Io lavoro seguendo dei principi rigidi. In ogni ristrutturazione che seguo devono essere rispettati, altrimenti ritengo di non fare il mio lavoro nel modo corretto.

E soprattutto di mancare di rispetto ai miei clienti…

Uno di questi principi è: tutte le carte devono essere in regola.

Che poi in sostanza significa: non commettere un abuso nella tua ristrutturazione…

In questi giorni sto avendo l’ennesima dimostrazione di come questo sia vero: la burocrazia presenta sempre il suo conto.

mailling list per ristrutturare casa

E adesso lo sta facendo con due sorelle che nel 1974 hanno ereditato un paio di appartamenti in un paese del sud Italia.

Si tratta di appartamenti che appartenevano al padre che a sua volta li aveva ricevuti in donazione dalla madre nel 1952.

La quale a sua volta li aveva acquistati nel 1927.

Quindi stiamo parlando di case con un bel po’ di anni sulle spalle.

Case che arrivano da un periodo in cui oggettivamente gli interventi edilizi si facevano un po’ “alla carlona”.

Però periodi in cui la burocrazia era oggettivamente molto più semplice di oggi.

All’epoca per costruire i palazzi erano sufficienti un foglietto con la domanda e un disegno “tipologico” delle piante, prospetti e sezioni.

Oggi per realizzare una ristrutturazione può essere necessario presentare un plico di un centinaio di pagine…

…ma torniamo a noi e alle arzille vecchiette e ai loro appartamenti…

ABUSI FATTI OLTRE 50 ANNI FA PRESENTANO IL CONTO OGGI

Questi due appartamenti erano affittati alle stesse due famiglie da decenni.

Le due proprietarie, da quando li hanno ereditati, non ci hanno mai fatto nessun intervento.

Quasi cinquant’anni senza una minima ristrutturazione se non opere di manutenzione ordinaria per mantenerli non dico in efficienza…ma quanto meno utilizzabili.

Gli inquilini erano ormai anziani e qualche anno fa è morto uno di loro, seguito dopo poco tempo anche dalla moglie.

In sostanza si è liberato un appartamento.

Verso la fine di gennaio di quest’anno mi contattano le due proprietarie perché vogliono vendere l’immobile.

Io non sono un agente immobiliare, però sono il loro tecnico di fiducia. E come tutti i tecnici naturalmente ho i miei contatti.

Trovo subito un’agenzia di fiducia a cui affidare la vendita.

Nel frattempo comincio a guardarmi le carte di quegli immobili: li conoscevo già per averci fatto una perizia nel 2011 e mi ricordavo che non era proprio tutto a posto…

Comunque mi faccio consegnare tutta la documentazione che avevano e comincio a studiarla da capo dopo quasi dieci anni.

Nel frattempo arriva il COVID (siamo a febbraio 2020) e tutto rallenta.

Dovevo fare degli accessi agli atti al Comune e in conservatoria ma non è più possibile.

L’agenzia immobiliare però lavora bene e riesce a trovare un compratore interessato.

Siamo appena usciti dalla quarantena forzata e devo rimettere in moto tutta la macchina…

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Tutti i problemi che ho trovato…

Approfondisco tutte le carte che avevo e i problemi cominciano a fioccare.

Questa la situazione catastale:

  • Secondo il catasto i due appartamenti non sono due ma in realtà sono quattro unità immobiliari.
  • Dalle planimetrie di queste quattro unità immobiliari risulta che una è divisa a metà tra i due appartamenti.
  • Inoltre di una non si trova la planimetria catastale.
    …all’epoca qualcuno si è scordato di inserirla…

A fronte di tanto caos a livello catastale avevo assolutamente bisogno di vedere se nell’archivio comunale ci fosse qualche pratica edilizia che potesse fare un po’ di chiarezza…

…ingenuamente speravo che fossero stati fatti dei lavori interni regolarmente (oltre 50 anni fa…) e che semplicemente non fossero state aggiornati i dati catastali.

Ma dal Comune arrivano notizie negative: non risulta nessuna pratica edilizia per quell’immobile…

Quindi l’attuale divisione interna è abusiva…

…oppure gli atti sono andati completamente persi.

…di bene in meglio.

Ma non è finita qui. Infatti poi sono passato a guardarmi tutti gli atti di provenienza dell’immobile.

Un disastro…non ce n’è uno che riporti gli stessi dati del precedente: descrizioni diverse, estremi catastali diversi….

Addirittura nelle varie trascrizioni degli atti avvenute nel tempo si sono persi dei pezzi per strada.

Ad esempio nella trascrizione del primo atto di donazione (quello dalla nonna al padre dell’attuale proprietaria per intenderci…) è scomparsa la particella di una stanza…

…e questo errore si è trascinato in tutti gli atti successivi…quindi, secondo l’ultimo atto esistente una porzione di immobile…non è di nessuno!

Cosa significa tutto questo caos?

Che l’appartamento così com’è non può essere venduto!

Con un potenziale acquirente che sta bussando fuori dalla porta con i soldi in mano…

Fortunatamente le due vecchiette sono realmente arzille e non si sono perse d’animo.

Mi hanno detto subito: “sistemiamo tutto e poi vendiamo”

…Come risolvere i problemi!

[spoiler: spendendo un sacco di soldi]

Cosa devono fare adesso le due proprietarie per sistemare i “lavori allegri” fatti da loro padre oltre cinquant’anni fa?

  1. Devono pagare un tecnico che predisponga tutte le pratiche edilizie necessarie (quel tecnico sarebbe il sottoscritto…).
    Fortunatamente sono “abusi” che possono essere riportati in regola senza grossi problemi. Se non fosse che…
  1. Devono pagare anche una multa di 1.000€
  2. Devono pagare un geometra che faccia tutte le necessarie variazioni al catasto (frazionamenti, accorpamenti, nuovi inserimenti in mappa…)

Insomma: devono investire parecchie migliaia di euro per riuscire a vendere un immobile che, a conti fatti, vale pochi soldi…

Mi ricordo che, ormai oltre dieci anni fa, in uno dei primi progetti a cui ho collaborato con lo studio di cui poi sarei diventato socio, un cliente voleva fare un abuso.

Dopo averci fatto penare le pende dell’inferno per ottenere il permesso di costruire della sua nuova villa…voleva raddoppiare il piano interrato abusivamente.

Così…perché voleva togliersi lo sfizio…

Mi ricordo che all’epoca tentammo in tutti i modi di dissuaderlo ma la risposta fu:

“che me ne frega…poi se la vedranno i miei figli quando muoio”

La mentalità di questo signore era: adesso faccio quello che voglio per poi scaricare i problemi a chi verrà dopo…

…non lo so: io ho un figlio e onestamente non mi sembra una gran cosa scaricargli dei sicuri problemi futuri per fare “un po’come ca**o mi pare” (per chi ha colto è una citazione da un programma televisivo di circa venti anni fa…).

Naturalmente in quel caso abbiamo scaricato il cliente (peccato perché la villa era veramente bella e vederla realizzata sarebbe stato motivo di orgoglio…).

I suoi figli si troveranno con un abuso che probabilmente sarà insanabile…in bocca al lupo…

…invece le arzille vecchiette non le scarico. Loro non hanno nessuna colpa ed aiutarle è il minimo che posso fare.

E poi fortunatamente si ritrovano tra le mani un abuso che può essere sistemato.

Però si tratta pur sempre di spendere soldi per sistemare un problema che non hanno causato loro.

Quando affermo che bisogna fare sempre le cose in regola intendo proprio questo.

La legge prima o poi presenta il conto…fare le cose in regola adesso significa risparmiarsi spese e scocciature domani (tu o i tuoi eredi…).

ABUSIVISMO NON E’ SOLO COSTRUIRE EDIFICI ABUSIVI…

L’abusivismo edilizio in Italia è un problema grave: nel 2015 il 19,7% degli edifici realizzati era abusivo (nella regione in cui vivo addirittura il 50,6%).

È un vizio che noi italiani non riusciamo a toglierci.

E se pensi che nelle ristrutturazioni la situazione cambi di molto ti sbagli: le ristrutturazioni senza pratiche edilizie probabilmente hanno percentuali ancora maggiori (purtroppo è molto complesso farne un censimento…).

Ma, anche se sono abusi “minori” (cioè che è quasi sempre possibile regolarizzare pagando solo una multa), si tratta sempre di opere irregolari…con tutte le conseguenze del caso.

Ristrutturare casa in modo regolare è un processo quasi matematico…e come farlo è l’argomento che tratto nel mio libro che trovi su Amazon a questo indirizzo:

https://amzn.to/2YULyPN

Anche se pensi “ma io voglio fare le cose in regola”, non è così automatico riuscire a farle realmente in regola…

Nel libro ti faccio vedere il mio “metodo scientifico per ristrutturare casa”…che ti aiuta anche a farlo senza commettere abusi.

Sempre che ti interessi non lasciare casini ai tuoi figli…

mailling list per ristrutturare casa

L'articolo Come far impazzire due arzille vecchiette che devono vendere un appartamento ereditato nel 1974 per abusi realizzati oltre 50 anni fa. sembra essere il primo su RistrutturazionePratica | la corretta pianificazione e gestione della ristrutturazione.

11 Maggio 2020 / / Design

cucina a scomparsa

Ormai siamo entrati nell’ottica di capire il vero valore della nostra casa e l’ arredo gioca un ruolo fondamentale specialmente per lo spazio cucina che riveste il centro nevralgico della multifunzionalità domestica.

TM Italia è da sempre ambasciatore di questo messaggio e sta promuovendo per gli addetti al settore un programma di formazione progettuale passando attraverso tutta la rete di collaboratori e di servizi integrati finalizzata ad una crescita del suo focus aziendale dedicato all’ambiente cucina che si traduce nelle case in progetti unici ed originali di fronte alla richiesta di ogni singolo cliente.

Living integrato

Gli ambienti contenuti della casa di oggi vanno ad unire cucina e living in un unico ambiente. Per questo lo spazio funzionale della cucina stessa tende a ridursi e si cercano sempre nuove idee per ottimizzarla e renderla al contempo bella all’occhio e complementare al resto dello spazio giorno, tecnicamente si va a creare un living integrato. Cosa significa? Significa che la cucina e il soggiorno si uniscono, si abbinano ed armonizzano per essere ben amalgamati.

La problematica si riscontra nell’ ambiente ridotto con la necessità di sfruttare al massimo ogni centimetro; se le metrature non sono generose nasce il bisogno di nascondere la cucina, del tutto o in parte con effetti salvaspazio, soprattutto per monolocali e bilocali, cercando un buon impatto visivo e mantenendo i passaggi liberi da ingombri. Da qui TM Italia propone la scelta di una cucina a scomparsa.

Cucine a scomparsa per TM Italia

TM Italia vuole valorizzare la cucina a scomparsa come scelta efficace e di grande pregio. Imponenti armadiature vanno a celare spazi sorprendenti, rivelandoli solo all’occorrenza: postazioni lavorative e angoli operativi come cottura o lavaggio, che per magia si nascondono tramite ante battenti o scorrevoli.

Tra le colonne le ante si ritraggono o scompaiono in vani laterali utilizzando diversi sistemi di movimentazione estremamente fluidi, la scelta è ampia. Una volta chiuse le ante l’ambiente rimane ordinato e lineare per tutte le attività quotidiane.

La cucina a scomparsa TM Italia con un semplice gesto si trasforma così in un complemento d’arredo dove i volumi lineari si integrano sinergicamente con l’ambiente living e coniugano armonicità e ricercatezza. La giusta commistione tra compattezza, funzionalità ed estetica.
Sobria e con i suoi dettagli sartoriali permette di svelare come in un grande palcoscenico, il quotidiano spettacolo della cucina italiana, mantenendo tutto raccolto in un unico elemento plurifunzionale.

Articolo di Silvia Fabris

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11 Maggio 2020 / / Architettura

La scuola è costantemente al centro di rivoluzioni e cambiamenti, sia per quanto riguarda la didattica – che diventa sempre più digitale – sia in relazione ai diktat di architettura e design. Si va in cerca delle migliori soluzioni per assicurare il benessere e la completa sicurezza a studenti e insegnanti, in modo da facilitarne le prestazioni emozionali e intellettive. Bisogna fare mente locale sul fatto che, al giorno d’oggi, c’è una concezione dell’educazione di stampo sempre più olistico: si pone cioè al centro ogni aspetto legato alla percezione. Quando si pensa alle scuole, non ci si riferisce ormai a uno spazio ‘altro’ e anonimo, destinato allo svolgimento di attività di tipo esclusivamente razionale, con una struttura compartimentalizzata e fitta di ‘muri’ accademici. Il corretto sviluppo dell’intelletto e di una sana curiosità passa anche attraverso la progettazione ad hoc di spazi e superfici, specie i pavimenti. Il contatto sociale e le attività che avvengono nell’ambiente architettonico, dove gli studenti passano parecchie ore, devono essere di tipo esperienziale e immersivo.

I vantaggi di scegliere pavimenti in gomma per aule e corridoi

Gli architetti possono giocare un ruolo decisivo, sia per quanto riguarda il miglioramento della qualità dell’aria che in tema di igiene, pulizia e libertà creativa. Le soluzioni intelligenti per raggiungere simili obiettivi non mancano come, ad esempio, i pavimenti in gomma per le scuole prodotti da Artigo. Da un punto di vista acustico, innanzitutto, sono perfetti per ridurre il rumore dovuto al calpestio in entrate, corridoi e tutte quelle zone comuni ‘ad alto traffico’. Inoltre, consentono di ottenere un miglioramento sensibile della qualità dell’aria – il che favorisce le prestazioni intellettuali – dal momento che i pavimenti in gomma si caratterizzano per una bassissima emissione nell’aria interna di sostanze (dunque tutelano la salute di chi si trova negli ambienti). Soprattutto, a livello estetico sono belli da vedere e possono configurarsi – a tutti gli effetti – come veri e propri elementi di design: c’è infatti massima libertà creativa nell’impiego di forme e colori, da utilizzare per rendere i luoghi stimolanti e piacevoli. Si possono realizzare sul pavimento pattern e textures, dove i colori si intrecciano alla perfezione (grazie alla tecnologia ‘waterjet’), passando per mix inediti di gomma, legno e tessuti.

Massima igiene, facilità di pulizia e manutenzione

I pavimenti in gomma Artigo si offrono come assoluto presidio di sicurezza. Quest’ultima viene garantita anche da un alto livello di igienicità. Sarà poi utile sottolineare un ulteriore aspetto, che si lega strettamente al concetto di prevenzione dei pericoli: la gomma è infatti un materiale dalle importanti proprietà antiscivolo. Questi pavimenti sono inoltre conformi alle principali certificazioni ambientali europee: l’obiettivo è quello di contribuire alla creazione di ambienti interni sani, anche in tema di sostenibilità degli edifici. Il design e i concetti olistici si fanno sempre più largo nella progettazione delle scuole: i pavimenti in gomma si offrono in particolare come strumento per favorire lo sviluppo delle capacità cognitive, i contatti sociali e sono in grado di stimolare l’affettività verso la scuola. Quest’ultima, dunque, può essere resa più divertente, allegra e al tempo stesso appassionante: un percorso virtuoso, che contribuisce a formare adulti consapevoli.

L'articolo Architettura e design, così la scuola diventa immersiva proviene da Dettagli Home Decor.

11 Maggio 2020 / / +deco

I don’t know if I have ever mentioned that the background of +DECO homepage was drawn by me. Since I was a kid, I have enjoyed filling pages and pages of scribbles and doodles, mini forms that interlock and form patterns. The inspiration came from my cousin who used to write beautiful notes to me, with elegant hand-writing and similar patterns to those on my homepage.

Jason Chambers plays with shapes as well but in a more complex way. His world is clearly inspired by Picasso, by Surrealism but also by Cubism; it reveals many surprises. His drawings are fun and dreamy at the same time, they are an expression of a stream of consciousness, almost made by an inevitable necessity from the pen. If you look properly, between the interlinking of shapes and lines, eyes appear (many eyes), faces, mouths, letters, birds, butterflies, flowers, ears and limbs.

I hope that soon someone will ask Jason Chambers to do a massive mural in a city, it would look incredible and different and it would be a perfect-fit because his drawings represent the tingling city existence so well, which is a bit surreal and a bit ironic.

(Images courtesy of Jason Chambers)

The post Jason Chambers’ metaphysical drawings appeared first on Plus Deco - Interior Design Blog.

11 Maggio 2020 / / La Gatta Sul Tetto

Organizzare al meglio una zona lavanderia in casa non è un’impresa impossibile. Secondo lo spazio che abbiamo a disposizione, esistono diverse soluzioni praticabili.

zona lavanderia

Tutto dipende dallo spazio a disposizione e dalla posizione dello scarico cui va collegata la lavatrice. A questo proposito, vi suggerisco di leggere questo articolo sullo spostamento degli scarichi di bagno e cucina.

Organizzare razionalmente la zona lavanderia consente di ottimizzare la gestione del bucato e di mantenere tutto in ordine e a portata di mano.

Vediamo le caratteristiche che deve avere la zona lavanderia e le soluzioni praticabili per gli spazi ridotti.

Gli elementi indispensabili

Patiamo dagli elementi indispensabili per attrezzare la zona lavanderia. L’elemento indispensabile è indubbiamente la lavatrice. In commercio esistono svariati modelli di dimensioni diverse, con carico frontale o dall’alto, e le lavasciuga. Quest’ultima soluzione è l’ideale se non si ha un posto per stendere i panni, in alternativa all’asciugatrice separata. L’asciugatrice è certamente una comodità, ma ha due svantaggi: consuma molta energia, i capi risultano spiegazzati e hanno una vita più breve.

Per stendere i panni, l’ideale sarebbe avere a disposizione uno spazio all’aperto dove, grazie al sole e all’aria, asciugano più rapidamente. Per chi ha un giardino, la soluzione più pratica è lo stendibiancheria a ombrello. I modelli più avanzati si aprono e chiudono proprio come un ombrello, consentono di aprire i bracci ad altezze diverse, hanno i bracci ruotanti e sistemi di scorrimento fluidi.

zona lavanderia

Esistono anche gli stendibiancheria a muro, da installare in una zona riparata, sul terrazzo o direttamente nel locale lavanderia. Lo stendibiancheria classico o a torre possono essere valide alternative, ma sono molto più ingombranti di quelli sospesi.

zona lavanderia

La lavanderia va poi attrezzata con diversi contenitori per tenere tutto in ordine e a portata di mano. Oltre ai cesti per la biancheria, magari divisi in bianchi, colorati e delicati, prevedete un certo numero di scatole o cesti per riporre le mollette, le spazzole, i detersivi, gli smacchiatori e i prodotti per la cura della lavatrice.

Per custodire tutto questo vi servirà un mobile contenitore o una scaffalatura. Infine, se avete abbastanza spazio, potete aggiungere un lavatoio e l’attrezzatura per stirare. Molto comodi gli assi da stiro a ribalta, che si fissano al muro e che, una volta chiusi, non occupano spazio.

Come ricavare una zona lavanderia

Per chi non ha un locale da dedicare alla zona lavanderia, ci sono diverse soluzioni pratiche ed esteticamente gradevoli che possono risolvere il problema. In questi casi è naturale collocare la lavatrice in bagno o in cucina. In commercio esistono lavatrici compatte che misurano dai 33 ai 45 cm di profondità, e alcuni modelli hanno anche una larghezza ridotta fino a 51 cm.

Per attrezzare un angolo lavanderia prevedete un mobile a colonna che contenga la lavatrice, dei ripiani e delle ante, con la stessa finitura dei mobili della cucina, per nascondere il tutto.

Se avete un bagno o una cucina di grandi dimensioni, potete valutare di chiuderne una parte con pareti in cartongesso: vi basta una larghezza di 70 centimetri per collocare la lavatrice, mensole e chiudere con una pratica porta scorrevole.

Gli altri spazi in cui potete creare la lavanderia sono eventuali nicchie o spazi inutilizzati come un sottoscala, oppure potete sfruttare un disimpegno o uno sgabuzzino. In ogni caso, dovete tenere presente sempre che lavatrici ad oblò necessitano di uno spazio antistante di almeno 60-70 centimetri per le operazioni di carico e scarico.


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