3 Giugno 2020 / / VestaArredo

Il fango rosso è un rifiuto generato dalla lavorazione della bauxite impiegata per la produzione industriale dell’alluminio.

A livello mondiale vengono prodotte ogni anno circa 77 milioni di tonnellate di questo materiale pericoloso.

Con un volume di rifiuti così importante lo smaltimento del fango rosso è sicuramente uno dei problemi ambientali più importanti per quanto riguarda l’industria mineraria.

Bauxite e “fango rosso”, come si crea questo rifiuto

Il fango rosso è un sottoprodotto che si crea dal processo Bayer, il processo primario per la raffinazione della bauxite al fine di ottenere allumina che è la materia prima per la produzione dell’alluminio.

Normalmente un impianto di lavorazione della bauxite genera fango rosso in rapporto da uno a due rispetto all’allumina prodotta.

Questo rapporto è variabile in base al tipo di bauxite lavorata e da come la bauxite viene estratta.

Il fango rosso è costituito da una miscela di solidi e di ossidi metallici.

Il caratteristico colore rosso mattone da cui deriva il nome fango rosso è dovuto agli ossidi di ferro, che possono raggiungere il 60% in peso della sostanza.

Il fango è estremamente basico, con un pH che può variare da 10 a 13. Questo a causa proprio del ferro, ma anche silice, residui di allumina non estratta e biossido di titanio.

Perchè il fango rosso è un problema

Il problema più grande che rappresenta l’emergenza legata al fango rosso, derivato dalla bauxite, è il suo smaltimento.

Nella gran parte dei casi, una volta prodotto questo rifiuto, è scaricato in bacini di decantazione e accumulo.

Nonostante questi creino splendide immagini satellitari, i costi ambientali sono enormi.

Purtroppo il fango rosso consuma territorio, che non può essere edificato o coltivato neanche quando il fango è secco.

Essiccare il fango con impianti richiede molta energia a causa del calore latente di evaporazione dell’acqua.

Possibili soluzioni

Lo scarico di fango rosso dal punto di vista ambientale è rischioso anche a causa della sua elevata alcalinità.

Sono comunque in corso ricerche per capire come poter utilizzare questo scarto della bauxite, circa 2-3 milioni di tonnellate all’anno sono utilizzate per:

  • produzione di cemento
  • la costruzione di strade
  • fonte di ferro.
  • produzione di calcestruzzo a basso costo

La società Vedanta Aluminium Ltd ha commissionato un’unità di produzione di polvere da fango rosso presso la raffineria di Lanjigarh, in India, è stata la prima nell’industria dell’allumina ad affrontare questi importanti rischi ambientali.

R.E.D. Mud

Come abbiamo visto il residuo di bauxite, è un residuato dell’industria dell’allumina.

Oltre 77 milioni di tonnellate vengono prodotte ogni anno e lasciate inutilizzate in fosse giganti.

Un gruppo di designer del Royal College of Art di Londra ha ideato il “progetto R.E.D. Mud” ( Red Mud è l’inglese per Fango Rosso ma R.E.D. è anche acronimo per Residue Enabled Design cioè “Progettazione Grazie ai Residui”).

Per esplorare i metodi di trasformazione del fango rosso, creando set di stoviglie in “ceramica” e altre forme funzionali.

Il team, composto dai designer Guillermo Whittembury, Joris Olde Rikkert, Kevin Rouff e Luis Paco Bockelmann, ha escogitato un modo per raccogliere questo residuo di fango rosso e trasformarlo in materiale ceramico utilizzabile e sicuro.

intera collezione ottenuta da scarti di bauxite dal progetto Red Mud
Elementi del Progetto R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)

Creazione della serie

Hanno acquistato il fango rosso dal sud della Francia con l’aiuto di Alteo, una delle prime raffinerie di allumina al mondo.

Attraverso centinaia di test, hanno sviluppato i propri corpi ceramici, smalti e calcestruzzi, tutti realizzati con il materiale.

Hanno lavorato a stretto contatto con laboratori di ricerca, ceramisti e fabbriche in tutta Europa, per creare una serie di oggetti dal materiale scartato della bauxite.

Forme e colori

La scelta estetica della serie di stoviglie in fango rosso si ispira a quella di una fabbrica, con forme che riecheggiano camini, silos e ciminiere.

Gli smalti sono stati inoltre sviluppati utilizzando lo stesso materiale, data l’abbondanza di ossidi metallici nella sua composizione.

terra cotta smaltata del progetto Red Mud
Stoviglia smaltata dalla Collezione R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)

Il risultato è un set di stoviglie ispirato alle fabbriche moderne da cui proviene la maggior parte del fango rosso.

Il materiale è composto principalmente da ossido di ferro (ruggine), caratterizzando il set di stoviglie con il suo colore rosso vibrante.

Usando temperature di cottura diverse però sono stati in grado di creare vari colori dallo stesso materiale, i risultati hanno creato una varietà di colori in base alla temperatura di cottura che vanno da un morbido terracotta rosso, fino al viola, e infine quasi nero.

Lo scopo del progetto

Il team di progettisti, con la sua sperimentazione di ceramiche funzionali, strutturali e decorative, mira a evidenziare il potenziale e la versatilità di questa risorsa secondaria come alternativa all’utilizzo di materie prime vergini.

Lo scopo è anche quello di sensibilizzare le persone all’impatto dei materiali che ogni giorno vengono dati per scontati, come l’alluminio, e di realizzare il potenziale delle loro controparti di sottoprodotti.

Il progetto R.E.D. Mud mette in discussione la nostra nozione di riutilizzo di “rifiuto” e mostra il valore dei materiali secondari in un mondo di risorse limitate.

collezione Red Mud da scarti di bauxite
Collezione R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)

Potrebbero aiutare gli altri progettisti a pensare ai rifiuti di produzione quando scelgono i materiali per i loro progetti.

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3 Giugno 2020 / / +deco

We know that IKEA has always been upfront in design research and has always worked to find new environmentally friendly solutions for packaging and producing but this time they have outdone themselves. On United Nations International Bee Day, May 20 IKEA’s research and design lab SPACE10 has teamed up with design studio Bakken & Bæck and industrial designer Tanita Klein and they have launched Bee Home, a free and open-sourced design that allows everyone to design your very own Bee Home in just a few minutes.

This is how it works:
“Step 1: Design. Visit Bee Home website and design your own Bee Home based on predefined parameters. This means you not only select the size, height and visual expression, but also define if you want to place your Bee Home on a rooftop, a backyard or on a balcony. This makes the design process fun, intuitive and easy enough that it can be done in a matter of minutes.
Step 2: Fabricate. When satisfied with your design, you download the design files instantly and for free, which you then forward to your local makerspace and have them make it locally and on demand. On https://www.beehome.design/ you can find a list of makerspaces in your local area.
Step 3: Place.The final step is to place your Bee Home and plant some flowers.”

Bees are under increasing threat of extinction, as Myles Palmer, Project Lead at Bakken & Bæck explains:
“To reconnect with the many bees in our environment, we need to give back what we have taken from them: their homes. By designing new interactive experiences, we can create a more sustainable manufacturing process for doing so: one that is truly open-sourced, informed by local living and customisable for many contexts and uses.”

Images courtesy di SPACE10

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