24 Giugno 2021 / / Dettagli Home Decor

bonus filtri e depuratori d'acqua

È ufficiale: sono state pubblicate le regole per accedere al Bonus filtri e depuratori. Per la prima volta, gli interventi previsti dalla Legge di Bilancio 2021 interessano anche i sistemi di affinaggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica. 

Sia privati che soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, nonché enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, potranno così migliorare la qualità dell’acqua proveniente dall’acquedotto, beneficiando di un credito di imposta fino ad un importo pari al 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l’installazione dei sistemi.

Per ogni unità immobiliare il limite massimo di spesa che dà diritto al credito d’imposta è di 1.000 euro per i privati e di 5.000 euro per gli altri soggetti. Nel caso di installazione di questi sistemi è dunque disponibile un bonus fiscale fino a 500 euro per le abitazioni private e fino a 2.500 euro negli altri casi (ad es. per i locali e le aziende), parametrato per tener conto dell’ammontare di spesa disponibile per l’intera platea dei beneficiari (5 milioni di euro per annualità).

Tra le soluzioni più avanzate di affinaggio dell’acqua del rubinetto che consentono di accedere alle detrazioni del Bonus, la linea di frigogasatori ultracompatti SELFIZZ di Culligan – in grado di erogare acqua filtrata fredda, calda e frizzante in base a diversi gusti ed esigenze. La linea Selfizz è disponibile sia per uso domestico e che per aziende, uffici, ristoranti.

SELFIZZ di Culligan

Come ottenere il Bonus

Il provvedimento appena pubblicato dall’Agenzia delle Entrate definisce i criteri e le modalità per usufruire del bonus e mette a disposizione il modello di comunicazione che va compilato e inviato all’Agenzia per poter ottenere il credito di imposta.

  • La spesa sostenuta deve essere documentata tramite fattura elettronica o documento commerciale che indichi il codice fiscale di chi richiede il credito
  • il pagamento deve essere effettuato con metodi tracciabili che consentano di identificare autore del pagamento, quindi non in contanti. Solo per le spese precedenti la pubblicazione del provvedimento (17 giugno 2021) sono fatti salvi i pagamenti avvenuti con qualsiasi modalità ed è possibile annotare il codice fiscale sulla fattura o altro documento fiscale
  • la comunicazione di quanto speso va presentata all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo a quando si è finalizzato l’acquisto, utilizzando il modello che si può scaricare cliccando qui
  • il bonus potrà essere quindi utilizzato in compensazione tramite F24 o per le persone fisiche anche in dichiarazione dei redditi, fino al completo utilizzo del bonus

I vantaggi economici e ambientali

Al sostegno economico garantito dal bonus si aggiunge un risparmio effettivo consentito dall’uso degli impianti. Infatti, la filtrazione al punto d’uso consente a una famiglia media di 4 persone che beve regolarmente acqua in bottiglie di plastica un saving di 876 euro all’anno e di ben 4.380 euro in caso di consumo d’acqua in vetro.

Una cifra che sale a circa 6.000 euro nel caso di un ristorante medio da 100 coperti al giorno che elimina le minerali in vetro.

Dal punto di vista ambientale, il Bonus filtri e depuratori mira a incentivare stili di vita più sostenibili, promuovendo il consumo di acqua del rubinetto e la conseguente riduzione dell’utilizzo di bottiglie in PET, tra le principali cause dell’inquinamento da plastica.
Basti pensare che, sempre secondo i dati Culligan, una famiglia media di 4 persone che beve quotidianamente acqua in bottiglia produce in un anno ben 72 kg di plastica.
Un impatto ancor più grave se si parla di esercizi pubblici. Ad esempio, un locale medio da 100 coperti al giorno che offre acqua filtrata ai propri clienti, nel giro di un anno evita la produzione di 792 kg di plastica.

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24 Giugno 2021 / / Dettagli Home Decor

planimetria casa

Il Catasto è un registro pubblico all’interno del quale sono conservati, in formato cartaceo o digitale, i dati relativi ai beni immobili, sia i fabbricati che i terreni. Nello specifico, i primi sono registrati al Catasto urbano mentre per i secondi esiste il Catasto dei terreni (detto anche “rustico” o “fondiario”). Il registro catastale è presente in tutta Italia, con la sola eccezione delle Province Autonome di Trento e Bolzano, dove vige il Catasto tavolare.

I dati depositati al Catasto possono essere modificati, per correggere eventuali errori o per aggiornare le informazioni relative ad un’immobile. In particolare, a seconda dei casi, è possibile richiedere una voltura o una correzione delle informazioni presenti nel registro. Di seguito, vediamo in quali casi è necessario ricorrere ad un intervento di questo tipo e quali sono le relative procedure da seguire per comunicare le variazioni al Catasto.

Correzione dei dati catastali

La correzione dei dati depositati al Catasto si rende necessaria quando vengono riscontrati errori o incongruenze. La maggior parte di questi può essere corretta mediante procedure telematiche. È il caso, ad esempio, degli errori relativi all’intestatario dell’immobile (dati anagrafici, luogo e data di nascita, codice fiscale o quota di possesso). In tal caso, è necessario disporre dell’identificativo catastale dell’immobile e gli estremi di uno dei seguenti documenti: atto d’acquisto, successione, domanda di voltura, denuncia di nuova costruzione o variazione al catasto. Lo stesso dicasi per le inesattezze relative all’immobile: è possibile che alcuni estremi risultino errati (indirizzo, ubicazione o consistenza). Per effettuare la correzione servono gli stessi documenti necessari alla rettifica degli errori sull’intestatario.

La segnalazione di incoerenza “per fabbricato non dichiarato”, invece, può essere fatta tramite il servizio di Contact Center. Registrare i beni o gli ampliamenti che non risultano accatastati è un compito appannaggio dell’Agenzia delle Entrate; quest’ultima, attraverso il proprio sito ufficiale, spiega di aver “pubblicato gli elenchi dei Comuni e delle particelle di terreno nei quali è stata accertata la presenza di fabbricati o di ampliamenti di costruzioni che non risultano dichiarati in Catasto”. I fabbricati non registrati sono stati individuate per mezzo di un processo di foto-identificazione, in collaborazione con l’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Per quanto concerne i fabbricati rurali che risultano registrati al Catasto dei terreni anziché in quello dei fabbricati, è necessario effettuare una specifica segnalazione di incoerenza per fabbricato rurale”.

Alcune istanze di carattere più specifico rientrano tra quelle che non possono essere evase online; nello specifico, è necessario rivolgersi agli uffici per una richiesta di revisione della rendita catastale o per avere informazioni generiche riguardanti le procedure informatiche o lo stadio di avanzamento dell’espletamento di pratiche burocratiche.

La voltura catastale

La più significativa variazione dei dati catastali è rappresentata dalla voltura. Il termine identifica una procedura burocratica finalizzata a registrare il cambiamento di intestatario di un immobile. Come si legge sul portale specializzato Ivisura.it, le variazioni al catasto del nominativo dell’intestatario implica la modifica dei dati anagrafici della persona fisica che acquisisce la titolarità del bene, ossia nome, cognome, luogo e data di nascita e codice fiscale. A tal proposito, è bene sottolineare come esistano due tipi di voltura catastale.

Quella per “preallineamento” viene effettuata quando è stato già dichiarato il passaggio di proprietà del bene ma la voltura non è ancora inserita nella banca dati telematica del Catasto. La voltura “per afflusso”, invece, si rende necessaria qualora il passaggio di proprietà del bene non sia stato ancora comunicato agli uffici del Catasto; di conseguenza, la procedura prevede la presentazione del documento ufficiale che attesta il passaggio del titolo da un soggetto all’altro. Per volture incomplete, infine, è possibile richiedere il recupero automatico per integrare le informazioni mancanti.

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