27 Settembre 2022 / / La Gatta Sul Tetto

La pietra naturale è uno dei materiali più antichi utilizzati per costruire edifici. Questo è il primo articolo dedicato ad una serie sulla pietra naturale nell’edilizia.

pietra naturale
La pietra si può definire come un frammento proveniente da una roccia caratterizzate da durezza, compattezza e assenza di elementi metallici. Il nome deriva dal latino petra.  

Dalle pietre derivano i sassi, i ciottoli, ovvero sassi levigati dall’acqua, e la ghiaia, composta da frammenti più piccoli. Sono pietre le pietre preziose e semi-preziose, ma nel nostro ambito quelle che ci interessano sono quelle da costruzione. Ne esistono di svariati tipi, ognuna con le sue caratteristiche fisiche ed estetiche, ma prima di affrontare la parte tecnica, vediamo un po’ di storia.

La pietra naturale nella storia

Oltre al legno, la pietra è il materiale più antico utilizzato per la costruzione di abitazioni, luoghi di culto o sepolture. L’uomo scopre le qualità della pietra nel Paleolitico, ben 3 milioni di anni fa, e la utilizza per creare utensili vari, suppellettili, statuine. A partire dal neolitico, era che segna l’inizio della vita sedentaria, l’uomo avverte la necessità di costruire ripari stabili. Compaiono costruzioni megalitiche come i dolmen o costruzioni in pietra a secco di forma tronco conica come i nuraghi in terra sarda. Delle abitazioni rimane ben poco, anche perché spesso si trattava di capanne costituite da una base in pietra con una copertura realizzata con materiali fragili, come fibre naturali, terra, pelli di animali, legno.

Rappresentazione di una capanna di Terra Amata secondo la ricostruzione di Henry De Lumley

Tuttavia, lo straordinario esempio del villaggio di Skara Brae, nelle Isole Orcadi, in Scozia, deve farci riflettere sulla reale diffusione e livello tecnico delle abitazioni in pietra in epoca preistorica.Il suo buono stato di conservazione è sicuramente dovuto alle caratteristiche ambientali favorevoli, ma possiamo immaginare che esistessero strutture simili anche in altri luoghi del mondo. Il villaggio, scoperto per caso negli anni venti del secolo scorso, risale al neolitico, e fu costruito intorno al 3100 a.C. Le case erano scavate nel terreno e avevano muri in pietra a secco, diverse stanze, arredamento in pietra che comprendeva armadi, giacigli, un focolare al centro e perfino un rudimentale bagno collegato ad un sistema di drenaggio.

credits: https://www.flickr.com/photos/raptortheangel/

La pietra rimase il materiale di costruzione prediletto da tutte le civiltà antiche, dagli Egizi fino ai Romani. Per l’edilizia monumentale veniva impiegato il marmo, già allora molto ricercato. La Grecia, del resto, era ricca di cave di pregiati marmi bianchi, come il Pentelico, usato per costruire il Partenone. Greci e Romani introdussero la tecnica del mosaico, realizzato con ciottoli o con tessere di marmo, per rivestire pavimenti e pareti. 

Il Partenone nell’Acropoli di Atene, 447 a.C.
pietra naturale
Pavimento della basilica di Santa Maria in Cosmedin, VI sec., Roma. Credits

La pietra è utilizzata nel Medioevo per costruire castelli, chiese, monasteri e palazzi nobiliari, mentre i meno abbienti dovevano accontentarsi di legno e terra. Fu un periodo nel quale si utilizzavano le materie prime più accessibili, motivo per cui le pietre da costruzione provenivano dalle cave in prossimità. Questo ha favorito la nascita di villaggi e città “monocolore”, secondo la colorazione della pietra locale. 

Acropoli di Arpino, Arpino (Fr), Italia

A partire dal Rinascimento la pietra perde importanza come materiale strutturale, e viene mano a mano sostituita dal laterizio. Il suo ruolo diviene puramente decorativo, per rivestire facciate, strade, pareti e pavimenti.

pietra naturale
Rivestimento con marmo lavorato a bugnato in forma di diamante, Palazzo dei Diamanti, progettista Biagio Rossetti, 1493, Ferrara.

Oggi si parla tanto di pietra ricostruita o di biopietra per le costruzioni sostenibili. La pietra naturale non può essere considerata un materiale ecologico, visto che le cave deturpano il paesaggio. Tuttavia, la pietra ricostituita ricavata dagli scarti di lavorazione, o l’utilizzo di pietre dal forte potere isolante, come la pietra pomice, possono contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. 

Classificazione commerciale delle pietre naturali

In Italia la classificazione commerciale delle pietre è regolata dalle norme UNI-8458. In base alla classificazione commerciale le pietre vengono denominate “prodotti lapidei”, e si dividono in 4 gruppi, definì in base alla durezza, lucidabilità, origine e composizione:

Marmi: rientrano in questo gruppo tutte le rocce cristalline, compatte e lucidabili, prevalentemente costituite da minerali di durezza 3 o 4 sulla scala di Mohs come calcite, dolomie e serpentino. Rientrano in questa categoria i marmi veri e propri, tutti i calcari e le rocce sedimentarie lucidabili ad eccezione del travertino, le brecce, le puddinghe, l’onice e l’alabastro.

Graniti: tutte le rocce fanero-cristalline, compatte e lucidabili, formate soprattutto da minerali di durezza 6 a 7 sulla scala di Mohs (ad esempio quarzo e feldspato).
Comprende tutte le varietà di granito, gabbro e sienite; i basalti, i porfidi; la diorite e alcune rocce metamorfiche di origine vulcanica come lo gneis.

Travertino: roccia calcarea sedimentaria ricca di cavità, compatta, lucidabile o non lucidabile in base alla varietà.

Pietre: tutte le rocce non lucidabili indipendentemente dalla loro origine, durezza e composizione mineralogica. Vi rientrano materiali molto diversi, come l’arenaria, i tufi, l’ardesia, la quarzite. In questa classificazione le rocce sono suddivise in:

  • rocce tenere e/o poco compatte: tufi e rocce sedimentarie clastiche
  • rocce dure e/o compatte: rocce magmatiche effusive e pietre a spacco come ardesia, gneiss, quarziti.

Caratteristiche delle pietre naturali

Conoscere le caratteristiche delle pietre naturali è importante per scegliere il prodotto lapideo adatto al progetto. Per questo, vanno consultate le schede tecniche che accompagnano il prodotto prescelto. 

Oltre all’aspetto e al colore, sono molto importanti fattori come l’igroscopicità (attitudine ad assorbire l’umidità), la gelività (resistenza al gelo) e la resistenza al fuoco

Inoltre, vanno considerati fattori come la durezza, la divisibilità, ovvero la tendenza a spaccarsi in alcuni punti, la durevolezza e l’aderenza alle malte.

Infine, un fattore molto importante è la lavorabilità, ovvero la possibilità di creare manufatti e finiture utilizzando diverse tecniche e attrezzature. Gli interventi previsti sono la spaccabilità, la segabilità, la scolpibilità e la lucidabilità.

Nella seconda parte analizzeremo la genesi delle pietre, per imparare a distinguerle e a individuare le loro caratteristiche principali.

27 Settembre 2022 / / Dettagli Home Decor

Perchè scegliere i pavimenti in pvc ad incastro per interni

Sotto forma di doghe o piastrelle, i pavimenti in pvc ad incastro sono particolarmente adatti alle ristrutturazioni grazie agli spessori ridotti e alla facilità di posa. I prodotti di ultima generazione sono caratterizzati da alta qualità e da un’estetica rinnovata. Inoltre, sono resilienti, antiscivolo, impermeabili e fonoassorbenti.

Ma scopriamo insieme tutte le caratteristiche, perché sceglierli, come trovare il modello giusto e come posare fai da te una pavimentazione in pvc ad incastro.

Pavimentazioni in pvc di nuova generazione

Fra le diverse tipologie di pavimenti disponibili sul mercato, oggi le pavimentazioni in pvc stanno riscuotendo un grande interesse. Il successo è legato soprattutto all’uso in caso di ristrutturazione di un pavimento preesistente che non si vuole o si può demolire per comodità o per limitare i costi.

I pavimenti in pvc di nuova generazione sono costituiti da più strati e ottenuti per pressatura. Alla base si trova uno strato di pvc compatto, sopra, fibra di vetro a garantire stabilità dimensionale, un film decorativo stampato su supporto in pvc e uno strato d’usura superiore. Il risultato è un prodotto più strutturato, resistente e curato nell’estetica. Le tipologie più vendute sono i pavimenti autoadesivi e quella dei cosiddetti pavimenti ad incastro o a click.

Pavimenti pvc di nuova generazione

In entrambi i casi l’innovazione tecnologica oggi permette di produrre pavimentazioni in grado di imitare le più diverse superfici. Dai pavimenti in pvc effetto legno a quelli che riproducono i marmi e le ceramiche, senza dimenticare quelle più moderne e al passo con le tendenze come metalli, resine e cementi. Anche per quanto riguarda i formati i pavimenti in PVC si sono evoluti notevolmente e garantiscono ora una vasta gamma di scelta, dalle doghe alle piastrelle.

Per sottolineare la differenza con i prodotti più economici prevalentemente venduti a rotoli, i pavimenti in pvc di nuova generazione sono chiamati LTV, ovvero Luxury Vynil Tile.

scegliere piastrelle e doghe in pvc per interni

Perché scegliere i pavimenti in pvc ad incastro per interni

Quando si è in procinto di ristrutturare casa la scelta di rinnovare le superfici optando per un pavimento in pvc ad incastro offre diversi vantaggi da non sottovalutare. Primo fra tutti la posa facile, pratica e veloce unendo le doghe o le piastrelle con un semplice incastro. Di conseguenza il pavimento è subito calpestabile. Inoltre, con la posa a click, si ha la possibilità di sostituire velocemente ogni doga o piastrella senza dover intervenire sul resto della pavimentazione. La posa ad incastro può essere effettuata su un nuovo massetto perfettamente liscio oppure sopra un pavimento esistente, grazie allo spessore di soli 3-5 mm. Chi ha una buona manualità può anche eseguire il lavoro da solo, risparmiando sui costi.

A questi vantaggi, se ne sommano altri, quali:

  • la resistenza ad abrasioni, urti accidentali, macchie e sostanze chimiche;
  • il pavimento in pvc è fonoassorbente, antiscivolo e impermeabile
  • sono facili da pulireperché antistatici, idrorepellenti e resistenti all’umidità, permettendo quindi di evitare che si formino muffa e batteri;
  • una volta posato non ci sono fughe e dunque non dobbiamo preoccuparci di eventuali accumuli di sporco e polvere;
  • il pvc è atossico, ecologico e permette di avevi consente di avere pavimentazioni a basse emissioni;
  • è compatibile con il riscaldamento a pavimento;
  • la vasta scelta di pattern e decoricapaci di replicare egregiamente altri materiali come pietra, legno, cemento e marmo permette di trovare il colore e la fantasia più adatta alle proprie esigenze;
  • possono essere installati in qualsiasi ambiente della casa grazie alla loro resistenza e durevolezza
  • il buon rapporto qualità/prezzo del pvc

Come scegliere un pavimento in pvc ad incastro

Come scegliere un pavimento in PVC ad incastro

Per chi è alla ricerca di una pavimentazione in pvc, basta fare una ricerca online per trovare le offerte migliori. Un esempio è il sito BRICOFLOR, che propone oltre 600 modelli di pavimenti in pvc delle migliori marche, come Gerflor o Tarkett, a partire da 19,95 € al m². In fase di acquisto, però, è necessario considerare alcuni aspetti tecnici che andranno a incidere sulla resa della superficie nel tempo.

Trattandosi di un pavimento flessibile, occorre prestare attenzione alla resistenza in base all’uso, secondo la norma EN 685. Per le abitazioni la classe 21 è indicata per il traffico leggero delle camere da letto; 22 carico medio per zona giorno e 23 carico intenso per corridoi e cucine.

Le classi 31, 32, 33 e 34 si riferiscono invece al PVC che può essere installato in spazi commerciali, mentre le classi 41, 42 e 43 certificano che le tavole in PVC sono indicate per l’uso in ambito industriale.

Al momento dell’acquisto è bene verificare anche lo strato di usura, cioè la capacità di resistere a graffi e abrasioni. Questo valore va da 0,20 mm a 0,70 mm per i PVC più resistenti. Come detto lo spessore medio del PVC ad incastro varia da 3 a 5 mm.

Come posare fai da te una pavimentazione in pvc ad incastro

Come posare fai da te una pavimentazione in PVC ad incastro

Come detto, i pavimenti in PVC ad incastro offrono una posa flottante, quindi senza l’utilizzo di adesivi, colle o malta. Sarà sufficiente appoggiare le doghe a terra e agganciarle tra loro tramite le apposite scanalature e linguette. Il PVC può essere applicato su massetto e pavimento preesistente. Prima della posa occorre verificare che il fondo sia ben pulito. Inoltre, è importante controllare che non ci siano avvallamenti o fessure che possono compromettere il risultato finale. Per rendere più regolare la superficie basta applicare della malta autolivellante che renderà il sottofondo più uniforme.

Per la posa del pavimento in pvc ad incastro gli esperti consigliano di partire da uno degli angoli della stanza. Adagiate la prima doga o piastrella e fissate le successive fino ad arrivare all’altro lato della stanza. L’ultima lamina può essere adattata secondo la lunghezza che vi serve incidendola con un taglierino e spezzandola. Completata la prima fila, proseguite con le altre fino a coprire tutta la stanza. Per essere certi che l’aggancio sia avvenuto correttamente, potete battere le tavole con un manico di martello o un martelletto di gomma.

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