22 Aprile 2020 / / +deco

And just like that, traveling has become a distant memory, if not impossible. All of a sudden, borders have been closed and our immediate area where we live has became our whole world. Who knows how long for it will be that we won’t be able to take a plane, a train or a boat on a whim, not for work, pleasure or to explore, no matter how big the urge to escape is, no matter how much we want to visit a loved one.

What I like about blogging is that it allows me to make people travel from their desks to somewhere they might not imagine themselves going to, to inspire curiosity, to show readers new exciting things and places.

After Marrakech and the YSL Museum, Rome with the project by m2ft , Milan with Spinzi Design, today we are going to fly with imagination to Paris, to the sophisticated Galerie Jag.

Galerie Jag is where curator Jessica Barouch displays a carefully selected collection of objects and furniture by artists from all over the world.

The space is a cosy apartment in the 7th Arrondissement, displaying wonderful attention to detail and “beautify” (a word Jessica uses and that I love) by displaying numerous sculptural pieces that are a part of Galerie Jag’s collection.

Colors and materials play an important role in unifying all the artistic elements: warm white, black backgrounds, wood, earthy and mellow hues.

Designed by Yuko Nishikaya
Designed by Yuko Nishikaya
Designed by Floris Webben
Designed by Floris Webben
Designed by Michael Verheyden
Designed by Ryosuke Yazaki

(Images courtesy of JAG Galerie)

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22 Aprile 2020 / / Laura Home Planner

Siamo pronti a ridefinire la nostra concezione di lavoro?

Con l’avvicinarsi della fase 2 in merito all’emergenza sanitaria COVID-19, molte sono le domande riguardo ciò che cambierà nelle nostre vite. Prendendo in considerazione la nostra attuale routine, è oramai difficile pensare ad un ritorno della normalità pre pandemia.

A tal proposito, molte delle norme previste dal DPCM, come il distanziamento sociale ed il lavoro agile o smart working rimarranno pressoché invariate, così da evitare un’alta possibilità di contagio.

Ad oggi, non sappiamo per quanto tempo queste norme verranno prolungate. Per questo motivo dobbiamo essere pronti ad affrontare nuovamente, una ridefinizione del nostro stile di vita.

Se ad esempio in ambito sociale, il distanziamento potrebbe cambiare radicalmente la nostra percezione dei rapporti interpersonali

la realtà lavorativa potrebbe subire un cambiamento definitivo e perfettamente in linea con la rivoluzione smart working.

Ma cos’è effettivamente lo smart working?

Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività […] pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).

Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali

Insomma, da queste poche righe lo smart working sembra essere una tipologia di lavoro appagante e flessibile.

La realtà?

Nonostante la flessibilità del lavoro agile possa esserci d’aiuto, in questi ultimi mesi rivoluzionare la nostra concezione di lavoro è stato estremamente difficile e complicato.

Pensateci: quanti di voi erano pronti a lavorare da casa, tra quattro mura, a distanza ravvicinata con i propri famigliari?

Magari senza il “supporto” di uno studio, dividendo gli spazi tra famiglia e lavoro?

Posso affermare che l’80% di noi non era pronto ad un cambiamento così significativo in ambito lavorativo. Proprio per questa ragione, non conoscendo quale sarà effettivamente il “lavoro del futuro” dobbiamo attrezzarci.

Ebbene si. Se effettivamente il lavoro agile rimarrà un denominatore comune nelle nostre vite, dobbiamo essere pronti a ridefinire la nostra concezione di lavoro ed insieme ad essa le nostre abitudini lavorative.

La creazione di uno spazio lavorativo nella propria abitazione quanto la suddivisione e organizzazione del tempo per il lavoro quanto per sé, dovranno essere degli elementi essenziali da prendere in considerazione per il proprio futuro.

La rivoluzione smart working sembra essere iniziata, sta a noi stare al passo coi tempi.

L'articolo RIVOLUZIONE SMART WORKING proviene da Laura Home Planner.

22 Aprile 2020 / / Blog Arredamento

La tua casa parla di te e se la musica è la tua passione sarà facile indovinare cosa popola la tua libreria, i tuoi scaffali e ogni angolo libero.
Intere collezioni di CD. Sconfinate file di bluray e dvd di concerti. E sei sei un vero addicted scommetto che non mancano LP 33 giri e dischi in vinile.
Per finire, strumenti musicali, amplificatori, cuffie e un impianto stereo che si rispetti.
Se sei abbastanza fortunato da avere una stanzetta in più posso immaginare una audio room coi fiocchi. Una sala della musica in cui ascoltare, suonare, scrivere.
Uno spazio in cui staccare la spina dal mondo esterno ed immergersi completamente nel tuo pianeta parallelo.
Il tuo spazio.

Chi ha una passione così forte vuole viverla e condividerla, anche e soprattutto in casa propria.

Ho indovinato?

Che sia un omaggio alla musica, al suo linguaggio, che sia una copia delle copertine e locandine che hanno fatto la storia, o le riproduzioni di foto dei musicisti che ami di più, per i veri appassionati le pareti di casa sono un foglio bianco su cui sbizzarrirsi.
È per questo che uno degli elementi fondamentali della casa di un vero music lover sono i poster e i quadri, e il mio consiglio è che la destinazione obbligata è la selezione di posterlounge.

5 stampe per 5 diversi Music Lover

Se sulle pareti della cameretta potevamo appendere i poster con le puntine, una volta cresciuti decorare casa con qualcosa di meno grunge e improvvisato diventa un must.
Via libera allora a quadri e stampe a tema musica.

Nulla ti vieta di trasferire i poster dell’adolescenza in garage o di incorniciarli e trasformarli in un pezzo vintage da tenere sotto chiave, ma io ti consiglio di dare un occhio ai nuovi materiali come la stampa su legno, schiuma, plexi alluminio e tela.
I risultati sono notevolmente migliori e soprattutto non hanno bisogno di cornice. Un vantaggio in termini di costi e di resa finale, perché scegliere la cornice giusta può essere una vera scocciatura!

Ma passiamo alla lista dei 5 must have.

La locandina di un concerto o di un festival

Questo è un tipo di poster rock, jazz o classico che non può mancare nel tuo angolo musicale. Live e concerti sono il cuore pulsante della storia della musica moderna e contemporanea. Puoi scegliere grandi eventi come Woodstock, manifesti cinematografici di musical come Grease o locandine teatrali di opera e balletti.

La stampa di una cover che ha fatto la storia

Molto apprezzato da rocker e punk questo tipo di quadro celebra quei piccoli capolavori di grafica (ma a volte anche d’arte) che sono le cover di certi album che hanno marcato un’epoca. Come dimenticare Abbey Road dei Beatles o Bohemian Rhapsody dei Queen?

Quadri di musicisti

La personalità di alcuni musicisti ha fatto la storia tanto quanto i loro lavori.
Ognuno di noi ha un cantante o una band nel cuore, ci siamo tutti innamorati da teen ager e continuiamo a subire il fascino carismatico di questa magica categoria che sono i musicisti.

Gli oggetti iconici della storia della musica

Primo fra tutti il disco in vinile, che ha segnato l’iconografia degli anni 60 e 70. Poi il giradischi, il mangiacassette, il walkman e naturalmente le cassette. La musicassetta, quella che riavvolgevamo ruotando le bobine con le penne Bic. E chi se la dimentica?

Il tuo strumento musicale

Se sei un musicista non c’è bisogno che ti dica quanto il tuo strumento sia parte della tua quotidianità. Se poi la musica è anche il tuo lavoro, lo strumento è un compagno di vita.
Quale migliore omaggio di un quadro a lui – o lei – dedicato?

Arredare una stanza della musica

Non stiamo parlando di uno studio di registrazione, ma di una sala, saletta o angolo dove poterti dedicare ad un’unica attività. Ascoltare musica.
Ci vuole poco. Un mobile basso con dei cassetti o delle ante, magari con top forato per far passare i cavi ed evitare il caos che provocano se lasciati allo stato brado.
Un impianto stereo con casse. Un pc portatile. Delle cuffie insonorizzate.
I tuoi cd, dischi o la tua raccolta di mp3.
Una poltrona, magari quelle morbide a fagiolo per abbracciarti e cullarti.
I tuoi poster e quadri di musica alle pareti a definire che QUELLO È IL TUO SPAZIO.

Visuals by Posterlounge

22 Aprile 2020 / / Dettagli Home Decor

Vuoi anche tu una piscina in giardino e la vuoi subito? E, se possibile, anche economica e sostenibile? In questo caso le piscine prefabbricate sono la scelta giusta! 

Per realizzare una piscina nel proprio giardino ci sono diverse soluzioni tra cui scegliere. La prima domanda è: piscina in muratura o prefabbricata? Se desideri realizzarla in poco tempo e con un budget limitato, la scelta è presto fatta: una piscina prefabbricata.

Questa tipologia di piscine possono essere installate in poco tempo e sono anche più economiche rispetto alle piscine realizzate in muratura. Il costo, naturalmente, dipenderà non solo dalle dimensioni, ma anche dal modello, dagli accessori e dai materiali con cui è realizzata. L’ulteriore vantaggio è dato dal fatto che le piscine prefabbricate non necessitano di alcun tipo di lavoro invasivo per la loro installazione.

Le piscine prefabbricate offrono grandi vantaggi

Innanzitutto, come detto, l’installazione è molto più veloce rispetto ai modelli in muratura. Possono essere anche semi interrate, oppure interrate mediante uno scavo e livellando il terreno con della ghiaia che funge da isolamento.

La manutenzione è più semplice ed economica, basta effettuare una pulizia regolare prestando particolare attenzione all’impianto di trattamento dell’acqua. Se si opta per una piscina prefabbricata rimovibile, è possibile evitare anche questo, poiché al termine della stagione estiva ti basterà svuotarla, pulirla e riporla fino alla prossima estate.

Un altro grande vantaggio delle piscine prefabbricate è che sono trasportabili. Se in futuro cambi casa, potrai installarla nel tuo nuovo giardino.

Quali materiali puoi scegliere per la tua piscina prefabbricata?

  • Cemento: le piscine in cemento sono le più costose ma in cambio offrono finiture molto resistenti e durevoli. Puoi permetterti di progettare la tua piscina in cemento adattandola perfettamente ai tuoi gusti, alle tue esigenze di spazio e preferenze.
  • Acciaio: queste tipologie di piscine sono caratterizzate da una struttura durevole e resistente. Sono completate con un liner in PVC. È un sistema di comprovata efficacia pensato per durare molte stagioni di bagno offrendo una struttura di balneazione con tutte le funzionalità. La maggior parte di questi modelli sono progettate per essere installate sulla superficie e il suo sistema di assemblaggio è molto semplice da fare da soli. Naturalmente esistono anche modelli pensati per essere interrati.
  • Legno: le piscine in legno hanno una struttura molto simile alle piscine fuori terra in acciaio, ma sono fabbricate in legno. Questo permette di avere delle eccellenti finiture che si integrano perfettamente in tutti i tipi di giardini e possono essere installate sia in superficie, sia interrate o semi-interrate.
  • Poliestere e Fibra di vetro:  si tratta di piscine interrate dove la vasca è costituita da un materiale composto da poliestere rinforzato con fibra. È importante verificare le finiture che presenta. Esistono finiture in resine speciali che conferiscono caratteristiche di grande resistenza ai raggi UV e un’eccellente durata.
  • PVC: le piscine tubolari hanno una struttura di barre metalliche che si assemblano facilmente in poco tempo e che sostengono un liner in PVC ad alta resistenza. La maggior parte di questi modelli include un sistema di depurazione a cartuccia o a sabbia adattato al volume della piscina.

Piscine prefabbricate realizzate riciclando i conteiner 

Sì, proprio così. È una soluzione fattibile, ecologica, economica e decisamente originale. I container, progettati per sopportare grandi quantità di peso, risultano robusti e durevoli, quindi adatti per creare la struttura della piscina.

La società canadese Modpool ha studiato questa possibilità e modificato un container industriale al fine di renderlo anche piacevole dal punto di vista estetico. Oggi Modpool produce piscine di 6 e 12 metri di lunghezza per 2,4 metri di larghezza e una profondità di 1,35 metri. Le piscine dispongono dell’intero sistema di depurazione dell’acqua integrato nella loro struttura e possono essere collocate in giardino in pochi minuti e senza lavori invasivi.

Questa tipologia di piscine container sono adatte per incorporare anche una vasca idromassaggio o addirittura essere dotate di un sistema di riscaldamento per l’acqua.

 

L'articolo Tutto quello che devi sapere sulle piscine prefabbricate proviene da Dettagli Home Decor.

22 Aprile 2020 / / Coffee Break


E' una domanda che tutti ci stiamo ponendo, stiamo leggendo molti interventi, alcuni diametralmente opposta ad altri; ritengo che in qualsiasi caso dovremo cercare di imparare qualcosa, non possiamo permetterci di sprecare questa lezione; forse questa quarantena ci abituerà a pensare non solo più al breve periodo ma cominceremo a programmare anche sul medio e lungo periodo e poche cose lo sono come decidere di affittare o acquistare una casa.


Oggi abbiamo il piacere di intervistare l'architetto Federico Reyneri di LPzR architetti associati di Milano, lo studio ha recentemente realizzato Dom2, un appartamento a misura delle necessità di un disabile motorio, le cui foto vediamo in questo articolo.
Dom2 è una abitazione progettata per garantire un'alta qualità della vita anche in caso di lunghe permanenze.



- Federico, pensi che vivremo in una condizione di emergenza permanente? Sarà tanto grave da indurci a cambiare le regole di progettazione degli edifici?
Una pandemia come quella che stiamo sperimentando, dura un tempo limitato. Al momento ci siamo dentro, non sono in grado di stimare la sua fine ma da ciò che leggo, non potrà durare più di due-tre anni - nella peggiore delle ipotesi.
In edilizia due-tre anni sono meno del tempo di completamento di una operazione immobiliare. Gli edifici hanno una aspettativa di vita superiore ai 30 anni. L'esperienza diretta mi dice superiore ai 50 anni.
Quindi gli edifici dovranno essere idonei ad ospitarci e fornirci riparo per un tempo superiore a quello della attuale emergenza.

- Dovranno proteggerci anche dalle emergenze future, sappiamo quali saranno le conseguenze di emergenze future?
No, gli edifici dovranno quindi essere flessibili.
Mi rendo conto che sia una banalità, ma è meglio ribadire il fatto che il migliore edificio per questa emergenza, non è detto che lo sia per la prossima.
O per vivere in tempi di non emergenza, che spero sempre duri più della crisi.



- Quali sono i requisiti che una casa dovrebbe avere per garantire una piacevole permanenza anche in periodi prolungati?
Ricordo una battuta di un mio amico spagnolo che mi prendeva in giro perché gli italiani rimangono in casa con mamma e papà fino ai trent'anni. "Sai perché?" mi sfotteva "Perché in Italia le case sono grandi e comode, in Spagna invece sono piccole e buie. Quindi non vediamo l'ora di scappare".
Anche i nostri bamboccioni, pur rimanendo a casa di mammà, escono di giorno e di sera. Quando siamo invece costretti 24 ore al giorno per settimane nello stesso ambiente, viviamo l'esperienza degli astronauti. Loro sono preparati per quello. Hanno una preparazione psicologica, una motivazione forte, una data di fine-pena, compiti assegnati continui per passare il tempo. Noi dobbiamo poter ricreare a casa ciò che facciamo anche fuori (o facevamo anche fuori), per avere una esperienza completa.

Permettere la possibilità di lavorare o studiare da casa garantendo la privacy ai componenti della famiglia o, più in generale, agli abitanti, durante la nostra vita noi abbiamo i momenti famigliari, lavorativi (o di studio), di relazione con gli amici e di intimità con noi stessi.
Dovremmo avere in casa un ambiente per ognuno di questi momenti.

Facilitare il rispetto dei criteri di sicurezza per evitare contaminazioni con l’esterno:
in Giappone e nei paesi scandinavi, lasciano le scarpe fuori di casa prima di entrare.
In famiglia abbiamo adottato questa regola da vent'anni. Negli appartamenti in genere predisponiamo sempre uno spazio ove riporre cappotti e scarpe all'ingresso. Negli appartamenti più grandi vi è un ingresso e se possibile, anche un ripostiglio.
Le indicazioni degli esperti ci suggeriscono di cambiare anche i vestiti oltre le scarpe, prima di entrare in casa.

Eventualmente, poter isolare e quindi porre in quarantena alcuni membri della famiglia nel caso in cui si abbia necessità di farlo; anche in questo caso purtroppo è una questione di dimensione o di dimensione per persona. Negli appartamenti con più di una camera da letto, in genere una è dotata di bagno collegato. Un secondo bagno è a disposizione dell'altra camera e della zona giorno. La "suite" può quindi diventare uno spazio per la quarantena.



- In questo periodo di convivenza forzata, quali accortezze andrebbero prese in fase di progettazione per garantire la privacy per ogni membro della famiglia?
Quanto si può intervenire nella dimensione degli appartamenti? Sarebbe veramente facile rispondere che si consiglia di dedicare una stanza ad ogni membro della famiglia più uno spazio/studio-lavoro.
Il nodo da risolvere è quello degli appartamenti piccoli o densamente popolati, ma non ho ancora una risposta sensata a riguardo.

- Quanto sono importanti gli spazi accessori come ingressi, dispense e ripostigli per una casa salubre in questo particolare momento?
Gli ingressi e i filtri sono indispensabili. Per quanto riguarda i disimpegni, non ho mai progettato un bunker, nè al momento ritengo che vi sia necessità in Italia di accumulare scorte per far fronte alle carestie.
Spero di non sbagliarmi.

- In questo momento avere uno spazio esterno, anche piccolo è un lusso, come interviene LPzR architetti sugli spazi esterni, giardini e terrazzi per renderli un valore aggiunto dell'abitazione?
Gli spazi, tutti gli spazi, devono essere attrezzati. Un balcone deve poter essere un posto dove sostare, quindi avere almeno un tavolo e una sedia. O una sdraio, potendo. Vi deve essere una presa elettrica per poter ricaricare i nostri apparecchi elettronici, una buona illuminazione per leggere, delle piante per rallegrarci la vista. Meglio se sono piante aromatiche che possiamo utilizzare in cucina.



LPzR architetti associati, fotografie di Carola Merello