifattura tradizionale; nasce così Trame.

La designer italiana Maddalena Casadei, la polacca Maria Jeglinska e la francese Julie Richoz si sono infatti unite per raccogliere spunti dal mondo della ceramica, degli intrecci e dei tessuti marocchini con la loro storia antica tramandata di generazione in generazione.

L’intreccio è di fatto il segno simbolo del brand Trame Paris, in quanto scelto come nome, ma è anche simbolo dell’unità tra mentalità e creatività di due culture diverse che insieme danno vita a qualcosa di nuovo ed originale. La finalità primaria del progetto di Trame va a sostegno della conservazione culturale e punta alla valorizzazione delle comunità locali a protezione del loro prezioso patrimonio.

«Ogni collezione di oggetti per la casa e accessori – spiegano i fondatori del brand – è ispirata a un episodio storico, riflette un viaggio interculturale e celebra l’eccezionale know-how degli artigiani mediterranei».

La collezione di Trame Paris

La prima collezione di Trame presentata allo scorso evento di Maison et Objet, che era prevista anche per il Salone del Mobile di quest’anno, parte da una libera ispirazione dell’unione di Francia e Marocco per un percorso denominato A Voyage to Meknes.

Si tratta della storia di  Madame de Blois, figlia prediletta di re Luigi XIV, che si trova immaginariamente catapultata nella reggia del sultano. La trama che scaturisce, come il diario di un esploratore, assume dapprima linee regolari del proprio patrimonio culturale per poi progredire verso il caotico mondo dell’astratto dato dall’evoluzione del linguaggio stilistico della nuova vita della protagonista in una terra ricca di risorse da scoprire.

La ricchezza di stimoli del paesaggio marocchino e il rigore europeo dà origine a una serie di oggetti per la casa realizzati con materiali di alta qualità grazie a una rilettura contemporanea di tecniche antiche da riscoprire e conservare.

Articolo di Silvia Fabris

 

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